martedì 18 settembre 2007

DIFFICILE AMORE GAY SECONDA PARTE

Di nuovo ciao “sonosempreio”,
proseguo dal post precedente.
Che tu a 24 anni sappia quello che vuoi mi pare scontato, il vero problema delle storie d’amore, gay o etero o come siano, però, non è tanto sapere quello che si vuole ma il fatto che per volersi bene e per vivere un rapporto affettivo o sessuale bisogna veramente essere in due, cioè, anche se l’affermazione può sembrare banale, bisogna che si crei una reciprocità affettiva forte. In tutte le relazioni affettive o sessuali si sta bene quando esiste una reciprocità, le storie vissute da una parte sola, cioè puramente mentali, sono in realtà il veleno dell’amore. Per innamorarsi bisogna essere in due. Io stesso, che in sostanza ho vissuto solo rapporti affettivi gay etero, li ho trovati gratificanti in senso profondo perché c’era una reciprocità forte, senza sesso, e la cosa non è paradossale, ma lo scambio affettivo era reale, profondo, in qualche modo se io ho fatto il coming out nei confronti dei ragazzi ai quali volevo bene, anche loro hanno avuto con me una sincerità totale. Reciprocità non significa identici desideri o identici comportamenti, reciprocità significa interesse reciproco profondo, avere bisogno l’uno dell’altro, anche su piani diversi. Quando questo scambio affettivo profondo esiste si percepisce fortissimo il fatto che non si è più soli e la sensazione è meravigliosa. Queste cose mi hanno tirato fuori da sacche di depressione che potevano essere pericolosissime. Quando avrai un ragazzo che ti vorrà bene non ragionare mai per schemi, non ci sono “cose” che ti potranno rendere felice, l’unica felicità è nell’amare e nel sentirsi amati, qualsiasi siano le condizioni esterne, se troverai la felicità col tuo ragazzo nessuno te la potrà portare via e avrai la sensazione di volare staccato da terra. Se sarai felice sol tuo ragazzo, il luogo dove baciarvi lo troverete e non sarà poi così essenziale trovarlo. Certo, i gay hanno un ruolo marginale nella società, questo è un fatto, se ci sono le lotte per l’integrazione significa che l’integrazione non c’è e il fermo dei due ragazzi al Colosseo lo dimostra, ma rispetto a 40 anni fa abbiamo fatto una strada lunghissima. Secondo me quando ti fermi a pensare “e vieni assalito dallo sconforto più totale” questo succede non per quello che c’è intorno a te ma perché ti manca un amore vero, l’angoscia viene solo dal bisogno profondo d’amore al quale non si trova risposta. Ma
i gay hanno una morale, per loro la speranza è un obbligo: in fondo dovrai remare contro corrente, dovrai superare difficoltà di ogni genere ma sono portato a credere che il tuo sogno si realizzerà. Io ho un sogno! Diceva Luther King. E poi mi piace concludere con una citazione di Sandro Penna (un poeta omosessuale, una delle voci più pure della lirica del Novecento):Felice chi è diverso, essendo egli diverso. Ma guai a chi è diverso, essendo egli comune.

Nessun commento: