mercoledì 31 ottobre 2007

DISAGIO E IRRESPONSABILITA' GAY

Deduco il titolo di questo post da un’espressione di Salvatore che coglie due aspetti dell’essere gay spesso strettamente correlati: disagio e irresponsabilità. La finalità di questo blog è cercare di dare un’immagine del mondo gay quanto più reale possibile e nel mondo gay l’irresponsabilità non è merce rarissima. Se dovessi cercare di sintetizzare l’esperienza che mi viene dalle chat, non quelle con persone amiche che sento a me più vicine nel modo di intendere la vita, ma dalle chat con persone assolutamente sconosciute, dovrei, per onestà intellettuale, premettere che quanto emerge dalle chat è uno spaccato solo del “mondo gay delle chat” che è un sottoinsieme molto particolare del “mondo gay”, decisamente poco significativo a livello di tendenze o atteggiamenti largamente diffusi, si tratta comunque di ciò che, bene o male, emerge. Tutto il resto rimane nel limbo del non valutabile. Premesso ciò, partiamo dall’osservazione del popolo delle chat. La stragrande maggioranza dei ragazzi gay più giovani non usa le chat, le teme e fa bene. E’ difficile capire se il timore sia di origine familiare o se sia dovuto al fatto che un confronto a tutto campo con un mondo del tutto nuovo e potenzialmente pericoloso è, in sostanza, ancora fuori dei desideri dei ragazzi più giovani. In ogni caso, e per fortuna, salvo casi sospetti o forme di ingenuità a stento credibile, di minorenni in chat ce ne sono pochissimi, il che è una cosa molto positiva, non fosse altro perché questi ragazzi non vengono allontanati dalle normali attività della scuola e dal contatto con i coetanei. In genere, tra i 21/22 anni i ragazzi si affacciano nelle chat, è l’età della, chiamiamola così, scoperta del sesso. Non che la cosa non fosse stata scoperta anche prima, ma dopo i 21/22 anni l’idea che la sessualità possa essere soddisfatta facilmente in rete comincia a prendere piede, come alternativa facile a una vita affettiva piena di radicali incertezze. Purtroppo questo montare della spinta sessuale, che non è diretta verso persone concrete ma sembra una pulsione primaria del tutto indifferente al “con chi”, comporta una diminuzione dell’interesse affettivo dei ragazzi gay verso gli altri ragazzi della loro età. La scoperta del porno facile in rete e soprattutto la scoperta dell’uso erotico delle chat fissa l’attenzione di molti ragazzi su una sessualità senza affettività. Le prime volte un simile gioco può essere attraente nella misura in cui lo si considera come un gioco e basta, ma quando ci si rende conto che nessuno dei partner incontrati in chat è realmente disponibile ad avviare un rapporto affettivo serio e nemmeno superficiale, il gioco diventa frustrante. Secondo buon senso, il contatto sessuale dovrebbe essere preceduto dal consolidarsi di un rapporto affettivo. Ma molti ragazzi pensano che cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambi e pretendono di mettere prima il contatto sessuale senza affettività, presumendo che poi la dimensione affettiva ne sia quasi il necessario corollario, ma la realtà dimostra che non è così. Alcuni ragazzi incappano in forme di prostituzione mascherata. Riposto a proposito quanto avvenuto ieri. Ricordo che io non frequento chat specializzate ma chat generali e uso un nick tipicamente gay. Ebbene, ieri sera mi contatta una ragazza (?) avatar con una donna in atteggiamento provocante e mi propone “subito” un rapporto a tre: “io, tu e il mio ragazzo”, notate bene, non un rapporto a tre telematico ma un rapporto sessuale concreto a te. Rispondo che non sono interessato. La ragazza mi chiede se sono disposto a farlo solo col suo ragazzo. Rispondo di no. Pensa che la mia risposta derivi dal fatto che il suo ragazzo è etero e mi propone i numeri di telefono dei suoi amici gay. Queste cose sono autentiche forme di adescamento da parte di prostitute e prostituti e sono in effetti piuttosto riconoscibili, ma per un ragazzo giovane possono essere un’attrattiva pericolosa sotto diversi punti di vista, innanzitutto per la salute (rischio AIDS) e poi perché dietro tutto questo c’è prostituzione e quando si viene agganciati da gente di questo genere non è facile liberarsene, si finisce in giochi di ricatti e si rischia di rimetterci molto denaro. Il rischio di finire in mezzo al giro della prostituzione senza potersene più liberare non è un rischio ipotetico, ma anche mettendo da parte cose del genere, il rischio resta altissimo perché, anche ammesso che si trattasse di soli giochi sessuali senza retroscena di prostituzione, queste cose finirebbero per imprimersi indelebilmente nel cervello di un ragazzo e per costituire una specie di imprinting sessuale con il risultato di allontanare ancora di più l’ipotesi della costruzione di una vita affettiva reale. Quando un ragazzo resta affascinato dall’idea del sesso in chat e trova i contatti, diciamo così, a lui graditi, si crea una vera forma di dipendenza psicologica dalla quale è difficile liberarsi. Il discorso potrebbe essere ripetuto anche in relazione ad altre situazioni, come i luoghi di battuage o i locali gay. Quando ci si entra, dopo una prima ondata di fascinazione, segue un lento calo della marea dell’interesse, fino ad arrivare a forme di disgusto radicale. La situazioni che ho descritto fin qui sono solo alcuni esempi di come i ragazzi gay possano essere affascinati da ambienti, da situazioni o da sogni più o meno assurdi. Questi ragazzi non fanno i conti col tempo e credono di essere “i giovani” a tempo indeterminato. Quando poi gli anni passano e si arriva ai 27/28 anni si comincia a passare dall’irresponsabilità al vero disagio, in sostanza si ha l’impressione di buttare via la vita senza senso. Le possibili risposte sono due: una di lento scivolamento in una dimensione depressiva e l’altra di autentica resipiscenza. C’è dunque chi si addormenta in una specie si sonno depressivo e chi reagisce, prende coscienza e vuole uscire dal tunnel, vuole riguadagnare il tempo perduto. In tutto quello che ho cercato di rappresentare qui c’è una variabile ambientale determinante. L’evoluzione può cambiare in modo radicale in funzione del supporto che un ragazzo gay riceva dall’ambiente e in primo luogo della famiglia. Più è lasciato a se stesso può tenderà verso il fatalismo, l’irresponsabilità e gli atteggiamento estremi. In tutto questo un ruolo non secondario possono averlo anche momenti di confronto serio come quelli offerti da siti o da blog gay come Progetto Gay che possono fornire immagini del mondo gay reali e alternative rispetto a quelle del sesso facile e possono contribuire a stimolare una reazione di dignità contro il disagio di una vita gay falsa, in nome di un mondo affettivo gay vero e orientato a contatti umani di alto profilo.

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