mercoledì 28 settembre 2011

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lunedì 26 settembre 2011

READ GAY PROJECT FORUM IN YOUR OWN LANGUAGE

GAY PROJECT FORUM
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Dear friends of Gay Project who reside outside of Italy, Gay Project gives you a new and exciting opportunity, you can now directly read the Gay Project Forum in you own language. Pages will appear automatically translated into your language. In practice it is as if the Forum was fully written in your language.
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Gay Project Forum - English

Dear friends of Gay Project who reside outside of Italy, Gay Project gives you a new and exciting opportunity, you can now directly read the Gay Project Forum in English. Pages will appear automatically translated into English. In practice it is as if the Forum was fully written in English.
Chers amis de Projet Gay qui résidez au dehors de l'Italie, le Projet Gay vous offre une nouvelle et passionnante possibilité, vous pouvez maintenant lire directement le Forum Projet Gay en Français, faisant défiler les pages qui vont apparaître automatiquement traduites en Français. Dans la pratique, c'est comme si le Forum avait été entièrement écrit en Français.
Queridos amigos de Proyecto Gay que residen fuera de Italia, el Proyecto Gay ofrece una oportunidad nueva y excitante, ahora se puede leer directamente el foro del proyecto Gay en Español desplazándose a través de las páginas que aparecerá automáticamente traducido en Español. En la práctica es como si el foro fue escrito totalmente en Español.

Liebe Freunde der Gay Projekt, wenn Sie nicht wissen Italienisch, Gay Projekt bietet eine neue Chance und spannend, können Sie jetzt direkt lesen Sie die Gay Projekt Forum in Deutsch. Die Seiten werden automatisch ins Deutsch übersetzt. In der Praxis ist es, als ob das Forum wurde komplett in Deutsch verfasst.
 
Queridos Amigos do Projeto Gay que residem fora da Itália, o Projeto Gay oferece novas e excitantes oportunidades, agora você pode ler diretamente o Fórum Projeto Gay em Português percorrendo as páginas que aparecerão automaticamente traduzido em Português. Na prática, é como se o Fórum foi totalmente escrito em Português.

Cari amici di Progetto Gay, è ora possibile leggere l'intero Forum di Progetto Gay in moltissime lingue. Ciascuno potrà navigare tranquillamente tra le pagine che appariranno tutte direttamente nella lingua da lui scelta. In pratica, per l'utente straniero è come se il forum fosse stato scritto tutto nella sua lingua.

