mercoledì 26 novembre 2008

GAY SENZA PAURA

Ciao Project,
ieri (cioè stamattina) abbiamo chiuso alle cinque meno un quarto. Ma come fai? Io dopo non sono riuscito a dormire, c’avevo un subbuglio terribile in testa. Mi sono messo a leggere il forum, prima l’avevo letto poco, mi piaceva non ne avevo capito la portata. Ma è una cosa monumentale. In pratica su internet è una cosa unica. Mi sono messo a leggere e ci sono stato fino alle sei di stamattina. Per fortuna oggi non ho lezioni e posso dormire un po’, però te lo devo dire, mi sento sconvolto, mi ci ritrovo nelle cose che ho letto e non mi era successo proprio mai. Io avevo sempre pensato di essere quello che sono solo perché mi attirano i ragazzi ma pensavo che il mio modo di essere quello che sono fosse unico, quasi patologico, perché con le cose troppo spettacolarizzare che si vedono in giro non ho proprio nulla da spartire. L’hai capito dal discorso di stanotte, un po’ represso mi ci sento, nelle chat non ci sono mai andato e quelle cose non mi piacciono però a 23 anni io non so che cosa vuol dire in concreto abbracciare un ragazzo, non dico avere rapporti sessuali, ma nemmeno un abraccio e invece queste cose mi mancano alla disperata. In pratica tu sei la prima persona alla quale ho parlato della mia sessualità, non lo sa assolutamente nessuno, mi sono sentito un po’ in imbarazzo solo quando abbiamo cominciato a parlare a voce, quando mi hai chiesto di andare in voce mi sono sentito spiazzato e ho auto paura, sono stato sul punto di chiudere, poi però la sensazione che ho provato parlando con te è stata stranissima, tantissime cose erano state per me dei tabù incredibili, pensavo che non sarei mai riuscito a parlarne e invece mi sono sentito rispondere che quelle cose più o meno le vivono tutti e, addirittura, che la mia è la vita tipica di tantissimi ragazzi che vivono una sessualità come la mia. E guardando sul forum in realtà l’impressione è proprio questa. Forse quando dico che mi basterebbe abbracciare un ragazzo dico una bugia, ma in fondo nel sesso che male c’è? Io sto ancora a questo livello, però vivere delle storie come quelle che ho letto nel forum mi piacerebbe moltissimo. Adesso ho proprio la sensazione netta di avere molto meno dei miei 23 anni, mi sento proprio come un adolescente che deve imparare tutto ed ho una paura terribile, la paura di sbagliare tutto, di innamorarmi del ragazzo sbagliato o di farmi prendere dalla mania del sesso perché la possibilità c’è, quando uno vive represso per anni, poi, quando scopre che certe cose sono pure possibili, beh se ne sente affascinato. Mi serve un po’ di autocontrollo e non vorrei fare errori grossolani. Le cose che mi hai detto ieri sera sull’amore tra ragazzi mi sono piaciute moltissimo, però penso che per me siano difficilissime da realizzare, io il sesso lo desidero, ma l’hai visto ieri notte, sono talmente condizionato che certe parole non riesco nemmeno a pronunciarle, dietro il sesso ci vedo ancora il proibito, l’idea che possano essere cose da vivere insieme a livello di volontà cosciente mi è difficile da comprendere. Le cose che ci siamo detti ieri notte mi hanno un po’ tranquillizzato, però io ho proprio la sensazione di vivere una doppia vita, anche se tu dici di no e non ci vedi niente di strano, per un verso mi sento molto razionale, tutto studio e progetti per l’avvenire, ma per l’altro penso di essere assolutamente incapace di controllare la mia parte emotiva. Se un ragazzo mi abbracciasse potrebbe indurmi a fare qualunque cosa perché ho un bisogno addirittura morboso di un contatto fisico. Quando all’università mi si siede vicino un ragazzo che mi piace io sto lì a contemplarlo incantato, mi lascio inebriare dalla sua voce, osservo la sua pelle come sotto il microscopio, la barba rasata da poco, le mani, ci sono dei ragazzi che hanno delle mani bellissime e sogno di essere accarezzato da quelle mani, e poi, gli occhi, quelli purtroppo non posso fissarli che per un attimo, altrimenti la cosa sembra strana, ma se quando osservo un bel ragazzo quello mi sorride, mi sento proprio sciogliere dentro. Mi venderei l’anima per poter stare con quel ragazzo, per avere un po’ di intimità, anche minima, ma voluta anche da lui, non casuale. Questi sono i miei sogni ad occhi aperti, o meglio questa è la parte che io lascio affiorare dei mie sogni che, tu lo capisci, non finiscono qui, ma io ancora non sono capace di accettarlo. Project, stanotte, avevo una paura dannata prima di contattarti, ci avevo pensato più volte negli ultimi giorni ma avevo sempre rinviato, non sapevo che cosa avrei potuto trovare, poi il passo l’ho fatto e adesso mi sento meglio, è stato tutto molto più facile di quanto immaginassi. Beh, te l’ho già detto a voce, le prime ore del 26 novembre 2008 non lo dimenticherò più.

Un abbraccio, Project,

Ci sentiamo giovedì sera, come d’accordo. Se vuoi mettere questa mail sul forum.


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COMING OUT IMPOSSIBILE

Ciao Project.
ho 19 anni, sono di Parma, un posto tradizionalmente civile, anzi è la mia città e l’apprezzo molto, però qui non è per niente tutto rose e fiori. Devo fare la maturità scientifica a luglio, la mia scuola è di quelle serie dove ti spacchi la schiena a studiare e ti selezionano in modo pauroso. Di cose ne ho imparate tante, è vero, ma non ho mai vissuto la mia vita, non quella di ragazzo gay, ma semplicemente quella di ragazzo liceale che avrebbe anche bisogno di un po’ di aria libera. La scuola: un’ossessione. A 19 anni io posso dire di avere solo studiato e di non avere una vita mia nemmeno a livello minimo. Amici non ne ho, ai miei compagni di classe interesano solo i voti e poter dire di essere più bravi degli altri. E non finisce qui perché questa musica continuerà anche all’università e poi quando troveremo lavoro, se lo troveremo: una corsa continua per arrivare sempre primi, distruggendo le persone dentro. I miei compagni, che penso che siamo tutti etero, non hanno la ragazza perché non hanno tempo se non per studiare, quelli che ce l’hanno, pochissimi, la vedono una volta ogni 15 giorni se va bene a casa dei genitori. Tra noi non si parla mai di sesso a nessun livello e in pratica non si parla che di cose da studiare e al massimo della scelta della facoltà, cioè praticamente qui non si vive. C’è la fissa del cento e lode! C’è gente che se non lo prende rischia di cadere in depressione. Non scherzo è proprio così. Poi leggo nel tuo forum della prudenza nel coming out, ma quale coming out? Ma lo sai tu a che cosa è ridotta la mia vita affettiva/sessuale? A guardare di straforo qualche compagno che si spoglia prima della lezione di Educazione fisica e poi la mia vita sessuale (che espressione enorme per una realtà così stupida!) non esiste proprio, mi limito a passare un po’ di tempo la sera davanti al computer. Mi piacerebbe almeno starci in pace per un’ora, ma no! Pochi minuti e basta! E certe volte lascio proprio perdere prima di cominciare. E poi arrivo cotto dallo studio e voglia di sesso ne ho poca o niente. Ti dico che magari mi piacerebbe parlare un po’ con te, ma tanto non lo posso fare se non per e-mail perché la sera devo andare a dormire presto se no l’indomani non rendo. Un coming out io? Forse quando avrò 40 anni! E adesso devo pure chiudere la mail perché devo andare a studiare. Rispondimi per e-mail, una bella lunga, quella la leggo rapidamente, ma la chat con va bene per me, ci vuole troppo tempo! (capisci come vivo!)

Stammi bene. Pubblica pure questa mail, mi piacerebbe sapere se gli altri ragazzi hanno le stesse ossessioni che ho io.


