sabato 9 novembre 2013

MANUALE DI OMOSESSUALITA'

Comunico che Progetto Gay ha messo online il “Manuale di omosessualità” (2013), si tratta di un testo liberamente accessibile online all’indirizzo:


Il Manuale, scritto sulla base delle esperienze maturate in Progetto Gay, intende essere una guida informativa seria per chiunque intenda capire che cosa sia realmente l’omosessualità.
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INDICE
CAPITOLO 1 – CAPIRE DI ESSERE GAY
CAPITOLO 2 – BISESSUALITA’
CAPITOLO 3 – IL COMING OUT
CAPITOLO 4 – RAGAZZI GAY E GENITORI
CAPITOLO 5 – CAPIRE E RAGIONARE SENZA PANICO
CAPITOLO 6 - GAY E FRUSTRAZIONE
CAPITOLO 7 - ESSERE GAY E SENTIRSI BENE CON SE STESSI
CAPITOLO 8 – EDUCAZIONE SESSUALE GAY
CAPITOLO 9 - SESSAULITA’ GAY
CAPITOLO 10 – ANSIA E SESSUALITA’ GAY
CAPITOLO 11 – GAY TRA SESSUALITA’ E SENSI DI COLPA
CAPITOLO 12 – IL SESSO NEL RAPPORTO GAY-ETERO
CAPITOLO 13 – INCONTRI GAY PERICOLOSI
CAPITOLO 14 – OMOSESSUALITA’ LATENTE
CAPITOLO 15- MODELLI DI AFFETTIVITA’ E SESSUALTA’ GAY
CAPITOLO 16 – GAY E STABILITA’ DI COPPIA
CAPITOLO 17 – AMORE GAY E CONDIZIONAMENTI SOCIALI
CAPITOLO 18 - SODDISFAZIONE SESSUALE GAY E COMPATIBILITA’ SESSUALE DI COPPIA
CAPITOLO 19 – RAPPORTI GAY INTERGENERAZIONALI
CAPITOLO 20 – SESSO GAY OCCASIONALE
CAPITOLO 21 – FANTASIE SESSUALI GAY E CONTENUTI OSSESSIVI
CAPITOLO 22 – GAY SPOSATI
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Ovviamente sono graditi commenti e proposte relative al testo, che possono essere inviati all’indirizzo progettogay@ymail.com .

