giovedì 28 gennaio 2016

BISESSUALITÀ E EDUCAZIONE SESSUALE A FINE 800

STORIE DI OMOSESSUALI TRA 800 E 900 – parte quattordicesima
Prosegue la pubblicazione delle Storie annesse al trattato sull’inversione sessuale di Havelock Ellis.
Le storie che potete leggere qui di seguito riguardano tutte la bisessualità propriamente detta e ci mettono in condizione di capire come la vita sessuale dei ragazzi e degli uomini di fine 800 fosse molto meno repressa di quanto si crede  e fosse in realtà piena di occasioni di coinvolgimento sessuale, sia etero che omosessuale.
Nell’ultima delle storie, in particolare, si troverà un esempio, in realtà più unico che raro  di un figlio che riceve da suo padre una vera e propria educazione sessuale. Con la mentalità di oggi, alcuni comportamenti di questo padre possono sembrare sospetti. Il figlio, anche se ipotizza che il padre sia a sua volta un invertito, non sembra essere stato condizionato se non positivamente da quanto appreso dal padre verso il quale non mostra alcun risentimento. Il ruolo concreto del padre nell’educazione sessuale del figlio è in realtà una questione poco approfondita e si preferisce, ancora oggi, demandare tutto ad altre agenzie educative se non direttamente alla pornografia.
Buona lettura.
STORIA 28
Inglese, 40 anni, chirurgo. Le esperienze sessuali iniziarono presto, circa all’età di 10 anni, quando un compagno lo indusse a giocare ai rapporti sessuali con le loro sorelle. Non provò alcun piacere. Poco dopo una domestica cominciò a curarlo con affetto e infine lo chiamò nella sua camera da letto quando era parzialmente svestita, accarezzò e baciò il suo membro e gli insegnò a masturbarla. In occasioni successive lei tentò una simulazione del rapporto sessuale, che le diede soddisfazione, ma non riuscì a indurre l’eiaculazione in lui. Al ritorno a scuola la masturbazione reciproca fu praticata con i compagni di scuola, e la prima eiaculazione avvenne all’età di 14 anni.
Lasciando la scuola divenne schiavo del fascino delle donne ed ebbe frequenti coiti intorno all’età di 17 anni, ma preferiva masturbare le ragazze e soprattutto indurre le ragazze di buona posizione, per le quali l’esperienza era completamente nuova, a permettergli di prendersi delle libertà con loro. A 25 anni si fidanzò e la masturbazione reciproca fu praticata all’eccesso durante il fidanzamento; dopo il matrimonio, in genere il rapporto sessuale  aveva luogo due volte ogni ventiquattro ore fino alla gravidanza.
“In questo momento”, egli scrive, “ho soggiornato presso la casa di un vecchio compagno di scuola, a causa dei miei amanti di un tempo. C’erano così tanti ospiti che ho condiviso la camera del mio amico. La vista del suo corpo ha dato luogo a sentimenti lussuriosi, e quando la luce era spenta scivolavo furtivamente nel suo letto. Lui non faceva obiezioni e passavamo la notte a masturbarci reciprocamente. Passammo i successivi quindici giorni insieme, e non ho mai provato lo stesso piacere nel coito con mia moglie, però facevo il mio dovere. Lei è morta cinque anni dopo, e mi sono dedicato anima e corpo al mio amico fino alla sua morte per un incidente l’anno scorso. Da allora ho perso ogni interesse per la vita.”
Sono grato per questo caso ad un noto psichiatra inglese, il quale sottolinea che il paziente appare abbastanza sano, quando lo si osserva, ma presenta una tendenza alla nevrastenia, alla melanconia e al temperamento nevrotico. Il corpo è maschile e peli pubici sono abbondanti. Un testicolo appare atrofico.
STORIE 29 E 30
Riporto il seguente racconto con le parole di un amico intimo di uno dei protagonisti: “La mia attenzione fu attirata all’inizio dallo studio dell’inversione – anche se io allora consideravo tutte le forme di essa come depravate e abominevoli  – nella scuola pubblica, dove nel nostro dormitorio un ragazzo di 15 anni iniziò i suoi amici scelti ai segreti della masturbazione reciproca, che aveva imparato da suo fratello, un guardiamarina. Io non diedi peso a questo fatto in quel momento, anche se me ne ricordai dopo anni, quando ero immerso in Platone, Lucrezio e negli scrittori epicurei. Ma la mia attenzione si fermò sull’inversione, all’età di 20 anni, quando trascorsi una vacanza con A., un compagno con cui ero, e sono ancora, in grande amicizia. Abbiamo apprezzato molte cose in comune, studiato insieme e discusso questioni assai poco convenzionali, ma non questa.  Precedentemente avevamo sempre occupato stanze da letto separate, in questa occasione ci trovavamo all’estero in un luogo di campagna, e siamo stati costretti ad adattarci con quello che abbiamo potuto trovare. Non solo dovevamo condividere la stanza, ma il letto. Non mi ha sorpreso il suo poggiare il braccio su di me, perché sapevo che era straordinariamente attaccato a me, e mi ero sempre sentito un bruto perché non ricambiavo il suo affetto altrettanto calorosamente. Ma sono rimasto sorpreso quando più tardi mi sono svegliato e l’ho trovato occupato nella fellatio su di me mentre cercava di ottenere la mia risposta. Se fosse stato qualcun altro avrei reagito molto male ad una tale libertà, e la nostra conoscenza sarebbe finita, ma mi sono preso cura di lui, anche se in modo non molto espansivo. Questo episodio portò alla discussione dell’argomento. Mi disse che la sua forza sessuale era grande, che l’aveva messa alla prova in molti modi, e che era essenziale per il suo benessere che egli potesse avere soddisfazione in qualche modo. Lui detestava la prostituzione e la riteneva degradante; si sentiva fisicamente attratto da alcune donne e intellettualmente da altre, ma i due elementi non si combinavano mai, e se era stato in intimità con alcune, sentiva che non era giusto per loro, dato che lui non poteva sposarle perché aveva un ideale troppo alto del matrimonio. Si era sempre sentito attratto dal proprio sesso e aveva mantenuto per alcuni anni un’amicizia platonica con un amico intimo del college, X (al quale ho capito che era appassionatamente legato). Entrambi consideravano la cosa perfettamente morale, ed entrambi, stavano meglio a causa del loro rapporto. Entrambi aborriscono la pedicatio. X., tuttavia, non avrebbe mai discusso l’argomento, e sembrava quasi vergognarsene. A., d’altra parte, pur mostrando un grande rispetto di sé in tutte le altre cose, non provava alcuna vergogna, anche se lui dice che non avrebbe mai discusso di questo se non con gli amici intimi o se gli fosse stato chiesto un consiglio privatamente.
“A. è il figlio maggiore di un ufficiale. I suoi genitori avevano 21 e 19 anni, rispettivamente, al momento della sua nascita. Entrambi i genitori sono sani, e i due figli (entrambi maschi) hanno buone costituzioni, anche se quello più grande ne ha una un migliore. Lui è di media statura e arti sottili, portamento fiero, faccia bella e intellettuale (classico tipo greco), eccellente carnagione, modi affascinanti, e buon umore. Il pene è grande, il prepuzio molto breve. È appassionato di filosofia, scienze naturali, storia e letteratura. È riflessivo e paziente piuttosto che intelligente, ma è volitivo e molto attivo quando si impegna, mai a riposo finché non ha compiuto quello che vuole, anche se questo richiede anni. Canta in modo eccellente, ed è appassionato di ciclismo, canottaggio, nuoto, e alpinismo. Gode di ottima salute e non ha mai avuto una malattia neppure per un giorno da quando aveva 12 anni. Dice che l’unico caso in cui non riesce a dormire è quando sta a letto con qualcuno che non può o non vuole soddisfatto. Ha bisogno di soddisfazione almeno una volta alla settimana, due o tre volte nella stagione calda. Non fuma mai e nemmeno beve birra o superalcolici. È ancora single, ma ritiene che il matrimonio potrebbe soddisfare tutte le sue esigenze.
“Anche X è il figlio più grande di genitori  giovani e sani (tra i 21 e i 24 anni alla sua nascita) di classe sociale diversa; il padre è un costruttore. È di gradevole aspetto ma non bello,  molto sensibile, molto ordinato e metodico in tutte le cose, non molto volitivo, e molto riservato verso le donne. È di indole assai studiosa, è soprattutto appassionato di filosofia, politica e scienze naturali, è un buon musicista. Fa poco esercizio fisico ed è di piuttosto facile affaticabilità, è generalmente sano, ma non fortissimo. È vegetariano, ed è stato allevato come un libero pensatore. Fino a due anni fa, non è mai stato attratto verso una ragazza; anzi, non gli piacevano le ragazze, ma adesso è fidanzato. Per circa diciotto mesi ha abbandonato l’omosessualità, ma da allora ha sofferto di incubi, cattiva digestione e irritabilità. Pensa che l’unico rimedio sia il matrimonio, che sta rinviando. Considera l’omosessualità come del tutto naturale e normale, anche se i suoi desideri non sono forti, e una volta ogni quindici giorni è sempre bastata per lui. È stato portato alla pratica dell’omosessualità dal ragionamento di A., e perché ne sentiva una certa vaga esigenza, e questo lo confortava. Pensa che sia una questione di temperamento e non una cosa da discutere, se non da parte degli scienziati. Dice che non lo potrebbe fare se non con il suo più caro amico, alla cui richiesta non potrebbe resistere. Ha un lungo prepuzio, carne come quella di una donna, ed è ben proporzionato.
“Entrambi gli uomini sono interessatissimi alle riforme sociali, nelle quali sono impegnati, uno in modo attivo, l’altro passivamente. Entrambi considerano anche la legge sulla omosessualità come assurda e demoralizzante. Pensano anche che il divieto legale della poligamia sia in gran parte la causa della prostituzione, dato che molte donne non possono vivere una vita onesta e trovare qualcuno che si prenda cura di loro, e ritengono che molti uomini potrebbero sposare una donna per la soddisfazione fisica e un’altra per la soddisfazione intellettuale.
“Si dedicavano totalmente uno all’altro quando li ho conosciuti; sono ancora amici, ma separati dalla distanza. Entrambi sono persone degnissime, e il secondo è fin troppo sincero.”
