domenica 25 marzo 2018

QUELLO CHE MI PIACE E QUELLO CHE NON MI PIACE NEL SESSO GAY

Ciao Project,
avevo grossi timori prima di parlare con te ieri sera, poi quei timori si sono dissipati e posso solo dire che parlare con te mi è stato veramente utile a mettere da parte tanti complessi inutili. Ho avuto una educazione molto cattolica, cosa che non ritengo del tutto negativa, ma che ha anche creato in me molti complessi verso la sessualità, e il fatto che io sia gay non ha certo facilitato le cose.
Comunque ieri sera non ho avuto problemi, è vero, ma mi sono comunque limitato a discorsi molto generali. Oggi vorrei entrare in questioni più specifiche sulle quali non ho nessuna possibilità di confrontarmi con altri ragazzi e poi, dove vivo io sarebbe non solo difficile ma anche rischioso perché qui l’omofobia è piuttosto diffusa.
Posso dirmi piuttosto fortunato perché frequento l’università in una grande città e ho la mia autonomia, a 22 anni, quasi 23, le mie esperienze sessuali le ho fatte anche se con risultati molto variabili. Ci sono delle cose che non mi piacciono affatto, prima di tutto che ci si veda soltanto per fare sesso e poi ciao, ci vediamo la prossima volta, è assurdo pensare di stare con un ragazzo solo per fare sesso con lui. Non sopporto le indecisioni, il fatto che uno si aspetti che l’altro si decida a fare sesso e che l’altro faccia finta di niente, un atteggiamento del genere mi sembra odioso, il sesso non si deve chiedere come una grazia, ma deve venire spontaneo, altrimenti il rapporto non è paritario.
Ma entriamo nello specifico. Mi piacciono i ragazzi che non si fanno pregare, che fanno la prima mossa, che non giocano di rimessa, che fanno capire che sono veramente coinvolti. Permettimi di esprimermi liberamente, non mi piacciono i ragazzi che quando si preparano a fare sesso (si abbassano gli slip) non sono nemmeno in erezione, se non ce l’hai duro vuol dire che non sei veramente coinvolto sessualmente, se non è la mia stessa presenza a fartelo venire duro, che senso ha andare avanti? Probabilmente ci sono altre persone con le quali reagiresti con un’erezione molto rapida e decisa, lo dico perché io, se sono veramente coinvolto, reagisco immediatamente.
Non mi piacciono i ragazzi che si vergognano di essere eccitati, i ragazzi che se lo coprono con le mani, che vogliono spegnere la luce, che vogliono restare sotto le lenzuola. Ma che senso ha fare sesso con un ragazzo se non posso nemmeno vedere come è fatto? Uno mi ha detto che sono un guardone, ma se faccio sesso con te e la cosa a te sta bene, non capisco proprio che cosa hai da vergognarti.
Poi c’è tutta l’inconfessabile serie di complessi sulla dimensione del pene, sulla forma, sulla lunghezza, sulla grossezza, sul mantenere l’erezione ecc. ecc., qui forse posso capire di più le paure di tanti ragazzi e quello che dici tu, Project, mi sembra un po’ riduttivo. Almeno per me il fatto che il mio compagno sia ben dotato non è indifferente. Io prendo come modello il mio, che non è niente di speciale, ma mi sta bene, perché ci sono abituato.
Mi piacciono i ragazzi con il pene simile al mio, diciamo così, normale di dimensioni e dritto. Non ho mai incontrato ragazzi col pene curvo in modo accentuato, ne ho invece trovato uno con una fimosi stretta ed era un po’ complessato da questa cosa, ma devo dire che, salvo un po’ di perplessità iniziale non mi ha creato nessun problema, reagiva benissimo e per tanti aspetti (dimensione e forma) era anche ben al di sopra degli standard normali e dei miei in particolare. Con quel ragazzo non ho avuto problemi sessuali di nessun genere, ma la storia è finita perché è andato a vivere in Australia e mi è dispiaciuto molto, perché era un ragazzo buonissimo e di intelligentissimo.
