giovedì 26 novembre 2009

SOGNI DI VITA DI COPPIA GAY

Ciao Project,

mi chiamo Fabio, ho 21 anni, è da poco che comincio a convivere con l’idea di essere gay, prima mi dava fastidio anche la parola, l’avevo considerata da sempre una specie di insulto pesantissimo, proprio come un sinonimo di quanto di più degradato ci può essere e ci ho messo anni per accettare che ero gay anche io. Non ti racconto nemmeno dei miseri tentativi di comportarmi da etero con le ragazze perché ormai a distanza di qualche anno mi sembrano cose preistoriche e mi meraviglio di averle potute fare io, quasi mi sembra di essere stato realmente un’altra persona. Comunque, come puoi capire non ho mai avuto rapporti sessuali con una ragazza e occasioni non me ne sono mancate. La questione della quale ti vorrei parlare è un’altra che mi crea non poche difficoltà. Non sono un maniaco del sesso nel senso che non vivo di pornografia, anche se ne faccio uso più o meno regolarmente come credo quasi tutti i ragazzi però non sono fissato con queste cose. Ti dico, per esempio, leggere una bella storia sul forum di Progetto gay mi appaga molto di più che guardare un porno e poi è proprio un appagamento di tipo diverso. Parto da una premessa, non ho mai fatto sesso con nessuno, l’ho desiderato e pure tanto, in particolare nei confronti di due miei amici, entrambi etero, coi quali vado regolarmente in piscina. In pratica io adesso vivo una sessualità fatta solo di fantasie e di masturbazione. Ho letto che è praticamente normale che sia così, ma il problema non è nemmeno questo, è che finisco per caricare il sesso con un ragazzo che mi possa interessare veramente di tali e tante valenze da vederlo quasi come una specie di rito mistico. Credo di dovermi disintossicare dall’idea di vedere la sessualità vissuta in coppia come la soluzione di tutti i problemi miei e del mio ragazzo. Mi piacerebbe tanto considerare la sessualità una cosa in mezzo a tante altre cose, importante certo, ma non tale da dominare il quadro. Adesso in pratica certe volte ho l’impressione di sognare un ragazzo simile a uno dei miei due amici etero e di provare a costruire una vita con lui, ma una vita con lui tutta centrata sulla sessualità. Non sono mai stato con un ragazzo ma non solo nel senso che non ho mai fatto sesso con nessuno ma nel senso che non ho mai avuto nemmeno amicizie profonde o scambi affettivi profondi e di queste cose sento un bisogno quasi disperato, in pratica finisco per trasformare in desiderio sessuale qualcosa che forse è più profondo e che non è propriamente nemmeno sessuale. È un po’ come se vedessi la sessualità come l’essenza della persona e nello stesso tempo mi rendessi conto che non è così. Per esempio, se conoscessi delle coppie gay, mi piacerebbe moltissimo capire come vivono la loro sessualità, cioè non che tipo di rapporti sessuali hanno, ma che rapporto ha la loro sessualità con la vita di tutti i giorni, se al sesso ci pensano sempre o se alla fine diventa un aspetto importante sì ma non dominante nel vero senso della parola, cioè mi piacerebbe capire perché stanno bene insieme. Io credo di avere nonostante tutto in mente l’idea che il rapporto sessuale è la cosa fondamentale ma è una specie di preconcetto e mi piacerebbe capire come stanno le cose veramente. Io penso, in fondo in fondo, che da un ragazzo vorrei altro più che sesso e che magari l’idea che due ragazzi si mettano insieme solo per fare sesso me l’hanno messa in mente ma in sostanza non è mia. Mi piacerebbe coccolare un ragazzo, abbracciarlo, stare insieme abbracciati sul divano a sentire musica, mi piacerebbe farmi coccolare, sentire l’affetto di quel ragazzo. Mi piacerebbe addormentarmi abbracciato al mio ragazzo. Un desiderio che ho avuto spessissimo è stato di fare la doccia col mio ragazzo, ma solo la doccia, senza finire a fare sesso, proprio per condividere un’intimità totale. Sogno di identificarmi col mio ragazzo. Però poi penso che se mi trovassi veramente vicino a un ragazzo che mi piace avrei paura e mi allontanerei. Ti racconto una cosa che non ho mai detto a nessuno, con uno dei due miei amici della piscina qualche volta si sono create occasioni di intimità un po’ spinta, in pratica giochi sessuali, ma giochi sessuali come quelli che si fanno tra ragazzi etero e che qualche volta ho anche visto dal vivo. Diciamo che il fatto che potesse capitarmi una cosa del genere con uno dei miei amici l’avevo tanto desiderato, ma proprio tanto ma quando poi è capitata l’occasione concreta non ho partecipato e me ne sono andato via, dopo mi sono chiesto se non avevo partecipato perché lui è etero e se avrei partecipato se fosse stato gay. Ma poi penso che l’amore gay non nasce dalla partecipazione a un gioco erotico. Mettiamo che io mi sia innamorato di un ragazzo e lui pure di me, ma non è imbarazzante passare alla sessualità? Ma come fai a chiedere una cosa simile a un amico? E parlo anche di un amico gay. Probabilmente si vede che non conosco ragazzi gay, ho imparato qualcosa dal forum ma credo di non avere capito troppo come vivono i ragazzi gay, in particolare come vivono quelli che hanno un ragazzo, torno al punto, mi piacerebbe sapere per esempio se quando non vanno d’accordo accade essenzialmente per ragioni legate al sesso o per altri motivi, mi piacerebbe sapere se tra due ragazzi che convivono la sessualità è data per scontata nel senso che si fa e basta oppure se ne parla anche. È possibile vivere il sesso come normalità? Cioè come una cosa della vita ordinaria o resta sempre legata a un’altra sfera che non quella della vita di tutti i giorni e poi c’è un’altra cosa che mi sono chiesto parecchie volte: quando due ragazzi che hanno vissuto in coppia, non dico che hanno fatto sesso occasionalmente tra loro, ma proprio che hanno vissuto in coppia si separano e ciascuno va per la sua strada, che sensazione lascia il ricordo che con quel ragazzo hai avuto una sessualità in comune? Cioè come fai a lascare uno che di te in pratica sa tutto? Come può andare in crisi una cosa simile? Non ti nascondo che mi sento molto immaturo per affrontare una vita di coppia. I miei amici mi raccontano della loro vita con le ragazze, cosa che in un certo senso mi gratifica molto perché mi ammettono nella loro intimità, ma tra un ragazzo e una ragazza è quasi scontato. Ma se avessi un ragazzo non sarei minimamente capace di pensare di tradirlo e penso che non gli darei nessun motivo per voler stare con un altro. Certe volte la sera mi metto a letto e mi metto a fantasticare di come sarebbe la mia vita col mio ragazzo, mi immagino le situazioni e anche i dialoghi però quando comincia così non arrivo a masturbarmi perché sono cose che non sento in chiave sessuale. Quando mi masturbo penso solo a cose strettamente sessuali, altrimenti la cosa cambia significato e perdo l’eccitazione. È un po’ come se si trattasse di due sfere diverse e separate, succede così ma mi sembra una cosa sbagliata che debba essere così. Sesso e affetto dovrebbero andare insieme ma per me non è esattamente così. Project, e poi la grande paura (l’ho trovata pure tanto sul forum), è se resto solo? Se un ragazzo da amare non lo trovo per niente? Non voglio rimanere solo, ma non voglio nemmeno stare con un ragazzo che non amo o che non mi ama. Forse voglio troppo? Forse alla fine uno si deve comunque accontentare? Non lo so, ma mi piacerebbe non buttarla via questa vita, sento di poter dare tanto amore, magari dopo non ne sarò capace, ma ci voglio almeno provare! Faccio male a idealizzare troppo? Ma uno a 21 anni che deve fare? Come faccio a smettere di credere che la mia vita avrà un senso? Certe volte mi viene proprio da piangere perché in fondo per un gay vivere sarebbe anche facile ma la paura mi paralizza, di me non lo sa nessuno e non credo che lo dirò a nessuno almeno finché non avrò trovato un ragazzo da amare cosa che però temo che non avverrà mai. Project, mi sa che ti ho proprio rotto con queste domande assurde. Adesso ti lascio, il mio contatto è [omissis]. Mi farebbe piacere parlare con te, se ti va. Se vuoi, questa mail pubblicala.

