lunedì 29 ottobre 2007

LA MORALE GAY E I DANNI DEL FALSO MORALISMO

Commenti come quello di Emanuele e come quello di Salvatore (su Progetto Gay) mi riempiono di entusiasmo. Da questi commenti si vede la serietà del mondo gay vero, dei ragazzi che cercano in tutti i modi di avere una vita affettiva seria, di trovare un amore che sia veramente amore, al di là di tutte le assurdità che passano per gay ma sono solo delle volgarissime strumentalizzazioni commerciali. L’ambiente che avete ritratto e il modo come l’ave ritratto sono il segno che i ragazzi gay veri, quelli che non si vendono nemmeno per la moda o per le prime pagine dei giornali, hanno una dignità alta e non accettano di essere strumentalizzati, costi quello che costi. Da queste bellissime manifestazioni di dignità, che ammiro sinceramente, vorrei prendere l’avvio per un discorso che credo interessi tutti i gay “seri”, giovani e meno giovani, che non vogliono essere confusi con cose che loro non hanno nulla a che vedere. Che cos’è ma morale? La mia risposta è quella di un gay vecchio, che sta riscoprendo l’entusiasmo di vivere per quello in cui crede. La morale per me è la ricerca “seria”, cioè condotta senza visioni aprioristiche ma tenendo gli occhi ben aperti sulla realtà, di un modo per fare diminuire la sofferenza che c’è intorno a noi. Se potete accettare un concetto di morale di questo genere, cercate di tirarne le conseguenze, sempre tenendo gli occhi ben aperti sulla realtà. Le religioni, sostanzialmente tutte, condannano l’omosessualità, condanne in ogni caso aprioristiche. Ci tengo a dire che io ho della omosessualità un concetto elevatissimo, per me si tratta di una forma d’amore senza nessun complesso di inferiorità rispetto a nulla. La chiesa cattolica richiede che il fedele omosessuale viva in castità, non solo, ma condanna anche la masturbazione e perfino i pensieri e i desideri a sfondo sessuale. Il che significa che ai gay in sostanza viene richiesto di fare voto di castità al 100%, le altre religioni o si comportano più o meno nello stesso modo o vanno anche oltre e arrivano a condannare alla forca i gay. Io conosco tanti ragazzi gay, ebbene, pensare di imporre a questi ragazzi una forzata castità, totalmente contro natura, non è solo inumano ma deriva da una visone strumentale delle cose, è in sostanza solo un tentativo di alimentare in questi ragazzi un terribile e continuo senso di colpa per comportamenti che sono assolutamente normali e non sono altro che una vera ricerca di una forma d’amore. Che un ragazzo di 30 anni possa reprimere totalmente la propria sessualità è una cosa impossibile. Già tutto questo crea una forma di sofferenza profonda, ma le conseguenze del falso moralismo, che non vuole aprire gli occhi sulla realtà in nome di preconcetti medievali, va ben oltre. La società civile, che è civile solo fino a un certo punto, anche in Europa, anche in Italia, fa propri questi tipi di moralismo religioso, con le conseguenze che il mondo gay “vero” viene sistematicamente negato o addirittura confuso con la pedofilia, e i ragazzi gay hanno “paura” di uscire allo scoperto, paura è la parola adatta, paura delle famiglie, paura della reazione sociale, e si nascondono e vivono una vita che siccome non può andare apertamente e onestamente alla ricerca di una affettività e di una sessualità seria, finisce per degradarsi in ricerca assurda di sesso sostitutivo con tutti i rischi enormi che una cosa del genere comporta, in termini di frustrazione affettiva e anche di salute fisica. In sostanza, se fosse possibile essere gay alla luce del sole, se si potesse parlare di omosessualità a scuola, se l’argomento rappresentasse un parte significativa dei programmi “seri” della televisione, se i giornali parlassero di vita gay in modo meno ridicolo di come realmente fanno e con rispetto della verità, la pornografia diminuirebbe drasticamente e diminuirebbero drasticamente i suoi terribili effetti in termini di formazioni dei modelli di vita gay. Chi pensa che le sfilate di moda siano il paradiso dei gay probabilmente non ha la più pallida idea di che cosa sia l’affettività “vera” di un ragazzo gay che ha bisogno prima di tutto di rispetto e poi d’amore, ma d’amore vero, non di sesso stupido, che talvolta arriva ad essere sesso comprato con le luci della ribalta. Il moralismo che tende a negare l’esistenza dei gay e quindi a chiuderli nel ghetto è la peggiore forma di immoralità perché condanna decine di migliaia di ragazzi e di uomini adulti a vivere vite si serie B, senza affetti veri, in condizione di terribile solitudine affettiva alla quale inevitabilmente cercano di trovare rimedio come possono. Questo moralismo è profondamente immorale perché chiude gli occhi di fonte alla realtà della “normalità dell’essere gay” e condanna i gay a vivere una vita falsa, una doppia vita. Ci sono persone come Emanuele e come Salvatore, e credo ce ne siano tantissimi altri, che non sopportano l’idea di non esistere o di vivere una vita degradante, che di gay non ha assolutamente nulla! Il modello della vita gay non è la pornografia o l’ambiente del ghetto gay, no! La vita gay “vera” è quella che decine di migliaia di ragazzi vorrebbero realizzare, parlando dei loro sentimenti, dichiarandoli per quelli che sono, come affetti veri e seri, che meritano un rispetto totale. Emanuele e Salvatore mi hanno dato oggi una soddisfazione profondissima! Ragazzi! Riappropriamoci della nostra dignità di gay! Senza compromessi, abbiamo il sacrosanto diritto di vivere la nostra vita nel rispetto degli altri... Oggi questo blog ha fatto un colossale salto di qualità. Grazie Emanuele! Grazie Salvatore! Essere gay è una cosa di dignità altissima! E nessuno, per nessuna ragione, ci più usurpare la nostra dignità!

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