Secondo informazioni successive, X. si era sposato e le sue tendenze omosessuali erano quasi completamente in sospeso, in parte, forse, per il fatto che viveva tranquillamente in campagna. A. ha sorpreso i suoi amici per il suo ardente attaccamento ad una donna più o meno della sua età con cui si è fidanzato. Dichiara di amare questa donna più di chiunque uomo, ma tuttavia sente ancora una forte passione per i suoi amici uomini. È evidente che la tendenza omosessuale in A. è nettamente più pronunciata che nel suo amico X. Come si trova più spesso nelle persone bisessuali rispetto agli omosessuali, è di tipo prevalentemente maschile, possiede grande vitalità, e desidera esercitare tutte le sue facoltà . Ha un sistema nervoso sano ed è del tutto libero da ogni “nervosismo”. Ha scritto un trattato scientifico e può studiare indisturbato in mezzo a rumori violenti. La sua voce è virile (nel canto è un basso profondo).  Può fischiare. Non è vanitoso, anche se è ben formato e le sue mani sono delicate. Il suo colore preferito è il verde. L’evidente calore del suo affetto per i suoi amici è il principale tratto femminile rilevato in lui. Sogna raramente e non ha mai avuto sogni erotici; questo lo spiega col dire (prima di Freud) che tutti i sogni, non causati da condizioni fisiche, sono sogni di desidero, e dato che egli soddisfa sempre i suoi bisogni sessuali tutti in una sola volta, con un amico o con la masturbazione, i suoi bisogni sessuali non hanno alcuna possibilità di incidere nella sua vita subconscia.
Ci può essere qualche dubbio sulla classificazione dei due casi precedenti: non li conosco personalmente. Il caso seguente, che conosco da molti anni, lo considero chiaramente un vero e proprio esempio di bisessualità: -
STORIA 31
Inglese, possidente, 52 anni, sposato. La sua ascendenza è piuttosto  complicata. Alcuni degli antenati di sua madre, nell’ultimo e nei secoli precedenti, si suppone siano stati invertiti. Ricorda che gradiva le carezze del valletti del padre quando era un ragazzino. Sogna indifferentemente di uomini e donne e prova forte attrazione sessuale per le donne. Può copulare, ma non insiste su questo atto; ha una tendenza a un piacere raffinato e voluttuoso. È stato sposato per molti anni e dal matrimonio sono nati molti figli.
Non ha gusti particolari sulla classe o l’età degli uomini che ama. Sente per quanto riguarda gli uomini più anziani quello che sentono le donne, e gli piace essere accarezzato da loro. È immensamente orgoglioso della sua bellezza fisica; rifugge la pedicatio e non si preoccupa troppo dell’atto sessuale, ma ama le lunghe ore di comunione voluttuosa durante le quali il suo amante lo ammira. Sente la bellezza dei ragazzi giovani. Allo stesso tempo, è molto attratto da ragazze giovani.
È decisamente femminile nel vestire, nel modo di camminare, nell’amore per i profumi, gli ornamenti e le cose belle. Il suo corpo è fin troppo liscio e bianco, i fianchi e i glutei sono arrotondati. Gli organi genitali normali. Il suo temperamento è femminile, soprattutto per la vanità, l’irritabilità e le preoccupazioni insignificanti. È molto preoccupato del suo aspetto fisico e interessatissimo ad essere ammirato; in un’occasione è stato fotografato nudo come Bacco. È fisicamente e moralmente coraggioso. Ha genio per la poesia e la speculazione, con una tendenza al misticismo.
Sente la discordanza tra il suo amore per gli uomini e la società, e anche tra il suo amore per gli uomini e il suo amore per la moglie. Considera l’amore per gli uomini come, in parte almeno, ereditario e innato in lui.
STORIA 32
C. R., medico, età 38 anni. Nazionalità irlandese, con una vena portoghese. “Mia madre viene di un’antica famiglia quacchera. Ero del tutto inconsapevole delle differenze sessuali fino a quando non ebbi circa 14 anni, perché ero stato accuratamente tenuto separato dalle mie sorelle e, anche se di tanto in tanto si impadronivano di me dei desideri strani che non capivo, ero stato vergine nel pensiero e nell’azione fino a quel periodo della vita.
“Quando avevo 14 anni un cugino di qualche anno più grande di me venne a stare con noi e condivise il mio letto. Con mia sorpresa mi afferrò il pene e lo strofinò per un po’, allora una sensazione più piacevole mi invase e aumentò fino a quando un’emissione di sperma uscì dal mio organo; poi lui mi chiese di fare lo stesso con lui. Abbiamo spesso ripetuto il processo nel corso del mese successivo; ero del tutto inconsapevole dei danni che ne potevano derivare.
“Lo stesso anno andai a scuola, ma nessuno dei miei compagni di scuola per un certo tempo mi suggerì tali azioni fino a quando un amico che stava con noi per le vacanze un giorno in bagno ripeté il processo e premette il suo pene tra le mie cosce e una scarica simile ebbe luogo. Ho scoperto in poco tempo che molti dei miei compagni di scuola e cugini maschi avevano gli stessi desideri, e un fratello maggiore del mio primo iniziatore alla sessualità ripetutamente passava la notte con me, e allora ci divertivamo in modo simile.
“Un po’ più tardi, quando mia madre era lontana da casa, condivisi il letto di mio padre, lui prese il mio pene in mano e tirò il mio prepuzio indietro. Io in risposta afferrai il suo e scoprii che aveva un’erezione. Continuai a strofinarlo fin quando non mi fermò e mi disse che non dovevo farlo, perché quando fossi stato più grande avrei amato una donna che avrebbe fatto quella cosa e che se non mi fossi strofinato da solo e non avessi consentito ad altri ragazzi di farlo, mi sarei divertito molto di più. Io sono quasi certo che mio padre fosse un invertito, perché lui spesso, quando era a letto con me, usava premere il mio corpo nudo contro il suo e aveva sempre una forte erezione. Una volta mi strofinò fino a quando non ebbi l’eiaculazione e poi, girando sulla schiena, mi fece prendere il suo pene in mano e si fece strofinare per pochi minuti. Avevo l’abitudine di scherzare spesso con mio padre perché a partire dal mio diciassettesimo anno il mio pene era più grande del suo. Tornerò a parlare di mio padre tra un po’. Quando avevo 17 anni un amico del college condivise il mio letto, e quando ci spogliammo disse che invidiava il mio pene che era tanto più grande del suo; una volta entrati nel letto, mi chiese di girare dalla mia parte e mi accorsi che stava tentando la pedicatio. Ero stupito della sua azione e allora mi informò che accanto a una donna quel processo dava più piacere. Tuttavia, non se ne face nulla, e questa è l’unica esperienza di pedicatio che io abbia mai avuto.
“Quando avevo 18 anni, una sera un compagno di università mi fece conoscere una donna e lei è stata la prima con la quale io abbia mai avuto una relazione. Siamo andati dietro alcune rocce e lei ha affettato il mio pene e lo ha stretto nel suo corpo, stando stesa contro di me.
“Mio padre, evidentemente sospettò qualcosa su di me quando tornai a casa, e pochi giorni dopo, mi disse che era molto pericoloso avere a che fare con le donne, che avrei dovuto aspettare fino a quando fossi stato più grande, che quando un ragazzo è diventato un uomo deve avere una donna di tanto in tanto, e che se avessi mai avuto una brutta malattia dovevo dirglielo subito in modo da poter essere adeguatamente curato.
“Al college ho trovato molti compagni che erano desiderosi di condividere il mio letto e di indulgere alla masturbazione reciproca, premendo i nostri corpi insieme faccia a faccia fino a quando non vi fosse stata eiaculazione da entrambe le parti, ma non trovai mai più nessuno che cercasse il rapporto anale.
“Poco tempo dopo ero a Bruxelles e feci la mia prima visita a un bordello, un posto vicino alla Cattedrale. Ho scelto una ragazza di circa 18 anni tra otto bellezze nude esposte alla mia scelta. Lei era avara e mi chiese 10 franchi, Ne avevo pagati 20 per la mia camera e me ne erano rimasti solo due. Volevo che lei giocasse con me, ma lei prese solo il pene e mi tirò verso di lei con un’azione così vigorosa che eiaculai molto rapidamente. Ero così disgustato dal risultato che mi masturbai quando tornai alla mia pensione.
“Un anno dopo feci una visita in Portogallo e i miei amici, lì, spesso, mi portarono ai bordelli e mi presentarono anche a donne di facili costumi. Avevo rapporti con loro; le prostitute portoghesi non mi hanno mai suggerito nulla di innaturale e in nessun caso un maschio mi ha approcciato per scopi sessuali.
“Quando divenni uno studente di medicina, usavo visitare un bagno turco di frequente, in un’occasione ho scherzosamente schiaffeggiato un amico sulle natiche, mio padre, che era presente, mi ha detto di non farlo perché non era un comportamento corretto in pubblico, se mi piaceva farlo a lui o ad un altro o ad altri due non c’era nulla di male in privato. Fino a quando non ebbi 21 anni, nel bagno mio padre copriva sempre il suo pene alla mia vista, ma dopo che raggiunsi la maggiore età, si mostrava sempre e più volte mi fece vedere immagini di donne nude, e mi insegnò anche l’uso del preservativo.
“Nel mio ventiquattresimo anno, un uomo alto che era solito frequentare le terme un giorno sedette accanto a me e giocosamente mi toccò le dita dei piedi con le sue, poi premette la coscia nuda contro la mia e un po’ più tardi nella camera di raffreddamento allungò la mano sotto il mio asciugamano e afferrò il mio pene, poi mi chiese di incontrarlo un paio di giorni più tardi nei bagni, dicendo che sarei stato soddisfatto di quello che lui avrebbe fatto.
“Sono andato all’appuntamento e lui mi ha portato nella stanza più calda, dove ci stendevamo sul pavimento, in pochi minuti si girò su un fianco e gettò una delle sue gambe su di me, mi spaventai e balzai in piedi, aveva una potente erezione, ma mi rifiutai di sdraiarmi di nuovo, anche se lui tirava il suo prepuzio indietro per eccitare i miei desideri, io avevo paura di essere sorpreso da un altro bagnante. Ho incontrato quest’uomo due volte in occasioni successive e lui mi ha fatto delle avances. Credo che avrei ceduto allora se ci fossimo incontrati in una casa privata.
“Poco tempo dopo incontrai un signore anziano presso i bagni che, anche lui mi fece delle avances, ma per paura io resistetti. Non mi piaceva perché aveva un alito cattivo e i denti guasti; e poi ero ora in grado di andare in continente e godere del fascino femminile secondo il desiderio del mio cuore.
