martedì 10 marzo 2015

JOHN ADDINGTON SYMONDS, UN PROBLEMA DI ETICA MODERNA 4

VI.
LETTERATURA – STORICA E ANTROPOLOGICA.
Nessuno ha ancora tentato una storia completa della sessualità invertita in tutte le età e in tutte le razze ma ne sarebbe valsa la pena. I materiali, anche se non molto abbondanti, si trovano a portata di mano nei libri religiosi e nei codici delle nazioni antiche, nella mitologia, nella poesia e nella letteratura, nei racconti di viaggio, e nelle relazioni di attenti esploratori.
Gibbon ha suggerito una volta che una curiosa dissertazione potrebbe essere formato in merito all’introduzione della pederastia dopo il tempo di Omero, sul suo diffondersi tra i Greci d’Asia e in Europa, sulla veemenza delle loro passioni, e l’espediente sottile di virtù e di amicizia che divertiva i filosofi di Atene. Ma, aggiunge il puritano pruriginoso “Scelera ostendi oportet dum puniuniter, flagitia abscondi” [Bisogna mostrare le scelleratezze mentre vengono punite, ma i delitti vanno nascosti].
Due studiosi hanno risposto a questa chiamata. Il risultato è che il capitolo sull’amore greco è stato molto opportunamente scritto da autori altrettanto imparziali, ugualmente dotti e indipendenti, che si sono avvicinati l’argomento da punti di vista un po’ diversi, ma che sono arrivati nelle cose fondamentali a conclusioni simili.
La prima di queste storie è l’articolo di Meier in M.H.E.. su “Pæderastie” in Ersch e di Gruber “Allgemeine Encyklopädie:” Leipzig, Brockhaus, 1837. La seconda è un trattato dal titolo “Un problema di Etica greca”, composto da un inglese in Inglese. L’autore anonimo non conosceva l’articolo di Meier prima di scrivere, e ne è venuto a conoscenza solo molto tempo dopo aver stampato il suo saggio. Questo lavoro è estremamente raro, dieci copie soltanto essendo stato stampato per uso privato.
Gli studiosi della psicologia e della morale dell’inversione sessuale non dovrebbero trascurare di studiare uno o l’altro di questi trattati. Sorprenderà molti il fatto che uno studioso colto esamini l’intero elenco degli autori greci e dei brani raccolti e coordinati, per capire veramente come i costumi e la letteratura di quel grande popolo siano stati permeati dalla pederastia.
I miti e le leggende eroiche dell’Ellade preistorica, le istituzioni educative dello stato dorico, i dialoghi di Platone, la storia dell’esercito tebano, le biografie di innumerevoli cittadini eminenti – legislatori e pensatori, governatori e generali, fondatori di colonie e filosofi, poeti e scultori – rendono impossibile sostenere che questa passione fosse o un vizio degradato o una forma di neuropatia ereditaria nella razza a cui dobbiamo tanta parte della nostra eredità intellettuale.
Dopo aver esaminato il quadro, ci possiamo spingere a chiedersi se le moderne nazioni europee, imbevute delle opinioni che ho descritto sopra nella sezione dedicata agli Errori volgari, sono sagge nel considerare la letteratura greca un punto fermo della formazione superiore. Il loro motto è Érasez l’infâme! [Sradicate l’infame!] Qui la cosa infame si riveste come un angelo della luce e alza la fronte impassibile al cielo tra i peristili marmo e gli oliveti di una civiltà senza pari.
Un altro libro, scritto dal punto di vista medico, è prezioso sulla patologia dell’inversione sessuale e le aberrazioni affini fra le nazioni dell’antichità. Esso porta il titolo “Geschichte der Lustseuche im Alterthume,” ed è stato composto dal Dr. Julius Rosenbaum.1) Rosenbaum tenta di risolvere il problema dell’esistenza della sifilide e di altre malattie veneree nel remoto passato.
Questa ricerca lo porta a indagare tutta la letteratura greca e latina che riguarda il vizio sessuale. Gli studiosi non potranno quindi attendersi dalle sue pagine profonde speculazioni psicologiche né presentazioni idealistiche di un argomento eminentemente ripugnante. Uno dei capitoli più interessanti del suo lavoro è dedicato a ciò che Erodoto chiama Νοῦσος φήλεια tra gli Sciti, una effeminazione diffusa, prevalente in una razza guerriera, selvaggia e nomade. Abbiamo già accennato alle osservazioni di Krafft-Ebing su questa malattia, che ha punti curiosi di somiglianza con alcuni dei fatti di prostituzione maschile nelle città moderne.2)
Antropologi di prestigio hanno affrontato il tema, raccogliendo prove da più parti, e in alcuni casi tentando di trarre conclusioni generali. “Der Mensch der Geschichte”3) di Bastian e le Tabelle di Herbert Spencer meritano una menzione speciale per la loro pienezza enciclopedica di informazioni sulla distribuzione della sessualità anormale e sui costumi della tribù selvagge.