Ma andiamo avanti, non mi piace il sesso rituale, ripetitivo, quello fatto con la faccia dura, senza sorridere e senza scherzare su quello che si sta facendo. Poi c’è una cosa fondamentale, anche se sono riuscito a realizzarla solo una volta, il sesso deve essere sicuro, il rischio deve essere ridotto a zero, si fa il test insieme prima di fare sesso, si aspetta il periodo finestra e si rifà il test, se è venuto negativo entrambe le volte, allora si può essere molto più tranquilli e si può fare sesso senza essere divorati dai dubbi e dalle preoccupazioni. Se uno non vuole fare il doppio test, allora si fa solo col preservativo e non ci possono essere discussioni, certo è molto meno coinvolgente, ma se lui lo vuole fare in modo più coinvolgente allora si deve adeguare all’idea del doppio test.
Ma andiamo ancora avanti. Durante il sesso si parla almeno un po’, non si sta sempre zitti, Un ragazzo mi ha raccontato che prima di conoscere me era stato con un altro ragazzo che gli diceva che non aveva un bel pene, ecco, una cosa di questo genere la ritengo odiosa, non vuoi stare con un ragazzo? Ok, te ne vai, ma se ci stai non puoi disprezzare la persona con la quale stai. Tra l’altro il ragazzo che veniva offeso aveva un pene normalissimo e pure molto reattivo, quando gliel’ho detto si è sentito molto gratificato, perché non se lo aspettava proprio. Io penso che dire a un ragazzo che ha un bel pene sia un complimento certamente molto gradito, dirgli che ce lo ha brutto è veramente offensivo.
C’è un atteggiamento psicologico che odio, ed è, dopo aver fatto sesso con un ragazzo, dire che lo hai fatto solo per lui ma che a te non interessava veramente. Ma allora che ci sei stato a fare? Per fare un’opera buona? Questo è un ragionamento di una ipocrisia inaccettabile. Un’altra cosa che non mi piace affatto è la mancanza di reciprocità, cioè il fatto che quando hai fatto quello che volevi fare, la cosa è finita e ciao, e il tuo compagno al massimo si può masturbare da solo. Una cosa del genere è terribile, l’ho sentita raccontare ma non mi è mai capitata, penso che avrei reagito malissimo.
Altra cosa odiosa usare per un ragazzo dei vezzeggiativi femminili. Se vuoi stare con una ragazza, vacci, ce ne sono tante non c’è nessun motivo per correre dietro a un gay. Altra questione odiosa: raccontare a uno come fa sesso un altro ragazzo che quel ragazzo conosce. Non c’è niente di più odioso. Il sesso si fa in due e non si racconta agli altri. Io qui sto parlando di sesso con Project che non sa chi sono e certo nel raccontare certe cose non ci metto sotto nome e cognome delle persone di cui sto parlando.
Altra cosa che non sopporto: gli atteggiamenti di superiorità, il fare la parte del maestro di sesso, di quello che ha capito tutto e deve insegnare agli altri come si fa. Le persone che si prendono troppo sul serio non fanno che mettere in mostra la loro stupidità.
Altra cosa importante, finito il sesso, non ci si saluta subito, si prende un caffè, un cioccolatino, si torna a una dimensione di vita ordinaria e poi ci si saluta. Le occasioni spontanee per fare un po’ di sesso possono essere molte, penso al fare la doccia insieme, che ha anche una dimensione giocosa (e mi è capitato), penso al ridere insieme, mi ha colpito una cosa che avevi detto, Project, sul gioco sessuale: il gioco è una via maestra verso una sessualità meno inibita, è verissimo e l’ho sperimentato direttamente.
E qui c’è da aprire il grosso capitolo della pratiche sessuali. A qualcuno potrà sembrare strano ma io amo le coccole, e soprattutto le coccole sessuali, come scambiarsi carezze anche intime ma senza nessuna finalità sessuale specifica, oltre quella di condividere la propria intimità anche fisica, proprio come uno scambio di calore affettivo. Mi piace moltissimo l’idea di addormentarsi nella braccia del proprio compagno, direi che è una delle cose più belle del sesso gay, poi c’è la masturbazione reciproca che penso piaccia a tutti senza eccezioni e per il sesso orale il discorso è più o meno lo stesso, anche se qui cominciano ad esserci i problemi relativi all’uso del preservativo, perché qui il rischio c’è e il preservativo va usato, anche se a tanti può sembrare una cosa del tutto innaturale e sgradevole, però, con l’unico ragazzo che ha accettato di fare il doppio test, lo abbiamo fatto senza preservativo ed è stato molto intimo e direi molto sgradevole.
Per quanto riguarda il sesso anale, dico subito non l’ho mai fatto ma non solo perché è la pratica sessuale più rischiosa, ma proprio perché non ho mai avuto fantasie sessali di questo tipo. Pensavo, anzi di essere un po’ fuori dalla norma proprio per questo, ma mi sono ricreduto. Dei cinque ragazzi coi i quali sono stato, uno solo mi ha proposto di fare sesso anale e c’è rimasto male quando gli ho detto di no. Con gli altri l’argomento non è stato minimamente toccato, nemmeno quando avevamo rapporti sessuali praticamente ogni giorno.
Certo, il buon senso vorrebbe che una coppia trovasse i suoi equilibri anche in termini di pratiche sessuali e che non ci fosse, in questo campo, alcun tentativo di imporre qualcosa a chi non la gradisce
Da tutto quello che ho scritto potrai pensare che ormai non ho dubbi e che so come comportarmi in ogni occasione ma non è così. C’è un ragazzo di cui mi sono innamorato e col quale non ho mai avuto il minimo contatto non dico sessuale ma neppure vagamente fisico, lo chiamerò Marco, beh, ti giuro, Project, non mi sono mai sentito tanto in imbarazzo come con lui, lo desidero anche sessualmente, vorrei tutto di lui, perché penso che sia proprio un ottimo ragazzo e vorrei passare con lui tutta la vita, se non lo hai capito, ne sono innamorato come non sono mai stato innamorato di nessun altro, ed è per questo che non so mai che cosa fare.
Sono arrivato ad una decisione, la prossima volta gli dirò che gli voglio bene e che quando lo sento al telefono mi sento felice, ma non gli dirò che vado anche in erezione, perché ho paura che possa spaventarsi, un po’ mi sembra una cosa stupida ma potrebbe anche succedere e io non lo vorrei perdere per nulla al mondo. Mi sento timidissimo, come se avessi 14 anni e fossi alla mia prima storia, ma probabilmente sono alla mia storia più importante.
I miei amici mi dicono che Marco non è bellissimo e che c’è di meglio e dovrei guardarmi intorno, ma io con Marco ho parlato più volte e mi è sembrato proprio una grande persona, cioè uno del quale ci si può fidare, uno che fa poche chiacchiere (io forse ne faccio troppe) ma fa quello che dice. Insomma, Marco non è il bel bambolotto da mostrare agli amici ma potrebbe essere il vero compagno di una vita. Domani lo vedrò, Project, e gli farò la mia prima dichiarazione, sono molto esitante, ma qualcosa mi dice che andrà tutto bene. Ti farò sapere.
B. G.
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venerdì 23 marzo 2018

DIFFICILI AMORI GAY E SOLITUDINE

Ciao Project,
è un po’ di tempo che mi pongo alcune domande alle quali non so trovare una risposta. Non ho un ragazzo e non ne cerco più uno ormai da anni, ma ho avuto un ragazzo, l’unico della mia vita. Ora a 45 anni, ormai dopo anni da quando ci siamo lasciati, continuo a pensare a lui. Ancora mi chiama al telefono di tanto in tanto e ho l’impressione che non stia bene. Prima si focalizzava sulla ricerca di un ragazzo e sul sesso. Ha tenuto anche comportamenti a rischio che sembra non abbiano provocato conseguenze, è stata una fase veramente convulsa, ma alla fine è rimasto solo. Io temo che possa scivolare nella depressione o peggio che ci sia già scivolato. Fare un discorso serio con lui è difficile, è aggressivo, nevrotico, reagisce a scatti, eppure tra noi qualcosa è rimasto. Continuo a pensare a lui spessissimo, quando non lo sento per un periodo più lungo mi prende un’ansia tremenda, ma alla fine mi chiama e allora per un po’ mi sento più tranquillo. Lui non è più il mio ragazzo e forse non lo è mai stato ma penso che non sia mai stato il ragazzo di nessuno, penso che nessuno sia stato capace di farlo stare veramente bene. Di me si fida, con me parla chiaro, non ha paura di mostrare le sue debolezze perché sa che non lo lascerò solo. Tempo fa ero anche io sicuro del fatto che non lo avrei mai lasciato solo e che avrei potuto spendere la mia vita per lui, poi anno dopo anno questa certezza ha cominciato a vacillare. Gli voglio bene e se potessi vivere per lui e con lui mi sentirei realizzato, almeno questo ancora lo penso, ma proprio il passare del tempo mi ha fatto capire che non staremo mai insieme, che lui continuerà a sognare cose e persone che non esistono e io sarò sempre e soltanto una valvola di sfogo nel momenti peggiori. Un ruolo di questo genere mi va stretto, però alla fine lo accetterei, come l’ho sempre accettato, ma prima pensavo, cioè speravo, che potesse servire a qualcosa, pensavo cioè di essere una medicina che serve a superare la malattia, ma mi sto rendendo conto che servo solo ad alleviare il dolore, ma non posso cambiare nulla di sostanziale. Mi prende una specie di scoramento perché vedo che gli anni passano e non solo le cose non migliorano, ma vanno sempre peggio, che lui è sempre più solo, che ogni tanto comincia a sentirsi abbandonato anche da me e che il nostro rapporto tende a diventare sempre più tenue, come se stesse proprio svanendo e questo mi fa paura. Io ho trovato un mio equilibrio, soprattutto perché lavoro, lui non ha un lavoro stabile e si adatta a fare di tutto per sbarcare il lunario ma è come se ormai avesse smesso di avere fiducia nel futuro. Io gli voglio bene, sono terrorizzato dall’idea che lui possa pensare che voglio fare una buona azione standogli vicino. Lui per me, nonostante i mille dubbi, è ancora una persona fondamentale, ma io per lui credo di essere molto meno, qualcosa più di zero, questo è vero, ma comunque qualcuno che non potrà cambiare la sua vita. Se mi chiedo, oggi come oggi, che cosa sarei disposto a fare per lui, mi rispondo che in fondo sarei disposto a fare ben poco, perché quello che io vorrei non è quello che vuole lui, e questa cosa non cambierà. Penso che più che un incontro di persone il nostro sia un incontro di due sogni, io ho incarnato il mio sogno in lui, anche se lui forse non ha niente a che vedere col mio sogno e lui ha incarnato in me alcune sue aspettative alle quali faccio di tutto per corrispondere, ma questa non è una storia d’amore. Quando lo vedo adesso, con qualche capello bianco, con un po’ di pancia, con il suo aspetto trascurato, penso che non è nemmeno l’ombra del bel ragazzo che è stato ma alla fine anche io sono parecchio decaduto, un uomo di mezza età che nella vita non ha realizzato nulla di serio e soprattutto nulla di suo, che si è innamorato di un ragazzo ma non è riuscito a tirarlo fuori dal pozzo della malinconia. Non so se questa