domenica 30 maggio 2010

ORIENTAMENTO SESSUALE PER GRUPPI DI ETA'

Cari amici di progetto gay, dopo un paio di giorni di lavoro, sono finalmente riuscito a pubblicare le tabelle dell’orientamento sessuale distinto per gruppi di età (una elaborazione dei dati del test di autovalutazione dell’orientamento sessuale di Progetto Gay).
Alla pagina:
potere leggere le tabelle, ordinate per gruppi di età, concernenti l'orientamento sessuale percepito, l'orientamento affettivo e l'orientamento della masturbazione. I risultati sono in percentuale rispetto al gruppo di età. VA SOTTOLINEATO CHE IL CAMPIONE NON E' RAPPRESENTATIVO DELLA POPOLAZIONE GENERALE E NEPPURE DELLA POPOLAZIONE GAY PERCHE' E' COSTITUTO DA TUTTE LE PERSONE CHE HANNO COMPILATO IL MODULO ONLINE RELATIVO AL TEST DI AUTOVALUTAZIONE DELL'ORIENTAMENTO SESSUALE DI PROGETTO GAY. La scarsa numerosità dei gruppi relativi alle età meno giovani rende statisticamente poco significativi quei risultati. Le tabelle mirano a rendere esplicito come l'orientamento sessuale percepito non coincida con l'orientamento affettivo e neppure con l'orientamento della masturbazione e come le differenze fra queste tre modalità di espressione dell'orientamento sessuale si manifestino in modo diverso a seconda dei gruppi di età. I dati sono stati elaborati sulla base del Test di autovalutazione dell'orientamento sessuale di Progetto Gay. Tutti i sondaggi e i test di Progetto Gay si possono trovare alla pagina:
Le tabelle pubblicate sono autoaggiornanti cioè ritraggono lo stato del sondaggio al momento della consultazione.
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Se volete, potete commentare i dati statistici sul forum di Progetto Gay:

venerdì 28 maggio 2010

AMICIZIA TRA GAY

Ciao project, volevo chiederti una cosa.
Ieri mi hai detto che hai capito chi sono, che tipo di persona sono...
So che è una cosa stupida ma... li per li non ci avevo pensato, mi è venuto in mente dopo, e cioè se la tua opinione su di me sia positiva (anche se spero che lo sia :) ).
Ti dico questo perché ho notato che le persone con cui parlo in chat si fanno subito una strana idea su di me, questo riporta al discorso riguardante la morale gay e il concetto di amicizia tra omosessuali.
Vedi io ho sempre avuto discreti rapporti sociali, con diversi tipi di persone, da quelli che comunemente sono giudicate "cattive compagnie" al loro esatto opposto e non mi sono mai posto il problema di "con chi stessi parlando" o il fatto che lo facessi con un qualche interesse e per questo sono sempre stato apprezzato.
Tendo ad essere sincero e spontaneo, quando non sono depresso, e questo con le persone della chat viene sempre frainteso ... non capisco il perché ma credo che pensino tutti che io ci stia provando e si comportano di conseguenza, non mi allontanano, ma cominciano tipo a psicanalizzarmi ... quasi che dovessero capire non so cosa su di me.
Io ho parlato con molte persone della chat sia nuovi arrivati che utenti datati, la maggior parte delle volte non sono io a contattare loro (almeno la prima volta), io cerco di comportarmi con loro come farei con chiunque, ci scherzo, ci parlo seriamente, mi ci confronto cerco di parlare di un po’ di tutto sia di cose frivole che di cose importanti a seconda del mio e del loro umore sul momento, se sono nuovi utenti gli dico se hanno notato il forum e li invito a iscriversi ... perché la maggior parte di loro fraintende il mio modo di comportarmi?
Io credo che tra due gay ci possa essere semplicemente amicizia, la maggior parte di loro, almeno quelli a cui l'ho chiesto, sono convinti del contrario.
Come ti ho detto io vengo da un'esperienza di vita sociale piuttosto ampia, nei gruppi di amici di cui faccio, od ho fatto, parte ci sono sempre stati sia uomini che donne, qualche volta è nata qualche "scintilla" qualche volta un "fuoco di paglia", altre volte un amore serio, ma questo non significa che non si sia un gruppo di amici.
Inoltre tutte le mie esperienze (etero), sia tramite amici che tramite chat, sono nate prima da una forma di amicizia, anche se non tutte le donne con cui sono o sono stato amico sono finite a letto con me o ci ho flirtato.
Parlando con gli altri alle volte ho l'impressione che abbiano paura del proprio interlocutore, che non vogliano esporsi, che abbiano paura di non essere capaci di dominare quello che potrebbero provare, non capisco, veramente, ma possibile che tutto quello che riguarda il rapporto tra due persone omosessuali debba per forza risolversi con pensieri riguardanti la sfera sessuale e quella affettiva direttamente al sesso legata (amore ed eros)?
Capisco che l'amicizia è una cosa seria, capisco che tutti (me compreso) cerchino un compagno e non un amico ma diamine, perché non si può essere amici solo per il fatto che sappiamo, l'un l'altro, di essere gay? Che senso ha?
La maggior parte delle volte che parlo con qualcuno non lo faccio per "interesse", fino ad adesso l'ho fatto con una sola persona e ho messo la cosa in chiaro fin da subito.
Alle volte voglio solamente parlare o cazzeggiare, altre vorrei avere l'opinione o il parere di una voce amica, altre ancora cerco magari un pochino di comprensione da qualcuno che può capirmi visto che è come me. Che cosa c'è di anormale o di strano in questo? Te ne sarai accorto anche quando parlo con te, io cerco dialogo mi piace parlare e confrontarmi con gli altri e finora non ho mai avuto l'occasione di farlo con altri omosessuali, è tanto strana la mia curiosità, il mio cameratismo, la mia cordialità?
E' vero che cerco di essere sempre sincero e spontaneo in quello che dico, in chat come sul forum, ma lo faccio perché sono fatto così dico quello che penso e lo faccio pensando che di fronte ho un essere umano anche se ci comunico con una tastiera e un monitor, non lo faccio per chissà quale motivo e non voglio assolutamente che questo mio modo di essere sia frainteso o mal giudicato per il semplice motivo che la cosa non farebbe male soltanto a me (non è bello essere considerato in quel modo) e perché non vorrei con il mio comportamento allontanare, traviare o illudere altre persone.

Scusa se mi permetto, ma vorrei dirti due parole sulla chat pubblica e chiederti di rivalutare la tua posizione. Nonostante abbia provato in prima persona cosa vuol dire essere preso di mira in una chat pubblica (non mi era mai successo, ma infondo non avevo mai partecipato prima ad una chat con contenuti omosessuali) credo che sia molto utile.
Ho conosciuto diverse persone che si sono avvicinate alla chat e ho capito quanto alle volte sia di supporto. Io stesso mi sono avvicinato a voi per merito della chat pubblica.
E poi ti posso assicurare che è sorprendente la maturità che ho visto dimostrare da molti degli utenti della chat nelle situazioni più disparate, soprattutto se c'è qualcuno che ha problemi o vuole informazioni se non semplicemente parlare.
Indubbiamente bisogna cambiare qualcosa, aumentare gli op, chiedere a tutti gli utenti di identificarsi pena il kick, un controllo maggiore e una sensibilizzazione maggiore degli utenti nell'utilizzo della chat (non dire nulla di personale, evitare discorsi lunghi se non in PM, massima prudenza in presenza di sconosciuti, ecc...) ma credo che sarebbe un grossissimo errore chiuderla.

Ciao e buona giornata
[omissis]
PS: se pensi che pubblicare questa mail abbia una qualche utilità sei libero di farlo ma per favore evita la firma.
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Ciao [omissis],
beh, in effetti in chat in genere si chiacchiera bonariamente, senza prendere la cosa troppo sul serio, può anche accadere che si parli seriemente se se ne presenta l’occasione, ma in genere il discorso è piuttosto leggero. Quando si trova un ragazzo che parla liberamente anche di cose serie, come fai tu, che entra in prima persona negli argomenti e che dice quello che pensa, scattano automaticamente meccanismi di difesa, che poi potrebbero diventare meno condizionanti nel tempo ma che all’inizio sono quasi inevitabili. Un clima serio e disteso si può costruire ma nei tempi giusti. Ho avuto occasione di parlare con te diverse volte e mi sono trovato perfettamente a mio agio, ma io sono un vecchio e probabilmente non ho bisogno di schermi difensivi. Anzi il discorso è stato molto facilitato proprio dal fatto che sei portato ad entrare in modo diretto nelle cose. L’amicizia tra due gay? Ci mancherebbe che non potesse esistere!! L’ho vista in tante situazioni e i ragazzi che quell’esperienza di amicizia la vivevano, l’idea di mettere le cose sul piano sessuale o che le cose potessero finire su quel piano non penso l’abbiano proprio mai avuta. L’amicizia poi è una cosa seria ed ha bisogno di tempo per essere sperimentata e valutata. Amici gay in chat, certo, nulla in contrario. Ma chi l’ha detto che gay+gay=sesso! Il primato della sessualità è fin troppo sottolineato e l’idea che tutti i salmi finiscano in gloria e tutti i rapporti tra gay finiscano a letto non ha niente a che vedere con la realtà! A parte il fatto che un ragazzo gay non si innamora affatto di qualunque ragazzo gay gli capiti a tiro e non ha nemmeno l’idea fissa di fare sesso col primo gay che incontra. Tutto questo fa parte delle mitologie gay, o meglio delle mitologie falsamente gay introdotte dalla pornografia. Conosco ragazzi gay che hanno conosciuto decine di ragazzi gay e non si sono innamorati di nessuno di quei ragazzi! E nemmeno hanno sognato di avere rapporti sessuali con loro. In chat ci può essere chi fraintende, questo è possibile, ma tu stesso, alla fine, dici che la chat ha una utilità concreta, cosa che condivido.
Su di tono [omissis]!! Non ci facciamo spaventare dalle incomprensioni altrui e cerchiamo di avere una vera disponibilità al dialogo anche con ragazzi che possono avere modi di ragionare diversi dai nostri. Ci sono mille modi seri di essere gay e ciascuno segue la sua strada, anche se in fondo c’è un sentire comune.
Project
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giovedì 27 maggio 2010