“Dopo la qualificazione sono entrato nell’esercito in Sud Africa e con mio grande stupore trovai molti dei miei compagni appassionati della compagnia maschile, un ufficiale che era stato ferito condivideva la mia camera da letto in un ospedale militare, e quando ci spogliavamo, spesso ammirava il mio pene, avevamo l’abitudine di giocare l’uno con l’altro fino a quando non raggiungevamo erezioni potenti, ma non ci siamo mai masturbati né abbiamo provato qualche vizio contro natura.
“Ero solito avere rapporti sessuali con le donne tanto spesso quanto potevo, e ho spesso visitato i bagni turchi e ho scoperto che diversi clienti erano anormali, e anche uno dei massaggiatori, quest’ultimo si divertiva a giocare con il mio pene, baciandomi e facendomi il solletico.
“Mi sono sposato a 28 anni. La mia vita coniugale è stata normale e mia moglie ed io siamo ancora innamorati uno dell’altra, abbiamo avuto diversi figli.
“Le mie ultime esperienze sessuali sono state in Australia, una volta a Sydney, ai bagni, un compagno bagnante giocosamente cominciò a farmi il solletico, quando ebbi un’erezione, lui afferrò il mio pene, io mi alzai di scatto, e lui mi chiese di fare con lui qualsiasi cosa mi fosse piaciuto fare. Mi rifiutai. Una volta a bordo di un piroscafo costiero un compagno di viaggio aveva l’abitudine di mettersi in mostra, in posa come una statua; diventammo molto intimi e lui voleva che io passassi una notte con lui. Ho rifiutato anche le sue offerte.
 ”Sono molto sano e forte, appassionato di equitazione, pesca, e tiro. Conduco una vita molto attiva. Non sono né musicista né artista, ma mi piace molto sentire la musica e ammiro le opere d’arte.
 ”Di persona io sono alto 6 piedi, tendente al grasso, il mio corpo è molto forte, il mio pene è di sei pollici di lunghezza a riposo e otto in erezione, posso senza fatica eiaculare due volte nella notte e ho rapporti sessuali almeno due volte alla settimana. Il mio scroto è teso e entrambi i testicoli sono grandi. Sono un po’ lento a eiaculare. Dopo il matrimonio, non ho mai avuto nessun desiderio di avere rapporti sessuali con nessun’altra donna, ma più volte ho incontrato uomini che mi hanno attratto. Ho un amico (un altro medico ) che mi conosce molto bene e se passiamo la notte insieme giochiamo uno con l’altro. Ho un grande desiderio che lui mi circoncida. Non ci siamo mai lasciati andare a nulla che non fosse sentire o premere insieme i nostri corpi come scolaretti.
“Il mio colore preferito è il verde.
“I miei sogni erotici, quando ne ho, sono di mia moglie o di un amante maschio.
“L’inversione sessuale è molto più diffusa di quanto comunemente si suppone e non ho mai avuto alcun rimorso di coscienza dopo nessuno dei miei rapporti amorosi. Considero l’istinto omosessuale come del tutto naturale, e, tranne che per quanto riguarda mia moglie, è più forte nel mio caso dell’istinto eterosessuale. Non ho mai iniziato un giovane alla vita sessuale né ho avuto alcun desiderio di sedurre una ragazza. I ragazzi sotto i 17 anni, o le persone di bassa classe sociale, non mi attraggono.”
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Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay:

domenica 24 gennaio 2016

DA ETERO A GAY: LA SCOPERTA TARDIVA DELLA PROPRIA SESSUALITÀ

STORIE DI OMOSESSUALI TRA 800 E 900 – parte tredicesima
Prosegue la pubblicazione delle Storie annesse al trattato sull’inversione sessuale di Havelock Ellis.
Nella Storia n. 27, che potete leggere qui di seguito, si può seguire il percorso di emersione della omosessualità in un ragazzo americano di fine 800. Nella storia si ha una chiarissima esemplificazione di un concetto fondamentale riguardante la sessualità: l’imprinting sessuale (cioè le prime esperienze sessuali o para-sessuali vissute in età infantile).
Da una lettura attenta risulta chiaramente che l’imprinting, nel caso specifico molto forte e molto anticipato, e la facilità nel procacciarsi sesso etero, hanno reso impossibile l’emersione della omosessualità fino all’età adulta. Aggiungo che l’assenza della masturbazione dovuta alla facilità e alla frequenza del coito eterosessuale, privava di fatto il ragazzo di un elemento fondamentale per il riconoscimento del proprio orientamento sessuale.
Buona lettura!
STORIA 27
H. C., americano, 28 anni, possidente, non sposato, il maggiore dei due figli. La sua storia può essere meglio espressa con le sue stesse parole:
“Io sono, dalla parte di entrambi i genitori, di ascendenze inglesi molto antiche, essendo i primi coloni del mio nome arrivati nel New England nel 1630. Sia la famiglia di mio padre che quella di mia made sono state prolifiche di soldati e statisti; la famiglia di mia madre diede un presidente degli Stati Uniti. Per quanto ne so, nessuno dei miei predecessori ha fatto sospettare stranezze mentali, ad eccezione di uno zio materno, il quale, per eccesso di studio, divenne folle per un anno.
“Sono laureato in due università con una laurea in belle arti e una in medicina. Dopo un anno come medico in un ospedale, abbandonai la medicina del tutto, per seguire la letteratura, una predilezione che avevo dall’inizio della fanciullezza.
“Mi sono svegliato al sentimento sessuale all’età di 7 anni, quando, in una piccola scuola privata, intravedendo le cosce nude sopra le calze delle mie compagne di scuola femmine, mi esaltavo vagamente. Questo feticismo, è cresciuto più definitamente centrato alla fine sulle cosce e poi su tutta la persona di una ragazza in particolare. Il mio primo sogno tinto di sessualità fu su di lei, mentre lei mi stava vicino io schiacciavo il mio pene sopra un’incudine rovente e poi, in beatifica auto-immolazione, esponevo il moncherino carbonizzato ai suoi supplicanti occhi rotondi. Questo amore, però, diminuì all’arrivo di una nuova ragazza nella scuola, che, non più bella, ma più formosa, esercitava una forte attrazione sulla mia sessualità nascente. Un pomeriggio, nella soffitta della scuderia di suo padre, mi indusse a spogliarmi, dando lei stessa l’esempio. L’erezione che le nostre manipolazioni reciproche produssero fu per me senza impulso cosciente, provai solo una curiosità infantile vedendo la nostra differenza genitale. Ma l’episodio diede l’avvio a capricci stravaganti, uno dei quali con insistenza mi ossessionava: con queste differenze fisiche, ovviamente, compensatorie, perché io e quella ragazza non avremmo dovuto realizzare un qualche tipo di rapporto sessuale? Questa fantasia, derivante esclusivamente da quell’esperienza unica, mi affascinò solo con quello che aveva di grottesco, perché in quel momento la mia sensibilità sessuale non era che rudimentale e la mia conoscenza del sesso era nulla. L’idea bizzarra, presentata alla ragazza altrettanto ignorante e da lei approvata, nacque nella soffitta dell’aia paterna e là, in modo molto pasticciato, giunse a un compimento sorprendente e piacevole.
“Nei quattro anni successivi ho ripetuto l’atto non di rado con questa ragazza e con altre.
“Quando avevo 11 anni io e mia sorella fummo portati dai nostri genitori in Europa, dove rimanemmo sei anni, frequentando la scuola ogni inverno in una città diversa e viaggiando, durante l’estate, in diversi paesi.
“All’estero il mio desiderio fu saziato al massimo grado: la disponibile ragazza compagna di giochi era onnipresente, e io la maneggiavo con ardore negli alberghi svizzeri, negli stabilimenti termali tedeschi, nelle pensioni francesi, dove non l’ho fatto? Verso la pubertà per la prima volta ho fatto ricorso, qualche volta, alle prostitute.
“Alla masturbazione, eccetto alcuni esperimenti, non ho mai fatto ricorso. Pochi dei miei compagni di scuola la praticavano dichiaratamente.
“Di omosessualità avevo sentito qualcosa esclusivamente attraverso i classici, in cui, senza lunga ponderazione, riconoscevo solo il nostro cameratismo moderno, poeticamente esaltato, mascherato con gli abiti con la fraseologia antica. L’omosessualità non riuscì mai ad annidarsi dentro di me e non trovò nessuna consonanza nella scala delle mie simpatie, non possedevo nessuna pietra di paragone per tradurre le esibizioni di quegli amori ambigui in messaggi infuocati Il rapporto con il mio sesso consisteva, intellettualmente, in un’amicizia occasionale priva di forte affetto, e fisicamente, in un blando antagonismo, il corpo nudo di un uomo era per me alquanto repellente. Le statue di donne mi evocavano una risposta sia carnale che estetica, quelle degli uomini, non mi suscitavano alcuna emozione, salvo un approfondimento di quella antipatia originaria. Allo stesso modo accadeva per i dipinti, la letteratura, il dramma, gli uomini servivano solo come complemento per le deliziose fanciulle, che visitavano i miei serragli aerei e mi leccavano nei miei rosei sogni.
“Nel mio diciottesimo anno tornammo in America, dove entrai all’università.
“Il corso del mio amore per le donne era ormai un po’ irregolare, il rapporto sessuale normale cominciò a perdere fascino. Già avevo definito, senza l’aiuto di nessuno la logica del coito, così ora l’immaginazione, brancolando nel buio, concepì un nuovo impulso per il desiderio, il  cunnilingus. Ma questo, anche se per un po’ fu abbastanza adeguato, presto cessò di soddisfarmi. In quel frangente, il Natale del mio primo anno di college, fui nominato direttore di una piccola rivista, una pecca precoce del modo di procedere di questa rivista fu la scarsità di storie d’amore. Tale abbandono improvvido era in linea con il mio modo deviante di vedere le donne, un modo di vedere che mi era stato dato dalla auto-dissipazione del glamour attraverso il quale si voleva che apparissero. Avevo vagato in qualche modo dietro le quinte e avevo visto, senza l’intervento delle luci della ribalta del sesso, che le fate una volta così raggianti si riducevano ad una umanità imbellettata, simpatica come sempre, ma non più desiderabile.
