mercoledì 21 gennaio 2009

NON SO SE SONO GAY MA MI E' CROLLATO IL MONDO

Ciao Project,

mi chiamo Marco, ho 28 anni e sono sempre stato etero. Per la verità non sono mai stato troppo entusiasta del sesso con le ragazze, di ragazze ne ho avute due, voglio dire che ho avuto due ragazze con le quali ho avuto rapporti sessuali, la prima storia tra i 17 e i 20 anni, la seconda dai 22 ed è durata fino a pochi giorni fa. Ho letto le cose che hai scritto nel forum circa le fantasie sessuali e mi sembrano cose giuste ma, diciamo così, anche sotto il profilo delle fantasie sessuali in pratica sono stato sempre etero perché non mi sono mai masturbato pensando ai ragazzi, anche se in effetti la masturbazione non è stata mai una fissa per me e ne potevo fare benissimo a meno, mentre da quello che sentivo per gli altri ragazzi era una cosa della quale non potevano fare a meno. In qualche modo ho sempre pensato che la mia fosse una sessualità debole, minore. Sentivo gli altri parlare di sesso in un modo che a me sembrava troppo carico di significati. Ho avuto ragazza fissa (chiamiamola Luisa) per sei anni e con lei ho avuto un’attività sessuale, diciamo così, normale. Abbiamo avuto rapporti una o due volte alla settimana ma non era una cosa rigida, qualche volta si saltava ma non capitava mai che succedesse una volta in più. Fino qui il quadro è più o meno etero, se vuoi, etero un po’ anomalo, ma etero e comunque non c’è proprio nulla che faccia pensare al gay.