GAY E MORALE - RISPOSTA DI UN LETTORE

Ricevo oggi l’autorizzazione alla pubblicazione di una mail di commento al post GAY E MORALE
Pubblico con piacere questa mail perché mi ha fatto riflettere molto.
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Ciao Project,
Non ho potuto fare a meno di vedere gli ultimi discorsi del 24 Maggio su tuo blog.
Cioè "GAY E MORALE"... allora, tu sai che io ti supporto sempre in quello che fai e che condivido le tue idee...
...ma non questa volta.
Premetto che non sono cattolico, però sono una persona dalla forte religiosità.
Io credo in una mia fede personale che mi sono costruito nel tempo, e nel tempo questa fede mi ha supportato più volte dandomi la forza di proseguire il mio difficile cammino di essere umano.
Cerco di spiegarmi, rifletti su quello che ti dico, se hai dubbi o alcuni discorsi ti tornano poco chiari chiedimi che cerco di spiegarti le cose meglio di quanto riesca a fare adesso.
Mi piacerebbe intanto sapere meglio quale è la tua posizione personale nei confronti del divino (se hai fede, in cosa credi, perché credi)... giusto per il fatto che il ragazzo che ti ha scritto quel messaggio diceva di sapere la tua posizione verso la Chiesa, ed io a quanto pare non ne sono al corrente (o più semplicemente no so di sapere quello che c'è da sapere).
Passando oltre e facendo un discorso che non affonda tanto nella fede ma quanto appunto nella forza morale ed interiore delle persone, volevo chiederti cosa hai provato leggendo quello che ti ha scritto quel ragazzo di 21 anni.
Io sinceramente ho visto un ragazzo molto dolce, che ha scorto il valore che rende legittimo e di pari dignità qualsiasi rapporto con l'altro, omo od etero che sia: l' Amore.
Il ragazzo non aveva mai avuto pulsioni omoerotiche in vita sua e per di più ha sempre seguito i comandamenti della sua religione cattolica... il solo fatto che non abbia rifiutato se stesso e che pensi che vi sia dolcezza ed umanità dietro al sogno che ha fatto denota che questo ragazzo è una persona buona capace realmente di comprendere le cose per come realmente stanno, senza pregiudizi di alcuna sorta né timori infondati di divinità o quant'altro.
A questo punto, espresso il mio punto di vista, quello che ti voglio chiedere è: perché hai dato a questo poveraccio delle risposte così aride? Io sono sicuro che questo ragazzo rivolgendosi a te avesse riposto speranze maggiori nell'essere ascoltato e compreso.
Il tuo approccio nei suoi confronti è stato molto "scientifico": hai preso le domande del ragazzo e gli hai risposto in termini di mettere a fuoco l'oggettiva impossibilità di lui di vivere come vorrebbe con due piedi in una staffa, hai ridotto il fattore moralità esterna rispetto al fattore moralità interna (non considerando che la moralità interna è, sopratutto per un ragazzo religioso, riflesso di quella esterna) (inoltre hai detto che una persona difficilmente si ritrova a definire, di propria coscienza/moralità, la propria sessualità come aberrante... ti devo ricordare i discorsi inerenti al dualismo sesso/amore?... Mi puoi dire che è ingiusto che una persona consideri la propria sessualità sbagliata, ma non che la cosa sia contraddittoria e questo per due motivi: a) non è vero; b) se al ragazzo gli dici che è contradditorio con se stesso, quando oltretutto non lo è, finisci solo con l'impanicarlo ulteriormente e mettere così in crisi il suo equilibrio spirituale nei confronti della religione e della sessualità).
In ultimo, la cosa che mi ha lasciato più con l'amaro in bocca è stata che tu hai addirittura sottolineato il fatto che per un ragazzo gay, lui nel caso specifico, è praticamente impossibile vivere un'amicizia affettuosa...
Io non sono d'accordo: io non solo per i miei personali principi, ma anzi, questo vale ancor di più per rispetto dei principi della persona che amerei, sacrificherei tranquillamente l'aspetto puramente sessuale del vivere assieme.
E non sarei l'unico: SenzaPeso è un altro che, anche se portato a simili scelte da altri motivi suoi, avrebbe comunque quella sensibilità di rinunciare a qualcosa di non necessario per la persona che ama. Lo dico perché nei post che lui ha scritto, che io ho letto, ho percepito da parte sua la consapevolezza che lo stare bene accanto ad una persona ed il vivere assieme ad essa le cose della propria vita, è il fulcro dell'amore. Tutto il resto viene di conseguenza.
Con tutti questi discorsi non voglio dire che non esista in me desiderio sessuale che vorrei appagare, ma io, così come il ragazzo di 21 anni cattolico, possiamo tranquillamente sacrificare questo aspetto almeno per un primo momento in cui il vero desiderio è conoscere il cuore dell'altra persona.
Il sesso verrebbe per noi solo come naturale conseguenza del provare affetto per il nostro ragazzo: dopo aver avvicinato la nostra anima a quella dell'amato, anche i corpi si attraggono perché vogliono esprimere appieno il piacere e l'amore che c'è fra di noi.
Tu hai detto invece che se quel ragazzo stesse con un altro ragazzo non riuscirebbe a resistere all'impulso sessuale... io non lo credo. Ripeto, è naturale ed è giusto che col tempo lui finisca anche col fare sesso, ma da qui a dire che "non so quanto tu possa rimanere fedele ai tuoi principi" c'è un abisso: i principi di questo ragazzo sono forti e se tu gli dici che lui non rimarrà fedele ad essi gli stai praticamente trasmettendo l'idea che quei principi non valgono nulla [in realtà non sto difendendo il valore dei principi in questione, ma il valore della determinazione del ragazzo. In parole povere, per quel ragazzo quei principi che a noi paiono ingiustificati (e che in effetti lo sono in parte), a sommi capi per lui sono giusti:
si evince dal modo fiero in cui dice che ha smesso di masturbarsi (non è più dipendente) che per lui questi principi sono sacri... se tu dici che la sua fedeltà a tali principi crollerà come un castello di carta, stai praticamente considerando privo di valore il suo mondo interiore che invece è ricco di amore (anche se è viziato da alcuni
ragionamenti di fondo erronei)].
Sono stato abbastanza chiaro? Riesci a capire di cosa sto parlando? [Se non lo capisci, dimmelo che vedo di essere più comprensibile].
In generale la cosa che mi ha lasciato disturbato da ciò che gli hai detto al ragazzo è l'accento che hai posto sul fatto che per un ragazzo gay è impossibile trovare la possibilità di coltivare un'amicizia affettuosa:
non solo penso che non sia necessariamente vero (io mi ritroverei meglio a vivere un'amicizia affettuosa piuttosto che una storia d'amore vera e propria, al momento), ma oltretutto reputo ingiusto che tu dica ciò.
E' vero che è statisticamente comprovato che il comportamento sessuale dei ragazzi di tutte le fasce di età tende ad essere quello di ricercare il sesso e solo in seconda (ma molto seconda, direi) analisi l'amore, però Project non ti devi dimenticare che è anzitutto l'affetto, la comunione di sentimenti fra due ragazzi, la cosa che rende degna di essere vissuta una relazione in due. Se una rapporto si basasse solo sul sesso sarebbe solo un delirio che deteriorerebbe la vita delle persone che partecipano di esso.
Capisci?
Se tu dici che un'amicizia affettuosa non può esistere fra due gay, stai trasmettendo a tutti coloro che leggono i tuoi post che prima di tutto viene il sesso, poi forse l'affetto... il che è statisticamente comprovato dal comportamento affettivo/sessuale dei gay, ripeto, come ripeto che però non è neppure giusto che pure da una persona importante sulla scena gay come te, questo tipo di messaggio venga sottolineato e così reso come se fosse una cosa normale e moralmente giusta.
Penso che dovresti piuttosto adoperarti a cercare di portare i gay verso una maggiore capacità di provare ed esprimere affettività piuttosto che rischiare di fossilizzare così i loro pensieri verso l'idea fissa che tra due uomini ci può essere sesso, ma difficilmente amore.
Anche perché l'omosessualità, se vai a ben vedere, è sempre e solo sopravvissuta nella storia umana e la sua dignità in senso di "modo lecito di amare" si è sempre dovuta storpiare via via secondo l'opinione pubblica delle varie ere in cui è passata: pensaci. C'è mai stato un tempo in cui le persone omosessuali sono state effettivamente libere di amarsi fra loro? Avere la stessa dignità di quelle etero? No.
E questo perché le persone omosessuali sono sempre state una minoranza incapacitata da vari fattori di poter aggregare fra di loro le persone che la compongono. In sostanza le persone omosessuali hanno dovuto vivere sempre vite clandestine, senza nemmeno sapere chi o cosa erano, e trovando come unici modelli di riferimento gli stessi modelli dispregiativi forniti dalla cultura dominante eterosessuale patriarcale. Che così hanno assorbito.
Ma adesso, volendo, le cose potrebbero cambiare: se grazie a potenti media come Internet si riuscisse a fornire messaggi più positivi e realistici sull'omosessualità non solo si verrebbe finalmente riconosciuti dal mondo etero come fratelli legittimi, ma prima ancora si darebbe alle giovani leve la possibilità di affrancarsi dagli stili di vita sbagliati "della ricerca del sesso e del ragazzo a tutti i costi", e seguendoli moralmente si potrebbe rendere questi ragazzi capaci di vedere la sostanza del valore dell'amore.
Il problema, per ritornare al discorso di prima, è che mentre la sessualità si manifesta in modalità più libere da condizionamenti vari, l'affettività ha bisogno di essere coltivata.
In sostanza se si contribuisce a dare l'idea che nel mondo gay non vi siano spazi aperti per l'affettività, le persone restano focalizzate ancor più sulla sessualità e basta. Bisogna invece, per quanto difficile, sfatare tutto ciò per fornire alle persone gli strumenti necessari a costruirsi sani rapporti duraturi basati sull'affetto.
Bisogna cambiare l'ordine delle cose perché, così come sono, sono sbagliate, e cambiare il mondo significa anche imparare a misurare la portata/significato delle proprie parole fino al milligrammo, ed anche in base al tipo di ascoltatori che abbiamo di fronte.
Ora, dopo tutto questo parlare, sei riuscito infine a capire il mio disappunto?
Hai capito di cosa ti ho "biasimato"? (nonostante il fatto che penso onestamente che per buona parte tu abbia detto quello che hai detto in buona fede)

Rispondimi e fammi sapere per favore,
Ciao e salutoni.
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lunedì 24 maggio 2010

GAY E MORALE

Ciao Project,
sono un ventunenne di una città del nord Italia, fino a pochissimo tempo fa mi sono reputato etero nel senso totale del termine, in pratica non avevo mai avuto nessun tipo di pensiero gay, ho una ragazza da tre anni e con lei sto bene, senza sesso perché sono cattolico praticante e l’idea del sesso prima del matrimonio la considero sbagliata. Diciamo che fino a due mesi fa era quello che pensavo, ma ora comincio a pensare che in effetti l’idea di non fare sesso con la mia ragazza per questioni morali sia solo una specie di paravento che nasconde altre motivazioni (non correre alle conclusioni per favore). Ma anche su un’altra cosa diciamo che comincio ad avere l’idea di avere avuto o voluto un paravento dietro cui nascondermi ed è l’autoerotismo. La Chiesa lo condanna e io sono riuscito nel tempo a farne a meno e la cosa nemmeno mi pesa, questa cosa l’ho sempre considerata una grande conquista come il fatto che non faccio uso di pornografia. Ho diversi amici, credo tutti etero, con loro sto bene e non ho mai avuto fantasie su di loro, amici e basta. Diciamo che fino a due mesi fa tutto andava bene, poi una notte, tra il 3 e il 4 aprile, vedi caso sproprio la notte di Pasqua, ho fatto un sogno erotico (cosa che non mi succede praticamente mai) ed era un sogno a tema nettamente gay, ma era bello, pieno di dolcezza e nello stesso tempo di trasporto sessuale. In pratica, in sogno, credo di aver vissuto una bellissima storia d’amore e mi sono sentito profondamente coinvolto al punto che ho avuto una polluzione notturna fortissima. La mattina mi sono svegliato profondamente turbato, non sapevo che pensare, mi sentivo in colpa. Insomma era Pasqua e sono andato a confessarmi. Il sacerdote non si è scomposto più di tanto e mi ha solo detto che per peccare ci vuole la volontà di farlo e che io nel sonno non potevo esercitare nessun atto di volontà, ma in realtà al sacerdote non avevo detto che il sogno era un sogno a sfondo gay. Il discorso del sacerdote mi ha rassicurato sui miei sensi di colpa circa la religione, ma in effetti non mi ha risolto il problema di fondo: perché un sogno a tema gay? E perché ci stavo così bene? Questa domanda me la sono tenuta dentro e d’altra parte non ne potevo parlare con nessuno. Le immagini del sogno mi tornavano in mente, qualche fantasia anche forte di fare autoerotismo pensando a quelle cose l’ho avuta ma l’ho scacciata subito per evitare di cadere nella dipendenza da quelle cose. Ho proprio cercato di evitare le sensazioni. Sono uscito con la mia ragazza ma ho cominciato a pensare che con lei non avevo mai avuto contatti sessuali non per motivi morali ma perché in realtà non mi interessava veramente da quel punto di vista. Questo fatto mi ha sconvolto. Ho provato con lei qualche minimo contatto fisico, come penderle la mano e accarezzarla, ma non provavo nulla, mentre nel sogno fare gli stessi gesti con un ragazzo mi portava a un’eccitazione fortissima. Poi ho pensato anche ad un’altra cosa, i miei amici sono tutti sportivi e mi hanno invitato tante volte ad andare in piscina con loro ma non ci sono mai andato per le ragioni più varie, ora comincio a pensare che il mio non volerci andare nascondesse in realtà la paura di trovarmi in situazioni eccitanti. In apparenza mi dicevo che ero etero e che non ci andavo perché non avevo tempo, ma in sostanza forse non ci andavo per non trovarmi di fronte alla conferma di essere gay, cosa che allo stato dei fatti mi sembra tutt’altro che certa, ma almeno è un’ipotesi che non metto da parte del tutto, anzi, forse la vedo addirittura probabile. Adesso il problema è grosso, ammesso e non concesso che io fossi gay, per me non sarebbe nemmeno un grosso problema, ma io non voglio rinunciare a quello che sono, nel senso che sì, posso anche essere gay ma sono anche cattolico e non riesco a capire come si possano mettere insieme le due cose. Al limite, anche se la cosa può sembrarti paradossale sarei pure disposto a mettere da parte l’idea di vivere una storia con un ragazzo a livello sessuale, penso che non sarebbe nemmeno così complicato, mi basterebbe anche solo un’amicizia affettuosa. Magari quello che dico potrebbe essere completamente contraddetto dei fatti, però credo che riuscirei a vivere rispettando le regole della religione. Ho letto quello che hai pubblicato su gay e Chiesa, però, scusa se te lo dico, ma forse ti manca la capacità di capire le cose dall’interno. Io cerco di seguire le regole e finora non me ne sono pentito e vorrei continuare a vivere anche da gay, se sono veramente gay, seguendo le regole. Non voglio sacrificare i miei valori, sono cose veramente importanti per me, mi danno delle certezze e poi io non vorrei vivere con un piede in due scarpe, nel senso di giocare con i sacramenti, per me sono una cosa seria. Ti dico sinceramente che l’idea di poter essere gay un po’ mi sconvolge, devo capire bene chi sono e che cosa voglio ma i miei principi voglio conservarli integri come ho fatto fino ad ora, nei limiti del possibile.  Ho letto il regolamento del forum e ho visto che non si può parlare di religione ma in effetti non voglio parlare di religione perché quello per me è un punto fermo ma mi chiedo spesso se ci possono essere altri ragazzi come me che sarebbero anche disposti a una forma di amicizia senza sesso con un altro ragazzo o se è solo una mia fantasia. Fai quello che vuoi di questa mail, cioè se pensi che possa essere pubblicata pubblicala, altrimenti rispondimi in privato.
Ciao e grazie di tutto.
A. B.
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Ciao,
ho letto la tua mail. Non corro alle conclusioni perché alle conclusioni ci sei arrivato da te. Stai formulando ipotesi su come conciliare l’essere gay con le tue scelte morali irrinunciabili e da quello che sembra hai di fatto rinunciato all’idea di essere gay per quello che la parola significa concretamente e trasponi il tutto sul piano di una affettuosa amicizia. Francamente, anche ammesso e non concesso (come dici tu) che tu trovassi un ragazzo disposto a sacrificare la sua sessualità ai propri principi morali (ipotesi molto teorica) o addirittura ai principi morali del suo compagno (ipotesi che mi sembra francamente fantascientifica), dubito molto che poi questo tipo di rapporto possa non degenerare in altro in tempi più o meno brevi e per di più connettendo alla sessualità gay dei sensi di colpa difficilmente eliminabili. Dici di non voler tenere un piede in due scarpe, ma l’ipotesi di una affettuosa amicizia con un ragazzo gay sa tanto di idea ponte che dovrebbe traghettarti verso l’accettazione della sessualità gay, anche se a te sembra un’ipotesi credibile. Un’amicizia senza sesso per un ragazzo gay è possibile solo con un amico etero e francamente mi chiederei quanto dei tuoi propositi di rimanere fedele ai tuoi principi potrebbe resistere di fronte ad una vera (non ipotetica) amicizia affettuoso con un altro ragazzo gay. Visti dal di fuori i tuoi comportamenti fanno pensare ad una forma di auto-repressione della sessualità gay cioè, per un ragazzo gay, della sessualità sic et simpliciter. Non mi permetto di valutare le tue motivazioni perché le vedo dall’esterno, ma certo mi lasciano qualche perplessità. Capisco fino a un certo punto le motivazioni legate all’idea di fedeltà al pensiero morale della chiesa e mi domando fino a che punto il tuo giudizio morale arrivi realmente a condannare la sessualità gay. Francamente mi sembra molto improbabile che un ragazzo, forse gay come tu sei, possa realmente pensare che la sua sessualità sia una forma di devianza patologica. In pratica al di là delle morali esterne, esiste una moralità interna e che per un ragazzo gay questa moralità interna possa condannare l’essere gay come depravazione mi sembra profondamente contraddittorio.
Project
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giovedì 20 maggio 2010

AMMETTERE DI ESSERE GAY

Nella conversazione che segue M. è l’autore della mail pubblicata nel post:
viewtopic.php?f=17&t=678&start=0
M. ha autorizzato la pubblicazione di questo testo.
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M. ha scritto: Grazie di avermi aggiunto

Project ha scritto: prego, ma mi sa che non ci conosciamo

M. ha scritto: Infatti! Ho avuto il tuo msn da uno dei ragazzi che hanno parlato con te, scusa, magari te lo dovevo chiedere prima …

Project ha scritto: No! Nessun problema, ma non so che dire perché non ti conosco

M. ha scritto: Ti ho mandato una mail lunedì e mi hai risposto ieri e hai anche pubblicato stamattina la mia mail sul forum, sono M. A., l’autore della mail

Project ha scritto: piacere di conoscerti!

M. ha scritto: Spero di non averti fatto arrabbiare con la mia mail, la risposta l’ho letta attentamente, però in effetti penso che ti manchino proprio degli elementi essenziali per capire, comunque è la prima volta che parlo di queste cose e che ricevo una risposta seria, ho pensato di chiamarti su msn perché penso che possa avere un senso, però mi dovresti dedicare un po’ di tempo, magari stasera, quando vuoi, ma ci terrei

Project ha scritto: Ti ringrazio per quello che mi dici, ho cercato di risponderti sulla base di quello che vedo ogni giorno e magari sono mille miglia lontano da una visione realistica delle cose, quanto al tempo, io sono qui e non ho impegni e in genere le chiamate per le chat mi arrivano nel pomeriggio avanzato, quindi abbiamo molto tempo a disposizione

M. ha scritto: Grazie ma non vorrei approfittare e magari avrai cose molto più importanti da fare

Project ha scritto: tranquillo, nessun problema

M. ha scritto: Allora, ho31 anni, lo sai, anzi non ci manca nemmeno molto a 32, ambiente di livello medio, educazione cattolica ma archiviata da 10 anni, genitori presenti forse anche troppo, fisicamente passabile e forse qualcosina di più. Da dove siano venute le mie fantasie gay non lo so, ho cercato tanto di capire ma non ci sono arrivato, perché risalgono molto indietro ad un tempo di cui ho perso la memoria, penso, ma è solo un’ipotesi, di avere provato le mie prime emozioni sessuali gay a 9/10 anni, ancora alle elementari, perché c’era un bambino che mi piaceva, era il mio migliore amico, però non ricordo altro. La masturbazione l’ho scoperta da solo. In terza media se ne parlava spesso tra ragazzi e io cercavo di fare tesoro di quello che dicevano, poi ho provato e la cosa ha funzionato, ma penso che già a 13 anni le mie fantasie fossero gay, in pratica non mi ricordo di essermi mai masturbato pensando a una ragazza, in effetti però credo che allora fosse solo una cosa fisica ma forse non è esattamente così. L’idea di fare sesso con un ragazzo non l’avevo, mi sembrava una cosa assurda, patologica, era in pratica una cosa tutta legata solo alla masturbazione e allora certo non pensavo in termini di etero e gay. Il sesso a due l’ho scoperto molto preso, stavo per compiere 16 anni, ed è stato sesso etero e mi è piaciuto, nessuna sensazione di rigetto o simili, anzi! Proprio una cosa gradevolissima, ma non mi masturbavo pensando alle ragazze, anche perché stavano lì a tiro ed era anche facile fare sesso con loro. Non solo, ma il sesso con le ragazze mi faceva stare bene, mi sentivo più grande della mia età, veramente soddisfatto sia sotto il profilo sesso che sotto il profilo affettivo, in pratica a 16 anni per la mia prima ragazza davo proprio di matto! L’idea dei ragazzi mi serviva solo quando la mia ragazza non c’era, ma voglio dire che non era minimamente simile a quello che provavo per la mia ragazza. L’unica cosa con coloritura vagamente gay della mia vita mi è capitata a 18 anni, ma non sono stato io ad innamorarmi di un ragazzo, ma è stato lui ad innamorarsi di me e non ti posso negare che la cosa mi ha sconvolto.

Project ha scritto: In che senso?

M. ha scritto: Lui (Marco) aveva un anno più me, faceva la quinta e io la quarta, una volta, durante l’assemblea, abbiamo parlato un po’ e da allora non mi ha mollato più. All’inizio non ho dato peso alla cosa, anzi era gradevole, era un ragazzo molto bello, maschile, le ragazze gli correvano appresso, niente tipo gay da film, e che potesse essere gay non mi era passato minimamente per la testa, con lui stavo bene ma per me era solo un amico. Poi ha cercato, con molta discrezione di avvicinarsi ancora di più, alla fine uscivamo insieme, andavamo al cinema, chiacchieravamo di tutto, anche di ragazze. Siamo andati perfino al mare insieme noi due soli. Nota che io avevo la ragazza e che con lei avevo anche rapporti sessuali e non mi è mai passato per la mente che la presenza di quel ragazzo potesse essere un’alternativa alla mia ragazza, anche se con lui stavo bene, ma erano cose diverse che secondo me non si escludevano a vicenda. Nota che io non mi masturbavo nemmeno pensando a lui, in pratica solo coi porno.

Project ha scritto: e poi con questo ragazzo come è finita?

M. ha scritto: L’anno appresso lui non c’era più perché aveva finito il liceo e praticamente non l’ho più sentito e un po’ mi mancava, come amico, ovvio, ma mi mancava. Poi ho conosciuto un altro ragazzo che lo conosceva perché facevano la stessa facoltà e quello mi ha detto che Marco era gay, beh, ci sono rimasto di sasso e mi sono sentito proprio a disagio. Ero spaventato dall’idea che lui potesse aver fatto fantasie sessuali su di me, cioè mi sembrava di essere spaventato, me lo dicevo come se ci avessi voluto credere, però allora ho provato per Marco delle sensazioni ambigue. Devo dire che la tentazione di masturbarmi pensando a lui mi è venuta ma non l’ho mai fatto, cioè non l’ho mai fatto deliberatamente perché mi sembrava una cosa sporca. Diciamo che per qualche mese ho messo pure da parte i porno e mi sono buttato al 100% sull’etero. Ecco, questo è in pratica tutto quello che ci può essere stato di gay nella mia vita.

Project ha scritto: Ma a Marco tu poi ci hai ripensato?

M. ha scritto: in chiave sessuale no, l’ho proprio cancellato dalla memoria, però certo un po’ come amico mi mancava. Io amici gay ne potrei benissimo avere, queste cose non mi spaventano, però non tollererei che pensassero a me come oggetto sessuale, questo mi darebbe proprio fastidio

Project ha scritto: Ma di non pensare a Marco dici che te lo sei imposto, ma perché?

M. ha scritto: beh, perché con un ragazzo non mi ci vedevo proprio, che ne so, il porno ancora ancora perché lì non c’è nessuna implicazione concreta, cioè non sono persone ma immagini, ma con un ragazzo no, non mi verrebbe mai spontaneo. Una cosa ho notato, che i ragazzi che mi piacciono dei porno somigliano tutti a Marco, adesso vabbe’ tu dici che sono gay perché ho fantasie sessuali gay e il dubbio e qualcosina di più è venuto pure a me perché posso farne benissimo a meno, ma io con la mia ragazza mi sento felice

Project ha scritto: e allora perché masturbarsi pensando ai ragazzi?

M. ha scritto: vabbe’, ma perché no? Ne posso fare benissimo a meno se voglio ma non capisco perché devo sentirmi costretto a farne a meno

Project ha scritto: Ma tu con la tua ragazza di queste cose hai mai parlato?

M. ha scritto: ho pensato tante volte che avrei dovuto farlo ma l’avrei messa in agitazione, cioè tra noi le cose vanno bene, perché le dovrei mettere in testa un dubbio del genere? Una cosa del genere lei non se la marita

Project ha scritto: Dato che non sei proprio un ragazzino quando pensi di sposarti?