mercoledì 6 novembre 2013

THOMAS E KLAUS MANN DUE OMOSESSUALI

Mercoledì 20 Novembre 1968, nel corso di una udienza generale, papa Paolo VI così si esprimeva:
“Ci si dimentica che l’uomo in tutto il suo essere spirituale, cioè nelle sue supreme facoltà di conoscere e di amare, è correlativo a Dio; è fatto per Lui; e ogni conquista dello spirito umano accresce in lui l’inquietudine, e accende il desiderio di andare oltre, di arrivare all’oceano dell’essere e della vita, alla piena verità, che sola dà la beatitudine. Togliere Dio come termine della ricerca, a cui l’uomo è per natura sua rivolto, significa mortificare l’uomo stesso. La così detta «morte di Dio» si risolve nella morte dell’uomo.
Non siamo Noi soli ad affermare una così triste verità. Ecco una testimonianza che è stata lasciata da un coltissimo scrittore d’avanguardia e infelicissimo tipo della cultura moderna (Klaus Mann, figlio di Thomas). Egli scriveva: «Non vi è speranza. Noi intellettuali, traditori o vittime, faremmo bene a riconoscere la nostra situazione come assolutamente disperata. Perché dovremmo farci delle illusioni? Siamo perduti! siamo vinti! La voce che pronunciò queste parole - prosegue la testimonianza -, una voce un tantino velata, ma pura, armoniosa e stranamente suggestiva, era quella di uno studente di filosofia e di letteratura, con cui mi incontrai per caso nella antica città universitaria di Uppsala. Ciò che aveva da dire era interessante, ed era comunque caratteristico: ho sentito analoghe dichiarazioni di intellettuali in ogni punto d’Europa . . . E disse con una voce non più del tutto sicura: Dovremmo abbandonarci alla disperazione assoluta . . .» Figli carissimi, per noi no, non è così.”
Chi è Klaus Mann, l’uomo che Paolo VI considera il paradigma infelicissimo della cultura moderna? E che senso ha il riferimento operato da Klaus Mann a quello studente incontrato nell’antica città universitaria di Uppsala? 
Come ricordato dallo stesso Paolo VI, Klaus Mann è uno dei figli Thomas Mann, cioè di uno degli uomini che più hanno influito sulla cultura europea negli ultimi cento anni, ma non è di letteratura che intendo parlare. Il fatto che Klaus sia Figlio di Thomas riveste un enorme significato, dal mio punto di vista, in quanto sia il padre che il figlio si sono trovati a fare i conti con la loro omosessualità e di fronte ad essa hanno dato risposte diversissime. 
Nell’opera di Thomas Mann le atmosfere sono molto particolari e, in genere, il lettore gay si sente immerso in un mondo che non gli suona affatto estraneo. Emerge spesso il conflitto tra il “sereno” mondo borgese ove tutto è codificato e ordinato e il richiamo dell’arte che ha comunque il fascino dell’abisso. Questo conflitto in “Morte a Venezia” si palesa, fuori di metafora, come il conflitto tra eterosessualità e omosessualità. Thomas Mann, nato nel 1875 a Lubecca, quando era liceale aveva confessato i suoi sentimenti ad un suo compagno che non li condivideva perché semplicemente non poteva condividerli. Quell’esperienza costituì il primo innamoramento di Thomas Mann. Si ha l’impressione che l’immagine di quel compagno di liceo torni spesso nell’opera di Mann.
Ma Mann visse un innamoramento molto più coinvolgente nei confronti di Paul Ehrenberg, un giovane violinista e pittore impressionista di un anno più giovane di lui. Tra il 1899 e il 1903, stando ai diari e alle lettere di Thomas Mann, l’innamoramento divenne una vera infatuazione, che portò a una intensa relazione tra i due. Un quadro di Ehrenberg intitolato Die Hetzjagd (la caccia) rimase appeso per un certo tempo nella stanza di Thomas Mann. In quegli anni, da un insieme di ricordi della vita familiare scritti da Thomas per Paul Ehrenberg, che viveva a Monaco, prese l’avvio la stesura de “I Buddenbrook”. Sia il personaggio di Hans Hansen del “Tonio Kröger” (1903) che il personaggio del pittore nella novella “Gli affamati” (1903) e quello di Rudolf 'Rudi' Schwerdtfeger, anche lui violinista e oggetto di interesse omosessuale nel “Doctor Faustus” rimandano chiaramente a Paul Ehrenberg.
Nel caso del Tonio Kröger le analogie diventano fortissime perché a Monaco, dove aveva modo di incontrare Ehrenberg, Mann vide per caso per la prima volta una ragazza ventenne che discuteva animatamente con il bigliettaio di un tram, cercò di sapere chi fosse, gli dissero che era Katia Pringsheim, una studentessa di matematica, fisica e chimica, figlia del grande matematico Alfred Israel Pringsheim, un professore universitario ricchissimo di famiglia ebraica, che viveva in un grande palazzo la più bella vita che un alto borghese potesse sognare. Il prof. Pringsheim non era un ebreo osservante e lasciò che i figli seguissero il luteranesimo cose che tuttavia non bastò a salvare la famiglia dalle persecuzioni naziste. Mann, tramite amici, riuscì a farsi presentare ai Pringsheim e si “innamorò” (spiegherò dopo perché metto questa parola tra virgolette) di Katia ma lei desiderava godersi la sua giovinezza e non era intenzionata a sposarsi e non se ne fece nulla. Mann partì per la Danimarca dove scrisse il Tonio Kröger, in cui Tonio si innamora profondamente sia del compagno di scuola Hans Hansen che della giovane ragazza Ingeborg Holm, avevano entrambi occhi azzurri, capelli chiari e aspetto nettamente nordico. La forza del Tonio Kröger deriva dal fatto che si tratta di un romanzo sostanzialmente autobiografico in cui sono trasfuse le vere passioni del giovane Mann. Va sottolineato che Tonio è identificato come un “diverso”, in questo caso per ragioni artistiche, cioè come colui che non riesce a godere di ciò di cui godono gli altri. 
In Danimarca Mann non solo scrisse il Tonio Kröger ma scrisse anche delle lettere a Katia Pringsheim che convinsero la ragazza ad accondiscendere alle nozze celebrate l’11 febbraio 1905. Furono nozze “felici” anche qui devo mettere tra virgolette il termine felici, ne nacquero sei figli. Restano comunque molte perplessità nel considerare questo matrimonio come l’esito di una storia d’amore. Nel suo saggio “Sul matrimonio – brindisi a Katia” Mann sostiene che il matrimonio e l’arte sono entrambi un servizio borghese alla vita, un patto etico e un sacramento, perché è proprio attraverso l’arte e attraverso il matrimonio che lo spirito arriva a dominare sulla materia, sulla carne e il sangue.
Va sottolineato che poco prima del matrimonio Mann aveva vissuto con Ehrenberg un rapporto molto forte e non si trattava di un rapporto sublimato, come quello descritto nel Tonio Kröger, ma di una relazione sessuale che decenni più tardi Mann considererà l’esperienza emotiva fondamentale delle sua vita con parole inequivocabili: “Ho vissuto e amato, … finalmente con una felicità nuova perché ho stretto fra le mie braccia qualcuno di cui ero profondamente innamorato”, ma, bisogna sottolinearlo, queste valutazioni del rapporto con Ehrenberg sono maturate in Mann diversi decenni dopo la loro relazione. All’epoca della loro relazione l’atteggiamento di Mann era radicalmente diverso ed era dominato da una specie di rifiuto di sé come omosessuale e dalla condanna della “anormalità”.
In pratica Mann si condannò al matrimonio per cercare di allontanare da sé la passione omosessuale che aveva vissuto profondamente con Ehrenberg. Il fratello di Thomas, Heinrich, che pure aveva sostenuto che il rapporto di Thomas con Ehrenberg fosse una follia e aveva insistito perché il fratello si sposasse presto, ebbe il sospetto che il matrimonio fosse stato accettato da Thomas per ragioni di opportunità sociale, certo è che la posizione sociale del suocero favorì indubbiamente Thomas. Alcuni, visti gli esisti del matrimonio, hanno cercato di parlare di bisessualità di Thomas Mann ma la realtà farebbe pensare piuttosto ad una fuga dalla omosessualità verso un paradiso borghese molto più rassicurante. Al povero Ehrenberg non restò che seguire, anche lui, la via del matrimonio e finì per sposare la pittrice Lilly Teufel.
