sabato 5 settembre 2009

FANTASIE SESSAULI GAY E SESSUALITA’ MECCANICA

Dedico questo post ad alcune riflessioni su un problema che mi è capitato di recente di affrontare più volte in chat con i ragazzi, si tratta della sessualità meccanica cioè dell’assenza di un’autentica pulsione sessuale in termini di coinvolgimento emotivo profondo che accompagni l’esercizio della sessualità fisica.

Per puntualizzare il concetto riporto (col permesso del mio interlocutore) un brano di una chat di pochi giorni fa.

Marco scrive: Ciao Project, ho letto la tua e-mail e te ne ringrazio, ma penso che tu non abbia potuto capire esattamente quello che volevo dire perché mi sa che ho fatto un discorso troppo generico, magari se hai un po’ di tempo ti posso spiegare meglio e tu poi mi dici quello che pensi …

Project scrive: Abbiamo tutto il tempo che vuoi, sono quasi le due e ormai penso che non si farà vivo più nessuno.

Marco scrive: Ma se sei stanco non fa niente, magari facciamo un’altra volta però magari adesso ho rotto il ghiaccio, dimmi tu …

Project scrive: Nessun problema, facciamo così, tu scrivi e io non ti interrompo salvo che non ci siano cose che non capisco però ti prego di essere sempre esplicito perché non ti conosco se non dalla tua mail e potrei non essere in grado di capire chiaramente. Ok?

Marco scrive: Sì, ok, ma posso parlare proprio in modo libero?

Project scrive: Certo! Ci mancherebbe.

Marco scrive: Allora, che ho 25 anni lo sai. Gay da sempre. Diciamo che la mia adolescenza non ha avuto nessun episodio notevole. Ho cominciato a masturbarmi verso i 12 anni, credo, comunque in seconda media. Al tempo del liceo, a partire dai 16 anni, mi ero completamente innamorato di un ragazzo etero che però mi piaceva moltissimo, proprio come modo di fare, ma anche e soprattutto fisicamente, Non era della mia classe e aveva un anno più di me ma mi attirava moltissimo. Facevo di tutto per poterlo vedere, per stargli vicino senza dare troppo nell’occhio. Ero proprio ammattito per lui, lo pedinavo, lo spiavo, lo fotografavo tutte le volte che me ne capitava la possibilità, allora vivevo in pratica tra l’amore non dichiarato per questo ragazzo e la masturbazione che era diventata proprio una fissa, ci passavo almeno un paio d’ore ogni notte e poi quando avevo la possibilità di stare un po’ per conto mio mi veniva automatica, ho pure pensato che fosse una cosa eccessiva perché forse lo era. Ovviamente io facevo fantasie sessuali sempre e solo su quel ragazzo, non riuscivo proprio a pensare ad altro però allora, Project, io mi sentivo felice, cioè era come se facessi l’amore con lui, come se potessi masturbarlo e fare con lui giochi sessuali e mi ricordo benissimo che la masturbazione era veramente una cosa bellissima, ma in tutti i sensi, fisico e psicologico. L’ultimo anno quel ragazzo non c’era più perché aveva un anno più di me e si era maturato l’anno prima. I primi temi senza di lui mi sembrava di non riuscire ad andare avanti, poi mi sono innamorato di un mio compagno di classe anche lui etero e a livello di sesso succedeva con lui come succedeva con l’altro ragazzo, in pratica era una fissa, spiavo anche lui, lo pedinavo proprio come l’altro, ma dato che era un mio compagno di classe con lui potevo parlare. Più gli stavo vicino più me ne innamoravo anche se pure lui era etero, alla fine gli ho detto che mi ero innamorato di lui, mi sembrava che non avesse capito e allora gli ho detto chiaramente che mi masturbavo pure due volte al girono pensando a lui. Mi ha risposto che non lo aveva capito ma che come lui poteva masturbarsi pensando a una ragazza io potevo farlo pensando a lui. Dopo la mia ammissione non solo non è cambiato nulla tra noi ma in un certo senso tra noi è nato un rapporto di complicità molto bello. Mi sono sentito quasi amato. In pratica ero in estasi, perché non credo si possa amare un etero più di come l’ho amato io. Dopo la maturità le cose sono cambiate, il mio compagno non c’era più. All’inizio l’ho cercato ma poi lui è andato a vivere in un’altra regione. Mi ci sono proprio disperato, volevo cambiare città per andare nella sua, ma poi il realismo ha finito per prevalere. E qui, purtroppo, c’è stata una svolta nella mia vita sessuale: ho conosciuto internet. Praticamente ho avuto il mio primo computer come regalo per la maturità. È inutile girarci intorno, diciamo che se in teoria il computer mi doveva servire per le cose dell’università in pratica mi serviva solo per cercare siti porno gay. Avevo messo la password sul computer e l’antivirus può completo che avevo trovato. In pratica la notte, dopo mezzanotte, quando i miei erano andati a dormire, mi chiudevo a chiave nella mia stanza e stavo ore e ore sui siti porno. Ma questa cosa la desideravo profondamente durante tutta la giornata e quando poi mi chiudevo dentro mi sembrava di avere trovato un meraviglioso paradiso privato. Le prime volte mi veniva il batticuore anche solo a vedere le foto dei ragazzi nudi. Non ne avevo mai viste prima, almeno mai così, diciamo del tutto liberamente e poi i video, all’inizio erano cortissimi, poi piano piano duravano sempre di più. I video porno mi eccitavano molto. Era diventata una specie di dipendenza, avevo scaricato film interi. Chiaramente facevo le mie scelte e anche parecchio selettive però quello era il mio giardino segreto. Dopo i primi mesi di questa storia però, allora avevo appena compiuto 20 anni, ho cominciato a notare anche tante cose strane e una mi impensieriva parecchio. Facevo una facoltà dove sono quasi tutti ragazzi e con me c’erano ragazzi non solo bellissimi ma anche gentili, affabili, insomma ragazzi di cui anche solo un anno prima penso mi sarei innamorato senza nessun dubbio, ma non succedeva. Con alcuni di loro si sono creati anche dei momenti molto belli di intimità, voglio dire che siamo stati a parlare in due per nottate intere. Io cominciavo a chiedermi che cosa mi stesse succedendo. Cioè per quei ragazzi io non provavo niente, cioè proprio niente a livello sessuale. Al liceo mi masturbavo fino all’incredibile pensando ai due ragazzi di cui mi ero innamorato, ma all’università avevo come la sensazione che qualcosa fosse cambiato, quasi come se non fossi più gay, perché sono arrivato a pensare anche quello. In situazioni come quelle che mi capitavano penso che qualunque ragazzo gay sarebbe andato in erezione come succedeva a me fino a poco tempo prima, ma ormai non mi succedeva più. In pratica arrivavo alla sera, mi chiudevo in stanza e lì mi scatenavo. Davanti al video porno la reazione sessuale c’era e proprio forte e questo mi faceva capire che non avevo problemi di impotenza o roba simile, altrimenti, penso, non avrei avuto reazioni nemmeno davanti ai video. Però, col passare del tempo ho provato proprio delle sensazioni di disagio. Ho letto il tuo post dove parli di esperimenti sessuali, tu ne parli in relazione all’orientamento sessuale, ma io ho fatto quelle cose per capire se avevo ancora una sessualità perché i ragazzi non mi eccitavano più. Ho provato a masturbarmi facendo fantasie su un ragazzo che mi piaceva molto, ma è stata una delusione terribile. Sono proprio entrato nel circolo vizioso degli esperimenti sessuali, cioè masturbarsi solo per vedere come sarebbe andata a finire. Adesso ho capito che non ha senso ma allora non lo capivo e l’ansia cresceva. In pratica i primi due anni di università non ho fatto niente, i miei se ne sono accori e si sono preoccupati e sono finito da una psicologa, una signora giovane alla quale non me la sarei mai sentita di raccontare le cose che sto dicendo a te. Pure con la psicologa nessun risultato, ma lo davo per scontato fin dall’inizio. Le ho provate tutte, i mesi passavano, piano piano ho ricominciato a studiare almeno un po’ e ho fatto i primi esami con due anni di ritardo e dai 22 anni in poi mi sono messo a studiare più seriamente anche per non pensare alla mia sessualità. Le mie nottate di masturbazione al computer continuavano regolarmente anche se mi sentivo sempre peggio. Ho provato la fortissima tentazione delle chat erotiche ma ho avuto paura e da quelle cose mi sono sempre tenuto lontanissimo. Quindi alla mia età io non ho nessuna esperienza sessuale, non sono mai stato con un ragazzo e quello che è peggio non riesco nemmeno ad eccitarmi, non dico pensando ad un ragazzo che mi piace, ma nemmeno quando sto vicino a un ragazzo in una maniera che in altri tempi mi avrebbe eccitato moltissimo. Cioè, adesso per me masturbarmi è solo un fatto meccanico. Accendo il computer è via, ma sempre in maniera meno soddisfacente, per non dire di tutto insoddisfacente. Mi mancano o mi sono venute meno le fantasie sessuali. Mentre mi masturbo penso ad altre cose, è quasi una cosa solo meccanica e, credimi, ci sto a disagio in modo terribile. Qualche anno fa mi sentivi innamorato di qualche ragazzo, adesso è come se la sessualità l’avessi persa del tutto. Mi sento smarrito e non so che fare perché così non mi sento nemmeno gay, non mi sento più niente, è come se non avessi una sessualità, o meglio ce l’ho ma meccanica e senza porno non parto proprio, il che alla mia età penso non dovrebbe succedere”.

Questo tratto di conversazione identifica un problema concreto che può creare e di fatto crea situazioni di disagio anche grave. È opportuno soffermarsi su alcune considerazioni che aiutano ad in quadrare la questione e a sviluppare una strategia di uscita dal disagio connesso.

In primo luogo bisogna capire il significato psicologico della masturbazione che non è affatto una cosa secondaria. La masturbazione unisce due aspetti diversi, il primo di eccitazione fisica dall’erezione fino all’eiaculazione e il secondo legato alle cosiddette fantasie masturbatorie. Il senso di fondo della masturbazione sta nell’associare l’eccitazione fisica con le fantasie sessuali e nel costruire quindi il mondo dei desideri sessuali di un ragazzo. Quando si dice che la masturbazione struttura la sessualità di un ragazzo si intende proprio questo. Ovviamente la masturbazione è antica quanto il mondo, ma i meccanismi tipici di creazione della fantasie sessuali, negli ultimi decenni sono stati in gran parte stravolti dalla pornografia.

Ma fermiamoci a riflettere sui classici meccanismi che creavano le fantasie sessuali per capire la funzione che queste fantasie avevano originariamente.
In assenza di fenomeni perturbatori esterni le fantasie si generavano in sostanza sulla base di tre distinti meccanismi:

1) I racconti di altri ragazzi relativi a situazioni di forte impatto sessuale.
2) Il partecipare in modo diretto o l’assistere a situazioni di forte impatto sessuale.
3) L’innamoramento.

I primi due meccanismi sono eminentemente sessuali mentre il terzo comporta un coinvolgimento assai più profondo e personale a livello emotivo. In tutti i casi, ovviamente molto più marcatamente nel terzo, si tratta di coinvolgimenti basati su fatti reali, sulla base di veri rapporti interpersonali. In altri termini, le fantasie masturbatorie tradizionali, che si creavano indipendentemente dalla pornografia, erano fantasie che tendevano a coinvolgere persone reali. Ci si masturbava pensando non ad “un ragazzo” in senso generico ma ad un preciso ragazzo conosciuto nella vita reale. Quando poi ci si innamorava le fantasie sessuali erano concentrare sul proprio ragazzo o su quello che si sarebbe desiderato come proprio ragazzo, ma su un ragazzo vero, non su un’immagine.

Con l’avvento della pornografia accessibile a chiunque senza nessun problema, le fantasie masturbatorie hanno perso la loro dimensione realistica per assumerne una solo simbolica in cui “il ragazzo”, che di fatto non si identifica con nessun ragazzo, non ha alcuna caratteristica reale ma è creato dal mercato della pornografia sulla base della richiesta dell’utenza. Quando le fantasie sessuali “reali”, cioè costruite su persone e su situazioni reali, vengono sostitute da fantasie sessuali derivate dalla pornografia, la masturbazione perde contatto col mondo reale per restare circoscritta ad un mondo virtuale, perde cioè il suo significato di palestra per la formazione di una sessualità adulta, realmente interpersonale, e si irrigidisce in schemi che non sono quelli della vera sessualità di coppia. In altri termini, la sessualità sulla base della pornografia perde la spinta al confronto con un ragazzo reale e diventa una tipica fuga dalla realtà e spesso una specie di meccanismo alternativo di gratificazione sessuale per ragazzi che hanno difficoltà nel costruire rapporti affettivi, prima ancora che sessuali con altri ragazzi. Tra la masturbazione che un ragazzo innamorato dedica in modo spontaneo e partecipato al suo ragazzo e la masturbazione del ragazzo represso condotta guardando un porno c’è una differenza enorme. Nel primo caso si tratta di un atto d’amore verso un altro ragazzo, cioè di un modo per rinsaldare legami affettivi reali, nel secondo si tratta di una fuga dalla realtà condotta con la pornografia che ha quasi la funzione di una droga.

Non mi stancherò mai di ripetere che la sessualità realmente gratificante è la sessualità affettiva e che, quando l’affettività viene messa da parte, come nel caso dell’uso della pornografia, la sessualità non può essere realmente soddisfacente. Il problema non esiste neppure quando l’uso della pornografia è episodico ma può essere veramente pesantissimo quando l’uso della pornografia finisce per sostituire sistematicamente la sessualità reale e interpersonale con una sessualità virtuale che finisce per essere esclusivamente meccanica. Esiste poi un ulteriore rischio nell’uso della pornografia e cioè che si finisca per cercare sempre e comunque una sessualità conforme ai modelli della pornografia, cioè una sessualità prevalentemente di prestazione. Tra il dire ad un ragazzo: “Mi sono innamorato di te!” e il fargli una proposta sessuale premettendo: “però non sono innamorato di te” c’è una differenza abissale. Il primo modo è quello spontaneo dei ragazzi gay non condizionati dalla pornografia, il secondo è quello tipico dei ragazzi che hanno assimilato profondamente e in modo esclusivo i modelli della pornografia.

Il ragazzo al quale si riferisce la testimonianza di apertura di questo post è stato certamente pesantemente condizionato dai modelli della pornografia anche per un’altra ragione: perché è stato per anni un ragazzo fortemente represso. Non deve stupire che, proprio perché la pornografia favorisce la fuga galla realtà, siano soprattutto i ragazzi più repressi a rimanerne affascinati.

Quando un ragazzo non ha paura dei rapporti interpersonali e cerca ci costruirne di autentici non ha neppure bisogno della pornografia e comunque non ne finisce succube. Però il ragazzo della testimonianza di apertura di questo post ha una capacità notevolissima di leggere dentro di sé e, magari con la copertura dell’anonimato, ha la capacità di non mentire a se stesso, in sostanza si tratta di un ragazzo che ha delle capacità di reazione veramente notevoli e che con ogni probabilità riuscirà a spezzare la dipendenza dalla pornografia e a riconquistare una sessualità affettiva. Che cosa può essere utile in situazioni simili? Provo a schematizzare una risposta.

1) Avere amici veri, che sono fondamentali in ogni caso per mantenere un equilibrio emotivo e per avere un confronto autentico.
2) Farsi passare dalla mente l’idea di avere comunque e subito un ragazzo, magari per non sfigurare all’interno del gruppo.
3) Farsi passare dalla mente l’idea che si debba realizzare prima di tutto una vita sessuale o che si possa realizzare una vita sessuale seria senza una vita affettiva seria.
4) Aprirsi nel modo più sincero ai veri amici e a coloro con i quali ipoteticamente si potrebbero creare legami più profondi. Parlare, condividere, vivere insieme situazioni di coinvolgimento emotivo non sessuale come lavorare per gli stessi ideali e cercare di costruire qualcosa insieme.
5) Capire che anche solo stringere la mano ad un ragazzo vero comunica una sensazione di contatto umano e affettivo incomparabilmente più profonda e duratura di quella provocata da qualsiasi video porno.
6) Vivere la masturbazione solo quando se ne sente realmente il bisogno sulla base di un coinvolgimento emotivo forte e non cercare di provocare quel bisogno se non è spontaneo.
7) Non ha molto senso cercare, sforzandosi, di staccarsi subito e del tutto dalla pornografia perché un distacco stabile e autentico da quelle cose significa non sentirne più il desiderio e questo è possibile solo quando la vita sessuale di un ragazzo assume dimensioni affettive autentiche e non superficiali.

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Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay:

http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=23&t=417

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