venerdì 4 gennaio 2008

RINTANARSI

Cantare piano, con la voce interna,
cercare la pace ove pace non è
nel vento più fresco della sera,
rapito ai miei pensieri, via, lontano,
correre senza più peso di corpo,
aria nell’aria
ove più fredda è l’aria.

Vita e pietà non ho che di me stesso,
passero dal nido smarrito,
tremito di freddo e febbre,
quasi smarrito al mondo,
privo di forma, immagino
l’amore che non esiste
e lontana si fa ogni giorno la vita,
cometa di felicità dalla bianca scia.

Più forte grida e con strozzata voce
l’anima posta nel cantuccio scuro,
minore la speranze più l’ardore.

Provo il dolore che non ho mai provato
d’essere solo e grido
e si impasta di simboli il pensiero,
la penna s’impania in traditrici tele.
mosca di verità.

Rintanato nella cuccia calda
il cucciolo al sonno si abbandona
ove non teme che di se stesso il respiro.

Fatto allegro di più cupa gioia,
guardo in lontano sfondo
l’ombra che dal sole
è fatta più nera,
ombra di gioventù,
luce di niente
in cui il mondo si riscalda
e brilla.

Meglio la tana cupa e il freddo nido
del sole senza sole!

12/3/1980

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