domenica 25 settembre 2011

RAGAZZI GAY E FANTASIE SESSUALI INTERGENERAZIONALI

Caro Project,
volevo ringraziarti per tutto quello che fai, adesso mi sento veramente meglio. Ti ho fatto perdere la nottata in chat ma ho capito tante cose. Hai ragione, essere gay non è una questione solo di sesso e cercarsi il ragazzo non deve diventare una fissa, c’è bisogno di tante altre cose. Non avevo mai parlato di cose intime come ne abbiamo parlato ieri ma è stato tutto facilissimo. Per un ragazzo può essere imbarazzante perché uno è abituato a pensare a certe cose solo come pornografia, insomma come una cosa che non si dovrebbe fare e che se la fai te ne devi vergognare e non ne devi parlare con nessuno, hai paura di essere giudicato male, di essere considerato uno che non vuole crescere. E poi non potevo parlare di queste cose con nessuno. Mia madre non l’ho mai sentita parlare di sesso in nessuna circostanza e mio padre nemmeno. Parlare con un sacerdote magari in confessione, ma nemmeno ti stanno a sentire. Col medico amico di famiglia non è pensabile. Con gli amici finisce in barzelletta e in battute cretine. A 21 anni non avevo mai, e dico mai, parlato di queste cose seriamente. Mi sono fatto sempre un sacco di complessi con una parola che è stata un po’ la mia tortura dai sedici anni in poi, la parola è “normale”. È normale quello che faccio? Se reagisco così è normale? Ecc. ecc.. Poi l’idea fissa di avere un ragazzo pure se non sono innamorato di nessuno. Avere un ragazzo per fare sesso con lui, perché questo è “normale” mentre farsi le seghe “non è normale”, è una cosa da ragazzini, roba così. E penso che se non fossi capitato sul tuo blog avrei finito per cercarmi un ragazzo comunque proprio per cercare di essere “normale” almeno come gay. Non mi sono mai posto il problema se essere gay fosse o non fosse normale, diciamo che per me non lo era, ma era il mio modo di essere e ho finito per accettarlo, anche perché l’idea di andare con una ragazza per me non esiste proprio, non ce la farei a nessun livello. Non ho mai pensato a una ragazza in termini sessuali e anche come amiche, così, a livello superficiale va bene, ma come amicizia vera, cioè che puoi dire tutto proprio con una ragazza non ci riuscirei, perché una ragazza certe cose le capisce da fuori, magari le capisce da fuori anche un ragazzo etero ma è già un’altra cosa. Ho sempre visto il fatto di essere gay come una questione solo sessuale, o meglio, ho cercato di svalutare al massimo i sentimenti verso altri ragazzi o, meglio ancora, verso i non più ragazzi, perché la mia ossessione di non essere normale, me lo hai fatto capire ieri sera, è proprio legata al fatto che mi innamoro di uomini adulti e questo non l’ho mai considerato “normale”. Non sai quante volte mi sono detto che sarei rimasto solo tutta la vita perché gli uomini che mi piacciono non si sarebbero mai interessati a me. Prima di tutto sono in pratica tutti etero, sono pure sposati e poi mi considererebbero un ragazzino non cresciuto. Ho cercato in tutti i modi di interessarmi ai miei coetanei ma mi sembrano superficiali, anche i gay per quello che ne so, perché non ne conosco di persona. Degli uomini adulti mi innamoro proprio, anche sessualmente, ed è questo che non mi sembra normale, penso che magari se un uomo adulto si innamora di un ragazzo in fondo può essere normale ma il contrario proprio non riseco a vederlo come una cosa normale e invece è proprio quello che mi succede, con i miei coetanei non riesco a creare un rapporto vero e non ci provo nemmeno. Ieri notte per la prima volta, parlando con te del fatto che mi innamoro di uomini molto più grandi di me, mi è sembrato che la cosa non fosse “anormale”, almeno in un certo senso, che fosse una cosa di cui non ci si deve vergognare, come dire che la mia sessualità ha una dignità, ha un valore anche se è strana, alla base ci sono sentimenti veri e non perversioni. Non sai quanto mi mette in difficoltà il fatto che mi considero uno non normale, cioè non normale nemmeno come gay. Io penso che un ragazzo gay normale se si innamora di un altro ragazzo e ci fa le sue fantasie e si masturba pensando a quel ragazzo non si sente in colpa per questo, ma quando mi vengono intesta fantasie sessuali su uomini adulti (in pratica ho solo quelle) e mi lascio andare a masturbarmi pensando a queste cose mi sento uno schifo, è come se fosse la conferma del fatto che non sono normale e che una vita mia con un’altra persona non ce l’avrò mai. Queste cose ti scavano dentro, soprattutto sento che mentre gli altri ragazzi gay possono cercarsi un ragazzo, possono in qualche modo pensare ai loro desideri e a metterli in pratica, io non ci posso pensare, per me non ci sarà mai nulla. Un uomo adulto con me o ci si metterebbe per fare solo sesso o non mi prenderebbe proprio sul serio, mentre io ho bisogno di un affetto serio, cioè ho bisogno non di uno che abbia pena di me o che mi consideri come una gioco sessuale ma di uno che mi prenda sul serio e sarei disposto a fare di tutto per un uomo così. Parlare di queste cose non è facile e in pratica me le sono tenute sempre dentro. Ieri notte, parlando con te, mi sono sentito rispettato, trattato come non pensavo che fosse possibile. Ieri in effetti abbiamo cominciato a parlare di cose legate alla sessualità ma poi siamo finiti a parlare di altro, della mia famiglia, dei rapporti che ho con i miei genitori e di come vorrei che fossero e mi sono sciolto parecchio, siamo stati a parlare quasi fino all’alba, il tempo è passato e non me ne sono accorto. Ho bisogno di parlare, di buttare fuori tutto quello che mi sono tenuto dentro per anni. Tu dici che spesso da situazioni come la mia se ne viene fuori e che col tempo arriva anche un interesse sessuale verso i coetanei, però su questo ho i miei dubbi e penso che tu me lo abbia detto un po’ come consolazione, però mi fa piacere che tu me lo abbia detto perché conosci queste cose e potresti anche avere ragione. Certe volte penso che con queste cose mi sto fissando e che potrebbe essere anche tutta una nevrosi, però per me la sessualità è quella. Ieri notte mi sono sentito a mio agio, pensare e vedere in concreto che parlare di sé in modo molto diretto è possibile e che è possibile anche essere ascoltati e capiti trasmette tanta serenità. E poi da tante cose che mi hai raccontato non mi sono sentito solo sulla terra, non mi sono sentito l’unico “anormale”. È bellissimo pensare che la mia vita possa realmente essere vissuta! Non so se sarà realmente così ma mi sento meno in trappola, è come se il futuro mi potesse portare anche cose positive. Grazie Project per aver messo su il progetto, non sai quanto una cosa del genere sia importante. Spero di risentirti quando avrò un po’ più di tranquillità, adesso sono anche occupatissimo per gli esami che stanno arrivando ma passerà anche questo periodo di superlavoro.
A presto.
p. s. Se vuoi pubblica questa mail, non so che effetto potrà fare a chi la legge ma quello che ti ho scritto è tutto vero.
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Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul forum di Progetto Gay:

