Cari genitori, con ogni probabilità voi siete molto più giovani di me e potete non avere alcuna esperienza del mondo gay. Se avete un figlio gay, non fatevi troppe domande, non cercate “come” si debba accettare un figlio gay, non cercate strategie, siate onesti fino in fondo e parlate con i vostri figli anche delle difficoltà che incontrate nel capirli. Io ho conosciuto parecchi ragazzi gay e vi posso garantire che sono ragazzi e figli che possono essere meravigliosi, se si sentono amati, ma possono soffrire in modo terribile se non sentono l’affetto dei genitori. Se voi credete nella famiglia, e io ci credo, non chiudetevi in voi stessi e abbiate fiducia nei vostri ragazzi. Se vostro figlio vi ha detto di essere gay significa che ha fiducia in voi perché per un ragazzo giovane, fare un’ammissione del genere davanti ai genitori è difficilissimo! Se non ve l’ha detto ma voi lo avete capito in altri modi non create forzature, lasciate che vostro figlio abbia il suo tempo, non lo colpevolizzate per non aver parlato con voi più che per il fatto di essere gay. Ricordatevi che la sessualità dei vostri ragazzi è sacra e deve essere rispettata e che un vostro atteggiamento aggressivo o intollerante è il segno di una vostra incapacità di amare. Essere gay significa vivere una condizione personale comune, in Italia, a decine di migliaia di ragazzi, che voi non vedrete mai perché hanno paura della società, perché si sentono “ingiustamente” giudicati soprattutto perché chi giudica presume di conoscere cose che in realtà non conosce affatto. I ragazzi gay non possono essere identificati con quelli che si vedono alla televisione il giorno dei gay pride, quella è una sparuta minoranza che deve ricorrere a quelle cose per avere almeno un “minimo” di visibilità che altrimenti non avrebbe in nessun modo. La stragrande maggioranza dei ragazzi gay si confonde con tutti gi altri ragazzi e spesso trova tra gli amici, moltissime volte eterosessuali, più comprensione e più affetto di quanto non ne trovi nella propria famiglia. Il primo coming out si fa in genere con alcuni amici di cui ci si fida, non con i genitori. Ricordatevi che fare la politica dello struzzo è distruttivo, non potete fingere che le cose stiano in un altro modo o che possano cambiare per l’intervento miracoloso di qualcun altro, per esempio uno psicologo. Uno psicologo può aiutare un ragazzo gay solo se lo aiuta ad essere gay, non se è indotto dal genitore a vedere se si possa “porre rimedio al problema”. E nessuno psicologo “serio” accetterebbe di tentare di forzare o di condizionare la sessualità di un ragazzo. Queste cose sono percepite dai ragazzi come delle forme di violenza gravissima alla persona e lo sono realmente, indipendentemente dal fatto che i genitori “pensino” di fare il bene del figlio. Ricordatevi che solo un dialogo “onesto”, cioè tra persone che non si arroccano su ruoli definiti a priori, può dare a vostro figlio la certezza di essere amato. Amare non significa imporre ma accettare. Io cito spesso una frase di James Baldwin, uno degli scrittori omosessuali che amo di più: “Qui non c’è niente da decidere ma tutto da accettare!”, se si ama veramente non ci possono essere altre regole. Non sentitevi delusi e frustrati perché vostro figlio potrà essere una persona meravigliosa, potrà trovare amici veri gay e eterosessuali e potrà essere veramente felice. Non create problemi che non esistono, non suscitate fantasmi, ragionate. Io ho amici eterosessuali che sono persone che mi stimano e che mi vogliono bene. Spessissimo gran parte del disagio dei ragazzi gay viene dall’atteggiamento dei genitori, che non sono essi stessi maturati sotto il profilo affettivo. Non fate soffrire i vostri ragazzi, perché non è giusto e perché tutto questo vi farebbe stare male, amateli per quello che sono, sforzatevi ci capirli, perché possono avere moltissime cose da insegnarvi. Se vi mostrerete ai vostri ragazzi per quello che siete, con tutte le vostre debolezze e le vostre difficoltà, vi rispetteranno e vi ameranno di più, vi sentiranno vicini e affronteranno la vita con meno preoccupazioni perché sapranno che possono contare comunque su di voi, e la vita di un ragazzo gay può non essere facile sotto nessun profilo. Lasciate che i vostri figli vi aiutino a crescere e a diventare adulti insieme con loro... In fondo che cos’è una famiglia se non un posto dove ci si vuole bene? Sono i vostri ragazzi e, per loro, sentire in voi un atteggiamento duro è come una coltellata. Questi ragazzi devono vivere la “loro” vita e amarli vuol dire capirlo.
domenica 30 settembre 2007
ACCETTARE FIGLI GAY
Dall’analisi statistica degli accessi al blog rilevo con un certa frequenza, nell’ultimo periodo, chiavi di accesso come “accettare un figlio gay” e simili. Penso che sia mio dovere rivolgermi ai genitori di figli gay per parlare con loro a cuore aperto, nell’interesse loro e dei loro ragazzi.