“Poco dopo, si cominciò a parlare del caso di Oscar Wilde. I resoconti dei giornali su questa faccenda, mentre  mi illuminavano, non accendevano alcuna luce di auto-rivelazione; correggevano soltanto alcune inutili congetture che, su alcuni vizi mistici, avevo sentito sussurrare. Qua e là un’allusione giornalistica ancora troppo recondita mi veniva faticosamente chiarita da un compagno di studi effemminato, che, immagino ora, non avrebbe mostrato alcuna reticenza se lo avessi pregato di aggiungere una dimostrazione pratica. Acquistai anche delle fotografie di Oscar Wilde, le guardavo sotto gli auspici untuosi di quello stesso svirilizzato mentore blandiloquente. Se il mio interesse per Oscar Wilde derivava da qualche altra emozione che non fosse la curiosità piuttosto morbosa allora quasi universale, non ne ero comunque consapevole.
“I sogni erotici, preclusi fino ad allora dal coito, vennero subito ad affliggermi. I protagonisti di questi sogni erano (e sono tuttora) invariabilmente le donne, con questa sola eccezione che io posso ricordare: sognai che Oscar Wilde, una delle mie fotografie di lui incarnata, si avvicinò a me con un languore buffonesco e eseguì una fellatio su di me, un atto che mi era stato spiegato verbalmente poco prima dal mio oracolo. Per un mese o più, il ricordo di questo sogno mi disgustò.
“I pochi tentativi successivi, timidi e svogliati, di ripristinare la mia attività sessuale erano predestinati a fallire, anche perché avevo temuto che lo fossero: l’erezione era incompleta, l’eiaculazione senza piacere.
“Sembrava che ci fosse qualcosa di sbagliato in questo comportamento. Perché coito senza desiderio sensuale del coito? Nessun senso del dovere mi spingeva, né alcun timore di un’aberrazione sessuale. La spiegazione è questa: l’attrazione per le donne non era stata eliminata, ma semplicemente sublimata, la mia immaginazione, che non importava più le immagini delle donne dall’osservazione, creava le proprie sirene deliziose, una volta diventata ​​esigente e trascendente, si rivolgeva invano alla realtà. La sostanza era svanita stabilmente, e presto anche queste sue ombre tormentose divennero via via più evanescenti, finché anch’esse svanirono nel nulla .
“Gli antipodi della sfera sessuale vennero sempre più verso la luce della mia tolleranza. L’inversione, fino ad allora macchiata da una leggera ripugnanza, divenne alla fine esteticamente incolore, e poi riprese delicatamente colore, in un primo momento solo attraverso la pietà verso le sue vittime, ma alla fine, il colore si fece più marcato con l’inclinazione semicosciente ad applicarla a me stesso come una remota possibilità. Questa rivoluzione, però, non avvenne senza una spinta esterna. Il tono prevenuto di un libro che stavo leggendo, Psychopathia Sexualis di Krafft-Ebing, incitando il mio sdegno, mi portò alla simpatia. Il mio prendere le difese degli omosessuali, puramente astratto anche se era solo un inizio, comportava però il mio guardare le cose con occhi ipoteticamente invertiti, un orientamento per amor di discussione. Dopo un po’, insensibilmente e non in un momento ben preciso, l’ipotesi si fuse con la realtà: io stesso ero un invertito. L’inversione occasionale e fittizia non si era mai sovrapposta, credo, a questa vera inversione, ma piuttosto una vera e propria inversione, dormiente per tutti quegli anni, aveva semplicemente risposto alla fine ad uno stimolo forte e abbastanza prolungato, come un uomo che si risveglia quando è chiamato ad alta voce.
“Nel presentare me stesso così sessualmente trasformato, non affermo di aver avuto fin dall’inizio una qualche inclinazione definitiva. L’istinto, così evoluto da poco tempo, rimase per un po’ offuscato. La sua espressione primaria era un interesse debolmente sensuale per le caratteristiche fisiche dei ragazzi specialmente nelle loro somiglianze con le donne. A questo interesse non opponevo alcuna disapprovazione; dato che la lascivia con le donne in molte e diverse situazioni aveva molto tempo prima intossicato la mia coscienza sessuale fino a portarla alla letargia, nessun ragionamento si oppose al tentativo di ricostituire quella coscienza sessuale. D’altra parte, il piacere intellettuale per le promesse del nuovo mondo, così come la sensualità, mi conducevano alla sua esplorazione deliberata. Eppure, per un anno, il desiderio si fermò ad una vera libidine su nulla di più concreto dei giovani, la coabitazione coi quali era la mia unica fantasia.
“Un giovane chirurgo, dopo aver letto la mia copia della Psychopathia Sexualis, si mise una sera a discutere sugli invertiti con tale gusto che gli chiesi ingenuamente se lui stesso fosse invertito. Diventò rosso, se confermativamente o altrimenti non potevo immaginarlo, nonostante il suo no veemente. Immediatamente ritirò molto sottilmente la sua negazione. Ma alla sua domanda, in risposta alla mia, io mantenni il mio no, per paura che mi proponesse qualche atto sessuale, un cosa che l’estetica della mia inversione sessuale in pieno sviluppo non avrebbe ancora permesso, i ragazzi della mia immaginazione dominavano ancora la scena.
“Una sera, subito dopo, mi scortò a molte delle caffetterie dove gli invertiti sono soliti radunarsi. Questi luoghi di incontri amorosi segreti erano tutti molto simili: un lungo corridoio, con l’orchestra ad una estremità, tavoli in marmo lungo le pareti, che lasciavano il pavimento libero per ballare. Attorno ai tavoli sedevano ragazzi e giovani, Adoni sia per effetto dell’arte che della natura, disponibili per un drink o una chiacchierata col Samaritano di turno, e timidamente venivano importunati per i piaceri per i quali, al piano di sopra, c’erano piccole stanze in affitto. Uno dei ragazzi, supportato dall’orchestra, cantava “l’aria dei gioielli” del ‘Faust’. La sua voce aveva la limpida, tremula purezza di un clarinetto, e il suo volto la bellezza di un angelo. La canzone si concluse, lo invitammo al nostro tavolo, dove si sedette a sorseggiare un brandy liscio, mentre rispondeva beffardamente alle mie domande libresche. I ragazzi prostituti che abbelliscono queste sale, ci informò, avevano nomi fantasiosi, alcuni di attrici famose, altri di eroi del teatro, il suo nome era Dorian Gray. I rivali, si lamentava, avevano assunto lo stesso nome, ma lui era l’originale Dorian, gli altri erano solo impostori gelosi. I suoi capelli ricci erano d’oro; le guance rosa; le labbra, rosso corallo, si aprivano incessantemente per rivelare il bianco perla scintillante dei suoi denti Eppure, anche se lo ritenevo il giovane più bello del mondo, non provavo nessun interesse sessuale né per lui né per gli altri ragazzi, che in realtà erano tutti belli – la bellezza era la loro principale risorsa. Dorian, inoltre, esaltato dallo splendore del suo abbigliamento femminile, corsetti di raso, abiti da sera scollati, ecc, si vestiva, nelle notti di gala, in modo da mettere in mostra le sue spalle lucenti e le sue braccia belle, paffute e bianche. Così messo in mostra, scherzava, e avrebbe stregato perfino me, ancora così impassibile, fino a quando non mi fossi buttato, in lacrime di felicità, nel suo abbraccio d’amore.
“La mia prima esperienza di fellatio fu un mese più tardi, con il giovane chirurgo. Gli confessai lo sfizio di provare, e lui accettò. Anche se questo atto nauseante e faticoso, molto imperfettamente eseguito, era dovuto soprattutto alla curiosità, sorse ben presto una passionale velleità di ripetizione. In breve, il desiderio della fellatio crebbe lentamente dalla notte di quel fiasco sdolcinato e divenne alla fine in un desiderio sovrano.
“Forse l’abortire spontaneo di quell’esperimento iniziatico era dovuto alla precipitazione, all’incubazione del mio istinto perverso che non era ancora completa. Ci fu poi una pausa di un mese, nella quale, anche se non ci fu alcun tentativo di una ulteriore fellatio, la mia mente andò via via sempre più vicino ad una conciliazione con la grossolanità dell’atto, e cominciò a scoprire qualche correlazione tra le sue creature e i bei ragazzi visti in carne e ossa. Una sera, a Broadway, concepii improvvisamente un desiderio totale per un giovane che stava uscendo da un hotel mentre passavo. I nostri sguardi si incontrarono e si  fermarono insieme. Si accostò a me per la prima volta vicino a una vetrina. Era un invertito. Con lui, nella sua stanza presso l’hotel da dove lo avevo visto uscire, ho passato una notte apocalittica. Da allora in poi il contatto con i ragazzi limitato solo allo spirito cessò di essere un fine, le immagini si erano trasformate in carne, uscivano dal loro contesto a andavano per le strade. Quel ragazzo, quel deus ex machina, lo vedo chiaramente: i suoi capelli ricci marroni, gli occhi azzurri come il mare, il suo petto insieme così ad arco e così pieno, le braccia arrotondate, la sua vita stretta, il rigonfiamento aggraziato dei suoi fianchi e le cosce, piene e bianche come la neve; ricordo come ieri le fossette nelle sue ginocchia, la snellezza delle sue caviglie, la morbidezza dei suoi piccoli piedi, con il collo del piede rosa come l’interno di una conchiglia. Come gongolavo sulle sue ampie rotondità, le sue ricche ondulazioni!
“Negli ultimi otto anni ho eseguito la fellatio (mai la pedicatio) con più di trecento uomini e ragazzi. La mia preferenza è per i ragazzi tra i 15 ei 20 anni, raffinati, carini, con un fare da ragazzina, e loro stessi omosessuali.
“Personalmente, salvo questo amore per i maschi, sono da ogni punto di vista maschile, dedito agli sport all’aria aperta, e a fumare e a bere moderatamente. All’apparenza, non sono che un ragazzo di 18 anni. La mia faccia e la figura sono generalmente considerate belle. Sono ben rasato, con capelli neri e ricci, le guance rosse e gli occhi castani, i lineamenti delicati e regolari; il corpo, di media statura, ovunque praticamente senza peli. Con anni di allenamento ho raggiunto anche grande forza e proporzioni classiche, i contorni dei muscoli sono facilmente arrotondati dal tessuto adiposo. Le mie mani ed i piedi sono di piccole dimensioni. Il mio pene, anche se perfettamente formato, è decisamente enorme – eretto, dieci pollici e mezzo di lunghezza, sette pollici e un quarto di circonferenza.
“Qualche spinta alla mia apostasia dai metodi ortodossi è venuta, senza dubbio, da questa ipertrofia del pene, che già nel mio ventesimo anno aveva acquisito la sua attuale dimensione eccessiva, rendendo il coito impraticabile con la maggior parte delle donne. Io tentavo e dolorosamente quando l’inserimento riusciva. Dal quando mi ritrovai erede dell’inversione, un unico ritorno del desiderio normale, sei anni fa, mi convinse a tentare il coito con undici o dodici prostitute, e, abbastanza stranamente, con quasi tutta la lascivia dei vecchi tempi e con la piena erezione, ma, come avvenne, sempre con troppo grande disparità delle parti per il successo.”
Una certa ricercatezza nei modi di questa comunicazione può essere attribuita in parte alla natura degli interessi letterari che lo scrittore di preferenza coltiva, e in parte, senza dubbio più fondamentalmente, al carattere speciale del suo temperamento, prevalentemente estetico e all’attrazione per l’esotico. Un’attrazione per esperienze esotiche non sarà, tuttavia, sufficiente a spiegare lo sviluppo piuttosto tardivo delle tendenze omosessuali, uno sviluppo ritardato che può essere la base per collocare questo caso proprio nel gruppo degli invertiti ritardati. H. C. stesso ha sottolineato a me che la sua avversione per le donne, che cominciò ad apparire nel diciottesimo anno, era già notevole prima che avesse mai sentito parlare chiaramente di atti omosessuali specifici e un anno intero prima che egli sperimentasse il minimo interesse sessuale per gli uomini o per i ragazzi. Inoltre, se è vero che la tendenza attuale all’attrazione omosessuale è apparsa solo dopo che aveva letto Krafft-Ebing ed era venuto a contatto con gli invertiti, tali influenze non sarebbero sufficienti a cambiare la natura sessuale di un uomo normalmente costituito.
Si può aggiungere che H. C. non è attratto da uomini normali. Per quanto riguarda il suo atteggiamento morale egli osserva: “Non ho scrupoli nell’indulgere alla mia passione. Capisco le obiezioni morali avanzate, ma esse sono così speculative e costruite, mentre, in modo immediato, l’inversione è la fonte di tanto bene.” Egli considera tutta la questione sessuale come in gran parte una questione di gusto.
Considero il caso precedente, un caso di notevole interesse. Presenta ciò che è comunemente considerato un tipo molto diffuso di inversione, di cui Oscar Wilde sarebbe il massimo esponente, in cui una persona eterosessuale diventa chiaramente omosessuale per effetto dell’esercizio della curiosità intellettuale e dell’interesse estetico. In realtà il tipo è tutt’altro che comune; infatti, una curiosità intellettuale e un interesse estetico, abbastanza forti da dirigere anche in apparenza l’impulso sessuale in qualche nuova direzione, sono a loro volta tutt’altro che comuni. Inoltre, una lettura critica di questa storia suggerisce che il controllo apparente della ragione sull’impulso sessuale è un fenomeno superficiale. Qui, come sempre, la ragione non è che uno strumento nelle mani delle passioni. Le cause apparenti sono in realtà gli effetti; e noi assistiamo al graduale emergere di un impulso omosessuale ritardato.
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sabato 23 gennaio 2016

OMOSESSUALITA’, CRIMINE E MALATTIA MENTALE

STORIE DI OMOSESSUALI TRA 800 E 900 – parte dodicesima
Prosegue la pubblicazione delle Storie annesse da Havelock Ellis al suo trattato sull’inversione sessuale. La Storia n. 26 affronta un tema critico, ossia il rapporto omosessualità-crimine-malattia mentale. Si tratta di una storia dai risvolti fortemente drammatici in cui il protagonista, che presenta una forma di delirio paranoico, è angosciato dall’idea dell’omosessualità e non riconosce la sostanza del suo vero problema che lo porta a progettare e a tentare di realizzare un omicidio-suicidio, sparando quattro colpi di revolver al partner che gli aveva detto che, quando fosse giunta l’ora, sarebbe stato bello per loro morire insieme. Ovviamente l’idea romantica di morire insieme era per il partner solo una gentile espressione affettuosa verso il suo compagno e non rappresentava affatto la concreta volontà di morire insieme, meno che mai a breve scadenza, ma per il protagonista la scelta di morite insieme era invece una prospettiva concreta, romantica e nobilitante, alla quale dare seguito quanto pima. Il partner si era accorto che qualcosa non andava nei comportamenti del protagonista e lo aveva allontanato, provocandogli anche la perdita del lavoro. Il protagonista tuttavia non lo accusa mai di questo e scarica la colpa del suo licenziamento sul direttore delle poste che avrebbe ordito una congiura contro di lui. Il tono drammatico della vicenda è sottolineato dl fatto che il protagonista ha problemi di malformazioni genitali e probabilmente turbe ormonali e va incontro, per risolvere questi problemi, ad una castrazione chirurgica che non fa che peggiorare la situazione.
La storia è una testimonianza molto forte di quanto l’omosessualità possa essere vista come “il problema” e possa creare grave sofferenza anche quando ci sono gravi disturbi mentali che andrebbero diagnosticati e seguiti con la massima attenzione. Va sottolineato che il protagonista, che su molti contenuti non perde la sua lucidità, riconosce alla base del suo tentato omicidio-suicidio non la passione per il suo partner, ma la castrazione chirurgica con tutte le conseguenze che essa aveva prodotto.
Vi invito a leggere la storia con la massima attenzione, perché è un documento assolutamente unico.
STORIA 26
Il 28 marzo 1894, a mezzogiorno, in mezzo alla strada, a Chicago, Guy T. Olmstead sparò con un revolver ad un portalettere di nome William L. Clifford. Venne da dietro e deliberatamente sparò quattro colpi, il primo entrò nei lombi di Clifford, gli altri tre penetrarono nella parte posteriore della sua testa, in modo che l’uomo cadde e fu considerato ferito a morte. Olmstead tentò di fuggire, mentre una folla si precipitava su di lui con il solito grido di “Linciatelo!” poi brandì il revolver esclamando: “Non mi prenderete mai vivo!” e quando un agente di polizia lo disarmò, disse all’agente: “Non mi prendere la mia pistola, lasciami finire quello che devo fare.” Questo era evidentemente un’allusione, come si vedrà nel seguito, all’’intenzione di suicidarsi. Entrò però rapidamente nel cellulare della polizia, per sfuggire alla folla minacciosa.
Olmstead, che aveva 30 anni, era nato vicino a Danville, Illinois, città nella quale aveva vissuto per molti anni. Entrambi i genitori erano nati in Illinois. Suo padre, una ventina di anni prima, sparò e quasi uccise un ricco mercante di carbone, indotto a commettere il reato, si dice, da un’organizzazione segreta di un centinaio di eminenti cittadini a cui la vittima si era resa odiosa facendo causa contro di loro per motivi banali. La vittima impazzì, ma il criminale non fu mai punito e morì pochi anni dopo, all’età di 44 anni. Quest’uomo aveva un altro figlio che era considerato particolare.
Guy Olmstead cominciò a mostrare segni di perversione sessuale all’età di 12 anni. Fu sedotto (siamo portati a credere) da un uomo che occupava la stessa camera da letto. La storia precedente di Olmstead non è chiara dai dati di cui disponiamo. Sembra che abbia iniziato la sua carriera come insegnante nel Connecticut e che lì abbia sposato la figlia di un ricco contadino; ma poi si “innamorò” del cugino di lei, che egli descrive come un giovane molto bello. Ciò portò alla separazione dalla moglie, e lui se ne andò verso l’West.
Non è mai stato considerato perfettamente sano e dall’ottobre 1886 al maggio 1889 è stato nel Manicomio di Kankakee. Dalla documentazione, la sua malattia risulta della durata di tre anni, causata da cattive condizioni di salute generale; sono anche riportate: ereditarietà dubbia, abitudini buone, occupazione come insegnante. La sua condizione è stata diagnosticata come paranoia. Al momento del ricovero era irritabile, alternava eccitazione e depressione. Tornò a casa in buone condizioni.
In questo periodo (e di nuovo quando sarà esaminato in seguito) le condizioni fisiche di Olmstead sono descritte come, nel complesso, come normali e discrete. Altezza: 5 piedi e 8 pollici; peso: 159 libbre; percezioni normali; genitali anormalmente piccoli, con un pene rudimentale. La sua testa è asimmetrica, ed è piena nella zona occipitale, un po’ infossata al bregma, la fronte è bassa. Il suo indice cefalico è 78. Il pelo è color sabbia, e normale in quantità sopra la testa, il viso e il corpo. I suoi occhi sono grigi, piccoli e infossati; gli zigomi sono normali. Il naso è grande e molto sottile. C’è un arresto dello sviluppo della mascella superiore. Le orecchie sono eccessivamente sviluppate e malformate. Il viso è molto marcato, la fessura nasolabiale è profondamente incisa, e ci sono rughe orizzontali ben marcate sulla fronte, così che egli dimostra almeno dieci anni di più della sua età effettiva. La mascella superiore è parzialmente a forma di V, quella inferiore è ben sviluppata. I denti, le loro radici e il processo alveolare sono normali. I seni sono pieni. Il corpo è generalmente ben sviluppato; le mani e i piedi sono grandi.
Non conosciamo la storia di Olmstead per il periodo di alcuni anni dopo lasciò Kankakee. Nel mese di ottobre 1892, si parla di lui come portalettere a Chicago. Durante l’estate seguente sviluppò una passione per William Clifford, un collega portalettere della sua stessa età, che era stato anche lui precedentemente un insegnante, ed era considerato uno degli uomini più affidabili ed efficienti nel servizio. Per un certo tempo Clifford sembra aver condiviso questa passione, o essersi sottomesso ad essa, ma ben prestò pose fine a questa relazione e invitò pressantemente il suo amico a sottoporsi a cure mediche, offrendosi di pagare lui stesso le spese. Olmstead continuò a scrivere lettere dal contenuto più appassionato a Clifford, e lo seguì quasi costantemente finché la vita di quest’ultimo non divenne insopportabile. Nel mese di dicembre 1893, Clifford consegnò le lettere nelle mani del direttore delle poste e ad Olmstead fu chiesto di dimettersi subito. Olmstead fece ricorso alla Commissione del Servizio Civile a Washington lamentando di essere stato licenziato senza giusta causa e richiese anche la reintegrazione, ma senza successo.