è la cronaca di un fallimento,  Project, ma qualche volta mi sento proprio smarrito. In fondo ciascuno di noi è ingannato dai suoi stessi sogni e finisce per perdere il contatto con la realtà, ma questa non è una consolazione. Io non sono abbastanza per lui, non sono il suo tipo, me lo ha sempre detto, mi ha anche detto che mi vuole bene, ma vuole essere libero, randagio, solo, è come se avesse una smania di mettersi nei guai. Sai perché ti scrivo, Project? È presto detto: lui non mi chiama da 15 giorni e io comincio a stare malamente in ansia, continuo a pensare a lui e ho bisogno di sfogarmi, ma quando dico che penso a lui intendo dire che penso a lui con preoccupazione, perché so che non sta bene. Project, certe volte non ce la faccio proprio più ad andare avanti, ho sempre paura che possa accadergli qualcosa, che gli prendano momenti di malinconia profonda e che perda il controllo di se stesso. E io, che gli ho sempre detto che gli voglio bene, che cosa faccio? Dovrei darmi da fare per lui in concreto, ma non so come e allora lascio che il tempo passi e non faccio nulla e così scivolo anche io nel pozzo della depressione. Solo una sua telefonata mi potrebbe tranquillizzare, ma quella telefonata non arriva perché lui è perso in chissà quali malinconie o in chissà quali speranze irrealistiche, irrealistiche come le mie. È amore questo, Project? Certo è una cosa che mi lacera internamente. Ti lascio, poi, se vuoi, mandami due righe.
Paolo72
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martedì 20 marzo 2018

AMORE GAY E SESSO TRASGRESSIVO

Caro Project,
mi trovo in una situazione difficile che non avrei mai posto tra le ipotesi possibili. Ho 45 anni, ho avuto nella mia vita una sola storia seria con l’unico ragazzo col quale ho fatto anche sesso, lui ha 10 anni meno di me, la storia è stata bella, perché lui è uno onesto che parla chiaro e che con me si è comportato benissimo, ma nonostante tutto la storia è durata qualche anno e poi è finita, senza litigi e recriminazioni , ma è finita perché lui cercava altro e penso avesse anche ragione, perché io non mi credo affatto il compagno ideale. Da allora, e sono passati cinque anni,  lui ha avuto diversi ragazzi ma non è mai riuscito ad avere una storia con un minimo di stabilità e l’ho visto precipitare gradualmente in situazioni di disagio progressivamente più grave. Un po’ andava verso la depressione, un po’ verso entusiasmi troppo facili, è diventato sempre più dipendente dal sesso, che ormai non credo sia più per lui una soddisfazione, penso invece che sia diventato una specie di ossessione che gli ha fatto perdere tempo con gli studi e quindi con la possibilità di trovare un lavoro vero, ma soprattutto lo ha convinto di essere una specie di caso patologico e in realtà nei momenti peggiori può dare quell’impressione  ma io credo che sia soprattutto maledettamente solo. Lui sa che io non ho più avuto un ragazzo dopo di lui e ogni tanto mi chiama, specialmente quando sta peggio, io cerco di non deluderlo come posso, ma mi rendo conto che piano piano il dialogo tra noi si è ridotto solo a parlare di sesso. Mi chiede se mi ricordo di quando facevamo l’amore e gli rispondo di sì, perché me ne ricordo eccome, ma poi vedo che in realtà non è interessato al sesso come un modo per stare con ragazzo e per stare bene, ma come un modo di rievocare situazioni trasgressive vissute insieme, che finiscono per essere i ricordi dominanti e mi chiede in particolare e con insistenza se mi ricordo proprio di quel momenti e cerca di ricostruirli in modo molto dettagliato, e il discorso si ripete spesso, tanto da diventare certe volte l’unico argomento di conversazione. Da qualche mese ha cominciato ad andare da una psicologa, che mi sembra una brava donna, non invasiva, con lei parla ma probabilmente lei non lo conosce come lo conosco io. Project, certe volte mi chiedo che cosa posso fare per lui, perché gli voglio bene. È evidente che lui non vuole rimettersi con me e penso che al momento non voglia stare con