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martedì 25 novembre 2008

HO CAPITO DI ESSERE GAY MA NON SO AMARE UN RAGAZZO

Ciao Project,
È assurdo che a 27 anni uno non riesca ancora a capire che cosa sta cercando, me ne rendo conto da me, anche se tu farai di tutto per dirmi che non è vero. Io non mi sento né carne né pesce e in questa faccenda ho finito per incartarmi. Una bella storia etero alla spalle, ma non mi stava bene, non so nemmeno se dopo me ne sono pentito o no, non riesco a capirlo. Cioè io le cose belle che può provare un etero le ho provate tutte, sono stato veramente innamorato di una ragazza e per quasi due anni. Prima non avevo mai pensato di poter essere gay, l’idea nemmeno mi sfiorava, quando stavo con la mia ragazza mi sentivo felice, non stavo scappando da niente, per me era naturale, desiderabile, quando lei non c’era mi masturbavo ripensando a quando stavamo insieme. Come è cominciata non lo so nemmeno io, non me ne sono proprio accorto, e se dovessi ricostruire quello che è successo non saprei da dove cominciare. Mi ricordo solo che un giorno mi sono trovato davanti al computer. Prima di conoscere la mia ragazza cercavo un po’ do porno on line, ma sempre di porno etero, onestamente non avevo mai cercato porno gay in vita mia. Quel giorno, non so perché, mi è venuta la curiosità di andare a vedere un po’ di prono gay, ma così, come uno che è solo curioso a livello generico. Be’ ho trovato qualche sito non proprio porno ma di nudo e ci sono stato sopra per un paio d’ore. Non ero in erezione, e non mi sono masturbato su quelle foto e su quei video, però sono rimasto a guardarli. Adesso che ci ripenso, quella volta non mi sono nemmeno masturbato su cose etero, niente! Come se avessi staccato la spina dal sesso etero e dopo non sono andato più a cercare porno etero. Con la mia ragazza continuavo normalmente ad avere rapporti sessuali anche molto appaganti, però, quando potevo me ne tornavo a guardare le foto di nudo dei ragazzi, ma allora che una cosa del genere fosse importante non lo capivo proprio. In pratica io prima mi masturbavo solo su contenuti etero, e dopo non mi masturbavo più e mi bastavano i rapporti con la mia ragazza però quando lei non c’era non mi tornava in mente come contenuto erotico l’idea di ripensare alle cose che facevamo insieme e me ne andavo a vedere le foto dei ragazzi. È andata avanti così per un po’, poi, l’estate scorsa, il 21 di luglio, il giorno lo ricordo con precisione, lei non c’era da qualche giorno, io vado a vedere il solito sito di foto di ragazzi e per la prima volta sento la sensazione tipica dell’erezione. Prima non era mai successo. Sul momento non realizzo, dopo tutto la cosa è gradevole, continuo a girare sui siti di foto, ma ci tengo a dire che erano foto di nudi, anche delle cose un po’ goliardiche, ma non erano siti porno, cioè non c’erano rapporti sessuali. Però guardare quelle foto mi piaceva, erano bei ragazzi, insomma mi piaceva guardarli ma li guardavo in un modo molto particolare, cioè in qualche modo mi interessavano anche sessualmente. A un certo punto mi è venuto come un flash e mi sono detto: “Ma che cosa sto facendo? Mi guardo le foto dei ragazzi nudi e sto pure in tiro, ma com’è possibile? Io sono etero!” Ho spento il computer e ho cominciato a pensare alla mia ragazza, cioè a cercare di pensarla sessualmente, ma non riuscivo a concentrare le idee, ho provato a distrarmi, ho acceso la tv, ho fumato una sigaretta ma non mi veniva di pensare alla mia ragazza in termini sessuali e il pensiero tornava sempre al sito di foto. Ci ho messo tre ore a prendere una decisone, poi mi sono detto: “Ma perché no?” Ho riacceso il computer e per la prima volta in vita mia, 21 luglio 2008 ore 23.00, mi sono masturbato pensando a un ragazzo, a 27 anni compiuti, non solo, ma è stata una esperienza sessuale assolutamente straordinaria, liberatoria, diciamo che mi ha cambiato radicalmente i punti riferimento in rapporto alla sessualità e mi sono detto: “Mannaggia! Come ho fatto a non capirlo prima!”. È stato il sito a portarmi in direzione gay? Io penso proprio di no! Diciamo che la notte non c’ho dormito: io gay! Mi sembrava una cosa così sconvolgente in teoria ma così semplice in realtà. Il mio primo problema è stato la mia ragazza. Le volevo bene e lei ne voleva a me, con lei avevo vissuto due anni molto belli, ma avrei dovuto dire due anni che mi erano sembrati molto belli, ormai sapevo che qualcosa non avrebbe più funzionato, non a livello di impotenza che non mi preoccupava proprio ma a livello di partecipazione. Avrei potuto benissimo stare con la mia ragazza ma avrei dovuto fingere e ne dovevo uscire. Lei è arrivata praticamente tre giorni dopo, non vi dico come ho passato quei tre giorni! No! Proprio nessuna angoscia! Anzi! Beh, avete capito. Lei torna, sorridente come non mai: mi aveva pensato tanto (e non solo pensato). Io le dico con una faccia un po’ seria che appena abbiamo un po’ di privacy devo dirle una cosa importante che riguarda noi due, arriviamo a casa, mi abbraccia e io le dico: “Prima parliamo.” In breve le dico che sono gay e che non me la sento di prenderla in giro. Mi aspetto una risposta seria, ma si mette a ridere, poi cerca di stuzzicarmi un po’ come aveva fatto sempre ma io non ci sto, prima la prende come un gioco, poi mi guarda con tanto d’occhi e mi fa: “Ma che ti sei impazzito?” Da allora non abbiamo più fatto l’amore. Lei è sicuramente convinta che io abbia un’altra ragazza, mi ha detto: “Ok, sei gay! E allora presentami il tuo ragazzo!” Io ragazzo da presentare non ne avevo e non ne ho e per lei due più due fa quattro e le sto mettendo le corna con un’altra. Appresso al problema della mia ragazza ne sono venuti a cascara tanti altri: i suoceri mi ammazzerebbero e il fatto dal gay lo vedono come una scusa meschina chissà a quali fini. A casa mia non sanno nulla della storia del gay ma hanno visto che ho rotto con la mia ragazza e questo per loro significa immancabilmente che ce ne ho un’altra. Insomma, se mi mettessi a gridare sul tetto che sono gay mi prenderebbero solo per pazzo ma per gay mai! È ovvio che non lo sono! Eppure per me è ovvio il contrario! Adesso, Project, tu mi chiederai perché non mi sento né carne né pesce, dato ché ho detto io chiarissimo che mi sento gay, però il problema c’è perché io i ragazzi li desidero sessualmente ma non mi innamoro mai di un ragazzo. Mi potrai dire che in fondo non sono nemmeno 4 mesi che mi sento gay e che magari non ho incontrato il ragazzo giusto, però con una ragazza è tutto enormemente più facile, praticamente il copione è scontato. Se fai la dichiarazione a una ragazza e lei non ti vuole te lo dice e chiusa lì. Ma come faccio con un ragazzo. È complicata parecchio. Poi, parliamoci chiaro, certi ragazzi sono proprio sexy, ma proprio tanto tanto, non so come avevo fatto a non accorgermene prima, però se dico che mi piacciono molto non vuol dire che ne sono innamorato come ero innamorato della mia ragazza. Project, ho letto nel forum storie di ragazzi che riescono a stare insieme come sta insieme una coppia etero, cioè non sesso e basta, o che almeno una cosa del genere la desiderano. Ma io non riesco a pensare al rapporto con un ragazzo in questi termini. Un ragazzo mi eccita ma non lo amo. Ti dico, Project, questo fatto mi mette in crisi, un po’ mi piacerebbe una storia d’amore con un ragazzo, come quelle che ho letto nel forum, ma credo che non ne sarei mai capace. Per me la prima spinta verso un ragazzo è il sesso, non l’amore spirituale. Lo so che dico una cosa che non ti piace, ma penso che non dico tutti, ma moltissimi gay ragionino come me. Ultimamente (15 giorni fa), per la prima volta sono entrato in una chat un po’ erotica e ho conosciuto un ragazzo di 25 anni, ci siamo visti, grandi aspettative, ma era gentile, educato, quasi timido, si vedeva che da me si aspettava qualcosa di più serio, risultato: l’ho piantato lì e gli ho detto che non sarei mai riuscito a innamorarmi di lui e che di fare sesso con uno che da me si aspettava di più non me la sentivo. C’è rimasto malissimo, il giorno dopo mi ha mandato una mail dolcissima in cui mi diceva che ero il primo che non aveva approfittato della situazione. Beh, la cosa mi ha scosso non poco, ma questo con l’amore non c’entra niente, magari con quel ragazzo si potrebbe anche diventare amici, ma l’idea che non riuscirò mai a innamorarmi di un ragazzo ce l’ho e mi condiziona molto. Uno come quello che avevo incontrato mi piaceva pure e molto ma non lo posso imbrogliare dicendogli “Ti amo” se non è vero. Capiscimi, Project, questa cosa mi condiziona molto. Non ti voglio togliere ai tuoi impegni ma parlare un po’ mi farebbe piacere. Ti allego il mio contatto.

