martedì 8 luglio 2008

DUE RAGAZZI GAY

Ricevo e pubblico questo post. Da questo post si capisce a che profondità spirituale possano arrivare i ragazzi gay e che cosa significhi volersi bene a questo livello. Ringrazio con tutto me stesso l’autore e vorrei che mi sentisse vicino.
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Prima X l’ho conosciuto attraverso le parole. Per me erano importanti, mi facevano stare bene e neppure ne capivo il motivo, solo le leggevo e rileggevo. Ho fatto in modo di farmi coraggio e chiedergli il suo msn anche se con una difficoltà incredibile perché per le cose a cui tengo davvero io sono di una timidezza e forse pure di una codardia pazzesca. Parlare con lui mi ha dato così tanto! Lui ha un modo tutto suo di vedere le cose, magari strano e difficile da capire ma riusciva sempre a farmi uscire dalla mia depressione, in un modo o nell’altro mi donava un senso profondo di serenità. Io avevo un macigno dentro qualcosa che mi portavo da anni e che mi toglieva tutto. Non ho mai pensato che avrei mai avuto la forza per dirlo a qualcuno. Invece a X alla fine mi è venuto spontaneo raccontarlo e farlo mi ha fatto stare bene. L’essere gay per me è sempre stata una cosa inaccettabile e mostruosa, ma non i sentimenti solo l’idea del sesso. Io ho una famiglia schifosa. Non interesso a loro, sono sempre stato il classico bagaglio inutile, dopo il loro divorzio sono continuamente sballottato di qua e di là. Niente affetto, nessuna attenzione, nessun dialogo. In realtà è come se non ci fossi, se anche sto fuori casa neppure se ne accorgono e quando sono preso in considerazione è solo per imporre, ordinare, pretendere, offendere o peggio per prendermele. Che da anni sono depresso e da 2 peggio che peggio, tanto che non ho più amicizie, le ho mollate tutte, sono stato bocciato, sto sempre in casa da solo. No, non se ne accorgono. Mi sono sempre sentito solo, da quando ho capito che forse ero pure gay è stato un crescendo. Ma ormai mi ci sono anche abituato, perché sapete quando si vive senza speranza la solitudine non fa più così male. Ma non è questo il macigno. Quello che ho confidato a X è una altra cosa: che quando avevo 14 anni un ragazzo molto più grande di me, che frequentava a volte la compagnia di mia cugina e che tutti sapevano essere gay ha abusato di me. Ecco perché odio il sesso gay. Quando mi sono innamorato per la prima volta 2 anni fa di un ragazzo ho pensato che fosse per quell’abuso. Ho sofferto troppo. Mi sono sentito come se un qualcosa di impuro mi si fosse insinuato dentro. Per me era come un contagio. Una maledizione che mi si appiccicava addosso. Ma ancora non è questa la cosa peggiore. Lo è il fatto che 1 anno e mezzo dopo quello che mi aveva fatto ho scoperto da mia cugina che quel ragazzo era sieropositivo e io sapevo che con me non aveva usato nessuna precauzione. Io lui non l’ho più visto e non ci ho mai potuto parlare per sapere se lo potessi essere divenuto anche io, ma poi non so se avrei mai avuto il coraggio di farlo. Ricordo ancora perfettamente cosa ho provato nello scoprirlo allora. E’ un po’ stato come morire. Avevo in mano il modulo per l’iscrizione a un corso di scrittura creativa a cui tenevo tantissimo ed era stata la prima volte che avevo combattuto tanto per ottenere qualcosa a casa mia, ho cominciato a strapparlo in pezzi sempre più piccoli ed era un po’ come stracciare il mio futuro. Da allora il ghiaccio non mi ha più abbandonato. Ho continuato a vivere ma solo ai margini perché tutto mi faceva soffrire troppo. Il dubbio lo tenevo seppellito dentro di me, il più a fondo possibile, era qualcosa a cui non pensavo mai ma che ad ogni modo se ne stava là e mi avvelenava ogni cosa. Da allora sono sempre stato inconcludente, disfattista e remissivo in tutto. Sentivo gli altri parlare di cosa volevano fare e io non dicevo nulla, non pensavo a nulla. Ultimamente con alcuni mi sono lasciato un po’ trascinare. Ho pensato a cosa avrei voluto fare davvero, ho fatto qualche programma, ad un ragazzo con cui parlavo su msn un giorno ho anche detto che lo sarei andato a trovare questa estate. Un po’ ci credevo, lo speravo ma poi mi passava. Si, in cuor mio era come essere uno già morto. Parlare con X mi ha fatto troppo bene. Lui ha un ragazzo e sono innamoratissimi, lui è felice e realizzato, eppure anche se non mi conosceva per niente, se anche parlare con me era sempre così difficile e penoso credo, mi cercava e se non mi trovava o io non mi facevo trovare perché troppo depresso, mi scriveva comunque anche solo poche parole che però mi facevano