venerdì 22 maggio 2009

SONO GAY MA NON MI INNAMORO DI NESUNO

Ciao Project,
quando ho trovato progetto gay sono rimasto di stucco, praticamente è una delle pochissime cose serie che esistono in rete sui gay, a me è stato utilissimo, è più di un anno che o seguo. Ti giuro, quando lo apro e non ci trovo niente di nuovo (ma succede di rado) ci resto proprio male. Ho 21 anni e solo adesso sto cominciando a capire il senso delle cose relative al sesso. La mia famiglia è molto cattolica, sono brave persone, non lo posso negare, ma per loro l’idea che si possa essere gay in modo serio è proprio inconcepibile, la vedono necessariamente come una degenerazione morale, una specie di dispetto che uno vuole fare a qualche altro, per loro i gay sono proprio degenerati e se sapessero che hanno un figlio gay ci starebbero malissimo e io probabilmente finirei in terapia da qualche parte, naturalmente, dal loro punto di vista “a fin di bene”. Ma io voglio vivere la mia vita, è quasi un anno che mi sono liberato dai condizionamenti della religione e mi sento molto meglio. Ho letto in progetto gay parecchie cose che ho sperimentato anche personalmente dei condizionamenti che un ragazzo gay può subire se ha avuto un’educazione molto religiosa e molto repressiva, e in quegli articoli mi sono ritrovato. Ho avuto una marea di complessi con la masturbazione, mi sentivo proprio in colpa in modo profondo, era diventata una specie di fissazione con l’idea di confessarsi e di resistere a tutti i costi. Poi mi sono detto: ma che senso ha tutto questo? Ma che sto facendo di male? Ma perché mi devo sentire così? In nome di che cosa? Perché alla fine è proprio una cosa una cosa assurda. Diciamo che adesso complessi di quel genere non ne ho più, ma credo che la mia sessualità si fermerà per sempre lì, perché mi sento condizionatissimo. Se c’è un ragazzo che mi piace lo evito, se mi capita l’occasione di parlarci faccio la figura del deficiente perché non riseco nemmeno a guardarlo in faccia. E poi chi lo vorrebbe uno come me? Bello non lo sono mai stato, anzi. Ho una famiglia che penso scoraggerebbe chiunque e poi mi sento terribilmente imbranato. In pratica io un po’ di cose serie sulla sessualità le ho trovate solo su progetto gay, ma non mi sono mai innamorato di un ragazzo e qui c’è il mio più grosso punto interrogativo: non mi sono mai innamorato perché mi sono represso oppure non mi sono mai innamorato perché in realtà a me dei ragazzi veri non mi interessa nulla e per me sono solo delle immagini sulle quali fantasticare? In fondo che sono gay lo so da tantissimo tempo ma non mi sono mai innamorato di nessuno e mi sento proprio completamente indifferente di fronte alle persone reali. Forse non ho conosciuto i ragazzi giusti, non so che dire ma mi sento freddo dal punto di vista emotivo, incapace di sentimenti veri, io so pensare solo a me stesso. Forse è questo il mio problema più grosso, l’indifferenza. Se vuoi questa lettera pubblicala. Sotto ti riporto il mio contatto msn, se ti va di parlare un po’ con me a me farebbe piacere.
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PENSAVO CHE FOSSE GAY MA AMA UNA RAGAZZA

Ciao Project, ho girato parecchio in rete alla ricerca di non so nemmeno io che cosa, poi ho trovato progetto gay e mi è sembrata una cosa diversa, certo però che sto messo male a parlare con uno sconosciuto (scusa se dico così di te che no te lo meriteresti) perché non trovo una valvola di sfogo da nessuna parte. Ho 27 anni, che sono gay lo so da sempre e mi sta bene così ma mi sento terribilmente solo. Questa lettera è il primo tentativo che faccio per provare a rompere il muro della solitudine. Io ho la mia solitudine e basta, avventure che possano chiamarsi tali proprio nessuna, almeno non ho la paura dell’hiv, ma dico nessuna anche a livello di amicizia, anche a livello di sfogo, anche a livello di poter parlare di me con un minimo di sincerità a una persona che possa capire. Niente! Solo false storie con ragazzi che hanno l’unica colpa di essere troppo belli perché io non li osservi, e allora ci costruisco sopra castelli in aria per anni e poi mi accorgo che sono etero e soprattutto che io per loro non conto assolutamente nulla o quasi. Esco in questi giorni dalla mia seconda falsa storia che è durata quattro anni e mi chiedo come ho fatto a buttare 4 anni della vita appresso a un ragazzo che in effetti non si è mai curato di me. Non posso accusarlo di niente, perché lui non si è accorto di niente. All’inizio ero contentissimo, non mi sembrava vero di conoscere uno così, sorridente, sincero (perché lo è). Uno pensa: se io mi sono innamorato di lui in qualche modo lui se ne deve essere accorto. Davo un senso a ogni sua parola ma sempre e solo leggendo le cose a mio vantaggio. Vivevo dei suoi sorrisi, dei suoi sorrisi rubati. Siamo amici e lo resteremo. Esternamente tra noi non è cambiato nulla, più amici di prima, almeno all’apparenza, ma ho capito che lui non c’è. Due settimane fa mi aveva confidato che si era innamorato di una ragazza, me lo ha detto in modo emotivo, quasi mi faceva tenerezza che mi dicesse una cosa del genere, mi sentivo il suo confidente ed ero molto gratificato. Poi, cinque gironi fa, li ho visti per caso in un parco che si baciavano. Lui era proprio perso, in estasi. Io ho fatto finta di non aver visto e mi sono allontanato ma come ci sono rimasto te lo puoi immaginare. In fondo lo sapevo che sarebbe successo, stavo giocando col fuoco e sono rimasto bruciato. In fondo gli voglio ancora bene e credo che gliene vorrò sempre ma la sua vita è un’altra e l’ho capito quando l’ho visto baciare la ragazza. Mi sento come se mi fosse caduto il mondo addosso, razionalmente dovrei cominciare a cercare un altro ragazzo, ma come? Dove? Un altro etero come lui? Project, non ne posso più, essere gay è stressante. Sono stanco, comincio a pensare che ormai sto andando avanti con gli anni e che non ho concluso nulla e soprattutto non concluderò mai nulla. In pratica la mia vita è solo una lunghissima attesa. Immagino che tu sia assillato da tanti ragazzi che non sanno dove sbattere la testa, però se ti andasse di sentirne uno in più ti mando io mio contatto msn (omissis). Ho bisogno di sfogarmi un po’. La mia lettera è generica ma non ti conosco. Vedi come sono incoerente, ti scrivo per parlare con te e poi non ho il coraggio di scrivere, forse su msn è diverso. Speriamo. Ciao.
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martedì 19 maggio 2009

MASTURBAZIONE GAY

Dalle statistiche relative ai siti di Progetto Gay si rilevano due dati molto significativi:

1) Le chiavi di accesso a Progetto Gay di gran lunga più frequenti sono relative a temi connessi con la masturbazione

2) I tempi di permanenza degli utenti sulle pagine che trattano temi connessi alla masturbazione sono molto superiori al tempo medio di permanenza sulle pagine di Progetto Gay.

Se ne deduce non solo che i lettori che arrivano a Progetto Gay cercando contenuti relativi alla masturbazione sono moltissimi ma che essi leggono effettivamente gli articoli. Poiché i contenuti di Progetto Gay sono reali e non hanno nulla a che vedere con la pornografia, risulta evidente che molti utenti che arrivano su Progetto Gay cercano contenuti seri relativi alla masturbazione o almeno si fermano a leggerli.

Questo post intende trattare i temi più tipicamente connessi alla masturbazione gay sulla base dell’esperienza maturata nelle chat con i ragazzi. In questo senso ho cercato di esemplificare situazioni reali per favorire la concretezza del discorso.

I temi che tratterò saranno:
1) Masturbazione e orientamento sessuale
2) Masturbazione e sensi di colpa
3) Masturbazione e sessualità di coppia
La trattazione sarà necessariamente non sistematica per dare spazio alla realtà nella sua varia articolazione.

Occorre fare una premessa. A differenza di quanto accade per i ragazzi etero, in genere parlare di masturbazione con ragazzi gay non crea problemi.

I ragazzi etero, che non incontrano troppe difficoltà a vivere il sesso di coppia, tendono a fare battute sulla masturbazione e a considerarla una forma di sessualità degradata, di serie B rispetto alla sessualità di coppia, mentre parlano in modo disinibito della sessualità di coppia, manifestano spesso imbarazzo a parlare di masturbazione.

I ragazzi gay, per i quali vivere una sessualità di coppia non è certo la regola ma l’eccezione, considerano la masturbazione una forma di sessualità importante che, per loro, è spesso l’unica forma di sessualità possibile, e quindi ne parlano seriamente.

