domenica 16 settembre 2007
AMORE FISICO GAY E SUBLIMAZIONI
Una cosa mi sconcerta un po’ su questo blog, si parla più che altro di rapporti gay etero, non solo di amicizia ma anche d’amore gay etero, ma di amore gay gay se ne parla poco. Voglio essere cattivo: ma non è che perché in un rapporto gay gay c’è di mezzo il sesso non sublimato la cosa viene piano piano messa fuori della porta? Scusate, con tutto il rispetto per gli etero, contro i quali io no ho proprio nulla (anche io ho ottimi amici etero) ma volete mettere la differenza che c’è tra un’amicizia bella per quanto possa essere, la potete pure chiamare amore, se volete, è un abbraccio vero, forte stretto, corpo nudo contro corpo nudo... Sono cose senza paragoni, ve lo dico perché io ho provato tutte e due le cose e mi stanno benissimo tutte e due ma quando mi trovo col mio ragazzo mi sento completo in un altro modo, senza sublimazioni. Va bene, posso pure capire che con certi etero ci si stia bene e che ti possano pure voler bene, ma ci sono dei limiti, con un ragazzo gay l’identificazione può essere totale, dico può essere perché in qualche esperienza concreta con ragazzi gay non è stata poi una cosa così esaltante, ma quando ho trovato il ragazzo giusto il mondo per me è cambiato, di sublimazioni con gli etero o di adattamenti con i gay che mi andavano bene solo a metà non ce n’è stato più bisogno. Io il contatto fisico con il ragazzo che amo non lo cambierei con nulla al mondo, non è una sublimazione, lo senti che c’è e c’è proprio in un altro modo, insomma non dite che gay etero è meglio che gay gay, perché non è vero, almeno se trovi il ragazzo giusto non è vero, io col mio ragazzo non mi limito a parlare d’amore, che per quanto sia bellissimo è una cosa che ti lascia deluso dentro, perché vorresti di più e non lo puoi avere, anch’io mi ero innamorato di un etero e nemmeno una volta sola, non erano cose stupide per carità, ma quando avevo davanti un ragazzo al quale volevo bene, perché io a questi ragazzi, a quelli etero dico, volevo bene, avevo voglia di toccarlo, di baciarlo di tenerlo per mano e invece mi dovevo stare tranquillo, per un po’ l’ho fatto, ma non poteva continuare così, non ce la facevo proprio, ma come puoi parlare di sesso con in ragazzo di cui sei innamorato e pensare di finirla lì perché lui è etero? E’ ovvio che bisogna finirla lì ed è già tanto che in qualche modo ti vuole bene, succede, lo so benissimo che succede, ma non mi basta, mi sembra di fare una scelta castrante, se qual ragazzo fosse gay la felicità forse sarebbe totale, ma non è, e francamente mettere tra parentesi la sessualità concreta è una cosa che non riesco a concepire, certe cose per me adesso sono necessarie come l’aria, qualche anno fa ne potevo pure fare a meno ma adesso no, adesso non ne posso fare più a meno, perché quando certe cose ti rendi conto che esistono e che sono possibili, l’idea di tornare indietro e di rinunciarci ti sembra una totale follia. Lo ripeto, io non condanno mica quelli che si contentano delle sublimazioni, ma non mi dicano che lo fanno per amore! Insomma, parliamoci chiaro, secondo me lo fanno perché non hanno trovato l’occasione giusta o perché per loro, in concreto, l’altra strada quella vera, quella giusta, quella gay gay, per qualche ragione non è praticabile. Il mio ragazzo si chiama Màrtin ed è di origine tedesca, l’ho conosciuto ad una corsa ciclistica a Milano, in una domenica di sole, che se devo pensare al paradiso lo posso pensare solo così, io arrivo, mi registro, predo il numero e Màrtin sta davanti a me io uno così non l’avevo mai visto, non lo avrei nemmeno saputo descrivere, ma era dolce, questa era la cosa mi colpiva di più, sorrideva in modo dolcissimo, sembrava