Cari genitori, con ogni probabilità voi siete molto più giovani di me e potete non avere alcuna esperienza del mondo gay. Se avete un figlio gay, non fatevi troppe domande, non cercate “come” si debba accettare un figlio gay, non cercate strategie, siate onesti fino in fondo e parlate con i vostri figli anche delle difficoltà che incontrate nel capirli. Io ho conosciuto parecchi ragazzi gay e vi posso garantire che sono ragazzi e figli che possono essere meravigliosi, se si sentono amati, ma possono soffrire in modo terribile se non sentono l’affetto dei genitori. Se voi credete nella famiglia, e io ci credo, non chiudetevi in voi stessi e abbiate fiducia nei vostri ragazzi. Se vostro figlio vi ha detto di essere gay significa che ha fiducia in voi perché per un ragazzo giovane, fare un’ammissione del genere davanti ai genitori è difficilissimo! Se non ve l’ha detto ma voi lo avete capito in altri modi non create forzature, lasciate che vostro figlio abbia il suo tempo, non lo colpevolizzate per non aver parlato con voi più che per il fatto di essere gay. Ricordatevi che la sessualità dei vostri ragazzi è sacra e deve essere rispettata e che un vostro atteggiamento aggressivo o intollerante è il segno di una vostra incapacità di amare. Essere gay significa vivere una condizione personale comune, in Italia, a decine di migliaia di ragazzi, che voi non vedrete mai perché hanno paura della società, perché si sentono “ingiustamente” giudicati soprattutto perché chi giudica presume di conoscere cose che in realtà non conosce affatto. I ragazzi gay non possono essere identificati con quelli che si vedono alla televisione il giorno dei gay pride, quella è una sparuta minoranza che deve ricorrere a quelle cose per avere almeno un “minimo” di visibilità che altrimenti non avrebbe in nessun modo. La stragrande maggioranza dei ragazzi gay si confonde con tutti gi altri ragazzi e spesso trova tra gli amici, moltissime volte eterosessuali, più comprensione e più affetto di quanto non ne trovi nella propria famiglia. Il primo coming out si fa in genere con alcuni amici di cui ci si fida, non con i genitori. Ricordatevi che fare la politica dello struzzo è distruttivo, non potete fingere che le cose stiano in un altro modo o che possano cambiare per l’intervento miracoloso di qualcun altro, per esempio uno psicologo. Uno psicologo può aiutare un ragazzo gay solo se lo aiuta ad essere gay, non se è indotto dal genitore a vedere se si possa “porre rimedio al problema”. E nessuno psicologo “serio” accetterebbe di tentare di forzare o di condizionare la sessualità di un ragazzo. Queste cose sono percepite dai ragazzi come delle forme di violenza gravissima alla persona e lo sono realmente, indipendentemente dal fatto che i genitori “pensino” di fare il bene del figlio. Ricordatevi che solo un dialogo “onesto”, cioè tra persone che non si arroccano su ruoli definiti a priori, può dare a vostro figlio la certezza di essere amato. Amare non significa imporre ma accettare. Io cito spesso una frase di James Baldwin, uno degli scrittori omosessuali che amo di più: “Qui non c’è niente da decidere ma tutto da accettare!”, se si ama veramente non ci possono essere altre regole. Non sentitevi delusi e frustrati perché vostro figlio potrà essere una persona meravigliosa, potrà trovare amici veri gay e eterosessuali e potrà essere veramente felice. Non create problemi che non esistono, non suscitate fantasmi, ragionate. Io ho amici eterosessuali che sono persone che mi stimano e che mi vogliono bene. Spessissimo gran parte del disagio dei ragazzi gay viene dall’atteggiamento dei genitori, che non sono essi stessi maturati sotto il profilo affettivo. Non fate soffrire i vostri ragazzi, perché non è giusto e perché tutto questo vi farebbe stare male, amateli per quello che sono, sforzatevi ci capirli, perché possono avere moltissime cose da insegnarvi. Se vi mostrerete ai vostri ragazzi per quello che siete, con tutte le vostre debolezze e le vostre difficoltà, vi rispetteranno e vi ameranno di più, vi sentiranno vicini e affronteranno la vita con meno preoccupazioni perché sapranno che possono contare comunque su di voi, e la vita di un ragazzo gay può non essere facile sotto nessun profilo. Lasciate che i vostri figli vi aiutino a crescere e a diventare adulti insieme con loro... In fondo che cos’è una famiglia se non un posto dove ci si vuole bene? Sono i vostri ragazzi e, per loro, sentire in voi un atteggiamento duro è come una coltellata. Questi ragazzi devono vivere la “loro” vita e amarli vuol dire capirlo.
