venerdì 23 novembre 2007

RAGAZZI GAY DICHIARATI E SOLITUDINE

Dedico questo post a ReMindZ che ho avuto il piacere di sentire ieri sera e di cui ho potuto leggere i graditissimi commenti subito dopo la chiacchierata in chat. Dire che sono contento di queste cose è poco. Grazie ReMindZ, avremo modo di parlarne direttamente, per il momento mi limito a dire che mi stai dando moltissimo e che la gran parte della mia serenità di fondo la devo a te. Da un tuo commento su Storie Gay ho preso lo spunto per andare alla ricerca di un vecchio documento, un video di qualche anno fa (settembre 2001), contenente un’intervista a Gianni, un ragazzo gay ventiquattrenne che circa due anni prima aveva parlato di sé apertamente a tutti: amici e familiari. L’intervista è un po’ più lunga del solito e trascriverla mi è costato una fatica non indifferente ma credo che valga la pena di leggerla.

“Mi chiamo Gianni, 24 anni, nato e vissuto sempre a Milano, sto per laurearmi in Legge, penso in futuro di fare l’avvocato, non ho avuto particolari problemi nello studio e credo che non ne incontrerò nemmeno a livello di lavoro. Da fuori sono un ragazzo normale al 100%... università, un po’ di sport (pallacanestro quando posso), vita normale, cinema, amici... naturalmente niente ragazza... e quello che per me è peggio, niente ragazzo. Ma io non sono il tipico ragazzo gay spaventato di essere gay, no! Io più o meno due anni fa mi sono dichiarato, ma proprio pubblicamente... perché pensavo che il problema fosse tutto lì, mi dicevo che se volevo trovare un ragazzo dovevo dichiararmi pubblicamente, con un termine bruttissimo dovevo “mettermi sul mercato”, perché rimanendo invisibile certo non avrei trovato nulla. Quello che ho passato prima di decidermi ve lo potete immaginare, insomma, le solite cose, crisi su crisi: lo faccio o non lo faccio? ... Perché nessuno sapeva niente... in sostanza che fossi gay non passava proprio per la testa a nessuno, cioè io non sono stato costretto dalle circostanze a dichiararmi, l’ho fatto perché pensavo che fosse indispensabile per trovare un ragazzo che mi volesse bene. Ma l’ho fatto proprio pubblicamente, senza tanti segreti... l’ho detto agli amici e l’ho detto a casa. I miei sono separati e io vivo solo con mia madre, in sostanza a mio padre di me non gliene frega nulla, non solo del fatto che io sia gay, ma proprio in generale... vabbe’... l’ho detto a mia madre... reazioni molto modeste: tipo: stai attento, non ti mettere troppo nei guai... però, tutto sommato, non è crollato il mondo e poi io sono figlio unico... che tra l’altro non è una situazione ideale per un ragazzo gay... comunque gli amici, pure loro, tutto sommato non hanno reagito male anche perché, diciamolo chiaro, erano amici per modo di dire... non gliene fregava niente prima di me come persona... e meno ancora dopo del fatto che fossi gay, per loro era una pura notizia senza nessuna conseguenza... non li dovrei nemmeno considerare amici, ma questo passa il convento... Insomma, a 22 anni... amici veri niente! E invece sarebbero una cosa fondamentale... e soprattutto vita affettiva e sessuale vera, cioè a due, assolutamente niente, masturbarsi sì, ma solo a fantasia, nemmeno pensando a una persona reale, perché nel mondo reale non c’era nessun ragazzo che mi interessasse veramente, dopo qualche mese mi sono detto: qui se non ti dai una mossa resti single per tutta la vita! E ho fatto il mio ragionamento: io vado a cercare ragazzi gay... bene, dove si trovano i ragazzi gay? ... Sembra ovvio: nei locali gay! Però per uno non abituato a quell’ambiente fare un passo critico come cominciare a frequentare ambienti per gay non era una cosa facile. Insomma, passavo a ripassavo davanti al (ometto il nome del locale di Milano), mi tenevo a distanza, cercavo di vedere che gente c’era, ci passavo con passo svelto fingendo di passare lì per caso, due o tre volte ci ho pure parcheggiato la macchina vicino, però di notte non si vedeva quasi nulla. Gente ce n’era e, almeno apparentemente l’ambiente sembrava piuttosto discreto... non distinguevo l’età dei ragazzi, vedevo solo che erano ben vestiti... vabbe’, che devo dire, tra desiderio e repulsione ho passato quasi un mese prima di decidermi, poi ho fatto il grande passo e sono entrato. Prima di andare mi sono fatto una doccia e mi sono cambiato le mutande... perché sai, tu pensi che alla fine chissà che cosa succede... Insomma... alla fine entro, luci assurde, musica curiosa... tutti ragazzi, ammassati uno sull’altro, devo passare in mezzo a una folla di gente, mi sento in imbarazzo tremendo, mentre passo mi tastano... la mia reazione è stata ambigua tra l’interesse e il ribrezzo, sarei scappato via... ma poi sono rimasto... e rimanere da soli in un posto simile è una cosa terribile. Ti squadrano come se stessero valutando la puttana di turno... io, poi, lì dentro, da solo, in mezzo a ragazzi tutti molto più grandi di me... mi sentivo proprio concupito... mi sono seduto su un divanetto, uno mi si è buttato addosso quasi casualmente, ma non era assolutamente una cosa casuale... mi ha tastato e io ho fatto lo stesso. Quando l’ho tastato pure io mi sono sentito meglio, diciamo un po’ più al livello e quello mi lasciava fare... vabbe’, adesso non ve la racconto tutta, lì ci sono stati contatti fisici (tastarsi) con quattro o cinque ragazzi, poi