mercoledì 6 maggio 2009

GAY E PORNO

Dedico questo post a Marco un ragazzo 21enne che conosco da un po’ di tempo. Quando ci siamo conosciuti, a marzo, mi disse di essere arrivato su Progetto Gay digitando su Google “tenerezza gay” perché digitando solo “gay” in pratica si otteneva solo porno. Mi dice che avere scoperto Progetto Gay gli ha permesso di identificarsi con qualcosa che sente finalmente suo.


In effetti l’equazione “gay = porno” è terribilmente diffusa. Ho aperto da poco un nuovo blog http://progettogay.altervista.org ho provato a inserirlo nella directory di altervista che ha categorie prefissate e gerrchiche: società e costume / eros e sesso / gay e lesbo. Perfino su alter vista vale l’equazione “gay = eros e sesso”. Non ho inserito il nuovo blog nella directory di altervista perché la classificazione mi sembra non adeguata a Progetto Gay.


L’identificazione di gay e porno è comune nell’opinione pubblica e si basa sulla sostanziale ignoranza della realtà gay da parte del pubblico sia etero che gay. Gli etero sanno poco o nulla dei gay ma spesso anche i gay sanno poco o nulla della realtà della vita degli altri gay. Tutti, chi più chi meno, per capire che cosa significhi essere gay o anche solo per curiosità digitano “gay” su Google e leggono i risultati ma non digiterebbero la parola “etero” su Google per capire che cosa significhi essere etero. In altri termini, la sessualità etero e l’affettività etero sono talmente sotto gli occhi di tutti che non c’è alcun bisogno di cercare informazioni in proposito, nella conoscenza vera o presunta della realtà gay che non è altrettanto visibile internet e i media giocano invece un ruolo importante. Non c’è neppure bisogno di dire che la “realtà gay”, cioè la vera vita dei gay, non compare quasi mai in internet mentre ci compaiono moltissimi siti erotici gay. Non bisogna mai dimenticare che la pornografia è un business estremamente importante sotto il profilo economico. Su questa materia i dati sono incerti, se ne trovano pubblicati sul web ma la loro origine non ufficiale, legata alla stessa pornografia, li rende inattendibili. Google ha rifiutato di fornire i dati in suo possesso perfino al dipartimento di giustizia degli USA, ma chiunque ha potuto rendersi conto di quanta pornografia esista in internet. Bisogna tenere presente che i siti che offrono video porno gratis non sono la parte più consistente del fenomeno ma rappresentano solo un momento promozionale rispetto alla pornografia a pagamento che li sostiene e che costituisce la motivazione economica del fenomeno. Produrre un video porno costa pochissimo e rende moltissimo, le uniche spese consistenti sono quelle legate alla pubblicizzazione del video in un mercato in cui l’offerta è abbondantissima. L’immagine dei gay che deriva dalla pornografia è desolante e purtroppo diffusamente accreditata.


Il panorama non è meno desolante se si cerca “gay” su Wikipedia, ci si può trovare di tutto, sempre stile Wikipedia, ma certamente non ci si può trovare nulla che abbia una relazione seria con la vita dei gay e d’altra parte le enciclopedie sono il mezzo meno adatto a capire cose complesse come l’essere gay.


Che cosa penserà allora l’utente (gay o etereo) in cerca di informazioni sulla vita dei gay? È semplice, penserà che la vita dei gay sia quella che vede rappresentata su Google o su Wikipedia, con il risultato di rafforzare l’equazione “gay = porno”, o quanto meno le equazioni apparentemente meno pericolose: “gay = strano” o “gay = gay pride”.


Lascio da parte la confusione che tutto questo ingenera negli etero, provocando omofobia e discriminazione e mi fermo sulle conseguenze tra i gay dell’equazione “gay = porno” e di altre equazioni analoghe.