Nel frattempo, a quanto pare su consiglio di amici, andò in ospedale, e alla metà di febbraio 1894, gli furono asportati i testicoli. Non disponiamo di nessun rapporto dell’ospedale. L’effetto della rimozione dei testicoli fu tutt’altro che favorevole e Olmstead cominciò a soffrire di melanconia isterica. Poco dopo si recò di nuovo in ospedale. Il 19 marzo scrisse al dottor Talbot dall’Ospedale della Misericordia, di Chicago: “Sono tornato a Chicago la notte dello scorso Mercoledì, ma mi sentivo così infelice che ho deciso di entrare di nuovo in ospedale, e così sono andato all’ospedale della Misericordia, che è molto buono rispetto a come sono gli ospedali. Ma potrei anche andare all’inferno per quanto riguarda la speranza di una mia guarire. Sono un caso assolutamente incorreggibile, del tutto incurabile e assolutamente ingestibile. A casa ho pensato per un momento che ero guarito, ma mi sbagliavo, e dopo aver visto Clifford giovedì scorso sono stato molto peggio di prima per quanto riguarda la mia passione per lui. Il cielo solo sa quanto ho lavorato duro per cecare di fare di me una creatura decente, ma la mia bassezza è incontrollabile, e potrei anche arrendermi e morire. Mi chiedo se i medici sapevano che dopo l’evirazione era possibile per un uomo avere erezioni, masturbarsi, e avere la stessa passione di prima. Mi vergogno di me stesso, mi odio, ma non ci posso fare nulla. Ho amici tra la brava gente, suono il pianoforte, amo la musica, i libri, e tutto ciò che c’è bello e nobilitante; tuttavia queste cose non mi possono nobilitare, perché questo carico di innata abiezione mi trascina verso il basso e mi impedisce il perfetto godimento di qualsiasi cosa. I medici sono gli unici che capiscono e conoscono la mia impotenza davanti a questo mostro. Io penso e lavoro finché il mio cervello gira, e posso a stento trattenermi dal gridare miei problemi.” Questa lettera è stata scritta pochi giorni prima della commissione del reato.
Quando fu trasportato alla stazione di polizia, Olmstead scoppiò in pianto dirotto gridando amaramente: “Oh! Will, Will, vieni da me! Perché non mi uccidete e mi non lasciate andare da lui?” (In quel momento supponeva di aver ucciso Clifford.) Gli fu trovata addosso la una lettera, come segue: “Ospedale della Misericordia, 27 marzo. A colui che si interessa di leggere: Temendo che le mie motivazioni per uccidere Clifford e me stesso possano essere fraintese, scrivo questo per spiegare la causa di questo omicidio-suicidio. La scorsa estate Clifford e io cominciammo un’amicizia che si sviluppò in amore.” Aggiungeva poi i dettagli dell’amicizia e continuava: “Dopo aver suonato una rapsodia di Liszt per Clifford più e più volte, lui mi disse che, quando il nostro tempo di morire fosse arrivato, sperava che saremmo morti insieme, ascoltando una musica così gloriosa. Ora per noi il tempo di morire è arrivato, ma la morte non sarà accompagnata dalla musica. L’amore di Clifford si è, ahimè, trasformato in odio mortale. Per qualche ragione Clifford improvvisamente ha interrotto i nostri rapporti e la nostra amicizia.” Nella sua cella si comportava in maniera selvaggiamente eccitata, e fece diversi tentativi di suicidio; così che doveva essere strettamente sorvegliato. Poche settimane più tardi, scrisse al dottor Talbot: “Cook County Gaol, 23 aprile. Mi sento come se l’avessi trascurata non scrivendole in tutto questo tempo, anche se può non interessarle affatto avere mie notizie, dato che non ho mai fatto altro che approfittare della sua gentilezza. Ma per favore mi renda giustizia nel pensare che non mi sarei mai aspettato tutti questi problemi, quando pensavo che Will e io saremmo stati nelle nostre tombe e in pace già molto prima di tutto questo. Ma i miei piani fallirono miseramente. Il povero Will non era morto, e io ero stato catturato prima che potessi spararmi. Penso che Will davvero si sarebbe sparato (e sento anche che altri lo penseranno) quando tutta la storia è venuta fuori in tribunale. Non riesco a capire la sorpresa e l’indignazione che il mio atto sembra generare, dato che era perfettamente giusto e naturale che Will e io dovessimo morire insieme, e questo non riguardava nessun altro. Sappia che io credo che il povero ragazzo comunque si ucciderà, perché lo scorso novembre, quando nel mio dolore e nella mia rabbia dissi ai suoi parenti del nostro matrimonio lui era così spaventato, ferito e arrabbiato che voleva che ci uccidessimo tutti e due. Ho accettato volentieri questa proposta di suicidarsi, ma lui ha fatto macchina indietro dopo un giorno o due. Sono contento ora che Will sia vivo, e sono contento che io sia vivo, anche con la prospettiva di anni di reclusione davanti a me, anni che io sopporterò allegramente per il suo bene. Eppure negli ultimi dieci mesi la sua influenza mi ha dominato così completamente, corpo e anima, che se io avessi agito bene, lui avrebbe dovuto avere il merito delle mie buone azioni, e se avessi agito male, avrebbe dovuto essere incolpato lui per quel male, perché io non sono stato assolutamente me stesso, ma solo una parte di lui, e felice di fondere la mia individualità nella sua.”
Olmstead fu processato a porte chiuse nel mese di luglio. Non emersero elementi nuovi. Fu condannato al Manicomio criminale. Poco dopo, mentre era ancora nel carcere a Chicago, scrisse al dottor Talbot: “Dato che lei si è interessato al mio caso da un punto di vista scientifico, c’è ancora qualcosa che voglio dirle di me, ma che ho evitato, perché mi vergognavo di ammettere certi fatti e certe caratteristiche della mia deplorevole debolezza. Tra i pochi pervertiti sessuali che ho conosciuto ho notato che tutti hanno l’abitudine di chiudere spesso la bocca con il labbro inferiore sporgente oltre il superiore. [Di solito a causa dell’arresto dello sviluppo mascella superiore.] Ho notato questa particolarità nel signor Clifford prima che diventassimo intimi, e spesso ho colto me stesso nel medesimo atteggiamento. Prima dell’operazione i miei testicoli potevano gonfiarsi, diventare dolenti e farmi del male e, anche dopo, le cose sembravano andare nella stessa maniera, proprio come un uomo che a volte si lamenta che gli fa male la sua gamba amputata. Dopo l’operazione, poi, i miei seni potevano gonfiarsi e diventare duri, dolenti e arrossati intorno ai capezzoli. Dal momento dell’operazione non c’è mai stato un giorno in cui sono stato libero da dolori acuti, lancinanti, dal basso addome allo scroto, che erano peggiori alla base del pene. Ora che il mio destino è deciso, devo dire che davvero la mia passione per il signor Clifford è in declino, ma non so se questo miglioramento è permanente o no. Non ho assolutamente nessuna passione per gli altri uomini e ora ho cominciato a sperare di poter ancora sopravvivere al mio desiderio di Clifford, o almeno di controllarlo. Io non ho ancora detto nulla di questo miglioramento delle mie condizioni, perché volevo che la gente continuasse a pensare ancora che ero pazzo, in modo che sarei stato sicuro di evitare di essere mandato al penitenziario. So che ero pazzo nel momento in cui ho cercato di uccidere sia Clifford che me stesso, e sento che non mi merito una punizione così terribile come essere mandato in una prigione di Stato. Tuttavia, penso che siano state l’operazione e la mia successiva malattia che hanno causato la mia follia, piuttosto che la passione per Clifford. Mi piacerebbe molto sapere se lei considera davvero la perversione sessuale una follia.”
Una volta dimesso dal Manicomio criminale, Olmstead tornò a Chicago e rivendicò i suoi testicoli dal direttore delle poste della città, da lui accusato di far parte di una congiura organizzata contro di lui. Affermò che il direttore delle poste era uno dei principali agenti di un complotto contro di lui, risalente a prima della castrazione. Fu poi inviato al Manicomio Cook. Sembra probabile che una condizione di paranoia fosse ormai saldamente radicata.
I casi seguenti sono tutti di bisessuali: attrazione che si fa sentire verso entrambi i sessi, di solito in grado predominante verso il maschile.
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venerdì 22 gennaio 2016

STORIA DI UN INSEGNANTE OMOSESSUALE

STORIE DI OMOSESSUALI TRA 800 E 900 – parte undicesima
La Storia 25 presentata da Havelock Ellis nel suo trattato sull’inversione sessuale, scritta in un Inglese molto paratattico e colloquiale (probabilmente scritta di getto) si sofferma sul senso che ha la scelta dell’insegnamento per un omosessuale. Nel caso specifico si tratta di un omosessuale di formazione nettamente puritana che cerca di conciliare omosessualità e senso del dovere in una situazione, come quella delle scuole inglesi a cavallo tra 800 e 900 in cui l’omosessualità tra studenti non era certo rarissima. Qui tuttavia il punto vi vista è quello dell’insegnante che si innamora di uno studente ed è, almeno relativamente, ricambiato.
Buona lettura.
STORIA 25
A. S., insegnante, 46 anni.
“Mio padre era, direi, al di sotto della media quanto a disponibilità per l’amicizia. Gli piacevano le ragazze, e non è mai stato interessato a ragazzi. Era un uomo di moralità fortemente puritana, capace di condannare con cupa asprezza. Era anche un uomo capace di grandi sacrifici per questioni di principio, e mentalmente era molto ben dotato. Mia madre era un’intelligente donna pratica, molto partecipativa. Era capace di calda amicizia, specialmente verso quelli più giovani di lei. Suo padre (che non ho mai conosciuto) era un insegnante. Si dedicava a sua moglie, ma si dilettava anche della compagnia di giovani uomini. Aveva sempre qualche giovane uomo in braccio, mia madre mi diceva. La famiglia di mia madre è di origine gallese. Ho imparato a leggere a 5 anni, e posso a malapena averne avuti 6 quando avevo l’abitudine di leggere più e più volte il lamento di Davide per Assalonne. Anche ora posso vagamente ricordare il fascino da sirena che quel ritornello malinconico esercitava su di me, ‘O figlio mio Assalonne …. O Assalonne, figlio mio, ​figlio mio! ‘ Di recente, quando ho pensato alla quantità di devozione che ho dimostrato per i ragazzi e alla quantità di patimenti che ho a volte sofferto per loro, ho sentito come se ci fosse qualcosa di quasi stranamente profetico in quel fatto così precoce.