uno mi ha fatto una proposta esplicita... ma era un ragazzo che non piaceva, aveva le unghie nere e puzzava di fumo, gli ho detto di no e lui ha detto che ero solo un ragazzino deficiente che non sapeva che cosa si poteva perdere... e mi ha mollato lì con una sguardo di commiserazione. Mi sono sentito umiliato. Praticamente sono andato via prima che la festa, chiamiamola così, entrasse nel vivo. La sensazione che ho provato quando sono andato via era da brivido, mi si mettevano davanti per non farmi uscire dal locale, ero solo sotto gli sguardi di tutti e nessuno interveniva, poi sono venuti quelli della sorveglianza e mi hanno aperto un varco verso l’uscita. Quando sono stato fuori ho tirato un respiro profondissimo... uscivo da un incubo. Però, se lo devo dire, quell’incubo (perché incubo era) era anche eccitante, lì se vuoi fare sesso trovi quello che vuoi... magari a rischio... Insomma, io ci sono tornato altre due volte, la prima volta dopo 15 giorni di disintossicazione e la seconda dopo un’altra settimana. La seconda volta l’ambiente era migliore, era un giorno feriale qualunque e non un sabato come la prima volta, c’era meno gente, ho avuto l’impressione che ci fosse un po’ di gente con molti quattrini in cerca di ragazzi disponibili. Non saprei dire se è prostituzione... ma se un diciottenne va con un cinquantenne e prima vanno in un ristorante di lusso e fanno un bel giro in una macchina di lusso... tu come la chiami? Magari la prestazione non ha nessuna contropartita in denaro... però... vabbe’. Tutto sommato, anche se con questo tipo di ambiente, la seconda volta non è stato un incubo e almeno quando ho deciso di andarmene nessuno ha cercato di impedirmelo. La terza volta era di nuovo sabato e ho trovato un tipo che c’ha provato proprio in modo sgradevolissimo, questa volta però io ero rimasto vicino all’uscita e quando me la sono vista brutta me ne sono andato di nascosto. Dopo non ci sono andato più. Poi c’è stata l’altra fase, quella più pericolosa. Sapevo che in (ometto il nome di una zona di Milano) era possibile trovare ragazzi che si prostituivano per pochissimi soldi. Però nella mia mente l’avevo messa tutta su bene la storia, io non andavo lì per fare sesso a pagamento ma perché avrei potuto salvare qualche povero ragazzo finito magari suo malgrado nel giro della prostituzione, è un ragionamento ipocrita all’incredibile, ma io l’avevo messa così... Anche lì, come con i locali, prima qualche appostamento, qualche sguardo furtivo per vedere di che si trattava, poi, dopo qualche giorno mi sono deciso, ma ci sono andato in macchina perché mi sembrava più sicuro, anche se in quel modo di fotografano e ti possono ricattare, comunque ci sono andato in macchina, ho aspettato che fosse disponibile il ragazzo che mi piaceva di più e l’ho fatto salire, ci siamo allontanati mentre lui mi parlava dei prezzi... quando l’ho guardato in faccia ho visto che era proprio un ragazzino, sicuramente minorenne... se ti beccano con un minorenne finisci pure in galera... io gli ho fatto la predica sul fatto che non si doveva prostituire e lui prima m’ha guardato e poi, letteralmente, mi ha sputato in faccia... e tutto sommato aveva ragione e mi ha detto che i soldi glieli dovevo dare comunque... io l’ho pagato, arrotondando la cifra per eccesso e l’ho riportato dove l’avevo fatto salire... poi mi è venuto in testa che poteva avere l’aids, probabilmente erano solo mie paturnie, ma il fatto che avessi avuto un contatto col suo sputo mi ha preoccupato per un bel po’... Il girono appresso, seconda esperienza, questa volta con un ragazzo grande dell’Est, almeno 30 anni. Confesso che ho avuto paura, gli ho chiesto del ragazzo del giorno prima, l’ho pagato senza fare nulla e l’ho scaricato subito. Queste sono state tutte le mie esperienze in termini di prostituzione. E ne ho abbastanza! In sostanza dopo queste cose, ormai da più di un anno e mezzo, vuoto totale. Quando non ero dichiarato avevo un amico che si chiamava Luca, un ragazzo che mi piaceva moltissimo, se fosse gay o etero non lo so, è stato praticamente l’unico amico vero che ho avuto, ma non lo sento da due anni e non posso andare a cercarlo adesso. Il mio sogno è Luca. Io cerco un ragazzo come Luca, cioè un ragazzo vero, un ragazzo normale gay, io voglio vivere la mia vita con un ragazzo normale gay, uno che non serve solo per fare sesso, uno che te ne puoi innamorare come persona, uno che ti vuole bene. Un ragazzo gay non ha solo bisogno di sesso, ma ha bisogno d’amore, magari di uno che ti fa da sponda, che ti ferma, che ti porta alla realtà quanto cominci a fare lo stupido. Luca faceva così, vivere con uno come lui sarebbe bellissimo. Lo troverò mai un’altro Luca? Purtroppo credo che non succederà. Se succederà... bene, se non succederà, io cose strane non ne andrò più a cercare. Io voglio un affetto vero, di un ragazzo che voglia stare con me, anche a livello sessuale, ma non solo quello. Adesso mi sento solo... parlo con te qualche volta e mi fa piacere, almeno c’è qualcuno che mi sta a sentire, però io il mio sogno, purtroppo non lo realizzerò mai... e di questo comincio ad essere consapevole. La sostanza del discorso è questa, cioè questo è il mio problema vero... dai adesso puoi pure fermare la registrazione e fammela rivedere subito, che se non mi piace la cancelliamo.”

Nessun commento: