giovedì 26 gennaio 2012
GAY E FRUSTRAZIONE
Chiarisco
in premessa che intendo parlare propriamente di “frustrazione”, non di
ansia o ancora più genericamente di disagio, cose peraltro che possono
essere legate alle frustrazioni. Naturalmente cercherò di condurre la
mia analisi con stretto riferimento ai gay.
L’etimologia
stessa del termine “frustrazione” derivato dall’avverbio latino
“frustra” = ”invano, inutilmente”, indica chiaramente che la
frustrazione è una forma di disagio conseguente al mancato conseguimento
di un risultato desiderato o sperato. La frustrazione è uno dei
possibili esisti del desiderio. La riduzione del senso di frustrazione
può derivare solo dal contenimento del bisogno o del desiderio entro
l’ambito del possibile e ancora meglio del probabile, in altri termini
solo una capacità di valutare ex ante la maggiore o minore
realizzabilità del proprio desiderio consente di limitare i suoi
eventuali esisti frustranti. È qui che entra in gioco la radicale
distinzione degli obiettivi in relazione al fatto che la loro
realizzazione dipenda o meno soltanto da noi. Chiarisco il discorso con
due classici esempi:
1) Il portare a termine di studi (obiettivo individuale).
2) Il trovare una reciprocità in un rapporto affettivo (obiettivo condiviso).
Si tratta di due obiettivi radicalmente diversi.
Il
portare a termine gli studi dipende solo all’azione, più o meno
condizionata, del singolo che può trovare ostacoli oggettivi ma che è
consapevole che il conseguimento dell’obiettivo (obiettivo individuale),
al di là dei condizionamenti esterni, dipende in modo essenziale dal
suo impegno e dalla sue capacità, in questo caso la frustrazione è
percepita essenzialmente come senso di “inadeguatezza”.
Il
trovare una reciprocità in un rapporto affettivo è invece un fatto
sostanzialmente connesso ad una relazione interpersonale, questo
significa che il conseguimento dell’obiettivo non dipende unicamente
dalla persona che sta puntando su quell’obiettivo ma anche da un’altra
persona che dovrebbe condividere quell’obiettivo (obiettivo comune). In
questo caso la frustrazione è percepita come “rifiuto”.
Non
è raro però che la frustrazione-rifiuto sia vissuta anche come
frustrazione-inadeguatezza sulla base della individuazione delle cause
del rifiuto nella propria inadeguatezza: “mi ha rifiutato perché non
sono all’altezza della situazione o perché ho sbagliato qualcosa”, alla
base di questi ragionamenti c’è comunque una visione non autenticamente
relazionale dei rapporti affettivi che sono interpretati come una specie
di partita a scacchi in cui, se non si sbagliano le mosse, si arriva
comunque a vincere la partita. In questo modo l’altro è visto come
oggetto da conquistare con una strategia che, se adeguata, porta
necessariamente al risultato. Questo modo di vedere le cose, pur essendo
in molti casi del tutto incongruo, appare assolutamente ovvio a chi lo
adotta come proprio modello interpretativo, al punto da ottenebrare
l’oggettività dei fatti. Mi spiego con un esempio concreto. Un ragazzo
gay che si innamora perdutamente di un ragazzo “oggettivamente” etero è
indotto a vedere il suo oggetto d’amore come gay represso e non come
etero e a pensare che con una opportuna strategia sarà possibile far sì
che prenda atto della sua presunta omosessualità repressa. In situazioni
del genere, il vivere la frustrazione come inadeguatezza può durare
anni e si può anche non arrivare mai a vedere le cose come stanno,
nemmeno quando l’altro si sposa.
È
fondamentale rendersi conto che alcune cose, per quanto desiderate
profondamente, sono di fatto impossibili. Un ragazzo etero non può
innamorarsi di un ragazzo gay, qualunque strategia usi il ragazzo gay la
cosa rimarrà comunque impossibile, bisognerebbe quindi mettere da parte
l’idea di essere inadeguati (non abbastanza belli, non abbastanza
solari, non abbastanza affidabili, troppo nevrotici ecc. ecc.) e
rendersi conto che il rifiuto non è un rifiuto della persona in quanto
tale ma una manifestazione della oggettiva o soggettiva impossibilità di
condividere gli obiettivi dell’altro.
Mi
fermo un attimo a riflettere sulla sensazione di essere rifiutati. La
sensazione di rifiuto che si prova quando l’altro non condivide il
nostro obiettivo è spesso vissuta, in particolare dai ragazzi gay
innamorati di ragazzi etero, come un rifiuto non genericamente della
persona ma della persona “in quanto gay”, piuttosto che come
impossibilità di condividere un obiettivo dell’altro, e questo rende
talora più difficile il processo di accettazione della omosessualità.
Aspettarsi che un ragazzo etero si innamori di un ragazzo gay non ha
senso ma aspettarsi che possa essere amico di un ragazzo gay è invece
realistico. Un ragazzo gay in queste situazioni è spesso portato al
tutto o nulla, e la cosa è anche comprensibile e un ridimensionamento
dell’obiettivo che consenta che possa essere realmente un obiettivo
condiviso è spesso difficile perché anche quando un ragazzo gay dovesse
accontentarsi di un rapporto di amicizia con il ragazzo etero di cui è
innamorato, resterebbe comunque frustrato nel suo “vero (anche se
irrealistico) obiettivo” che è quello di costruire una storia d’amore
condivisa. Comunque metabolizzare la sensazione di rifiuto di un
coinvolgimento affettivo e sessuale da parte di un ragazzo etero, per un
ragazzo gay è ancora tutto sommato un processo di presa di coscienza
della realtà non troppo traumatico, perché si tratta in fondo di
difficoltà oggettive e oggettivamente insuperabili.
La
questione si fa invece molto più delicata quando la sensazione di
rifiuto interviene nel rapporto con un altro gay, qui si tratta di un
rifiuto su basi soggettive che per la persona rifiutata è molto più
difficile da accettare ed è molto più frequentemente accompagnato da
sensazione di inadeguatezza. Entrano tipicamente in gioco in queste
situazioni meccanismi proiettivi per i quali si proiettano nell’altro le
proprie sensazioni e le proprie attese e non si capisce che l’altro è
oggettivamente un altro, con una diversa storia individuale, con altri
desideri e con un vissuto del tutto autonomo. In genere, quando un
ragazzo gay si innamora, la prima e assillante domanda che si pone
concerne l’orientamento sessuale dell’altro, se l’altro non è gay c’è
poco da fare, ma se l’altro è gay “sembra” che il problema sia risolto e
che la reciprocità non possa non esserci, è il tipico teorema “gay +
gay = amore” dietro il quale si nascondo meccanismi proiettivi molto
forti che ci fanno vedere nell’altro, in quando gay, un individuo
identico a noi. Che cosa può metterci al riparo da questi meccanismi
proiettivi che ci portano spesso alla frustrazione? La risposta è quasi
ovvia, si tratta della socializzazione. Più un ragazzo ha una vita
sociale e affettiva ricca, parlo soprattutto di amicizie, più ha
esperienza diretta della variabilità dei soggetti con i quali
interagisce e meno è portato a meccanismi proiettivi. Faccio un esempio
concreto. Un ragazzo gay che mi scriveva la sua prima imbarazzatissima
mail mi diceva: “non ho mai incontrato un ragazzo gay” per lui la
categoria “ragazzo gay” era ancora unitaria e non avendo riferimenti
precisi la completava proiettivamente vedendo nel “ragazzo gay” un altro
se stesso. Quello stesso ragazzo, dopo un po’ di giorni trascorsi con
serate passate in chat diceva: “mi sono reso conto che con tanti ragazzi
riesco ad andare d’accorso ma con qualcuno è come se ci fosse una
distanza più grande, pure se si tratta sempre di bravissimi ragazzi,
hanno un altro modo di ragionare, però con alcuni mi trovo veramente
bene.” Questi discorsi sono il tipico segno di una progressiva
socializzazione e quindi della progressiva diminuzione della tendenza
proiettiva. L’altro elemento chiave, oltre la generica socializzazione,
per prevenire i sensi di frustrazione è l’esperienza. Il primo rifiuto
può essere veramente traumatico, i successivi lo sono certamente di
meno, in sostanza la nostra psiche considera i primi traumi da rifiuto
come una specie di vaccinazione che attenua la virulenza dei successivi.
Il trauma da rifiuto porta spesso a comportamenti che appaiono come
tentativi di superare il rifiuto, ossia come delle insistenti richieste
di conferme da parte dell’altro, che ovviamente non fanno che rimarcare
la sensazione di rifiuto. Tutto questo, che appare come un comportamento
inadeguato, ha invece un senso preciso e serve alla “definizione” della
questione (mettere un confine o un limite) ossia al suo superamento
“definitivo”, al suo inquadramento. Va sottolineato che chi dopo un
primo rifiuto si ostina a chiedere ulteriori conferme si giudica per ciò
stesso inadeguato, ma è in realtà alla ricerca di un meccanismo di
frattura che crei le condizioni per passare oltre. In questo senso i
rifiuti non chiari, impliciti, detti e non detti, non fanno altro che
evitare questo momento di frattura e impedire di fatto fa definizione
della questione che resta perennemente irrisolta. Al di là della
percezione soggettiva, le vere situazioni di disagio si concretizzano
dove permane uno stato di costante incertezza e il tempo passa senza che
ci si possa rendere conto della presenza o dell’assenza di una vera
dimensione simmetrica in un rapporto affettivo.
Vorrei
aggiungere che le frustrazioni in campo affettivo sono spesso
complicate dalla presenza di altre frustrazioni, questa volta di matrice
strettamente individuale, connesse al mancato conseguimento di
obbiettivi legati alla ricerca e alla stabilizzazione del lavoro o al
successo negli studi, specialmente quando gli insuccessi sono percepiti
come derivanti da mancanza di impegno individuale nella soluzione di un
problema che, questo sì, sarebbe realmente risolubile. In genere le
frustrazioni dovute a sostanziale disimpegno a livello individuale
vengono mascherate da frustrazioni nei rapporti affettivi o di coppia
che sono ingigantite per farne il nucleo del proprio stato di disagio,
in questo caso si motivano gli insuccessi nella vita affettiva con
incapacità primarie, originarie, che è impossibile superare e che
incombono quasi come un destino ineluttabile, è il momento del “tanto io
sono così, sono fatto male, non ci posso fare niente …”. Le singole
frustrazioni, non riportate alle loro cause ma viste come espressione di
qualcosa di incontrollabile innescano idee con contenuti vagamente
depressivi che rischiano di pervadere la vita a vari livelli e di
mettere in moto circoli viziosi dai quali è difficile uscire.
L’esperienza insegna che i problemi si affrontano e si risolvono uno
alla volta. La cosa più sensata è evitare di dare al proprio cervello
modo di girare a vuoto sempre sui soliti contenuti scegliendo invece
obiettivi concreti a breve scadenza da realizzare concentrandosi
seriamente su di essi. L’antidoto alla frustrazione e il modo per
spezzare una serie di frustrazioni che rischia di innescare un
meccanismo depressivo è conseguire i primi successi, mette le basi per
guardare al concreto e a quegli obiettivi che sono realmente
conseguibili a breve con uno sforzo di impegno individuale, come fare un
esame, mandare un curriculum per la ricerca di un lavoro, non lasciare
che il tempo scorra quando ci sono problemi da affrontare subito. In
questa prospettiva l’essere gay può anche portare a delle frustrazioni
in campo affettivo difficili da accettare, ma piuttosto che avvitarsi su
se stessi nella ricerca di che cosa si è sbagliato, ha senso
concentrarsi su obiettivi individuali e concreti il cui conseguimento
può portare ad un netto aumento dell’autostima e quindi anche della
capacità di affrontare le frustrazioni nella vita di coppia con maggiore
concretezza e serenità.
Concludo
dicendo che le frustrazioni sono un elemento ineliminabile nella vita
di chiunque e che pertanto è necessario imparare a conviverci,
ricordandosi sempre che come ci è capitato di essere rifiutati ci sarà
certamente capitato e ci capiterà, più o meno coscientemente, di
rifiutare altre persone o altre forme di coinvolgimento, tutto questo
non ha nulla di patologico ma fa parte della normale amministrazione
della vita affettiva.
__________
Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay:
lunedì 23 gennaio 2012
AMORE GAY SCONTATO
Ciao Project,
ti
scrivo perché ho un dubbio in testa che è come un tarlo. Ho 24 anni e
il mio ragazzo ne ha 23, ci conosciamo dai tempi della scuola, in
pratica siamo cresciuti insieme e il nostro metterci insieme è venuto
assolutamente naturale, quasi una cosa scontata, e magari il problema è
tutto lì. Ci vogliamo bene, di questo penso di non avere dubbi ma in
realtà i dubbi ce li ho. Quando stiamo insieme va tutto bene e allora i
dubbi spariscono proprio, ma penso che quando non stiamo insieme il suo
cervello vada perennemente alla ricerca di un altro, non di uno in
particolare ma di uno che sia meglio di me. Io non sono un bello
cinematografico, sono un ragazzo passabile, diciamo al massimo un po’
più che passabile, e forse non corrispondo sempre al suo modello. Ci
siamo lasciati tante volte ma poi siamo tornati sempre insieme ma mi
viene l’idea che sia successo perché non ha ancora trovato di meglio,
anche se stiamo insieme da quattro anni e lui di ragazzi ne ha
conosciuti tanti, qualche volta me lo dice pure, io lo dovrei mandare a
quel paese, almeno in teoria sarebbe la reazione giusta, ma quando ci ho
provato realmente, è successo una volta sola un paio di anni fa, lui è
stato così male che sono dovuto tornare sui miei passi e sono stato
anche contento di averlo fatto, ma poi a distanza di tempo si sono
ripresentati più o meno gli stessi fatti. In pratica lui non mi ha
scelto, non c’è stato il classico colpo di fulmine, il fatto che ci
dovessimo mettere insieme era già nei fatti, due ragazzi che si
conoscono da quando avevano 11 anni, che sono arrivati a dichiararsi gay
reciprocamente quando ne avevano 19/20, poi alla fine si mettono
insieme perché stanno bene insieme, perché hanno un mondo in comune e
poi, forse, anche perché è la strada più facile. Questo dubbio un po’ mi
tormenta. A lui manca l’esperienza dell’innamoramento che ti capita tra
capo e collo come cosa del tutto inattesa, con me non c’è stato niente
di simile. Forse ha bisogno di innamorarsi anche in un altro modo.
Onestamente mi sento messo da parte o meglio strumentalizzato, ma non lo
fa con cattiveria e ci soffre pure seriemente. Certe volte ne parliamo
per ore, io cerco di scuoterlo ma vedo che il suo pensiero è lontano e
che continua a fantasticare su altri ragazzi, ma su ragazzi che magari
con lui hanno scambiato poche parole, ma lui a quelle parole cerca di
dare chissà quale senso anche se il senso non c’è. Certe volte ho
l’impressione che tenda anche a costruire, sulla base di ricordi, delle
ipotesi di storie che avrebbero potuto esistere e che gli servono per
fantasticare. Sia chiaro, Project, io non ci vedo niente di patologico,
se mai un lasciarsi andare un po’ alle malinconie delle reali o presunte
occasioni perdute, ma questo fa parte della sua personalità. Lui è
veramente un bel ragazzo ma è stato sempre complessato dall’idea di
essere brutto, una cosa che non ho mai capito, tendeva a svalutarsi, a
pensare che nessuno si sarebbe interessato di lui e invece, piano piano,
si sta accorgendo che sui ragazzi ha realmente un fascino forte, vede
che gli vanno appreso, che lo cercano ed è portato a vedere dietro
queste cose un interesse vero per lui come persona. È portato ad
innamoramenti molto profondi anche se unilaterali e penso che, se
troverà un po’ di disponibilità in qualcuno, lo perderò, o forse
semplicemente andrà violentemente in crisi perché tenderà a mettere
insieme il mio volergli bene con l’immagine di quel ragazzo, in fondo lo
so che io gli vado bene per tante cose importanti e che anche lui mi
vuole bene in modo autentico ma non riesce a trattenersi dal dare corda
ai ragazzi e questo certe volte mi fa stare proprio male. Qualche giorno
fa siamo andati in un locale a Milano e lui si è messo a fare la corte a
un ragazzo ma in modo molto determinato, l’ambiente era gay e quel
ragazzo era anche un po’ interessato, lui lo guardava, gli faceva gli
occhi dolci, pensava che quello stesse lì da solo, quello per qualche
minuto è stato al gioco, poi gli ha detto sorridendo che c’era il suo
ragazzo. La reazione è stata di apparente disinteresse, ma era ovvio che
non era così. Quando siamo usciti ne abbiamo parlato, mi ha detto che
tanto lui è sfigato e mi ha abbracciato stretto. Il mio ragazzo un
potere enorme su di me ce l’ha perché probabilmente io ne sono
innamorato molto più di come lui è innamorato di me, ma forse anche
questo non è vero. Certe volte discutiamo per ore, mi fa arrabbiare al
punto che lo pesterei e poi finiamo a fare l’amore come non mi è mai
successo con nessun altro perché vedo che è contento e che con me sta
bene. Project, io penso di essere la sua vita reale, la sua ordinaria
amministrazione, quella senza la quale perde l’orientamento, ma penso
anche che lui abbia bisogno di altro, brutalmente anche di sesso fatto
con altre persone, lui la vede come una possibile alternativa alla
nostra storia ma io penso che potrebbe essere invece un modo di
rivalutare la nostra storia, ormai ci conosciamo bene, sono quasi 4 anni
che stiamo insieme e non credo che crollerà ma sto sempre sulle
montagne russe, dalla stelle alle stalle nel tempo di una settimana,
prima pensavo che fossero crisi passeggere o anche periodiche, adesso
comincio a pensare che siano delle componenti ineliminabili del nostro
rapporto. La nostra non è la classica storia di due ragazzi contro il
mondo, è tutto più complicato eppure, ti giuro Project, io non riuscirei
ad adattarmi a vivere senza di lui, perché quando c’è è autentico, non
mi imbroglia mai, magari mi dice cose che mi fanno male ma sono sicuro
che la verità è quella. Mi ha detto che se si dovesse innamorare di un
altro ragazzo me lo direbbe certamente e che non farebbe mai le cose di
nascosto e gli credo perché è fatto così. Quando ci siamo messi insieme
mi sembrava di toccare il cielo col dito, era tutto così ovvio, così
lineare, così naturale, ma evidentemente era troppo ovvio, troppo
lineare e troppo naturale, forse abbiamo solo scelto la strada più
semplice e ne stiamo pagando adesso le conseguenze, francamente vorrei
tanto che non fosse così. Il mio sfogo è finito, sto pensando che mi
manca tantissimo però c’è sempre il tarlo che lui magari adesso sta
pensando ad altro. Ti saluto, Project, se vuoi, pubblica pure la mail.
Davide
__________
Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay:
sabato 21 gennaio 2012
GAY E LAVORO
Ciao Project,
ti
scrivo per vedere che effetto fa, cioè che affetto fa a me, tanto non
ci conosceremo mai. Non ne posso più di vedere passare i giorni così
uno appresso all’altro senza nessuna prospettiva, solo tempo che se ne
va, di anni ne ho finiti 31 da un pezzo a vedo avvicinarsi i 32, che ho
concluso nella mia vita? Laurea, grandi sogni, non gradi forse ma
qualcosa mi sarei aspettato e invece il mio 110 e lode non è servito a
nulla ormai sono anni che faccio di tutto, concorsi che non finiscono
mai e per le cose più assurde, lavoretti di tutti tipi che nulla hanno a
che vedere con la mia laurea e adesso da un po’ nemmeno quei lavoretti.
In pratica un mucchio di promesse fasulle, tanta fatica e poi quasi
niente. Potrei fare dei master, sarebbero altri soldi buttati e altro
tempo sprecato, alcuni amici miei che li hanno fatti stanno a zero lo
stesso, sarà il momento ma è così e poi a tutto questo bel po’ di cose
ci aggiungo pure le frustrazioni sentimentali. Coi ragazzi più giovani
di me non mi sento a mio agio, loro stanno passando adesso la fase dei
sogni e delle pie illusioni, quando parlo con loro mi considerano uno
sfigato che ha buttato la spugna. Con quelli della mia età la reazione è
duplice: o sono sostanzialmente dei falliti come me e allora ci
facciamo buona compagnia accusando di altri di essere ladri e
imbroglioni o sono gente arrivata e non capisci nemmeno per quale
ragione, qualcuno forse se lo merita ma certi proprio non sai come hanno
fatto ad arrivare dove stanno perché anche a livello di competenze
professionali fanno pena, e io con questa gente non ho nulla da
spartire, mi sento orgoglioso e stupido nello stesso tempo. I gay sono
arrivisti e disposti a vendere la madre pur di arrivare dove vogliono,
almeno quelli che conosco io. Uno in particolare, di quelli ben piazzati
che non ho mai capito come facessero a essere ben piazzati, mi fa
sempre la paternale come se fossi un completo imbecille al quale bisogna
insegnare ancora l’abbiccì del saper campare in società, e questo è uno
dei meno peggio. Allora mi sono detto che se i gay arrivati sono così,
io ne voglio uno sfigato come me e pure più sfigato di me che magari
potrebbe essere umanamente un po’ meglio e almeno non mi farebbe
prediche sul farmi furbo e cose simili, che poi sarebbe un altro modo
per dirmi che è maglio imbrogliare che essere imbrogliati. Ma chi mi
dice che un gay sfigato e magari pure io stesso, una volta avuta la
poltroncina buona non ci si vende l’anima e non si fa come fan tutti?
Un’altra cosa che mi ha fatto strano del tuo forum è che secondo te i
gay pensano soprattutto ai sentimenti, ma questa è una balla colossale,
io ne ho visti di quelli che del loro ragazzo se ne fregavano alla
grande e, passami il termine, se lo sarebbero venduto al migliore
offerente pur di fare un passetto in avanti nella scala sociale. Io ho
conosciuto ambienti gay, mica quelli dei locali o della gente sbandata,
no, ambienti gay su, dove i ragazzi li mettevano proprio sotto i piedi, e
non erano nemmeno quelli di 50 o 60 anni che li mettevano sotto i
piedi, che quelli almeno un po’ di dignità ce l’avevano, ma quelli di 25
o 30 che si sentivano proprio i padroni e i ragazzi li vedevano solo
come servi da attirare con la bella vita e da allontanare con un calcio
in culo quando dicevano anche solo mezza parola che avesse un senso. Io
questo ho visto, perciò la parola gay usata come la usi tu mi fa strano,
ci saranno pure quelli buoni ma io non li ho ancora visti da nessuna
parte, anche se realmente conosco forse solo un tipo di gay e li vedo
nella competizione del lavoro e non mi piacciono per niente. Mi sento
avvilito, Project, praticamente preso nel vortice di un mondo che
dovrebbe essere il mio ma certe volte mi fa proprio schifo. È vero che
sul lato etero la cosa è esattamene la stessa, non sono solo i gay che
fanno schifo ma è il mondo nel suo complesso che fa schifo. Vorrei
proprio ricominciare tutto da capo, con gente diversa, sono stufo
dell’idea che tutto debba essere sempre e solo un compromesso con la
propria coscienza e che ci si debba vendere per forza. Non sai quanto
chi ha i soldi si approfitta di chi non ce li ha! E sto parlando di gay
che si approfittano di ragazzi gay. Una cosa sola potrebbe migliorare la
situazione di un ragazzo gay che non ha i miliardi ed è un lavoro vero
che gli permetta di fregarsene di chi lo vorrebbe mettere sotto i piedi.
Io non cerco l’amore, di queste cose non me ne frega niente, io vorrei
solo un po’ di dignità e la potrei avere solo lavorando, ma un lavoro
vero non lo trovo e ho sempre davanti agli occhi il mio perenne dover
chiedere, parlo di chiedere lavoro, abbassando la testa di fonte a gente
che stimo meno di zero ma che ha su di me quasi potere di vita e di
morte. Io sono un professionista serio e un tipo, poco più che un
ragazzo, mi ha detto facendomi un sorrisetto, quasi come se mi facesse
una grazia, che mi avrebbe fatto avere un contrato a tre mesi perché
esiste una “solidarietà fra gay” e io l’ho mandato a cagare lui e il suo
contratto e non ha nemmeno capito il perché e mi ha vomitato appresso
una valanga di insulti di una violenza inaudita! Ma perché uno non può
avere la sua dignità? Perché la mancanza di lavoro deve diventare il
sistema per schiavizzare la gente? Il primo problema di un gay, come di
chiunque, è avere un lavoro e una dignità senza dover strisciare davanti
a nessuno! Tutto il resto viene dopo!
__________
Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul forum di Progetto Gay:
Etichette:
dignità gay,
GAY E DENARO,
GAY E LAVORO,
gay e rispetto,
rapporti tra gay
domenica 15 gennaio 2012
RAGAZZI GAY E ANSIA DI NORMALITA'
Ciao Project,
mi fa proprio strano scriverti questa mail perché non ho mai parlato con nessuno di queste cose. Dove vivo io devo stare attento a tutto e preferisco stare solo perché se avessi amici, diciamo così che si farebbero anche gli affari miei. Qui va così, e allora resto solo, ma è dura, ho solo internet, un po’ di foto e di video li cerco pure io, però quelle cose degli incontri oppure delle chat per farsi le se..e non mi interessano, magari sono rimasto un bambino dentro perché mi incanto a guardare certe foto, non mi piace il porno spinto, mi piacciono le foto dove di un ragazzo di vede tutto ma anche il sorriso, però delle cose naturali, come nella vita di tutti i giorni, cioè un po’ come farei io. Adesso queste cose in rete si cominciano a trovare e mi piacciono molto, proprio mettere insieme la faccia del ragazzo e tutto il resto, non lo so, sarò pure tarato che penso a queste cose ma le immagino dolci quando mi faccio una se.a, non mi piacciono quelle cose esagerate che si trovano in giro, un ragazzo mi piacerebbe carezzarlo, baciarlo, pure il resto certo, ma se viene spontaneo a tutti a due, se no non fa niente, penso che mi starebbe benissimo anche solo stare abbracciato con un ragazzo, cioè non con uno qualunque ma col ragazzo mio. Se mi vuole bene, di quello che facciamo non me ne importa niente ma voglio che mi voglia bene. Mi dico tante volte che il ragazzo io non ce lo avrò mai, anzi diciamo che in pratica ne sono sicuro, non ci so fare coi ragazzi, mi considerano un ragazzino anche se ho quasi 19 anni perché sono timidissimo, avere un ragazzo vicino mi imbarazza, divento rosso e non parlo, lo so che sembra stupido ma succede e poi non sono proprio un bel ragazzo, insomma non male, almeno non bruttissimo, quelli belli li vedo e sono belli veramente, io sono diciamo passabile e poi mi sentirei terribilmente in imbarazzo proprio a stare con un ragazzo, cioè a starci nudo insieme, e fare altre cose, sono molto complessato in queste cose e penso che potrei essere proprio una frana e questo mi frena molto, poi non mi so vestire, mi dicono che sono uno zombi ecc. ecc.. Ho paura che queste paure non me le leverò più dalla testa e poi non ne posso parlare con nessuno. A parte che amici non ne ho, anche se ne avessi che faccio? Se gli dico cose così mi prendono per un matto. Allora ho pensato di scriverti così mi dici quello che pensi di me e poi, se ti va, parliamo un po’ su msn. Magari a parlare non cambia niente però almeno uno si sfoga un po’. Aspetto con ansia la tua risposta.
Luca
Ciao Project,
ieri notte è stata stranissima, all’inizio mi tremavano proprio le mani, mi faceva proprio un effetto tipo panico, poi invece sono stato a mio agio, mi dispiace di averti trattenuto fino a quell’ora a raccontarti tutte quelle cose, te ne dicevo una e poi stavo in ansia per la tua risposta. In pratica mi sono sentito meno strano, cioè allora non sono poi tanto fuori. Tante cose che a me sembravano strane a te non lo sembravano affatto e questo mi tranquillizzava. Mi dicevo ma vuoi vedere che alla fine sono un ragazzo normale pure io!! Allora il modo mio di pensare a un ragazzo non è così assurdo e di ragazzi come me ce ne sono tanti! Magari!! Questa cosa mi fa stare meglio. Mi è piaciuta alla fine quando mi hai detto che io in fondo veri problemi non ne ho, mi sembrava quasi incredibile, ma detto da te dopo tante ore che parlavamo voleva dire che era proprio così e in effetti grossi problemi non ne ho, un po’ imbranato sono ma penso che di ragazzi imbranati come me ce ne siano tanti. Io in fondo l’idea di essere uno un po’ fuori me l’ero messa in testa anche per dirmi che la timidezza tanto non la potevo superare però se lo trovassi veramente un ragazzo che mi vuole bene, penso che tutta questa paura sparirebbe completamente. Certe volte mi sento scemo a cercare l’amore quando vedo che magari gli altri cercano solo il sesso, ma io voglio di più, sarò pure ingenuo ma voglio di più, cioè un ragazzo se sta con me deve essere proprio felice di stare con me, lo so che sono uno un po’ mediocre, ma io mica voglio uno bello come il sole, mi sta bene uno come me e pure peggio, però mi deve volere bene e allora sì che saprei volergli bene anche io. Grazie Project, mi sa che ti scoccerò ancora, ma già così mi sento più normale e mi piace.
A presto.
Luca
Se vuoi mettere le mail nel forum, fallo, non mi dispiace mica.
mi fa proprio strano scriverti questa mail perché non ho mai parlato con nessuno di queste cose. Dove vivo io devo stare attento a tutto e preferisco stare solo perché se avessi amici, diciamo così che si farebbero anche gli affari miei. Qui va così, e allora resto solo, ma è dura, ho solo internet, un po’ di foto e di video li cerco pure io, però quelle cose degli incontri oppure delle chat per farsi le se..e non mi interessano, magari sono rimasto un bambino dentro perché mi incanto a guardare certe foto, non mi piace il porno spinto, mi piacciono le foto dove di un ragazzo di vede tutto ma anche il sorriso, però delle cose naturali, come nella vita di tutti i giorni, cioè un po’ come farei io. Adesso queste cose in rete si cominciano a trovare e mi piacciono molto, proprio mettere insieme la faccia del ragazzo e tutto il resto, non lo so, sarò pure tarato che penso a queste cose ma le immagino dolci quando mi faccio una se.a, non mi piacciono quelle cose esagerate che si trovano in giro, un ragazzo mi piacerebbe carezzarlo, baciarlo, pure il resto certo, ma se viene spontaneo a tutti a due, se no non fa niente, penso che mi starebbe benissimo anche solo stare abbracciato con un ragazzo, cioè non con uno qualunque ma col ragazzo mio. Se mi vuole bene, di quello che facciamo non me ne importa niente ma voglio che mi voglia bene. Mi dico tante volte che il ragazzo io non ce lo avrò mai, anzi diciamo che in pratica ne sono sicuro, non ci so fare coi ragazzi, mi considerano un ragazzino anche se ho quasi 19 anni perché sono timidissimo, avere un ragazzo vicino mi imbarazza, divento rosso e non parlo, lo so che sembra stupido ma succede e poi non sono proprio un bel ragazzo, insomma non male, almeno non bruttissimo, quelli belli li vedo e sono belli veramente, io sono diciamo passabile e poi mi sentirei terribilmente in imbarazzo proprio a stare con un ragazzo, cioè a starci nudo insieme, e fare altre cose, sono molto complessato in queste cose e penso che potrei essere proprio una frana e questo mi frena molto, poi non mi so vestire, mi dicono che sono uno zombi ecc. ecc.. Ho paura che queste paure non me le leverò più dalla testa e poi non ne posso parlare con nessuno. A parte che amici non ne ho, anche se ne avessi che faccio? Se gli dico cose così mi prendono per un matto. Allora ho pensato di scriverti così mi dici quello che pensi di me e poi, se ti va, parliamo un po’ su msn. Magari a parlare non cambia niente però almeno uno si sfoga un po’. Aspetto con ansia la tua risposta.
Luca
Ciao Project,
ieri notte è stata stranissima, all’inizio mi tremavano proprio le mani, mi faceva proprio un effetto tipo panico, poi invece sono stato a mio agio, mi dispiace di averti trattenuto fino a quell’ora a raccontarti tutte quelle cose, te ne dicevo una e poi stavo in ansia per la tua risposta. In pratica mi sono sentito meno strano, cioè allora non sono poi tanto fuori. Tante cose che a me sembravano strane a te non lo sembravano affatto e questo mi tranquillizzava. Mi dicevo ma vuoi vedere che alla fine sono un ragazzo normale pure io!! Allora il modo mio di pensare a un ragazzo non è così assurdo e di ragazzi come me ce ne sono tanti! Magari!! Questa cosa mi fa stare meglio. Mi è piaciuta alla fine quando mi hai detto che io in fondo veri problemi non ne ho, mi sembrava quasi incredibile, ma detto da te dopo tante ore che parlavamo voleva dire che era proprio così e in effetti grossi problemi non ne ho, un po’ imbranato sono ma penso che di ragazzi imbranati come me ce ne siano tanti. Io in fondo l’idea di essere uno un po’ fuori me l’ero messa in testa anche per dirmi che la timidezza tanto non la potevo superare però se lo trovassi veramente un ragazzo che mi vuole bene, penso che tutta questa paura sparirebbe completamente. Certe volte mi sento scemo a cercare l’amore quando vedo che magari gli altri cercano solo il sesso, ma io voglio di più, sarò pure ingenuo ma voglio di più, cioè un ragazzo se sta con me deve essere proprio felice di stare con me, lo so che sono uno un po’ mediocre, ma io mica voglio uno bello come il sole, mi sta bene uno come me e pure peggio, però mi deve volere bene e allora sì che saprei volergli bene anche io. Grazie Project, mi sa che ti scoccerò ancora, ma già così mi sento più normale e mi piace.
A presto.
Luca
Se vuoi mettere le mail nel forum, fallo, non mi dispiace mica.
__________
Se volete, potete partecipare alla discussione di quetso post aperta sul forum di Progetto Gay:
Etichette:
ANSIA GAY,
DISAGIO GAY,
normalità gay,
RAGAZZI GAY
lunedì 9 gennaio 2012
OMOFOBIA E DOC
Questo post è dedicato alla omofobia nel DOC (Disturbo Ossessivo Compulsivo), non riguarda quindi gli atteggiamenti di omofobia sociale, cioè gli episodi di intolleranza verso i gay di cui si legge sulla stampa (fobia “contro i gay”) determinati dall’ignoranza e dall’incitazione all’aggressione verso i gay, ma propriamente la fobia, ma meglio sarebbe dire l’idea ossessiva, “di essere gay” che si manifesta nell’ambito del DOC, si tratta di un disturbo che può creare stati di sofferenza profonda e che va riconosciuto e affrontato con mezzi adeguati, ricorrendo all’aiuto di uno specialista. Riconoscere un DOC con idea ossessiva di essere gay non è cosa facile perché si è portati spesso a vedere tutta l’omofobia, anche quella del DOC, come un fenomeno di origine sociale o culturale trascurando del tutto il fatto che si tratti una vera patologia che non va sottovalutata e che ha cause non riferibili a fenomeni sociali e culturali. Nell’ambito dell’attività di Progetto Gay mi è capitato qualche volta di avere colloqui con ragazzi affetti dal DOC con l’idea ossessiva di essere gay. Ultimamente ho scambiato una serie di mail con un ragazzo 22enne che mi ha permesso di chiarire molto meglio le cose esponendole dal suo punto di vista. Devo molto a questo ragazzo che mi ha permesso di farmi un’idea del DOC nelle sue connessioni con l’idea di essere gay con una compiutezza e una chiarezza che non avevo mai raggiunto. Questo è un brano di una sua mail: “se volessi trascrivere o redigere la mia storia per tua utilità, sentiti libero di farlo senza alcun problema, più si sa di questo male, più le persone realmente omosessuali capiscono che IO sono malato e non loro meglio sarà.” Direi che questa frase è il segno della maturità umana oltre che culturale di questo ragazzo che ringrazio sentitamente. Ho chiesto esplicitamente ed ottenuto dal mio interlocutore il permesso di pubblicare i contenuti del nostro scambio epistolare.
Nell’avvicinarmi per gradi al nucleo del problema, sempre nel pieno rispetto della privacy, seguitò lo stesso percorso che ha seguito il mio interlocutore, chiamiamolo Marco, nelle sue mail. Chiedo scusa a chi legge se il percorso sarà lungo, ma fare chiarezza su queste cose richiede anche al lettore uno sforzo di attenzione non piccolo.
Marco
ha 22 anni, è uno studente universitario, comincia così la sua prima
mail: “ti scrivo con un’ansia e un terrore addosso che sono quasi
indescrivibili ma ho bisogno di avere un confronto”. Racconta quindi la
sua situazione familiare, certamente non facile, rapporti fortemente
conflittuali con i genitori, una prima adolescenza sbandata e senza
punti di riferimento, brutti momenti come ribellione, insuccessi
scolastici, capelli tinti, risse, droghe leggere, atti vandalici, fughe
ecc., successivamente il contatto con altre persone gli ridà fiducia e
lo reinserisce in un clima vivibile. Intraprende una strada di crescita
molto profonda che lo porta a formarsi una “personalità indipendente in
parte da tutto e tutti” che però concentra, a suo giudizio, il meglio di
tutti quelli che lo hanno cresciuto “in buona fede e con amore” e si
sente in buona parte un loro risultato.
Dal
punto di vista della sessualità l’adolescenza di Marco è stata
piuttosto complessa. Fin da piccolo ha avuto la passione per i piedi e
non faceva molta distinzione fra uomo e donna ma il piede femminile per
lui restava oggetto di un piacere speciale, crescendo e scatenandosi gli
ormoni la masturbazione si è incentrata su tutte le donne che
conosceva, professoresse incluse, “fino a sbocciare alle medie con
vere e proprie occasioni di approfondimento...” ma prima che accadesse
tutto ciò, come talvolta succede, Marco con i suoi amici scopre e
sperimenta la masturbazione di gruppo sui porno etero, logicamente
facendo ognuno per se ... un giorno però un amico un po’ effeminato
vuole andare oltre e Marco lo segue “facendo varie volte prove, anche
arrivando alla penetrazione ma pensando sempre alle donne soprattutto
desiderando che accadesse con una ragazza il più in fretta possibile”.
Verso i 12-13 anni sia Marco che il suo compagno di esplorazioni
sessuali iniziano a trovarsi “la fidanzata” e i momenti di
sperimentazione e curiosità sessuale tra loro si fermano. “Io e questo
amico effeminato non avevamo ancora trovato una donna e talvolta non
sapendo ancora come fosse questo rapporto con le donne e molto
incuriositi sognavamo di averlo e abbiamo continuato quelle esperienze
senza mai avere rapporti affettivi i quali ci schifavano e anzi
evitavamo proprio certi contatti perché erano fastidiosi e ci inducevano
talvolta anche dei veri e propri disturbi. Va notato che Marco
sottolinea l’effeminatezza del suo amico. Finite queste esperienze,
sempre considerate pure curiosità, Marco e il suo amico si trovano
entrambi la ragazza. Marco sottolinea che anche durante le esperienze
con il suo amico la masturbazione era al 99% eterosessuale e molto
desiderata e soddisfacente e per ripiego talvolta non avendo la
possibilità di avere ragazze vere, le fantasie “cadevano su una
dimensione maschile che riguardava cosa potevamo fare alle donne ma
facendolo fra noi, niente più.”
“Tornando
alle ragazze, sono iniziate le esperienze con loro, i colpi di fulmine
(sempre avuti fin dall'asilo tant'è che spesso venni messo in castigo
perché sorpreso a toccare le mie coetanee o comunque mi ricordo sogni
sulle mie amiche e il desiderio profondo di averle e annusarle), il
desiderio era feroce e incontrollabile, da stare male ... ho iniziato a
vivere in un altro mondo tant'è che ho pensato con ribrezzo alle cose
fatte fra amici e ho avuto alcuni problemi personali.
Per farla breve la mia adolescenza è scoppiata con una dipendenza e fame di donna fortissima che mi ha portato a trascurare lo studio ed innamorandomi spesso e avendo voglia in continuazione di avere una ragazza, sentire il suo odore, toccarla, leccarla ecc. ecc. ho avuto la prima storia seria di 4 anni, precedentemente varie esperienze ma tortuose perché cambiavo spesso target in quanto mi interessavo anche di più ragazze contemporaneamente e con una masturbazione continua e quasi incontrollabile perché era il mio massimo desiderio giornaliero.”
Per farla breve la mia adolescenza è scoppiata con una dipendenza e fame di donna fortissima che mi ha portato a trascurare lo studio ed innamorandomi spesso e avendo voglia in continuazione di avere una ragazza, sentire il suo odore, toccarla, leccarla ecc. ecc. ho avuto la prima storia seria di 4 anni, precedentemente varie esperienze ma tortuose perché cambiavo spesso target in quanto mi interessavo anche di più ragazze contemporaneamente e con una masturbazione continua e quasi incontrollabile perché era il mio massimo desiderio giornaliero.”
Fin
qui, direi, l’adolescenza di Marco, per quanto agitata, non presenta
elementi oggettivamente patologici, ma lui stesso ci descrive il primo
apparire dell’idea ossessiva.
“Tra
i fidanzamenti, le coccole, i baci, la voglia di essere amato da una
ragazza, di essere suo, di avvertire la gelosia sua, sentirsi proprietà
di una ragazza, fare l'amore ecc. ecc. non avevo mai notato però un mio
comportamento: tendevo ad ossessionarmi svariate volte su varie cose,
toccare un tot di volte le cose, fare le scale veloci altrimenti sarei
stato "sbagliato", mettere in ordine, pulire, parlare dicendo certe
cose, chiedere scusa agli oggetti, soffrire per cose assurde ecc. ecc. e
da qui iniziò al'età di 14 anni un po’ la mia identità ossessiva,
pacata ma presente, che sfociò un giorno durante una vacanza in montagna
sentendo un racconto di un amico di famiglia, il quale parlava
dell'outing di un suo collega insospettabile. Mi prese il terrore e la
paura che anche io potessi diventare gay e sarei stato obbligato ad
andare con gli uomini e lo collegai subito le cose fatte anni prima,
senza paura e senza alcun significato, fra amici, e iniziarono i
rimuginamenti: “ma non è che sei gay?", "sei sicuro?" così
saltuariamente nel procedere degli anni la cosa è andata acutizzandosi a
periodi e sparendo in altri ... nel frattempo iniziavo a conoscere
nuovi amici, a frequentare la palestra e persone molto più belle e
grandi di me per le quali provavo invidia e anche sottomissione perché
ero non in grado di competere con loro. La mia personalità sicura e
forte quasi bullesca è andata scemando fino a che mi sono sentito
praticamente una pecora che si crede leone, mi sono accorto che ero solo
un pallone gonfiato e che le mie qualità erano solo quelle che avrei
voluto avere ma non le possedevo per cui ho dovuto "costruirmi" davvero
... mattone su mattone, fisico, mente, sex appeal ecc. ecc.. Per cui
talvolta, mi capitava di ammirare alcune persone per la loro bellezza e
mi sentivo schiavo: "sono inferiore, loro sono belli ... non è che sei
gay?" e lì iniziai ad ossessionarmi sempre di più e la mia mente giocava
all'opposto, tutte le cose che (perdona la franchezza) mi facevano
schifo e mi davano molto fastidio come i rapporti omosessuali
comparivano come un obbligo perché loro erano belli e se quindi capivo e
apprezzavo la loro bellezza (sempre con invidia) dovevo farmeli piacere
... via così finché non si è automatizzato questo timore fino a
sfociare ad una vera e propria crisi di panico, ansia e quasi anoressia
... prima di arrivare a tutto ciò ero impanicato ma saltuariamente e nel
frattempo continuavo ad innamorarmi a destra e a manca di amiche donne e
desideravo ritrovare l'amore, fare sesso ecc. ecc. finché non incontrai
la mia attuale ragazza, che conobbi per amicizie in comune. Non scattò
come un colpo di fulmine bensì lentamente tant'è che ci lasciammo pure
ma io, quando lei si fidanzò, mi sentii come se mi avessero portato via
qualcosa e le scrissi che avevo bisogno di lei e che se si fosse
lasciata un giorno mi avrebbe trovato lì pronto ad aspettarla ...
intanto l'ossessione che capitava già pochissime volte ed era quasi
inconsistente non era quasi più presente.”
Devo sottolineare che quando l’idea ossessiva retrocede Marco ritrova una piena sessualità etero.
Marco
prosegue: “Un giorno lei mi scrive, si è lasciata col ragazzo perché
non stava più bene con lui e perché il mio messaggio l'aveva fatta
pensare ... intanto io mi ero fatto un mio mondo e iniziavo a sentirmi
bene da solo ma al cuore, come sai, non si comanda e allora ci siamo
buttati in questa relazione che ora perdura ed è ben solida tant'è che
dipendiamo fortemente l’uno dall’altra ... nel frattempo io sono
continuato a cambiare, a crescere, a divenire indipendente mentalmente:
ho capito di non credere in Dio e mi sono riconosciuto ateo, ho iniziato
ad amare la scienza ed analizzare gli aspetti della vita sotto un
profilo logico e non più di mistero o trascendentale, ho sdoganato
l'omofobia e ho tessuto amicizie con persone omosessuali che tutt'ora
perdurano e sono ottime. In questo ultimo hanno ho fatto amicizia con un
ragazzo tramite una nostra amica in comune, fin da subito ci siamo
trovati in sintonia come due fratelli separati alla nascita, era uno di
quegli amici che si contano sulle dita della mano, uno dei pochi che
avevo con cui condividere argomenti profondi della vita, come dio,
scienza, vita ecc. ecc., pochi mesi fa però questo mio amico (io intanto
mi sono ossessionato sempre di più sulla omosessualità, avevo paura che
qualcuno mi volesse stuprare o che un uomo mi obbligasse a fare certe
cose, avevo timore e rifuggivo le manifestazioni affettuose fra amici
maschi) INSOSPETTABILE mi rivela che è gay, io tranquillamente gli dico
che è tutto ok e che deve stare tranquillo, deve essere quello che è e
che spero di non essermi comportato male magari con qualche battuta
tipica sugli omosessuali, il tutto si trasforma in una ancora più solida
amicizia tant'è che mi confida le sue pene d'amore come niente fosse
... lì però nel giro di pochi giorni la mia ossessione monta sfociando
in un attacco di panico, ansia e anoressia profonda, da non riuscire a
dormire e mangiare per settimane, e allora sono andato su internet
cercando "si può diventare gay?", "paura di essere gay?" ecc. ecc. e ho
trovato un forum che parlava di un disturbo che si chiama "Disturbo
ossessivo-compulsivo legato alla paura di diventare omosessuali" come
quei disturbi del lavarsi le mani o controllare sempre il gas e mi ci
sono riconosciuto in pieno. Sono due mesi che sono in terapia
farmacologica, in psicanalisi e un po’ depresso ... ho perso
completamente me stesso e la ricerca di rassicurazioni mi ha portato a
stravolgere la mia naturale attrazione per le donne con immagini
intrusive di atti sessuali e di sensazioni fasulle di piacere, come se
dovessi seguire quella via ... ne fossi obbligato ... questo mi fa stare
molto male ... le medicine mi tolgono già di loro la libido e quindi
faccio fatica a fare l'amore con la mia ragazza (mentre fino ad un mese
prima non riuscivamo ad uscire di casa perché la voglia di fare sesso
era incontenibile) ... e le idee in testa divengono sempre più fitte e
leggendo sul tuo sito di omosessualità repressa, latente e cose così mi
sono imparanoiato sempre di più fino ad avere vere proprie crisi di
identità; ora sono molto sotto, ho una crisi fortissima che non mi
lascia respiro ... perciò volevo chiederti che cosa puoi trarre dal mio
racconto secondo te e la tua esperienza. Aggiungo che mi è stato
diagnosticato sia da uno psichiatra, sia dallo psicologo che da amici
professionisti il DOC, il disturbo che sopra ti dicevo, soffro di ansia e
ossessività fin da piccolo ma la caratteristica di questo male è che
tende a farti sentire ciò che non sei per coprire altri problemi, a dire
dello psicologo riguardo a mio padre e/o esperienze della mia vita
molto dolorose ... Sto davvero male perché sto perdendo me stesso e
sento come se non potessi più amare le donne e il loro sesso del quale
sento il bisogno che però questa ossessione blocca con pensieri e
ragionamenti che mi inducono a credere che io sia diventato gay.
Concludo dicendoti che io ho cancellato l'omofobia perché ho capito che è
naturale e normale essere gay, ho trovato persone interessanti e ho
piacere che vivano la loro vita serenamente e odio profondamente tutti
coloro i quali condannano queste cose ... per cui non ho, come da
definizione del male, problemi con l'omosessualità e ancora di più non
ne avevo con il mio orientamento sessuale ... però tutto questo mi ha
posto mille dubbi sulla mia intera vita e ho tanta paura e non posso
essere più me stesso ...”
Alla prima mail di Marco ho risposto così:
“Ho
letto con molta attenzione la tua mail. Da tutto quello che scrivi
emerge piuttosto chiaramente il quadro del DOC che si manifesta anche
attraverso la paura di essere gay. Che la paura sia infondata mi sembra
abbastanza chiaro, nessuna delle cose che dici è indicativa di
orientamento sessuale gay, né le esperienze preadolescenziali con altri
ragazzi, né le idee ricorrenti legate alla paura di essere gay. Ti sento
decisamente preoccupato, e il DOC può fare questo effetto, ma ti vorrei
dire che mi è capitato più di una volta di conoscere ragazzi con questo
tipo di disturbo connesso all’idea ossessiva di poter essere gay, in
alcuni casi il disturbo faceva proprio stare male quei ragazzi, però,
seguiti da persone esperte, sia a livello farmacologico che a livello
psicologico di sostegno, quei ragazzi hanno visto cambiare le cose in
modo molto netto, gradualmente e con tempi non brevissimi ma il peso
delle idee ossessive è stato progressivamente minore, al punto che la
loro vita di relazione non ne è stata realmente condizionata. La maggior
parte di questi ragazzi non sono omosessuali e vivono l’omosessualità
solo come fobia e come condizionamento, qualcuno però, ma sono una
minoranza, alla fine supera la dimensione ossessiva con l’accettazione
della omosessualità come condizione normale della sua vita. Proprio la
settimana scorsa parlavo in chat con uno di questi ragazzi, che conosco
da anni ormai, e sono rimasto veramente stupito dalla strada che ha
fatto, dall’equilibrio che ha raggiunto e dalla maturità emotiva che
dimostrava. Alcune osservazioni andrebbero tenute presenti, anche se mi
rendo conto che per un ragazzo con il DOC sono argomentazioni che non
possono essere risolutive, in primo luogo non credo proprio che tu sia
gay, ma ammesso e non concesso che tu lo fossi questo non
condizionerebbe realmente la tua vita. Conosco tantissimi ragazzi che
sono felici di esserlo e si sentono realizzati così. Ma, ripeto, non
credo che tu abbia niente a che vedere con i gay e anzi mi fa veramente
piacere il fatto che tu possa avere amici gay e che tu ne dia un buon
giudizio. Puoi avere idee ossessive, certo, puoi averle e bisogna
cercare di rendersi conto che la situazione di disagio può essere molto
alleviata da terapie comportamentali che mirano ad ridurre il senso
della responsabilità che puoi provare e a prevenire le risposte di tipo
ossessivo attraverso una consapevolezza razionale. Fino a non molti anni
fa questi disturbi di fatto non erano curati se non con forme di
psicoterapia aspecifica, oggi esiste la possibilità di ricorrere a
farmaci altamente specifici che aiutano molto a contenere il problema.
Le situazioni purtroppo si complicano per quei ragazzi che sono lasciati
a sé stessi fin oltre i 35/40 anni, allora un approccio efficace
diventa più difficile, ma alla tua età la combinazione tra terapia di
sostegno e terapia farmacologica può veramente cambiare le cose, cioè
può permetterti di vivere una vita normale. Aggiungo una cosa, i ragazzi
con DOC sono in genere ragazzi con quozienti di intelligenza superiori
al normale. Sei uno studente di una facoltà scientifica e lo studio
potrà aiutarti molto a ritrovare una serenità di fondo, proprio
attraverso l’apprendimento di un metodo scientifico di analisi della
realtà. Nell’avvio del DOC conta certamente anche il clima familiare e
in particolare lo stress affettivo nei rapporti con i genitori e tu
certamente non hai vissuto da questo punto di vista una situazione
ideale, hai reagito, è vero, ma ne hai anche sofferto. Se potrò esserti
utile in qualcosa lo farò molto volentieri.”
Marco mi risponde:
“Grazie
project per l'attenta analisi di quanto ti ho riportato, se posso
rubarti ancora un po’ di tempo avrei piacere di parlare con te perché
anche se saprai bene che il mio disturbo mi porta a cercare
rassicurazioni, informazioni, fare autotest e via dicendo fino a
sfinirsi (e chi mi ha in cura dice che è come drogarsi e dovrei cercare
di smettere di informarmi, testarmi e rassicurarmi ma è davvero dura),
pensa che non riesco a studiare ed il mio pensiero è praticamente
centrato quasi esclusivamente su questo problema ... vorrei ricordarti
ancora che nutro grande rispetto per le persone omosessuali e non le
reputo nemmeno "omosessuali" perché parto dal concetto di libertà
personale e quindi, detta franca, non mi interessa cosa fai a letto, chi
ami o se ti piace il rosso o il blu, a me interessano le persone per
quello che sono e se sono "diverse" da me, come io per loro, meglio
ancora ... avremo di più da raccontarci.
Già ora mentre ti scrivo la mia mente mi sta portando immagini e sensazioni che mi danno ansia, paura e terrore … tutto perché ho paura di non poter più amare la mia ragazza, di non poter fare l'amore come un tempo con lei, che, se mai un giorno finisse, io non sia più in grado di innamorarmi di altre donne, di godere di cotte dolorose e dell'affetto passeggero (per non dire scappatelle) di qualsiasi ragazza mi attragga, per tutte queste domande che mi sto facendo, per la crisi che ho e per le conseguenze che giorno per giorno pago”.
Già ora mentre ti scrivo la mia mente mi sta portando immagini e sensazioni che mi danno ansia, paura e terrore … tutto perché ho paura di non poter più amare la mia ragazza, di non poter fare l'amore come un tempo con lei, che, se mai un giorno finisse, io non sia più in grado di innamorarmi di altre donne, di godere di cotte dolorose e dell'affetto passeggero (per non dire scappatelle) di qualsiasi ragazza mi attragga, per tutte queste domande che mi sto facendo, per la crisi che ho e per le conseguenze che giorno per giorno pago”.
Quindi
Marco si sofferma sulla terapia farmacologica ed è evidente che ha
acquisito una notevole capacità di interpretare il significato
terapeutico dei farmaci che gli sono stati prescritti.
“Sappi
che mi è stata modificata la terapia, ora prendo un farmaco in più
oltre ai due di inizio terapia: [omissis] un ansiolitico che "dovrebbe"
tenere a bada l'ansia provocata dai pensieri e dalle immagini intrusive
che fa, poveretto, il suo magro effetto, a lungo andare ... già lo noto.
[omissis] questa è la novità che dovrebbe bloccare l'ideazione ovvero dovrebbe aiutarmi a non cadere nelle trappole del "domandarsi" in continuazione con il conseguente effetto dell'autoconvinzione e sensazione di essere ciò che si teme (omosessuale, sporco, malato di aids, gas aperto, non amare il proprio partner ecc. ecc.), dovrebbe cioè limitare l'affioramento di immagini e pensieri intrusivi”.
[omissis] questa è la novità che dovrebbe bloccare l'ideazione ovvero dovrebbe aiutarmi a non cadere nelle trappole del "domandarsi" in continuazione con il conseguente effetto dell'autoconvinzione e sensazione di essere ciò che si teme (omosessuale, sporco, malato di aids, gas aperto, non amare il proprio partner ecc. ecc.), dovrebbe cioè limitare l'affioramento di immagini e pensieri intrusivi”.
Poi Marco prosegue:
“tornando
a noi, volevo esporti vari miei dubbi dato quel che ho letto sul tuo
sito, l'ho spulciato per bene ... da vero doccato come si dice in gergo,
ho letto anche su internet e spesso si parla di "accettazione", di
"omosessualità latente", per farti un esempio: da un estratto di un
intervista a Tiziano Ferro lui dichiara che gli piacevano le donne, che
era fidanzato ecc. ecc. ho letto talvolta di queste storie ... persone
che vivono vite etero "gratificanti" per poi "scoprirsi" (mi mette
un'ansia e un panico addosso che non ti immagini) omosessuali. La vedo
un po’ strana come cosa ... vediamola al contrario: un eterosessuale che
nasce in una società omosessuale si sentirà "inadatto" al contesto
sociale e alle tipiche relazioni che esso principalmente e moralmente
accetta, si sentirà differente dai suoi coetanei perché non riuscirà a
tessere e fare le stesse esperienze che fanno gli altri, oppure ci
proverà ma ne resterà alquanto scontento e scottato (per non dire
traumatizzato) per cui capirà molto presto che la sua felicità dipende
da alcuni fattori ben differenti da quelli dai quali dipende la felicità
della maggior parte degli altri, che queste cose potrebbero non piacere
agli altri e che quindi potrebbe non essere accettato. Io penso sia
questo il percorso che una persona con un determinato orientamento
sessuale compie nel "capire chi è" ma rispetto alla società, non credo
rispetto a se stessi ... mi spiego meglio: io non ho mai capito che mi
piacevano le donne, da quando sono nato fino alla prima cotta il tutto
gravitava intorno ad esse, poi le polluzioni, poi le cotte, il primo
bacio (taaaaaaaaaaaaaaanto desiderato [immagine intrusiva con pensiero
annesso "e se volessi anche un primo bacio con un uomo?" dolore, ansia e
panico ]), le esperienze sessuali (togliendo quel piccolo e breve
stralcio di conoscenza in cui c'era curiosità ed impossibilità di averle
con l'altro sesso, come già ti ho raccontato) tanto bramate nonché
desiderate quasi più di ogni altra cosa ... cioè il mio comportamento,
che per motivi
familiari non aveva nessun impatto e/o riscontro in quanto la mia famiglia "non c'era" e quindi non mi dovevo vergognare di nulla, andava liberamente a zonzo fin dove la mia naturale tendenza spingeva ... e spingeva davvero forte ... io credo che sia tale anche per chi ha una tendenza differente dalla mia, non è che ci si guarda allo specchio e si nota un "bruffolo" nuovo che non si era visto "to’ ve’ sono gay" oppure "va là sono etero!" io credo che sia la paura dell'etichetta, come ho letto molto spesso, che manda in casino le persone che sanno di avere desideri differenti da quelli degli altri ... ma non il rapporto con il proprio piacere, quello credo sia indiscutibile e non soggetto a dubbi ovvero "so che mi piacciono i ragazzi, sono felice di quello che provo ma ho paura a mostrarmi" oppure per le persone più sensibili "mi piace andare con gli uomini, la società però dice che è da malati, che schifo che faccio!!!" però il piacere e il desiderio resta ... non piomba dal cielo così come una goccia di pioggia o mi sbaglio anche qui?
familiari non aveva nessun impatto e/o riscontro in quanto la mia famiglia "non c'era" e quindi non mi dovevo vergognare di nulla, andava liberamente a zonzo fin dove la mia naturale tendenza spingeva ... e spingeva davvero forte ... io credo che sia tale anche per chi ha una tendenza differente dalla mia, non è che ci si guarda allo specchio e si nota un "bruffolo" nuovo che non si era visto "to’ ve’ sono gay" oppure "va là sono etero!" io credo che sia la paura dell'etichetta, come ho letto molto spesso, che manda in casino le persone che sanno di avere desideri differenti da quelli degli altri ... ma non il rapporto con il proprio piacere, quello credo sia indiscutibile e non soggetto a dubbi ovvero "so che mi piacciono i ragazzi, sono felice di quello che provo ma ho paura a mostrarmi" oppure per le persone più sensibili "mi piace andare con gli uomini, la società però dice che è da malati, che schifo che faccio!!!" però il piacere e il desiderio resta ... non piomba dal cielo così come una goccia di pioggia o mi sbaglio anche qui?
In
questo periodo sto studiando una materia in cui si parla molto di
ordine e di leggi, di come le "cose" viventi e non rispondano al caos
bensì ad un ordine ... che in realtà, parere mio, è una forma differente
di caos ... il caos ha la finalità di rendere una equazione insensata,
l'ordine l'opposto, un po’ come l'oracolo e l'architetto di matrix ...
concordi?? Tornando ai dubbi ... perciò quando il DOC attacca furibondo,
come in questi due giorni, che ho passato chiedendomi ad ogni bacio
della mia ragazza cosa sentivo, cosa volevo, cosa provavo perché lo
facevo, "ma ne sei sicuro?", "non sento nulla", "tanto se chiudo gli
occhi non provo quel piacere che provavo quando ero innamorato o quando
l'ho baciata 4 sere fa" e così via fino alla morte cerebrale ... sento
davvero sprofondare la terra sotto, io voglio stare con lei come ho
fatto fin ora ... ti dirò di più, caro project (caro perché mi ascolti e
perché chissà quanta roba ti tocca leggere ogni dì!) ieri sera a casa
del mio carissimo amico gay a vedere un film fra amici oltre ai pensieri
ossessivi e un po’ di doc ma abbastanza controllato mi ci si sono
infilati con mio grande piacere anche pensieri a sfondo sessuale con
relativa implacabile voglia di faccende orali verso una mia cara amica
seduta accanto alla mia ragazza (mi sono sentito per questo anche
traditore, ma mi ha rincuorato molto) ma davvero con desiderio...mentre
sentivo che il resto era, sempre con il dubbio che attanagliava la
mente, una cosa forzata, meschina, sadica fatta a posta per farmi del
male ...
Concludo
questa mail con altre due piccole cose, io credo, project, che tutti
noi sappiamo da sempre cosa davvero ci rende felici e cosa ci fa
piacere, l'amore ne è la testimonianza indegradabile (se si può dire),
l'innamoramento sia in età adolescenziale che adulta (per motivi di
opportunità nel trovare partner o nei casi dei paesini retrogradi
dispersi in Italia), è la spia che non vediamo e che in futuro ci farà
orientare, così per definirsi, in quale "rango" si è ... poi logicamente
dovrebbe finire lì la cosa in una società realmente libera ... ma
questo è un altro discorso ...
Io
in sunto non credo esistano "chiamate" alla sessualità gay ... simili
alla chiamata per la vocazione o altra religione che sia ... che
spuntano così da un giorno all'altro, che nascono dopo anni e anni e
anni di matrimonio o di rapporti eterosessuali profondi, amorosi e con
desiderio anche doloroso ... mi permetto, senza fonte precisa, di
riportarti all'attenzione anche la casistica che nessuno ha mai pensato
di stilare ma che io mentalmente ho fatto su quanti omosessuali si sono
mai poi scoperti eterosessuali ... non credo esista NULLA del genere ...
un omosessuale è ben fiero di esserlo e di morire tale ... come lo è un
etero ... e quindi io credo che il mio problema, i miei dubbi come
quelli di tanti altri nella mia condizione (project non ti immagini
quanti siamo e i suicidi che accadono per questo male, davvero) si
basano su una grande disinformazione fatta dal "partigianato" gay e
sull'omofobismo gobbo e laico di taluni "sofisti" che hanno credenze
personalissime su una condizione naturalissima che non sono in grado di
accettare nella loro mente ... l'unico esempio di chi non accetta sono
costoro ... che sono un po’ come gli integralisti islamici, i nazisti
ecc. ecc. gli xenofobi per eccellenza ... ma parlando fra noi, fra chi
non ha paura ne di omo ne di etero ... accettarsi significa solo
prendere coraggio in “un mondo così” di comportarsi liberamente ... ma
non c'entra nulla con lo "scoprire" qualcosa che c'è sempre stato ma non
si è mai visto ... questo è quello che mi fa terrorizzare ... quello
che ha distrutto in questi due giorni la voglia di baciare e fare
l'amore con la mia ragazza (in questo i farmaci danno una botta
MICIDIALE), però davvero ... sentire persone che dicono "prima andavo a
donne e ora solo ho capito che sono gay" mi sembra come dire,
insultando, ho scoperto solo ora di avere quel neo li ... come fai a
scoprire che ti piacciono gli uomini a 50 anni????? e la masturbazione
dove la metti? le cotte?? i sogni erotici? le fantasie in classe o a
lavoro?? e ce ne sarebbe da elencare ... su quanto detto, se hai tempo,
voglia e senza alcun obbligo mi piacerebbe confrontarmi ... ti ringrazio
anticipatamente e ti chiedo nuovamente se possa scriverti altre volte
così da avere un buon confronto liberatorio e magari curativo per il
problema che ho ora ...”.
Questa è stata la mia risposta:
“Premetto
che puoi scrivermi quando vuoi e che cercherò di leggere le tue mail
con la massima attenzione e di risponderti senza filtri, passo a
risponderti. Al di là delle cose che si raccontano e che ben poco hanno
di realistico, è assolutamente ovvio che nella stragrande maggioranza
dei casi quando si dice che un ragazzo “si è scoperto gay a 25 anni” si
intende che quel ragazzo ha accettato la sua omosessualità a 25 anni.
L’orientamento sessuale ha origini molto lontane e le sue prime
manifestazioni sono molto precoci, poi matura piano piano attraverso la
masturbazione durante l’adolescenza, ma nella sostanza è chiaramente
definito già a 13/14 anni. Quando si parla di omosessualità latente il
discorso è un po’ diverso, ma devo premettere un concetto molto netto
che ti mette certamente fuori di questa categoria. Per omosessualità
latente si intende che una persona che finirà per riconoscersi gay può
vivere per anni da perfetto etero, ma quella persona non sarà
“minimamente sfiorata da alcun dubbio” relativo al proprio orientamento
sessuale. Vorrei dire che una persona con omosessualità latente vive
l’emergere del suo orientamento gay in modo problematico solo quando ne
ha consapevolezza piena, non si tratta di dubbi sull’orientamento
sessuale, che quando emerge si manifesta senza oscillazioni, ma di
disorientamento essenzialmente sociale e comportamentale. I dubbi sono
una caratteristica sostanzialmente assente nei casi di omosessualità
latente sia prima che dopo (vedi caso ”forse” di Tiziano Ferro). Le
sensazioni che tu provi manifestano, se mai, la consapevolezza di un
problema che oggettivamente non sussiste, quindi l’esatto contrario di
quello che accade a un gay latente per il quale “non esiste alcun
problema”. Messa da parte l’idea della omosessualità latente, che
comunque è una cosa oggettivamente rara (credo di averne incontrato un
paio di casi in tutto), resta che si usa impropriamente l’espressione
omosessualità latente come sinonimo di omosessualità repressa, negata,
ma comunque oggettivamente consapevole. L’orientamento della
masturbazione è fondamentale e un ragazzo sa benissimo dove sono
orientati i suoi desideri sessuali spontanei. I discorsi che sento molto
spesso (perché i ragazzi repressi sono molti) da parte dei ragazzi gay
repressi manifestano in modo evidente lo “sforzo” presente e passato per
adeguarsi ad una sessualità etero che a loro non appartiene, per “farsi
piacere” una ragazza. Le cose che scrivi tu sono proprio diverse e
francamente l’idea che tu possa essere gay non mi sembra proprio
credibile. Non te lo dico per darti un contentino (che col doc non ti
potrebbe comunque tranquillizzare) ma perché è schiettamente quello che
penso. Parli della tua ragazza come un ragazzo profondamente innamorato
anche se angosciato da mille dubbi, ma quei dubbi in fondo sai bene che
non hanno nulla a che vedere con l’orientamento sessuale ma che
provengono dal doc. Mi è capitato anni fa di parlare spesso con un
ragazzo allora 19enne che aveva fatto pericolosamente vita gay, stava
con un uomo 40enne, andava in giro per locali gay e ne faceva di tutti i
colori anche molto a rischio, poi ha incontrato una ragazza e con
questa ragazza ha cominciato a stare bene. Mi ha raccontato la storia e
mi ha chiesto se era strano che un gay potesse avere una migliore amica
etero. Gli ho risposto: “Quale gay? Tu non sei gay!” ha insistito nel
dire che lo era, ma in effetti i discorsi che faceva sul suo compagno
40enne e quelli che faceva sulla ragazza erano di tipo completamente
diverso, in riferimento al compagno parlava solo di sesso senza una vera
componente affettiva, mentre in riferimento alla ragazza, con la quale
non aveva allora rapporti sessuali, usava il linguaggio tipico degli
innamorati veri. Dopo qualche mese ha lasciato il 40enne e si è messo
con la ragazza, con la quale ho parlato anche io diverse volte, e la
cosa è andata benissimo. Ti racconto questa storia per sottolineare che i
tuoi discorsi a proposito della tua ragazza sono proprio come quelli di
quel ragazzo. I tuoi sono i discorsi tipici di un ragazzo etero
innamorato messo in crisi dal doc. Hai cambiato terapia e questo
inevitabilmente ti metterà un po’ a disagio ma a medio termine ne
sentirai i benefici. Tra l’altro alcuni farmaci [omissis] hanno spesso
effetti collaterali sulla sfera sessuale. Il problema tipico dell’uso di
questi farmaci è legato alla definizione del dosaggio di equilibrio,
perché gli effetti collaterali dipendono sensibilmente dalle dosi e le
variabilità individuali sono notevoli. Ha certamente senso che tu abbia
anche l’appoggio di una terapia psicologica che può sostenerti nei
momenti più problematici legati alla terapia e soprattutto può darti
delle certezze di tipo quasi-affettivo che ti permettano di avere punti
fermi sui quali contare. Da quello che si capisce leggendo, la tua
ragazza ti vuole bene veramente e questo è importantissimo. Non sei
lasciato a te stesso, hai intorno persone che ti vogliono bene. È vero
che hai vissuto anche sotto il profilo familiare anni molto difficili ma
ormai ne hai piena consapevolezza anche se passare tranquillamente
oltre, con un fardello di ricordi come i tuoi, non è facile. Se hai
dubbi per i quali tu pensi che io possa dirti qualcosa di utile, io sono
qui, per tutto quello che posso, ma ci sono anche, se vuoi, per
scambiare mail su altre questioni anche non legate alla sessualità. Per
il momento ti abbraccio e ti invio questa mail.”
Marco mi risponde:
“Ciao Project,
buon
anno innanzitutto. Volevo fare altre due chiacchiere con te, la mia
ossessione si è resa più indipendente e l'ho proprio "vista" … la sento
arrivare e colpire apposta ciò a cui tengo, però da qui all'uscirne ce
ne vuole molto, soprattutto da quando mi hanno detto che si basa su un
problema mentale e che si deve imparare a conviverci. Se posso romperti
le scatole volevo aggiornarti sulla mia condizione attuale e avere un
piccolo confronto con te:
Mi sono lasciato con la mia ragazza, sotto la spinta di una voglia tremenda di nuove esperienze … mi sono scritto con nuove ragazze, mi attirano tutte e per capodanno mi sono cotto di una ... che è una meraviglia ... non riuscivo a staccarle gli occhi da dosso!!! Avevo gli ormoni talmente a palla che ho cercato di baciarle tutte facendo delle figuracce, per fortuna che mi conoscono essendo mie colleghe di lavoro e alcune di loro sono in facoltà con me e quindi sanno come sono in realtà, non posso nascondere però che davvero avevo voglia di farmele tutte, ma vabbe’ ... naturale no? ha ha ha.
Mi sono lasciato con la mia ragazza, sotto la spinta di una voglia tremenda di nuove esperienze … mi sono scritto con nuove ragazze, mi attirano tutte e per capodanno mi sono cotto di una ... che è una meraviglia ... non riuscivo a staccarle gli occhi da dosso!!! Avevo gli ormoni talmente a palla che ho cercato di baciarle tutte facendo delle figuracce, per fortuna che mi conoscono essendo mie colleghe di lavoro e alcune di loro sono in facoltà con me e quindi sanno come sono in realtà, non posso nascondere però che davvero avevo voglia di farmele tutte, ma vabbe’ ... naturale no? ha ha ha.
Sta
di fatto che non so che fare con la mia (ex) ragazza, che tanto mi
stava a cuore ... a volte la penso e mi manca, però credo che la voglia
di avventura ed aver provato queste sensazioni non possano convivere con
una vera voglia esclusiva verso una sola persona, giusto? Per cui credo
che sia finita ma l'idea di perderla per sempre è qualcosa che ancora
faccio fatica ad accettare.
Sarà che il disturbo se ne era un po’ andato, si era un poco calmato o comunque era controllabile anche se colpiva facendo male, oggi sono tornato alla routine ... e mi sono fregato andando a fare test, autotest, letture ecc. ecc. e come non capitare sul tuo forum??
Ho riletto per l'ennesima volta l'articolo su ragazzi che si scoprono gay dopo una vita eterosessuale, che fanno fatica ad accettarsi :
Sarà che il disturbo se ne era un po’ andato, si era un poco calmato o comunque era controllabile anche se colpiva facendo male, oggi sono tornato alla routine ... e mi sono fregato andando a fare test, autotest, letture ecc. ecc. e come non capitare sul tuo forum??
Ho riletto per l'ennesima volta l'articolo su ragazzi che si scoprono gay dopo una vita eterosessuale, che fanno fatica ad accettarsi :
"Per
i ragazzi che hanno vissuto una precedente fase eterosessuale
l’identificarsi come gay non coincide ovviamente con la maturazione
sessuale ma segue la pubertà anche di parecchi anni, la grande
maggioranza di questi ragazzi arriva ad identificarsi come gay tra i 20 e
i 25/26 anni ma per alcuni l’età è spostata ancora più avanti."
ma
quindi si può DIVENATARE gay? Non lo dico con disprezzo, sai come la
penso ... ci sono davvero persone che non si rendono conto della loro
sessualità?? Io la consapevolezza l'ho avuta chiara e netta fino a ieri
l'altro con punte di ossessione ma esistono davvero persone che ne
prendono "coscienza" solo a 20-25 anni?? Io ne ho 22 è ho un po’ il
terrore di questa cosa, non voglio perdere le occasioni con le ragazze
che tutt'ora mi attirano, io voglio le attenzioni di una donna :(
Sappi
che è un periodo un po’ così, i farmaci che prendo mi hanno distrutto
la vita sessuale in quanto faccio fatica a fare tutto ... la
masturbazione è molto rara e ho paura di aver un rapporto con una
ragazza perché magari non sarei in grado di arrivare a fondo.”.
Rispondo a mia volta.
Ciao
Marco, leggere la tua ultima mail non fa che confermare che non hai
nulla a che vedere con i gay e che la ricerca di notizie sullo scoprirsi
gay dopo l’adolescenza è frutto dei disturbi che purtroppo non ti fanno
stare bene. Non solo nella tua mail mancano del tutto elementi gay ma
sono presenti in abbondanza elementi nettamente etero che non lasciano
aperti spiragli all’idea che tu possa essere gay. Ma qui vorrei fermarmi
un attimo, perché il poter fare del poter essere gay una idea ossessiva
deriva in gran parte dall’idea negativa che della omosessualità hai
assimilato dall’ambiente. Il DOC induce paure legate sempre ad elementi
visti come negativi e intrinsecamente disturbanti, ma mentre la paura
delle malattie è una paura di cose che realmente fanno paura, la paura
di essere gay è la paura di una condizione (l’essere gay) alla quale si
può attribuire un significato negativo solo perché si è assimilata
dall’ambiente in cui si è cresciuti l’idea che essere gay sia una
calamità e una cosa terribile, cosa che oggettivamente non ha alcun
senso. Non sarebbe male provare a sfatare il mito negativo dell’essere
gay. Di gay ne conosco tanti e sono persone rispettabilissime e in molti
casi proprio persone ottime e per niente ossessionate o sconvolte
dall’idea di essere quello che sono. Sono gay, e basta, vivono la loro
vita, hanno i loro affetti, non somigliano nemmeno un po’ a quello che
la gente vede come gay, sono persone normali che si innamorano di
persone dello stesso sesso. Nota bene che se un gay non ha nessuna paura
di essere quello che è e non se ne sente affatto sconvolto, a maggior
ragione la semplice paura di poter essere gay non dovrebbe neppure
esistere, in pratica è come se un biondo avesse paura di diventare
bruno, a parte che la cosa non è proprio possibile, non si capisce che
cosa avrebbe da temere, non sarebbe uno sconvolgimento da nessun punto
di vista a parte l’abitudine ad essere biondo. L’unica cosa della tua
mail che mi desta qualche perplessità è il fatto che tu stia archiviando
il rapporto con la tua ragazza, alla quale sembravi e probabilmente eri
legatissimo. Per un verso dici che le terapie limitano la tua vita
sessuale anche a livello di masturbazione ma per l’altro parli di
coinvolgimento sessuale forte nei confronti, lo sottolineo, sempre e
solo di ragazze. Però tu parli di questo forte desiderio sessuale in
direzione etero proprio in una fase in cui il disturbo dovuto al DOC era
diminuito nettamente, il che non fa che confermare che, al di là del
DOC, la sessualità gay non fa proprio parte dei tuoi orizzonti. Quello
che dici delle ragazze per un gay sarebbe assolutamente inconcepibile.
Il DOC ti condiziona in certi momenti, ma noto che vedi l’idea di
ricercare informazioni sui gay più come una tentazione che come un
elemento realmente compulsivo. Questo fatto, unito al fatto che hai
passato periodi sostanzialmente senza il condizionamento del DOC fa ben
sperare perché il DOC è controllabile e non è violentemente intrusivo al
punto di cancellare le tue pulsioni spontanee etero, che ci sono e che
si notano eccome. Posso dirti che tutto questo mi sembra un passo in
avanti e anche la tua mail non ha il sapore di una cosa scritta sotto un
pesante condizionamento di tipo compulsivo perché parli ampiamente di
sessualità etero, cosa che se fossi sotto una forte influenza del DOC
non accadrebbe perché saresti totalmente dominato da un’idea invasiva.
In buona sostanza sembra che le terapie un effetto lo abbiano eccome e
questo è importantissimo. Ti faccio notare un’ultima cosa e poi ti mando
questa mail. Tu mi scrivi in modo molto libero e cerchi un confronto
con me tramite un sito gay e tutto questo non ti terrorizza affatto,
anzi, manifesti una forma di rispetto profondo per me e per quello che
rappresento, e tutto questo non accadrebbe se tu avessi una reale
ossessione di essere gay. Si tratta di questioni che comunque sono sotto
controllo e c’è da credere che non ti rovineranno la vita perché già
adesso hai un atteggiamento che non sembra proprio dominato da un’idea
realmente ossessiva. L’aiuto dei farmaci è importante, è vero, ma
prendere coscienza della inconsistenza oggettiva delle proprie paure non
è certo un elemento trascurabile.
Un abbraccio e ancora un sincero augurio di tanta tanta serenità per questo 2012 appena cominciato.
La
successiva mail di Marco è probabilmente quella più interessante perché
puntualizza e chiarisce gli aspetti fondamentali del DOC.
“Ehi Project,
piacere che tu abbia risposto, avevo paura che ti sembrasse la solita "compulsione", grazie!!
"perché
il poter fare del poter essere gay una idea ossessiva deriva in gran
parte dall’idea negativa che della omosessualità hai assimilato
dall’ambiente"
questo
era un tempo, io ho capito che era una cosa naturale, ovvia e anzi
degna di stima perché tale e quale amore come fra uomo e donna tempo fa
... prima che scoppiasse il tutto.
Io
sono un po’ ossessivo dalla nascita e questo è venuto fuori dallo
psichiatra. Io non ho terrore dell'omosessualità come cosa nefasta,
brutta e non auspicabile ma come cosa che non voglio perché non mi piace
e non mi appartiene! E' come per il poveretto che nasce in un paesino
di montagna ove l'omosessualità è considerata un crimine e si sente
obbligato a non essere quello che sente, a dover stare con una donna, a
fare cose che gli fanno schifo ... questo io dico, io impazzisco perché
il mio cervello mi parla sussurrandomi queste cose, cose che non fanno
parte di me, che non mi piacciono ... mi propone immagini su chiunque,
anche sui miei cari ... mi storpia le sensazioni verso le ragazze (la
ragazza di cui mi sono cotto ha un fratello ben posato, ci credi che
mentre ammiravo lei e sbavavo il mio cervello mi diceva "non è che sei
indeciso e potrebbero piacerti entrambi?" ... al che mi sono sentito
male per un istante e ho cercato di non pensare a quando suggeritomi ma
concentrandomi sul mio cuore e il mio senso ... piacevolmente appagato
dalla ragazza); il problema è proprio qui, è un qualcosa che mi vuole
cambiare, che beffardamente non avendo io problemi con l'omosessualità,
rispettandola e anzi essendo interessato a capirne il mondo e le sue
problematiche me la rigira contro ... facendomi assumere la mia
pacificità come una volontà inconscia ... quindi che sia io in fallo e
qui è l'innesco dell'ossessione. Tu mi hai fatto l'esempio del biondo e
del bruno ma è un po’ troppo semplicistico ... se prendi la sessualità,
essa concentra l'individuo in una dimensione che tocca l'essere in
punti davvero alla radice, la natura e lo "spirito" che si sentono in
pericolo, perché c'è una forza (l'ossessione o nel caso del ragazzo del
paese che viene obbligato) che si impone e scattano dei meccanismi
automatici di difesa ... non perché sia un male essere biondo o bruno ma
perché IO NON SONO BRUNO e diventarlo sarebbe un bel problema … tu
potresti immaginarti una vita con una donna, che ti tocca, fa sesso con
te, ti bacia, il suo odore la sua presenza?? Credo sia orribile PER TE
non come cosa oggettiva ma PER TE non sarebbe auspicabile ... per me è
la stessa cosa ma al contrario ... è una cosa bella che due persone si
amino, non c'è dubbio e come ti dico io sono per l'amore libero e che
ognuno faccia quello che si sente ... ma io non mi sento tale, io ho un
problema, una patologia diagnosticatami che non si sviscera con
l'abbattimento del feticcio "omosessualità" che non è niente di malsano
nella mia mente ... anzi ti ribadisco che ho dei rapporti di amicizia e
di stima profonda con tante persone omosessuali e come tu stesso hai
detto io ti stimo moltissimo e ti reputo appunto una persona a cui ho
voluto raccontare la mia storia della quale mi vergogno e non ti
immagini quanto!!! Parlo da solo, mi picchio, urlo, tremo, faccio
incubi, sono stato anoressico, tutto perché dentro di me qualcosa non
va...la mia sessualità è intatta, il mio rapporto con le persone che
amano persone dello stesso sesso è accettato ed anzi proficuo e ne sono
anche orgoglioso tant'è che nell'ambiente familiare mio in cui la cosa
non è ben vista io vi difendo a spada tratta perché nessuno è in diritto
di criticare, denigrare un'altra persona per il suo comportamento
sessuale o d'amore ... nessuno. Come non sopporto questo e mi infervoro
facilmente avendo una visione molto razionale delle cose ed avendo messo
la dimensione sentimentale/istintiva sotto controllo, lo stesso faccio
nei miei confronti e questo mi uccide perché non posso vivere
serenamente la cotta per una donna perché il DOC nasconde dei problemi
molto più profondi tant'è che la prima cosa che mi hanno detto quelli
che da più tempo hanno il mio problema e mi ha ribadito il mio
psichiatra è il fatto che non c'entri nulla con la concezione
dell'omosessualità ed anzi ricerche ulteriori in questo campo hanno
evidenziato che l'omofobia non fa parte del disturbo ma ne è talvolta
una fittizia conseguenza per motivi di psicosi e nevrosi che quindi
portano alla errata difesa ... ma questa è un'altra storia.
Io
Project sono in una crisi che mai avevo affrontato prima proprio perché
sono libero di pensare come voglio, sono indipendente ed aperto a tutti
volendo bene a chiunque … ma il mio cuore e la mia sessualità avendo un
solo verso non possono in quel caso piegarsi a quelle cose ... perché
sarebbero un problema, io mi sento male a pensare di dover andare con un
uomo ed immaginarlo mi fa sentire sporco, stuprato e tante altre brutte
sensazioni ... questo mi provoca ... perciò non è una cosa bella per me
pensare a me stesso in quelle condizioni, per me è una cosa felice
pensare che due persone che amano lo stesso sesso lo possano fare,
liberamente alla luce del sole, che possano essere amici degli etero e
che le etichette decadano prima o poi e che la sessualità sia una cosa
che passa sottocchio come un neo sulla schiena...
La mia mente è talmente aperta che il solo caso in cui si verifica il collasso è quando qualcosa mi viene imposto e va contro la mia salute ... contro il mio essere, contro la mia natura.
Ecco quanto.
La mia mente è talmente aperta che il solo caso in cui si verifica il collasso è quando qualcosa mi viene imposto e va contro la mia salute ... contro il mio essere, contro la mia natura.
Ecco quanto.
Questo
ha distrutto la mia immagine, la mia forza e la mia sicurezza nella
sessualità ... mi ha portato ad avere comportamenti strani e ha chiudere
un amore che andava bene ma non era giusto in questo momento, ad andare
male all'università ecc. ecc.
Ora
la finisco con la lista della spesa, che ne avrai piene le scatole,
scusami se mi sono dilungato ma volevo che fosse chiara la questione: il
mio medico di base fu il primo a non capire la cosa ed è scritto nel
DSM che spesso è di difficile diagnosi la patologia proprio perché
confusa con una non accettazione, una omofobia interiorizzata ecc. ecc.
ma non è così, sfortunatamente ... non è una questione culturale; non
sai quanto io mi senta in colpa verso il mondo gay per le cose che penso
perché so che sono persone qualunque, buone e senza niente di cui
vergognarsi ma una mente che ha dei problemi, come la mia, non ti
immagini cosa ti porti a pensare ... e cosa ti porti a fare ... io
talvolta non sono in grado di capire se è finzione o realtà quello che
ho intorno, sento male al petto e piango senza fine ... perché qualcosa
mi vuole uccidere dentro, perché non posso più amare le donne, essere
amato da loro, non posso più essere ... io so chi sono ma mi sono perso
ed è dura.
Grazie per l'ascolto, scusa lo sfogo, non era il mio scopo.
Un abbraccio,”
Ho risposto a mia volta a Marco.
Ciao Marco,
ho
letto ma tua ultima mail con estrema attenzione e mi si è come aperto
il cervello, in pratica ho cominciato a capire realmente di che cosa
parli e ho messo da parte l’idea, oggettivamente molto superficiale, che
i tuoi disturbi potessero avere una dimensione diciamo così culturale o
ambientale. Adesso arrivo anche a capire che cosa vuol dire il senso di
impossibile coinvolgimento “per te” in una sessualità che non è la tua e
il quadro generale mi è molto più chiaro. Ho provato dirti quello che
pensavo partendo da presupposti totalmente sbagliati, adesso me ne rendo
conto, ma mi hai corretto con grande lucidità e con estremo tatto, cosa
della quale ti ringrazio moltissimo, e mi hai fatto entrare più
seriamente nel tuo mondo. Quanto ho imparato dalla tua ultima mail mi
sarà utilissimo anche in futuro per valutare meno superficialmente
situazioni simili. Se tu pensi che io possa essere utile in qualche
modo, sono a tua disposizione. Sei veramente un ragazzo di notevolissimo
spessore umano e mi sento onorato di averti conosciuto, te lo dico in
tutta sincerità.
E Marco mi ha risposto a sua volta.
Ehi Project,
sono
felice di averti reso una idea più chiara del mio problema e magari una
testimonianza utile per i tuoi futuri aiuti alle persone, se volessi
trascrivere o redigere la mia storia per tua utilità sentiti libero di
farlo senza alcun problema, più si sa di questo male, più le persone
realmente omosessuali capiscono che IO sono malato e non loro meglio
sarà, penso.
Se ti fa piacere possiamo ancora chiacchierare, trovo un buon riscontro verso di te.
Ti ringrazio come sempre.
A presto
________________
Se volete, potete partecipare alla discussione su questo post aperta nel Forum di Progetto Gay:
Etichette:
EDUCAZIONE SESSUALE GAY,
OMOFOBIA E DOC
Iscriviti a:
Post (Atom)