L’anno scorso la mia ex-ragazza mi ha presentato una coppia di amici suoi, un ragazzo e una ragazza (chiamiamoli Andrea e Sabrina). Insieme, in quattro, stavamo bene, uscivamo spesso, andavamo a prendere la pizza, parlavamo, ma, diciamo così, dall’inizio di questo rapporto a quattro si era verificato un fatto strano, quando uscivamo insieme Luisa e Sabrina si mettevano a chiacchierare tra loro e io e Andrea restavamo a parlare tra noi. Qualche volta siamo andati fuori la domenica, ma in pratica io passavo la domenica a parlare con Andrea. Questo fatto, dalle ragazze, è sempre stato considerato una cosa normalissima, diciamo che non lo hanno mai notato e all’inizio non lo avevo notato nemmeno io. Ci stavo bene e basta, non mi chiedevo nemmeno il perché, parlavamo di tutto, di canzoni, di cinema, di lavoro, anche se facciamo lavori diversi. Sono passati un po’ di mesi e siamo arrivati a Natale scorso. Decidiamo di andare a passare 5 giorni fuori, in montagna, a Vipiteno, dal 27 al 31 dicembre, la cosa piace a tutti e quattro e si fa. Luisa e Sabrina, che sono state compagne di scuola la mattina del 30 dicembre ricevono un invito da altre loro amiche ad andare ad un festa a Bressanone. È evidente che vogliono andarci. Si decide per il sì, potremmo andare anche io e Andrea ma non conosciamo nessuno. Proponiamo di accompagnarle. Le avremmo aspettate magari in un ristorante se non avessero fatto tardissimo. Subito dopo pranzo partiamo e andiamo tutti e quattro a Bressanone, ci tratteniamo anche noi fino al pomeriggio. Ma gli amici di Luisa ci dicono che la notte ghiaccia forte e che è pericoloso, proviamo per telefono a vedere se è possibile trovare posto in albergo a Bressanone ma è tutto esaurito. Gli amici di Luisa si offrono di riaccompagnare loro le ragazze la mattina del 31 e io e Andrea ce ne ritorniamo subito a Vipiteno. Avevamo i pneumatici da neve e siamo andati pianissimo per la paura del ghiaccio, siano arrivati dopo le nove di sera. La cena ce l’avevano lasciata anche per le ragazze e abbiamo mangiato tutto noi, anche la loro parte. Fin qui, sì, viaggio molto gradevole ma niente di sostanzialmente diverso dal solito. Al tavolo, mentre stavamo cenando, stavamo uno di fronte all’altro. Lo guardo da vicino, ci possiamo permettere di guardarci fisso negli occhi perché non c’è nessuno, ma continuiamo a parlare di tante cose, a un certo punto allunga una mano e la poggia un attimo sopra la mia, io provo un brivido, lui se ne accorge, ritira subito la mano e alza le mani come per chiedere scusa senza dire una parola, io gli sorrido in un modo particolarissimo allora poggia di nuovo la sua mano sulla mia e questa volta non la ritira. Il calore della mano di Andrea mi sembra speciale, meraviglioso. Poi penso a quello che sta succedendo, ritiro io la mano, mi sento un senso di imbarazzo tremendo, mi sembra di avere tradito Luisa ma anche Sabrina, mi sento fortissimamente a disagio. Andrea capisce, mi chiede scusa a voce bassa, ma gli rispondo che è colpa mia e che non ce l’ho con lui. Penso che dovrei andare via e tornarmene in camera ma non lo faccio, tra noi cade un silenzio totale ma restiamo lì tutti e due, si vede che anche lui sta a disagio, gli chiedo se vuole un caffè, dice di sì. Il ghiaccio è rotto di nuovo ma parliamo pochissimo, in modo molto strano, in teoria dicendo che è tutto assurdo e che non ha senso, ma forse il senso non è esattamente quello. Si fa tardi. Nessuno di noi ha intenzione di andare in camera sua, ci sediamo su in divano nel soggiorno comune, non c’è nessuno, io poggio la mano sul divano sperando che Andrea ci metta sopra la sua ma Andrea non si muove, poi gli dico che è ora di andare a letto, mi risponde che non ha voglia di stare solo. Gli dico: vuoi venire nella mia stanza? Se ti va per me va bene. Fa cenno di sì con la testa. Saliamo, entriamo, istintivamente chiudo la porta a chiave. Si toglie le scarpe e si stende vestito sul letto di Luisa, anche io mi tolgo le scarpe e mi stendo sul mio letto. Spegniamo la luce. Non diciamo una parola. L’ambiente è piccolo e non c’è privacy sufficiente per parlare, ma io so che Andrea sta lì, sul letto di Luisa, sto attentissimo per sentirlo respirare ma respira in modo così lieve che non riesco a sentirlo, ma so che c’è e sono felice che sia lì e non nella sua stanza. Project, mi sentivo emotivamente sottosopra, niente si sessuale a nessun livello, niente erezione, niente fantasie, niente di niente … ma sapevo che era lì e mi sentivo felice. Annusavo profondamente l’aria per cercare di sentire il suo profumo o forse proprio il suo odore, ripensavo al calore della sua mano sulla mia. Non sapevo che fare o che dire, non capivo più nulla, ero sommerso dalle sensazioni, in certi momenti mi sembravano sublimi, in certi momenti ne avevo paura, quel nulla che era successo mi