più giovane dei 21 anni che aveva. Era proprio davanti a me e scambiare due parole è venuto spontaneo, anche la voce era dolcissima, profonda ma molto giovanile, mentre parlava sorrideva e strizzava gli occhi. Io ho pensato: se questo è etero va a finire che mi innamoro un’altra volta di un etero, ci siamo seduti sull’erba, io lo volevo guardare dritto negli occhi ma mi vergognavo perché lo conoscevo da pochissimi minuti e non lo volevo spaventare, quei minuti di conversazione dovevano assolutamente continuare. Màrtin ha aperto la sacca e mi ha passato una mela io l’ho presa e l’ho addentata, lui ha spalancato gli occhi e io ho fatto una faccia buffa perché mi veniva da ridere ma non potevo perché avevo i denti incastrati nella mela. Poi è suonata la campana della partenza. Io temevo di perderlo ma non è stato così, non abbiamo fatto non una corsa ma una passeggiata in bicicletta camminando sempre uno vicino all’altro. Màtrin aveva i capelli biondi tagliati cortissimi, aveva un corpo meraviglioso, non lo so se queste cose si posso dire qua, ma era così, ma quando voi guardate un ragazzo guardate l’anima? No! Anche l’anima, per carità, ma dopo, prima guardate come è fatto e volete vedere esattamente come è fatto e come stavamo noi, in tenuta ciclistica, il corpo era in piena evidenza, insomma più lo vedevo pedalare più mi piaceva e lui ogni tanto (ma piuttosto spesso) si voltava verso di me e mi sorrideva o mi faceva delle smorfiette deliziose, io sentivo che stava succedendo qualche cosa, lo percepivo in modo esatto. Dopo quasi tre ore siamo ritornati alla base, erano arrivati quasi tutti ormai, eravamo sudatissimi, abbiamo riconsegnato i pettorali e ripreso gli zaini, poi ci siamo allontanati insieme, io avevo una paura terribile che potesse finire tutto così e mi sono fatto venire il coraggio della disperazione e gli ho detto chiaro ma con una voce che mi tremava per l’emozione: “Màrtin, mi sono innamorato di te, ti posso abbracciare?” Lui mi ha subito sorriso e mi ha fatto cenno di sì con la testa... e io non c’ho visto più, l’ho abbracciato strettissimo, l’ho proprio sollevato fa terra, lui mi ha buttato le braccia al collo e gli ho fatto fare un giro di 360° senza che poggiasse i piedi per terra. La gente vedeva ma non diceva niente, e poi qualunque cosa avesse detto, per me sentire che Màrtin era fisicamente tra le mie braccia e ci voleva stare ed era proprio felice di starci... era una sensazione così inebriante che il mondo intorno non lo vedevo proprio. Ormai il ghiaccio era rotto e non c’era più bisogno di fingere, è venuto a casa mia e abbiamo fatto la doccia insieme, sì, insieme. Ma scusate, ma di che vi scandalizzate? Ma voi pensate che ci sia qualcosa di più bello del fatto di non avere segreti l’uno per l’altro nemmeno a livello fisico? Per me quello è il massimo, tutto il resto in confronto è una scelta di serie B. Io voglio ribadire che pure io pensavo che i rapporti gay etero fossero il massimo, ma lo pensavo prima di conoscere Màrtin e ormai non lo posso pensare più. Io e Màtrin non possiamo vivere insieme perché la sua famiglia non lo accetterebbe. Ci vediamo un giorno sì e uno no a casa mia, quando è il giorno che non vedo Màrtrin il tempo non passa mai, quando sto con lui il tempo vola e il desiderio di stare con lui non è una cosa vaga, no, è una cosa fisica, fortissima, se non lo vedo ci sto proprio male ma se lo vedo vado in estasi e prima a me cose del genere non erano mai capitate. Sono stato fortunato lo so ma vi posso solo augurare che vi capiti una fortuna come la mia. Ciao e grazie di essere stati a leggere!
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1 commento:
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