sabato 22 settembre 2007

DIFFICILI AMORI GAY E MASTURBAZIONE

DIFFICILI AMORI GAY E MASTURBAZIONE
Quella che segue è una pagina di diario autentica di un ragazzo di 25 anni e offre un’immagine reale dei “veri” problemi di una storia d’amore gay. La storia è una storia tra due ragazzi entrambi gay di cui uno, l’autore di questa pagina, chiamiamolo “A”, ha accettato di restare vicino all’altro, chiamiamolo “B” in una posizione di secondo piano pur avendo ricevuto da “B” la confessione esplicita che “B” ha un altro ragazzo e ne è innamorato, confessione che rispondeva ad una esigenza di onestà di “B” e non mirava a distruggere il rapporto tra “A” e “B”. La situazione crea sofferenza ma ciò che voglio sottolineare è che “A” e “B”, nonostante tutto continuano a volersi bene. La pagina tocca anche il tema della masturbazione, che qui, liberata degli scrupoli religiosi, è sentita come una cosa spontanea e nello stesso tempo come una fuga dalla realtà anche se è il necessario surrogato di una sessualità a due sostanzialmente impossibile.

Lunedì 13. Mi sono alzato piuttosto riposato, era un piacere vedere la luce entrare dalla finestra dalla mattina alle sei. Ieri sera ho riletto un po' dei diari di due anni fa, la sua presenza c'era anche allora e anche allora era sfuggente, forse più di adesso. I diari erano molto più espliciti, parlavo anche dei miei desideri erotici e delle mie masturbazioni, cose che recentemente non ho più annotato nei miei appunti, forse perché queste cose stanno diventando una specie di mondo separato, in qualche modo, sessualità meccanica, in confronto con un mondo di sogni d'amore irrealizzabili. Non si tratta di una rimozione o di una forma di ritrosia a parlare di queste cose, ma ormai quelle cose sono una specie di rituale, che si ripete perché non costa nulla, anche se non serve a nulla, non serve a celebrare cose presenti condendole di fantasia perché le cose che vivo adesso non saprei nemmeno come cercare di riviverle a livello masturbatorio, e non serve nemmeno a celebrare i ricordi della storia personale remota, perché adesso è storia troppo remota e mi fa un effetto malinconico di archeologia sessuale. Tuttavia non posso negare che la sua presenza abbia per me anche un significato collegato a un interesse sessuale vero e proprio, si tratta di una sessualità legata esplicitamente alla sua presenza fisica, alla sua confidenza, alla disinvoltura sostanzialmente non inibita che manifesta in modo così spontaneo nei miei confronti e questa sessualità è ancora molto reale e fisiologica e qualche volta mi mette un po' in imbarazzo, tuttavia non appartiene al mondo della fantasia perché deve essere repressa o quanto meno sublimata e certamente non può essere coltivata a livello fantastico, sarebbe troppo pericoloso, perché darebbe il via un'altra volta al gioco delle proiezioni e delle frustrazioni, ma sarebbe un gioco puramente masturbatorio, in cui lui non c'entra affatto, in pratica rischierei di mettere via di lui quello che c’è realmente in nome della pura fantasia cosa che mi sembra distruttiva di quello che di vero c’è tra noi, anche se comunque masturbarmi pensando a lui mi viene maledettamente spontaneo.
Però oggettivamente oggi mi interessa di più l' uomo che non il bel ragazzo sul quale sbizzarrire la mia fantasia, vedo il suo mondo più da vicino e con una ricchezza di contenuti che prima ignoravo, il nostro rapporto ha assunto una struttura stabile anche se mi sento un po' in serie B, non mi aspetto chissacché e proprio per questo le proiezioni tendono a ridursi e la ricerca di una prossimità di qualsiasi genere tende a prevalere. Se una paura c'è non è quella di perderlo perché non accadrà, ma quella di passare dalla serie B alla serie C, di contare sempre meno o peggio ancora di rappresentare per lui una preoccupazione. Anche se fosse possibile chiamarlo al telefono per l'assenza di problemi esterni (che tuttora ci sono), non lo chiamerei ugualmente perché rischierei di pesare, di interferire con altri momenti che per lui possono essere importanti e quindi alla fine dei conti di essere una preoccupazione della quale potrebbe finire per desiderare di liberarsi, mi chiedo pure se faccio bene a spostarmi sempre io sulla sua lunghezza d'onda e mai vice versa, questo non fa che accrescere la sua tendenza a considerarsi al centro e a rimuovere tutto quello che non gradisce, tuttavia, se parlassi d'altro non mi starebbe a sentire ... no, forse non è così, certe volte mi ha permesso di sfogarmi e di lasciarmi andare un po' anche se erano pause all'interno di un discorso tutto suo, e queste cose lui le capisce e le riconosce, sa di essere totalitario e di non lasciare spazio agli altri, la sua libertà e la sua tendenza a cercare affetto è invasiva, anche se la sua conversazione è nella sostanza non una comunicazione ma una ricerca di certezze, di conferme, di prove della disponibilità dell'altro e della sua funzionalità alla sua ricerca affettiva. Non tende al solipsismo, anzi è sempre in agitazione. Ieri mi tornava in mente un certo suo modo di schiarirsi la voce e ogni volta che sento una persona che si schiarisce la voce ci ripenso automaticamente.
Oggi è lunedì, coltivo nell'angolino dell'anima il mio desiderio di rivederlo, cerco di non lasciare crescere troppo questa pianticella dell'attesa, altrimenti potrei rimanere deluso, però non posso negare che sto aspettando e in fondo sto sempre meglio il lunedì del sabato perché la domenica non ci si vede mai, il lunedì c'è qualche speranza in più, infatti il lunedì mi metto una camicia più bella di quella della domenica.

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