domenica 23 dicembre 2007

COMMENTO (di Loki) A “AMORE GAY E ACCETTAZIONE“

Parlo a ragion veduta del fatto che il mio migliore amico (23 anni) è fidanzato con un uomo di quasi 50 anni...
E' amore senza dubbio. Una relazione che non era stata cercata, ma un incontro insolito che col tempo è riuscito a costruire un rapporto bellissimo fino alla fatidica frase "ti amo".
A distanza di un anno il mio amico deve far fronte ad un senso di repressione: un sentito gap generazionale che si fa sempre più forte nonostante a livello sentimentale e mentale siano sulla stessa linea d'onda... Insomma, quell'uomo è molto più grande, ha esperienze diverse e una mentalità ed un modo di vivere consono ad una persona di 50 anni che non coincide affatto con le esigenze di un ragazzo di appena 23 anni. Inutile negarselo, è così.
Io ho conosciuto un uomo di 50 anni. Va anche in discoteca...
Ok, oltre ad essere una parentesi di cui non vado neanche tanto fiero, ma sono felice di esserne uscito (e Progettista sa la storia, quindi mi capirà senz'altro), devo ammettere, per esperienza, che qualche rara eccezione di 50enne poco cresciuto c'è sempre... ma se ammettiamo anche che un adulto esca sempre e solo con ragazzini che potrebbero essere suoi figli, ci si chiede perché non si circondi di coetanei giovanili come lui...
Forse perché nella sua testa ha paura di invecchiare e (non essendo probabilmente abbastanza maturo) si sente più a suo agio con ragazzi 20enni. Non trovate che sia un po' egocentrico ed egoista, pensando solo alla sua immagine esteriore?
Dico questo cercando di guardare il fenomeno con occhio ottimista, senza contare le eccezioni di uomini che cercano la compagnia di ragazzi giovani solo per interessi sessuali (cosa per altro ricambiata da alcuni ragazzi a cui piace il sesso con persone mature, ma qui usciamo fuori tema).
Aggiungiamo anche il fatto che non essendo il mio amico dichiarato, come me d'altronde, il suo fidanzato non potrà mai entrare pienamente nella sua vita...
Mi spiego: in compagnia, l'unico che sa di lui sono io. Come potrebbe uscire in compagnia con noi portandosi il suo uomo??? Come lo presenterebbe dal momento che nessuno sa che è gay?
Come suo padre!?!?
Come suo zio!?!?
Oppure come un suo collega!?!?
Ora, la compagnia in cui bazzico io è fatta anche di altri due personaggi, un ragazzo ed un uomo quarant'enne un po' acido, che il mio amico sostiene essere gay: il secondo per certezza, il primo per vari motivi e per quel famoso gaydar che dice di avere...
Ma so anche che la compagnia che frequento sarebbe anche ben disposta ad accettare membri gay come amici...
Una compagnia eterogenea che spazia dai 23 ai 44 anni... una compagnia in cui l'uomo del mio amico però non si sente di entrare...
Quindi a cosa si riduce il loro rapporto? Semplice: andare a casa del suo fidanzato, fare sesso, cucinare assieme, coccolarsi sul divano e vedere un film.
Quest'uomo ama il mio amico.
Il mio amico amava quest'uomo... ora si sente prigioniero di un amore che gli pesa, quando invece vorrebbe vivere la sua vita apertamente e condividerla con tutti...
Capisci Stefanino??? Amare una persona più grande è possibile, ma quello a cui tutti e due si va incontro non è molto gestibile...

1 commento:

Anonimo ha detto...

Loki capisco quello che dici, ed effettivamente anche secondo me, un rapporto tra un giovane ed un adulto è dura battagglia.
Ci si deve scontrare di fronte a tantissimi problemi tra cui, principalmente, il modo di ragionare e di vivere l'essere gay, che per un 23enne alle prime armi è ben diverso che per un 50enne. Non da meno l'impatto "visivo" che una coppia del genere fà, già i gay sono visti male per ignoranza anche mediatica, l'impatto di un 50enne con un 23enne è come vedere un uomo con un bambino :| almeno per me...