Grazie di quello che fai, spero di sentirti presto.

Fabio

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mercoledì 25 novembre 2009

DIMENSIONE AFFETTIVA GAY

La parola “gay” sta progressivamente perdendo la sua valenza negativa ed ha, non fosse altro, il merito di essere un termine dall’apparenza non para-scientifica e di essere ormai (e sempre di più lo sarà in futuro) una parola neutra. La parola omosessualità invece, nel suo aspetto para-scientifico e definitorio, pone l’accento sulla sessualità gay e genera nella mente di chi ascolta l’idea che essere gay sia essenzialmente una questione legata alla sessualità e dato che spesso per “sessualità” non si intende, come si dovrebbe, un aspetto essenziale della persona umana intrinsecamente correlato con la personalità nel suo complesso ma semplicemente un comportamento sessuale, si ingenera attraverso l’uso della parola “omosessuale” la convinzione che un omosessuale si distingua dagli altri essenzialmente per i suoi comportamenti sessuali. Da qui una lunga serie di studi, “oggettivi” o presunti tali, tendenti a valutare il fenomeno gay, anche sotto il profilo statistico, sulla base dei comportamenti sessuali “oggettivamente valutabili”. In realtà, per poche questioni come per l’essere gay vale essenzialmente un criterio soggettivo per cui è gay non chi ha comportamenti sessuali conformi a un prefissato modello di sessualità gay ma chi si sente gay, si tratta cioè di un problema identitario irriducibile alla dimensione di comportamenti oggettivamente rilevabili. In questo senso ci sono persone che hanno tenuto e tengono comportamenti sessuali che alcuni autori considerano tipicamente gay che però gay non si sentono affatto e ci sono persone che si sentono profondamente gay che non assumono nessun comportamento definibile gay a priori o addirittura, per varie ragioni, assumono comportamenti qualificabili in astratto come etero.
Questa doverosa premessa tende a chiarire che l’essere gay non è riducibile a dei comportamenti sessuali tipici ma afferisce alla sfera dell’affettività profonda pre-comportamentale cioè alla sfera dell’affettività in senso lato, prima ancora che alla sessualità in senso specifico.
Parlando con i ragazzi si percepisce ce la loro prima preoccupazione non è di natura sessuale ma affettiva in senso lato: creare un rapporto affettivo importante con un ragazzo, perfino con un ragazzo etero, creare un clima di confidenza e di rispetto reciproco in cui poter essere finalmente se stessi, trovare una risposta affettiva senza esitazioni e poter avviare un rapporto basato sull’idea di essere finalmente in due.
Un ragazzo di 16 anni ha inserito nei questionari a risposta libera sulla sessualità gay delle risposte quanto mai significative:
Come ho cercato di realizzare la mia affettività/sessualità: “innamorandomi, dando tutto me stesso a colui che amo.”
La mia attuale situazione affettiva: “amo, credo, un ragazzo della mia classe, perdo la testa per lui, lo penso sempre e mi viene da piangere pensando a lui, al suo volto, lo voglio con tutto me stesso.”
Il mio grado di soddisfazione affettiva: “negativissima, solo come un cane e vivendo di sogni, speranze, illusioni ma ci sono tantissime delusioni.”
Il mio grado di soddisfazione sessuale: “non ho mai fatto sesso, vorrei farlo solo con la persona che amo...”
Il peso del sesso nel mio mondo affettivo: “boo... penso che sarebbe normale, mi servirebbero più coccole e baci per affrontare tutto.”
Che cosa vorrei dal mio ragazzo: “dolcezza, passionalità, comprensione, fiducia e soprattutto sincerità”
Che cosa penso di poter dare al mio ragazzo: “darei la vita se fosse necessario.”
I miei desideri in relazione alla mia vita affettiva/sessuale: “fidanzarmi con il ragazzo dei miei sogni... l'amore chiede tutto ed ha il diritto di farlo.”
Le mie frustrazioni in relazione alla mia vita affettiva/sessuale: “tante, ho paura di perderlo, di non ritrovarlo più sul mio cammino, mi pentirò di non averci provato ma sono timido e in questo mondo non si sa mai come potrebbero reagire le persone...”
Che cosa vorrei conoscere circa la vita affettiva/sessuale degli altri ragazzi gay: “tutto, la loro vita, la loro storia, il rapporto con i loro familiari, amici, com'è sentirsi amato da una persona, chiunque essa sia, perché secondo me l'amore è tutto, non è l'egoismo tra due persone come affermava A. De La Salle.”
Le risposte di questo ragazzo sono cristalline, non appannate da spirito di compromesso e rappresentano un po’, allo stato puro, i desideri originari più profondi di un ragazzo gay.