Cari genitori, con ogni probabilità voi siete molto più giovani di me e potete non avere alcuna esperienza del mondo gay. Se avete un figlio gay, non fatevi troppe domande, non cercate “come” si debba accettare un figlio gay, non cercate strategie, siate onesti fino in fondo e parlate con i vostri figli anche delle difficoltà che incontrate nel capirli. Io ho conosciuto parecchi ragazzi gay e vi posso garantire che sono ragazzi e figli che possono essere meravigliosi, se si sentono amati, ma possono soffrire in modo terribile se non sentono l’affetto dei genitori. Se voi credete nella famiglia, e io ci credo, non chiudetevi in voi stessi e abbiate fiducia nei vostri ragazzi. Se vostro figlio vi ha detto di essere gay significa che ha fiducia in voi perché per un ragazzo giovane, fare un’ammissione del genere davanti ai genitori è difficilissimo! Se non ve l’ha detto ma voi lo avete capito in altri modi non create forzature, lasciate che vostro figlio abbia il suo tempo, non lo colpevolizzate per non aver parlato con voi più che per il fatto di essere gay. Ricordatevi che la sessualità dei vostri ragazzi è sacra e deve essere rispettata e che un vostro atteggiamento aggressivo o intollerante è il segno di una vostra incapacità di amare. Essere gay significa vivere una condizione personale comune, in Italia, a decine di migliaia di ragazzi, che voi non vedrete mai perché hanno paura della società, perché si sentono “ingiustamente” giudicati soprattutto perché chi giudica presume di conoscere cose che in realtà non conosce affatto. I ragazzi gay non possono essere identificati con quelli che si vedono alla televisione il giorno dei gay pride, quella è una sparuta minoranza che deve ricorrere a quelle cose per avere almeno un “minimo” di visibilità che altrimenti non avrebbe in nessun modo. La stragrande maggioranza dei ragazzi gay si confonde con tutti gi altri ragazzi e spesso trova tra gli amici, moltissime volte eterosessuali, più comprensione e più affetto di quanto non ne trovi nella propria famiglia. Il primo coming out si fa in genere con alcuni amici di cui ci si fida, non con i genitori. Ricordatevi che fare la politica dello struzzo è distruttivo, non potete fingere che le cose stiano in un altro modo o che possano cambiare per l’intervento miracoloso di qualcun altro, per esempio uno psicologo. Uno psicologo può aiutare un ragazzo gay solo se lo aiuta ad essere gay, non se è indotto dal genitore a vedere se si possa “porre rimedio al problema”. E nessuno psicologo “serio” accetterebbe di tentare di forzare o di condizionare la sessualità di un ragazzo. Queste cose sono percepite dai ragazzi come delle forme di violenza gravissima alla persona e lo sono realmente, indipendentemente dal fatto che i genitori “pensino” di fare il bene del figlio. Ricordatevi che solo un dialogo “onesto”, cioè tra persone che non si arroccano su ruoli definiti a priori, può dare a vostro figlio la certezza di essere amato. Amare non significa imporre ma accettare. Io cito spesso una frase di James Baldwin, uno degli scrittori omosessuali che amo di più: “Qui non c’è niente da decidere ma tutto da accettare!”, se si ama veramente non ci possono essere altre regole. Non sentitevi delusi e frustrati perché vostro figlio potrà essere una persona meravigliosa, potrà trovare amici veri gay e eterosessuali e potrà essere veramente felice. Non create problemi che non esistono, non suscitate fantasmi, ragionate. Io ho amici eterosessuali che sono persone che mi stimano e che mi vogliono bene. Spessissimo gran parte del disagio dei ragazzi gay viene dall’atteggiamento dei genitori, che non sono essi stessi maturati sotto il profilo affettivo. Non fate soffrire i vostri ragazzi, perché non è giusto e perché tutto questo vi farebbe stare male, amateli per quello che sono, sforzatevi ci capirli, perché possono avere moltissime cose da insegnarvi. Se vi mostrerete ai vostri ragazzi per quello che siete, con tutte le vostre debolezze e le vostre difficoltà, vi rispetteranno e vi ameranno di più, vi sentiranno vicini e affronteranno la vita con meno preoccupazioni perché sapranno che possono contare comunque su di voi, e la vita di un ragazzo gay può non essere facile sotto nessun profilo. Lasciate che i vostri figli vi aiutino a crescere e a diventare adulti insieme con loro... In fondo che cos’è una famiglia se non un posto dove ci si vuole bene? Sono i vostri ragazzi e, per loro, sentire in voi un atteggiamento duro è come una coltellata. Questi ragazzi devono vivere la “loro” vita e amarli vuol dire capirlo.
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