Mann, dopo il matrimonio, scrisse “Altezza reale”, la storia è ambientata nel Granducato di Grimmburg, un minuscolo stato immaginario, ridotto in situazioni di forte disagio economico, e il protagonista è il secondogenito del Granduca che è costretto a sposare una ricca ereditiera per risollevare la sorti dello stato. Il contrasto tra “Altezza reale” e il “Tonio Kröger” non potrebbe essere più stridente.
Thomas Mann ebbe sei figli da Katia, i primi due furono dichiaratamente omosessuali, la primogenita Erika, nata a Monaco il 9 Novembre 1905, si sposò il 25 luglio del 1926, non ancora ventunenne, con Gustaf Gründgens, ma nel 1929 intervenne il divorzio. Erika, dichiaratamente lesbica, ebbe la sua prima relazione intorno al 1932 con Pamela Wedekind, che aveva conosciuto a Berlino e che era fidanzata con suo fratello Klaus, anche lui omosessuale. Sono note, in periodi successivi, almeno altre tre relazioni lesbiche importanti e sessualmente appassionate di Erika Mann, sul cui orientamento sessuale non ci fu mai alcun dubbio. Il padre Thomas ebbe un atteggiamento molto positivo nei confronti delle donne con cui la figlia intratteneva relazioni amorose, non dimostrò però la stessa apertura mentale nei confronti del figlio Klaus . Gli atteggiamenti di Klaus e del padre nei confronti della omosessualità furono radicalmente antitetici e questo non favorì il dialogo tra i due. Non approfondisco qui il discorso sulla omosessualità di Klaus Mann, perché lo riprenderò analiticamente dopo aver concluso quello sul padre.
Anche dopo il matrimonio Mann non abbandonò la tematica omosessuale e nel 1912 pubblicò “Morte e Venezia” che fu la base del film omonimo di Luchino Visconti del 1971 e dell’omonimo melodramma del 1973 di Benjamin Britten. Non c’è bisogno di dire che sia Visconti che Britten erano omosessuali.
La vicenda è intrisa di spirito tragico. Gustav von Aschenbach, un cinquantenne che ha dedicato tutta la vita all’arte, rimasto vedovo, va Venezia e al grand'Hotel des Bains all'isola del Lido, rimane folgorato dalla bellezza di un ragazzo polacco più o meno 14enne, Tadzio, vestito alla marinara alloggiato in Hotel con tutta la sua famiglia. Sul ragazzo Aschenbach costruisce mille ragionamenti apparentemente legati alla sua concezione dell’arte, mentre lo osserva cercando di non farsi scoprire. Ma fa troppo caldo e a Venezia scoppia il colera, le autorità minimizzano ma Aschenbach si rende conto che il pericolo è reale, dovrebbe avvisare la famiglia di quel ragazzo ma non lo fa perché non vuole vederlo partire, nel frattempo, da uno scambio di sguardi Aschenbach è portato a credere che il ragazzo condivida i suoi sentimenti, la presenza di Tadzio si fa ossessiva nella mente di Aschenbach che arriva alla consapevolezza che il suo è un interesse sessuale e che il piano dell’arte è solo una sovrapposizione fittizia. Aschenbach indebolito e malaticcio vede Tadzio  giocare con gli amici e poi alzare un braccio quasi per salutarlo, quella sarà l’ultima immagine di Tadzio che accompagnerà l’ultimo respiro dell’uomo che nascostamente lo aveva amato. Il romanzo ha una sua forza tragica innegabile ma l’associazione tra omosessualità e morte sembra un teorema troppo enfatizzato. 
La difficoltà di Mann nell’accettare la sua omosessualità si riscontra anche nel 1925 quando Thomas scrive un piccolo saggio intitolato “Sul matrimonio”. In questa operetta Mann contrappone il matrimonio (ovviamente eterosessuale) alla omosessualità come se fossero le uniche due opzioni possibili. E la sua posizione contro l’omosessualità appare molto netta, direi fin troppo netta per apparire credibile.
Nel 1927, quando Mann aveva 52 anni, durante una vacanza a Silt, conobbe l’allora 17enne Klaus Heuser e lo invitò nella sua villa di Monaco di Baviera. Quella per Klaus Heuser è stato probabilmente l’ultima grande passione di Mann, tuttavia sempre molto trattenuta. Quando Heuser andò a trovare Mann a Zurigo nel 1935, Mann annotò nel suo diario: "Non è cambiato per niente o solo un po’: magro, ancora ragazzo a ventiquattro anni, gli stessi occhi. Continuavo a guardalo in faccia e a dire 'Mio Dio!' ... Si aspettava che lo baciassi ma non l’ho fatto, però prima che se ne andasse sono riuscito a dirgli qualche parola d’amore ".
Vengo ora ad un momento critico non solo per la vita di Thomas Mann e dei suoi figli ma per l’intera Germania e purtroppo anche per l’intera Europa e non solo per essa. 
Le elezioni del maggio 1928 avevo portato al Reichstag 12 deputati nazionalsocialisti, ma già nelle elezioni del 1930 il partito nazionalsocialista di Hitler era passato a 107 deputati. Nelle elezioni del 1932 i deputati hitleriani passarono a 230  su 608 seggi in totale e il partito nazionalsocialista divenne il primo partito della Germania. Hitler si candidò per le elezioni presidenziali del gennaio 1933. Alle elezioni, Hindenburg, un eroe della prima guerra mondiale, presidente uscente, apparve l’unico candidato in grado di fermare l’ascesa di Hitler e fu sostenuto da una coalizione che andava dai nazionalisti ai socialdemocratici. Hindenburg ottenne nuovamente la presidenza col 53% dei voti contro il 37% di Hitler, che il 30 gennaio fu nominato Cancelliere, a capo di una colazione di partiti (nazisti e partito popolare tedesco-nazionale), ma già pochi giorni dopo, alle elezioni del 5 Marzo 1933, il clima era radicalmente cambiato. Si votò nella settimana in cui era stato dato alle fiamme l’edificio del Reichstag (27 febbraio 1933), dell’incendio fu incolpato Marinus van der Lubbe, un comunista olandese 24enne che fu decapitato per questo motivo il 10 gennaio del 1934. La maggioranza degli storici concorda sul fatto che l’incendio sia stato una montatura voluta dai vertici nazisti, le prove in questo senso sono molte e sono state raccolte da fonti indipendenti. L’incendio del Reichstag divenne il pretesto per bandire una crociata anti-bolscevica contri i partiti democratici. 
Fatto sta che Hiltler convinse Hindenburg a emanare il cosiddetto “decreto del Reichstag” nella stessa giornata del 27 febbraio del ’33, il 28 febbraio il decreto diventava legge e la maggior parte dei diritti garantiti dalla Costituzione di Weimar venivano sospesi per ragioni di emergenza. In questo clima, il 5 di marzo si tennero le elezioni per il rinnovo dei Reichstag. I vertici dei partito socialdemocratico furono costretti alla fuga. Nonostante una serie infinita di minacce e di intimidazioni i nazisti non ottennero la maggioranza assoluta. Hitler fu quindi costretto a mantenere l’alleanza col partito popolare tedesco-nazionale. Hitler mirava non ad una maggioranza di coalizione ma ad ottenere il cosiddetto “decreto dei pieni poteri” ossia un potere legislativo indipendente dal Raichstag, per far passare il decreto dei pieni poteri occorreva una maggioranza dei 2/3 del Reischstag. Il 23 Marzo il decreto venne approvato con l’appoggio del Centro Cattolico e con il solo voto contrario dei socialdemocratici ed entrò in vigore il 27 marzo. A diversi socialdemocratici fu fisicamente impedito di entrare in Parlamento mentre tutti i deputati comunisti, che costituivano il 17% del Parlamento, erano stati arrestati. 