nessuno ed è proprio questo che mi spaventa, perché penso che la solitudine possa essere una trappola senza uscita. Quando mi chiama, alle ore più improbabili del giorno e della notte, non so mai come reagire, cerco di assecondarlo, ma mi rendo conto che il dialogo è limitato, però penso che comunque è meglio di niente e poi, onestamente, mi fa proprio male vederlo così prostrato e dipendente, è come se ormai per lui tutto girasse intorno  al sesso trasgressivo, che per lui è un interesse proprio perché è trasgressivo. Qualche anno fa, quando non stavamo più insieme, lui mi ha parlato molto di sé e io so, come lo sa lui, il perché di tutto questo. Project, guarda, lui è un ragazzo di una intelligenza mostruosa, quando è veramente lucido, e poi è estremamente diretto, non fa mai giochetti psicologici, non segue strategie, e dice quello che veramente pensa. Io sento ancora una forte attrazione verso di lui, se dipendesse solo da me, non ci penserei due volte e mi rimetterei con lui, ma il fatto è che lui non vuole questo, probabilmente cerca una persona che condivida con lui il fascino del sesso trasgressivo per sentirlo come una cosa normale della quel si può anche parlare senza problemi e che può essere accettata. Project, quando dico sesso trasgressivo non ti immaginare cose folli, per lui la trasgressione eccitante è solo una, quella del tradimento, del doppio gioco, del tenere un piede in due scarpe, dell’andare a letto con uno senza dirlo all’atro, ma tieni presente che quando lui queste cose le ha fatte è stato lui stesso che poi lo ha detto, come se questo, chiamiamolo così, sesso con tradimento della fiducia, dovesse essere accettato e in qualche modo approvato. A parte il fatto che queste cose sono state rarissime eccezioni, anche se nella sua memoria hanno lasciato una traccia profonda. Aggiungo che un comportamento del genere, probabilmente, non avrebbe poi messo in crisi nulla, se fosse stato un’eccezione come in realtà era. Rimettermi con lui, oggi come oggi, è una eventualità assolutamente impraticabile, anche se penso che non sarebbe poi un’ipotesi tanto da scartare, non fosse altro perché io gli voglio bene veramente e lui con me ha un dialogo che non credo abbia con nessun altro. E allora che cosa fare? Se provassimo a rivederci ogni tanto, per esempio ogni due settimane, finiremmo inevitabilmente a letto a fare un po’ di sesso, che però sarebbe fortemente condizionato dai ricordi del sesso trasgressivo e alla fine pure lui si sentirebbe a disagio (è già successo). Io ho rinunciato ad avere un mio progetto per il futuro e il mio desiderio è quello di non lasciarlo solo, ma non so che cosa fare. Nei suoi momenti neri, quando cerco di aprire con lui un discorso più sostanziale, lui mi zittisce e mi chiede di non cambiare argomento e torniamo a parlare dei ricordi del sesso trasgressivo. La sua presenza nella mia vita è una costante ormai da molti anni e lo è tanto più adesso perché lo vedo a disagio. Non vuole che io gli dica che gli voglio bene e mi dice: “E basta con queste cose sentimentali!” E si torna ai soliti discorsi. Eppure non più di un paio di mesi fa, lo avevo visto in modo molto diverso, il rapporto con la psicologa funzionava e lui stava uscendo dall’idea quasi ossessiva di vivere, o meglio di non poter vivere una storia d’amore. In realtà, però, era come se avesse semplicemente accettato l’idea che non avrebbe mai avuto una storia d’amore, ma non perché nessuno si sarebbe innamorato di lui, ma perché lui non si sarebbe mai innamorato veramente di nessuno. Project, mi porto dentro tanta malinconia e non so che cosa fare, ne sono ancora innamorato e mi sento veramente allo sbando. I miei sogni non si combinano con i suoi, e io sono anche disposto ad adeguarmi ai suoi ma non so come e soprattutto temo di potere essere un rimedio peggiore del male. La storia finisce qui. Il futuro è molto incerto e non ho punti di riferimento di nessun genere. Che devo fare, Project?
Alessandro
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