MASTURBAZIONE E ORIENTAMENTO SESSUALE

Un ragazzo scrive:

“In erezione pensando a una ragazza? Beh, fino a poco tempo fa succedeva, ma anche adesso, ma è una cosa forzata, controvoglia. Fino a poco tempo fa era una cosa confusa, pensavo sia ai ragazzi che alle ragazze, però mi rendo conto che sono gli uomini ad eccitarmi. Già da parecchio mi masturbavo pensando soprattutto a uomini. In ogni caso al momento dell’orgasmo prevaleva sempre la figura maschile. Da quando mi sono innamorato mi masturbo solo pensando a quel ragazzo. Però ho una specie di nostalgia dell’etero, mi dispiace archiviarlo per fare prevalere il fatto di essere gay, la cosa mi turba e anche il problema della masturbazione non l’ho risolto, è come se mi sentissi in colpa di provare quello che provo e mi vergogno, mentre dall’altro lato sono contento e mi sta bene, però non riesco a fare prevalere la felicità e allora faccio fantasie anche sulle ragazze.”

Un altro ragazzo scrive:

“Nel crescere sentivo delle pulsioni gay ma anche etero e non sapevo distinguerle e lo stesso fatto di masturbarmi mi creava problemi perché mi sentivo in colpa. Sentivo pulsioni per i ragazzi ma mi sentivo attratto a livello mentale dalle ragazze. Non mi sentivo come gli altri ragazzi, loro prendevano sempre giornaletti porno perché all’uscita da scuola si riunivano perché, come dicevano, si masturbavano insieme guardando i film porno. Io non mi sono mai accodato a loro, con le ragazze ho provato ma niente! La masturbazione poi era un po’ un tabù. Non è che pensavo a qualcosa in particolare. La maggior parte delle volte che mi masturbavo non pensavo a qualcosa in particolare o forse sì ma non lo volevo pensare. Quando ho cominciato a pensare di essere gay masturbandomi pensando ai ragazzi o cercando foto di uomini nudi, pensavo di avere una doppia vita, una etero e l’altra quella della masturbazione, sempre con foto di uomini nudi, e questo mi confondeva molto. Man mano che crescevo mi masturbavo sempre più pensando ai ragazzi. In quel periodo ho avuto una ragazza per due anni e una volta (unica volta) abbiamo pure fatto l’amore. Poi una volta mi è capitato di incontrare lo sguardo di un ragazzo e sono finito a masturbarlo il giorno stesso, dopo mi sentivo proprio un pervertito. C’è stato anche un periodo in cui ho avuto due ragazzi contemporaneamente che non sapevano l’uno dell’altro ma mi sentivo a disagio in modo terribile, allora non riuscivo nemmeno a masturbarmi e avevo rapporti con tutti e due anche se in giorni diversi, però è stato bruttissimo, soprattutto perché li stavo imbrogliando entrambi. Adesso non ho più nessun ragazzo da alcuni anni e da un anno circa ho una ragazza ma mi masturbo sempre ricordando quello che era successo prima, cioè pensando ai ragazzi, e mi sento in colpa terribilmente nei confronti della mia ragazza perché lei di tutto questo non sa nulla e se lo sapesse non mi vorrebbe e forse farebbe bene.”

In molti casi, l’80% e più, un ragazzo comincia a concepire l’idea di essere gay proprio dal fatto che le sue fantasie masturbatorie sono orientate verso i ragazzi e non verso le ragazze. In genere il riconoscimento e l’accettazione della propria omosessualità procedono per gradi e provocano problemi di instabilità emotiva non indifferenti perché i ragazzi capiscono che il loro mondo sessuale non è come quello degli altri e che questo fatto avrà conseguenze sulla loro vita.

Tra i ragazzi che finiscono per riconoscersi gay circa il 25-30% ha avuto in precedenza una fase etero, questi ragazzi, condizionati dalla famiglia, dalla religione ma spesso anche da un imprinting sessuale etero molto precoce, hanno sviluppato una sessualità imitativa etero e per loro anche la scoperta della masturbazione e l’esercizio della sessualità masturbatoria, almeno per alcuni anni, avviene con fantasie esclusivamente o prevalentemente etero. Spesso questi ragazzi hanno avuto una ragazza con la quale hanno avuto rapporti affettivi e anche sessuali, e non sono rari i ragazzi gay che hanno vissuto una sessualità etero molto intensa. La maggioranza dei ragazzi gay, ossia quel 70-75% che non ha vissuto una fase etero, si riconosce gay in età moto giovane in pratica al tempo della scoperta della masturbazione che è fin dall’inizio e resta definitivamente strutturata sulla base di fantasie sessuali gay. Quel 25-30% dei ragazzi gay che ha vissuto una fase di sessualità etero arriva a riconoscersi gay dopo un processo di accettazione molto più lungo e complesso. In pratica, lentamente ma progressivamente, tra i 18-19 anni e i 22-23, ma anche molto oltre, entrano nella sessualità di questi ragazzi elementi tipicamente gay, sia in forma implicita (amicizie affettuose, spirito di gruppo, ecc.) che in forma esplicita (andare in erezione e/o masturbarsi pensando ai ragazzi). In genere la coesistenza di fantasie masturbatorie gay ed etero è vissuta come problematica soprattutto per l’avvertita incertezza dell’orientamento sessuale. Molti ragazzi in uscita dalla precedente fase etero vivono dei periodi, anche di anni, senza riuscire ad identificare esattamente il proprio orientamento sessuale, per loro la masturbazione è spesso problematica e oscillante tra gay e etero e ciò li induce a pensare di essere bisessuali (ipotesi il più delle volte poco realistica e giustificata solo dalla volontà di evitare di prendere coscienza al 100% dell’identità gay), oppure è orientata quasi esclusivamente in direzione gay ma è repressa, all’apparenza per motivazioni di carattere morale o religioso ma in realtà perché a contenuto gay. È classico il caso dei ragazzi che cercano di forzarsi alla masturbazione in chiave etero. Quando si masturbano pensando alle ragazze e la cosa va anche parzialmente bene non sono pienamente soddisfatti ma non provano sensi di colpa, quando lo fanno pensando ai ragazzi provano una autentica soddisfazione sul piano sessuale cui fa seguito un senso di colpa più o meno profondo. In questi casi il problema non è nella masturbazione ma nella sua valenza gay. Spesso quando la masturbazione è vissuta come un indice di omosessualità non accettata i ragazzi tentano di eliminare l’omosessualità cercando di evitare ma masturbazione, cosa quasi impossibile, che dà origine ad una lotta con se stessi che può essere estenuante. Se poi la fuga dalla masturbazione gay è favorita da scrupoli di natura religiosa sostanziale, le due motivazioni si rafforzano reciprocamente e la masturbazione può essere sentita come una tentazione degradante da respingere con ogni mezzo. Non è raro il caso di ragazzi sessualmente repressi in questo senso che cercano quasi di auto-convincersi che in fondo anche la chiesa accetta o almeno tollera la masturbazione e l’omosessualità, che quindi in fondo potrebbe anche essere accettata. Per questo ragazzi la sessualità non è libera e per loro qualunque attività sessuale non esplicitamente autorizzata porta a forti sensi di colpa. In genere questi problemi tendono ad attenuarsi dopo i 18 anni, quando la dimensione autonoma della sessualità tende a prevalere sulla morale che viene dall’eterno.

Molti ragazzi che vivono una masturbazione non univocamente orientata praticano esperimenti sessuali consistenti nel cercare tecniche finalizzate all’idea di imporsi delle fantasie etero o parzialmente etero o di aumentare la percentuale di masturbazioni orientate in direzione etero, oppure nel cercare di masturbarsi senza concentrasi su fantasie sessuali ma limitandosi ad una pura eccitazione fisica o nel dare alla masturbazione gay una valenza negativa considerandola solo sesso e non amore, mentre l’amore sarebbe capace di nobilitare la masturbazione in chiave etero. In tema di esperimenti sessuali è significativa e spesso molto frustrante l’idea di potere tentare esperienze di sesso etero senza mai avere avuto una masturbazione orientata in direzione etero, in buona sostanza scegliendo la sessualità etero di coppia come prima opzione a livello puramente astratto e cercando di mettere in pratica le proprie scelte. Paradossalmente, se l’esito dell’esperimento è totalmente negativo le conseguenze vengono metabolizzate in tempi brevi, se l’esito è in invece più o meno positivo, in genere le cose si complicano, perché si tende a costruire sulla base di quell’esperienza una ipotesi assai fragile di essere etero. Se dopo l’esperimento sessuale etero si instaura una nuova fase di masturbazione etero sulla base dell’esperienza sessuale vissuta, l’illusione di essere etero appare ancora più fondata. In questi casi però la masturbazione gay non si perde del tutto. Sono questi i casi tipici che portano dei ragazzi gay non giovanissimi al matrimonio, dopo la rimozione più o meno spontanea dell’identità gay, che comunque, anche se in sordina, resta sempre presente.