In relazione alle domande “Che cosa vorrei dal mio ragazzo /Che cosa penso di poter dare al mio ragazzo” i questionari a risposta libera riportano risposte illuminanti:
Tanto, soprattutto dolcezza.
La possibilità di una convivenza stabile stabilità felicità.
Che mi amasse davvero: cioè, che stessimo bene insieme sempre e che volessimo sempre stare insieme, che sappia farmi ridere, che mi abbracciasse quando ne ho voglia, che mi coccolasse un po’, che mi sopportasse quando serve, ecc. (sono un tipo ambizioso). Io che cosa potrei dargli? Mah, diciamo me stesso!
Che mi faccia tante coccole, sincerità, amore, collaborazione.
Non saprei cosa dire oltre a quello che già mi dà. Di lui apprezzo molto la lealtà, il senso di rispetto, il suo non essere mai opprimente. Ha anche tante altre qualità, solo è un po' cocciuto ma va bene così! Spero di potergli dare una vita sentimentale felice e serena con l'entusiasmo di iniziare ogni giorno come se fosse il primo che passiamo insieme.
Poterci accettare reciprocamente per quello che siamo, poterci dire tutto con naturalezza e sincerità, poter fare tutto quello che ci va di fare infischiandosene di quello che pensa il resto del mondo. Se ami qualcuno gli dai tutto ciò che puoi se lui lo vuole. La cosa più preziosa sarebbe la sincerità, ma bisogna che il tuo compagno la voglia e possa accettarla. Non sento così però il mio attuale rapporto: potrebbe lei credere nel nostro rapporto se le dicessi che mi mancano i rapporti sessuali con gli uomini?
Affetto, mi sento così banale, quasi da ragazzina del cioè, ma provare l'amore sarebbe fantastico. E leggerezza sono di un pesante ma mi so far trascinare.
Non sono mai stato innamorato ma sempre per le mie difese personali, adesso che le ho abbassate sono molto più emotivo e meno cinico.
Profondità e potrei insegnargli a guardare la vita da punti di vista differenti.
Che continui a crescere in questo suo modo meraviglioso e unico e ad essere così complicatamente contradditorio e difficile; in breve che sia la persona che è da sempre quella che mi stimola e mi incanta e non mi basta mai. Spero di potergli dare tutto quello di cui ha bisogno per essere pienamente ed evolutivamente se stesso.
Sincerità e onestà d'animo e di rapporto, attenzione, coccole e sesso, fiducia ascolto e comprensione.
Che non si stancasse mai del mio continuo progettare cambiamenti di vita per il futuro. Amore e fiducia.
AMORE, AMORE E ANCORA AMORE... Un compagno di vita, un amico, un amante. Una persona alla quale rivolgersi nei momenti difficili, con la quale non sentirsi mai solo. Sarei la sua spalla su cui piangere e lui sarebbe la mia. Saremmo l'uno il sostegno dell'altro.
Prima di tutto vorrei avere un ragazzo. Gli darei tutto l' amore del mondo.
Affetto, attenzioni e fedeltà. Vorrei un rapporto sincero e basato sulla fiducia, un'intesa forte e un aspetto fisico carino. Vorrei dare a lui le stesse cose che il mio ragazzo dovrebbe sapermi dare.
Vorrei potergli dire ogni cosa, vorrei che ognuno dei due potesse essere un libro aperto con l'altro, vorrei che fosse dolce e comprensivo e, non importa se sembra banale, ma ho veramente bisogno di qualcuno che capisca fino in fondo i miei sentimenti. Lo stesso vorrei fare per lui, sarei sempre al suo fianco per fare ogni minima cosa che è in mio potere per farlo stare bene. potrei dargli dolcezza come forse non ho mai fatto con nessun altro. Semplicemente questo: il mio amore.
Tenerezza, disponibilità, simpatia, apertura, coccole ma anche grinta. Tanto amore, affettuosità ma anche allegria, divertimento!!
La felicità, la gioia e il sentirsi vivo e amato.
Sincerità, felicità, essere trattato con cura. Mi darei al massimo e lo amerei sicuramente più di quanto lui non farebbe.
Sincerità e lealtà, le stesse cose che vorrei da lui.
Sincerità, chiedo troppo ... ebbene si sono egoista! Gli darei tutto me stesso, se lui è sincero.
Una relazione stabile, divertimento, confronto, dialogo, dolcezza, e anche sesso a volontà.
Affetto, dolcezza, comprensione, tutto il bene che potrei dargli, potrebbe risultare alquanto ovvio e stupido ma x me è il massimo...
Sincerità, tutto il, resto viene da sé. Cercherò di dare quello che vorrei avere io.
Dolcezza e protezione, dolcezza e disponibilità in qualunque situazione, darei la vita per la persona che amo.
Credo che queste risposte diano un’idea chiara di quale valore abbia l’affettività nel rapporto tra due ragazzi gay al di là di qualunque discorso teorico.