Dato questo quadro storico ci si chiede quale sia stata la posizione di Thomas Mann e dei suoi figli. Se si tiene presente che nel 1929 era stato conferito a Mann il premio Nobel per la letteratura è facile capire che la sua posizione non sarebbe stata comunque indifferente ai nazisti. Nel gennaio del 1933 Mann tenne all’università di Monaco una conferenza pubblica sul tema “Dolore e grandezza di Richard Wagner” in cui in pratica negò i legami tra nazismo e arte wagneriana, i nazisti presenti in sala diedero segno di nervosismo perché Mann rappresentava una voce apertamente fuori dal coro, proprio nei momenti critici dell’assalto di Hitler al potere. Mann si rese conto del pericolo, tanto più che la famiglia della moglie era di origine ebraica, e si trasferì immediatamente in Svizzera e poi negli Stati Uniti e intorno a lui si riunì un gruppo di esuli tedeschi antinazisti. Mi limito a ricordare che dal 1940 alla fine della guerra Thomas Mann registrò una lunga serie di discorsi in tedesco che vennero messi in onda da Radio Londra perché fossero ascoltati in Germania. In questi discorsi Mann è il primo che faccia riferimento allo sterminio degli Ebrei nelle camere a gas, il resoconto dei delitti perpetrati dai nazisti è documentato e si avverte nettissimo il tentativo di risvegliare la coscienza dei tedeschi mettendoli al corrente di fatti atroci che la propaganda hitleriana nascondeva sistematicamente. Non vi è dubbio che Mann sia stato uno dei pochissimi e tenacissimi animatori “tedeschi” dell’antinazismo.
Subito dopo la capitolazione della Germania l’8 maggio del ’45 Thomas Mann leggerà in tedesco alla radio il messaggio radiofonico intitolato “I lager” annunciando la distruzione della cultura e della vita della Germania e facendo capire ai tedeschi come l’orrore dei campi di sterminio avesse vergognosamente distrutto l’immagine della Germania in Europa, Mann sostiene che è un peccato contro lo spirito tedesco che non può essere perdonato. Se già nel ’45 l’Europa ha ricominciato a fare una differenza tra tedesco e nazista, ciò si deve ai pochi personaggi che si comportarono come Thomas Mann. Ma una cosa va sottolineata Thomas Mann non fece scelte di convenienza ma di coscienza, e quando nel 1952, negli Stati Uniti dilagò più feroce il maccartismo, una specie di caccia alle streghe contro i comunisti o presunti tali, voluta dal senatore repubblicano Mc Carthy coadiuvato da due giovani che avrebbero avuto un peso notevole nella storia degli USA come Richard Nixon e Robert Kennedy, Thomas Mann si indignò e abbandonò definitivamente gli Stati Uniti come fecero i maggiori intellettuali stranieri basti l’esempio di Charlie Chaplin e di sua moglie Oona O'Neil. 
Anche se il discorso meriterebbe ben altri approfondimenti, lasciamo ora da parte Thomas Mann e occupiamoci del figlio, che Paolo VI presenta come paradigma infelicissimo della cultura moderna.
Klaus Henry Mann, secondogenito di Thomas nacque a Monaco il 18 Novembre 1906. Fin dall’età di 19 anni, nel 1925, con la pubblicazione del suo primo romanzo “La pia danza”, un libro autobiografico di una sincerità unica e disarmante in cui si ritrae la vita della Belino gay degli anni ’20, si dichiarò pubblicamente omosessuale. Nello stesso anno uscì anche "Anja e Ester" una delicatissima storia d’amore tra due ragazze. 
Se si pensa che il pretesto per l’assassino di Ernst Röhm e dei vertici delle SA da parte di Hitler nel 1934 fu proprio l’omosessualità, si capisce che nel ‘33, con l’arrivo al potere di Hitler la situazione di Klaus si fece particolarmente pericolosa e Klaus seguì senza nessuna esitazione il padre in esilio. Era un ragazzo 26enne sensibile e fragile, ma fu uno dei più tenaci e coraggiosi avversari del nazismo. Il suo liberalismo era guidato da grandi ideali, era, in sostanza, un fede che per certi aspetti richiamava certi aspetti del socialismo. Affascinato dall’ideale cristiano, Klaus aveva amicizie profonde in ogni strato sociale e ad ogni livello culturale. Lui stesso ci racconta con la massima serietà degli amori fugaci con alcuni marinai del porto di Marsiglia. 
Amò senza essere ricambiato lo scrittore surrealista René Crevel e più tardi ebbe una storia di qualche anno con un giornalista americano Thomas Quinn Curtiss. Strinse amicizia fraterna con la scrittrice lesbica Annemarie Schwarzenbach, con André Gide, premio Nobel per le letteratura nel 1947, e con Jean Cocteau Accademico di Francia, autore di romanzi, di opere teatrali e regista cinematografico. Sia Gide che Cocteau erano dichiaratamente gay.
Un’opera di Klaus Mann è particolarmente nota al grande pubblico per via di una sua rielaborazione cinematografica, che vinse l’Oscar nell’80, ed è “Mephisto o la storia di una carriera”, in cui Klaus descrive la vicenda del suo ex-cognato l’attore Gustaf Gründgens, che aveva divorziato dalla sorella Erika nel ’29, e aveva venduto l’anima al diavolo pur di fare carriera nell’ambito del regime nazista. Ovviamente Gründgens non gradì affatto la pubblicazione dell’opera. Il figlio adottivo di Gründgens, negli anni ’60, si rivolse al tribunale e dopo sette anni di battaglie legali riuscì ad ottenere dalla Corte Suprema tedesca che il libro non fosse ristampato, ma dopo la sua morte il libro venne stampato nuovamente.
Nel 34 Klaus pubblica per una rivista di Praga un articolo intitolato “Omosessualità e fascismo” e compone una biografia romanzata di Piotr Illich Cajcovskij, anche lui omosessuale.
Nel 37 pubblica “Finestra con le sbarre” sugli ultimi giorni di Luigi di Baviera, il re di omosessuale che odiava la guerra e amava l’arte. Luchino Visconti ne trarrà un film, “Ludwig”, nel 1972.
Subito prima della guerra, in America, Klaus vive povero e solo, tenta il suicidio ma poi reagisce e quando gli Stati Uniti entrano in guerra si arruola ed  entra nel corpo dei Ritchie Boys, un gruppo speciale formato da ebrei e da fuoriusciti tedeschi, particolarmente addestrati alla guerra psicologica perché molto motivati e perfetti conoscitori della mentalità tedesca. Nel 1942 il soldato americano Klaus Henry Mann viene aggregato alla Quinta Armata che avrebbe combattuto in Africa e in Italia, prima della partenza Klaus Mann chiede di avere un colloquio con un cappellano militare cattolico perché intende convertisti al cattolicesimo abbandonando il luteranesimo, come risulta dalle lettere (“Briefe und Antworten” Lettere e Risposte). Sembra che l'incontro abbia effettivamente avuto luogo ma che il cappellano abbia rifiutato la conversione probabilmente a causa della omosessualità di Klaus.
In Italia Klaus viene impiegato come cronista di guerra a seguito della Quinta Armata, lavora con Rossellini come sceneggiatore di “Paisà”, finita la guerra va di persona a visitare gli orrori dei campi di sterminio nazisti.
Intossicato dai farmaci, nel 49 va a Cennes per disintossicarsi. Il 20 maggio dopo aver passeggiato a lungo sotto le pioggia, aspettando un certo Luois, ingoia una dose massiccia di barbiturici e il 21 maggio muore a 42 anni. Fu accusato di tutto, perfino di essere una spia di Stalin ma resta un personaggio di altissima nobiltà d’animo per chiunque abbia la capacità di capirlo, ma Paolo VI, nel definirlo il modello dell’intellettuale disperato del ‘900 che nella morte di Dio aveva condannato a morte l’uomo si è comportato verso di lui esattamente come il cappellano cattolico che gli aveva negato la conversione.
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martedì 10 settembre 2013