Molti ragazzi hanno un’idea della omosessualità fortemente centrata sulla sessualità esplicita, cioè non la identificano come una forma d’amore ma come una forma di sessualità che ha poco a che vedere con l’affettività

“Durante la masturbazione fantasticavo sui ragazzi all’inizio mi attraevano solo sotto il punto di vista sessuale e sono stato in bilico tra amore e sesso, sesso con i maschi e amore con le donne. I primi dubbi sul mio orientamento sessuale li ho avuti proprio attraverso le fantasie masturbatorie che non erano tutte sulle ragazze. Poi piano piano ho capito quello che volevo veramente. Mi sono sempre chiesto che rapporto c’è tra desiderio, masturbazione, sessualità e affettività”.

Talvolta i ragazzi hanno l’impressione che la loro vita sarebbe stata certamente etero se non avessero incontrato il ragazzo che ha fatto perdere loro la testa ed è stato la causa dell’avvio della masturbazione in chiave gay, che prima non esisteva.

“Prima di incontrare quel ragazzo io non avevo alcun problema sessuale e mi ero pure innamorato di una mia amica che mi piaceva e pure molto sotto il profilo sessuale. Poi è arrivato lui ed è cominciato il disastro, ho cominciato ad andare in erezione pensando a lui e quando stava vicino a me, ho cercato in tutti i modo di non pensarci ma bastava che lo vedessi e tutti gli sforzi erano vani, cioè io avevo la mia ragazza ormai ma lui mi tornava in mente e andavo in erezione e cercavo di cacciare quei pensieri cercando di pensare sessualmente la mia ragazza, ma lui mi tornava in mente sempre peggio. Alla fine purtroppo mi sono masturbato pensando a lui e la cosa mi è sembrata stranissima,era un po’ come se avessi violato un tabù, era la prima volta e non ero mica così giovane, mi sono detto, ma che è successo? Ma come può essere? Io gay? Ci sono stato malissimo, però lui continuava a tornarmi in mente e io continuavo a cacciarlo via come potevo, poi mi sono un po’ consolato con l’idea di essere bisex, sempre meglio che gay. Adesso quando mi masturbo pensando a lui e mi sento a disagio ma per un’altra ragione, cioè lui non se lo immagina nemmeno, noi siamo amici, lui mi rispetta molto e non credo che abbia capito proprio niente di quello che mi passa per la mente, perché adesso nel pensare a lui non mi reprimo proprio più, anche se in effetti ho pure la ragazza. Lo so che è tutto terribilmente incasinato, ma io sono fatto così, penso di essere bisex solo perché ho incontrato lui perché prima non avevo desiderato mai nessun altro ragazzo. Ma uno puoi essere bisex perché si prende una cotta per un ragazzo solo? Poi c’è un’altra cosa, e questa è un po’ strana, io riesco a fare sesso con la mia ragazza solo pensando a lui, fare sesso con una persona solo pensando che vorresti stare con un’altra non è il massimo, ma è e così. Comunque lei di questo non sa nulla”.

Spesso i ragazzi con fantasie masturbatorie non univoche si convincono di essere bisex perché la cosa sembra loro più accettabile a livello teorico dell’essere gay. Gli esperimenti sessuali che ne conseguono sono una forzatura della sessualità e, quasi inevitabilmente, si concludono con esisti insoddisfacenti.

“Ho conosciuto un ragazzo in chat, prima abbiamo parlato del più e del meno e poi siamo finiti a parlare di discorsi intimi e mi sono eccitato in modo impressionante però, dopo, quando ho provato a masturbarmi, stamattina, è stata una cosa diversissima dalle altre volte e non ho goduto come si dovrebbe, diciamo che è stata una cosa forzata anche se è stata un’eccitazione interessante. Non pensavo nemmeno a quel ragazzo o solo un momento ma a qualunque cosa pensassi non mi ha dato la forza di andare avanti. Una cosa strana che non riesco a spiegarmi. Non ero poi così tanto eccitato. Non pensavo nemmeno a un ragazzo in particolare. Ho provato a pensare a ragazze ma è stato peggio, mi ha provocato disagio, disgusto. L’ho fatto anche un po’ per vedere se provavo disgusto ma ho proprio sperimentato che è così. Comunque quando mi masturbo e penso ai ragazzi devono essere ragazzi veri, non porno, quelle cose mi sanno proprio di falso”.

In certi casi la masturbazione in chiave gay è vista come un male difficilmente evitabile ma che sarebbe bene evitare.

“Mi era capitato di avere dei sogni bagnati quando sognavo un mio compagno delle superiori e ho cominciato a masturbarmi pensando a lui. La cosa era strana, normalmente quando stavamo a scuola insieme non mi eccitava, non mi era del tutto indifferente ma, insomma, nessuna reazione fisiologica, nessuna erezione, però quando poi stavo solo a casa mi eccitava moltissimo ma solo a fantasia, però io razionalmente non volevo avare quelle fantasie, diciamo che in astratto mi sembravano cose sbagliate, ma anche adesso, non mi piace neanche adesso l’idea di masturbarmi anche se poi finisce che lo faccio, cioè non è razionale farlo, non ha senso ma non è che lo condanno e poi le fantasie sessuali ce le ho lo stesso indipendentemente dalla masturbazione, io penso che la masturbazione deriva dal fatto che non mi sono mai innamorato, perché se mi innamorassi di un ragazzo penso che non avrei più motivo di masturbarmi, la masturbazione è una cosa stupida perché non è un piacere condiviso. Diciamo che durante la masturbazione penso a come vorrei essere, io fisicamente non mi accetto molto, penso a come vorrei essere più che a un altro ragazzo, cioè l’altro è secondario. Di una cosa sono sicuro, non sono mai riuscito a pensare in concreto di masturbarmi pensando a una ragazza”.

I ragazzi che avvertono e non accettano le pulsioni della loro identità gay si costituiscono talvolta due distinte identità, una solare, diurna, pubblica, etero o senza alcuna coloritura sessuale e una notturna, privata, gay, legata alla masturbazione.

“Quando ne ho voglia, già l’idea di farlo mi eccita. Però se provo a concentrarmi su delle fantasie faccio fatica a rimanere concentrato, adesso, proprio ultimamente riesco un po’ a pensare a qualcuno, ma solo per poco tempo e mi distraggo subito dalla mia fantasia, questo quando mi masturbo, quando non mi masturbo invece le fantasie mi vengono e se sono abbastanza eccitato dopo mi masturbo ma non sul momento.

Avevo fantasie soprattutto la notte, non sogni, proprio prima di addormentarmi, cercavo di scindere il girono e la notte pensavo ai ragazzi solo di notte ma di giorno cercavo di dimenticarmi tutto, proprio una scissione di identità. Pensavo a ragazzi nudi, che li baciavo e che li abbracciavo, a volte anche a sfondo sessuale, andavo in erezione ma non mi masturbavo, mi piaceva soprattutto fantasticare. Pensando alla ragazze non andavo in erezione e allora pensavo ai ragazzi e lì cominciavo a stare male con me stesso, un po’ in crisi con la mia fede e con la religione. E la cosa che più mi pesava era sentirmi dire da tutti che si masturbavano, il problema non era quello della masturbazione perché ai preti sembrava che non gliene importasse nulla o quasi, ma quello della omosessualità che la chiesa condanna. Io non sono ipocrita e ho deciso di non voler più essere cristiano. Mi dicevo che gli altri pensano alle ragazze e anche io devo poter pensare a quello che voglio perché in fondo non faccio male a nessuno”.

In alcuni casi la masturbazione praticata solo per fare qualcosa risulta svuotata del suo significato sessuale.

“La masturbazione non andava un gran che, anche se non avevo problemi fisici, e allora ho mollato e l’umore è migliorato molto. Insomma certe volte cominciavo ma poi mi distraevo e me ne passava proprio la voglia, cioè alla fine lo fai quando hai una spinta forte, se no a che serve? Io ho delle fantasie affettive di giorno ma quando mi masturbo sono completamente diverse. Di girono non ho vere fantasie sessuali, quando mi capita guardo dei porno e un po’ funziona. Certe volte riesco a masturbarmi più intensamente del solito e penso che sia proprio per questo motivo che oggi sono così allegro e mi sento così bene con me stesso. In effetti per me il sesso è solo la masturbazione, e non ho molte persone su cui fare le mie fantasie”.

Il rifiuto della masturbazione può essere radicale e motivato da argomenti concreti anche se opinabili.