[lettera firmata]

p. s. : se vuoi, puoi pubblica questa mail, ma magari rispondimi in privato.
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Oggi, 25/11/2008, alle ore 13.30, l’autore del post di apertura di questa discussione mi ha inviato una mail che riporto qui di seguito [con la sua autorizzazione].

Ciao Project,
intanto grazie per la chiacchierata di venerdì sera. Se tu sei gay allora mi sento meno a disagio a dire che sono gay pure io! Sono stato veramente bene, in pratica era la prima volta che potevo parlare liberamente di me. Grazie per aver pubblicato la prima mail, ho visto che Coreute e Editore l’hanno commentata. In effetti, quando dico che non mi sento né carne né pesce, dico che ancora adesso non ho capito esattamente che cosa cerco. Mi torna in mente la mia ragazza, questo è verissimo, ma non la ripenso in dimensione di desiderio sessuale. Non so che dire, ma adesso non mi sento bisex, può darsi che le cose cambino in seguito ma francamente non mi pare molto probabile. Diciamo che una ragione me la sono data da me, e adesso parlando con te mi sa che è proprio quella giusta. Diciamola così di botto, l’idea di sesso gay come scappatella l’accetto perché mi salva un po’ la dimensione etero, che però, ormai lo so, non è la mia, mentre se mi impegnassi anche a livello affettivo con un ragazzo mi dovrei sentire gay al 100% e la mia presunta eterosessualità se ne andrebbe a farsi friggere e, diciamo, che ancora all’idea ci tengo un po’. Ieri sera ho risentito dopo qualche giorno il ragazzo della chat (risentirlo mi ha fatto un effetto fortissimo in tutti i sensi) e abbiamo parlato molto, siamo arrivati a una conclusione che mai mi sarei mai aspettato, cioè che ci sentiremo in chat (ma su msn e non in “quella” chat) e che tra qualche settimana, magari ci potremo anche vedere di nuovo, ma senza sesso (se ci riesco), cioè non voglio fare sesso per gioco con quel ragazzo e a lui la cosa è stata bene. Ieri sera mi ha colpito molto, era proprio prudentissimo e si vedeva che ci teneva molto e io ho cercato di metterlo a suo agio, alla fine gli ho chiesto una cosa e me ne sono meravigliato io stesso, gli ho chiesto di cancellare il suo profilo dalla chat, mi ha detto che lo avrebbe fatto ed effettivamente dopo 10 minuti il profilo non c’era più. Posso dire che ne sono stata molto contento. Adesso sono a questo punto. È un inizio? Gli ho detto che come amico mi sta benissimo e lui mi ha detto che del sesso non gliene importa niente (se è vero, il contrario di me!) e che un amico vero conta moltissimo. Be’ che vuol dire non lo so ma per lo meno ci si parla bene, cioè che un gay potesse essere così non me lo aspettavo proprio.

Project, sai una cosa? Il ragazzo di cui ti dicevo conosce Progetto Gay! La cosa mi è sembrata di ottimo auspicio.

Un abbraccio (ti chiamo stasera sul tardi)
[lettera firmata]
[p. s. Questa mail la puoi pubblicare, sono rimasto apposta un po’ sulle generali]

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martedì 18 novembre 2008

VOGLIO UN RAGAZZO GAY TUTTO PER ME

Mi capita spesso, in chat, di sentire questa frase “Lo voglio tutto per me!”. È a partire da questa frase che cercherò di presentare alcune riflessioni, derivate dall’esperienza delle chat, assolutamente fondamentali in tema di rapporti tra ragazzi gay.

Molto spesso i ragazzi gay che non hanno mai conosciuto altri ragazzi gay mi parlano del loro disagio e della loro solitudine affettiva dando per scontato che quel disagio sarebbe certamente superato se essi avessero l’occasione di conoscere altri ragazzi gay. È il classico assioma “GAY + GAY = AMORE”.

Dietro questo assioma che ha ben poco a che vedere con la realtà esiste un insieme di postulati, dati anch’essi inconsciamente per scontati:

1) “In fondo” l’attrazione fisica ha un peso marginale.

2) Le fantasie masturbatorie sono comuni a tutti i gay che, in pratica, desiderano le stesse cose;

3) I gay sono un gruppo omogeneo e tra loro e posso capirsi facilmente perché le loro storie sono simili ed essi vivono sostanzialmente gli stessi problemi.

Questi tre postulati sono purtroppo l’esatto contrario della realtà:

1) L’attrazione fisica ha un peso enorme nel fondare i rapporti affettivi che, tra ragazzi gay, hanno inevitabilmente anche una valenza sessuale più o meno evidente. Mentre l’amicizia tra due ragazzi etero non ha implicazioni sessuali quella tra due ragazzi gay è inevitabilmente connessa, almeno in una prima fase, ad una valutazione quando meno di generica gradevolezza sessuale.

2) Le fantasie masturbatorie sono in realtà molto diverse da persona a persona e sono una espressione privatissima della personalità profonda del singolo e del complesso del suo vissuto. Le espressioni verbali della sessualità (le parole del sesso) hanno ambiguità semantiche profonde che inducono a credere simili cose che non lo sono affatto: basti pensare al fatto che la stessa parola “amore” è un’ampiezza di significati non paragonabile a quella di nessun’altra parola e che parola “carezza” suscita collegamenti molto diversi di individuo a individuo.

3) Le storie dei ragazzi gay pur apparendo talvolta simili l’una all’altra dall’esterno sono caratterizzate da climi affettivi, da situazioni concrete e da stati soggettivi quanto mai variabili. Per capirsi riducendo al minimo i fraintendimenti occorre usare codici comunicativi molto affini, cosa certamente non comune.

Parlando con ragazzi gay che pur avendo conosciuto altri ragazzi gay non hanno mai vissuto l’esperienza diretta di un rapporto affettivo a due con un altro ragazzo gay, mi trovo spesso di fonte a visioni utopistiche e molto schematiche delle relazioni interpersonali tra ragazzi gay. Qui ormai l’assioma “GAY + GAY = AMORE” è superato, l’esperienza ha insegnato che non corrisponde alla realtà ma la dimensione utopistica del rapporto affettivo-sessuale gay-gay si è solo modificata: “Quando troverò il ragazzo giusto lo voglio tutto per me!” In questa affermazione è insita l’idea classica del “MIO ragazzo” che comporta tutta una serie di implicazioni:

1) Non voglio che riveda i suoi ex

2) Dobbiamo avere gli stessi amici

3) Dobbiamo andare in giro sempre e solo insieme

4) Devo sapere tutto di lui

5) Noi siamo una cosa sola

6) Io gli devo bastare in tutto

7) La nostra intesa sessuale deve essere perfetta

Queste cose si posso sintetizzare nella parola gelosia e anche nella parola possessività.

Ci sono in realtà due modi diversi di concepire il rapporto con un altro ragazzo:

1) Il mio ragazzo mi deve permettere di rendere reali tutte le mia aspettative e tutte le mie fantasie;

2) Bisogna ricostruire in due sulla base di una logica di coppia, mettendo da parte le visioni individualistiche in vista di una dimensione comune.

Anche nel caso in cui si assuma il secondo punto di vista è necessario sgombrare bene il campo dal pregiudizio secondo il quale la vita di coppia può dare una risposta esaustiva a tutte le esigenze di due ragazzi. Per quanto la vita di coppia possa essere soddisfacente e gratificante rimarranno comunque altre esigenze affettive cui la vita di coppia non può dare risposta, continueranno ad esistere amici che sono amici di uno solo dei componenti della coppia, affetti familiari insostituibili e spesso anche affetti importanti, al di fuori della coppia, al limite tra l’affetto e l’amore. Ogni forzatura, ogni forma di gelosia o peggio di ricatto affettivo, ogni tentativo di limitazione della liberà, ogni tentativo di imporre la vita di coppia al di là della libera scelta di entrambi i componenti della coppia medesima, è vissuto come coercitivo, opprimente, negatore di una libertà che nella vita affettiva è essenziale.

L’equilibrio interno di una coppia non va in crisi solo per grandi questioni di principio, come il tradimento o la disaffezione, ma per motivi apparentante futili (la classica goccia che fa traboccare il vaso) quando la tensione accumulata nel tempo giunge al limite di rottura. E in fondo il non accorgersi che la tensione all’interno della coppia ha raggiunto i livelli di guardia indica in sostanza una incompatibilità di fondo.

Diversamente da quanto si potrebbe credere, mi accede più di qualche volta di sentir parlare di insoddisfazione sessuale da parte di ragazzi gay che vivono in coppia. Spesso questa insoddisfazione è attribuita alla noia legata alla ripetitività dei comportamenti sessuali che diventano stereotipati, all’insorgere di fantasie sessuali che non possono trovare appagamento in una coppia gay, come le fantasie etero o le fantasie di tradimento. L’insoddisfazione si manifesta talvolta in forme di vero disagio fino al limite dell’impotenza. Molto spesso i ragazzi che insistono molto sulla dimensione tecnica della sessualità finiscono per trascurarne la sua essenza affettiva. Non parlano del loro ragazzo e del fatto che se ne sentono innamorati perché di fatto non ne sono innamorati e si concentrano su una sessualità che si riduce a una serie di comportamenti ormai svuotati della motivazione psicologia forte che ne dovrebbe costituire il fondamento. Esiste un preconcetto assai diffuso, secondo il quale, se due ragazzi convivono da anni e hanno una vita sessuale comune, quei ragazzi si amano. In realtà questa affermazione non è realistica e più di qualche volta le convivenze e le relazioni di lungo periodo anche senza convivenza sono basate più sull’abitudine che su un vero rapporto d’amore. Sottolineo che spessissimo i ragazzi che vivono in coppia danno per scontata l’idea che il loro sia un ottimo rapporto di coppia, ma alla prova dei fatti si nota chiaramente che così non è. Valga come esempio il seguente discorso: “Lui è un bravissimo ragazzo e ci amiamo come il primo giorno, noi non potremmo stare l’uno senza l’altro … beh, certe volte non gli va di fare sesso, io ci provo ma non ne vuole proprio sapere e io non insisto, … se gli chiedo una cosa posso stare sicuro che se la scorda, … sono quasi due settimane che non facciamo sesso … lui è sempre stanco”. In situazioni del genere il disagio si manifesta spesso nella sfera sessuale ma ha origine molto più a monte in una dimensione di insoddisfazione della relazione affettiva: “Torna arrabbiatissimo dal lavoro e se la prende sempre con me, alza la voce e mi dà un fastidio terribile, oppure io cucino e lui non cena, oppure apre il frigo e mangia la prima cosa che trova”.

Quando manca una relazione affettiva forte, cioè una relazione d’amore, la frustrazione a livello sessuale è inevitabile e non dipende dal “che cosa si fa” all’interno di un rapporto sessuale ma dal fatto che lo si fa con una persona che non si ama. La sessualità vissuta al di fuori di un’esperienza affettiva forte, quella per intendersi vissuta per abitudine o per provare di che si tratta con persone che non si amano, comporta automaticamente insoddisfazione sessuale perché una sessualità senza una vera affettività è un mezzo senza scopo.

