sabato 21 gennaio 2012
GAY E LAVORO
Ciao Project,
ti
scrivo per vedere che effetto fa, cioè che affetto fa a me, tanto non
ci conosceremo mai. Non ne posso più di vedere passare i giorni così
uno appresso all’altro senza nessuna prospettiva, solo tempo che se ne
va, di anni ne ho finiti 31 da un pezzo a vedo avvicinarsi i 32, che ho
concluso nella mia vita? Laurea, grandi sogni, non gradi forse ma
qualcosa mi sarei aspettato e invece il mio 110 e lode non è servito a
nulla ormai sono anni che faccio di tutto, concorsi che non finiscono
mai e per le cose più assurde, lavoretti di tutti tipi che nulla hanno a
che vedere con la mia laurea e adesso da un po’ nemmeno quei lavoretti.
In pratica un mucchio di promesse fasulle, tanta fatica e poi quasi
niente. Potrei fare dei master, sarebbero altri soldi buttati e altro
tempo sprecato, alcuni amici miei che li hanno fatti stanno a zero lo
stesso, sarà il momento ma è così e poi a tutto questo bel po’ di cose
ci aggiungo pure le frustrazioni sentimentali. Coi ragazzi più giovani
di me non mi sento a mio agio, loro stanno passando adesso la fase dei
sogni e delle pie illusioni, quando parlo con loro mi considerano uno
sfigato che ha buttato la spugna. Con quelli della mia età la reazione è
duplice: o sono sostanzialmente dei falliti come me e allora ci
facciamo buona compagnia accusando di altri di essere ladri e
imbroglioni o sono gente arrivata e non capisci nemmeno per quale
ragione, qualcuno forse se lo merita ma certi proprio non sai come hanno
fatto ad arrivare dove stanno perché anche a livello di competenze
professionali fanno pena, e io con questa gente non ho nulla da
spartire, mi sento orgoglioso e stupido nello stesso tempo. I gay sono
arrivisti e disposti a vendere la madre pur di arrivare dove vogliono,
almeno quelli che conosco io. Uno in particolare, di quelli ben piazzati
che non ho mai capito come facessero a essere ben piazzati, mi fa
sempre la paternale come se fossi un completo imbecille al quale bisogna
insegnare ancora l’abbiccì del saper campare in società, e questo è uno
dei meno peggio. Allora mi sono detto che se i gay arrivati sono così,
io ne voglio uno sfigato come me e pure più sfigato di me che magari
potrebbe essere umanamente un po’ meglio e almeno non mi farebbe
prediche sul farmi furbo e cose simili, che poi sarebbe un altro modo
per dirmi che è maglio imbrogliare che essere imbrogliati. Ma chi mi
dice che un gay sfigato e magari pure io stesso, una volta avuta la
poltroncina buona non ci si vende l’anima e non si fa come fan tutti?
Un’altra cosa che mi ha fatto strano del tuo forum è che secondo te i
gay pensano soprattutto ai sentimenti, ma questa è una balla colossale,
io ne ho visti di quelli che del loro ragazzo se ne fregavano alla
grande e, passami il termine, se lo sarebbero venduto al migliore
offerente pur di fare un passetto in avanti nella scala sociale. Io ho
conosciuto ambienti gay, mica quelli dei locali o della gente sbandata,
no, ambienti gay su, dove i ragazzi li mettevano proprio sotto i piedi, e
non erano nemmeno quelli di 50 o 60 anni che li mettevano sotto i
piedi, che quelli almeno un po’ di dignità ce l’avevano, ma quelli di 25
o 30 che si sentivano proprio i padroni e i ragazzi li vedevano solo
come servi da attirare con la bella vita e da allontanare con un calcio
in culo quando dicevano anche solo mezza parola che avesse un senso. Io
questo ho visto, perciò la parola gay usata come la usi tu mi fa strano,
ci saranno pure quelli buoni ma io non li ho ancora visti da nessuna
parte, anche se realmente conosco forse solo un tipo di gay e li vedo
nella competizione del lavoro e non mi piacciono per niente. Mi sento
avvilito, Project, praticamente preso nel vortice di un mondo che
dovrebbe essere il mio ma certe volte mi fa proprio schifo. È vero che
sul lato etero la cosa è esattamene la stessa, non sono solo i gay che
fanno schifo ma è il mondo nel suo complesso che fa schifo. Vorrei
proprio ricominciare tutto da capo, con gente diversa, sono stufo
dell’idea che tutto debba essere sempre e solo un compromesso con la
propria coscienza e che ci si debba vendere per forza. Non sai quanto
chi ha i soldi si approfitta di chi non ce li ha! E sto parlando di gay
che si approfittano di ragazzi gay. Una cosa sola potrebbe migliorare la
situazione di un ragazzo gay che non ha i miliardi ed è un lavoro vero
che gli permetta di fregarsene di chi lo vorrebbe mettere sotto i piedi.
Io non cerco l’amore, di queste cose non me ne frega niente, io vorrei
solo un po’ di dignità e la potrei avere solo lavorando, ma un lavoro
vero non lo trovo e ho sempre davanti agli occhi il mio perenne dover
chiedere, parlo di chiedere lavoro, abbassando la testa di fonte a gente
che stimo meno di zero ma che ha su di me quasi potere di vita e di
morte. Io sono un professionista serio e un tipo, poco più che un
ragazzo, mi ha detto facendomi un sorrisetto, quasi come se mi facesse
una grazia, che mi avrebbe fatto avere un contrato a tre mesi perché
esiste una “solidarietà fra gay” e io l’ho mandato a cagare lui e il suo
contratto e non ha nemmeno capito il perché e mi ha vomitato appresso
una valanga di insulti di una violenza inaudita! Ma perché uno non può
avere la sua dignità? Perché la mancanza di lavoro deve diventare il
sistema per schiavizzare la gente? Il primo problema di un gay, come di
chiunque, è avere un lavoro e una dignità senza dover strisciare davanti
a nessuno! Tutto il resto viene dopo!
__________
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