“Non è che cerco di svalutare la masturbazione, non ci penso proprio, non mi forzo, proprio non mi passa per la testa. Quelle rare volte che mi masturbo cerco di farlo nel migliore dei modi. Ho letto su un post che alcuni immaginano di masturbare un ragazzo mentre si masturbano e l’ho fatto anche io. Ma l’ho fatto per fare la cosa giusta perché avevo letto che si fa e volevo adeguarmi. Adesso non vado più su siti porno da qualche mese, prima sì, di recente ci sarò andato due o tre volte al massimo. Mi masturbavo su quello che vedevo, lì per lì mi veniva spontaneo, ma poi mi tornava una tristezza profonda, proprio un senso di colpa, come se stessi facendo un torto al ragazzo che cercavo di immaginare, un abusare di lui. La masturbazione mi sembra una cosa infantile, egoista, più da bestie che da persone, me ne vergogno non mi piace farmi dei viaggi tra fantasie immature. Cioè le fantasie sessuali mi sembrano cose sciocche. Vedi, adesso c’è un ragazzo che mi piace ma io non mi masturbo pensando a lui, e anche con un altro ragazzo che mi piaceva prima l’ho fatto solo un paio di volte prima di dichiarami con lui ma dopo no, perché lo volevo lasciare intatto, non lo volevo contaminare con queste cose. Quando mi innamoro non mi viene il desiderio perché quel ragazzo è una cosa sacra. Prima non ero così negativo sulla masturbazione, quando avevo qualche compagno di scuola che mi eccitava a scuola mi reprimevo, poi tornavo a casa e quando ero solo lo facevo. Ma adesso è raro che mi masturbi, è un gesto che non ha nulla a che vedere con la realtà, non ha senso cercare di immaginarsi un ragazzo che sta con te, è un po’ come abbracciare il cuscino”.

La masturbazione per i ragazzi sessualmente più ansiosi e insicuri si presenta spesso come una specie di sessualità di rifugio in cui non c’è il timore di fare brutte figure.

“Io la sessualità gay l’ho vissuta in pratica solo con la masturbazione. Un contatto fisico con un ragazzo l’ho vissuto solo tre volte ma ero agitatissimo, insomma diciamo che quando mi trovavo veramente in situazione mi venivano mille preoccupazioni per la testa ma non per malattie o cose simili, cioè mi venivano anche magari solo per masturbarci ognuno per proprio conto uno di fronte all’altro, che poi è stato solo questo, in teoria dovevo essere eccitatissimo, ma quando stavo lì perdevo l’erezione o non veniva proprio. A pensare che sarei stato con quel ragazzo andavo in erezione fortissima, ma poi quando stavamo insieme non succedeva proprio, cercavo di masturbarmi il più forte possibile ma era una cosa frustrante, come un modo per rattoppare qualche cosa. Poi quando me ne tornavo deluso a casa mia, su quel ragazzo mi masturbavo moltissimo e non avevo nessun problema di erezione, in pratica io penso di potere vivere la sessualità gay solo con la masturbazione, è un po’ come un accontentarsi ma è così, può darsi che cambi, anzi lo spero”.

Non è raro il caso in cui la masturbazione risulti frenata da altri fattori oggettivi o semplicemente percepiti come oggettivi che sembrano interferire con la masturbazione stessa, è il caso dell’idea che la masturbazione possa rallentare lo sviluppo del pene o possa accentuarne la curvatura o possa aggravare problemi come il frenulo corto o la fimosi oppure possa indebolire la potenza erettiva. In alcuni casi anche minimi disturbi dell’erezione sono vissuti dai ragazzi in modo negativo e con una ripiegamento verso la depressione. I ragazzi più grandi, spesso dopo molte esitazioni e molti rinvii si decidono ad andare dall’andrologo, i ragazzi più giovani se non hanno un buon rapporto con i genitori ben difficilmente parlano con loro di questi problemi, dei quali peraltro non parlano nemmeno con altri ragazzi, l’idea che c’è qualcosa che non va si impadronisce di questi ragazzi che finiscono per rifiutare la masturbazione perché la riconnettono erroneamente ai loro disturbi. Bisogna tenere presente che i ragazzi che presentano piccoli problemi anatomici o funzionali dei genitali non sono pochissimi e che spesso questi ragazzi, durante l’adolescenza, non hanno neppure la consapevolezza che qualcosa non va. Questa consapevolezza si acquisisce in genere tra i 15/16 anni e può creare problemi psicologici non piccoli. Alcuni problemi, come la fimosi o il frenulo corto non sono in realtà grossi problemi e possono essere risolti senza eccessive difficoltà, altri, come la ritenzione testicolare, se protratti per anni possono avere conseguenze importanti. Purtroppo gli standard dell’educazione sessuale sono bassissimi e sarebbe estremamente utile che i ragazzi più giovani conoscessero l’anatomia maschile e almeno i più comuni problemi cui può andare incontro, ciò aiuterebbe a prevenire disturbi più seri e a ridurre la portata dei problemi psicologici connessi con la sessualità e con la masturbazione in particolare. Purtroppo queste cose sono ancora un tabù e diversi ragazzi sono costretti a pagare con situazioni di disagio il moralismo diffuso.

La masturbazione non è solo un modo di vivere la sessualità di chi non ha un partner o di chi ne è momentaneamente lontano, spesso è un proprio un modo di vivere la sessualità di coppia, in particolare quando il primo contatto fisico tra due ragazzi molto giovani è anche una forma di esplorazione reciproca della sessualità.

“Abbiamo avuto solo rapporti manuali. Da ragazzini sai c’è la mania del mostrarselo e abbiamo cominciato così, lui mi spingeva ma io rifiutavo io allora già mi masturbavo ma sapevo che lui non lo faceva e allora non potevo pensare di farglielo io però lui insisteva e me lo faceva vedere e mi dava materia per le mie fantasie masturbatorie. Poi, l’anno appresso, siamo passati alla masturbazione reciproca. A lui piaceva, cominciava sempre lui ma aveva scrupoli religiosi, falsi penso. Io so benissimo che ci sono tanti ragazzi che si masturbano in compagnia e a volte anche reciprocamente, senza che questo significhi per forza che ci sia omosessualità di fondo, però per tanti ragazzi gay questo è solo un alibi. Una volta oltre il solito confronto mi ha aperto i pantaloni e ha iniziato a masturbarmi. E l’ho fatto anche io. Piano piano la cosa ha perso l’alone del tabù ed è diventata normale. A me poi veniva normale perché nelle mie fantasie avevo già masturbato tanti ragazzi. Era una cosa che conoscevo bene perché la sperimentavo su me stesso e adesso con lui mi veniva proprio spontaneo, piano piano non ci sono state più riserve e nemmeno rituali per cominciare, era diventata una cosa ovvia di tutte le volte in cui ci si vedeva. Col mio secondo ragazzo era una fissa, mi masturbavo anche per mesi di fila con solo lui in mente, non avevo proprio nessun’altra fantasia erotica. Lui dominava la scena, ma immaginavo di essere sempre io a masturbarlo, non era mai lui a masturbare me. Io venivo perché veniva lui”.

Un’attenzione tutta particolare merita il tema della masturbazione per i ragazzi che sono stati oggetto di abusi sessuali.

“Diciamo che non era una cosa violenta, no. Non mi ricordo nemmeno quando è cominciata ma è andata avanti fino a 17 anni, non so quello che provavo e provo per lui, ho letto di ragazzi che hanno subito violenza vera, botte, cose del genere, con lui era cominciata per gioco, per me proprio quello era, almeno all’inizio o una cosa che si faceva e basta. Diciamo che in pratica l’ho solo masturbato, però io adesso sono gay per il fatto che lui ha fatto con me quelle cose e questo pensiero non me lo toglierò più dalla testa. In pratica da quando ho capito che cosa facevamo, diciamo dai 14 anni ormai ero consapevole che non ne sarei più uscito. Non mi sono mai masturbato e diciamo che, dopo che abbiamo smesso, il sesso a qualunque livello mi sembrava stomachevole. Mi faceva una rabbia non poter essere etero per colpa sua. Poi dopo pochi anni lui è morto di infarto, aveva 44 anni esattamente il doppio dei miei e io mi sono sentito meglio, il nostro segreto sarebbe stato solo mio.
Poi c’è stato Luca, un po’ mi piaceva, anzi molto, ma io non volevo essere gay, quando ho cominciato a masturbarmi pensando a Luca mi sono sentito malissimo perché lo riconnettevo a tutto quello che avevo passato fino ai 17 anni, per me i gay potevano essere sono persone come quelle che avevo conosciuto io. Luca era veramente un bravo ragazzo ci ho messo tantissimo tempo a dirgli come stavano le cose, lui ha reagito bene anche se è etero, però mi ha detto che pensare che mi aveva aiutato a venire fuori da una situazione simile gli aveva fatto veramente piacere. Insomma, dopo Luca per masturbarmi uso solo porno, i ragazzi veri è meglio che li lascio da parte”.

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giovedì 14 maggio 2009

FORUM PROGETTO GAY

Sono lieto di comunicare a tutti gli amici di Progetto Gay, che da oggi il FORUM PROGETTO GAY è nuovamente online, all’indirizzo:

http://progettogayforum.altervista.org

il nome è facile da ricordare e il servizio gode finalmente di un proprio separato data base il che significa che se ne può effettuare il backup. La piattaforma è affidabilissima. Le condizioni di sicurezza sono ottimali. Per dare vitalità al nuovo forum, che resterà quello definitivo di Progetto Gay, invito tutti coloro che erano già registrati sul vecchio forum a registrasi nuovamente su questo e ad usarlo e anche, ovviamente, a diffondere la voce circa la non utilizzabilità del vecchio forum, dato che non è possibile pubblicare su quel forum alcun avviso.

Cercherò in tempi brevi di trasferire sul nuovo forum il maggior numero di articoli possibile per alimentare il dibattito e per incrementare la presenza del nuovo forum sui motori di ricerca. Ricordatevi che un forum è solo uno strumento tecnico e che la ricchezza e il senso di un forum dipendono solo dai contenuti che gli utenti vi inseriscono.

Progetto Gay ha sempre avuto caratteristiche qualitative uniche di serietà e di onestà intellettuale. Chi arriverà sul Forum di Progetto Gay troverà un ambiente qualificato in cui potersi confrontare con persone interessate a conoscere e a capire la realtà del vero mondo gay, mille miglia lontano dai modelli che i media propongono.

Progetto Gay non ha nulla a che vedere con i siti di incontri e con le chat erotiche. Il Forum è stato predisposto a livello tecnico in modo da rendere impossibile qualunque azione di disturbo nei confronti degli utenti e di garantire la loro privacy in modo assoluto.

Ringrazio di cuore quanti mi hanno dato una efficacissima mano per rimettere in funzione il forum in brevissimo tempo, non li cito per motivi di privacy, ma è merito loro se la sosta è stata in fondo breve e se da oggi il FORUM PROGETTO GAY è di nuovo pienamente operativo.

sabato 9 maggio 2009

AVVISO AGLI UTENTI DI PROGETTO GAY

Avviso gli amici di Progetto Gay che il Nuovo Forum Progetto Gay http://progettogay.gratisforum.tv pur essendo accessibile in lettura, purtroppo, per ragioni tecniche non dipendenti da Progetto Gay, non recepisce nuovi messaggi. Abbiamo tentato la strada del forum di assistenza che però è sostanzialmente abbandonato. Stiamo provvedendo ad avviare un nuovo forum su una piattaforma che non presenti problemi. Per essere precisi il nuovo forum è stato avviato ma richiede notevoli perfezionamenti tecnici in termini di grafica e di definizione di struttura. Speriamo di poter dare al più presto l’annuncio dell’apertura al pubblico del nuovo forum.

venerdì 8 maggio 2009

SONO STATO ETERO E DEVO IMPARARE A ESSERE GAY

Ciao Project,

ho scopeto progetto gay da poco e mi ha colpito proprio, in pratica non c’è niente di simile su internet. Ho passato nottate intere a leggere. È una miniera inesauribile di cose che non ho mai trovato da nessun’altra parte e che sono proprio le stesse che mi trovo a vivere io. Ammetto che per la prima volta non mi sono sentito solo. Ho 24 anni, quasi 25, fino a pochissimo tempo fa non avrei mai immaginato di poter scrivere una mail come questa, cioè una mail a un sito gay. Vedevo un sacco di cose con scritto sopra gay ma non mi piacevano proprio. Ho pensato di essere io a essere strano, poi sono arrivato qui e mi sono detto che allora i gay come me esistono e che non sono poi così strano. In pratica fino a 24 anni ho fatto di tutto per convincermi di essere etero. Fino a 19/20 anni diciamo che non mi rendevo proprio conto del significato di certe cose. Avevo una ragazza ma mi masturbavo pensando ai ragazzi, però avevo la ragazza e facevamo pure un po’ di sesso, non proprio entusiasmante ma nemmeno deludente. Tanto mi bastava per dirmi: sono etero. Avevo un amico, Marco (nome falso), stavamo sempre insieme, io stavo con la mia ragazza solo quando non potevo stare con Marco. Marco è etero al 100% e questo ha reso praticamente impossibile qualunque approccio con lui, quindi stavamo bene insieme ma senza nessun riferimento al sesso, anche se mi masturbavo pensando a lui e lo facevo con tutta naturalezza come una cosa che in un’amicizia affettuosa ci può stare benissimo. I gay che vedevo in tv o su internet li sentivo diversissimi da me e quindi l’idea di essere gay non mi sfiorava nemmeno. Poi Marco si è trovato una ragazza e io ho perso quasi del tutto la sua compagnia e allora mi sono riversato sulla mia ragazza, la sessualità con lei non era male e tutto sommato non l’ho mai presa come un ripiego, almeno fino a un anno fa, diciamo che sembravamo la classica coppia di fidanzati, pure a casa sua l’avevano presa benissimo, io ai ragazzi ci pensavo sempre, ogni volta che ne vedevo uno che mi piaceva mi prendeva un tuffo al cuore, ma a lei non potevo dire nulla, le cose sono andate avanti così per mesi ma io piano piano perdevo l’interesse sessuale verso la mia ragazza, tecnicamente funzionava tutto, ma io pensavo proprio ad altro. I suoi genitori e i miei hanno cominciato a parlare di matrimonio e lì ho cominciato proprio a sentirmi molto a disagio. A questo punto che cosa avrei dovuto fare? Avrei dovuto dire come stavano le cose, cioè ammettere di essere gay prima davanti a me stesso e poi davanti alla mia ragazza, e sarebbe stata la cosa più ovvia da fare, ma io ho fatto una cosa pazzesca, mi sono detto che se avessi avuto un figlio avrei finito per accettare l’idea del matrimonio. La mia ragazza ormai dava per scontato che ci saremmo sposati, anche le famiglie lo davano per scontato e così, quando le ho detto che volevo un figlio è stata contentissima, ma lì ho cominciato proprio ad avere problemi di erezione e mi sono complessato moltissimo. Non mi passava per la testa che ci potesse entrare l’esser gay, era sempre andata bene e a un certo punto non funzionava più ma questo problema si è presentato gradualmente e in pratica la mia ragazza è rimasta incinta, lei era comunque contentissima e un po’ pure io, ma mi rendevo conto di non desiderarla, la mia sessualità era proprio orientata un un’altra direzione e cominciavo a rendermene conto in modo molto evidente, con lei non avevo l’erezione ma mi bastava vedere in palestra un bel ragazzo e l’erezione non riuscivo a contenerla proprio. Da lì ho capito. Sono andato in crisi del tutto. Nel frattempo la mia ragazza ha avuto un aborto spontaneo, non so se sia stato meglio oppure no, io per un verso ci sono rimasto malissimo perché l’idea di un figlio mi metteva proprio in uno stato d’animo diverso e perché pensavo che sarebbe stata la mia unica occasione per fare una vita etero, però per l’altro verso mi sentivo più libero. Avrei dovuto dire alla mia ragazza come stavano le cose ma non ho avuto il coraggio. Lei voleva che ci riprovassimo ma io non me la sentivo più, cominciavo ad avere l’idea che la mia vita sarebbe stata comunque un’altra, non sapevo bene in che cosa identificarmi, ma non mi sentivo più etero e me ne rendevo conto chiaramente. Quando sono arrivato al punto di rottura ho parlato con la mia ragazza e le cose sono andate in un modo stranissimo che mi ha spiazzato del tutto. In pratica mi ha detto che lo sapeva fin dall’inizio e che aveva parlato di questo fatto con Marco, che quindi l’aveva capito molto prima di me. Marco l’aveva messa in guardia dal mettersi con me perché secondo lui ero gay, ma tieni presente che io allora non lo sospettavo nemmeno. La mia ragazza nonostante tutto si è innamorata di me e si è messa in mente che sarebbe riuscita a farmi vivere bene come un etero. In effetti per un po’ c’è riuscita e probabilmente le pareva che il problema fosse superato o che non esistesse proprio, aveva detto a Marco che si era sbagliato e che più etero di me se ne trovavano pochi, ma poi le cose sono cambiate. Abbiamo rotto il fidanzamento di comune accordo e senza risentimenti, le nostre famiglie sono rimaste sconvolte ma non abbiamo detto niente a nessuno né io né lei. In teoria dovevamo restare amici ma in pratica dopo che abbiamo rotto ci siamo visti al massimo due o tre volte. Così è finita la mia vita etero e da qualche mese sto cercando di capire che cosa significa in concreto essere gay, perché quando dici che significa innamorarsi dei ragazzi invece che delle ragazze, hai detto tutto ma non hai detto niente. Io non ho fatto coming out in famiglia e di me sanno solo la mia ex-ragazza e Marco ma non mi risulta che abbiano fatto chiacchiere in giro. Tra l’altro Marco si sposerà tra poco e credo che io resterò per lui solo un ricordo perso nel passato.

Qui comincia il mio disorientamento. Non conosco ragazzi gay, nemmeno uno, su internet sono andato prima in cerca solo di prono poi anche di siti di incontri ma per pura curiosità, comunque non ho mai avuto un profilo e meno che mai incontrerei gente in quel modo perché ho troppa paura dell’aids e voglio vivere tranquillo. Project, diciamo che in tante cose che hai scritto mi ci ritrovo abbastanza bene. Penso di essere un ragazzo serio e adesso da progetto gay ho capito molte cose, prima di tutto che un gay che ha fatto una vita etero come la mia non è poi la mosca bianca, io magari sono andato molto in là ma ragazzi gay che hanno avuto la ragazza ce ne sono e penso che con loro forse mi potrei capire meglio, forse sbaglio, ma avrebbero un’esperienza più simile alla mia. La curiosità che ho è tanta, diciamocelo chiaro, io non so che cosa possa significare avere una storia con un ragazzo, quanto c’entri il sesso e come ci si arrivi e il concetto di “ragazzo gay” per me è un po’ tra la favola e il mistero, me lo sogno bellissimo come tanti bei ragazzi che vedo per la strada, ma ho un po’ di paura, paura di essere ingenuo, di non capire veramente che cosa possa passare per la testa di un ragazzo gay. Da quello che leggo su progetto gay dovrebbe essere interessante ma penso che tante cose mi metterebbero molto in imbarazzo e probabilmente ho in mente, come dici tu, un sacco di cose dedotte dalla pornografia che con i ragazzi gay non hanno nulla a che vedere, ma la paura non è tanto sul lato sessuale ma soprattutto su quello affettivo, non so come funziona tra due ragazzi, sono abituato a capire le reazioni di una ragazza ma quelle di un ragazzo non riesco a immaginarle. A dire la verità non è nemmeno tanto la parte strettamente sessuale che mi interessa, io desidero soprattutto un rapporto di coccole, potermi addormentare accanto a lui, guardarlo negli occhi e dirgli ti amo. Certe volte mi sentivo scemo a desiderare queste cose ma adesso comincio a pensare che di ragazzi come me ce ne sono tanti. Una cosa che mi è sembrata interessantissima sono le interviste sul sesso, le ho lette con grandissima curiosità e mi hanno fatto sentire meno solo.

Project, ti mando il mio contatto msn ( - omissis -), magari comincio col parlare con te se a te sta bene, poi magari … chi lo sa …

Rispondimi se puoi, mi piacerebbe scambiare due chiacchiere.

A presto. G. G.

mercoledì 6 maggio 2009

GAY E PORNO

Dedico questo post a Marco un ragazzo 21enne che conosco da un po’ di tempo. Quando ci siamo conosciuti, a marzo, mi disse di essere arrivato su Progetto Gay digitando su Google “tenerezza gay” perché digitando solo “gay” in pratica si otteneva solo porno. Mi dice che avere scoperto Progetto Gay gli ha permesso di identificarsi con qualcosa che sente finalmente suo.


In effetti l’equazione “gay = porno” è terribilmente diffusa. Ho aperto da poco un nuovo blog http://progettogay.altervista.org ho provato a inserirlo nella directory di altervista che ha categorie prefissate e gerrchiche: società e costume / eros e sesso / gay e lesbo. Perfino su alter vista vale l’equazione “gay = eros e sesso”. Non ho inserito il nuovo blog nella directory di altervista perché la classificazione mi sembra non adeguata a Progetto Gay.


L’identificazione di gay e porno è comune nell’opinione pubblica e si basa sulla sostanziale ignoranza della realtà gay da parte del pubblico sia etero che gay. Gli etero sanno poco o nulla dei gay ma spesso anche i gay sanno poco o nulla della realtà della vita degli altri gay. Tutti, chi più chi meno, per capire che cosa significhi essere gay o anche solo per curiosità digitano “gay” su Google e leggono i risultati ma non digiterebbero la parola “etero” su Google per capire che cosa significhi essere etero. In altri termini, la sessualità etero e l’affettività etero sono talmente sotto gli occhi di tutti che non c’è alcun bisogno di cercare informazioni in proposito, nella conoscenza vera o presunta della realtà gay che non è altrettanto visibile internet e i media giocano invece un ruolo importante. Non c’è neppure bisogno di dire che la “realtà gay”, cioè la vera vita dei gay, non compare quasi mai in internet mentre ci compaiono moltissimi siti erotici gay. Non bisogna mai dimenticare che la pornografia è un business estremamente importante sotto il profilo economico. Su questa materia i dati sono incerti, se ne trovano pubblicati sul web ma la loro origine non ufficiale, legata alla stessa pornografia, li rende inattendibili. Google ha rifiutato di fornire i dati in suo possesso perfino al dipartimento di giustizia degli USA, ma chiunque ha potuto rendersi conto di quanta pornografia esista in internet. Bisogna tenere presente che i siti che offrono video porno gratis non sono la parte più consistente del fenomeno ma rappresentano solo un momento promozionale rispetto alla pornografia a pagamento che li sostiene e che costituisce la motivazione economica del fenomeno. Produrre un video porno costa pochissimo e rende moltissimo, le uniche spese consistenti sono quelle legate alla pubblicizzazione del video in un mercato in cui l’offerta è abbondantissima. L’immagine dei gay che deriva dalla pornografia è desolante e purtroppo diffusamente accreditata.


Il panorama non è meno desolante se si cerca “gay” su Wikipedia, ci si può trovare di tutto, sempre stile Wikipedia, ma certamente non ci si può trovare nulla che abbia una relazione seria con la vita dei gay e d’altra parte le enciclopedie sono il mezzo meno adatto a capire cose complesse come l’essere gay.


Che cosa penserà allora l’utente (gay o etereo) in cerca di informazioni sulla vita dei gay? È semplice, penserà che la vita dei gay sia quella che vede rappresentata su Google o su Wikipedia, con il risultato di rafforzare l’equazione “gay = porno”, o quanto meno le equazioni apparentemente meno pericolose: “gay = strano” o “gay = gay pride”.


Lascio da parte la confusione che tutto questo ingenera negli etero, provocando omofobia e discriminazione e mi fermo sulle conseguenze tra i gay dell’equazione “gay = porno” e di altre equazioni analoghe.


Per un ragazzo il problema dell’accettazione dell’identità gay deriva non dal fatto in sé di sentirsi gay, cioè di sentire la propria sessualità orientata verso i ragazzi e non verso le ragazze, ma dall’idea che il proprio modo di vivere l’omosessualità sia anomalo o non conforme a quello comune tra i gay. In pratica non ci si accetta come gay perché non ci si identifica con l’immagine comune dei gay. Può sembrare incredibile ma anche tra i gay l’ignoranza circa le condizioni reali di vista degli altri gay è ancora oggi molto piuttosto diffusa.


Mi capita in chat di sentire ragazzi che mi dicono: “Ma non voglio andare al gay pride, non ho nessuna intenzione di andare in giro con atteggiamenti effeminati, io mi sento maschio a tutti gli effetti e non voglio essere gay!” Il che significa in pratica che questi ragazzi non negano la loro sessualità ma non si identificano con i modelli di comportamento gay che conoscono, e d’altra parte non sanno nulla della realtà del mondo gay, vedono solo la punta dell’iceberg. Quegli stessi ragazzi si stupiscono di sentire da me che i ragazzi gay non hanno in realtà nulla a che vedere con i modelli che la gente crede tipicamente gay. Una costatazione del genere per tanti ragazzi gay risulta assolutamente inedita, all’inizio suscita quasi reazioni di incredulità. Ma poi i ragazzi che sono arrivati a Progetto Gay cominciamo a conoscersi un po’, qualche scambio di messaggi sul forum e anche nella chat generale e si rompe il ghiaccio ed ecco che la realtà della vita gay si svela per quello che è, senza orpelli mediatici, senza immagini patinate e senza sovrastrutture. I ragazzi gay si dimostrano per quello che sono, cioè bravissimi ragazzi senza nessuna caratteristica di quelle che si attribuiscono in genere ai gay, con loro si parla di tutto, si scherza, piano piano si affrontano anche discorsi più seri e ci si stupisce sempre di più di quanto sia autentico e serio il vero mondo gay.


Un ragazzo è gay si innamora di altri ragazzi, questo e solo questo è il senso dell’essere gay, tutto il resto è aleatorio, il coming out è un’opzione assolutamente libera che tra l’altro i ragazzi gay vivono in ambiti molto limitati, il gay pride è una manifestazione di facciata alla quale la stragrande maggioranza dei gay, che non sono dichiarati, non parteciperebbe mai, non si notano atteggiamenti effeminati e non c’è la fissa del sesso. Vedendo tutto questo con i suoi occhi un ragazzo gay scopre finalmente il vero mondo gay, un mondo del tutto simile al proprio, un mondo in cui dominano tenerezza e desiderio di amare e di essere amati. In questo vero mondo gay, finalmente, un ragazzo gay si può identificare, si sente a casa sua e per la prima volta sperimenta un dialogo diretto con altri ragazzi gay, un dialogo fatto di rispetto e di attenzione all’altro, un dialogo vero, tutto da costruire con le incertezze tipiche di un dialogo vero. Ecco che subentra l’accettazione. Il problema sembrerebbe risolto ma non è così.


La falsità del modello gay più diffuso comporta grossi problemi soprattutto in ambito specificamente sessuale perché incide sulla strutturazione della sessualità di un ragazzo fin dalla più giovane età. La misura di tutto questo si ritrova nella dipendenza delle fantasie masturbatorie dalla pornografia. In anni precedenti la diffusione di internet, quando la pornografia era solo quella dei giornaletti porno ed era quindi di accesso molto più difficile, dato l’imbarazzo di dover chiedere all’edicola una pubblicazione porno e per di più gay, le fantasie masturbatorie dei ragazzi gay erano autonome, legate ai ricordi di situazioni sessualmente coinvolgenti vissute in passato e influenzate al massimo da discorsi fatti con altri ragazzi che tuttavia difficilmente potevano essere a tema gay. Si trattava di fantasie masturbatorie legate alla vita vissuta e, anche se non mancava comunque l’influenza dei modelli gay più accreditati dal tam tam delle chiacchiere da bar e della battute, queste cose non avevano certo l’influenza e la capacità di penetrazione che hanno i video porno. Oggi la situazione è cambiata e il primo approccio alla sessualità per moltissimi ragazzi avviene tramite la pornografia e in età molto anticipata. I modelli di comportamento derivati dalla pornografia sono assimilati facilmente e finiscono per soffocare la spontaneità sessuale. In tempi precedenti l’avvento di internet la sessualità veniva scoperta e si sviluppava in maniera spontanea e giocosa, in momenti di socializzazione collettiva e poi via via prendeva una dimensione marcatamente affettiva con la creazione di amicizie affettuose, spesso, per i ragazzi gay, rivolte a ragazzi etero e quindi essenzialmente unilaterali. La sessualità era comunque una scoperta che si realizzava proprio nel contatto affettivo di due ragazzi ed era creata sulle reali esigenze di quei ragazzi. Oggi, spesso, le cose non funzionano così. Il modello pornografico della sessualità gay è sostanzialmente anaffettivo, si tratta di solo sesso e la sessualità è presentata come un insieme di pratiche che i ragazzi ritengono tipicamente gay. Spesso l’approccio alla sessualità è imitativo e il sesso è solo una vita per sentirsi più adulti. I ragazzi attraversano spesso una fase più o meno lunga dipendenza dalla pornografia che non comincia per tutti in età adolescenziale ma può intervenire anche in età tipicamente adulta. Questa dipendenza allontana i ragazzi dall’affettività gay e praticamente collega in modo stretto la masturbazione alla pornografia privando i ragazzi della possibilità di vivere la masturbazione con fantasie legate a persone reali. La dipendenza dalla pornografia può durare a lungo, poi pian piano si supera, non per il ritorno a una vera sessualità affettiva ma per saturazione. L’abbondanza dei porno a la facilità con cui è possibile trovarli finisce per non renderli più interessanti anche perché la ripetitività ne è la caratteristica fondamentale. I ragazzi cominciano a percepire la dimensione di falsità e di recita in quello che vedono, che comincia a dimostrarsi eccessivo, poco realistico e in qualche modo poco interessante. Si comincia col fare una forte selezione e col vedere solo alcuni porno particolarmente ben scelti, spesso quelli in cui c’è una storia e non solo sesso meccanico e poi, piano piano i siti porno diventano un interesse solo saltuario.


I modelli inseriti nella mente dei ragazzi tramite la pornografia sono tuttavia difficili da eliminare e tendono a finalizzare sempre e comunque il rapporto affettivo tra due ragazzi al rapporto sessuale. I ragazzi sono spesso portati a pensare che una bella e seria amicizia con un ragazzo non sia realmente gratificante e che non sia altro che un mezzo per giungere al vero fine che è il sesso, in questo modo si perde una caratteristica essenziale del mondo gay, ossia la sua dimensione affettiva non finalizzata alla sessualità.


Parecchi ragazzi gay che conosco, quando si trovano per la prima volta ad uscire con un altro ragazzo gay non incontrato in una chat erotica o in un sito di incontri si stupiscono che si possa trascorrere un bellissimo pomeriggio anche solo andando in giro per la città e parlando. In realtà è soprattutto questa la dimensione che manca spesso ai ragazzi gay, cioè la dimensione di un’affettività gay non sessuale, di un’amicizia, di un confronto aperto con altri ragazzi, cose che non sono affatto riduttive né alternative rispetto alla sessualità ma sono una componente indispensabile della vita affettiva e della stessa sessualità.


Il mondo gay vero, quello dei ragazzi gay che vivono la loro sessualità in modo riservato, è un mondo di valori forti che, se non oscurati da falsi modelli, possono riempire la vita di soddisfazioni profondissime. Conoscere altri ragazzi, sentirli profondamente simili a sé è una cosa che dà sicurezza e che aiuta moltissimo a capire la dignità e il valore dell’essere gay.


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Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay:


http://progettogay.gratisforum.tv/viewtopic.php?f=13&t=290

domenica 3 maggio 2009

RAGAZZI GAY ALLA RICERCA DI UN COMPAGNO

Mi accade spesso nelle chat con i ragazzi gay di affrontare il tema della ricerca di un compagno. La maggior parte delle storie che ascolto non riguardano il rapporto reale tra due ragazzi ma i tentativi di creare un rapporto o meglio di trovare un compagno da parte di ragazzi gay. Vorrei dire che gran parte della vita di un ragazzo gay è dedicata alla ricerca di un compagno, questa ricerca si realizza in modo cosciente a partire da un’età molto anticipata e dura per parecchi anni, dovrebbe concludersi almeno in teoria con la realizzazione di una vita di coppia ma spesso la ricerca non si conclude in modo definitivo anche se procede con gli anni in modo sempre meno convinto. I ragazzi gay che vivono in coppia stabile sono in realtà una netta minoranza, la stragrande maggioranza non riesce a costruire relazioni stabili e spesso si ferma a forme di amicizia nelle quali proietta una sessualità esclusivamente masturbatoria. Sia ben chiaro che in queste osservazioni non c’è alcun giudizio di valore perché le situazioni esterne e i condizionamenti possono essere estremamente diversi da caso a caso. Ma cerchiamo di affrontare l’argomento in modo razionale e procediamo per punti.

LA SPINTA ALLA RICERCA DI UN COMPAGNO

Quando un ragazzo gay diviene cosciente del proprio orientamento sessuale tende automaticamente ad inquadrare le proprie pulsioni in quei modelli di comportamento affettivo/sessuale che gli appaiono più consoni ai propri desideri. Le scelte che ogni ragazzo compie e che gli appaiono libere, cioè non condizionate, sono in realtà il frutto di condizionamenti così profondi e incisivi da non essere neppure avvertiti. L‘educazione familiare, quella religiosa, quella derivata dall’esempio sociale, operano chiaramente anche sui ragazzi gay e contribuiscono, in positivo o in negativo a fornirgli scale di valori e modelli di comportamento. Le esigenze affettive di fondo di un ragazzo gay, che originariamente non sono di coppia, vengono incanalate in modo quasi inavvertito verso la costruzione di un rapporto di coppia. Un ragazzo gay che cresce vede i suoi amici etero che con l’incoraggiamento sociale e con quello familiare, costruiscono rapporti di coppia ed è portato in modo spontaneo a costruire qualcosa di simile. L’imitazione del modello etero comunemente accettato diventa il paradigma della soluzione del vero problema di fondo dei ragazzi gay, cioè del problema della solitudine: “Non posso parlare con nessuno, con conosco altri ragazzi gay, ho bisogno di confrontarmi, mi sento solo e non ce la faccio più”. La spinta di fondo che viene incanalata verso la costituzione di una coppia gay non è in realtà una spinta verso la coppia ma verso la socializzazione e l’amicizia, deriva cioè dalla necessità di non sentirsi soli, l’idea di coppia è un passo successivo e neppure tanto scontato. Anche il problema del coming out non viene dalla necessità di favorire una ipotetica vita di coppia ma dalla necessità di socializzare e di farsi accettare per quello che si è. La stragrande maggioranza dei coming out è diretta a un solo ragazzo o anche a una sola ragazza, il che significa che la prospettiva di coppia è lontana. Mi capita spesso di parlare in chat con ragazzi gay anche non giovanissimi, trentenni e oltre, che per la prima volta, con la copertura dell’anonimato, parlano liberamente della loro sessualità, per questi ragazzi si tratta di un’esperienza liberatoria, di superare un tabù pesante. Rendersi conto che i propri problemi sono in pratica gli stessi affrontati da tantissimi altri ragazzi dà sicurezza. Il passo da una chat coperta dall’anonimato al parlare di sé faccia a faccia con un altro ragazzo, etero o gay che sia, è difficile e delicato, ma quando con molta gradualità e con molta prudenza ci si arriva il senso di liberazione è forte. Anche il coming out diretto da un ragazzo gay ad un altro ragazzo, nella maggioranza dei casi, non mira a costruire dei rapporti di coppia, perché l’altro ragazzo è spesso chiaramente etero, la vera motivazione del coming out verso un amico è sentirsi accettati da lui.

Se il livello di socializzazione con alcuni amici può arrivare fino al coming out, neanche il coming out risulta però veramente soddisfacente. Subentrano quindi altre esigenze di carattere più marcatamente affettivo o più marcatamente sessuale. Nella grande maggioranza de casi i ragazzi gay non fanno coming out in famiglia e vivono situazioni di tensione o quanto meno di poca chiarezza nei rapporti con i genitori, non si sentono liberi e hanno la sensazione che, se i genitori sapessero, le cose cambierebbero in peggio. Questi ragazzi non si sentono realmente amati per quello che sono, tendono a chiudersi in se stessi e a desiderare un clima affettivo diverso realizzabile solo in un rapporto con altri gay con i quali la comprensione, ipoteticamente, dovrebbe essere migliore. Spesso i ragazzi gay hanno una fortissima disponibilità affettiva, cosa tipica delle persone che vivono in situazioni di emarginazione, e si affezionano in modo profondo a chi dimostra verso di loro rispetto e attenzione. Questo desiderio di affettività tende spontaneamente ad orientarsi verso altri ragazzi gay o verso un altro ragazzo gay, o presunto tale, che, se prescindiamo dai coinvolgimenti sessuali, potremmo chiamare il migliore amico. Il migliore amico è visto come il riferimento affettivo fondamentale.

Ma la spinta più forte alla ricerca di un compagno è innegabilmente di natura sessuale. Come è ovvio la sessualità dei ragazzi gay che non hanno una vita sessuale di coppia, cioè della grande maggioranza dei ragazzi gay, si realizza attraverso la masturbazione che ha un ruolo fondamentale nella strutturazione delle fantasie sessuali e in ultima analisi della futura ipotetica sessualità di coppia. L’impulso sessuale tende spontaneamente a seguire la dimensione affettiva e in questo modo la sessualità può essere costruita su una base affettiva forte. Perché questo meccanismo funzioni è indispensabile che un ragazzo abbia dei riferimenti affettivi forti, in pratica che abbia un amico speciale sul quale indirizzare le proprie fantasie masturbatorie, se poi questo amico fosse gay e la cosa fosse reciproca si sarebbe in condizioni ideali. Purtroppo ben raramente le cose funzionano come appena detto. Assai spesso i ragazzi tendono a costruire una vita sessuale senza alcuna base affettiva perché sono di fatto privi di punti di riferimento affettivi forti e sono profondamente condizionati dalla pornografia, scoperta spesso in una età precocissima in cui manca di fatto la capacità di distinguere tra la realtà della vita effettiva/sessuale e un film porno. Ragazzi che non hanno amici e che vivono in condizioni di sostanziale privazione affettiva, sia familiare che tra coetanei, finiscono spesso succubi della pornografia e si rifugiano in una sessualità masturbatoria in cui le fantasie erotiche non sono rappresentate da ricordi più o meno amplificati di esperienze reali a contenuto sessuale, ma da modelli di comportamento dedotti dalla pornografia. Bisogna sottolineare che la pornografia non è un fenomeno di nicchia ma è di fatto un fenomeno comune che è diventato in moltissimi casi il più potente mezzo di educazione o di maleducazione sessuale dei ragazzi, gay o etero che siano. La pornografia un tempo era molto più difficilmente accessibile, negli anni 60/70, prima di internet, andare all’edicola a comprare un giornaletto porno era uno scoglio talmente grosso che di fatto ben pochi ragazzi affrontavano e certamente pochissimi ragazzi gay. Il vero boom della pornografia si è avuto negli anni della prima diffusione delle tv private. A quel tempo, in orario notturno, molte reti offrivano spettacoli porno, ovviamente etero, per incrementare l’audience e farsi conoscere dal pubblico. Successivamente con l’arrivo di internet, dopo una prima fase di pornografia molto aggressiva e dichiaratamente finalizzata a scopi di lucro, è stato possibile scaricare video porno gratuitamente in siti sicuri anche sotto il punto di vista dei visus e di altre minacce informatiche. Oggi non c’è ragazzo, gay o etereo, che non faccia uso, almeno sporadicamente, di pornografia. La masturbazione, condotta su immagini tratte dai porno tende a strutturare la sessualità su quei modelli che si presentano come una specie di paradigma ideale della sessualità. In realtà non c’è nulla di più lontano della pornografia dalla vera vita sessuale dei ragazzi gay e in particolare delle coppie gay giovani. Su questo tema ho scritto diversi articoli, qui mi preme solo sottolineare che la ricerca di un compagno è spesso condizionata dai modelli della pornografia.

DOVE E COME CERCARE UN COMPAGNO

Parlando con i ragazzi ho spesso modificato i miei punti di vista, ed è quanto è successo circa le motivazioni che spingono i ragazzi gay all’uso delle chat erotiche e dei siti di incontri nella ricerca di un compagno. A spingere i ragazzi verso quelle direzioni non è una specie di impulso irrefrenabile verso la sessualità ma, spesso, è il modello derivato dalla pornografia e inconsciamente assimilato e forse ancora più spesso e per i ragazzi più grandi, l’esperienza più volte reiterata della difficoltà di trovare ragazzi gay nella vita reale. In buona sostanza, quando una vita affettiva/sessuale non si può realizzare nella realtà si cerca di realizzarla in una specie di vita parallela, che è quella delle chat erotiche e dei siti di incontri. Molti ragazzi non vanno in questi siti a caccia di sesso o solo di sesso, molti di loro ci vanno realmente a cercare amicizia e affetto quando non vedono aperta in concreto nessun’altra possibilità. Questo ragionamento tuttavia contiene due errori di fondo, il primo è nel presupporre che sia possibile, e in un certo senso, facile trovare affetto e amicizia in quei siti e l’altro è nel dare per scontato che le difficoltà che si incontrano nella vita reale possano essere ovviate attraverso una scorciatoia come l’iscrizione a un sito di incontri.

Il primo presupposto non regge perché in quei siti esistono dei meccanismi di selezione dell’utenza molto efficienti. Basta leggere i profili e vedere le foto per capire che l’offerta è un’offerta di sesso, non di affetto o di amicizia. In quei siti resta solo chi ci trova quello che sta cercando cioè sesso facile, i ragazzi che ci cercano solo affetto o amicizia, dopo la prima esperienza negativa se ne vanno per altre strade. Mi corre l’obbligo di sottolineare che gli incontri sessuali non protetti con persone che abbiano avuto molti partner, come quelle che frequentano chat erotiche e siti di incontri sono una delle principali cause della diffusione dell’aids.

L’esperienza insegna, e lo vedo in chat tutti i giorni, che il sesso facile senza alcuna base affettiva non solo non è gratificante ma risulta pesantemente frustrante. Molti ragazzi restano impegolati per anni in situazioni pericolose ai fini dell’aids dentro i meccanismi delle chat e dei siti di incontri, è il solito motivo del: “Questa volta è andata male ma la prossima andrà bene”. Anche prescindendo dal rischio aids, che comunque esiste, questi meccanismi fanno perdere anni di vita in estenuanti attese seguite da inevitabili delusioni. Ma che strade e che possibilità si aprono ai ragazzi che abbandonano questi siti o che opportunamente non si avvicinano mai ad essi? La risposta è complessa e parte da una osservazione: per un gay, l’esperienza lo insegna, la vita di coppia è l’eccezione, non la regola, il che significa che molti ragazzi non riusciranno a soddisfare i loro sogni e spenderanno la vita alla perpetua ricerca di un qualcuno che non arriverà. È una verità sgradevole ma è un dato di fatto. La convinzione che sta alla base del meccanismo ciclico e frenetico di illusioni e disillusioni che occupa la vita di tanti ragazzi è che è meglio dare una spinta alla sorte e darsi da fare per la realizzazione dei propri desideri, che è però un teorema tutto da dimostrare. Essere aperti con buon senso e prudenza all’esperienza che può presentarsi è una cosa, vivere in una perenne frenesia nel tentativo di aumentare la probabilità di successo è una cosa molto diversa. Tuttavia capire la differenza per molti ragazzi è difficilissimo perché la si capisce solo per esperienza diretta nel corso degli anni.

UN COMPAGNO

Un compagno nel senso vero della parola, un compagno col quale costruire una vita a due non è un compagno di sesso in una vita sessuale separata della vita orinaria, no, un compagno è essenzialmente un compagno di vita, uno che non ti viene meno quando ne hai bisogno e uno che non abbandoneresti per nessuna ragione. Su un punto mi sento di insistere, con un compagno di vita si vive in regime fedeltà e di esclusività sessuale che non solo è l’unica via per tenersi lontano dall’aids ma è anche l’unica via per essere realmente compagni di vita in una dimensione di sincerità reciproca e di affetto profondo. Trenta o quaranta anni fa, per un gay, la solitudine era una destino inevitabile, oggi delle possibilità concrete esistono, dico possibilità, non parlo di certezze, se quella possibilità ci si presenterà dobbiamo essere pronti a rispondere nel modo più onesto possibile, senza riserve mentali, con la massima sincerità, confrontandoci col nostro potenziale compagno come se parlassimo con noi stessi. La felicità è possibile ma spesso in nome del meglio o di ipotetiche perfezioni gettiamo via le migliori occasioni della nostra vita.

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