Nel primo capitolo “Il lettore Marco” si racconta come il rifiuto dei sentimenti gay da parte del patriarca Paolo che pure li provava, abbia comportato la morte dell’amato in una situazione tragica in cui suicidio e martirio si confondono.
Il capitolo dedicato ad Atanasio “Atanasio Alessandrino” presenta l’impossibile colloquio tra due uomini di chiesa (e di fede profonda) che si riconoscono entrambi nell’amore omosessuale. Anche in questo caso l’omosessualità, pure scoperta, viene soffocata con conseguenze tragiche.
Gli ultimi due capitoli “Policarpo Xenofilo” (Xenofilo = che ama gli stranieri) e “Dioscoro l’Epicureo” costituiscono insieme con “Il libro della Regola” la parte essenziale del romanzo. Policarpo, di cui si rimarca la saggezza e non la sessualità, è dal mio punto di vista la figura dell’eterosessuale saggio, uomo di fede ma anche uomo di intelletto, uomo di grandi dubbi e di grande amore verso il prossimo. Dioscoro l’Epicureo è un greco dell’isola di Kos, educato alla maniera greca, che ha vissuto in gioventù un profondo legame omosessuale senza alcuna angoscia e dopo la morte del suo amato si è dedicato alla filosofia per trovare una consolazione “al non avere amato abbastanza”. Dioscoro è un filosofo greco epicureo e non ha nulla a che vedere con il Cristianesimo. Dioscoro va ad Alessandria, tra lui e il patriarca Policarpo, che aveva 35 anni più di lui, si sviluppa un rapporto di rispetto reciproco profondo. Dioscoro chiede al patriarca se la fede gli ha veramente portato la pace del cuore, Policarpo gli risponde onestamente di no e Dioscoro parte da Alessandria per cercare la verità ma poi comprende che le persone che a quella stessa domanda gli hanno riposto invece di averla trovata mentivano e che solo Policarpo aveva avuto il coraggio di dire la verità, torna quindi in Alessandria dove Dioscoro, ormai vecchio, lo aspetta credendo che si convertirà ma Dioscoro sa che il Cristianesimo non è la sua via. La sera prima di morire, Policarpo predica in Alessandria con il vigore di un giovinetto e la felicità trabocca dal suo cuore. Dioscoro durante la notte supera i suoi dubbi e decide di convertirsi. Va in chiesa l’indomani mattina e trova Policarpo morto di fronte all’altare, ma accorre gente e, poiché sapevano che Policarpo aveva amato e venerato Dioscoro, decidono di farlo patriarca ed egli, che non ha fede, accetta, perché l’amore degli uomini “è simile” all’amore di Dio.
Il capitolo dedicato a Discoro parte dalla prima notte d’angoscia in cui Dioscoro si trova solo e in preda alla disperazione e canta un inno alla disperazione e alla morte, ma al mattino il diacono gli dice che è festa grande in Alessandria e Dioscoro si riveste dei paramenti più belli e davanti a moltissimo popolo pronuncia il discorso del deserto: “moti sono monaci nel deserto del loro cuore”. La disperazione sta per trascinare comunque il patriarca verso il suicidio, ma egli si accorge che un ragazzo di 19 anni, Fabiano, viene sempre ad ascoltarlo quando predica in san Michele. Il patriarca da qual momento uscirà dalla strada della morte e seguirà la via dell’amore. Atanasio e Fabiano parleranno a lungo della fede e della sua conciliabilità con l’amore omosessuale. Fabiano, la cui omosessualità è stata scoperta dal padre, finirà in un’oasi remotissima in mezzo al deserto e lì sarà violentato dai pastori del posto, ma fuggirà e tornerà vivo in Alessandria dopo avere attraversato il deserto, andrà dal patriarca e gli chiederà: “Dioscoro, mi ami tu?” e Dioscoro non avrà il coraggio di dire di sì. Fabiano fuggirà quindi dal palazzo patriarcale e Dioscoro preso dalla disperazione gli correrà appresso, ma il padre di Fabiano si accorgerà di loro e penserà che Dioscoro abbia corrotto suo figlio. Lo scandalo invaderà tutta la città, Dioscoro fuggirà nascosto da un mantello per andare alla ricerca di Fabiano e dirgli finalmente: “Sì, io ti amo”. Lo troverà assetato e al limite delle forze e gli darà da bere, poi Fabiano si addormenterà felice nelle braccia del patriarca, ma il padre di Fabiano che aveva seguito Dioscoro trafiggerà con una freccia il collo del patriarca e lo ucciderà e quando il figlio correrà contro di lui urlando: “Perché! Perché!” il padre gli pianterà un freccia nel cuore, poi se ne andrà lasciando i cadaveri insepolti, convinto di aver fatto un’opera di giustizia.
Quando la notizia della morte violenta di Fabiano e di Dioscoro arriverà in Alessandria il popolo vorrà dare alle fiamme la chiesa patriarcale che è stata la casa di un uomo così indegno, ma un giovane monaco, Eusebio Egizio, che scriverà poi le “CARTE SEGRETE” raccontando tutta la storia, riuscirà a salvare dalle fiamme il “LIBRO DELLA REGOLA” un libro nel quale è condensata in brevi massime tutta la regola della vita di Dioscoro, la REGOLA DELL’AMORE che costituisce l’ultimo capitolo del romanzo. All’inizio della regola è scritto: “Benedetto colui che nelle mie parole non troverà scandalo.”
Se vi è venuta un po’ di curiosità, provate a leggere!
Riscrivo qui di seguito i link diretti:
Il lettore Marco
Atanasio Alessandrino
Policarpo Xenofilo
Dioscoro l’Epicureo
Il libro della Regola LA REGOLA DELL’AMORE
CARTE SEGRETE (l’intero romanzo)
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