sentire che almeno a una persona interessavo veramente. Si X mi dedicava sempre tanto tempo e attenzione, un pensiero costante e sincero, era l’unico a farlo davvero e nel modo più disinteressato possibile, a darmi un po’ di sé e senza ricevere o volere niente in cambio. Ho pensato mille volte che era stranissimo che una persona potesse essere così e per di più con uno come me. Ma lui è speciale e UNICO. Alla fine è riuscito anche a convincermi che dovevo andare a farmi il test. L’ha fatto dicendomi che mi avrebbe accompagnato lui. Ho aspettato di finire la maturità e subito per il giorno dopo ci siamo dati appuntamento tramite msn e mi è venuto a prendere nella città dove vivo. Quando l’ho visto non potevo credere che fosse davvero lui anche se si che era bello si vedeva anche dall’avatar. Perché X è bellissimo ma il punto è che di ragazzi non dico bellissimi ma belli magari ce ne stanno, ma X è una cosa a parte. E poi ha degli occhi incredibili, che uno penserebbe che non possano esistere due occhi così. Nessuno dopo averli guardati anche il più materialista potrebbe mai più poter pensare che non esiste l’anima. Me ne sono innamorato subito. E’ allucinante ma appena l’ho visto non ho più pensato che stavo andando a farmi il test per l’HIV, cioè si lo pensavo ma era una cosa secondaria. Ero troppo preso da lui. Ho subito sentito dei sentimenti bellissimi e per me provarli era una cosa naturale e giusta. E sì, mi attraeva anche fisicamente e tantissimo, per me era davvero troppo imbarazzante ma riuscivo a nasconderlo bene e per la prima volta non mi faceva schifo, era bello e naturale anche quello e andava bene in quel modo. A fare il test siamo andati in una città piuttosto lontana, perché io volevo così, una cosa stupida lo so ma mi faceva sentire più anonimo e sicuro, mi ci ha portato lui in macchina. Io credevo si dovesse andare a digiuno per il prelievo, quando lo ha saputo X ha sorriso e siccome per l’agitazione ero pallidissimo, mi ha detto “Non è che poi mi vai giù vero??”e mentre aspettavamo mi ha tenuto la mano stretta per tutto il tempo, sotto un giornale piegato di lato così non si vedeva e non mi imbarazzavo. Appena uscito dall’ambulatorio mi ha passato un braccio attorno alle spalle e mi ha portato a far colazione. Dopo aver mangiato però al posto di star meglio sono stato malissimo. Mi aveva colpito nel modo più duro l’immagine dell’infermiere che mi faceva il prelievo, i guanti in lattice, il modo in cui stava seduto col busto tutto all’indietro e come mi toccava appena, l’indispensabile, ma soprattutto la visione del mio sangue. Da quel giorno in cui ho saputo, il pensiero del mio sangue mi ha sempre ossessionato. Era un incubo che facevo a volte la notte; il mio sangue che schizzava all’improvviso addosso ai miei compagni di scuola mentre stavo in classe, il terrore del loro sguardo mi rimaneva per tutto il giorno in testa tanto che credevo di vederglielo davvero negli occhi. Io del mio sangue avevo paura e disgusto. E ora che lo avevo visto uscire mi sentivo impazzire. A quel punto sono scoppiato dentro. Ho cominciato a pensare solo all’unica cosa che sentivo reale per me: a cosa potevo aver dentro di me, al fatto che avrei dovuto accompagnarmi a questa cosa estranea e nemica per quello che mi restava, che sarei stato un pericolo, che avrei continuato a stare solo e a rimanerci fino alla fine, che sarei stato tenuto a distanza ma soprattutto che io stesso avrei tenuto tutto e tutti a distanza da me. Per non dover soffrire ancora di più. E questo a soli 19 anni. Niente alle spalle e niente davanti. Uno passa la maturità e dovrebbe cominciare a programmare il suo futuro alla lunga distanza. Nel mio caso sentivo che non aveva più senso, non lo aveva mai avuto per me. X mi guardava fisso ma io non gli dicevo niente e mentre camminavamo mi scostavo e allontanavo sempre più. Lui ad un certo punto mi ha fermato ed abbracciato senza parlare e mi ha abbracciato così tanto tanto stretto! Ho solo detto “Lo sai ho sempre saputo di essere già morto. ” X mi ha scosso forte mi ha fatto pure male e mi ha detto “Non dire stupidaggini!! Se anche fosse la vita non finisce per questo. Cambia solo.“ Non so per quanto tempo mi ha tenuto abbracciato, io volevo piangere ma non ci riuscivo ed è bizzarro perché sono troppi anni che piango ogni singolo fottuto giorno, eppure in quel momento ero secco e quel secco mi faceva troppo male. Ma a un certo punto ho cominciato a sentire il corpo di X, il suo respiro contro di me, il suo calore, il suo odore. Ho trattenuto il fiato e mi sono concentrato sul battito del suo cuore a sentirlo con l’orecchio ma anche con la pelle. Ho provato uno struggimento inesprimibile che mi saliva dallo stomaco, una cosa così bella e intensa che quasi faceva male e poi, insomma ho avuto una erezione. Seppure continuassi a sentire di essere sieropositivo, sentivo anche e con più forza di desiderare X con tutto me stesso e sentivo che ero disposto a tutto pur di averlo vicino a me, anche ad essere sieropositivo. Lo so sembra assurdo ma io in questi tre mesi ho scoperto che è la vita vera ad essere assurda non quella immaginata. Ho cercato di scostarmi era una cosa troppo imbarazzante e poi ho pensato che giustamente se la potesse prendere a male. Ma lui non me l’ha permesso anzi mi ha detto “Lo vedi? Il tuo corpo sa di essere vivo e di volerlo rimanere.” Siamo rimasti ancora abbracciati è passata qualche persona che ci guardava male, qualcuno deve anche aver detto qualcosa. A me non importava per niente sarei voluto rimanere così per sempre. X mi lasciato ad un certo punto e io mi sono sentito un gran vuoto dentro, allora mi è venuto spontaneo dirgli che il suo ragazzo è la persona più fortunata sulla terra, è arrossito, ha sorriso e ha detto “Credimi sono io ad essere quello fortunato ad avere lui.” Ho pensato che mi avrebbe riaccompagnato indietro, alla fin fine quello che dovevo fare lo avevo fatto invece X è voluto comunque rimanere con me. Abbiamo girato per la città, non abbiamo parlato un granché ma abbiamo camminato semplicemente, ogni tanto ci sedevamo da qualche parte. Siamo andati a pranzo ma io avevo lo stomaco chiuso per lui anche se gli ho mentito e ho detto che era ancora per il test. X è così bello che non smetteresti mai di guardarlo, ha un sorriso di luce continuo negli occhi e poi è dolce e affettuoso nelle parole ma anche tanto nei gesti in un modo che ti fa sentire protetto e caldo dentro. Mentre eravamo in giro mi mostrava spesso delle cose che io non avrei mai visto da solo e mi sorprendeva e commuoveva per questo modo che ha tutto suo di guardare il mondo ed essere felice per certe cose che non interessano mai a nessuno. Ogni tanto aveva un gesto verso di me molto dolce come uno sfiorarmi il braccio o una lieve stretta della mano, una comunicazione a parte con cui mi faceva capire che lui c’era. La sera mi ha riaccompagnato al posto dove ci eravamo dati appuntamento. Io ero tutto scombussolato, X mi ha detto che sarebbe venuto di nuovo con me a prendere il risultato del test, perché te lo danno dopo pochi giorni e te lo devi andare a prendere di persona. Io mi sentivo tristissimo con quel senso di vuoto che diventava sempre più grande. X mi ha guardato era teso, preoccupato e ha detto “Tutto apposto?”. Allora ho pensato quanto tutto quello gli potesse fare male. Gli avevo incollato addosso settimane e settimane di angoscia e depressione, le mie, e lui non se ne era mai sottratto anzi, ma una creatura meravigliosa come lui non se ne meritava neppure la miliardesima parte. Mi sono sentito meschino ed egoista nel peggiore dei modi. Mi sono sforzato di dirgli che andava tutto bene, che stavo meglio ma lui si vedeva bene che non ci credeva per niente. Ci siamo comunque salutati e nel farlo mi ha dato un bacio leggero sulla bocca. E’ stato un bacio di una dolcezza bellissima, non aveva nessuna valenza sessuale, ha solo detto quello che nessuna parola poteva spiegare. Che lui non aveva paura di me anche se potevo essere sieropositivo e la disponibilità, l’affetto e il calore di una vera amicizia da lui lo avrei avuto comunque. Nessuno mi ha mai dato in vita qualcosa di più bello. Quel bacio mi ha riempito totalmente l’anima, credo che quella sensazione me la porterò per sempre dentro. In quel momento così come ora penso che almeno una cosa bellissima ce l’ho e nessuno me la può togliere, sarà mia fino alla fine.

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Un annuncio importantissimo: La storia cui si riferisce il post che avete appena letto si è conclusa felicemente. Ho ricevuto la bellissima notizia alle ore 19.15 del 7/7/2008 e mi sono messo a piangere di gioia! Abbraccio con tutta la mia forza i protagonisti di quella storia, che sono due ragazzi splendidi ai quali voglio un mondo di bene. La loro felicità oggi è profondissima e ne hanno resi partecipi tutti noi. VI VOGLIO BENE RAGAZZI!!! OGGI E’ UNO DEI GIORNI PIU’ BELLI DELLA MIA VITA!!!

Se volete, potete partecipare alla discussione su questo post aperta sel Forum di Progetto Gay:
http://progettogay.forumfree.net/?t=29732721

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