lunedì 26 novembre 2007

RAPPORTI GAY FUORI SCHEMA

Me l’hai chieste due righe su di me... e te le mando... ma a che servono poi certe cose? Che ci devi fare? Il museo degli orrori? Comunque vabbe’ m’hai sopportato fino adesso... insomma le ho scritte... facci quello che vuoi... tanto non mi conosce nessuno.

Dario, 23 anni, di Bergamo, praticamente nullafacente o quasi, dovrei studiare ma non lo faccio e i giorni li perdo uno appresso all’altro a fare niente o quasi (perché qualche esame lo faccio pure)... e a rompermi dalla mattina alla sera. Non so se la mia è una storia tipica... però è la mia. Che sono gay lo so da sempre. Taglio sulle solite cose: come me ne sono accorto, masturbazione, voglia di sesso con gli altri ragazzi... insomma credo che siano solo le solite cose, cioè fino a lì la mia storia e quelle di tanti altri ragazzi sono praticamente uguali. Insomma ho fatto la maturità quattro anni fa e fino allora stavo buono e tranquillo, cioè facevo il gay nell’armadio, come dicono negli USA, il che significa: contatti zero, amici gay zero, solitudine totale, tantissimo sesso in internet... ma niente chat...no, solo foto e video dei siti porno... insomma ragazzi veri zero assoluto. All’università le cosa sono cambiate c’era perfino un gruppo organizzato di studenti gay, avevano addirittura un sito su internet, un sito apparentemente neutro, almeno nel titolo... poi se si andava a cercare bene si capiva che era il sito del gruppo gay dell’università... erano pochi, al massimo una ventina, tutto autogestito, io del sito l’ho saputo tramite pettegolezzi... vabbe’, vado sul sito... senza infamia e senza lode... praticamente un modo per darsi appuntamenti, sul sito però c’era poco e niente... che ho fatto? A mettermi in mezzo non ci ho pensato proprio. Mi sembrava una cosa troppo aumma aumma... allora, tre anni fa (ma pure adesso) studiavo pochissimo, diciamo poco va’, passavo la mattina all’università ma non per studiare ma perché c’erano tanti bei ragazzi e, insomma, quanto meno era un piacere per gli occhi, il pomeriggio e la sera, e pure la notte fino alle due e oltre stavo in giro sui siti gay, dovrei dire sui siti porno, insomma passavo le giornate così, a livello proprio maniacale, avevo la fortissima tentazione delle chat, ma non msn, ma proprio di quelle aperte o con le stanze gay... però non ci sono mai andato, ci giravo intorno ma alla fine me ne tenevo sempre fuori... proprio attrazione e repulsione... a me bastava un bel video con un bel ragazzo... ecc. ecc.. Tutto questo fin poco dopo Natale... mi ero messo in testa che se avessi fatto un bel coming out pubblico le cose per me sarebbero cambiate, avrei conosciuto tanti ragazzi gay e finalmente avrei vissuto una storia d’amore vera. Ero all’esasperazione, in pratica non ce la facevo più ad andare avanti così... ho cominciato dal piccolo, con tre amici... insomma, il resto è venuto da sé, ma non perché loro hanno spettegolato sui fatti miei, io a loro l’avevo detto come se fosse cosa di dominio pubblico. In pratica due o tre giorni dopo all’università tutti sapevano, a casa mia no, per fortuna, perché mi avrebbero linciato... io il mio passo pericolosissimo l’avevo fatto... non ho perso amici perché non ne avevo nemmeno prima, ma quello che può sembrare assurdo è che non è successo niente di quello che mi aspettavo. I ragazzi del gruppo gay hanno fatto finta di non sapere nulla, ogni tanto uno di loro parlava con me, ma come se fossi un perfetto etero, mentre loro lo sapevano, lo sapevano eccome, ma facevano finta di niente... io non ero entrato nella loro conventicola e quindi gay o non gay ero uno zero comunque. Qualche giorno dopo ho conosciuto Stefano, che allora aveva 41 anni, lui di me sapeva, la notizia gli era arrivata casualmente. Lavorava nella mia facoltà, non era un professore, si occupava dei laboratori ma non ho mai capito a che livello... insomma viveva comunque in mezzo agli studenti, perché nella nostra facoltà, Chimica, si sta praticamente sempre in laboratorio. Insomma mi vede all’esercitazione e mi dice: Dario ti vorrei palare. Io ci avevo parlato altre volte, ma di cose del laboratorio, degli orari delle esercitazioni... insomma di cose del genere e la cosa mi sembrava normale, alla fine della lezione sono rimasto in laboratorio quando lui doveva preparare per la lezione successiva. Il discorso è stato minimo. Mi ha detto: Dicono che sei gay. Io gli ho detto che era così. Lui mi ha risposto: Anch’io, volevo solo che lo sapessi e adesso vai che se no perdi la lezione successiva. Io non sapevo che dire, mi sono limitato a sorridere e a fare cenno di sì con la testa e sono andato via. Dopo il mio coming out mi aspettavo altre cose, mi aspettavo che i ragazzi gay della mia facoltà si facessero vivi, ma non è successo niente del genere, l’unica reazione al mio coming out è stata quella di Stefano, quattro parole, ma quattro parole che mi lavoravano dentro... Io Stefano l’avevo visto tante volte all’università, non avevo mai pensato che fosse gay, e poi, perché me l’aveva detto? Che cosa si aspettava da me? Era tanto più grande di me, francamente non avrei mai pensato a lui in termini di interesse sessuale... certo lui avrebbe potuto essere interessato a me e la cosa mi turbava non poco... non sapevo che pensare, se lasciare cadere tutto oppure no... insomma ci ho pensato moltissimo per un paio di giorni poi ho pensato che Stefano mi sembrava una persona educata e che in fondo scambiare quattro parole non sarebbe stato pericoloso. Quando l’ho visto ci siamo messi d’accordo per andare a prendere una pizza... insomma da quella pizza è cominciata una stranissima relazione, lo dico in partenza, senza sesso, perché realmente lui non mi attirava in quel senso, però era una cosa seria e stranissima, ho pensato che mi desiderasse e che avesse degli obiettivi cioè che fosse tutta una manfrina per arrivare a portarmi a letto con lui ma i suoi comportamenti mi stupivano. Si vedeva che non era distaccato e che stava bene con me... mi lasciava parlare, quando parlava lui era controllatissimo, mi trattava bene ma alla pari... io non ero abituato a cose del genere. Praticamente non parlavamo mai di sesso se non in modo molto teorico... insomma pure io avevo cominciato a starci bene. Dopo un po’ abbiamo cominciato a palare più liberamente, anche di sesso, ma era evidente che da me non cercava sesso. Poi gli ho chiesto perché tenesse tanto a me e mi ha risposto che ero stato l’unico ragazzo che l’aveva preso sul serio. Questo rapporto con Stefano è durato più di due anni, poi ho conosciuto Paolo, il ragazzo col quale sto adesso... mi sono sentito in imbarazzo tremendo perché non sapevo come dirlo a Stefano, ma è stato lui a trami di impaccio, mi ha detto: Ti vedo meglio in questi giorni... ti sei innamorato? E io gli ho detto di sì... lui ha fatto una cosa che non mi sarei mai immaginato e che prima era impensabile, mi ha abbracciato stretto, mi ha passato una mano tra i capelli e mi ha detto: Dario... ti voglio vedere felice! Ed era contento... ma veramente... io non sapevo che dire... Ho raccontato la cosa a Paolo e il giorno successivo l’abbiamo invitato noi a prendere una pizza ed è stata una serata bellissima eravamo felici tutti e tre... ecco, c’è una cosa che non ho mai capito e che però mi ha sempre colpito moltissimo... ma come fa Stefano ad essere felice della felicità mia e di Paolo? ... almeno in teoria lui non c’entra... anche se, poi, in fondo infondo, c’entra eccome... Adesso non passa mese che non ci vediamo una serata in tre... i primi tempi eravamo sempre noi a dovere chiamare Stefano, ma adesso telefona che lui. In pratica, oltre Paolo, è stato l’unico gay col quale ho avuto un rapporto importante, cioè col quale ho tuttora un rapporto importante... Vabbe’, questa è la mia storia, almeno fino adesso.

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