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venerdì 6 novembre 2009

BRAVI RAGAZZI GAY

Riporto qui di seguito un mio scambio di mail con Tommaso (che ringrazio per il permesso di pubblicazione).

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Ciao Project,
sono un ragazzo di 27 anni, non so bene perkè ti scrivo forse perkè sono deluso e incazzato e ho bisogno di uno sfogo. Di questo posto gay mi ha parlato un amico qualke sera fa e mi decantava il fatto ke è un posto diverso dagli altri, un posto pulito e sincero, ke ci scrivono ragazzi ke hanno poco a ke fare con i soliti ke si incontrano in chat e siti di incontro o locali, ragazzi sensibili, con il senso della morale, ke fanno bei discorsi etc etc. Lui sa come la penso anzi sa come la pensavo fino a un anno fa su certe cose e ha pensato di farmi una gentilezza a darmi questa dritta solo non sa ke nel frattempo io ho cambiato la mia opinione. Allora ti spiego io non ho mai avuto tanti problemi a capire ke ero gay e accettrami e a 16 anni avevo già cominciato a uscire con altri ragazzi gay come me. Ho avuto le mie esperienze anke sessuali, tipo avevo diversi amici gay con cui si usciva, si parlava, ci si divertiva ma tra di noi si faceva anke del sesso ma restando solo amici. A scuola andavo bene, con i miei nessun problema, con gli amici etero più stretti ho fatto coming out. Poi sui 20 anni ho cominciato a avere il desiderio di costruire qualcosa di completamente mio con un ragazzo, di innamorarmi e voler bene a qualcuno, ma la cosa mi pareva molto difficile e ora ti spiego perkè. Io non volevo trovare un ragazzo dichiarato come i miei amici o ke frequentasse o avesse frequentato certi ambienti e avesse avuto tante esperienze di sesso perkè pensavo ke le cose non avrebbero mai funzionato così e ke ci sarebbero stati tradimenti o nessun vero interesse a fare durare le cose. Brevemente io volevo un ragazzo per bene e non dichiarato, ke non gironzollasse per posti a etichetta gay. Ma trovare un ragazzo così non è certo facile e io non ho mai avuto sto famoso gaydar ke probabilmente è solo 1 stronzata. All'uni facevo fisica e mi ero fatto l'idea ke nessuno ke facesse fisica potesse essere gay tranne me. Invece sbagliavo. Maurizio era di un anno più grande di me e ci siamo conosciuti in aula studio per caso. Abbiamo subito legato e siamo diventati molto amici, io mi sono trovato innamorato di lui in meno di un mese. Era un ragazzo per me perfetto per come me lo immaginavo sia di carattere molto dolce, serio, premuroso e simpatico, un pò timido e anke era molto carino. Ke anke lui era gay l'ho saputo per caso e per fortuna, non sto a spiegarlo sennò la faccio troppo lunga, e sapendolo ho iniziato a sbilanciarmi e farglielo capire ke ero innamorato di lui. Maurizio faceva tante resistenze perkè non era dichiarato con nessuno e non aveva nessuna esperienza e se ne vergognava. ma alla fine ci siamo messi insieme. Io ero al settimo cielo, gli volevo davvero bene e facevo di tutto per farlo stare bene e a suo agio. Con il sesso lui era un pò imbranato e aveva sempre paura di sbagliare ma io lo rassicuravo e gli davo tutto il tempo ke aveva bisogno. Pensavo ke le cose con lui potessero solo andare sempre meglio, dopo 2 anni eravamo affiatati come coppia e con il sesso ormai andava tutto bene. Poi un mio amico mi dice ke Maurizio mi ha tradito, non volevo crederci ma c'erano le prove. All'inizio Maurizio ha pure negato e solo quando ormai era alle strette e non sapeva più ke inventarsi ha detto ke era vero. si è messo a piangere, mi ha supplicato di perdonarlo ke era stato un errore, una stupidaggine etc. All'inizio io ho anke mandato giù e non tanto per il tradimentoi quanto per le bugie e ho pensato di credergli e ridargli fiducia, ma è durata poco. Lui comunque si guardava in giro, cercava di conoscere nuova gente, insomma la nostra coppia si capiva ke gli stava stretta. quando l'ho affrontato mi ha anke accusato a me dicendo ke grazie tante io avevo avuto le mie esperienze e lui no e ke non si può giudicare se si sta davvero bene se non si può paragonare. Ci siamo lasciati. Ho pensato ecco ho trovato la mela marcia, ke sfiga. Ma ci credevo ancora. Solo ke Maurizio non era affatto l'unica mela marcia ma era solo un prototipo tipo del bravo ragazzo. Perkè di ragazzi e anke uomini più adulti ma tutti più o meno come lui poi ne ho conosciuti altri. Ragazzi ke credevano nell'amore, ke volevano trovarsi un ragazzo a cui voler bene, con cui costruirsi un futuro, ragazzi ke il sesso lo volevano fare solo con le persone giuste o x amore. Ragazzi seri e per bene. E poi? Poi tutti uguali. Ci sono quelli ke dopo un pò devono guardarsi intorno. Ci sono quelli ke vorrebbero ma poi hanno paura di rimanere soli di nuovo e allora non lo fanno ma solo per questo non per te. Ci sono quelli ke hanno passato gli anni a sognare di avere un fidanzato, di innamorarsi ricambiati, di vivere insieme e poi con la realtà non sanno ke fare, sono idealisti, non cedono ai compromessi della normalità di una storia normale con un ragazzo normale e preferiscono tornare ai sogni piuttosto ke vivere la realtà e mandano tutto all'aria per una stronzata. Ci sono quelli ke sembrano amarti con tutto loro stessi dopo neppure una settimana ke ci stai insieme, ke sembrano diposti a ogni azione per te ke tu quando cerchi di fargli capire ke ci sono parole ke nn si usano con leggerezza come "ti amo" e ke è difficile amare una persona e non si impara in due minuti, sembra ke tu non provi niente per loro e gli spezzi il cuore, quando loro magari a 35 anni sono ancora nella fase di non saper distinguere una cotta da un innamoramento. Ti dirai sono capitati tutti a te! L'ho pensato anke io ma poi parlando con altri ragazzi gay ho capito ke questi "bravi ragazzi" gay alla fine non si dovrebbe cercarli e desiderarli ma proprio evitarli! Ke alla fine è solo un pregiudizio al rovescio ke siano gli unici con cui si possa costruire qualcosa di serio, e ke i ragazzi ke hanno una vita più libera e disinibita siano loro i poco seri ... Col cavolo!! No non funziona affatto così. Ti dirò di più, uno dei miei amici di vecchia data sta da ben 8 anni con un ragazzo e sono una coppia come quelle che sognavo io. Eppure hanno iniziato come coppia aperta, stavano bene insieme come persone, si volevano bene ma il sesso potevano farlo con chi volevano in sincerità, senza sotterfugi e tradimenti e tante parole al vento di amore e promesse. Ma alla fine loro pian piano se lo sono costruito il loro rapporto hanno capito di amarsi e ke il sesso era più bello tra loro due ke con altri. Ci hanno messo tempo, i ben pensanti avrebbero solo potuto giudicarli e attaccarli e dire ke era solo per comodità ke non si rispettavano etc, eppure ora loro sono ripeto una bellissima coppia unita, affiatata e forte piena di progetti e entusiamso e io con tutte le mie manie sui bravi ragazzi sono solo e tanto deluso ke non me ne frega sinceramente più niente di stare in coppia.
Ecco tutto qui.

Tommaso

PS se vuoi pubblicala la mail magari potrà servire a qualcuno che si è fatto le stesse convinzioni ke avevo io una volta, meglio una doccia fredda ora ke anni persi a rincorrere le persone sbagliate

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Grazie Tommaso! Non posso che darti ragione al 100% esistono forme si vera immaturità affettiva coperta da atteggiamenti da bravo ragazzo. Non è raro che comportamenti, diciamo così, moderati di ragazzi gay che sembrano all’esterno una scelta di vita non lo siano affatto e siano invece solo il segno di una incapacità di affrontare il mondo esterno. Quando quei ragazzi avranno superato quei condizionamenti che, diciamo, li rendono bravi ragazzi per forza, uscirà fuori la loro vera natura, menefreghista e talvolta aggressiva. I bravi ragazzi per opportunismo sono una specie realmente pericolosa. Talvolta dietro l’abuso di dichiarazioni di affetto c’è solo l’idea di non perdere un’occasione momentanea in attesa del meglio. Spesso i ragazzi che dicono di essere realmente innamorati non sono innamorati di un altro ragazzo ma del fatto di essere al centro dell’attenzione, dicono cose che non pensano senza rendersi conto che dall’altra parte hanno un ragazzo vero che ha diritto di capire come le cose stanno veramente e che invece viene narcotizzato da una falsa disponibilità dietro la quale ci sono riserve mentali di ogni tipo. È la logica non dichiarata dell’”intanto prendo quello che c’è!”, la logica del bla bla amoroso, la logica delle finte scelte in attesa dell’occasione d’oro. Tutto questo è verissimo ma, con atteggiamenti solo in parte diversi, si ritrova anche tra i ragazzi con comportamenti più liberi, dove non è che non ci sia ipocrisia, ce n’è solo una diversa.
I bravi ragazzi veri non si giudicano dai comportamenti più o meno liberi in astratto ma dalla dimensione altruistica della loro vita affettiva, dal non strumentalizzare mai l’altro, dall’amare un ragazzo più che il fatto di sentirsi amati.