M. ha scritto: Non ci penso proprio, non ci penso io e non ci pensa nemmeno lei! Stiamo bene insieme e le trappole legali non ci piacciono
Project ha scritto: Ma quando lei non c’è, ti manca?
M. ha scritto: sessualmente intendi?

Project ha scritto: sì

M. ha scritto: beh, diciamo che non mi manca da starci male, saprei stare pure senza di lei ma non perché non ne sono innamorato ma proprio perché il sesso non è tutto

Project ha scritto: Con lei parli molto?

M. ha scritto: no, anzi proprio pochino, noi non abbiamo bisogno di parlare la nostra comunicazione è essenzialmente fisica.

Project ha scritto: quando stai con lei ti capita di pensare ad altre persone

M. ha scritto: sì ma ad altre ragazze, a ragazzi non è mai successo

Project ha scritto: ti senti anche amico della tua ragazza? Cioè al di là del sesso che cosa ti lega a lei?

M. ha scritto: mi lega il fatto che è una ragazza e pure una bella ragazza

Project ha scritto: ma sei proprio convinto di essere etero al 100%?

M. ha scritto: beh, pensi che se mi sentivo etero al 100% stavo qui a parlare con te?

Project ha scritto: ok ok, ricevuto chiaro e forte. I tuoi conoscono la tua ragazza?

M. ha scritto: certo! In pratica sta sempre a casa mia, cioè a casa dei miei. Che pensi Project? Dimmi che cosa hai in mente

Project ha scritto: Ci sono degli elementi che mi lasciano qualche dubbio, soprattutto il fatto che con la tua ragazza non si sincero al 100% e che poi con lei hai costruito un rapporto in cui la sessualità è l’elemento dominante. Comunque posso dire che parlare con te è facile, ci si capisce al volo, ma dal tuo primo post sembrava tutto molto diverso

M. ha scritto: Project, secondo te che devo fare? Il mio problema adesso è proprio come comportarmi con lei, ma come faccio a fare a una ragazza un discorso come questo? Ci resta secca e poi io quando sto con lei ci sto veramente bene, vabbe’ … la sincerità dove la trovi?

Project ha scritto: Ma ti senti represso?

M. ha scritto: dall’esterno no, almeno da qualche anno a questa parte no, da me stesso non lo so, almeno apparentemente no e poi non ho mai parlato di queste cose, mi fanno uno strano effetto, mi sembrano strane. Sai una cosa, pensavo di fare una prova, cioè di mettere da parte del tutto le fantasie gay, non dico definitivamente, ma così per vedere che succede, so quello che pensi degli esperimenti su queste cose ma penso potrebbe essere utile

Project ha scritto: ma hai amici?

M. ha scritto: amici no, amiche

Project ha scritto: e con le tue amiche puoi parlare di tutto?

M. ha scritto: le mie amiche non sono le amiche dei ragazzi gay, sono proprio le tipiche amiche dei ragazzi etero, dove il confine tra amica è altro è molto labile. Cero con le mie amiche non posso parlare di cose gay come ne parlo con te, è proprio un’altra cosa. Sei perplesso?

Project ha scritto: no, e penso che l’unica cosa che ti serva sia un po’ di tempo e un po’ di tranquillità

M. ha scritto: leggere il forum mi ha un po’ messo in crisi, una specie di richiamo alla realtà, ma se poi finissi per ritenermi gay, alla fine le ragazze penso che mi mancherebbero e lo penso davvero e poi mi manca l’innamoramento, magari unilaterale ma sarebbe moltissimo per me perché non ci sono mai passato o meglio l’ho schivato sempre. Mah! Più ci penso e meno ci capisco! Senti, se ci sei domani ma tardi, dopo mezzanotte, e ti va di fare due chiacchiere si potrebbe parlare un po’ ma non ti voglio monopolizzare

Project ha scritto: penso che ci sarò e non mi monopolizzi affatto

M. ha scritto: se vuoi pubblicare questa conversazione pubblicala, massimo mi prendono per uno un po’ fuori di testa, naturalmente se pensi tu che sia utile, tanto non ci sono dati sensibili

Project ha scritto: ok, grazie la pubblicherò

M. ha scritto: allora a domani notte Project e grazie del tempo che mi hai dato

Project ha scritto: un abbraccio e a domani!! Ciao!

M. ha scritto: Ciao!!
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mercoledì 19 maggio 2010

ETERO E MASTURBAZIONE GAY

Dunque, Project,
ho leggiucchiato il forum e poi mi sono deciso. Premetto che sono uno che non si fa troppi problemi col sesso. Ho 31 anni, sono sempre stato etero nel senso che ho avuto la ragazza da quando avevo 16 anni. Con le ragazze ho fatto sesso da quando ero giovanissimo e mi ci trovo tuttora benissimo, ma c’è un però, cioè da quando ho cominciato a masturbarmi (quasi 20 anni fa) le mie fantasie sessuali sono rivolte solo ai ragazzi. Ho letto quello che dici tu sulla masturbazione come primo indice si orientamento sessuale ma francamente non sono d’accordo. Io mi sento etero, sono etero, cerco le ragazze, faccio sesso con le ragazze e in modo molto soddisfacente e non ho mai pensato che avrei potuto fare sesso veramente con un ragazzo. La masturbazione non è come dici tu una forma di vera sessualità, a me sembra soprattutto uno sfogo fisiologico, diciamo una specie di tranquillante naturale, e in fondo non mi sembra che abbia nessun peso nella vita reale. Cioè masturbarsi pensando ai ragazzi ed essere etero al 100% (perché io lo sono!) non mi sembra affatto una contraddizione e poi, credere come fai tu che quando c’è contrasto tra la vita di coppia (etero) e la masturbazione (gay) la masturbazione abbia un valore maggiore in termini di orientamento sessuale mi sembra proprio paradossale. Il sesso vero si vive in due! Dimmi se sbaglio. Sono andato a studiarmi un po’ le statistiche sulla sessualità, quelle che hai messo tu. Lì risulta che quando un ragazzo si innamora non  va più sui siti di incontri, e questo lo posso capire benissimo, ma risulta pure che continua comunque a cercare porno per masturbarsi, il che significa che la masturbazione va per la sua strada anche per i ragazzi gay, del tutto indipendentemente dal fatto che sono innamorati o no! E questo mi mette al sicuro da altri dubbi, perché se i ragazzi gay possono avere una masturbazione del tutto separata dalla loro vita affettiva, allora anche io, che sono etero, posso avere benissimo una masturbazione del tutto separata dalla mia vita affettiva perché le due cose non hanno in pratica nessun rapporto tra loro. E questo mi risolve se mai il problema non del fatto che mi masturbo con fantasie gay, ma del fatto che non mi masturbo pensando alla mia ragazza (la stessa ragazza da 4 anni) cosa che comunque non mi sembra affatto necessaria perché io ho con lei una vita sessuale di coppia molto intensa. Tu usi l’espressione “masturbazione affettiva” ma in pratica è una contraddizione in termini, o meglio ci può essere quando sei solo, quando la ragazza non ce l’hai, allora le cose te le puoi anche sognare, ma quando la ragazza ce l’hai e con lei le cose vanno benissimo sotto tutti i punti di vista non c’è nessun bisogno che ti masturbi pensando a lei. Insomma ti scrivo perché su quello che dici i conti non mi tornano, secondo te io dovrei essere gay al 100%, da quello che ho capito, ma io mi sento etero al 100% e mi sembra che non ci sia proprio nessuna ragione seria per metterlo in dubbio. Mi piacerebbe sapere che cosa ne pensi. Se vuoi, pubblica questa mail, potrebbe essere interessante.
M. A.
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martedì 18 maggio 2010