In Inghilterra un saggio aggiunto in appendice all’ultimo volume delle “Arabian Nights”di Sir Richard Burton, ha fatto un notevole scalpore al momento della sua prima apparizione. 4)L’autore ha cercato di coordinare una grande quantità di materiale vario e di definire una teoria generale sull’origine e la prevalenza delle passioni omosessuali. La sua erudizione, tuttavia, è incompleta e, anche se possiede un abbondante archivio di dettagli antropologici, non ha il giusto punto di vista per discutere l’argomento filosoficamente. 5)
Ad esempio, si dà per scontato che la “pederastia”, come la chiama lui, sia ovunque e sempre quello che il volgo crede che sia. Egli sembra non avere alcuna nozione della psicologia complicata degli Urnings, rivelataci dalle loro confessioni recentemente pubblicate in opere mediche e legali francesi e tedesche. Comunque le sue opinioni meritano considerazione.
Burton considera il fenomeno come “geografico e climatico, non razziale”. Egli riassume il risultato delle sue ricerche nei seguenti cinque punti.6)
“(1) Esiste quella che chiamerò una ‘Zona Sotadica’ delimitata ad ovest dalle coste settentrionali del Mediterraneo (lat. 43 °) e a Sud dal trentesimo paralello (lat 30 °). In tal modo la profondità sarebbe di 780-800 miglia, includendo la Francia meridionale, la penisola iberica, l’Italia e la Grecia, insieme con la regioni costiere dell’Africa, dal Marocco all’Egitto.
“(2) Andando verso est la Zona Sotadica si restringe, abbracciando Asia Minore, Mesopotamia, Caldea, Afghanistan, Sind, Punjab, Kashmir.
“(3) in Indocina la cintura inizia ad allargarsi, comprendendo la Cina, il Giappone, e il Turchestan.
“(4) Quindi abbraccia le isole dei mari del Sud e del Nuovo Mondo, dove, al momento della sua scoperta, l’amore Sotadico era, con alcune eccezioni, un’istituzione razziale stabilita.
“(5) All’interno della zona Sotadica il vizio è popolare e endemico, considerato nel peggiore dei casi un mero peccatuccio, mentre le razze a Nord e Sud dei limiti qui definiti lo praticano solo sporadicamente, tra l’obbrobrio dei loro compagni, che, di regola, sono fisicamente incapaci di eseguire l’operazione e la considerano col più vivo disgusto.”
Questa è una generalizzazione curiosa e interessante, anche se non tiene conto di ciò che la storia ha trasmesso per quanto riguarda i costumi dei Celti, degli Sciti, dei Bulgari, dei Tartari, dei Normanni, e della riconosciuta indulgenza degli Slavi moderni verso questa forma di vizio.
Burton avanza una spiegazione della sua origine. “L’unica causa fisica che mi viene in mente per questa pratica, e che deve essere considerata puramente congetturale, è che all’interno della Zona Sotadica ci sia una fusione del temperamento maschile e di quello femminile, una crasi che si verifica altrove solo sporadicamente.”7) Comunque, questa idea si basa su un terreno che si ammette essere empiricamente sondato dagli autori di trattati medici che abbiamo già esaminato, ed è dichiarata con forza indiscutibile come un fatto della fisiologia da Ulrichs, che io mi accingo a presentare ai miei lettori. Ma Burton non fa nessuno sforzo per spiegare il verificarsi di questa crasi generalizzata di temperamenti maschili e femminili nella Zona Sotadica e il suo apparire sporadico in altre regioni. Non sarebbe più filosofico congetturare che la crasi, se mai esiste veramente, abbia luogo universalmente ma che le conseguenze siano tollerate solo in alcune parti del globo, che egli definisce Zona Sotadica? La Grecia antica e Roma permettevano questo vizio. La Grecia moderna e l’Italia l’hanno escluso nella stessa misura delle nazioni del Nord Europa. Nord e Sud America, prima della conquista, non ci vedevano nulla di male.
Ma fin dalla colonizzazione da parte degli europei quei comportamenti sono state scoraggiati. Il fenomeno non può quindi essere considerato come specificamente geografico e climatico. Inoltre, c’è un fatto menzionato da Button che dovrebbe fargli sorgere dei dubbi sulla sua teoria geografica. Egli dice che, dopo la conquista di Algeri, le truppe francesi sono state infettate da un’enorme misura dalle abitudini che avevano acquisito lì, e che da loro furono diffuse in lungo e in largo nella società civile, che “il vizio può essere considerato democratizzato nelle cittadine e nelle grandi metropoli.”8) Questo dimostra sicuramente che a Nord della Zona Sotadica,i maschi non sono né fisicamente incapaci degli atti dalla passione anormale, né dotati di un disgusto insormontabile per essi. La legge, l’opinione pubblica generata dalla legge e l’insegnamento religioso, sono stati, cause deterrenti in quelle regioni. Il problema quindi non è geografico e climatico, ma sociale.