Project

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Grazie a te della risposta. Io però mi sono fatto abbastanza convinto che ragazzi e uomini con comportamenti più liberi e disinibiti siano più portati ad una forma di sincerità che li allontana dal "vizio" di far credere agli altri di cercare e volere rapporti seri e impegnativi. Sono spesso magari per qualcuno brutalmente chiari ma uno sa cosa si può aspettare e se decide di investire lo fa non dietro false illusioni. Al massimo ti possono raccontare una favoletta per portarti a letto ma la storiella non la fanno mai durare per tanto tempo. Oltre a questo credo che solo chi ha una esperienza alle spalle fatta di prove ed errori in storie e relaizoni più o meno leggere sia una persona solida e affidabile nel lungo tempo. Un ragazzo giovane che inizia una storia prima o poi avrà voglia di farsi nuove esperienze giustamente. Un uomo che dopo anni di sole storie in testa inizia una relazione vera non saprà mai gestirla per immaturità, eccesso di attese e romanticismo. O sarà una persona soffocante o prima o poi il prurito del il sesso fatto con un altro come è lo tenterà e non poco. Imparare poi la differenza tra sesso, sesso da attrazione fisica, sesso da cotta, sesso da innamoreamento o da amore è fondamentale. Hanno differenze che non sono ovvietà e conosco troppa troppa gente che non le sa distinguere e pure troppa gente che ne parla in astratto dicendo ma io sono così e farò così non capendo che è solo la prova pratica del 9 e non l'idea di noi stessi che ci rende quello che siamo e facciamo.
Confermo in più il fatto che i bravi ragazzi sono i primi a farsi prendere dalla fifa di rimanere da soli e dalla smani di trovarsi un ragazzo su cui riversare amore e affetto.
saluti,
Tommaso

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Ciao Tommaso,
intanto grazie per la tua risposta che ho pubblicato sul forum perché ha un senso serio, però posso dirti che almeno in parte non la condivido ma non per questioni di principio, ma per esperienza diretta e indiretta (anche attraverso i colloqui con centinaia di ragazzi gay). Che possano esistere persone che hanno avuto molte esperienze e che parlano chiaro senza illudere nessuno è un fatto che accetto tranquillamente e ne ho visti alcuni notevoli esempi, quello che non torna è farne un teorema generale con tanto di dimostrazione che ha tutta l’apparenza della verità ovvia ma che urta pesantemente contro l’esperienza. Specialmente tra persone non giovanissime, cambiare modo di vita è molto difficile. Chi ha vissuto una sessualità libera e piuttosto disimpegnata molto difficilmente cambia rotta per scegliere una vita di coppia stabile. Chi ha vissuto per diversi anni una sessualità promiscua o comunque leggera ha in mente quel modello di vita, può proporlo ad altri senza sotterfugi, certo, ma il modello di vita resta quello. Ciò non toglie che spesso i cosiddetti bravi ragazzi, che manifestano interessi apparenti per una vita stabile di coppia, abbiano realmente solo paura di rimanere soli e confondano l’essere innamorati con l’idea di sfuggire alla solitudine. Su questo ti do completamente ragione e di esempi ne ho visti. Da quello che scrivi sembra che tu dia per scontato che ci si debba accontentare si un basso profilo di vita di coppia (tu dici: senza illusioni), ma ho visto parecchie volte storie bellissime di tipici bravi ragazzi gay, non ne ho sentito parlare, le ho viste con i miei occhi!

Project

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martedì 3 novembre 2009

AMORE GAY NASCOSTO

Ciao Project,
salto i complimenti (meritatissimi) perché sono scontati. Mi sono deciso a contattarti dopo molte esitazioni e vorrei tanto scambiare due parole con te su msn. Perché tu possa capire qualcosa cerco di spiegarti come stanno le cose, leggendo capirai anche con quale imbarazzo ti scrivo.