sabato 17 settembre 2011

RAPPORTI SESSUALI GAY-ETERO TRA DUE RAGAZZI

In questo ultimo periodo ho ricevuto alcune mail concernenti tematiche molto importanti, attinenti alla sessualità gay di coppia. Si tratta di mail estremamente serie che mi spingono ad affrontare il discorso in modo sistematico.
Molti ragazzi gay, prima di avere piena coscienza di essere gay o prima di accettarsi del tutto, hanno avuto esperienze sessuali etero, e spesso hanno continuato ad avere rapporti con ragazze anche dopo avere avuto piena consapevolezza di essere gay, non è quindi il mero fatto di avere rapporti sessuali etero a qualificare quei ragazzi come etero. Spessissimo la presa di coscienza della propria sessualità gay è legata al fatto che la sessualità spontanea della masturbazione è orientata verso i ragazzi anche quando la sessualità di coppia è etero. Quando un gay cerca una ragazza la sceglie in genere priva di esperienze, in modo che non possa fare confronti tra il suo comportamento sessuale e quello di altri ragazzi. Mettiamoci ora dal lato della ragazza. È evidente che in un rapporto sessuale con un ragazzo gay una ragazza, che abbia un minimo di esperienza della sessualità etero, avverte qualcosa di incerto, di esitante, avverte un cedere del ragazzo alle sue insistenze più che un desiderio sessuale primario. Qui è il punto. Un gay può anche, in certe situazioni molto particolari provare interesse sessuale e anche eccitazione per una donna al punto di arrivare ad avere rapporti sessuali soddisfacenti, ma quella non è la sua scelta primaria, le sue fantasie sessuali restano gay, la sua masturbazione resta gay spesso al 100%. Per un gay questo ragionamento, applicato ai rapporti sessuali con una ragazza non fa una grinza: il ragazzo è e resta gay, ha rapporti eterosessuali più o meno soddisfacenti, la ragazza se non è molto interessata al sesso può anche accettare le cose in questi termini, ma un discorso per molti versi simmetrico a quello appena fatto si può applicare anche ai rapporti sessuali tra un etero e un gay. Voglio dire che presupporre che un ragazzo che faccia sesso con un ragazzo sia necessariamente gay è esattamente come presupporre che un gay che fa sesso con una ragazza sia necessariamente etero, cose che, entrambe, non reggono. Come un gay in certe circostanze può provare interesse sessuale per una ragazza, così un etero, in certe circostanze, può provare interesse sessuale per un ragazzo. Quell’etero resterà etero anche se avrà contatti sessuali con un ragazzo, la sua sessualità primaria, la sua masturbazione e le sue fantasie sessuali resteranno dirette verso le ragazze anche al 100%. Nel caso appena descritto di un etero che ha rapporti sessuali con un ragazzo gay, mettiamoci dalla parte del ragazzo gay, è ovvio che il ragazzo gay avvertirà che l’interesse sessuale che il ragazzo etero manifesta verso di lui non è simmetrico al suo, perché la sessualità del ragazzo etero si è strutturata negli anni su altre fantasie erotiche che vengono estese al campo gay ma non sono originariamente gay.
Intendo dire che, mentre è ormai abbastanza pacifico che un gay possa avere rapporti sessuali con una donna, non è altrettanto pacifico che un etero possa avere rapporti sessuali con un ragazzo, e anzi, si dà quasi per scontato che un ragazzo che faccia sesso con un altro ragazzo sia gay. Ma di etero che hanno rapporti sessuali anche con ragazzi ce ne sono e non pochi. Ai gay sembrano gay ma non lo sono, la loro sessualità primaria è orientata verso le ragazze. Esattamente come un ragazzo che faccia sesso con una ragazza può apparire etero a quella ragazza ma non è affatto detto che lo sia.
Tanto premesso vengo all’argomento centrale del post. Accade spesso che un ragazzo gay si innamori di un amico, dichiaratamente etero e, piano piano, a forza di insistenze, riesca ad indurlo ad avere contatti sessuali con lui. Questa cosa che, nell’attesa, appare al ragazzo gay un momento esaltante, quando si realizza manifesta tutti i suoi lati deboli. Il gay avverte qualcosa di anomalo, di originariamente non gay, di non corrispondente alle fantasie sessuali tipiche di un ragazzo gay, cioè alle sue fantasie sessuali. Il primo elemento che suona stonato per un gay è il disinteresse del proprio compagno per il pene del partner, o un interesse debole indotto solo dal non voler apparire disinteressato. Il ragazzo etero non masturba il ragazzo gay mentre si fa masturbare da lui, il ragazzo etero è disponibile al sesso orale ma solo se praticato sul suo pene mentre è estremamente riluttante se si tratta di scambiare i ruoli. Ma non solo, il rapporto sessuale si concentra su quello che il ragazzo gay ha di meno maschile, in pratica il gay si rende conto di non costituire l’interesse sessuale primario del suo partner, continua tuttavia a considerare il suo partner un gay strano piuttosto che un etero. Aggiungo che spesso, dopo contatti di questo genere il gay cerca di insistere per creare altre occasioni di incontro mentre l’etero manifesta forti resistenze. Se ne deduce che sarebbe il caso di mettersi in mente che come ci sono i gay che vanno anche qualche volta con le ragazze, così ci sono gli etero che vanno anche qualche volta con i ragazzi ma restano etero a tutti gli effetti, il che significa che per costruire un rapporto serio con un gay manca una reciprocità di fondo e gli interessi sessuali primari non sono compatibili. Rendersi conto di questo, per un gay, è spesso difficilissimo e doloroso, perché si tratta di capire che una storia che sembrava giunta all’apice, di fatto, non è neppure una storia e che la fantasia si è proiettata troppo lontano. La sessualità per essere realmente soddisfacente deve essere condivisa in modo profondo, l’equilibrio sessuale di una coppia gay si basa sulle affinità sessuali, ossia su un insieme condiviso di desideri sessuali e di fantasie. I ragazzi gay avvertono molto nettamente quanto i ragazzi etero abbiano archetipi sessuali diversi dai loro e quanto diversa sia la sessualità etero dalla loro e lo avvertono anche solo parlando con i loro amici etero. Quando invece si arriva a un rapporto sessuale gay-etero tra due ragazzi preceduto da mille aspettative e da mille proiezioni e ci si rende conto solo al momento del vero contatto sessuale che c’è qualcosa che non va per il verso giusto, la disillusione è profonda al punto che si oscura la realtà e si evita di ragionare. L’espressione: “abbiamo fatto sesso insieme quindi non può essere etero anche se lui lo ripete sempre” è del tutto sovrapponibile a frasi analoghe che le ragazze innamorare dei gay usano per sostenere che il loro ragazzo è etero.
I meccanismi attraverso i quali si arriva a un rapporto gay-etero tra due ragazzi è del tutto analogo a quello che porta un ragazzo gay a stare con una ragazza. Si parte dell’amicizia, spesso sessualizzata da una parte sola (il ragazzo gay si masturba pensando al suo amico, ma il ragazzo etero continua a masturbarsi pensando alle ragazze), poi si creano occasioni di intimità sempre più spinta che per il ragazzo gay appaiono come chiaro segno che l’altro è gay mentre al ragazzo etero appaiono solo come forme di amicizia stretta e nulla più, si arriva spesso a situazioni parasessuali, docce in comune in ambienti sportivi, nudità casuale senza imbarazzo e simili, alle quali il gay attribuisce molto significato e che per l’etero sono cose del tutto insignificanti, e così si può arrivare anche ad un rapporto sessuale che per l’etero è accettabile proprio perché non lo vede come una conversione gay (e non lo è di fatto) ma come una cosa qualunque, magari come una forma di generosità verso un amico che ne ha bisogno.
Per costruire una storia seria non basta certo che due ragazzi siano gay, quella è solo una condizione necessaria, non sufficiente, ma è appunto una condizione necessaria, deve trattarsi realmente di due ragazzi gay e il fatto che tra quei due ragazzi siano intercorsi contati sessuali nulla dice sul fatto che siano entrambi realmente gay. L’orientamento sessuale non è una questione di comportamenti ma di pulsioni e di desideri.
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giovedì 15 settembre 2011

AMICIZIA E INNAMORAMENTO GAY IN CHAT

Questo post mira a chiarire alcuni punti focali dei rapporti virtuali (chat, e-mail e forum) che possono crearsi tra ragazzi gay. Sulla definizione dell’amore e dell’amicizia in termini generali sono stati scritti moltissimi libri e non è mia intenzione discutere dei massimi sistemi ma, se alla parola amore si vuole dare una connotazione che non sia eccessivamente astratta, si deve presupporre che un innamoramento non possa ridursi ad una affinità intellettuale o ad una condivisione di valori morali ma debba necessariamente comportare un coinvolgimento fisico-fisiologico che coinvolga in modo profondo la sessualità.
A questo punto una osservazione è d’obbligo. Quando, nella vita reale, un ragazzo gay si innamora di un altro ragazzo, l’innamoramento non parte dai livelli intellettuali o dalle possibili affinità elettive ma dall’attrazione fisica, ossia da tutto un insieme di fattori che dipendono dalla fisicità dell’altro: il sorriso, la prestanza fisica, la voce, gli atteggiamenti corporei, la tendenza ad un comportamento più o meno seduttivo. Questo è talmente vero che spessissimo i ragazzi gay si innamorano di ragazzi etero lontanissimi da loro sotto ogni aspetto, ma capaci di incarnare “fisicamente” il loro ragazzo ideale. Se un ragazzo ci appare fisicamente attraente cominciamo a farci domande su di lui e a voler cercare una prossimità anche in termini di dialogo, in pratica ci interessiamo a quel ragazzo. Questo meccanismo dell’innamoramento, che è tipico della vita reale, non si può realizzare attraverso internet dove tutto resta comunque staccato dalla dimensione fisica. In queste situazioni interviene un meccanismo proiettivo che ci fa immaginare il ragazzo col quale stiamo parlando in chat secondo le nostre categorie.
Mi fermo un attimo a chiarire che cosa sia un meccanismo proiettivo e quanto possa essere condizionante partendo da un esempio concreto. 
Alla pagina http://esserein2.wordpress.com/2011/09/14/triangolo-bdh/ di un sito che appare per ogni altro verso di orientamento etero, si legge una storia non sessualmente connotata, cioè che non presenta nel testo nessun elemento che permetta di chiarire con certezza se uno dei protagonisti sia un ragazzo o una ragazza (mancanza di pronomi come lui o lei, mancanza di participi passati o di aggettivi concordati al maschile o al femminile). Il testo quindi, di per sé, è neutro. Quando quella storia viene letta da un ragazzo etero, quel ragazzo la interpreta secondo le sue categorie e la legge come la storia di una ragazza che ha due ragazzi che la desiderano entrambi. Quando invece quella storia è letta da un ragazzo gay la lettura non è affatto così automatica e si arriva spesso a notare che il testo non è sessualmente connotato, cosa che ad un ragazzo etero sfugge pressoché sempre. Su questa base si possono costruire test proiettivi per la determinazione dell’orientamento sessuale che hanno una discreta affidabilità. La lettura proiettiva è in fondo la ragione del fascino della letteratura o del cinema perché ci proiettiamo nelle vicende e le interpretiamo secondo il nostro vissuto.
Uno scambio di mail, una conversazione in chat o un dialogo su un forum creano un testo, anzi costruiscono un testo a quattro mani. Quel testo ha le caratteristiche della letteratura, ancora più accentuate dal fatto che è costruito a quattro mani, è cioè il luogo di elezione per le letture proiettive ma mentre nella lettura proiettiva di un libro non si mira alla costruzione di un rapporto interpersonale e tutto resta interno alla mente del lettore, negli scambi via internet la tendenza proiettiva deve prima o poi fare i conti col fatto che dall’altra parte c’è un altro ragazzo con le sue proiezioni sulla stessa conversazione. C’è in buona sostanza il rischio dell’equivoco, aggravato dal fatto che molte conversazioni in chat restano a livelli estremamente sublimati e simbolici e quindi estremamente aperti alle interpretazioni proiettive. L’instaurazione di meccanismi proiettivi importanti nei contatti via internet può essere così determinante da portare addirittura a mettere da parte l’idea di una conoscenza personale tra i due interlocutori che potrebbe interrompere o distruggere il meccanismo proiettivo che di per sé è almeno apparentemente gratificante.
Aggiungo che spesso nei colloqui in chat tra ragazzi gay è comune in meccanismo della “deriva del linguaggio amoroso” cioè del progressivo e automatico lasciarsi andare ad un linguaggio che assomiglia sempre di più ad un linguaggio amoroso, questo significa che non affatto raro che finiscano per parlare come due innamorati due ragazzi che non si sono mai incontrati di persona. L’investimento affettivo in questi meccanismi è spesso molto alto e la dimensione proiettiva è tale che il rischio che la conversazione sia solo lo spunto per la costruzione di storie che esistono solo a livello proiettivo è molto concreto. In buona sostanza ci si crea un interlocutore a nostra misura, completando proiettivamente gli elementi reali (spesso scarsi e di incerto significato) che emergono dal dialogo reale. Questo è tanto vero che si arriva ad innamorarsi di un etero, interpretando ogni minimo elemento che non appaia etero al 100% come il segno di una possibile omosessualità e si svalutano del tutto quegli elementi, pure ben chiari, che dimostrano che non si tratta affatto di un gay. Ma devo sottolineare che il meccanismo opera anche nei rapporti tra ragazzi gay, cioè tra ragazzi che sanno con certezza che l’altro è gay. Il meccanismo proiettivo giunge al punto di attribuire all’altro una fisicità presupposta, cioè di incarnarlo in una immagine che rappresenta il nostro ragazzo ideale. Si arriva al punto che l’immagine proiettiva dell’altro viene caricata anche di valenze sessuali e si prova un trasporto sessuale niente affatto superficiale per un ragazzo che non si è mai incontrato. In pratica ci si innamora anche sessualmente di un personaggio che al 90% è creato dalla nostra fantasia proiettiva che gli attribuisce anche una fisicità secondo quello che noi desideriamo. La deriva del linguaggio amoroso poi fa il resto e dà la netta impressione che si stia costruendo una vera storia d’amore. Ma in tutto questo c’è un errore di fondo, in pratica il meccanismo naturale che porta dall’attrazione fisica all’innamoramento affettivo è del tutto stravolto.
Bisogna ricordarsi che per innamorarsi nel senso vero della parola il coinvolgimento fisico-fisiologico è indispensabile ma deve essere rivolto ad una persona reale, non ad una immagine creata dalla fantasia proiettiva. Alcuni surrogati della presenza fisica, come le foto o la videocamera non possono in nessun modo sostituire la presenza fisica stessa che è e resta l’elemento necessario dell’innamoramento vero, intendo dire che senza la presenza fisica e senza un’autentica forma di coinvolgimento fisico-fisiologico non esiste innamoramento.
Vorrei mettere in guardia i ragazzi che si conoscono in chat dal lasciarsi andare alla deriva del linguaggio amoroso che non fa che creare aspettative che possono poi essere del tutto distrutte anche da un brevissimo incontro nel quale ci si rende conto che le nostre proiezioni non avevano nulla in comune con la realtà e che il discorso (ma solo il discorso) è andato avanti a ruota libera, ben oltre la realtà. È in genere molto facile lasciarsi andare in chat a grandi discorsi, a dire “ti voglio bene” e anche “ti amo” senza che alla base ci sia qualcosa di concreto ma è molto difficile ridimensionare queste affermazioni dopo, quando ormai hanno creato aspettative consolidate che la conoscenza personale diretta ha contraddetto. A questo punto, se quando ci si conosce di persona la disillusione è reciproca, tutto sommato, il problema si risolve facilmente perché vengono meno contemporaneamente le aspettative da tutte e due le parti, ma se uno dei due resta disilluso e l’altro invece si sente anche fortemente attratto fisicamente le dissimmetrie diventano molto forti e le situazioni diventano difficili da gestire.
In chat o via e-mail, cioè senza conoscenza personale diretta, è invece possibilissimo e, direi, assai mano rischioso, creare dei rapporti di amicizia, che sono molto meno condizionati da meccanismo proiettivi rispetto alle possibili storie d’amore. Noto che la tendenza spontanea dei ragazzi è quella di cercarsi il ragazzo, l’innamorato, piuttosto che uno o più amici veri in chat, ma gli strumenti informatici sono molto più adatti alla creazione e al mantenimento di amicizie che alla creazione di storie d’amore. Come buona norma di prudenza direi che sarebbe bene riservare discorsi con forte connotazione affettiva solo a persone che si siano effettivamente conosciute anche fuori dalla chat o dal forum, cioè che siano conosciute di persona. E qui interviene una riflessione importante. Incontrarsi “in due” nella vita reale dopo essersi conosciuti in chat, dà a quell’incontro una connotazione affettiva molto forte e lo fa apparire come un passo verso la costruzione di una storia importante e reciproca. È per questo che in genere è meglio costruire rapporti che partano dall’amicizia, dal vedersi in gruppo, cioè da rapporti che non creino troppe aspettative che potrebbero trasformarsi in disillusioni. L’amicizia è sempre e comunque il primo passo, se la presenza fisica è coinvolgente e incoraggiante allora può avere senso fare un passo ulteriore, altrimenti l’amicizia resta e non viene compromessa dal fatto che non ne segua una storia con un maggiore coinvolgimento perché non sono state alimentate aspettative al buio.
Vorrei concludere che la rete (usata con la massima prudenza, per carità!) offre delle possibilità ma può creare anche delle pesantissime disillusioni e che, se si vuole bene a qualcuno, anche solo come amico, bisogna evitare di illuderlo e di portalo poi a docce fredde finali che lasciano con una senso di amarezza profonda. Quindi è bene mantenere sempre un atteggiamento di responsabilità e pensare prima alle possibili conseguenze di ciò che si fa e che si dice.
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martedì 13 settembre 2011

LA NORMALITÀ DELLA VITA DEI RAGAZZI GAY

I gay si trovano spesso a dover fare i conti con l’ignoranza e il pregiudizio nei loro confronti. Ignoranza e pregiudizio costituiscono un binomio strettamente connesso fatto di non sapere e di credere di sapere. Poche persone etero hanno un’idea realistica di che cosa significhi l’essere gay, confondono l’omosessualità con l’effeminatezza e le attribuiscono una serie di caratteristiche che nulla hanno a che vedere con la realtà, la questione è, per loro, puramente accademica o tocca al massimo qualche loro conoscente, sapere non è quindi per loro nemmeno necessario, le risposte che si trovano nel cinema, nella cronaca e in televisione vengono recepite acriticamente e vanno a costituire la base del pregiudizio, cioè del giudicare una realtà senza conoscerla. Va tenuto presente che perfino la comunità scientifica ha considerato per moltissimi anni l’omosessualità una patologia, oggi le cose sono formalmente cambiate ma è innegabile che il pregiudizio resta comunque  fortemente radicato anche nella comunità scientifica, che è fatta di uomini e di donne che, pure occupandosi di scienza, hanno, come tutti, il loro bagaglio più o meno pesante di pregiudizi. Mi astengo deliberatamente da qualunque riferimento a persone o fatti specifici. Ma ci sono anche grandi istituzioni come la Chiesa Cattolica, che contribuiscono a sottolineare la dimensione patologica della omosessualità con espressioni nettissime che si trovano in documenti ufficiali, che la definiscono come “grave depravazione”, “funesta conseguenza di un rifiuto di Dio”,“mancanza di evoluzione sessuale normale”, “costituzione patologica”, “comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale”. Anche qui mi astengo dal commentare perché queste espressioni si commentano da sole, mi vorrei invece soffermare sul fatto che, in questo caso, la scusante dell’ignoranza non regge e si tratta di affermazioni volute in modo determinato e consapevole, anche contro il punto di vista ufficiale della comunità scientifica. Si tratta, in fondo, di una scelta oscurantista, cioè di un rifiuto a priori di aprire gli occhi sulla realtà, anche questa è una forma di ignoranza ma di ignoranza consapevole innalzata al rango di valore.  Quali sono le conseguenze di tutto questo? Purtroppo le vedo ogni giorno. Ragazzi cresciuti in famiglie in cui il pregiudizio è diventato una assunzione di principio finiscono per interiorizzare il pregiudizio sulla omosessualità, sono portati a svalutare tutti i fatti e i comportamenti che sono segno di orientamento omosessuale e tendono invece a sopravvalutare qualunque elemento possa loro sembrare un segno di orientamento etero. In questo modo l’adolescenza si trascorre tra dubbi, paure e tentativi di farsi coinvolgere comunque in storie etero che non soddisfano, tutto questo accentuato dal fatto che non è possibile nessuna forma di dialogo minimamente serio con i genitori su questi temi, che la scuola non fa che rafforzare i pregiudizi e che manca del tutto qualunque forma di educazione sessuale che prenda in considerazione anche l’omosessualità. Il risultato di tutto questo è una serie infinita di sensi di colpa legati al fatto di vivere l’omosessualità come vizio, attraverso la pornografia e la masturbazione, come patologia e come devianza contro la quale non si riesce a fare nulla che in qualche modo risulti efficace. È il meccanismo tipico dell’auto-repressione, del “non voglio essere gay”, delle scelte razionali che tentano di frenare l’istintività, della lotta con se stessi, degli esperimenti sessuali per cercare di avvalorare l’idea di essere etero ma, purtroppo, dato che in queste condizioni è di fatto impossibile vivere una omosessualità affettiva innamorandosi di un ragazzo, la visione distorta della omosessualità si radica al punto che diventa difficilissimo viverla come normalità e la si vive solo come trasgressione sessuale. Da qui in poi le possibili strade sono due: mettere in piedi una dubbia storia etero e arrivare fino al matrimonio sperando (in modo del tutto irrealistico) che un matrimonio senza amore o con una dimensione affettiva priva di una corrispettiva dimensione sessuale, significhi superare di fatto l’omosessualità, oppure fingere con gli altri e spesso anche con se stessi di non avere incontrato la donna giusta. Al livello privatissimo  dalla pornografia si passa ai siti di incontri e alle chat erotiche con tutti i rischi per la salute che possono comportare, si pensa di potere, anzi di dovere, darsi da fare per vivere una sessualità gay che di fatto ha perso del tutto la dimensione affettiva. In sostanza una educazione basata sul pregiudizio trasforma l’omosessualità, che per se stessa potrebbe essere vissuta come perfetta normalità, in un vissuto nevrotico che può comportare stati di sofferenza psichica profonda.
Il punto di svolta sta nell’arrivare a capire che l’omosessualità è una forma di normalità, che essere gay non vuol dire affatto essere condannati a non realizzarsi, che essere gay non ha nulla a che vedere con i modelli che la gente crede gay ma è un modo di amare, che l’omosessualità comporta dimensioni affettive profonde, che crea legami umani che possono essere serissimi e possono durare tutta la vita, in sostanza che essere gay è una condizione che deve essere riempita di umanità, deve essere valorizzata, deve essere capita e accettata come un valore fondamentale che caratterizza una persona e la rende quello che è. Non è certo l’unico valore di un individuo ma è uno dei valori che lo contraddistinguono in modo più profondo. Essere gay non significa fare sesso con un ragazzo ma “innamorarsi” di un ragazzo, vedere in quel ragazzo il proprio completamento umano, sentirne la prossimità affettiva come essenziale.
La normalità della vita dei ragazzi gay si rivela soprattutto nei rapporti di amicizia che ci sono eccome e sono cose nello stesso tempo semplici e belle. Parlo qui di amicizia vera che consiste nel creare una fiducia reciproca che favorisca il confronto senza pregiudizi, che dia la possibilità di parlare apertamente di sé a chi è in grado di capire fino in fondo e ha vissuto o sta vivendo esperienze molto simili. L’amicizia tra ragazzi gay non è, come la gente spesso pensa, un primo approccio per arrivare a un contatto sessuale ma ha un valore grandissimo che permette di rompere il muro della solitudine e dell’isolamento e di creare un rapporto autentico. Se tanti ragazzi gay invece di andare in cerca del loro ragazzo ideale comprendessero il valore del coltivare amicizie serie, molto probabilmente starebbero molto meglio con se stessi e sarebbero capaci di affrontare con maggiore tranquillità le prove cui sono chiamati sul terreno sociale e familiare. L’amicizia dà il senso dell’accettazione, crea un ambiente comunicativo sereno e gradevole e non ha fini strumentali. Non si cerca di avere amici per nessun altro scopo che non sia la gradevolezza dell’amicizia stessa. Condividendo parte del proprio tempo con i propri amici gay ci si rende conto della realtà della loro vita, della normalità della loro vita e, direi, anche del loro disagio, quando c’è una forma di disagio.
Il mondo gay visibile presenta spesso ai ragazzi dei modelli facili di realizzazione di sé, in cui si tende a sostituire alla costruzione di rapporti di amicizia vera a due, dei rapporti basati su una appartenenza di gruppo che si sostanzia di riti collettivi e di conformità di comportamenti. Una cosa bisognerebbe non dimenticare mai e cioè che per vivere bene qualunque cosa, e in particolare la sessualità, ci vuole un impegno morale di fondo, non si tratta di un gioco o di un diversivo, ma dei livelli più profondi della vita individuale. La moralità dell’essere gay non è un principio astratto ma una forma di impegno individuale verso se stessi e verso gli altri. Su questa base è possibile costruire rapporti affettivi solidi, questa dovrebbe essere la normalità dell’essere gay. La capacità di resistenza dei gay sta proprio nel non lasciare che ciò che nasce come una forma d’amore si trasformi agli occhi degli stessi gay in qualcosa di patologico o in un vizio per effetto del pregiudizio sociale interiorizzato. Troppi ragazzi gay sono ancora convinti che, in fondo, la loro sessualità sia solo un problema del quale vorrebbero fare a meno, se potessero, troppi ragazzi sono ancora convinti che l’intrinseca bontà morale di qualcosa si identifichi con l’approvazione sociale o con l’approvazione della famiglia. Per un ragazzo gay il primo passo verso la conquista di una autentica serenità interiore consiste nel superare del tutto la concezione della omosessualità come vizio o come patologia e nel restituirle la sua dignità originaria di modo di amare. È ovvio che per chi considera l’omosessualità come un vizio o come una condizione patologica  da reprimere sarà impossibile viverla come un valore, cioè per quelle persone l’omosessualità resterà causa di sofferenza e i tentativi di vivere comunque una vita etero non faranno che accentuare il senso di sofferenza che non viene dalla omosessualità ma dal tentativo di reprimerla. È proprio su questi meccanismi che può incidere il fatto di avere amici gay e di prendere atto della normalità della loro vita. Se identifichi l’essere gay con un insieme di comportamenti nei quali non ti riconosci, per te, ovviamente, l’essere gay costituirà sempre un problema, se invece comincerai a renderti conto che la realtà del mondo gay, cioè la vita della stragrande maggioranza dei ragazzi gay, ha moltissimi aspetti in comune con la tua vita, allora comincerai a sentire l’essere gay come una condizione di vita normale e comincerai a vivere la tua affettività e la tua sessualità come un valore e non come un vizio. Vedo ogni giorno quanto senso abbia nella vita dei ragazzi gay il sentirsi finalmente meno soli, il potersi confrontare in modo serio con persone in grado di capire e penso realmente che per un gay avere veri amici gay sia un elemento essenziale. È ovvio che anche questo richiede un impegno ma i livelli di gratificazione affettiva che ne possono derivare sono notevolissimi.
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