OMOFOBIA E DISCRIMINAZIONE IN ITALIA SECONDO L'UNIONE EUROPEA

Riporto qui di seguito, in traduzione mia, un documento del European Union Agency for Fundamental Rights (FRA) del Marzo 2009 che ritrae la situazione della omofobia e della transfobia in Italia. 
Credo non ci sia molto da aggiungere. Si tratta di un documento ufficiale della Unione Europea.

“La situazione sociale dell'omofobia e della discriminazione per motivi di orientamento sessuale in Italia”  Marzo 2009

Una sintesi della situazione globale delle persone LGBT
Per eredità storica l’ordinamento italiano è caratterizzato dalla negazione piuttosto che dalla repressione dell'omosessualità. Le relazioni tra persone dello stesso sesso, così come l'omofobia, rimangono invisibili alla regolamentazione statale. L'unica eccezione rilevante è il decreto legislativo n . 216/2003 recante attuazione della direttiva 2000/78/CE, in cui l'orientamento sessuale è indicato come una delle cause di discriminazione.
In generale, il sistema giuridico italiano manca di documenti, statistiche e giurisprudenza in materia di discriminazione per motivi di orientamento sessuale. Non c'è il riconoscimento di coppie dello stesso sesso a livello nazionale e non c’è accesso all’adozione per le coppie dello stesso sesso.
Diverse organizzazioni LGBT si stanno mobilitando per il riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali e contro l'omofobia e la discriminazione e stanno cominciando a parlare contro l'influenza della Chiesa cattolica che ostacola le nuove disposizioni legislative in materia. Diversi studi mettono in evidenza le molestie e il bullismo nelle scuole e crimini di odio omofobo come oggetto di preoccupazione.

Principali risultati
Atteggiamenti verso le persone LGBT

Le indagini che esaminano l'accettazione e gli atteggiamenti verso l'omosessualità sono state effettuate a livello europeo nel 2008 e nel 2006.
L' Eurobarometro 2008 ha posto questa domanda: ' Come ti sentiresti personalmente ad avere un omosessuale (gay o lesbica) come vicino di casa ? ' ( 1 significa 'molto a disagio' e 10 significa 'molto a mio agio') . La cifra risultante dal sondaggio, in Italia, è stata 6,7, con una media UE di 7,9. In Romania si è avuta la cifra più bassa con 4.8.
Nel Eurobarometro del 2006, gli atteggiamenti verso il matrimonio omosessuale sono stati esaminati in ogni Stato membro. Il 42% dei cittadini dell'Unione europea ha convenuto che tali matrimoni dovrebbero essere autorizzati in tutta Europa, in Italia la percentuale è stata del 31% (i Paesi Bassi hanno raggiunto la percentuale più alta con l’82%. La percentuale minima si è ottenuta in Romania con l'11 % ). 
Per quanto riguarda l’adozione, il livello di accettazione diminuisce in Europa e in Italia. Il 31% degli europei ritiene che le coppie omosessuali dovrebbero essere autorizzate ad adottare bambini in tutta Europa, in Italia la percentuale è del 24% (i Paesi Bassi registrano la percentuale più alta con il 69% per cento e la Polonia e Malta quella più bassa con il 7 per cento). 
Secondo Arcigay e Arcilesbica , lo stigma sociale legato alle persone LGBT è molto diffuso. La conseguenza dello stigma sociale è spesso l'esclusione sociale delle persone LGBT o delle persone percepite come aventi determinate identità sessuali o di genere. Le ONG ritengono che questi atteggiamenti siano sostenuti da un'offensiva ideologica dal Vaticano e dai partiti di destra che si concentrano sui valori tradizionali della famiglia e prendono di mira le persone LGBT usando un linguaggio aggressivo e dispregiativo nei discorsi pubblici. 
Tuttavia, la ricerca mostra che vi è stato un certo cambiamento di atteggiamento verso gli omosessuali nel corso degli ultimi decenni. Due terzi della popolazione italiana considerava l'omosessualità una malattia ancora negli anni ’70. Vent'anni dopo, solo il 17 % delle persone di età tra i 15 e i 34 anni condivideva ancora questa idea. Si è anche ridotta la quota di popolazione che considera l'omosessualità immorale, dal 66 % nel 1981 al 30 % nel 1999. Di conseguenza, le persone che si sentono a disagio a contatto con gli omosessuali sono diventate una minoranza, nel 1999 il 29 % non voleva avere un omosessuale come vicino di casa.
I cambiamenti sono particolarmente evidenti nelle indagini su persone tra e 15 e i 34 anni: la percentuale che considera l'omosessualità accettabile in base ai propri valori è stata del 37% nel 1983 e del 50% nel 1996.

Diritto Penale - crimini d'odio
Non esiste attualmente alcuna disposizione di legge penale o civile in Italia in materia di incitamento all'odio relativo alla omofobia o di discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale. Il diritto penale sanziona solo espressioni di odio relative alla discriminazione per motivi di razza, etnia, nazionalità o religione. Inoltre, l’ordinamento giuridico italiano non tiene conto - sia nella legislazione che nella giurisprudenza – del fatto che un crimine sia commesso con intento omofobico. Non esistono dati ufficiali sul numero di casi giudiziari non penali avviati in collegamento con dichiarazioni omofobiche o fatti legati all’omofobia.
Durante il periodo della XV legislatura (aprile 2006- febbraio 2008) , diversi disegni di legge sono stati presentati al Parlamento per estendere le disposizioni penali anche alla discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale, tuttavia, nessuno di questi è stato approvato a causa della crisi di governo e del conseguente scioglimento anticipato del Parlamento nel febbraio 2008.
I dati disponibili mostrano che la violenza omofoba - in termini di attacchi fisici o verbali - è parte dell'esperienza di molte persone LGBT. Secondo un sondaggio Web recente, la metà delle persone LGB si sente meno sicura a causa della propria sessualità. Uomini gay e bisessuali spesso sperimentano la violenza nei luoghi pubblici e nelle aree di incontro (per esempio nei parchi), mentre le donne lesbiche e bisessuali hanno maggiori probabilità di sperimentare la violenza in altri ambienti privati o a casa. Più di cento omicidi di uomini gay, su base omofoba, sono stati identificati tra il 1990 e il 2001. I crimini d’odio e le minacce sono stati ritrovati anche l’interno della famiglia stessa. La violenza indirizzata contro persone o luoghi o organizzazioni LGB ha acquisito maggiore visibilità nei media.
I gay e le lesbiche non sembrano fidarsi di istituzioni statali in materia di protezione dalla violenza: raramente riferiscono alla polizia di essere stati vittime di violenza omofoba.
Nel caso di discriminazione fondata sull'orientamento sessuale, come accade con altri tipi di discriminazione, la vittima deve portare il caso in tribunale e pagare le spese, se perde la causa.

Libertà di riunione
In Italia né i gay pride né le dimostrazioni omofobe possono essere vietati dalle autorità pubbliche se sono organizzati pacificamente e senz'armi. Il diritto di tenere entrambi i tipi di incontri è completamente protetto dalla Costituzione. 
Nel 2008, l' appena nominato ministro delle Pari Opportunità ha rifiutato di appoggiare il Pride di Roma, sostenendo che gli omosessuali non sono più discriminati in Italia e che lei non è d'accordo con l'obiettivo degli organizzatori, da lei identificato nel il riconoscimento ufficiale delle coppie omosessuali allo stesso livello delle coppie sposate.
Manca una valutazione statistica della portata dei crimini contro sedi LGBT. Tuttavia, è comune percezione generale delle organizzazioni LGBT che la violenza contro le organizzazioni LGBT e le sedi delle comunità sembra essere in aumento e ritengono che questa tendenza alla omofobia sia rafforzata dalle posizioni della Chiesa cattolica e dalla crescente attività dei gruppi neofascisti.
Molti luoghi che vengono utilizzati per i dibattiti pubblici, come teatri o cinema, sono di proprietà della Chiesa cattolica. Ci sono casi in cui l’accesso a questi luoghi è stato vietato per eventi riguardanti i diritti delle persone LGBT. Altri casi segnalati da organizzazioni LGBT concernono le autorità locali che hanno negato l'uso dei loro spazi per congressi o seminari sulla vita e i diritti delle persone LGBT. 
Il divieto per le organizzazioni LGBT di partecipare a discussioni pubbliche sulle politiche familiari ha caratterizzato la Conferenza governativa sulla famiglia, organizzata dal Ministero della Famiglia nel maggio 2007. Il ministro ha dichiarato che, a differenza di altre organizzazioni che si occupano di questioni familiari, alcune organizzazioni LGBT non hanno potuto partecipare perché si tratta di una conferenza sulla famiglia, quella definita dall'articolo 29 della Costituzione, fondata sul matrimonio. L' unica organizzazione LGBT che ha avuto accesso al convegno è stata l’Agedo, l'associazione delle famiglie e degli amici di gay e lesbiche.

Famiglia e altre tematiche sociali
Il sistema giuridico italiano non riconosce il matrimonio omosessuale come qualsiasi altra forma di partnership eterosessuale fuori dal matrimonio o LGBT. Non vi è alcuna possibilità per le coppie LGBT di adottare bambini e nessun riconoscimento del rapporto tra bambini e cogenitorialità nelle famiglia LGBT.
Le Organizzazioni LGBT e le persone sperimentano conseguenze negative di tutto questo sia a livello pratico che simbolico. La questione dei diritti della famiglia è al centro del dibattito pubblico su questioni LGBT e all'ordine del giorno delle organizzazioni LGBT.
La coppia omosessuale sta guadagnando una maggiore visibilità nel dibattito pubblico e nell'agenda del movimento LGBT. La ricerca mostra che il 20,5 % degli uomini gay italiani e il 17,7 % delle lesbiche sono genitori e che il desiderio di avere dei figli e di espandere le famiglie è aumentato. La fecondazione assistita è ancora un fenomeno raro, ma l'interesse sembra essere in rapida crescita, soprattutto tra le lesbiche, anche se all'inseminazione artificiale in Italia è illegale.
Secondo Arcigay e Arcilesbica, è più difficile ottenere case popolari per coloro che non sono sposati.
Partner dello stesso sesso non hanno diritto al permesso di soggiorno sulla base della loro relazione. La libertà di movimento è pienamente assicurata per singole persone, indipendentemente dalle condizioni personali e dall’orientamento sessuale. Tuttavia, la legge italiana non considera il matrimonio omosessuale, o l’unione registrata o la relazione stabile debitamente attestata come diritto autonomo di godere di libertà di movimento pari a quella delle persone eterosessuali sposate.
Vi è un numero crescente di casi di cittadini italiani che si sposano, o comunque registrano legalmente la loro relazione in un altro paese dell'UE, e chiedono il riconoscimento del loro status come coppia in Italia. Un certo numero di cause è attualmente pendente.
Diverse le Pubbliche Amministrazioni locali e regionali riconoscono le unioni civili o le coppie dello stesso sesso, tuttavia, senza una normativa nazionale, questo ha più valore simbolico che pratico. Allo stesso modo, alcuni governi regionali riconoscono i diritti del partner dello stesso sesso nei regolamenti di loro competenza.

Il mercato del lavoro
Il mercato del lavoro è l' unico settore in cui l'orientamento sessuale è esplicitamente riconosciuto come motivo di discriminazione da parte della legislazione italiana. La direttiva 2000/78/CE sul lavoro è stata recepita in Italia dal Decreto legislativo n. 216 del 7 maggio 2003, emanato dal governo su delega dal Parlamento. Tuttavia, secondo la Commissione Europea, alcune parti della direttiva non sono state applicate correttamente : 1 ) i casi in cui le differenze di trattamento giuridico non possono essere qualificate come discriminazioni, perché sono giustificate sulla base di requisiti professionali essenziali, 2 ) il ruolo delle associazioni nelle procedure giudiziarie o amministrative contro le discriminazioni, 3) l’onere della prova, e 4) la vittimizzazione.
Le indagini sociologiche approfondiscono più ampie e più sottili forme di svantaggio sul lavoro, rispetto agli episodi che sono chiaramente riconoscibili e riconosciuti dalle loro vittime come una discriminazione. Le persone LGB spesso non percepiscono l'abuso verbale omofobico come discriminazione.
La maggior parte dei lavoratori dipendenti LGB confidano il loro orientamento sessuale ad almeno un collega, ma molto raramente sono visibili a tutti. I gay e le lesbiche in particolare evitano manifestare il loro orientamento sessuale ai loro datori di lavoro. Le donne tendono ad essere particolarmente prudenti, e la visibilità è limitata a persone con alto livello di educazione.
La comunicazione del proprio orientamento sessuale di solito va incontro all’accettazione, all’indifferenza o alla curiosità. Negli studi recenti, meno del 10 per cento ha riferito reazioni di risentimento aperto. Più frequente è l'esperienza di assistere a discriminazioni o molestie nei confronti di altre persone LGBT sul posto di lavoro. Ci sono stati casi di persone LGBT licenziate o costrette a lasciare il lavoro a causa di reazioni omofobe.

Educazione
I sondaggi indicano molestie diffuse e bullismo nelle scuole. In un sondaggio del 2001 a Torino, il 48 per cento degli uomini gay e il 10 per cento delle donne lesbiche ha riferito molestie o isolamento sociale da parte di altri studenti quando erano a scuola. Cifre simili ( 41% degli uomini e il 21% delle donne ) sono stati trovate in un campione più recente. Sebbene le molestie da parte degli insegnanti sembrino essere più rare, le vittime lamentano la loro indifferenza e la mancanza di sostegno.
Il bullismo omofobico ha guadagnato visibilità sui media nel 2007 a causa di un suicidio a Torino. La madre del 16 enne che si è suicidato ha riferito che il figlio era angosciato perché era stato identificato come omosessuale e aveva subito atti di bullismo a scuola. Il caso è stato al centro di dibattiti dei media e di incontri pubblici. Organizzazioni LGBT hanno sottolineato che non è stato un caso isolato.
I programmi scolastici, compresa l'educazione sessuale, sono caratterizzati dal silenzio sulle tematiche LGBT. La visibilità degli insegnanti LGBT sembra essere particolarmente limitata ed è percepita come molto rischiosa.

Servizio Sanitario
I partner dello stesso sesso non sono spesso riconosciuti come parente prossimo, e di conseguenza sono negate loro le informazioni sanitarie sul partner e non hanno nessuna influenza sul trattamento del partner. Spesso non c'è il riconoscimento delle particolari esigenze dei pazienti LGBT (per esempio, le lesbiche si preoccupano ed evitando gli esami ginecologici). I gay non possono donare il sangue. Anche se l'omosessualità non è considerata ufficialmente una malattia è ancora in qualche misura considerata un disordine.
Una ricerca del 2005 ha indagato questioni di salute e sessualità sottolineando la necessità di proseguire l'azione di prevenzione dell'HIV/AIDS rivolta specificamente alle persone omosessuali: un terzo degli intervistati di sesso maschile ha detto che è difficile trovare informazioni su quali comportamenti sessuali comportano rischi di infezione. Le donne hanno riferito una mancanza di informazioni sulle pratiche di prevenzione in materia di sesso tra donne.
La maggioranza degli intervistati nel sondaggio di cui sopra non erano visibili come gay o lesbiche per i loro medici. I sondaggi mostrano che circa un terzo degli intervistati avevano paura che avrebbero ricevuto un trattamento peggiore dagli operatori sanitari a causa del loro orientamento sessuale. Il 14,5% delle persone, sia uomini che donne, ha detto che dopo aver discusso il loro orientamento sessuale, il loro rapporto con il loro medico è migliorato. È peggiorato nel 4,5% dei casi e non è cambiato nell’81% dei casi .

Religione
Le Organizzazioni LGBT denunciano l'influenza della Chiesa cattolica sulla politica italiana. Le gerarchie della Chiesa cattolica sono state fortemente critiche verso la possibilità di riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali, sostenendo pubblicamente che tali unioni sono contro natura e non devono essere trattate in Parlamento. I dirigenti della Chiesa hanno anche criticato le trasmissioni TV che presentano immagini positive di gay e lesbiche. 
Non vi è alcuna ricerca sociologica sul grado di omofobia e discriminazione contro le persone LGBT nelle istituzioni della Chiesa cattolica in Italia. Tuttavia, ci sono diversi episodi che attestatno tale comportamento, ad esempio molestie da parte di insegnanti nelle scuole cattoliche, bullismo nei gruppi giovanili cattolici e offese verbali e violenze fisiche da parte di preti.

Sport
La visibilità delle persone LGBT nello sport è molto bassa e gruppi neofascisti che esprimono il sentimento anti-LGBT sono presenti tra diversi fan club e gruppi di tifosi. Tuttavia, negli ultimi anni, gruppi sportivi LGBT sono emersi anche in Italia e alcuni eventi relativi hanno ottenuto finanziamenti pubblici.

Media
Le Organizzazioni LGBT e le tematiche LGBT sono trattate in modo limitato e distorto dai media e son stati segnalati casi di omofobia presentati nei media da parte dei politici e dei leaders della chiesa. Uno studio sociologico su come i media hanno affrontato la genitorialità gay e lesbica ha confermato la scarsa visibilità delle organizzazioni LGBT e dei loro argomenti.

Asilo e protezione sussidiaria
La direttiva 2004/83/CE è stata recepita con il decreto legislativo 251/2007. L’articolo 8 riconosce che la persecuzione per appartenenza a un determinato gruppo sociale caratterizzato dalla caratteristica comune dell'orientamento sessuale è da considerarsi tra i motivi di asilo.
I dati ufficiali forniti dal Ministero dell'Interno per quanto riguarda il periodo tra il 2005 e l'inizio del 2008 hanno mostrato che almeno 29 delle 54 richieste di asilo per motivi di persecuzione dovuta all’orientamento sessuale sono stati accettate. In questi casi è stato concesso lo status di rifugiato o una forma diversa di protezione umanitaria.
Due recenti decisioni della Suprema Corte di Cassazione sul riconoscimento dello status di rifugiato affermano che il richiedente deve dimostrare che nel paese d'origine l'omosessualità , come pratica personale privata e non solo come una manifestazione pubblica di indecenza sessuale, è considerata un reato penale. Le Organizzazioni LGBT sottolineano che la concessione dell'asilo dipende in buona parte dall'opera di avvocati che fanno uno sforzo di raccolta di informazioni sulle condizioni nei paesi di origine.

Ricongiungimento familiare
A causa della mancanza di un riconoscimento ufficiale delle coppie dello stesso sesso, in Italia, le persone LGBT non hanno accesso al ricongiungimento con partner che non siano cittadini italiani. I dati relativi al ricongiungimento familiare non esistono, dal momento che l'ordinamento italiano prevede il ricongiungimento familiare solo per i coniugi, ed esclude quindi il matrimonio omosessuale (art. 2 e DL 5/2007 , art. 29 Decreto Legislativo 286/1998 ).
Le Organizzazioni LGBT sottolineano il crescente numero di italiani che vivono all'estero con i loro partner stranieri e che desiderano tornare in Italia. Nei casi di unione registrata, come nel caso di una coppia proveniente dalla Nuova Zelanda, al partner non viene concesso il permesso di soggiorno.

Problemi transgender
Per quanto riguarda la procedura di riassegnazione del sesso, una persona transessuale deve fare due richieste a un giudice: in primo luogo, lui/lei deve essere autorizzato a sottoporsi all'intervento chirurgico richiesto. L' autorizzazione giudiziaria permette alla persona di ottenere questo tipo di chirurgia negli ospedali pubblici a titolo gratuito. In secondo luogo, lui/lei può chiedere un ordine giudiziario che dà il consenso per modificare il sesso e il nome nei registri dell'Ufficio dello Stato civile.
È molto difficile raccogliere giurisprudenza in materia. Da quanto si rileva:
- La mancanza di previa autorizzazione di un giudice per la chirurgia non può escludere un successivo riconoscimento del diritto a una diversa identità sessuale, se l'autorizzazione avrebbe potuto essere data in quello specifico caso.
- La riassegnazione del sesso da maschio a femmina è solitamente autorizzata solo quando il maschio ha avuto un intervento chirurgico complesso comprendente orchiectomia, penectomia e vaginoplastica. Se la persona non è in grado (per esempio a causa di malattia) o non vuole sottoporsi a queste procedure complesse, non può ottenere l'ordine giudiziario e la conseguente riassegnazione del sesso, anche se prende gli ormoni sessuali prescritti. Solo in due casi, a quanto pare, un giudice ha ordinato una riassegnazione del sesso dopo una semplice orchiectomia, e solo in un caso un giudice ha disposto la riassegnazione del sesso senza alcuna operazione, considerato che il transessuale in questione era molto malato e probabilmente vicino alla morte.
– Tra transizione da femmina a maschio di solito è autorizzata quando la femmina ha avuto un intervento chirurgico, compresa mastectomia e isterectomia. Per contro, la chirurgia per la ricostruzione del pene non è richiesta perché è un'operazione molto difficile, con un alto tasso di fallimento .
Coloro che si sposano dopo la transizione hanno la possibilità di proporsi come genitori adottivi. Secondo le organizzazioni transessuali e transgender, tuttavia, i pregiudizi nel processo di valutazione vanificano questa possibilità.
La ricerca sociologica qualitativa sulle condizioni di vita delle persone transessuali e transgender ha messo in evidenza le tante forme di disagio sociale ed economico che caratterizzano il periodo di transizione prima della riassegnazione legale del sesso. Questo periodo può durare diversi anni o essere uno status permanente per coloro che non vogliono sottoporsi ad intervento chirurgico di riassegnazione del sesso.
Il lavoro è una delle principali aree di disagio. La ricerca ha dimostrato l'alto rischio di essere vittima di molestie sul posto di lavoro o di essere licenziato, e la difficoltà delle persone transessuali nel trovare un posto di lavoro quando il loro aspetto non corrisponde con i loro documenti.
Secondo Arcigay e Arcilesbica, la mancanza di accesso al mercato del lavoro relega un numero relativamente elevato di persone transgender (in particolare donne transgender) alla prostituzione, e il divieto di prostituzione in Italia emargina ulteriormente i lavoratori del sesso transgender.

Discriminazione multipla
Le Organizzazioni LGBT riconoscono che le lesbiche e le donne bisessuali devono affrontare ulteriori problemi rispetto agli uomini gay e bisessuali, perché si trovano ad affrontare anche la discriminazione di genere. Arcilesbica si è separata da Arcigay nel 1997 al fine di dare priorità e visibilità alla dimensione lesbica.
Arcilesbica e Arcigay sottolineano anche i migranti LGBT e le persone LGBT appartenenti a minoranze etniche possono sperimentare la discriminazione multipla e hanno ulteriori difficoltà specifiche a causa della loro specifico retroterra. Recenti ricerche su disabilità e omosessualità mostrano forti effetti di discriminazione multipla, nel senso che gay e lesbiche disabili sperimentano l’esclusione sia da parte delle organizzazioni per le persone disabili che dall'interno della comunità omosessuale.
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Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay:

sabato 7 settembre 2013

RADIO PROGETTO GAY

Progetto Gay Radio
è una podcasting radio (POD=Personal On Demand), cioè non una streaming radio, che trasmette in diretta, ma una radio in cui l’ascoltatore può scegliere che cosa ascoltare tra una serie di trasmissioni registrate e può scaricare il file audio desiderato sul suo ipod per sentirlo in cuffia come e quando desidera.
Progetto Gay Radio è una radio dedicata ad approfondimenti e a testimonianze relative alla vita delle persone gay nei suoi molteplici aspetti.
Tutti i file audio diffusi dalla radio sono mp3, iniziano e si concludono con la sigla di Progetto Gay Radio.
Chiunque può partecipare all’attività della radio inviando file mp3 auto-prodotti in un particolare formato, ovviamente seguendo i principi del Regolamento di Progetto Gay. Progetto Gay si riserva di pubblicare i file nella radio aggiungendo all’inizio e al termine del file la sigla di Progetto Gay Radio.
Come produrre i file mp3 per la diffusione in radio? La risposta è semplice, non occorre alcuna spesa, basta scaricare Audacity http://audacity.sourceforge.net/ che permette di registrare tracce audio e di lavorare su di esse e istallare l’encoder mp3 LAME seguendo le istruzioni alla pagina http://audacity.sourceforge.net/help/faq_i18n?s=install&i=lame-mp3&lang=it che serve ad esportare i file audio in formato mp3.
Bisogna tenere presente che in una Radio, che è pubblica, è obbligo di legge rispettare i diritti d’autore, quindi i brani musicali sono sostanzialmente esclusi anche come sottofondo. Consiglio, in ogni caso di usare file midi di musica antica per i quali non esistono diritti di autore e di editore e, trattandosi di una esecuzione computerizzata non c’è esecutore, tipo quelli reperibili in http://www.midiworld.com/ e di trasformarli in mp3 usando il programma (ovviamente gratuito) 
I file mp3 da mandare in Radio devono avere una frequenza di campionamento di 44100 Hz 32 bit float (valori di dafault di Audacity).
I file audio da inviare a Progetto Gay (progettogay @ ymail.com) devono essere conformi ai principi generali del Regolamento di Progetto Gay secondo i quali:
1) Non è ammesso alcun contenuto pedofilo né direttamente né indirettamente tramite link esterni. Progetto Gay è radicalmente incompatibile con la pedofilia.
2) È  ammesso parlare di politica e religione nei limiti del rispetto delle opinioni altrui. Progetto Gay non ha alcun fine confessionale o politico. Non potranno comunque essere diffusi da Progetto Gay Radio contenuti ritenuti offensivi o lesivi di diritti o di opinioni altrui.
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