Questo post è dedicato a James Baldwin, un grande della letteratura americana, se volete, potete trovare delle informazioni stringate su di lui in
Si tratta di un capolavoro della letteratura americana, ma è il lato gay del libro che mi ha sempre incantato. Per Baldwin l’omosessualità è un valore alto, è una forma d’amore con la A maiuscola. Il libro ha dei risvolti tragici nella parte iniziale che sembra seguire un indirizzo piuttosto comune nella letteratura gay precedente: omosessualità come tragedia. Ma la seconda parte, che è quella preponderante, capovolge completamente le cose e l’amore omosessuale finisce per imporsi come un valore capace di dare senso a una vita. I personaggi sono molti ma la storia che costituisce la parte centrale del libro è una meravigliosa storia d’amore gay nata per caso tra Eric, un giovane scrittore americano, e Yves, un ragazzo francese molto più giovane di lui. La loro storia non è una tragedia, non è una storia di solitudini, no! E’ una storia d’amore vero ed è una storia d’amore che finisce bene. Eric incontra Yves poco dopo la guerra, sanno benissimo entrambi che la loro vita non sarà più quella di prima. L’atmosfera è di tenerezza, di rispetto reciproco, di amore profondo. Eric torna in America e Yves gli manda una dolcissima lettera e dopo un po’ lo segue negli Stati Uniti. Yves arriva all’aeroporo di Los Angeles ed Eric lo attende, quando il ragazzo attraversa i cancelli con l’agitazione nel cuore, sa che “è arrivato in quella città (Los Angeles) in cui gli abitanti del paradiso (gli angeli) hanno posto la loro dimora!”. E con questa metafora il libro si conclude. Ma questa storia d’amore non è una favola, Yves ama Eric ma sa che prima o poi avrà bisogno di sentirsi libero anche da Eric per essere se stesso; anche Eric è consapevole di tutto questo, sa che prima o poi, in un futuro più o meno lontano Yves se ne andrà, dovrà andarsene per seguire la sua strada, ma questo fatto non porterà Eric ad abbandonare Yves al suo destino, Eric lo amerà in modo totale pur sapendo che a un certo punto lo perderà, perché, come dice Baldwin, nell’amore non c’è nulla da decidere ma tutto da accettare. Questa considerazione mi è sempre sembrata sublime. Grazie James!
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