Sono un ragazzo 25enne di una piccola città della Lombardia. I miei genitori sono brave persone che mi vogliono bene, anche se a modo loro, con loro però non mi sento a mio agio e a loro non potrei mai dire quello che sto scrivendo a te. Fino allo scorso anno ero fiero di me, mi sentivo ed ero un bravissimo ragazzo. Sono credente e mi sono sempre sforzato di mettere in pratica quello che dice la Chiesa, almeno fino allo scorso anno è stato così. Ho sempre frequentato gli ambienti della parrocchia e li frequento anche adesso però da qualche mese le cose sono cambiate e comincio a pensare che il mio restare in parrocchia sia dovuto al fatto che qui posso incontrare facilmente un ragazzo parecchio più piccolo di me. Il mio problema non è essere gay ma il fatto che tendo a innamorarmi di ragazzi molto più giovani di me, diciamo 16/17 anni. I ragazzi ancora più giovani non mi dicono praticamente nulla e con quelli della mia età o più grandi non riesco ad andare d’accordo. In parrocchia mi stimano tutti, non solo i ragazzi ma anche i sacerdoti. Nota che io vado sempre a confessarmi da qualche altra parte, certe volte faccio per questo veri e propri viaggi fino a Milano, perché nella mia città di chiese ce ne sono poche. Quanto alla sessualità, fino allo scorso anno mi ritenevo praticamente asessuato. Ti potrà sembrare assurdo ma avevo cominciato a masturbarmi verso i 14 anni e con fantasie sui ragazzi ma è durata poco, tra i 15 e i 16 anni ho passato un momento di crisi profonda nei miei rapporti con la religione e allora mi ci sono messo di impegno e sono riuscito a non masturbarmi più, in pratica fino al natale scorso. Stavo sempre in giro, avevo sempre qualcosa da fare e mi sentivo contento di riuscire a dominarmi, all’inizio è stato difficile ma poi sempre meno. I ragazzi mi piacevano comunque e quando andavo in erezione per via di qualche ragazzo mi veniva una paura terribile di poter ricadere nella masturbazione e cercavo di fare di tutto per distrarmi. Cioè diciamo che ho cercato di fuggire le occasione nel modo più assoluto. A Natale scorso il parroco mi manda ad accompagnare un gruppo di ragazzi a [omissis] per vedere [omissis]] . Erano ragazzi dell’età che mi interessa di più. Uno si siede vicino a me in pullman, o meglio, dovrei dire, io mi siedo vicino a lui e non per caso. Si chiama A., è bello e ha un sorriso dolcissimo, solo il fatto che è seduto accanto a me mi manda in estasi ma anche in erezione. La cosa per un verso mi imbarazza ma per l’altro mi lusinga moltissimo. Sono rimasto seduto vicino a lui tutto il viaggio, quando siamo partiti era mattina presto lui si è addormentato. Stargli vicino mi dava delle sensazioni fortissime anche se non potevo osservarlo con troppa insistenza perché c’erano gli altri ragazzi. Quando si è svegliato abbiamo parlato un po’ ma solo della scuola, del suo impegno in parrocchia e di cose del genere. A [omissis] abbiamo fatto un giro per la città e lui è rimasto sempre a parlare con me. Mi incantava, non credo di essere mai stato meglio nella vita. Era previsto che si dormisse a [omissis] in un ostello. Non puoi immaginate il desiderio che avevo di sistemare le cose perché A. potesse capitare in stanza con me, in fondo la cosa non era affatto difficile, tanto più che A. non aveva amici nel gruppo ed era stato a parlare solo con me. In pratica tutto il pomeriggio la mia idea fissa è stata potere stare in stanza con lui ma poi la cosa mi è sembrata così viscida, così indegna che ho fatto esattamente il contrario di quello che avrei voluto. Ho sistemato A. con altri due ragazzi e ho tenuto per me la stanza singola. Presa la decisione e disposte le cose così, subito dopo mi è preso o sconforto più nero. Stavo facendo l’esatto contrario di quello che avrei voluto, per un verso ne ero fiero ma per l’altro mi sentivo completamente stupido. Mi è venuto da piangere, mi sentivo assurdo. Sentivo i ragazzi che ridevano nella stanza vicina e distinguevo la voce di A. e la sua risata. Loro erano dall’altro parte del muto e io ero solo. Per farla breve, quella notte mi sono masturbato pensando ad A., non riuscivo a farne a meno, era come se non avessi più alcuna possibilità di controllo sui miei desideri. Sul momento è stato bellissimo, ma poi mi sono accorto che avevo interrotto quasi 10 anni di astinenza sessuale e mi sono venuti scrupoli terribili. L’indomani mattina dovevo andare alla messa e avrei dovuto confessarmi. Io ero il capogruppo e non fare la comunione non sarebbe stato nemmeno pensabile. Mi sono detto che era stato solo un attimo di debolezza e che non sarebbe successo mai più. La mattina sono uscito prestissimo per andare a confessarmi. Alla messa ho fatto la comunione e pensavo che tutto sarebbe tornato come prima ma non è stato così. Io ho cercato in tutti i modi di stare lontano da A., ma lui mi cercava, veniva a sedersi vicino a me e d’altra parte non aveva la più pallida idea di quello che aveva scatenato dentro di me. Il viaggio di ritorno è stato una tortura, per evitare di parlare con lui sono andato a sedermi sullo strapuntino vicino al conducente. Poi A. è venuto a chiedermi se ce l’avevo con lui e se aveva fatto qualcosa che mi desse fastidio perché voleva chiedermi scusa, l’ho rassicurato e sono stato a palare con lui per oltre due ore, con il risultato che me ne sono proprio innamorato, è dolcissimo, intelligente ma autoironico. Da qui è nata la mia