E ancora, non si potrebbe anche ipotizzare che l’assenza del “vizio” tra i negri e le razze negroidi del Sud Africa, studiate da Burton,9) sia dovuta ai loro eccellenti costumi di iniziazione sessuale e di educazione nell’età della pubertà – costumi che la civiltà moderna dovrebbe vergognarsi di non avere imitato?
Comunque sia, Burton considera naturale quell’istinto, non contro natura, e dice che quanti sono soggetti a quell’istinto “meritano, non l’incriminazione ma le cure pietose del medico e lo studio dello psicologo”10)
Un altro insigne antropologo, Paolo Mantegazza, ha dedicato particolare attenzione alla fisiologia e alla psicologia di ciò che egli chiama “I pervertimenti dell’amore.”11) Partendo dall’errore volgare che qualsiasi forma di inversione sessuale implichi l’atto innominabile del coito (per questa cosa, tra l’altro, è gravemente rimproverato da Krafft-Ebing, Psy. Sesso., P. 92), egli spiega le passioni anomale supponendo che i nervi delle sensazioni piacevoli, che devono arrivare agli organi genitali, in alcuni casi arrivano al retto.12) Questa malformazione fa in modo che la persona soggetta desideri coitum per anum. Che esiste una connessione intima tra i nervi degli organi riproduttivi e i nervi del retto è noto agli anatomisti ed è accettato da tutti. Probabilmente alcuni cinedi si eccitano voluttuosamente nel modo suggerito. Seneca, nelle sue Epistole, registra tali casi; ed è difficile spiegare in qualsiasi altro modo i trasporti provati da prostituti maschi del tipo Weibling. Infine, gli autori che si occupano di prostituzione femminile citano le donne che non sono in grado di trarre piacere da ogni atto sessuale, tranne l’aversa venus.
L’osservazione di Mantegazza merita di essere ricordata e dovrebbe essere confermata attraverso la ricerca. Ma, è ovvio, egli spinge troppo in là il corollario che ne trae in rapporto alla prevalenza dell’inversione sessuale.
Egli distingue tre classi di sodomia: (1) Periferica o anatomica, causata da una insolita distribuzione dei nervi che passano dalla spina dorsale agli organi riproduttivi e al retto; (2) Psichica, che egli descrive come “specifica degli uomini intelligenti, colti, e spesso nevrotici”, ma che egli non cerca di chiarire, anche se la definisce “non un vizio, ma una passione”; (3) Di lusso o lussuriosa, quando l’aversa venus è volutamente scelta a causa di ciò che Mantegazza definisce “la desolante larghezza” della femmina.13)
Mantegazza finisce, come Burton, osservando che la sodomia, studiata con il pietoso e indulgente occhio del medico e del fisiologo, è quindi una malattia che pretende di essere curata e può in molti casi essere curata. “14)
Dopo aver investigato che cosa medici, storici e antropologi hanno da dire sull’inversione sessuale, troviamo buone ragioni che ci fanno provare disagio per la condizione attuale delle nostre leggi. Eppure potrebbe essere sostenuto che i desideri anomali non sono sempre malattie, non sono sempre congeniti, non sono sempre passioni psichiche. In alcuni casi, devono sicuramente essere vizi deliberatamente adottati per effetto della lussuria, della curiosità sfrenata, e cercando oltre le ricercatezze sensuali. Resta quindi la difficile questione di come reprimere il vizio, senza agire ingiustamente verso chi è naturalmente abnorme, sfortunato e irresponsabile.
Passo ora agli scritti polemici di un uomo che sostiene che le passioni omosessuali, anche nei loro aspetti viziosi, non dovrebbero essere punite se non nella stessa misura e alle stesse condizioni previste per le normali passioni della maggioranza.
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1) Terza edizione. Halle a. S. 1882.
2) Psych. Sex., P. 82.
3) Leipzig, Wigand 1860.
4) Arabian Nights, 1885, vol. x., pp. 205-254.
5) La conoscenza di Burton di quello che lui chiamava “il vizio” è principalmente limitata alle nazioni orientali. Cominciò i suoi studi imbevuto di errori volgari e non diede mai peso alle teorie psichiche da me esaminate nella sezione precedente di questo saggio. Tuttavia, è stato portato a supporre una crasi dei due sessi nelle persone soggette a inversione sessuale. Così è venuto a parlare di “terzo sesso”. Durante le conversazioni che ho avuto con lui meno di tre mesi prima della sua morte, mi disse che aveva iniziato una storia generale del “vizio” e su mia proposta studiò Ulrichs e Krafft-Ebing. Va deplorato che la sua vita sia finita prima che potesse applicare la sua critica virile e schietta a quelle teorie per confrontarle con i fatti e le osservazioni che aveva raccolto in maniera indipendente.
6) Rendo proprio il testo dell’autore, p. 206.
7) p. 208.
8) p. 251
9) P. 222.
10) Pp. 204, 209.
11) Gli amori degli Uomini, Milano, 1886, vol. i. cap, 5.
12) 4 Ibid., P. 149.
13) Pp. 148-154.
14) P. 154.
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