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martedì 4 novembre 2008

IMPRINTING GAY

28 ottobre 17.31 CARLO scrive:

Sai un mio amico ha un problema grave ormai cerchiamo tutti d aiutarlo ... vedi lui sin da piccolo ha avuto esperienze omosessuali a 5 anni, poi alle elementari, e poi a 14 anni ha avuto la sua prima strusciatina con una ragazza e dopo numerose esperienze con quest'ultima sa che gli piacciono le donne ... sul campo va meglio ma sulla masturbazione oltre al pensiero delle donne avverte un forte desiderio di masturbarsi su uomini ... io credo che cmq sia stato condizionato da fattori passati, esperienze omosessuali che cmq hanno contribuito a questo suo particolare orientamento ... cmq sia tutti siamo etero però in base al contesto sociale e a fattori, esperienze ecc. scegliamo un orientamento piuttosto che un altro ... quindi la sua dipendenza sessuale è molto forte ma e convinto d poterne uscire ... e quello che voglio sapere è questo ... se ne può uscire?????? mi chiarisci le idee???? sennò ci scappa un morto..
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In questo commento di Carlo sono sintetizzati molti elementi. Provo ad analizzarli in modo conseguente:

Si parte da un’affermazione secondo la quale “tutti siamo etero però in base al contesto sociale e a fattori, esperienze ecc. scegliamo un orientamento piuttosto che un altro”. Questa affermazione, che ha l’apparenza di un luogo comune di buon senso, contiene affermazioni totalmente gratuite. Non mi soffermo neppure sul “tutti siamo etero” che postula una fantomatica identità etero originaria, ma osservo che nessun gay direbbe di avere “scelto di essere gay”. L’identità gay non è affatto una scelta ma una realtà che spesso si fatica ad accettare.

Si parla di un bambino che ha avuto esperienze omosessuali a 5 anni e poi alle elementari. Dire che un bambino di 5 anni ha avuto esperienze omosessuali è probabilmente un modo improprio di esprimersi che potrebbe significare due cose completamente diverse, cioè che quel bambino ha sviluppato con altri coetanei attività esplorative della sessualità in età molto precoce oppure che quel bambino è stato oggetto dell’attenzioni sessuali di adulti. Le due situazioni sono intrinsecamente diverse. Al di là della terminologia si tratta, sia in un caso che nell’altro, di un problema estremamente serio. Le modalità della scoperta della sessualità e la sistemazione psicologica definitiva delle prime esperienze sessuali (imprinting sessuale) hanno sicuramente una importanza enorme nello sviluppo della sessualità adulta, questo significa che ci si può domandare se esperienze sessuali molto precoci possano essere determinanti nella definizione dell’orientamento sessuale. Avere riscontri oggettivi circa il fatto che l’imprinting sessuale possa essere determinante nella definizione dell’orientamento sessuale non è concretamente possibile. Ogni affermazione, sia in positivo che in negativo, resta quindi priva di verifica e in buona sostanza nulla più che un’affermazione di principio. Ciò che invece è possibile riscontrare è la percezione che l’adulto ha dell’imprinting sessuale come condizionante l’orientamento sessuale. In altri termini non possiamo dire se sia o meno condizionante ma possiamo verificare se sia o meno percepito come condizionante da parte dei singoli in un’età in cui l’orientamento sessuale è ormai definito (anche se talvolta non accettato).

Sulla base dell’esperienza devo osservare che ciò che emerge in chat è legato a situazioni di disagio più o meno grave; quanto non crea problemi non è in genere oggetto di colloquio. Poco importa ad un ragazzo gay se il suo orientamento sessuale derivi o meno da esperienze infantili se il ricordo di quelle esperienze non crea particolari problemi e se l’essere gay è un fatto ormai accettato. Qualora invece il ricordo risulti sgradevole, problematico e non tranquillamente archiviato nell’ambito di una sistemazione organica del proprio passato, oppure l’omosessualità sia vissuta con ansia o non sia accettata, allora per un ragazzo chiedersi se la sua omosessualità deriva da un imprinting infantile ha un senso preciso perché una domanda simile tende a identificare delle colpe dalle quali deriverebbe l’omosessualità. In pratica quando un ragazzo in chat tende ad indagare la propria sessualità infantile alla ricerca del “perché sono gay?”, in realtà si chiede “di chi è la colpa del fatto che sono gay?” Di solito non si identifica nessuna colpa quando l’imprinting sessuale è legato ad una esplorazione sessuale tra ragazzi più o meno coetanei, mentre la colpa viene chiaramente individuata quando l’imprinting sessuale è stato il risultato di un atto di volontà coscientemente compiuto da un individuo molto più grande. Frasi come “però lui non si rendeva nemmeno conto” oppure “però in fondo era un gioco” dimostrano come non sia un comportamento sessuale in sé ad essere considerato colpevole ma come la colpa venga legata alla consapevolezza piena di ciò che si fa e delle relative conseguenze. Il riconoscimento della colpa di un altro individuo crea in un ragazzo la coscienza di essere vittima di un comportamento colpevole altrui e lo spinge a collegare l’origine del proprio orientamento sessuale al fatto di aver subito il comportamento colpevole di un altro individuo (violenza fisica o psicologica o quantomeno strumentalizzazione cosciente), ciò crea grossi problemi circa l’accettazione della omosessualità la cui origine non è considerata spontanea ma è tendenzialmente individuata proprio nell’aver subito violenza. Certo di gran lunga meno complessi sono i problemi legati alla esplorazione sessuale tra ragazzi più o meno coetanei, che è vissuta come un momento di condivisione tra pari in un’atmosfera di morbosità sessuale infantile o preadolescenziale.

Non ha molto senso chiedersi se il fatto che un ragazzo giovanissimo abbia esperienze di esplorazione sessuale con altri ragazzi anziché con ragazze sia la causa del suo orientamento sessuale gay o se proprio perché originariamente gay quel ragazzo cerchi esperienze con altri ragazzi piuttosto che con ragazze, ma certo tra l’avere vissuto esperienze di esplorazione omosessuale infantile o preadolescenziale “fortemente connotate sessualmente” e l’orientamento sessuale gay sviluppato in età successive esiste quanto meno una correlazione statistica che non è tuttavia facilmente riducibile in rapporti di causa-effetto. La specificazione “fortemente connotate sessualmente” è fondamentale perché di norma l’esplorazione sessuale non ha un’autentica connotazione sessuale.

La sessualità preadolescenziale e adolescenziale si sviluppa sulla base di due elementi distinti e correlati:

1) Lo sviluppo sessuale fisiologico, cioè la maturazione sessuale fisica di un ragazzo.

2) Le cosiddette atmosfere (o aure) sessuali.

Le atmosfere sessuali sono percepite molto prima che se ne comprenda il senso in modo sufficientemente chiaro. In genere l’elemento fondamentale che connota come sessuale un comportamento è il tabù (questo non si fa!) che si manifesta sia in forma esplicita come divieto che in forma implicita come rimozione dell’argomento che non è mai preso in considerazione. La proibizione e il tabù caricano un oggetto o un comportamento di atmosfere sessuali, ovviamente la proibizione produce la necessità di superarla ma salvando comunque l’apparenza. Violare il tabù consacrato da un’atmosfera sessuale forte è visto come elemento di crescita che deve essere vissuto tra compagni, in modo segreto, non coinvolgendo il mondo degli adulti: è la cosiddetta morbosità sessuale pre-adolescenziale e talvolta adolescenziale: un contenuto affascina perché è proibito e la proibizione deve essere violata tra pari.

Ormai da diversi anni, mancando una vera educazione sessuale-affettiva, l’educazione sessuale dei ragazzi è totalmente delegata alla pornografia e i contenuti della pornografia sono i tipici tabù sessuali. Vedere insieme un film porno in età pre-adolescenziale ha una dimensione morbosa perché rappresenta la violazione condivisa di un tabù. La morbosità delle trasgressioni le rende momenti carichi di una intensità affettiva e sessuale molto forte, valga l’esempio dei comportamenti anche infantili di esplorazione reciproca della nudità dell’alto, dei primi contatti visivi e non solo con i genitali di un’altra persona, anche in età in cui erezione e eiaculazione sono ancora da scoprire.

In una società in cui non ci sono tabù sessuali connessi alla nudità, che è accettata come una cosa comune, la nudità perde il suo carattere morboso perché manca l’aura sessuale intorno ad essa. In epoche e in società diverse gli stessi fatti possono essere vissuti in modo morboso o addirittura senza alcuna implicazione sessuale a seconda dell’ambiente. Classico è l’esempio del nudo che ha subito nel corso della storia una progressiva liberalizzazione. Sottolineo un fatto paradossale il nudo per i gay ha normalmente una valenza molto meno morbosa che per gli etero. La segregazione per sesso, se toglie ai ragazzi etero la possibilità di vedere ragazze nude, per esempio in ambiente sportivo, offre invece ai ragazzi gay lo spettacolo comune della nudità di altri ragazzi. Per un ragazzo etero vedere una ragazza nuda è molto più difficile di quanto non sia per un ragazzo gay vedere un ragazzo nudo, di conseguenza il senso di trasgressione che prova un ragazzo etero nello spiare la nudità di una ragazza è più forte di quello che prova un gay nello spiare un ragazzo. Le attività sportive in comune, divenute estremamente diffuse, hanno praticamente tolto alla nudità di un ragazzo gran parte della morbosità che essa poteva rivestire in precedenza per un gay.

In età infantile e al limite pre-adolescenziale, quando la nudità non è esperienza comune, essa può rivestire caratteri di morbosità, ma da quando esiste un’attività sportiva in comune, diciamo dagli 11 anni in poi, la morbosità sessuale si manifesta in trasgressioni che vanno oltre la dimensione del nudo, si tratta nella stragrande maggioranza dei casi di comportamenti esclusivamente imitativi dei modelli proposti dalla pornografia messi in pratica da ragazzi non sessualmente maturi. Questi comportamenti, col passare del tempo e con la maturazione sessuale fisiologica, assumono via vita, o possono assumere, una connotazione autenticamente sessuale. Tuttavia nella grande maggioranza dei casi l’esplorazione sessuale reciproca serve a dare a un ragazzo la dimensione della sua maturazione sessuale, la cui realizzazione è percepita tipicamente attraverso la crescita dei peli pubici e la dimensione del membro. I confronti sulla dimensione del membro in età pre-adolescenziale sono comunissimi e non hanno nulla a che vedere con l’omosessualità. L’esplorazione sessuale reciproca in buona sostanza non è neppure avvertita come una forma di imprinting sessuale perché in essa prevale l’elemento di ricerca della tranquillità in rapporto al proprio sviluppo sessuale.

Riassumendo, salvo rare eccezioni, l’esplorazione sessuale reciproca in età infantile o preadolescenziale non è generalmente caricata di valenze autenticamente sessuali e non è vissuta come imprinting sessuale e realisticamente non ha un peso nella determinazione dell’orientamento sessuale. Naturalmente, nei casi in cui l’enfatizzazione del contenuto sessuale è forte, queste esperienze possono essere vissute come un vero imprinting e in quel caso l’ipotesi che possano essere correlate, senza un preciso rapporto di causa ed effetto, con l’orientamento sessuale adulto è un’ipotesi realistica.

Nel caso in cui un ragazzo si senta vittima di interessi sessuali da parte di adulti gli eventuali contatti sessuali subiti non solo sono vissuti come un imprinting sessuale, ma come un imprinting negativo e violento. In questi casi, per i ragazzi che si scopriranno gay, l’accettazione della omosessualità sarà molto problematica perché sarà vista come esito di un imprinting violento del quale si è rimasti vittima e che ha interrotto e deviato il normale corso della maturazione della sessualità. Che ciò sia oggettivamente vero o meno poco conta perché è la percezione del fatto che crea il disagio.

Quanto al fatto riportato nel commento citato che un ragazzo al quale “piacciono le donne” provi forti desideri di masturbarsi pensando a uomini, sono portato a pensare, come ho detto più volte che si tratti di un ragazzo gay che tende a scappare dalla sua identità. Potrebbe anche avere un senso un’ipotesi di bisessualità basata sul fatto che il ragazzo si masturba sia penando agli uomini che pensando alle donne, che è una caratteristica della bisessualità non a periodi, ma il quadro complessivo e il “forte desiderio” di masturbarsi pensando agli uomini ricorda da vicino le situazioni tipiche dei ragazzi gay in fuga dalla omosessualità.

Se volete, potete partecipare alla discussione su questo post aperta sul forum di Progetto Gay:
http://progettogay.forumfree.net/?t=33871571

domenica 2 novembre 2008

AMORE VERO GAY ETERO

Dopo la pubblicazione del post “Quando un gay si innamora di un etero” http://storiegay.spaces.live.com/blog/cns!5A60249849128BDA!948.entry , il 30/10/2008 ho ricevuto da un lettore la seguente mail:
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Ciao.... io non sono più un ragazzino.... ma mi sono perdutamente innamorato di un etero.... ma la cosa strana è che mi rende felice come non sono mai stato.
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Ho risposto in data 31/10 con la seguente mail.
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Ciao,
quello che mi dici non mi stupisce affatto. Anche a me è capitato di innamorarmi di un etero ed è stata una delle cose più belle della mia vita!
In questo link puoi trovare i post pubblicati su Progetto Gay relativi all’amore gay-etero, ma cercando nell’indice o nel motore di ricerca interno potrai trovare parecchie altre cose in proposito. Che possano esistere in alcuni casi (poco comuni) degli autentici rapporti d’amore gay-etero con una reciprocità affettiva profonda è un dato di fatto incontrovertibile. Si arriva al punto che per mantenere in vita il rapporto gay-etero il gay rinuncia a una vita tipicamente gay e l’etero a una vita tipicamente etero e si tratta di rinunce ampiamente compensate dalla intensità di un rapporto affettivo reciproco anche senza una reciprocità di interesse sessuale. Quando un rapporto del genere è accettato per quello che è, sono il primo a pensare che possa avere un valore enorme, ma spesso l’accettazione nasconde l’ipotesi che l’etero prima o poi si scopra gay e in quel caso, anche molto tardivamente, la frustrazione si fa sentire.

Proposta: Ti andrebbe di raccontare la tua storia ai lettori di Progetto Gay, ovviamente in modo anonimo e nel pieno rispetto della privacy?

Grazie in ogni caso per la tua mail. Un abbraccio.
GayProject
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In data 1° Novembre ho ricevuto la seguente mail che pubblico. Ne ringrazio di cuore l’autore. Penso che l’argomento sia particolarmente importante e sia spesso sottovalutato. I rapporti d’amore tra un gay e un etero sono rari ma quando si realizzano, proprio per il fatto che nascono contro le previsioni e gli atteggiamenti comuni, hanno un’intensità e una reciprocità affettiva che è raro trovare anche tra due gay.
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La mia storia?

ho 30 anni ed ho sempre saputo di essere gay ma non o mai voluto andare avanti per questa strada...Per questo sono stato con ragazze e mi sono anche innamorato di una ragazza con la quale sono stato 2 anni.

Non ho mai rinnegato il mio lato gay...so di esserlo e lo ho accettato.

Alla fine però mi accorgevo che il rapporto con lei era solamente una forzatura ed ho deciso di rompere...non avrei potuto darle la felicità che voleva.

Un giorno, eravamo fuori città per un week end ed un mio amico mi presenta questo ragazzo. Lo ho trovato subito simpatico ma niente di più ...per me non l'avrei neanche più ricercato al ritorno a casa. Mi chiede il numero di tel. e il contatto di msn. Da li si è inserito sempre di più nel mio gruppo anche se io non lo cercavo mai. Lui mi chiamava per uscire ...per sapere dove eravamo. La cosa mi sembrava strana perché è più giovane di me di 5 anni , è un bellissimo ragazzo ed ha un sacco di amici....Credetemi!...ha fatto di tutto per conquistare la mia amicizia ed io inizialmente lo evitavo anche.

Poi le giornate insieme diventano sempre più belle...le sue chiamate durante la giornata mi mettevano di buon umore...mi interessava qualsiasi cosa di lui...anche il racconto più banale....Piano piano me ne sono innamorato alla follia.

Mi chiama 3 volte il giorno...ci vediamo tutti i giorni...mi fa anche delle sorprese inaspettate presentandosi in posti dove non pensavo mai di trovarlo col solo intento di sorprendermi....

Io per natura amo stare con molta gente e sono molto cercato..e lui spesso nonostante il gruppo tende a isolarmi dal resto dicendo che stiamo bene solo noi...che non si accorge neanche degli altri quando è con me...Mi adora e lo dice di continuo.

Adesso sono passati due anni e la cosa non ha mai perso di intensità...anzi...siamo una cosa sola...non esisto senza di lui e viceversa.

In questo periodo è stato anche fidanzato con una ragazza ma non si è dimenticato di me...anzi....stava piu con me che con lei...e questo è servito a non farmi soffrire per il suo fidanzamento.

Non abbiamo mai litigato...neanche una volta...ridiamo e parliamo di tutto...e la cosa ci rende felici entrambi.

So per certo che non è gay....anche se ogni tanto con me ha avuto atteggiamenti equivoci....ma ho paura a parlagli...vorrei che fosse lui eventualmente ad aprirsi...anche perché non sento l'esigenza in quanto mi dà tutta la felicità che ho sempre desiderato.

Ciao