“Cucciolo mio,
tu non ti sei nemmeno accorto di me, quando mi passi vicino mi vengono i brividi, ma come fai a essere così bello? Ma io una bella cotta per te me la sono presa... che dici? Ci possiamo provare? Per me sarebbe una cosa meravigliosa... ma per te non lo so... anzi proprio non so come la potresti prendere. La faccia di dirtelo di persona non c’è l’ho ma quando ti vedo mi sciolgo del tutto. Ti amo Cucciolo! Ti bacerei per ore ma non si può, se mi becca la professoressa mi scotenna, e poi mi vergogno terribilmente... Bacioni! Marco”.
Quando l’ho riletta poteva andare ma quel “Marco” sotto ci stava proprio male... troppo pericoloso e allora c’ho messo solo una M puntata, così mi sembrava perfetta. L’ho scritta a mano, non al computer, c’ho disegnato tanti cuoricini rossi... insomma l’ho fatta carina carina. Non sapevo come mandargliela, non gliela potevo mandare per posta perché l’indirizzo non lo sapevo e chiederglielo sarebbe stato come fargli la dichiarazione. Allora ho deciso che gliel’avrei messa nella cartella e il giorno dopo ho fatto proprio così. Poi sono stato ad aspettare. La mattina non s’è accorto di niente, quando siamo usciti mi ha detto ciao, ma niente di più di quello che fa sempre. Io aspettavo di vedere l’indomani che cosa sarebbe successo. Quando è arrivato era tutto contento, evidentemente il biglietto l’aveva trovato. Ci siamo salutati ma niente di più, anche se lui stava decisamente su di tono. Alle prime due ore c’era il compito di Inglese e l’abbiamo dovuto fare, a proposito, io avevo fatto un macello ma non me ne fregava niente perché stavo aspettando le sue reazioni. A ricreazione si va a cacciare in mezzo a un crocchietto di ragazze, io gli volevo dire: “Oh! Io sto qua eh!”. Le stuzzicava, le provocava, e lui in genere queste cose non le fa mai. Insomma, il giorno appresso più o meno la stessa storia. Io mi chiedevo, ma il biglietto l’ha trovato o no? Non sapevo proprio che pensare. A terzo giorno, ma poteva essere pure il quarto, Matteo viene da me, mi dice: “dopo, a ricreazione ti devo parlare” e me lo dice in tono serio. Io faccio solo cenno che va bene. Alla ricreazione ce ne andiamo in giardino in un posto dove non va mai nessuno e lui mi dice: ”Che pensi di Manuela?”. Io gli dico quello che penso e lui mi chiede: “Ma, secondo te, s’è innamorata di me?” Io gli ho detto: “No! perché?” Ovviamente lui il perché non me l’ha detto, poi mi ha chiesto più o meno la stessa cosa anche di Michela. Nella classe nostra ci sono solo due ragazze col nome che comincia per M. Insomma, era chiaro che il biglietto l’aveva trovato ma l’aveva preso per il biglietto di una ragazza, è per questo che era così contento, però, ovviamente, lui non me l’ha detto, in questo è cavaliere, non chiacchiera troppo. E io che dovevo fare? Gli dovevo dire: “Senti Matteo, a quelle di te non gliene frega niente! Sono io che mi sono innamorato di te!” ma come si fa a dire una cosa del genere? Matteo s’era esaltato perché pensava che fosse una ragazza e invece lui ragazze non ne trova, non lo cercano proprio e non capisco perché, a me sembra bellissimo, ma sulle ragazze non fa colpo. Insomma è finita che dopo la scuola sono rimasto a parlare d’amore con Matteo... ma non era così che volevo parlare d’amore con lui! Ma che devo fare? Io non mi sento nemmeno tanto imbranato ma in queste cose sono un deficiente totale, però non è facile, non è facile per niente. Almeno adesso una cosa la so, Matteo è etero spaccato! E le ragazze non lo vogliono! ma non è giusto! Comunque è così e non ci posso fare niente. Chissà quanti ragazzi gay ci stanno a scuola mia... però se sono tutti imbranati come me qui non si combinerà mai nulla... Ci sono... certo che ci sono, ma quali? Loro c’hanno paura e io pure c’ho paura quindi finisce tutto lì. ma vi sembra giusta una cosa del genere? Il problema per noi è riconoscerci... io con Matteo c’ho provato... vabbe’, è andata a finire così... ci riproverò con qualche altro! Non mollate! Mi raccomando! Ciao!
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