Per un ragazzo il problema dell’accettazione dell’identità gay deriva non dal fatto in sé di sentirsi gay, cioè di sentire la propria sessualità orientata verso i ragazzi e non verso le ragazze, ma dall’idea che il proprio modo di vivere l’omosessualità sia anomalo o non conforme a quello comune tra i gay. In pratica non ci si accetta come gay perché non ci si identifica con l’immagine comune dei gay. Può sembrare incredibile ma anche tra i gay l’ignoranza circa le condizioni reali di vista degli altri gay è ancora oggi molto piuttosto diffusa.


Mi capita in chat di sentire ragazzi che mi dicono: “Ma non voglio andare al gay pride, non ho nessuna intenzione di andare in giro con atteggiamenti effeminati, io mi sento maschio a tutti gli effetti e non voglio essere gay!” Il che significa in pratica che questi ragazzi non negano la loro sessualità ma non si identificano con i modelli di comportamento gay che conoscono, e d’altra parte non sanno nulla della realtà del mondo gay, vedono solo la punta dell’iceberg. Quegli stessi ragazzi si stupiscono di sentire da me che i ragazzi gay non hanno in realtà nulla a che vedere con i modelli che la gente crede tipicamente gay. Una costatazione del genere per tanti ragazzi gay risulta assolutamente inedita, all’inizio suscita quasi reazioni di incredulità. Ma poi i ragazzi che sono arrivati a Progetto Gay cominciamo a conoscersi un po’, qualche scambio di messaggi sul forum e anche nella chat generale e si rompe il ghiaccio ed ecco che la realtà della vita gay si svela per quello che è, senza orpelli mediatici, senza immagini patinate e senza sovrastrutture. I ragazzi gay si dimostrano per quello che sono, cioè bravissimi ragazzi senza nessuna caratteristica di quelle che si attribuiscono in genere ai gay, con loro si parla di tutto, si scherza, piano piano si affrontano anche discorsi più seri e ci si stupisce sempre di più di quanto sia autentico e serio il vero mondo gay.


Un ragazzo è gay si innamora di altri ragazzi, questo e solo questo è il senso dell’essere gay, tutto il resto è aleatorio, il coming out è un’opzione assolutamente libera che tra l’altro i ragazzi gay vivono in ambiti molto limitati, il gay pride è una manifestazione di facciata alla quale la stragrande maggioranza dei gay, che non sono dichiarati, non parteciperebbe mai, non si notano atteggiamenti effeminati e non c’è la fissa del sesso. Vedendo tutto questo con i suoi occhi un ragazzo gay scopre finalmente il vero mondo gay, un mondo del tutto simile al proprio, un mondo in cui dominano tenerezza e desiderio di amare e di essere amati. In questo vero mondo gay, finalmente, un ragazzo gay si può identificare, si sente a casa sua e per la prima volta sperimenta un dialogo diretto con altri ragazzi gay, un dialogo fatto di rispetto e di attenzione all’altro, un dialogo vero, tutto da costruire con le incertezze tipiche di un dialogo vero. Ecco che subentra l’accettazione. Il problema sembrerebbe risolto ma non è così.


La falsità del modello gay più diffuso comporta grossi problemi soprattutto in ambito specificamente sessuale perché incide sulla strutturazione della sessualità di un ragazzo fin dalla più giovane età. La misura di tutto questo si ritrova nella dipendenza delle fantasie masturbatorie dalla pornografia. In anni precedenti la diffusione di internet, quando la pornografia era solo quella dei giornaletti porno ed era quindi di accesso molto più difficile, dato l’imbarazzo di dover chiedere all’edicola una pubblicazione porno e per di più gay, le fantasie masturbatorie dei ragazzi gay erano autonome, legate ai ricordi di situazioni sessualmente coinvolgenti vissute in passato e influenzate al massimo da discorsi fatti con altri ragazzi che tuttavia difficilmente potevano essere a tema gay. Si trattava di fantasie masturbatorie legate alla vita vissuta e, anche se non mancava comunque l’influenza dei modelli gay più accreditati dal tam tam delle chiacchiere da bar e della battute, queste cose non avevano certo l’influenza e la capacità di penetrazione che hanno i video porno. Oggi la situazione è cambiata e il primo approccio alla sessualità per moltissimi ragazzi avviene tramite la pornografia e in età molto anticipata. I modelli di comportamento derivati dalla pornografia sono assimilati facilmente e finiscono per soffocare la spontaneità sessuale. In tempi precedenti l’avvento di internet la sessualità veniva scoperta e si sviluppava in maniera spontanea e giocosa, in momenti di socializzazione collettiva e poi via via prendeva una dimensione marcatamente affettiva con la creazione di amicizie affettuose, spesso, per i ragazzi gay, rivolte a ragazzi etero e quindi essenzialmente unilaterali. La sessualità era comunque una scoperta che si realizzava proprio nel contatto affettivo di due ragazzi ed era creata sulle reali esigenze di quei ragazzi. Oggi, spesso, le cose non funzionano così. Il modello pornografico della sessualità gay è sostanzialmente anaffettivo, si tratta di solo sesso e la sessualità è presentata come un insieme di pratiche che i ragazzi ritengono tipicamente gay. Spesso l’approccio alla sessualità è imitativo e il sesso è solo una vita per sentirsi più adulti. I ragazzi attraversano spesso una fase più o meno lunga dipendenza dalla pornografia che non comincia per tutti in età adolescenziale ma può intervenire anche in età tipicamente adulta. Questa dipendenza allontana i ragazzi dall’affettività gay e praticamente collega in modo stretto la masturbazione alla pornografia privando i ragazzi della possibilità di vivere la masturbazione con fantasie legate a persone reali. La dipendenza dalla pornografia può durare a lungo, poi pian piano si supera, non per il ritorno a una vera sessualità affettiva ma per saturazione. L’abbondanza dei porno a la facilità con cui è possibile trovarli finisce per non renderli più interessanti anche perché la ripetitività ne è la caratteristica fondamentale. I ragazzi cominciano a percepire la dimensione di falsità e di recita in quello che vedono, che comincia a dimostrarsi eccessivo, poco realistico e in qualche modo poco interessante. Si comincia col fare una forte selezione e col vedere solo alcuni porno particolarmente ben scelti, spesso quelli in cui c’è una storia e non solo sesso meccanico e poi, piano piano i siti porno diventano un interesse solo saltuario.


I modelli inseriti nella mente dei ragazzi tramite la pornografia sono tuttavia difficili da eliminare e tendono a finalizzare sempre e comunque il rapporto affettivo tra due ragazzi al rapporto sessuale. I ragazzi sono spesso portati a pensare che una bella e seria amicizia con un ragazzo non sia realmente gratificante e che non sia altro che un mezzo per giungere al vero fine che è il sesso, in questo modo si perde una caratteristica essenziale del mondo gay, ossia la sua dimensione affettiva non finalizzata alla sessualità.


Parecchi ragazzi gay che conosco, quando si trovano per la prima volta ad uscire con un altro ragazzo gay non incontrato in una chat erotica o in un sito di incontri si stupiscono che si possa trascorrere un bellissimo pomeriggio anche solo andando in giro per la città e parlando. In realtà è soprattutto questa la dimensione che manca spesso ai ragazzi gay, cioè la dimensione di un’affettività gay non sessuale, di un’amicizia, di un confronto aperto con altri ragazzi, cose che non sono affatto riduttive né alternative rispetto alla sessualità ma sono una componente indispensabile della vita affettiva e della stessa sessualità.


Il mondo gay vero, quello dei ragazzi gay che vivono la loro sessualità in modo riservato, è un mondo di valori forti che, se non oscurati da falsi modelli, possono riempire la vita di soddisfazioni profondissime. Conoscere altri ragazzi, sentirli profondamente simili a sé è una cosa che dà sicurezza e che aiuta moltissimo a capire la dignità e il valore dell’essere gay.


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Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay:


http://progettogay.gratisforum.tv/viewtopic.php?f=13&t=290

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