giovedì 18 ottobre 2007

VITA E MORTE DI UN RAGAZZO GAY VENTUNENNE

La mia è una storia terribile, ma forse è bene che la racconti perché potrebbe servire a tanti ragazzi. Io mi chiamo Luigi, 22 anni, sono di Parma, e bisogna che ve lo dica subito, lui si chiamava Marco ed era di Reggio Emilia, adesso avrebbe la mia età ma non c’è più da undici mesi. C’eravamo conosciuti in discoteca a Bologna, neanche un mese prima dell’incidente. Marco era di una vitalità e di una spensieratezza totale, ma anche di una incoscienza totale e questo fatto l’ha rovinato, io allora ero un gay ventunenne, mezzo depresso e mezzo in cerca di avventure, lo dico chiaro, di avventure sessuali, a me delle altre cose me ne importava proprio poco, il sesso era una fissa. Lui esplosivo, sempre gasatissimo, per niente represso, di quelli che il fatto che sono gay te lo dicono subito senza nessuna difficoltà, mentre ti sorridono e ti guardano dritto negli occhi. Lui ne faceva anche di quelle che non doveva fare, bere gli piaceva e forse non solo quello, almeno qualche canna e più di qualche e, io penso, anche qualche pasticca, perché certe volte non mi sembrava più lui. Insomma, mi guarda negli occhi, mi stringe la mano in modo molto avvolgente, quasi provocatorio, poi mi dice a bruciapelo “Io sono gay e tu?” ... io sono rimasto imbarazzatissimo e lui ha capito tutto. Non avevo fatto nemmeno a tempo a dirgli come mi chiamavo e lui già se ne era andato a scatenarsi sulla pista da ballo... era incontenibile, quando ballava lui gli altri gli facevo largo... prima ha tolto la ragazza a un ragazzo e l’ha fatta ballare in modo frenetico mentre gli altri gli stavano tutti in cerchio intorno e fino a qui quasi niente di strano, poi ha riconsegnato la ragazza e si è preso di forza un ragazzo, ma un ragazzo che stava con una ragazza, e l’ha letteralmente travolto nel ballo, anche in un ballo molto sensuale, quello prima non sapeva che dire, pi c’è stato e gli altri hanno applaudito. Poi Marco è venuto dove stavo io, era sudatissimo ma sorridente, con tutti capelli appiccicati alla fronte per il sudore, si è seduto a abbiamo parlato un po’, mentre lui mi teneva per mano sotto il tavolino, poi m’ha passato un braccio sulla spalla e ha cominciato a stringermi a sé, a quel punto l’erezione era irrefrenabile e l’imbarazzo proporzionale all’erezione. Non ero assolutamente abituato a cose del genere e mi pareva che Marco mi stesse abbordando come si abborda una puttana, ma nello stesso tempo ero tentatissimo di superare tutti i miei freni inibitori... Poi mi ha messo una mano sulla gamba e io mi sono spostato perché la cosa mi è sembrata proprio aggressiva, lui ha alzato le mani e mi ha detto”Ok! Hai ragione... sto facendo lo str... scusa!” Poi ci siamo seduti su un divanetto, lui appoggiato alla mai spalla. Era una bella sensazione, questo ragazzo così esplosivo vicino a me... dopo qualche minuto però si è ributtato a ballare e io sono rimasto di nuovo solo. Insomma tutta la serata è passata tra provocazioni sessuali esplicite, scuse più o meno accettare, in una specie di gioco tipo: “Mamma, Ciccio mi tocca ... Toccami Ciccio che mamma non c’è!” però era un gioco al rialzo... e come sarebbe andata a finire sembrava assolutamente ovvio... e invece non è finita così. Alle due e mezza mi ha detto: “Io vado... tu che fai?” Ma non era solo una proposta di tornarsene a casa, no... era una proposta sessuale esplicita... Io gli ho detto che sarei andato con lui e siamo usciti fuori ma lui non si reggeva in piedi, io avevo bevuto pochissimo ma lui era ubriaco del tutto se non era addirittura impasticcato, gli ho detto che lo avrei accompagnato a casa in macchina, ma lui aveva lì la moto e non la voleva lasciare a Bologna per nessuna ragione, ho insistito nel dirgli che non poteva guidare e che era pericoloso, a un certo punto ho provato proprio a impedirgli fisicamente di prendere la moto e lui è diventato una furia, in breve ci siamo presi a botte in modo violento e anche il suo modo di aggredire, secondo me, era proprio il segno che non era padrone di se stesso. Però lui era più piccolo di statura e poi era stanchissimo e ubriaco e sono riuscito a neutralizzarlo per un po’... e allora s’è messo a urlare come se lo stessi scannando e sono corsi quelli della vigilanza e lui ha detto che avevo provato a rubargli la moto ma non era assolutamente vero, quelli volevano chiamare i carabinieri e stava succedendo il finimondo, era venuta gente a vedere, era diventato uno spettacolo, allora lui ha detto che aveva scherzato e che io ero il suo ragazzo e che lui era geloso e che ci eravamo picchiati per questo e mi ha baciato in bocca davanti a tutti, io non ho reagito e quelli piano piano se ne sono andati. Mi ha chiesto il numero di cellulare e gliel’ho dato perché Manco su di me aveva un potere fortissimo. Quando siamo rimasti soli ho provato a tornare sul fatto che non doveva guidare, ma m’ha detto violentemente: “Ma vaffan....!”, m’ha buttato per terra con uno spintone, si è messo a cavallo della moto ed è partito. Io ci sono rimasto come un imbecille. Il giorno appresso m’ha richiamato, sembrava un’altra persona, mi ha chiesto se ci potevamo vedere e gli ho detto di sì, ma sono andato io a Reggio e col treno... Abbiamo passato un pomeriggio splendido, sembrava addirittura esitante, quasi timido, mi ha detto che gli sarebbe piaciuto andare a letto con me, proprio così, e io gli ho detto che prima l’avrei messo alla prova e mi ha chiesto in che senso. E io gli ho detto che se voleva potevamo passare insieme la notte tra sabato e domenica nella casa di campagna dei miei, tra l’altro comodissima sia per me che per lui perché esattamente a metà strada tra Parma e Reggio. Lui non sapeva che fare era molto esitante ma poi mi ha detto di sì. Per due sabati siamo andati in campagna in piena libertà. Era una ragazzo meraviglioso, buono, generoso, tenero, per niente prevaricatore. Il sesso tra noi era proprio una cosa dolcissima, una forma di coinvolgimento totale. Se ci ripenso mi vengono gli incubi. Il terzo sabato avremmo dovuto fare come avevamo fatto gli altri due ma lui mi telefona e mi dice... domani non vengo da te, ci vediamo la settimana successiva, io sono rimasto perplesso e volevo sapere il perché, lui mi ha detto che doveva andare il sabato sera a Bologna a riportare a casa una zia che si era operata, io non ho insistito, ci siamo scambiati un po’ di coccole telefoniche... a me non sembrava che ci fosse nulla di strano. Il sabato l’ho passato con i miei che ne sono stati piuttosto contenti. la sera sono andato a dormire tranquillo. La mattina ho aperto la TV e ho sentito che tra Modena e Reggio, verso le tre e un quarto della notte, c’era stato un incidente ed erano morte tre persone un ragazzo si 21 anni su una moto e due ragazzi di Milano su una macchina. Ho visto la moto... si è vista proprio la targa ed era quella di Marco. Sono andato in bagno e ho rimesso tutto quello che avevo in corpo, mi è preso un senso di disperazione totale, i miei si sono allarmati, ho detto che quel ragazzo era un mio amico (i miei non sanno che sono gay) e loro hanno cercato di consolarmi, ma mi prendevano dei crampi violenti allo stomaco con conati di vomito anche se non c’era più nulla da vomitare. Abbiamo dovuto aspettare l’autopsia per il funerale, è risultato che aveva un tasso alcolico molto più alto del limite e aveva preso anche le anfetamine. In chiesa, al funerale, io pensavo solo al suo modo di fare l’amore, a certe sue tenerezze e mi dicevo: “Non c’è più! Non c’è più!” e mi sembrava impossibile. Adesso voglio solo stare solo, voglio stare tutta la vita da solo, mi sento finito dentro. Ragazzi, per carità! Ve lo dice uno che ha avuto la vita rovinata... non buttate via la vita per un po’ d’alcol o per una pasticca. Se volete bene a qualcuno pensate a lui prima di comportarvi in modo irresponsabile.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Queste sono storie che hanno dell'incredibile, ma non così tanto da non essere reali.
Mi ha dato da pensare per il fatto che ieri sera mi sono trovato in compagnia di ragazzi che ho conosciuto per la prima volta ma che parlando con loro si intuiva che erano delle persone favolose e intelligenti, peccato che anche loro come il 90% dei giovani delle mie zone si drogavano fumando non so che.
A questo punto mi chiedo come implicitamente forse anche il narratore di questo fatto si sarà chiesto, perchè non siamo capaci di aiutarli?