amicizia, chiamiamola così, per A., in pratica ci vediamo tutti i giorni in parrocchia, ho l’impressione che a me ci tenga molto, io ne sono innamorato perso. Non c’è bisogno di dire che vivo in pratica nell’attesa di vederlo e poi la sera quando sto in camera mia mi masturbo per ore pensando a lui. Non riesco proprio a pensare ad altro. Tra circa un mese comincerò a lavorare in uno studio tecnico (sono ingegnere) e spero di potere ridurre la mia dipendenza da A.. Il mio rapporto con la chiesa è andato in crisi, per un verso mi dispiace moltissimo, ma per l’altro mi chiedo perché dovrei perfino vietarmi di fantasticare su A.. Anche con lui in effetti faccio una doppia vita, lui crede che io sia in un modo e mi offre la sua amicizia perché pensa che io sia in quel modo, ma io non sono come mi sforzo di fargli credere. In effetti lo sto imbrogliando, ma forse per il suo bene, almeno così mi sforzo di credere. Project, A. non ha mai parlato con me di sesso mentre tutti gli altri ragazzi lo fanno, chi più chi meno, ma lui no … e non ti dico quanto il mio cervello si è messo a girare a vuoto su questo fatto. Avevo pensato di dirgli la verità, ma come faccio a dire a un ragazzo di 16 anni che mi sono innamorato di lui? Qualche volta ho avuto l’impressione che lui avesse capito e ho pensato che magari volesse evitare discorsi diretti per lasciare tutto nel vago. Ho cercato di sapere qualcosa di lui dai ragazzi che lo conoscono meglio ma non lo conoscono abbastanza. Vorrei chiedergli di uscire con me, perché mi piacerebbe parlarci in modo un po’ più libero ma non ho il coraggio di farlo e poi, onestamente ho proprio degli scrupoli morali perché non vorrei turbarlo nemmeno a livello minimo. Lui con me è disinvolto e sembra che la differenza di età non la senta proprio. Io sogno che possa innamorarsi di me. Project, sono completamente stupido? Ho perso proprio il senso della realtà. Certe volte mi illudo che se parlassi chiaro con lui, alla fine, potrebbe anche capire, e alla fine potrebbe essere gay anche lui, ma anche se lo fosse, un ragazzo della sua età potrebbe mettersi con uno come me? E poi lui è realmente e seriamente religioso, un po’ come mi sentivo di essere io alla sua età. Se penso che adesso tutte quelle sicurezze me le sono perse mi sento proprio allo sbando. Con la religione sono in crisi, con A. ancora peggio. Che cosa mi resta? Non so proprio dove sbattere la testa. Ho paura di fare soffrire A. e non vorrei che succedesse per nessuna ragione al mondo. Me ne sono innamorato. Se fossi uno veramente come si deve dovrei lasciare la parrocchia perché è assurdo che io ci vada in pratica solo per vedere A. e forse dovrei fare anche a meno di vedere A. e lasciarlo alla sua vita, ma non ci riesco, mi sento legatissimo a questo ragazzo e nello stesso tempo mi sento in colpa verso di lui e mi chiedo come reagirebbe se sapesse che cosa lui è per me e come io vivo sessualmente la sua presenza. Mi sono anche detto che posso aspettare che abbia 18 anni e dirglielo magari allora, ma quando lui avrà 18 anni io ne avrò 27 e poi della sessualità di questo ragazzo io non so niente e non lo voglio mettere in difficoltà, ma io lo adoro, in tutti i sensi. E poi se lo dovessi perdere dove andrei a finire, a cercarmi un altro ragazzo? Ma dove? Ma quando? I ragazzi mi sono sempre piaciuti, ma di A. mi sono proprio innamorato. Ma è possibile che un ragazzo di 25 anni si innamori di uno di 16? Certe volte mi sento un caso patologico. Gay, sì, va bene, ma perché non mi innamoro di coetanei? Ne ho conosciuti tantissimi e non è mai scattato nulla. Magari uno che si sente innamorato dovrebbe farsi avanti, ma io non ho il coraggio, ho troppa paura, non per me ma per lui, in fondo io posso anche fare una figuraccia ma lui deve avere il suo modo di essere se stesso senza sconvolgimenti stupidi. Il fatto che io me ne sia innamorato, dopo tutto, di fonte alla vita e alla serenità di questo ragazzo, è un fatto assolutamente secondario. È lui che conta e forse se io metto da parte la faccenda faccio solo bene, però penso pure che sarei capace di volergli bene in modo totale e penso che riuscirei a farlo felice. Certe volte tra noi ci sono certi scambi di sorrisi e certi scambi di battute che sono fulminanti e penso che dietro ci sia un sentimento vero che sta crescendo pure dalla parte sua, magari di amicizia, ma a me basterebbe anche solo quello. Realmente non è il sesso che mi interessa ma il fatto di stargli vicino. Cioè diciamo che l’attrazione sessuale che provo per lui posso anche tenerla solo per me, però non lo vorrei perdere per nessuna ragione, non dico che sto bene con lui ma che stiamo bene insieme. Che cosa questo possa significare non lo so, ma stiamo bene insieme. Project, secondo te, un rapporto così è possibile? Ha un senso? O sono solo fantasie che mi sto mettendo in testa? Però lui c’è, sono sicuro che c’è, ti ripeto, non so a che livello, ma non è indifferente. Insomma ormai sono 10 mesi che la mia vita è cambiata, ma questa, per quanto assurda è la mia vera vita e sogno di poterla vivere con A., devo sentirmi un malfattore per questo? Io lo amo veramente alla follia e prima non mi era mai capitato niente di simile.

Ti allego il mio contatto msn [… omissis …]. Aggiungimi, ti prego, non ce la faccio ad andare avanti così.

Alex

P.S. : se vuoi, pubblica questa storia.

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