metteva tutto in crisi: il mio rapporto con Luisa, la mia stessa identità e tutto questo a 28 anni quando ormai pensavo che prima o poi avrei sposato Luisa. Per un verso averi voluto che non fosse mai successo ma per l’altro avevo l’impressione che potesse essere una svolta radicale nella mia vita. C’era soprattutto una cosa che mi spingeva a pensarlo, cioè il fatto che mi sentivo profondissimamente coinvolto a livello emotivo, cosa che con Luisa non era mai successa, nemmeno all’inizio. Per Andrea non provavo alcuna sensazione sessuale, non ci pensavo minimamente e il trasporto emotivo era tale che non avevo bisogno di niente altro. Sapevo che stava lì in stanza con me, che era sveglio e che stava pensando a me. La notte è passata così, alla fine ci siamo addormentati, quando la mattina, alla sette, è suonata la campana dell’albergo che annunciava che la colazione era servita ci siamo svegliati insieme. Sicuramente abbiamo provato entrambi una spinta fortissima ad abbracciarci ma non l’abbiamo fatto. Lui è andato nella sua stanza a prepararsi per la colazione e ci siamo visti nella sala da pranzo. Sembrava che non fosse accaduto nulla abbiamo parlato del veglione del 31, poi hanno telefonato le ragazze e hanno detto che sarebbero arrivate per mezzogiorno. Io e Andrea, dopo colazione siamo andati a fare una passeggiata in paese, ma l’incantesimo era rotto, sembrava distaccato, non come al solito ma più del solito. Gli ho tirato una palla di neve come avevo fatto il primo giorno che eravamo arrivati a Vipiteno ma questa volta non ha risposato al gioco. La passeggiata è durata poco, siamo rientrati che non erano nemmeno le nove. Si è ritirato in camera sua con una scusa e non è più uscito, io l’ho aspettato fino a mezzogiorno ed è sceso solo quando sono arrivate le ragazze. Lui ha abbracciato Sabrina in modo insolito e lei è stata molto contenta. Io ho abbracciato Luisa in modo meno caloroso e siamo saliti in camera. Insomma, era il 31 dicembre, oggi è 20 gennaio, in tre settimane il nostro rapporto a quattro è finito e non ha avuto più seguito. Io sono rimasto con Luisa, ma lei diceva che qualcosa era cambiato. In due settimane non avevamo mai fatto l’amore e lei era abituata che ero io a chiederglielo. Insomma se n’è andata e in malo modo, mi ha detto che io avevo dei segreti e che chissà che cosa avevo combinato perché Andrea non mi voleva più vedere. Adesso non ho più il problema di Luisa ed è già qualcosa ma ormai da cinque giorni sono del tutto solo. I miei genitori sono convinti che a perdere Luisa io abbia perso l’occasione d’oro della mia vita ma so bene che non è così ma questo non mi consola, ci sono ancora troppe cose che non capisco di me. Si può diventare gay per una cosa del genere? E poi penso ad Andrea che sembra avere fatto la sua scelta e che probabilmente la pagherà cara rovinando la sua vita e quella di Sabrina, se lui è gay. In effetti tutto quello che c’è stato tra noi è quello che ti ho raccontato, io non ho provato nemmeno una minima pulsione sessuale nei suoi confronti. Forse sarebbe successo, non lo so, ma adesso la mia vita è a pezzi. Non so se sono gay ma non ho voglia di rimettermi con una ragazza. Quanto ai ragazzi, forse con Andrea sarebbe stato anche possibile, ma ho 28 anni, a breve 29, non ho la minima voglia di ripetere un’esperienza tipo Andrea. Certo è che non ho più in testa alcuna idea chiara del mio futuro. In pratica non so nemmeno che cosa vorrei. Sono profondamente deluso. Sono capitato sul tuo forum e un po’ mi si sono chiarite le idee, ma il fatto è che non mi ritrovo esattamente nelle cose che scrivi, mi sento profondamente anomalo anche come eventuale gay.

Ciao
Marco

P. S. Project, quella che precede è la prima mail che averi voluto mandarti, ci sono tutti i fatti, poi alla fine ti ho mandato solo due righe, perché non sapevo nulla di te e non mi fidavo troppo, ora mi sa che con me dovrai avere pazienza. Dopo il primo momento di spaesamento mi sono sentito a mio agio a parlare con te. Chissà perché pensavo che una cosa gay fosse una cosa strana e invece è una cosa normalissima e seria e anche unica, perché io di una cosa come quella che mi è capitata con chi ne posso parlare? Con nessuno! Mi ha colpito soprattutto il tuo spingermi alla prudenza e il tuo ripetermi che bisogna dare tempo al tempo. E forse hai ragione. Mi ha colpito anche il fatto che mi consideri giovane perché io non mi ci sento più. La mail riportata qua sopra te l’avevo scritta mettendo insieme pezzi di diario che avevo già scritto. Ho cambiato tutti i nomi, pure quelli delle località, ma i fatti sostanziali sono quelli. Se vuoi pubblicare questa mail fallo pure, chissà che non possa servire a qualche altro ragazzo che si trova in situazioni analoghe.

Un abbraccio.
Marco

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