“Sono sempre stato una creatura suggestionabile. Mia madre era molto musicale, e il suo canto ‘si impossessò’ di me meravigliosamente. Il drammatico e il poetico mi hanno sempre attirato fortemente.
“Sentivo che avrei voluto agire, ma non ho mai osato. Nello stesso modo sentivo che un giorno mi sarebbe piaciuto essere un insegnante, ma non osavo dirlo Una creatura timida, che si ritraeva, era evidentemente inadatta per tali occupazioni. Beh, l’insegnamento alla fine arrivò, e la cosa strana era che i ragazzi erano in un modo o nell’altro attratti da me, e i peggiori elementi erano attratti più degli altri. E arrivò anche la possibilità di agire. A causa di alcune difficoltà su un lancio in un gioco a scuola, entrai in gioco io. Dopo di che ho capito che (in una certa misura) potevo agire. Ho trascorso due periodi di vacanza con una compagnia drammatica. Avrei potuto senza dubbio rimanere sulla scena, salvo che per una cosa. Non vogliono essere bigotto, ma le barzellette sporche e brutte mi sono odiose. È stato questo genere di cose che mi ha allontanato. Mi buttai invece nel lavoro scolastico.
“Sono stati in parte l’interesse drammatico e in parte un genuino interesse per la natura umana, che mi hanno portato a fare anche un po’ di predicazione. Quando era stato gravemente ferito da uno o due ragazzi che amavo, pensai di dedicarmi al lavoro pastorale, ma abbandonai anche questo, e molto saggiamente. Non sarei mai stato in grado di lavorare comodamente con una qualsiasi organizzazione. Per prima cosa ho una tendenza a far mie le idee nuove, e questo alle organizzazioni non piace. E poi, tutte le funzioni sociali sono anatema per me.
“L’interesse per ‘arte’, come di solito intesa, cominciò a farsi sentire solo dopo i 30 anni. Iniziò con l’architettura per passare poi alla pittura e alla scultura. La tendenza a fare piuttosto una varietà (una troppo grande varietà) di cose caratterizza molti Uranisti. Siamo un po’ come i composti chimici labili: le nostre molecole facilmente si riorganizzano.
“Quando ero un ragazzo di 10 anni ho avuto la classica storia d’amore con una ragazza della mia stessa età. L’incidente richiede forse un po’ più di analisi per il seguente motivo: quando avevo 16 anni quella ragazza visse con noi per un anno. Era una bella, piacevole, ragazza intelligente, e pensava molto a me. Sono stato fortemente attratto da lei. Ricordo in particolare un piccolo fatto. Le avevo mostrando come fare un po’ di algebra e lei era inginocchiata vicino al tavolo dalla parte della mia sedia. I suoi capelli le scorrevano sulle spalle e lei sembrava piuttosto affascinante. Espresse calda ammirazione per il modo in cui avevo risolto il problema. Mi ricordo che io volutamente schiacciai il sentimento di attrazione che mi aveva assalito. Io a malapena so perché l’ho fatto; ma penso che ci fosse la vaga sensazione che non volevo che disturbasse il mio lavoro. Non c’era attrazione sessuale o, almeno, nessun’attrazione che fosse manifesta. La ragazza, non c’è dubbio, è arrivata ad amarmi. Mi dispiace dire che in altri due casi, poi, due donne mi volevano bene, e sono rimaste entrambe nubili per colpa mia. A volte sento che in una società sapientemente libera sarei in grado di dare figli ad entrambe queste donne. Credo che lo avrei potuto fare, e credo che sarebbe stata una soddisfazione immensa per loro. Una unione permanente con una donna sarebbe, tuttavia, impossibile per me. Una unione permanente con un uomo sarebbe, credo, possibile. Almeno sono consapevole che le attrazioni che sono state di carattere totalmente omosessuale, nel mio caso, sono state molto durature.
“Sono stato fortemente attratto quando non avevo più di 13 anni da un ragazzo poco più grande di me. È stata una storia d’amore, non c’è dubbio, ma non ricordo alcuna manifestazione sessuale esterna. Ci sono stati altri casi di passaggio, ma in nessun caso c’è stata una qualche risposta calda fino a quando ho raggiunto i 15 anni. Ho poi fatto amicizia con un ragazzo di tipo completamente diverso da me. Ero un lettore. Mi piaceva fare lunghe passeggiate e mi piaceva l’aria fresca, ma ero troppo timido per andare a fare sport. Anzi ero terribilmente timido. Lui era un grande sportivo e sempre a suo agio in compagnia. Ma mi chiese di aiutarlo in un certo lavoro, e cominciammo a lavorare insieme. Ho finito per innamorarmi appassionatamente di lui. Le sue carezze mi causavano sempre un po’ di erezione. Personalmente, credo che sarebbe stato più saggio aver dato espressione sessuale completa a questi sentimenti. L’assenza di conoscenze portò a due risultati nettamente indesiderati: il primo fu una forte congestione e dolori intermittenti, il secondo fu una tendenza ad una sorta di masochismo modificato. C’è sempre stata, suppongo, una qualche attrazione erotica per le natiche, e naturalmente anche per i ragazzi, essi offrono un bersaglio irresistibilmente attraente per un buono schiaffo. Ho scoperto che quando questo ragazzo mi ha sculacciato, il fatto ha prodotto una certa quantità di eccitazione sessuale, e il desiderio di questa forma di stimolo è cresciuto in me. Il risultato, nel mio caso, è stato cattivo. Era sensualismo, non amore. Posso dire questo in modo affidabile, perché in un caso di amore profondamente appassionato di molto tempo dopo, mi ritrassi da tale metodo, ma il reciproco abbraccio nudo trovai che fosse per me una espressione assolutamente naturale e pura d’amore. Non ho mai sentito nulla di grossolano in esso, e quell’abbraccio distrusse il mio precedente e (almeno per me) meno salutare desiderio.
“L’amicizia scolastica scomparve con il matrimonio del mio amico. Io ero furiosamente geloso, e la madre del giovane era contro di me, ma io continuo a pensare a quell’amicizia giovanile con tenerezza. Io so che il mio ragazzo è stato il primo che mi ha reso capace di espressione autonoma, il primo in assoluto che mi ha insegnato a fare amicizia. E se ancora si interessasse me, so che il suo amore sarebbe caro anche a me.
“Il rammarico più grande, se guardo indietro, è che non sapevo di queste cose in anticipo. Non posso non pensare che tutti i giovani dovrebbero essere istruiti circa l’amore dei compagni e incoraggiati a cercare aiuto in qualsiasi tipo di difficoltà che questo possa portare. Noi gente omogenica non possiamo essere che una piccola percentuale dell’umanità, ma i nostri numeri sono ancora grandi, e sicuramente il fatto di realizzare o mandare in rovina la nostra vita dovrebbe contare qualcosa. Al college mi sono violentemente innamorato di un amico col quale avevo fatto un lavoro scientifico. Anche lui mi amava, anche se non con un simile calore. Anche lui era in gran parte uranista, ma me ne sono reso conto solo uno o due anni fa. È ancora celibe, ed è ancora mio amico. Abbiamo fatto qualche lavoro di ricerca insieme che è piuttosto noto. Sono abbastanza sicuro che l’amore che abbiamo avuto uno per l’altro ci ha dato un enorme entusiasmo per il nostro lavoro e ha notevolmente aumentato le nostre possibilità.
“Mentre stavo lavorando al college ero interessato a un ragazzo che lavorava come fattorino per una ditta della città. L’ho aiutato a ottenere una migliore formazione, e ho investito denaro su di lui. Mio padre mi stava facendo qualche concessione al momento e fece obiezioni . Ho detto che in futuro mi sarei mantenuto da solo, e in questo modo sono arrivato a prendere l’abilitazione all’insegnamento. Sono subito stato abbastanza assorbito dal mio lavoro con i ragazzi. Naturalmente li amavo. E qui mi sento di dover toccare quella che mi sembra una caratteristica della maggior parte di noi Uranisti. I nostri organi genitali sono ordinariamente, di solito, organi di espressione L’uomo eterogenico dalla mente pulita tende a considerare una tale visione degli organi genitali come mostruosa, noi, d’altra parte, siamo obbligati (almeno per noi stessi) a considerarla come una cosa semplice e naturale. Per quanto mi riguarda ho avuto molti pregiudizi puritani – pregiudizi che ho conservato per molti e faticosi giorni – ma il mio affetto per quelli del mio stesso sesso si è manifestato molto spesso attraverso una certa agitazione sessuale, e con un’erezione più o meno sostenuta, tanto che io fui costretto a considerare queste cose come inevitabili, e, in generale, non prestai attenzione ad esse in alcun modo. Erano i ragazzi più grandi che a volte mi attraevano fortemente. Il mio amore per loro era, lo so, una cosa veramente spirituale, anche se inevitabilmente aveva qualche espressione fisica. Ero capace di grande devozione, di fare grandi sacrifici per loro, e avrei certamente preferito morire che ferirli. I ragazzi andavano d’accordo con me. Non sono mai stato debole con loro, e sono stato in grado di consentire tutti i tipi di familiarità, senza alcuna perdita di rispetto. I ragazzi più grandi di solito, fuori dalla classe, mi chiamavano per nome, e ricordo di uno che mi scrisse per chiedermi se poteva farlo, perché questo lo faceva sentire ‘vicino’ a me. Alcuni dei ragazzi, ovviamente, li amavo con particolare devozione. Mi baciavano e gradivano che io li abbracciassi. Uno di questi era, ora lo so, un vero uranista, e c’era nel suo caso certamente qualche risposta sessuale, ma anche se spesso ho dormito con lui, quando era un ragazzo di 17 e 18 anni, non c’era mai alcuna idea nella nostra mente di un qualsiasi atto sessuale. Siamo ancora amici affettuosi, e sempre ci baciamo quando ci incontriamo. Guardando indietro a quei giorni, capisco che ero un po’ incline a passare da un amore all’altro, ma ognuno è stato un vero e proprio culto, e ha coinvolto un vero, duro lavoro nell’interesse del ragazzo. E so che quando il ragazzo resta legato a me andando verso la virilità rimangono ancora una vera tenerezza e un vero amore.