OK SONO GAY MA NON SO CHE FARE

Ciao Project,
volevo ringraziarti per ieri notte, hai una pazienza infinita e soprattutto hai la capacità di farmi sentire meno agitato. Uno come me, che a 25 anni, dopo tanti tira e molla, arriva alla conclusione che stare con una ragazza non fa per lui, si sente parecchio destabilizzato: che fare con la ragazza? Che fare con i genitori? E poi, gay, va bene, ma questo al momento significa solo che ho fantasie sui ragazzi, ma poi come mi devo muovere? Non ne so proprio nulla e puoi capire che la paura fa 90 al punto che qualche volta mi viene proprio la tentazione fortissima di dire: vabbe’, sono gay, ma tanto è solo una cosa di fantasia e non cambierà mai niente allora tanto vale che vado avanti a fare l’etero, l’ho fatto per tanti anni! Alla fine essere gay è troppo complicato, io non sono abituato a tutte quelle cose che ho letto nel forum , la prudenza, il recitare, diciamo che fino adesso l’ho fatto ma inconsciamente, in fondo una mezza idea di essere veramente etero fino a qualche mese fa ce l’avevo, ma adesso dovrei proprio recitare in modo consapevole e poi che faccio? Ammesso e non concesso che mi trovi un ragazzo, lo porto a casa e dico ai miei: ecco, lui è il mio ragazzo? Io credo che chiamerebbero il 113 perché da me non se l’aspettano affatto. E poi, anche ammesso che riesco a risolvere tranquillamente con la ragazza (ovviamente inventando false motivazioni, cosa che mi dà tremendamente fastidio, perché lei con me è sempre stata molto trasparente), che vuol dire trovarsi un ragazzo? Trovarsi una ragazza lo so che vuol dire, anzi, meglio, so che vuol dire essere trovato da una ragazza, e le complicazioni non sono troppe, ma cercare un ragazzo deve essere proprio una cosa diversa. Che dico a un ragazzo? Quanto sei bello! Mi ti mangerei di baci! Ma come si fa a corteggiare un ragazzo? Proprio non riesco ad immaginarlo. Ma insomma di tutte queste cose abbiamo parlato ieri sera e sul momento mi sono tranquillizzato, quando ci siamo salutati mi sentivo euforico, poi stamattina mi sono detto: ho parlato con Project, è vero, ma per me, in concreto, che cosa è cambiato? Proprio niente! Parlo con Project ma alla fine me la devo cavare da solo e qui sta il problema, perché ho proprio paura di non sapere nemmeno da dove si comincia. I ragazzi che gay ci si sono sentiti sempre, loro, queste cose le hanno imparate piano piano, ma io? Ho letto il forum per cercare di capire che cosa vuol dire in concreto essere gay e il risultato è che mi sembra molto più difficile di come pensavo prima. Sono ancora spaventato, mi sa che ci sentiremo presto. Una cosa l’hai fatta di buono, mi hai tolto dalla mente un po’ di idee balorde che mi sembravano assolutamente ovvie, sai, un pivellino non sa nemmeno l’a b c, il coming out, me ne riempivo il cervello, anche se non riuscivo proprio a capire come si potesse fare una cosa del genere, però mi piaceva l’idea e mi sentivo da meno perché inconsciamente sapevo che non era cosa per me. Adesso almeno mi sento meno inetto e più gay, diciamo così, normale, dopo quello che mi hai detto. Poi tutta la tirata della prevenzione! Mannaggia, Project, stavo proprio per gettare la spugna, con la mia ragazza in pratica al massimo un po’ di petting, quindi rischi zero, ma con un ragazzo io di farci un po’ di sesso ci facevo conto. Beh in certi momenti ieri sera mi dicevo: Project esagera! Magari lo fa a fin di bene, ma per lui questa storia della prevenzione è proprio una fissa. Però poi pensare che magari per un po’ di sesso uno può veramente mettersi nei guai grossissimi fa pensare e io non ci avevo mai riflettuto! Vabbe’, diciamo che penso che non mi sarei messo a rischio, ma adesso certo ci starò ancora più attento. Altro punto, ho bisogno di capire come vivono gli altri ragazzi la loro omosessualità (che parola orribile!) perché non mi sono mai innamorato di un ragazzo e credo che i miei dubbi di fondo vengano tutti da lì. Fantasie sessuali sì e tante, ma innamorato di un ragazzo mai! E come è possibile che se sono veramente gay non mi sia mai innamorato di un ragazzo? Mi sembra che un rapporto di coccole lo potrei avere con una ragazza ma con un ragazzo non lo so. Forse è tutta questione di ruoli, magari è una cosa che alla fine viene tutta da sé ed è una cosa semplicissima, però, al momento, a coccolare un altro ragazzo non mi ci vedo proprio. Ho pensato spesso che potrei fare tutte le mie fantasie, fantasie sessuali dico, su un ragazzo, ma se poi lo conoscessi sarei di fatto incapace di viverla in concreto quella sessualità, magari di quel ragazzo sarei amico, anche molto amico, come mi è capitato qualche volta, ma sai com’è quando si è amici il rapporto diventa quasi familiare e la sessualità non c’entra più niente, almeno penso che sia così, dei miei amici non mi sono mai innamorato, anzi non mi sono mai innamorato di nessuno. E poi esiste un ragazzo dolce come una ragazza? Magari se esistesse me ne potrei pure innamorare, ma vedo certi ragazzi che mi fanno proprio cascare le braccia, altro che dolcezza, proprio superficialità e pure brutalità stupida. Insomma, vabbe’, un gay non si innamora di tutti i ragazzi ma di uno solo, ma la cosa vale statisticamente ci sono quelli che di ragazzi ne hanno avuti 10 e quelli (come me) che non ne hanno avuto e non ne avranno nemmeno uno. E se resto solo (cosa molto probabile perché in quanto a coraggio sono un coniglio), gay e solo! Che bell’accoppiata! Non sarebbe meglio magari falso etero e solo! Potrei sempre dire che non ho trovato la donna giusta, che è almeno una cosa che si può dire. Ho paura, Project, di essermi messo per una strada che mi porterà solo grattacapi. Se trovassi un ragazzo che mi vuole bene, ok, allora avrebbe senso, ma è una cosa che mi sembra decisamente poco probabile. L’ultimo dubbio che mi è sfuggito ieri sera: ma di ragazzi nelle mie condizioni ce ne sono tanti? E in genere come va a finire?
Grazie per la pazienza Project, ci sentiamo venerdì sera.
Italo Amleto
p. s. Se pensi che questa mail possa avere un senso anche per altri pubblicala.
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domenica 16 maggio 2010

GAY OVER65

Caro Project,
sono un vecchio, più vecchio di te e non di poco. Fortunatamente la salute mi assiste ma sono solo, sono sempre stato solo, tutta la vita, ci sono abituato ma adesso piano piano comincio ad avere paura del tempo che passa. Avevo un cane che mi faceva compagnia, ma era vecchio pure lui ed è morto tre mesi fa. L’ho assistito fino all’ultimo come si fa con le persone ma vederlo morire mi ha fatto venire una malinconia terribile. Siamo proprio dei viaggiatori di passaggio in questo mondo. Adesso non ho nemmeno un cane e non ne voglio prenderne un altro perché potrebbe campare più di me e non saprei a chi lasciarlo. Ho dei parenti che in pratica non hanno mai avuto rapporti di me di nessun genere ma che adesso si stanno facendo vivi di nuovo perché, anche se non sono ricco, ho una casa in cui abito e a loro interessa. Affetti miei veri nel senso di vivere in due non ne ho mai avuti, di ragazzi ai quali ho voluto bene “a distanza” ne ho avuti alcuni, quasi tutti etero, ma adesso molti non ci sono più. Guardo con un certo timore al momento in cui non sarò autosufficiente (adesso porto ancora la macchina) ma gli anni passano. Finirò nelle mani dei parenti che si aspettano la casa, è quasi inevitabile. Quando ero ragazzo ho sofferto tanto di non poter avere quello che avrei voluto, cioè di non poter vivere la mia vita insieme con un ragazzo, ma erano gli anni ’50, proprio un altro mondo. Allora pensavo che il problema dell’essere gay fosse quello, poi ho capito che non è un fatto di sesso, ma che se non hai nessuno vicino da ragazzo non avrai nessuno vicino nemmeno da vecchio. Alla mia età non è tempo per cominciare le storie, certo che se avessi cominciato a vivere a 20 anni adesso forse saremmo in due, ma ho pensato pure che io non ho vissuto nessuna vedovanza, perché penso che essere sempre solo è brutto, ma essere solo, poi trovare un affetto vero e poi perderlo sia molto peggio. Io almeno non ho nulla da perdere. Non mi sento frustrato per la vita che non ho vissuto perché non c’era nessuna scelta da fare, era così e basta, ma ho paura per quello che mi aspetta, ho paura di uscire di testa e di non essere più me stesso. Cerco di restare giovane: macchina, lunghe camminate, almeno finché è possibile, letture, cinema quando posso, e anche un po’ di internet, per pensare che la vita continua e che ci sono tanti ragazzi che forse oggi vivono meglio di come ho vissuto io. Le cose sono migliorate un po’ anche se non credo che sia facile trovare un ragazzo nemmeno oggi. Chissà se i ragazzi di oggi ci pensano mai alla vecchiaia. Ho letto un po’ del forum ed è proprio ben fatto, ai tempi miei non c’erano queste cose, ma adesso ci sono e penso che possano essere utili. Però nel forum sono tutti ragazzi quelli di 40 anni sono rari e poi per me sono ragazzi pure quelli, però di vecchi non ce ne sono, cioè di over 65, Adesso me ne vado un poco a riposare e ti mando questa mail, se vuoi pubblicala, se non pensi che faccia troppa malinconia, ma io francamente non mi sento molto malinconico, preoccupato per il futuro in fondo sì, ma è una cosa diversa, mi fa paura la vecchiaia anche se ormai so bene di che si tratta, ma credo che non sia questione di gay o non gay, la vecchiaia penso sia brutta per tutti, anche se però non avere una famiglia alla mia età p proprio una preoccupazione.
Ti saluto Project
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sabato 15 maggio 2010

LEZIONE DI VITA GAY

Ciao Project,
ero capitato per caso su progetto gay all’inizio del 2009 e mi aveva fatto uno strano effetto. Ti dico esattamente quello che è successo, all’inizio mi sembrata solo una specie di favola, una cosa messa lì per dare un’idea positiva dei gay, in effetti dei gay avevo e ancora ho un’idea piuttosto diversa. Non sono dichiarato pubblicamente ma già all’epoca mi sentivo parecchio disinibito e tutti quei discorsi sui ragazzi che si sentono indecisi o che hanno paura della sessualità mi suonavano falsi, almeno a me cose del genere non erano mai successe. Dopo avere letto qualche post ho chiuso il tuo sito e sono passato oltre, non lo so, cercavo qualcosa di più adulto, diciamo così, qualcosa di più corrispondente al mio modello di gay, poi, parlo del marzo 2009, ho incontrato un ragazzo, Marco, un po’ tipo quelli che scrivono sul tuo blog. Era un bel ragazzo e mi piaceva parecchio, ma non mi ci prendevo a livello caratteriale. Aveva un modo di ragionare che mi sembrava assurdo. Credo di averlo assillato e tormentato in tutti i modi. Mi ero messo appresso a lui in pratica solo perché era un bel ragazzo e pensavo che le cose con lui sarebbero state facili e in sostanza che avrei potuto fare di lui quello che volevo, tra l’altro aveva 19 anni e io 26. Vedevo che era interessato a me ma in un altro modo, avrebbe voluto una storia seria, come la chiamava lui, ci si era messo col massimo impegno ma in un modo che mi stava stretto. Non ha voluto fare sesso con me a nessun livello, non dico all’inizio ma nemmeno dopo un mese, pretendeva di portarmi a fare il test dell’hiv con lui ma io non ci sono andato, pensavo che lui alla fine avrebbe mollato e almeno col preservativo non avrebbe fatto tutte quelle storie e invece non ne ha voluto proprio sapere. Nemmeno un bacio e il negare il bacio non era nemmeno per paura delle malattie ma perché secondo lui una cosa seria è un’altra cosa. Credo di averlo fatto soffrire moltissimo, sapevo che a me ci teneva ma sul lato sessuale non voleva mollare, diceva che la serietà dovevo dimostragliela nei fatti, cioè facendo il test e abbandonando del tutto le chat che erano il posto dove trovavo in genere i ragazzi, pretendeva da me una monogamia stretta, cosa che a me sembrava veramente folle, a un certo punto mi ha detto che non se la sentiva di andare avanti così e ci sono rimasto come un baccalà, era il primo ragazzo che diceva di no! Non posso negare che la cosa mi bruciava parecchio. Sono tornato alla mia solita vita ma non era esattamente come prima, conoscevo dei ragazzi e con qualcuno si andava pure oltre, ma intanto mi aveva contagiato la mania del preservativo, come se la sua paura fosse entrata dentro di me ma non basta, i ragazzi che incontravo mi sembravano scipiti, cioè ragazzi che alla fine fanno un po’ di sesso perché non sanno che fare. In sostanza non mi sentivo soddisfatto e non per questioni legate al sesso, ma perché mi sembrava che fossero ragazzi senza personalità, che agissero solo imitando e ripetendo sempre le stesse cose. Lui mi sapeva dire di no, questi ragazzi invece cadevano ai miei piedi subito ma erano cose molto stupide, io per loro non significavo nulla, un po’ di sesso e via, mentre con lui sesso niente ma lui a me ci teneva veramente. Ho passato circa sei mesi cambiando quattro ragazzi ma lo facevo per esorcizzare il ricordo di quel ragazzo. Alla fine avevo deciso che lo avrei richiamato perché mi ero accorto che mi mancava veramente, ma il giorno in cui lo avrei dovuto chiamare l’ho incontrato per la strada con un altro ragazzo e mi è preso un po’ un colpo al cuore, loro erano di spalle e non li ho fermati però li ho seguiti e mi sono sentito gelare dentro, erano proprio l’immagine perfetta di due ragazzi innamorati, si vedeva che erano felici di stare insieme, e qui mi sono sentito strano e diverso dal solito. Se a quel ragazzo non avevo saputo voler bene prima, adesso stavo cominciando a volergli bene ma un po’ come diceva lui, non avevo proprio l’idea di portarmelo a letto. Ormai era chiaro che non sarebbe mai stato il mio ragazzo ma gli volevo bene come penso di non aver mai voluto bene a nessuno. Prima mi era venuto in testa di provare di nuovo a parlare con lui, ma dopo che lo avevo visto col suo ragazzo quell’idea mi era passata del tutto, potevo chiamarlo sul cellulare o su msn ma temevo di metterlo in difficoltà e ho scelto di non metterlo in crisi per nessun motivo. Questo è successo alla fine di ottobre, da allora niente più avventure ma non solo, ho saputo che un ragazzo che conosco è risultato positivo al test e mi è presa un’angoscia terribile, sono stato a fare il test ed è negativo e per fortuna dopo aver conosciuto Marco ho fatto sempre sesso protetto e i dottori che mi hanno fatto il test mi hanno detto che il rischio, così, è basso. Diciamo pure che nel portarmi alla decisione di star tranquillo un po’ c’è stato l’esempio di Marco e un po’ la paura dell’aids, ma io prima ero veramente incosciente e mi chiedo come potessi non rendermene conto. Sono arrivato a pensare che se non avessi conosciuto Marco avrei potuto mettermi veramente in guai grossissimi. Marco mi aveva parlato una volta del tuo sito, e anche su questo avevamo litigato, non so se si fosse iscritto o meno, ma diceva che gli piaceva. La settimana scorsa ci sono capitato per caso e devo dire che mi ha fatto veramente un altro effetto, in certi post era come sentire parlare Marco, perciò ho continuato a leggere e ho capito tante cose di quelle che diceva Marco e adesso non dico che mi sembrano giuste, perché onestamente sono ancora un po’ troppo lontane dalla mia mentalità, però comincio a capirne il senso. È proprio l’altra parte del mondo gay, quella che mi sembrava e ancora almeno in parte mi sembra lontana ma che in fondo ha un senso. I ragazzi come Marco esistono, non sono zombi. Ecco, tutto qui, se puoi, pubblica questa storia, te lo chiedo perché spero che Marco la legga e voglio dirgli che mi ha fatto capire tante cose e voglio chiedergli scusa per come l’ho trattato, ma ho capito soltanto dopo che persona fosse. Non credo che potrei mai condividere realmente quello che dicono i ragazzi di progetto gay perché sono troppo scavezzacollo per natura però ho capito che è una cosa seria.
Ciao Project.
G. G.
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mercoledì 12 maggio 2010

SESSUALITA' GAY E TENEREZZA

Ciao Project,
ho letto gli ultimi post del forum è mi sono deciso a scriverti per dire la mia. Ho letto di indecisioni sessuali e anche di mancanza di una vera e propria spinta sessuale ed è in effetti una cosa che succede anche a me (non le indecisioni ma la spinta sessuale debole), in particolare in questo ultimo periodo. Ho 28 anni, a me sembrano già tantissimi, però penso che alla mia età la sessualità dovrebbe essere ancora capace di produrre coinvolgimenti molto forti e invece non la vivo proprio così. La cosa ancora più strana è che non sono assolutamente un represso, ho un compagno fisso che ha quattro anni meno di me e stiamo insieme da quasi cinque anni. Gli voglio bene in modo profondo. Di noi non lo sa nessuno, ci vediamo come si può e ce ne andiamo in campagna dove i miei hanno una casetta in pratica disabitata da anni. Lui (chiamiamolo Marco) è un ragazzo dolcissimo e mi sento felice e fortunato di averlo conosciuto. Ci siamo conosciuti all’università, io mi sono laureato un po’ tardi e lui stava appena cominciando. Ci avevo parlato così, tanto per scambiare due parole, e che fosse gay non mi era minimamente venuto in mente. Poi ci siamo scambiati msn e di là è cominciato tutto. Con lui stavo bene ma lo consideravo come un fratello. In quel periodo non avevo particolari spinte sessuali, mi bastavano i porno e la masturbazione ma nemmeno pensando a lui, cominciavo a volergli bene ma il sesso non c’entrava proprio, almeno a come la vedevo io. Lui con me era molto attento a non eccedere e all’epoca non avevo nemmeno capito che si era innamorato di me. Insomma, un pomeriggio mi chiama e mi propone di vederci. Sono circa le sei ed è praticamente notte, ce ne andiamo in macchina ad un parcheggio e mi prende la mano e la bacia con un’intensità che aveva proprio la forza della disperazione, io gli accarezzo la testa e lui mi abbraccia e poggia la testa sul mio petto, io l’ho stretto fortissimo. Credo che quello sia stato uno dei momenti più intensi della mia vita. Si vedeva che voleva andare oltre ma aveva paura e non lo ha fatto, io stupidamente pensavo di non doverlo incoraggiare per non passare per uno che ci prova e la cosa è finita lì. Poi siamo arrivati anche al sesso ma la cosa aveva soprattutto la sostanza di una tenerezza totale, senza limiti. Certe volte quando si andava in campagna, se era freddo, si accoccolava sotto le coperte stretto a me, nudo, e restava così, io lo accarezzavo anche intimamente, qualche volta si faceva sesso, qualche volta no, si addormentava appoggiato a me e io ne sentivo il calore e il respiro. Francamente questi contatti erano per me più importanti del sesso. Sentivo che ci volevamo (e ci vogliamo) bene. Più che di sessualità a livello tecnico avevamo bisogno di intimità, di tenerezza. Durante certe serate, abbracciati nudi nel letto, parlavamo molto, veramente in maniera libera e il sesso sembrava che fosse proprio una cosa marginale. Tieni presente che in pratica da quando conosco Marco mi sono masturbato pensando a lui pochissime volte, non so come dire, è un po’ come se lo stare insieme avesse spento la sessualità, non che il sesso manchi tra noi, anzi, ma veramente non è la prima cosa nel nostro rapporto. Quando parlo con lui e soprattutto quando ci abbracciamo io lo sento proprio vicino. Per noi arrivare al sesso è stato un dirci che tra noi non c’erano limiti e che c’era una identificazione quasi a livello fisico. Lui ha una sessualità penso molto più forte della mia ma i nostri incontri non sono realmente dominati dal sesso. Ti sembrerà paradossale ma anche se penso che il nostro rapporto possa durare tutta la vita, e me lo auguro con tutta l’anima, e non ho realmente paura di perderlo, provo quasi un senso di insufficienza davanti a lui, come se la mia sessualità fosse un po’ troppo addormentata, come se a lui dedicassi soprattutto tanta tenerezza ma non una sessualità vera che invece dedico ai porno, non ne sono dipendente, ma quando serve è lì che vado. Mentre masturbarmi pensando a lui non mi viene così spontaneo e leggendo quello che scrivi della masturbazione affettiva mi sono preoccupato un po’. Guarda, lo amo come credo non riuscirei ad amare nessun altro ma è come se la mia sessualità fosse allontanata dalla estrema tenerezza che provo per lui. A parte i porno che hanno una finalità pratica perché ci vediamo una volta ogni 15 gironi, in questi cinque anni io non ho mai nemmeno lontanamente pensato sessualmente ad un altro ragazzo. Per me lui è veramente tutto anche se fatico ad inquadrarlo in senso serio in una vera dimensione sessuale, o almeno credo che sia così. Ti dico, Project, io così sono felice, forse mi sto facendo un po’ troppe pare su queste cose. Ne ho parlato anche con lui e lui mi dice che non gli manca nulla e che si sente felice così. Non ho realmente alcuna ragione per pensare il contrario ma il dubbio che magari potrebbe avere bisogno anche di altro mi è rimasto. Quando sto vicino a lui mi sento totalmente sereno e il sesso proprio come pulsione non lo percepisco se non marginalmente. Quando stiamo insieme in pratica succede spesso che dopo magari un primo contatto più eccitante perdiamo l’erezione anche se stiamo abbracciati. Io non credo che in questo ci sia niente di patologico. Sento dire però da altre persone che invece vivono una sessualità travolgente e che sentono fortissima la pulsione sessuale, a me tutto questo non succede, sarò strano! Project, ho fatto leggere questa mail a Marco e anche lui è curioso di sapere che cosa ne pensi. Se pensi che sia utile pubblicala, ovviamente senza dati personali. Ti aggiungo il mio msn [omissis] e spero di sentirti presto!
Ciao Project, e in bocca al lupo per tutto quello che fai!
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lunedì 10 maggio 2010

GAY MA USANDO IL CERVELLO

L’esigenza  questo post nasce dai colloqui con i ragazzi, la sua finalità è sottolineare l’equilibrio che un ragazzo gay deve avere senza sconfinare per un verso in comportanti irresponsabili e per l’altro in atteggiamenti aprioristicamente rinunciatari e depressi.

Non insisterò mai abbastanza sulla necessità di mantenere un atteggiamento “razionale”, di pensare prima di agire, di valutare la portata “oggettiva” dei problemi, con un’espressione sintetica, di essere gay pensanti.

Capire di essere gay, tanto più se si vive in contesti in cui l’omosessualità non è accettata, non è facile e le delusioni che un ragazzo gay deve trovarsi a fronteggiare possono essere molto forti. Tutto questo ha una sua dimensione oggettiva e deve essere affrontato razionalmente, né sottovalutando la portata dei problemi fino a mettere in pratica comportamenti sconsiderati e imprudenti, né sopravvalutandola sentendosi di conseguenza schiacciati da cose tropo più forti di noi.

La prudenza, l’equilibrio e il buon senso  devono essere i principi guida nell’assunzione di qualsiasi decisione. La precipitazione, la faciloneria, e per l’atro verso la tendenza ad una visione negativa delle cose, ad ingigantirne la portata, a vedere come tragedie cose che fanno parte della vita ordinaria di tutti, sono le peggiori consigliere per un ragazzo gay, che rischia di sconfinare in comportamenti pericolosi senza neppure rendersene conto o, per l’altro verso, di sentirsi schiacciato ed oppresso da fantasmi che non esistono.

A che serve un forum? A che serve una chat? La risposta è semplice, serve a confrontarsi con altri ragazzi, a capire come essi affrontano gli stessi problemi, a moderare gli eccessi, ad imparare a controllare la propria emotività, a capire che cosa vuol dire prevenzione, a non dare all’idea di essere gay nessuna valenza tragica, con un’espressione sintetica, potrei dire che serve ad imparare a vivere la propria omosessualità con equilibrio e con buon senso.

Mi accade spesso di parlare con ragazzi che si sentono quasi condannati a priori dalla sorte, che non vedono davanti a sé nessuna prospettiva, che si sentono assolutamente incapaci di dominare gli eventi. Questi ragazzi presentano una visione radicalmente negativa della vita che rasenta concezioni di pessimismo filosofico totale. Eppure questi ragazzi hanno desideri, sogni, hanno un’idea precisa di come vorrebbero realizzare la loro vita, le delusioni li hanno spesso resi incapaci di reagire, tanto che un insuccesso nella vita professionale, negli studi o nella vita affettiva dà loro la sensazione di non essere all’altezza, di essere marginali, di non contare nulla e questo fatto li travolge in una deriva di sentimenti negativi fino alle ipotesi più estreme. In realtà manca in tutto questo un atteggiamento di equilibrato realismo. Gli insuccessi nella professione, nello studio e  nella vita affettiva sono una componente ordinaria della vita di tutti della quale bisogna essere coscienti. 

Che cosa si può fare di fronte a questi eventi negativi? La risposta è semplice: affrontare “il problema concreto” nello specifico, mettendo da parte gli atteggiamenti catastrofistici e le risposte in termini di rassegnazione a una propria incapacità costitutiva. Se il problema è di lavoro, si cerca di superarlo, se è ambientale si cerca di cambiare lavoro, ma in concreto, se è di studio ci si mette a studiare, senza lamentazioni di principio e senza atteggiamenti di “o tutto o nulla!” L’intelligenza non sta nel non avere problemi ma nell’affrontare quelli che si presentano con una atteggiamento operativo. Se il problema è di tipo affettivo bisogna guardarlo in termini oggettivi: innamorarsi in mood unilaterale porta solo sensi di frustrazione, se ne prende atto e si va per la propria strada. Se in un rapporto di coppia le cose vanno male si parla chiaro, se la risposta non è soddisfacente si passa oltre e non si cerca di ottenere l’impossibile. Il mondo è grande e le opportunità sono moltissime. Le soluzioni ai problemi sono sempre specifiche a mai globali, ogni problema va risolto per se stesso, nel suo specifico, mantenendo un atteggiamento di relativo coinvolgimento, senza farsi travolgere dai sentimenti e soprattutto da visioni troppo assolutistiche delle cose. Una relazione affettiva tra due ragazzi gay, una relazione seria, non è una favola di due principi azzurri, ma è la storia vera di due ragazzi con tutti i problemi e i condizionamenti che si portano appresso, ha un senso proprio perché  è reale e ha tutti i caratteri della realtà, le favole sono belle ma non sono vere.

Mi capita spesso in chat di trovarmi davanti a ragazzi che non ammettono gli insuccessi, che alla prima difficoltà hanno l’impeto di buttare via tutto, ragazzi che di fronte al primo risultato negativo ad un esame si sentono inadeguati e vogliono abbandonare tutto, o ragazzi che cominciano a non andare più a scuola e, quando c’è ancora modo di rimediare, si rifugiano in un atteggiamento catastrofistico che li porta alla depressione, ma a una depressione che potrebbe essere superata con un po’ di impegno serio, che risolverebbe il problema alla radice. Per l’altro verso vedo persone che sottovalutano nettamente le difficoltà e, cosa realmente pericolosa, nei contatti sessuali trascurano le cose fondamentali per la prevenzione.

L’equilibrio di un ragazzo gay deve essere la sua prima caratteristica: pensare prima di agire, agire a ragion veduta, non deprimersi ma saper reagire in termini operativi e oggettivi, evitare i catastrofismi e mettersi al lavoro per risolvere i problemi reali. La maturità di un ragazzo si manifesta nel suo saper affrontare le difficoltà senza sopravvalutarle e senza fuggire, nel saper tenere i piedi per terra e nel saper apprezzare quanto di buono c’è nella vita (ed è tantissimo!) e poi nel saper accettare un confronto vero, nel non chiudersi in posizioni aprioristiche e assolute, nel saper cambiare parere e atteggiamento quando è necessario, nel non abbandonarsi alla depressione mettendosi invece a lavorare per costruire un futuro migliore.
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Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay: