giovedì 27 settembre 2007

GAY ARRABBIATO

Riporto qui si seguito il resoconto di una conversazione reale, è scritto in prima persona e si riferisce al ragazzo ventottenne di cui ho parlato nel post “coming out e fuga”.
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Io non so quanto gliene possa fregare agli altri di quello che ho passato io, ma quello che ho passato veramente lo so solo io. Vado al fatto. Io di essere gay lo sapevo da sempre ma non l’ho mai detto a nessuno, lo dico qui perché non mi conoscete personalmente. Internet è una cosa utilissima perché c’è l’anonimato e quindi si può dire di tutto, ma se non fosse così non direi niente a nessuno. Dove vivo io non ve lo posso dire perché è un paesetto piccolo e a trovarmi non ci metterebbero niente e adesso voglio vivere per i fatti miei, da solo come ho vissuto sempre, ma senza rotture di scatole di nessuno. Adesso vivo il Lombardia, ma fino all’anno scorso vivevo in Puglia, in un altro paesino che non vi poso dire, ma mentre adesso qui sto bene, prima mi sentivo in galera. Neanche tanto per la gente, della quale me ne sono sempre fregato, per quanto uno come me si può permettere di fregarsene del prossimo, ma soprattutto per i miei. Io non posso vivere dove stanno i miei. Oramai abbiamo una specie di repulsione reciproca, prima ho fatto sforzi enormi per tollerarli, ma adesso non li sopporto più e per fortuna vivo lontanissimo da loro. Io, tra l’altro, con loro non ho mai detto che sono gay e non lo farò mai. I miei sono entrati nel giro di certi gruppi religiosi che non nomino che gli hanno proprio succhiato quel po’ di cervello che c’avevano. C’è gente che si lamenta del papa e di come tratta i gay, ma voi non avete visto la mentalità di questi altri! Se il potere ce l’avessero loro a forza di buoni sentimenti vi brucerebbero vivi. Non sono solo un insulto alla religione ma alla minima convivenza civile. I miei vivono in queste atmosfere e non in atmosfere mistiche ma in atmosfere proprio assurde, da invasati. Comunque avete capito con che cosa mi sono trovato a confrontarmi. Se volete sapere perché non ho raccontato i fatti miei a nessuno ve lo dico chiaro: per non essere umiliato ulteriormente, perché di calci in faccia ne ho presi così tanti per altre ragioni che quelli per essere gay non li voglio proprio. Una volta ho letto un articolo sul “vittimismo gay” di una stupida che diceva solo stro... . Gente così con capisce un cavolo, aprono la bocca e gli danno fiato, fanno la predichetta sociologica buonista... ma secondo me si dovrebbero impiccare, perché dicono solo str.... . Io comunque ai miei non dirò mai niente! Mai! Loro mi hanno fatto crepare, io non li condanno, perché se uno il cervello non ce l’ha non è nemmeno colpa sua, ma io con loro non voglio avere assolutamente più niente a che fare, per nessuna ragione. E’ gente che si vergognava di me, anche senza sapere che ero gay. Io non ho concluso niente né nello studio né nel lavoro. Adesso lavoro in un supermercato e ce la faccio a stento a sopravvivere perché devo pagare una casa (ma e una casa squallida) in un posto dove sono carissime. Prospettive di carriera non ne ho per niente. Andrò avanti così tutta la vita. Ormai ho quasi trent’anni e non sono mai stato con un ragazzo a nessun livello, nemmeno platonico. Ma io dove posso andare? Ma che prospettive ho? Che poi per me il problema non è essere gay, è che non potrò combinare niente nella vita, che la vita ormai è andata e prospettive non ce ne stanno proprio. Io non cerco altri ragazzi, ormai ho proprio messo da parte l’idea, se ne vedo qualcuno che mi piace, lascio perdere prima di cominciare. Io vivo solo come un cane, ma adesso almeno vivo tranquillo, qui nessuno mi rompe le scatole, nel palazzo dove abito nemmeno sanno come mi chiamo. Forse se vivessi in una grande città sarebbe diverso, ma anche in un grande città, se non hai quattrini, dove vai? Perché in fondo i problema è sempre quello... gay o non gay, se hai soldi in tasca fai quello che ti pare, se no fai come faccio io. Ma io non ho nessuna altra possibilità, la vita mia è questa e basta! Ci sono tanti ragazzi gay di quelli che contano, loro hanno solo il problema di essere gay, ma loro di come può essere dura per quelli come me non se lo sognano nemmeno, loro c’hanno i genitori col portafoglio grosso e i quattrini li trovano facilmente e hanno solo il problema di come spenderli, io non ne ho, le vacanze per me non esistono, ho un computer vecchio che casca a pezzi e su internet ci vado una volta ogni morte di papa perché i soldi per pagare un bell’abbonamento non ce l’ho. E che dovrei fare? Dovrei dire a tutti che sono gay? E poi come farei a campare? Il mio è uno sfogo che vi può dare fastidio ma non me ne frega niente. Se queste cose non le dite siete stro... e mi fate schifo. E soprattutto, fatemi un piacere, non contate balle! Non scrivete stron...! Perché a chi in certe cose ci sta dentro fino al collo a leggere certe cose gli viene proprio una reazione violenta! Agli altri ragazzi, non solo gay, ma a quelli che campano come campo io voglio dire solo una cosa: non credere alla befana! la befana, per voi non esiste! Non vi chiedo nemmeno di rispondere perché tanto non l’ha fatto mai nessuno... e anche perché se non siete d’accordo con me a me non me ne frega niente.

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