“Mentre insegnavo feci la conoscenza di un religioso anticonformista, che, pur felicemente sposato, aveva certamente alcune tendenze omogeniche. Si dedicava molto ai ragazzi e mi aiutò per quanto riguardava alcuni casi difficili. Sono stati proprio i casi difficili quelli che mi hanno sempre attratto. Dovevo punire questi ragazzi e il mio amico mi consigliò di sculacciarli con la mano sulle natiche nude. Dico che ho adottato questo metodo, perché si potrebbe pensare che fosse pericoloso per me. Certamente non ha prodotto in me neppure la più remota suggestione di un qualche atto sessuale, anche se a volte ha prodotto una piccola quantità di eccitazione sessuale. Ho ignorato questo metodo, e me lo sono tolto dalla testa, quando ho trovato il metodo più efficace. Poteva concretizzarsi con grandi variazioni di intensità, e i ragazzi erano sempre pronti a scherzarci sopra. Non ho mai incontrato alcun caso in cui una qualsiasi eccitazione sessuale sia stata prodotta da esso. I ragazzi coi quali ho dovuto essere più duro, quasi sempre, però, si sono attaccati di più a me. Ci può essere una leggera e normale tendenza masochista nella maggior parte dei ragazzi, e forse il carattere erogeno delle natiche ha qualcosa a che fare con lo sviluppo dell’affetto. Se è così, io sono propenso a considerarlo come normale e utile, piuttosto che in modo contrario, perché nella mia esperienza non si sono mai prodotti risultati indesiderati. Ma poi, naturalmente, c’è poco da scherzare con questa cosa, che potrebbe, ne sono certo, in alcuni casi, essere decisamente dannosa.
“Un’esperienza dei miei giorni di insegnamento è, credo, importante per il suo peso sulla psicologia sessuale generale. Ho sempre notato che durante il periodo delle lezioni ero particolarmente libero da ‘sogni bagnati.’ Ciò che è degno di nota è questo: durante il periodo delle lezioni non ci fu mai niente di più che una espressione sessuale molto parziale di qualsiasi mio sentimento, tale espressione d’altra parte era del tutto inevitabile. Non c’era quindi alcuna perdita effettiva di sperma, e sembra chiaro che i ‘sogni bagnati’ non erano dovuti alla mera pressione fisica. La soddisfazione psichica dell’amore in questo caso rendeva l’espressione fisica completa meno urgente. Ma era un amore di un genere decisamente tenero che era necessario per trattenere il fisico dall’invadere il campo. Di questo la mia ulteriore esperienza mi ha fatto certo. Adesso sono, inoltre, ormai convinto che un amore uranista reciproco raggiungerà i suoi migliori risultati, sia spirituali che fisici, quando potrà avere un’espressione sessuale completa.
“Quanto al carattere dei sogni sessuali che ho avuto, non c’è molto da dire. Durante il periodo della tendenza masochista, erano di carattere masochista; altrimenti erano sogni semplicemente di abbraccio nudo. Di solito si è registrato un considerevole elemento di amore ideale nel sogno. Ho non più di tre volte al massimo sognato di avere rapporti sessuali con una persona del sesso opposto. Ci fu solo, in un solo caso, ciò che potrei chiamare emozione reale in un tale sogno. Gli altri sogni sono sati spesso (non sempre) sogni di vero desiderio, e assolutamente non è quelli che dovrei chiamare sogni semplicemente sensuali.
“Nel corso del tempo ho voluto più libertà di fare le cose a modo mio, di quella che si poteva ottenere in una scuola pubblica. Ho avviato una scuola mia. Il lavoro è stato per parecchi anni molto felice. Amavo i ragazzi, e loro mi amavano. Ero attivo, ardente, e loro mi consideravano un compagno. Ma la gente trovò il modo di mandarmi clienti difficili. Ho versato il mio amore su questi, mi sono dato da fare per loro. Purtroppo (anche se non ero mai ‘ortodosso’) la mia moralità puritana era ancora forte dentro di me, le mie opinioni della psicologia umana erano troppo limitate, e io le imponevo ai ragazzi Alcuni erano molto devoti, ma, col passare degli anni e la percentuale dimauvais sujets aumentava , tendeva ad esserci una spaccatura nel piccolo ambiente e uno o due ragazzi che io amavo mi ingannarono terribilmente. Per un uomo del mio temperamento questo era straziante e da allora in poi il lavoro fu destinato all’insuccesso. I problemi a scuola andavano insieme ai problemi a casa, e queste cose contribuivano a centrare il mio affetto su di un ragazzo che era con me, e che mi aveva dato molti problemi. Per un motivo o per l’altro continuai a credere che si sarebbe comportato bene. L’inganno era la sua grande difficoltà. Era certamente in parte omosessuale lui stesso. Guardando indietro mi rendo conto che con una conoscenza più ampia e più generosa avrei affrontato più saggiamente e utilmente certi suoi episodi omosessuali. Sono convinto ora che la semplice condanna radicale della parte fisica non sia la modalità di aiuto più sana. Tuttavia, per farla breve, tutto sembrava finalmente andare bene, e il ragazzo stava diventando un giovane uomo. Il nostro amore si approfondiva, e noi dormivamo sempre insieme, ma abbastanza asceticamente. Più tardi, quando nella sua prima virilità aveva lasciato la scuola, ci furono, purtroppo, incomprensioni con i suoi genitori, che gli proibirono di dormire con me. Quello che seguì è di una certa importanza. Fino ad allora, anche se certamente il suo affetto sembrava ardente, non avevo osservato alcun segno sessuale da parte sua. Ero stato molto franco con lui sui miei sentimenti. Aveva allora 19 anni, e lo credevo abbastanza grande per spiegargli le cose. Dormendo con lui l’avevo trovato tranquillo e disponibile, e più di una volta mi aveva detto che questo lo aveva molto aiutato. Ma dopo che ci fu proibito di dormire insieme, trovai la passione dentro di me più difficile da controllare, e improvvisamente la passione saltò fuori in lui. Eravamo ancora, tuttavia, piuttosto ascetici, anche se avevamo l’abitudine di baciarci e di abbracciarci nudi. Ciò non raramente produsse emissioni da parte mia, ma solo una volta da parte sua, anche se produceva sempre potenti erezioni. Non avrei consentito nessuna frizione. Forse questo è stato un errore. Un’espressione più completa avrebbe potuto aiutarlo.
“Tutta la mia vita ero stato affamato di una risposta completa, e per una volta il ragazzo pensò che poteva darmela. Si stava avvicinando allora ai 20 anni. ‘Non sono mai stato così felice in vita mia,’ disse. È  stato un colpo per me quando ho scoperto che aveva confuso i propri sentimenti, ma ero abbastanza pronto ad accettare qualsiasi tipo di amore avesse potuto darmi. Non mi sono mai sognato alcun tipo di insistenza sull’espressione sessuale. Di un amore come quello che mi poteva dare ero abbastanza pronto a sentirmi contenuto. .’La vera misura dell’amore,’ mi ha scritto una volta un insegnante uranista, ‘è il sacrificio di sé’, non e ‘Che cosa darai?’ ma ‘A che cosa rinuncerai?’ Non ‘Che cosa farai per lui?’ ma ‘A che cosa rinuncerai per il suo bene?’ Cito questo volentieri, perché i classici moralisti inglesi considerano un invertito come una sorta di bestia deforme. Posso solo dire che ho cercato di realizzare l’ideale che queste parole esprimono. Nessun ‘moralista’ mi avrebbe aiutato un briciolo. I genitori, poi, ci separarono. Fecero molto male col loro errore. Quanto è difficile per i genitori lasciare la libertà ai propri figli! Il loro ideale è la costrizione che ottiene il risultato, non la libera scoperta di sé. Ma a dispetto di loro, e nonostante la separazione, so che il mio amico e io ci siamo aiutati a vicenda.
“C’è una paura che genitori hanno che credo sia ingiustificata. Per quanto ho visto, non posso concludere che la prima espressione dell’amore omosessuale impedisca all’amore eterosessuale di svilupparsi in seguito. Dove questo amore è una parte della natura innata dell’individuo, esso si mostrerà. Io, però, credo che un nobile amore omogenico nella vita giovanile a volte aiuti un ragazzo ad evitare un basso standard nel legame eterosessuale. I greci hanno fatto bene, nella loro epoca migliore, a coltivare e a nobilitare l’amore omogenico. Tra noi, come può essere compreso da tutti coloro che conoscono come funzionano i taboo sociali, sono le forme più vili che non trovano ostacoli, e le forme più nobili che vengono degradate.
“Noi urning siamo, credo, dipendenti dall’amore individuale. Molti di noi, lo so, hanno bisogno di lavorare per una persona per fare del loro meglio. È questa l’eredità della donna nel temperamento uranista? E la tragedia del nostro destino è che noi, le cui anime vibrano solo al tocco della mano di Eros, ci trovano ad affrontare il più feroce tabù su tutto ciò che può dare senso alla nostra vita. Gli altri tabù sono stati superati ad uno ad uno. Non svanirà presto anche questo, che è l’ultimo dei tabù? Ho conosciuto vite oscurate da questo, indebolite da questo, schiacciate da questo. Da quanto tempo i moralisti occidentali ci stanno mutilando, marchiando e perseguitando in cose che non capiscono? “
Il prossimo caso appartiene ad una categoria totalmente diversa da tutte le storie precedenti. Queste storie – tutte inglesi o americane – sono state ottenute privatamente; non trattano di detenuti delle carceri o dei manicomi, e nella maggior parte dei casi i protagonisti non hanno mai consultato un medico per quanto riguarda i loro istinti anormali. Attraversano la vita come persone normali, a volte come onorati membri della società. Il caso seguente, di un americano, ha a che fare sia con la prigione che col manicomio. Ci sono diversi punti di interesse nella sua storia, che illustra il modo in cui l’inversione sessuale può diventare una questione di importanza medico-legale. Penso, però, di essere giustificato nel credere che la percentuale di persone sessualmente invertite che raggiungono tribunale penale o il manicomio non sia molto più grande rispetto al numero delle persone sessualmente invertite tra di noi di quanto lo sia tra i miei casi. Per i documenti su cui ho fondato la storia di Guy Olmstead, sono in debito con la gentilezza del dottor Talbot, di Chicago, noto per i suoi studi sulle anomalie della mascella e del viso, così spesso associate con anomalie nervose e mentali. Conosceva l’uomo che gli indirizzò le lettere dalle quale io qui cito dei brani: -
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Se volete, potete partecipare alla discussione di questi post aperta sul Forum di Progetto Gay: