martedì 28 marzo 2017

I GAY E LA MISTICA DEL SESSO

Ciao Project,
avevo già avuto modo di parlare con te in chat parecchio tempo fa, oltre un anno, avevamo parlato della sessualità gay e avevi messo in crisi parecchie delle mie certezze, che però erano nello stesso tempo, diciamo così, delle certezze problematiche e sgradevoli. Oggi ti vorrei proporre un’altra questione che comincia a darmi un po’ di fastidio.  Dato per scontato che gli etero abbiano il loro mondo e che possano non capire niente di quello gay e che quindi possano sparare giudizi anche stupidi su quelle cose, mi chiedo perché i gay, che pure dovrebbero avere meno pregiudizi, sono spesso più ipocriti degli etereo e pure più piccoli di cervello. Hanno il loro campicello e pensano che per il solo fatto di essere gay uno debba somigliare loro in tutto, ma non è così per niente e loro non lo capiscono, Io ho degli amici gay, e sono amici di vecchia data, ma giudicano eccome, come gli etero e pure peggio, per loro esiste un solo modo di essere gay, il loro, e hanno tutto il loro repertorio e lo considerano il manuale della perfezione gay, fanno battute e allusioni che non sono semplici battute e allusioni ma dei giudizi stupidi sulla vita degli altri. Sono standardizzati, credono di aver capito tutto. Mi chiedo se veramente, per loro, il sesso ha un’importanza così fondamentale come dicono. Parliamoci chiaro, a me fare sesso piace, ma non ho la mistica del sesso, se c’è e se è col ragazzo che mi interessa e sta bene pure a lui, allora mi sta non bene ma benissimo, ma non capisco proprio il fatto di usare i telefonini per scovare i gay, di frequentare i siti di incontri, che poi comportano anche un certo rischio.  Ho l’impressione che la mistica del sesso sia ancora dominante e la cosa mi stupisce, io posso capire che abbia una visone mistica del sesso il ragazzetto giovanissimo che non ci è mai capitato, ma quando hai trent’anni e oltre, quando di storie ne hai avute tante, troppe, il che significa che non ne hai avuta nemmeno una che valesse qualcosa, cioè quando sei rimasto fregato non una ma moltissime volte, come fai ad avere ancora la mistica del sesso? E poi, come si concilia la mistica del sesso con i siti di incontri? Se uno mi dicesse: “per me il sesso è solo un modo di divertirmi, e del ragazzo non me ne frega niente”, allora la chat di incontri la potrei capire, quello che non capisco è parlare del sesso come di una cosa sublime e poi finire addirittura con un escort che lo fa per soldi. Che mistica sarebbe questa? Ma non basta… uno dei miei amici, che mi piace molto fisicamente, anche se secondo me ha parecchi problemi psicologici, è uno dei classici mistici del esso “che ne fanno di ogni genere”. Beh, su di lui ci ho fatto le mie fantasie, poi ho tergiversato un po’ e alla fine mi sono deciso e gli ho detto: “Ti andrebbe di fare un po’ di sesso con me?” Beh, non immagini la risposta, ha fatto una faccia schifata, gli ho chiesto se faccio proprio schifo e lui mi ha detto di no e ha aggiunto che ai suoi occhi sono scaduto molto, perché una proposta simile, cioè una proposta diretta e scoperta, da me non se la sarebbe mai aspettata. Io l’ho guardato strano ma lui non ha capito e ha continuato col suo atteggiamento. Io non ho insistito e questa volta è stato lui che c’è rimasto stranito. Avrebbe voluto che io insistessi, per tenermi sulla corda, per umiliarmi e alla fine per dirmi di sì, ma ha sbagliato i conti, perché chi fa così mi fa incazzare , perché si comporta da ipocrita. E poi, se ti va mi dici ok, va bene, se non ti va mi dici: no, grazie! E basta, ma senza discorsi moralistici, senza facce sconvolte e senza atteggiamenti da pezzo di m… . Ma non basta, io mi sarei aspettato che finisse lì, ma non è finita, è andato a raccontare il fatto, ovviamente tutto a modo suo, ad altri nostri amici e mi ha fatto fare una figura di m… . Io penso che le faccende di sesso tra due persone debbano restare una cosa privata tra quelle due persone e basta e non debbano diventare argomento di conversazione: tipo che se uno si porta a letto un altro se ne vanta con gli amici e se gli dice di no, ci fa sopra un pettegolezzo che non finisce più. Tu mi dirai che il mio è solo uno sfogo perché lui mi ha detto di no, ma non è così, di ragazzi che mi hanno detto di no ce ne sono stati e non pochissimi, ma erano seri, o avevano il ragazzo oppure non se la sentivano proprio di entrare in una cosa del genere, ma prima di tutto me lo hanno detto chiaro e poi non ci hanno fatto sopra pettegolezzi.  Ma perché fare una proposta sessuale diretta a qualcuno  deve essere preso come una cosa strana, mente fargli la dichiarazione d’amore solo per andarci a letto deve essere considerato una cosa sublime? In effetti è un’ipocrisia .Forse l’ipocrisia è la base della mistica del sesso! Che ne pensi Pro?
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sabato 25 marzo 2017

GAY E SESSUALIZZAZIONE DELL’AFFETTIVITA’

Dedico le pagine che seguono alla sessualizzazione dell’affettività da parte dei gay e all’evoluzione affettiva di un rapporto nato esclusivamente sessuale. Lo spunto mi è stato offerto da una chiacchierata in chat nella mattinata di oggi, che mi ha fatto riflettere molto.
L’affettività è una caratteristica innata non solo degli umani ma anche di moltissimi animali, è un meccanismo relazionale essenziale alla convivenza e non solo tra individui della stessa specie.
L’affettività ha due aspetti, che sono tipici di tutti i meccanismi relazionali:
1) la manifestazione dell’esigenza affettiva, che consiste nell’inviare messaggi di disponibilità o di richiesta, che possono o meno essere indirizzati a specifici individui;
3) la risposta all’esigenza affettiva altrui, che è per sua natura strettamente individuale.
Quando l’individuo che ha manifestato l’esigenza affettiva accetta la risposta affettiva altrui, si crea una relazione affettiva, cioè uno speciale legame tra i due individui che viene incontro alle esigenze di entrambi. Le relazioni affettive possono consolidarsi e ampliarsi quando il legame è stabilizzato e diviene una forma di confidenza, ossia di fiducia reciproca o di reciproco affidamento. Tra un uomo e un cane si può creare un rapporto affettivo importante proprio sulla base di questi meccanismi, tra umani la sfera dell’affettività ha degli aspetti con una forte componente biologica, come nei rapporti madre figlio, e degli altri in cui la risposta affettiva si costruisce sulla base di affinità di carattere culturale, comportamentale, o sulla base di analogie del vissuto individuale.
La ricchezza delle relazioni affettive, da quelle familiari, a quelle amorose, a quelle con animali domestici, aumenta il livello di gratificazione individuale e di autostima, riduce l’aggressività e il senso di frustrazione, allontana il rischio di depressione e favorisce l’integrazione sociale a tutti i livelli.
Lo sviluppo dell’affettività è un fenomeno molto complesso. Bisogna imparare a comprendere e a manifestare i propri bisogni affettivi e a decodificare le manifestazioni delle esigenze affettive altrui. Lo sviluppo dell’affettività è essenzialmente imitativo. Un bambino che vede i genitori scambiarsi affettuosità non si sente bloccato nell’espressione delle sue esigenze di contatto fisico e inquadra l’affettività in una dimensione di normalità. Il bambino che non vede scambi affettivi tra i genitori e al quale si insegna a controllare la propria emotività finisce per considerare l’affettività come un elemento di debolezza da tenere sotto controllo.
E qui entra in gioco un elemento che rende l’educazione affettiva di un ragazzo gay diversa da quella di un ragazzo etero.
Le manifestazioni delle esigenze affettive legate alla sfera sessuale sono in genere indirizzate verso individui ben precisi. Un ragazzino preadolescente, che indirizza le manifestazioni delle sue esigenze affettive verso una ragazza, è in genere incoraggiato, o almeno non represso, e in questo modo intende lo sviluppo spontaneo della sua affettività verso una ragazza come una cosa normale, che non deve essere frenata.
Per un ragazzino preadolescente gay le cose sono molto diverse, molti messaggi, fin dalla più tenera età, lo mettono sull’avviso che manifestare un interesse affettivo verso un ragazzo è cosa da non fare, una cosa ritenuta socialmente riprovevole e che va evitata in ogni modo.
La repressione dell’affettività gay preadolescenziale può provocare un forte senso di frustrazione, un calo significativo dell’autostima e un netto crollo delle relazioni interpersonali. Questi sintomi sono indice di un tipico disturbo relazionale degli omosessuali. Ovviamente non è l’omosessualità la causa del disagio ma il fatto che le esigenze affettive di un ragazzo omosessuale siano ignorate o addirittura represse.
La repressione dell’affettività omosessuale, che non può essere sostituita con quella eterosessuale, determina una progressiva chiusura affettiva. I ragazzi si concentrano su se stessi, tendono a considerare il disagio comunicativo come una loro caratteristica e nello stesso tempo interiorizzano i valori sociali comuni e covano contro di essi un profondo risentimento. La sessualità, per loro, più che interattiva e interpersonale è solitaria e masturbatoria e si concretizza nel consolidamento di un insieme di fantasie-desideri, quasi del tutto prive di risconti esterni. Talvolta la masturbazione diventa quasi compulsiva in quanto unico surrogato di un’affettività preclusa. L’esperienza della sessualità gay condivisa, quando c’è, è priva delle componenti affettive, non tende a creare un rapporto interpersonale ma ad esaurirsi nella concretizzazione più o meno soddisfacente delle fantasie erotiche individuali.
Accade però, talvolta, che alcuni rapporti, nati come esclusivamente sessuali, finiscano per diventare almeno una componente non episodica della vita e, non fosse altro che per questo, finiscano per assumere un valore tendenzialmente affettivo. Un ragazzo gay che trova un partner sessuale stabile finisce per condividere con lui la sua sessualità e per essere coinvolto in quella dell’amico. In queste situazioni la sessualità diventa gradualmente più disinibita perché i ragazzi hanno bisogno di farsi accettare per quello che sono realmente. In questo caso l’accettazione senza riserve della sessualità dell’altro, il non tirarsi indietro, il non negarsi, significa aprirsi all’altro, sforzarsi di capirlo nelle sue istanze più profonde e contraddittorie. In altri termini, dalla sessualità può nascere un rapporto molto più complesso, basato sulla certezza che l’altro non verrà meno. Non si tratta di una fedeltà, che avrebbe delle sue regole, ma di una disponibilità incondizionata che non viene meno neppure in situazioni in cui ci si sentirebbe sciolti da un obbligo di fedeltà. Dall’esterno il collante di questi rapporti sembra essere la sessualità, ma nella sostanza è l’accettazione dell’altro “senza riserve”, a partire dalla sessualità. In situazioni del genere si può parlare di sessualizzazione dell’affettività.
Parlare di accettazione dell’altro “senza riserve” significa usare formule semplici per cose che in realtà non sono affatto semplici da accettare e da gestire. La trasformazione di un rapporto originariamente soltanto sessuale in un rapporto che comporta l’accettazione integrale dell’altro suscita spesso perplessità e dubbi e richiede una forma particolare di disponibilità e di rispetto ben al di là di un rapporto sessuale disimpegnato. Tuttavia, per un ragazzo gay che non ha avuto modo nell’infanzia o nella preadolescenza di sviluppare la propria affettività, il recupero dell’affettività tramite la sessualità è una delle poche strade possibili per superare il disagio comunicativo. La sessualità compulsiva è spesso la manifestazione di un bisogno affettivo profondo. Va sottolineato che si tratta di coppie di ragazzi gay, che proprio in quanto entrambi gay, vivono un rapporto in cui gli ostacoli di tipo sociale alla comunicazione sono di fatto ampiamente rimossi. Il rapporto che si crea è evolutivo ma non è affatto detto che percorra tutti gli stadi, fino alla reale accettazione dell’altro “senza riserve”. Il rapporto in genere si interrompe o si banalizza quando se ne smarrisce la dimensione affettiva.
Vorrei insistere che in queste situazioni il sesso non è solo sesso o meglio, una richiesta di sesso non è solo una richiesta di sesso ma è una richiesta di accettazione “senza riserve”. Non è certo facile che un rapporto nato come esclusivamente sessuale si trasformi nel tempo in qualcosa di stabile, capace di far crescere una componente affettiva, ma è comunque possibile.
Aggiungo un altro elemento importante: il sesso è anche un diversivo, nel senso che serve a mantenere un rapporto ma nello stesso tempo concentra l’attenzione su un elemento che potrebbe non essere al momento quello critico e la allontana dai veri elementi critici che spesso sono legati a frustrazioni nello studio o nel lavoro, a bassa autostima, se non a momenti di vera depressione. La dimensione affettiva di un rapporto sessuale si manifesta quando si va oltre la dimensione sessuale, sostanzialmente scontata, e si riesce a parlare apertamente delle proprie frustrazioni profonde. Quando il sesso cede a un dialogo sugli argomenti che più ci condizionano, il livello comunicativo sale, sale la sensazione di essere capiti senza essere giudicati e si sperimenta un’altra forma di gratificazione, questa sì tipicamente affettiva.
È proprio attraverso questi episodi che l’affettività cresce e diventa un elemento di stabilizzazione della persona oltre che del rapporto. Aggiungo che attraverso la conoscenza della frustrazioni del partner si impara a conoscerlo meglio, a capire che i suoi momenti di crisi non sono stranezze immotivate e che le sue reazioni sono modulate da un vissuto che può essere molto complesso e contraddittorio. La sessualità, in questi casi diventa una porta di accesso al complesso della personalità del partner. Così, passo dopo passo, una relazione sessuale evolve verso forme di amicizia affettuosa in cui il sesso è una delle componenti di una relazione molto più complessa e forte. Pian piano ci si abitua all’affettività nell’ambito di una relazione gay e si vivono in età adulta le esperienze affettive che non si sono vissute nell’infanzia o nella preadolescenza.
Bisogna sottolineare che lo sviluppo dell’affettività a partire dalla sessualità non è un fenomeno lineare, i momenti di apertura si alternano a momenti di frustrazione o di delusione e talvolta, nonostante la buona volontà, si arriva al limite di rottura e l’esperienza finisce miseramente, ma quando il rapporto ha una qualche solidità non si arriva al limite di rottura, ci si ferma prima, si arriva ad alzare i toni, ad avanzare recriminazioni ma lasciando sempre la porta aperta per soluzioni non definitive. Solo quando esiste una vera fiducia reciproca si arriva a sopportare le fasi negative (banalizzanti o addirittura aggressive) del rapporto, nella speranza e sostanzialmente nella certezza che la fase negativa lascerà il posto ad un vero arricchimento affettivo della relazione. L’evoluzione affettiva di una relazione sessuale può essere profondamente stressante e può mettere pesantemente alla prova i partner. L’evoluzione è lenta, talvolta si trasforma in una recessione, ma alla lunga apre prospettive inizialmente del tutto inattese.
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UN GAY RIDIMENSIONATO

Ciao Project,
leggere i tuoi siti mi ha molto aiutato quando vedevo l’omosessualità come un problema o meglio come il mio problema per eccellenza. Leggendo il forum mi sono sentito meno solo e la cosa mi ha fatto stare meglio ma, forse per l’educazione che ho rivenuto in famiglia, continuavo a pensare alla omosessualità come ad un problema, comunque ho vissuto la mia vita e a 27 anni ho avuto la fortuna di trovare un compagno. Niente colpi di fulmine, semplicemente ci siamo accorti entrambi che dall’altra parte c’era un’attenzione speciale, nemmeno dichiarata ma reale. Abbiamo cominciato a frequentarci solo come amici, poi la cosa è cresciuta da sé, ci rendevamo conto che un punto di limite tra noi realmente non c’era. Poi una sera in cui girava male ad entrambi e avevamo bisogno di non essere soli, ci siamo abbracciati in un modo speciale e non c’è stato più bisogno di dire nulla. Nonostante tutto, all’esterno, siamo rimasti solo due amici che si frequentano ma hanno ciascuno la sua vita. Viviamo ancora entrambi a casa dei nostri genitori, che non sospettano di nulla. Fin qui potrebbe essere la storia di una qualunque coppia gay del sud un po’ spaventata dalle reazioni della gente. Io mi lamentavo spesso della mia e anzi della nostra situazione e mi sentivo il più disgraziato degli uomini ma non avevo capito proprio nulla.
Poco dopo che ci siamo messi insieme, il mio compagno ha cominciato a stare male, i medici prendevano le cose alla leggera ma io vedevo che le cose non andavano bene, insomma l’ho portato a Roma all’ospedale dei tumori e lì, purtroppo, ma dovrei dire per fortuna, sono arrivati alla vera diagnosi. Il mio compagno aveva un tumore. Quando glielo hanno detto gli è crollato il mondo addosso, e a me è successo qualcosa di simile, anche se non ero coinvolto in prima persona. Ti dico subito che le cose sono andate bene, adesso è tecnicamente guarito e deve fare solo dei controlli periodici, ma l’oncologo dice che il rischio di recidiva è oggettivamente minimo. Per uscire dal tunnel ci sono voluti sei anni, adesso ne ho 34 e lui 32, Project, questa esperienza ci ha proprio trasformato la vita. Quello che ho visto accompagnando il mio amico in ospedale mi ha ridimensionato. Adesso mi vergognerei a pensare che essere gay è un problema. I problemi sono altri e la cosa veramente terribile è doverli affrontare da soli, ma noi eravamo in due. La sua famiglia minimizzava e all’inizio mi dicevano che volevo mettere in testa al mio amico idee assurde e che lui stava benissimo, poi piano piano si sono resti conto. Non hanno mai capito perché io facessi per lui tutto quello che facevo, hanno sempre pensato che fosse solo per amicizia ma non era così. Non ho mai desiderato il bene e la vita del mio ragazzo come quando lo vedevo prostrato e depresso e cercavo di fare di tutto per tirarlo fuori dalla sua angoscia. Abbiamo vissuto insieme tutte le fasi, dal terrore vissuto con una fatalistica accettazione che era in realtà sono un tentativo di nascondere l’angoscia profonda per il futuro, alla prima luce di speranza, e poi, via via, tutta la strada verso l’uscita dal tunnel, sempre con l’idea di non andare troppo in là con la speranza e di non illudersi troppo. Avremmo voluto tante volte risposte incoraggianti dai medici ma erano sempre molto professionali e parlavano solo in termini di probabilità. Ricordo in particolare il medico che lo ha seguito in tutto il percorso, avrà avuto tra 55 e 60 anni, io penso che abbia capito che rapporto c’era tra noi, ci ha fatto sempre entrare insieme, e poi si fermava a spiegarci le cose nel dettaglio ma non sorrideva mai, era uno scienziato vero, ho visto il suo curriculum, quando gli mandavo una mail esprimendo dei dubbi, mi rispondeva in giornata. Solo le ultime volte l’ho visto in un modo diverso, dopo aver letto le analisi ci ha detto: “adesso possiamo stare relativamente tranquilli” poi ha visto che quel “relativamente” per me era stato come una pugnalata, ha accennato un sorriso e ha detto che la cautela in quelle cose ci vuole sempre ma che il mio amico per i protocolli medici era da considerare clinicamente guarito.
Abbiamo passato insieme sei anni della vita e li abbiamo passati insieme a combattere per la vita e adesso siamo veramente una coppia, restiamo per gli altri solo due amici perché non abbiamo denaro e lui è disoccupato mentre io ho un lavoro che ci permette a stento di starcene per conto nostro due o tre giorni al mese. Sembra poco ma per noi la vita vera è quella e quando lo abbraccio e lo stringo forte e sento che lui c’è, che è vivo e che mi sta abbracciando mi viene da piangere per la felicità. Project, per me, essere gay è stata la cosa più bella che potesse capitarmi.
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martedì 7 marzo 2017

ANDY ROMANZO GAY 17

Qui di seguito potete leggere il capitolo 17 di Andy – Romanzo gay.
Ricordo a chiunque fosse interessato che i capitoli già pubblicati sono raccolti in un unico volume e sono scaricabili in formato libro (pdf – LaTex), senza alcuna formalità e ovviamente gratuitamente, dalla Home del Forum di Progetto Gay: http://progettogayforum.altervista.org sezione “La Biblioteca di Progetto Gay”.
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La mattina Andy si svegliò per primo, si rese subito conto che la luce non veniva dalla parte dei piedi del letto, come alla piccionaia, ma dal lato destro, ed era una luce diversa, le persiane di metallo lasciavano filtrare il chiarore dell’esterno, ma non si vedevano le classiche linee delle di luce delle tapparelle. Anche l’aria era strana, il volume della stanza era diverso, e soprattutto la sensazione di silenzio era assolutamente inusuale, dopo qualche minuto passato a godersi quelle sensazioni, Andy si alzò, il letto scricchiolò leggermente ma Marco non si svegliò. Andy aprì la finestra e rimase abbagliato dalla luce fortissima, aveva il sole in faccia e l’aria era straordinariamente tersa, Andy provò un attimo di intensa emozione per quel contatto così diretto con la natura poi, vedendo che Marco non si era alzato, uscì fuori, Massimiliano stava ancora appallottolato nella sua bacinella e sotto la sua copertina.
- Ciao, micio! Hai dormito bene?
Andy cominciò ad accarezzare il micio che si alzò sulle zampette, si stiracchiò vistosamente e poi saltò in grembo a Andy che non ci pensò due volte, lo portò dentro casa e lo poggiò sul letto di Marco, il micio si muoveva con destrezza e con estrema lievità si accostò al viso di Marco e cominciò a strofinarglisi contro.
- Cucciolo! Hai visto quanto è bello questo micetto! Guarda come ti vuole bene…
- Bello! Massimiliano! …. Ma come sei tenero!
Mentre Marco si alzava Andy si portò il gatto in cucina.
- Micio, micio, micio… vieni qui… guarda che c’è qui! C’è il lattuccio di Massimiliano.
Il micio bevve tutto il latte senza complimenti, Andy preparò la colazione e Marco lo raggiunse, cominciarono mangiare senza dire una parola, guardavano soltanto Massimiliano con facce di compiacimento, poi il micio salì in grembo a Marco.
- Hai visto! Viene pure da me!
- Certo, tu sei il papà!… Cucciolo, io spiccio tutto in pochi minuti e dopo ce ne andiamo fare una passeggiata qui intorno… che dici?
- Sì, certo! E vedrai che Massimiliano ci viene appresso come un cagnolino…
- Ecco, faccio in un minuto…
Un minuto dopo erano fuori, camminavano appaiati, Massimiliano non li seguiva ma camminava davanti a loro allontanandosi anche un po’.
- Lo vedi, Cucciolo, ormai si è abituato a noi… che dici… ce lo portiamo?
- Io me lo porterei… ma mi sa che lo stanno cercando e poi secondo me è scappato da qualche parte.
- Sì, lo so, forse è così ma è troppo caruccio… lo sai Cucciolo, qualche volta ieri sera, quando si è appisolato sulle mie gambe mi è venuta pure una reazione di tipo sessuale… insomma mi veniva l’erezione a forza di accarezzare Massimiliano… strano eh?
- No! È ovvio!
- Ma succede pure a te?
- Eh… sì!
- Ma perché succedono queste cose?
- Birillo, la sessualità è una cosa così complicata che di cose ovvie ce ne sono veramente poche… no! Mi sto contraddicendo… boh! Comunque queste cose succedono!
- Ma tu dici che Massimiliano se ne è accorto?
- Be’, questo proprio non lo so, non sono mai stato un gatto, ma da come si comportava penso che si trovasse perfettamente a suo agio.
Arrivati al termine della strada battuta si girarono per tornare indietro, Massimiliano con una rapida manovra si portò di nuovo davanti a loro, girarono tutto l’oliveto che non era poi piccolissimo e andarono a sedersi su una panca di pietra sotto un albero, il Micio salì in grembo a Andy.
- Miciotto! Bellissimo miciotto! Mh! Ma che bel micio che sono io! … Mannaggia, Cucciolo, mi sa che mi risuccede!
- E allora?
- No, allora niente…
- Però da te ci viene di più! Si vede che sei più sexy!
- Cucciolo… ma tu l’hai visto come è bello? Ma è proprio un capolavoro della natura!
- E sì, pensa che se vai indietro nella sua genealogia c’è una linea ininterrotta fino dalle origini della vita sulla terra…
- Quindi un po’ siamo pure parenti!
- Eh, sì!… questo cuccioletto prova delle sensazioni, sta bene o sta male come noi, riconosce le persone che gli vogliono bene… pure quello come noi, come si fa a non affezionarsi a un cuccioletto così?
- Cucciolo, ce ne andiamo a fare due passi qui intorno, ci devono essere dei posti bellissimi…
- E Massimiliano?
- Ce lo portiamo… me lo porto io in braccio…
Andy chiamò il micio che si avvicinò senza nessuna paura, poi lo prese in braccio, Massimiliano rimaneva tranquillo come se fosse abituato ad essere portato in braccio.
- Lo vuoi portare tu, Cucciolo?
- E come te lo tolgo un piacere così? E poi mi pare che lui stai meglio con te… guarda là, sembri la sua mamma! … Birillo, se ti va di camminare possiamo andare alla mola vecchia, ma ci vuole una mezz’oretta, però è un posto bello, c’è una specie di fiumiciattolo, con una specie di stagno e i pesci…
- Andiamo dove vuoi tu, se dici che è bello…
- Pochissimo tempo dopo che avevano cominciato a scendere verso valle incontrarono una signora sulla sessantina, la signora vide il gatto a distanza.
- Scusate, è vostro il gatto?
- No, l’abbiamo trovato in campagna…
- Puccio!
Il micio appizzò le orecchie e cominciò ad agitarsi, Andy lo poggiò a terra e il micio corse dalla padrona a coda alta.
- Puccio! Bello di mamma sua! Quanto l’ho cercato, tutto ieri sono stata in giro a cercarlo, avevo una paura che me lo avessero ammazzato, che fosse finito sotto una macchina… ma invece eccolo qua… ma voi quando l’avete trovato?
- Ieri pomeriggio, poi gli abbiamo dato qualche cosa da mangiare e gli abbiamo messo una copertina fuori di casa in un cesto e lui si è addormentato lì e stamattina c’era ancora, non se ne era mica scappato!
- Ma lui quando sta bene non se ne scappa mai!
- Però da quello che si vede il gatto le è affezionato!
- Lui è della quinta generazione tutta la sua famiglia è vissuta a casa mia, sono quasi trent’anni che prima la nonna e poi la mamma di adesso questo cucciolo sono stati a casa mia… ma lui non scappa, è che è un maschietto, sta crescendo e comincia diventare un po’ intraprendente, qualche volta si è allontanato pure prima ma all’ora di cena tornava sempre a casa, poi ha trovato voi che gli avete dato da mangiare e si è dimenticato della mamma… Puccio! Bello di mamma!… Ma voi dove abitate?
- Su, alla croce, ma veniamo qui solo qualche volta, noi viviamo a Roma…
- Ma che siete i figli di Rocco?
Marco rispose subito per trarre di impaccio Andy.
- Sì, perché lei conosce papà?
- Be’ Rocco l’ho visto solo qualche volta ma ne avevo sentito parlare da Mario… quel pezzo di terra l’aveva comprato lui..
- Zio Mario, il fratello di mamma… ma lei lo conosceva bene?
- Be’, qualche volta parlavamo, lui era stato qui per qualche anno ma è roba degli anni ’50 o ’60, poi, dopo qualche anno, si è comprato la terra… lì prima c’era un deposito di travertino…
- Lo so, papà ce l’ha detto tante volte…
- Io mi chiamo Silvana, casa mia è quella lì in fondo, quella vicino ai quei tre alberi grossi… quando volete rivedere Puccio potete venire a trovarmi… ragazzi… io me ne torno a casa… quando vedere papà gli dite che lo saluta Silvana, Silvana “dell’ombrosa”, mi sa che lui mi conosce…
Marco e Andy risposero quasi in coro:
- Arrivederla signora!
Poi proseguirono per la mola vecchia.
- Mannaggia, Cucciolo, Peccato! Lo so che Massimiliano era della signora però era così bello… mannaggia adesso mi manca mi ci ero affezionato proprio…
- Lo so, Birillo, pure io… però che possiamo fare… e poi mi sembra che la signora i gatti li tenga bene, a vedere da come le andava appresso…
- Sì, lo so… però…
- Hai visto che ci ha preso per fratelli?
- E tu sei stato al gioco… altro che magliette per uscire allo scoperto!
- Ma che le dovevo dire: Andy è il mio ragazzo?
- Be’, perché no?
- E perché non glielo hai detto tu?
- Perché hai parlato solo tu!
- Sì?! Secondo me tu non avresti nemmeno saputo che dire…
- Dai, Cucciolo, lasciamo perdere… ma è ancora molto lontano?
- No, guarda, è in fondo alla discesa…
- Ma in pratica è al fondo di questo canalone…
- Sì… ma è bello, vedrai, se non c’è gente si sta benissimo…
- Perché? Ci potrebbe pure essere gente?
- Sì, qualche volta ci vanno anche  a fare il picnic, l’inverno non c’è nessuno ma di questa stagione la gente c’è… però il posto è bello, guarda, di qua si vede bene…
- In mezzo a tutti quegli alberi?
- Sì, li in mezzo…
- Be’ non c’è male, il posto promette bene, ma ci sono pure le macchine posteggiate… Cucciolo, lì c’è gente…
- E va be’, noi diamo un’occhiata e ce ne andiamo.
- Ma è molto incassato nella vallata! Qui è tutto umido è tutto verde, si sente pure il rumore dell’acqua, ma l’acqua non si vede… ma si può scendere fino in fondo? Fino al fiume?
- Sì, ma adesso non ti aspettare un fiume, d’inverno magari di acqua ce ne è tanta ma di questa stagione non è un gran che…
- Ma guarda che è bello, c’è tanta ombra, è tutto verde… il laghetto è quello?
- Sì, ci sono pure i pesci, vieni a vedere…
- Sì ma c’è pure gente… Cucciolo, facciamo solo un giretto e ce ne andiamo…
- Ok… non ti preoccupare…
- Ammappete, ma è bello veramente, sembra un posto delle favole, si sente solo il rumore dell’acqua e delle foglie… vedi! I pesci! E ce ne sono tanti! … Cucciolo e la gente dove sta? Qui non ci sta nessuno!
- Stanno più sopra, c’è uno spiazzo attrezzato, ci sono i tavolini e un piccolo bar che funziona solo d’estate… Che pensi, Birillo?
- Non ti offendi se penso che bisognerebbe tornare indietro e andare a studiare un po’?
- No, mi sa che è ora…
- Però lo sai che adesso, senza Massimiliano, mi sento solo… non è una cosa stupida…
- Birillo, manca pure a me…
- Ma tu che dici che ci ritorna da noi?
- E perché no! Dopo tutto l’abbiamo trattato bene…
- Sì, ma non l’abbiamo fatto stare la notte dentro casa… forse sarebbe stato meglio…
- Dai, va’, adesso cominciamo ad avviarci perché siamo venuti qui per studiare…
- Mh! Che brutta cosa! Era più bello giocare con Massimiliano!
- Lo so, ma adesso ci tocca studiare… e poi quando contiamo di tornare a Roma?
- Oggi no, domani sera, forse domani sera o anche dopodomani sera…
- E le piante alla piccionaia?
- Se chiamiamo papà ci potrebbe anche pensare lui…
- Dai, Birillo, adesso fatti coraggio perché a scendere è stata facile ma a salire la strada è molto più faticosa!
- È vero, si fatica proprio!
- Dai, tu sei mio fratello e non dovresti sentire la fatica…
- Fratello? …
- Perché non potrebbe essere?
- Certo che potrebbe essere ma non è… aspetta, Cucciolo, sono stanco… non correre, faccio fatica a correrti appresso…
- Dai! Che mollaccione che sei! Certe volte sembri tanto forte e poi…
- Io sono forte ma non ho tanta resistenza…
Dopo circa mezz’ora di buon passo erano ormai di nuovo a casa.
- Cucciolo, che brutto stare qui senza Massimiliano!
- Lo stavo pensando anch’io…
- Dai, va’, andiamo a lavorare e non perdiamo tempo! … Aspetta, aspetta… prendi il libro e ci mettiamo sotto un olivo…
- Ti porto pure la sedia comoda, così dopo non ti fa male la schiena! Vado!
- Aspetta, arrivo subito, ci portiamo qualche cosa da mangiare…
- Birillo… qui, ecco, così, bello tranquillo e io sto vicino a te… così… il sedile di pietra fa da tavolino e noi stiamo sulle sedie comode… tutto bene Birillo?
- Sì, tutto bene… ma adesso viene il peggio… Cucciolo! Non ho voglia di studiare! Si sta così bene qui a fare niente!… Sì, lo so, ma non ce lo possiamo permettere…
- Su, dai attacca…
- Allora… eravamo… ma Birillo, il registratore?
- Te lo vado a prendere io, tu stai qua…
- Hai fatto in un lampo!
- Dai adesso cominciamo, se no mi passa pure quella pochissima voglia che ho!
- Allora… siamo qui… L’evoluzione del diritto penale dopo l’introduzione del nuovo codice di rito…
Andy cercava di prestare attenzione, ma l’ambiente esterno sembrava fatto apposta per creare distrazioni: prima un’ape, poi un po’ di vento che disturbava la registrazione, quindi la sedia che cambiava posizione sul terreno ancora morbido per la pioggia. Andy cercò di resistere ma l’attenzione veniva meno, fece cenno di chiudere il registratore.
- Cucciolo, qui si sta bene ma non si riesce a studiare bene, forse dovremmo andare dentro…
- Mi sa che è meglio… dai, forza e coraggio e cerchiamo di non perdere troppo tempo…
- Magari facciamo così: studiamo, poi dopo tre ore ci mettiamo fuori e ce ne stiamo un po’ a guardare le piante… che dici?
- Mi sa che è l’unica cosa da fare… su adesso dentro, le sedie le lasciamo fuori per dopo, ma adesso dentro a studiare!
Ripresero la lettura dentro casa, l’ambiente era tranquillissimo, il silenzio quasi irreale, la luce naturale era forte e gradevole, Andy si sentì più concentrato ma nonostante tutto non riusciva a seguire tanto bene il discorso, alla fine del capitolo lo disse a Marco.
- Cucciolo io non ho capito quasi niente! Sono cose di un tecnicismo assurdo… è la scienza che si confonde con la scemenza! È uno spaccare un capello in quattro che mi sembra che sia proprio campato per aria e poi mi mancano proprio i riferimenti…
- Birillo… questo è … e bisogna cercare di digerirlo così com’è… in effetti bisognerebbe lavorare col codice… ma ci vorrebbe troppo tempo… Che facciamo, Birillo? Che dici?
- Dico che non mi piace per niente e che se va avanti così ci mettiamo una vita e non capiamo assolutamente niente… però… mh! Che storiaccia! Quando trovi il libro bello va tutto bene ma ci sono pure gli elenchi telefonici come questo… Cucciolo, se andiamo avanti finiamo per non capire più nulla… dai, su, ricominciamo da capo…
- Mannaggia, quando le pagine non scorrono mi viene il panico!
- Dai, non facciamo storie e mettiamoci a lavorare, che fai… leggi tu?
- No, forse è meglio se leggi tu… se lo sento leggere forse mi fa un altro effetto…
- Però Cucciolo, santa pazienza e ci cerchiamo pure tutti i riferimenti…
- Per forza… vai!
La seconda lettura fu molto più analitica, i richiami del codice vennero tutti esaminati, ogni tanto passavano alla discussione, poi tornavano a leggere, ma i riferimenti erano molti, troppi!
- Cucciolo… un po’ si capisce ma ci mettiamo una vita!
- Dai, non fare storie e continua a leggere!
All’una non avevano letto nemmeno venti pagine.
- Cucciolo! Che pippa! Ma è uno strazio! Ma quanto ce n’è ancora fino alla fine del capitolo?
- Più o meno altre venti pagine… Birillo, qui ci vuole tutta la giornata! E poi non è che abbiamo capito gran che!
- Be’, meglio di niente…, ma … insomma almeno un’idea ce l’abbiamo… dai, ricominciamo!
Andarono avanti fino alla sera, senza pranzo ma con la volontà caparbia di chiudere il capitolo. Alle otto, il capitolo era finito.
- Cucciolo! Uffa! Adesso lo rileggiamo tutto al registratore…
Marco lo guardò con una faccia distrutta!
- Adesso?
- Sì, dai, quando l’abbiamo finito l’abbiamo finito! Senti, quando c’è la citazione tu intervieni e leggi gli articoli del codice… e registriamo pure quelli…
- Ma ci mettiamo una vita!
- Cucciolo, se non facciamo così non ci si capisce niente!
- Dai, allora sotto!
La lettura questa volta risultava molto più chiara e le puntualizzazioni che venivano dal codice fornivano elementi di riferimento molto precisi, il lavoro procedeva con lentezza ma la logica del capitolo ormai era chiara. Lavorarono senza sosta quasi fino a mezzanotte, verso la fine contavano entrambi le pagine mentalmente, alle undici e tre quarti chiusero finalmente il libro e il registratore.
- Cucciolo! Mamma mia che strazio! È proprio una cosa terribile!
- Però ce lo siamo tolto e abbiamo capito quello che voleva dire e un senso ce l’aveva!
- Sì, è vero, ma se i libri fossero tutti così sarebbe meglio spararsi… Cucciolo, abbiamo fatto 45 pagine in una giornata e non abbiamo mica perso tempo!
- Lo so, ma le abbiamo fatte.
- Ma il resto del libro è tutto così? … Passamelo, un po’… Mh! Qui mi sa che non c’è trippa per gatti! … Mannaggia questo sembra tutto così… sono 350 pagine e ne abbiamo fatte solo 45, a questi ritmi non basta una settimana!
- Birillo, ci vogliamo immalinconire? … Su, adesso è ora di cena e non abbiamo nemmeno pranzato… che ti faccio?
- Che c’è?
- Qua! Ecco, il frigo è quasi pieno, c’è tutto quello che vuoi…
- Dai, tira fuori qualche cosa di consistente perché la fame non mi manca…
- Tu mettiti tranquillo che faccio presto presto!
- Lo sai che mi fa un effetto strano pensare che non c’è la televisione… niente telegiornale…
- Ci dovrebbe essere una radiolina nella stanza di papà…
- La porto qui?
- Sì, sì…
- No, dai stiamo così, è più intimo e poi qui è già notte fonda… Cucciolo, le sedie le abbiamo lasciate fuori… che faccio? Le vado a prendere?
- Magari! E quando esci accendi la luce fuori, l’interruttore sta a destra della porta…
Andy uscì e tornò dopo qualche minuto con le sedie, le depositò vicino all’ingresso e se ne tornò in cucina.
- Cucciolo, si sta bene fuori, poi ci mettiamo fuori!
- Sì e non ci sono nemmeno le zanzare, qui non ci sono quasi mai…
- Però ci vorrebbe un divano fuori… stare seduto su una sedia vicino a te non è lo stesso, mi piace proprio il contatto fisico, ma qui divani non ce ne sono… io questa cosa gliela devo dire a papà.. chissà che non ci si possa mettere un divano… lo spazio c’è, si potrebbe mettere lì, su quella parete lì, un divano leggero che si possa pure portare fuori la sera… che dici?
- Lo diciamo a papà… e mi sa che… non dovrebbe essere tanto difficile… ma adesso vieni a mangiare, che è tutto pronto…
- Senti che profumino! Cucciolo prima un bacetto! Te lo meriti!
Andy strinse Marco fortissimo per quasi un minuto, poi spostò il suo piatto, il bicchiere e le posate e si sedette vicino a Marco, non dall’altra parte del tavolo.
- Cucciolo, così mi posso appoggiare alla tua spalla… ti posso carezzare un pochettino…
- Lo sai Birillo che stiamo ancora ampiamente nei tempi previsti… e se andiamo avanti così la storia dei tre esami potrebbe anche diventare realtà…
- Lo so, il conto l’ho fatto anch’io ma cerchiamo di non gasarci troppo… però lo so e mi fa piacere e non poco… ma poi lo sai benissimo che mi fa piacere… Cucciolo e poi cucini bene!
- Queste cose le ha fatte mamma, io le ho solo scaldate!
- Ah!
- Però qualche cosa buona la so fare pure io!
- Lo so, Cucciolo, lo so e poi quando ci sei le cose sono più buone…
- Dai, tu finisci di mangiare che io cerco di sistemare fuori in un modo più comodo…
Marco entrò e uscì due o tre volte, Andy non poteva vederlo ma sentiva solo il rumore della porta, poi, finalmente Marco rientrò definitivamente.
- È tutto pronto, Birillo!
- Andiamo va’! … ma che hai fatto Cucciolo, un’amaca a due piazze!
- No, non è a due piazze ma a una piazza e mezza, ma per noi può andare benissimo, è una invenzione di papà, i ganci d’acciaio sotto il portico al punto giusto li ha messi lui, qualche volta prima si metteva fuori la sera, adesso non lo fa più ma prima lo faceva…
- Ma non c’è pericolo di cadere, cioè proprio di cappottare?
- No, Birillo, sopra l’amaca c’è una staffa larga, l’amaca dondola ma è appesa ai quattro vertici e non c’è pericolo di cadere nemmeno se ti metti al bordo… poi aspetta c’è un’altra cosa, se ti sembra troppo bassa o troppo alta c’è la carrucola, si può alzare o abbassare…
- Ma come l’avete pensata?
- L’ha pensata papà… e poi si sta comodi perché ci si può dondolare… sali prima tu?
Andy si arrampicò sull’amaca e Marco lo seguì, sul fondo c’era un materassino leggero ma non c’erano cuscini perché la posizione a barca manteneva già la testa nella posizione giusta.
- Cucciolo… che bella pensata! Qui stiamo proprio a letto insieme… sarebbe bellissimo se l’amaca fosse dentro casa…
- Sì, ma c’è solo qui…
- Come stai Cucciolo?
- Bene… abbiamo lavorato tanto e adesso stiamo qui vicini vicini… è bellissimo, Andy! Non si può sognare di stare meglio di così.
- Cucciolo, ma questa vita gay, alla fine dei conti, non è proprio niente male, ma tu ti credi che gli altri riescano a sentirsi bene così? … Io sto col mio Cucciolo ma io al mio Cucciolo gli voglio bene con tutta l’anima, c’è anche il sesso, ma non è solo quello, è proprio che sto bene vicino a te, ti sento complementare… un Cucciolo che mi vuole bene… quando ci siamo incontrati la prima volta non me lo sarei nemmeno immaginato, pensavo che se fosse andata proprio benissimo sarei riuscito a fare l’amore con te, ma tutto il resto non me lo aspettavo, onestamente non pensavo che mi avresti sconvolto la vita fino a questo punto… e poi mi preoccupavo del fatto che tu avessi una famiglia, se fossi stato solo al mondo mi sarebbe sembrato più facile amarti ma tu una famiglia ce la dovevi avere per forza e io non sapevo come l’avrebbero presa, pensavo che saremmo rimasti sempre a livello di amanti segreti, un po’ di sesso… e poi in sostanza basta… l’idea di vivere insieme… per me era proprio una cosa folle, una assurdità totale… non me la sognavo nemmeno e quella di essere accettato dai tuoi poi… quando dicevo che mi sarebbe piaciuto essere adottato mi sarei contentato di molto meno e invece mi ci sono trovato in mezzo fino in fondo, coinvolto, cioè non coinvolto ma assorbito nel tuo mondo…
- Birillo… ma avresti voluto un mondo più tuo, cioè avresti preferito che il mondo nostro ce lo costruissimo insieme…
- No, Cucciolo, io un mondo mio da offriti non ce l’avevo, doveva finire così per forza… cioè, anzi, non per forza… voglio dire che tu in un mondo mio non ci potevi entrare proprio perché un mondo mio esisteva solo nella mia fantasia… e poi io stavo scappando e mi sarei aggrappato a qualunque cosa, anche molto al di sotto di quello che ho trovato, non ero proprio in condizione di discutere, quando me ne sono andato di casa non avevo niente, solo i vestiti che avevo addosso… ormai questa è anche casa mia, dico sul serio, papà e mamma sono la mia famiglia vera, quella affettiva, quella che conta… adesso tutte queste cose sono mie… Cucciolo, è successo tutto perché ci siamo piaciuti… è strano… uno s’innamora e gli cambia la vita… e adesso c’è pure l’idea del futuro… con te… un futuro senza di te non riseco nemmeno ad immaginarlo… e poi stiamo lavorando… Cucciolo, è bello! … Non so che altro dire ma sto bene qui, sto bene con te, mi sento coccolato da te, da papà e mamma… Cucciolo… e tu?
Marco gli strinse fortissimo la mano.
- Birillo! Tu pensa che io nei tuoi confronti avevo un problema…
- E cioè?
- Mi sembravi uno di livello sociale troppo alto per me, uno troppo ricco, con una casa troppo bella, all’inizio, ma proprio all’inizio, pensavo che non sarebbe durata in ogni caso e che la difficoltà sarebbe stata quella…
- Ammappete… io troppo ricco! Bello! E quando ti sei reso conto di come stavano veramente le cose che hai pensato?
- In effetti è passata quasi subito, però io una certa coda di paglia per le questioni sociali e di quattrini ce l’ho sempre avuta, mi sento condizionato da queste cose…
- Quando sono venuto a stare alla piccionaia… pensa Cucciolo, adesso stavo dicendo “a casa tua!” però mi sono fermato a tempo… Insomma quando sono venuto a vivere alla piccionaia mi sentivo un mantenuto… lo sai Cucciolo, io mi sento abbastanza autonomo nel mio modo di pensare ma certi stereotipi mi li sono portati appresso per tantissimo tempo, anche certi stereotipi di vita gay, certi modelli di comportamenti… quando sognavo certe cose le segnavo per schemi, molto più stupide di come sono state poi veramente… poi piano piano cresci e ti rendi conto che l’unica categoria veramente gay è il fatto di innamorarsi di un ragazzo e il resto sono solo fesserie… però il fatto è innamorarsi, quello è essenziale, non è un problema di sesso… per me un gay vero è solo uno che si innamora di un ragazzo, non uno che ci va a letto, se si innamora e ci va a letto va bene, ma se ci va solo a letto quello non è un gay, è uno che si perde il meglio… Cucciolo, adesso mi sento così bene che non ho bisogno di sesso, mi sento sereno proprio in modo profondo, mi pare di avere trovato una stabilità…
- Ah… Birillo…
- Che pensi?
- Penso alla stabilità…
- Io ti ho detto tante volte che del futuro non so nulla però adesso mi sembra che il mio futuro possa essere uno solo…
- No, Birillo, non pensavo a questo… pensavo al fatto che si può andare in crisi per motivi che adesso non ci immaginiamo nemmeno, pensavo, che ne so, a cose veramente brutte…
- Dai, Cucciolo, stasera niente malinconie… guarda un po’! Adesso devo essere io a cacciare le tue malinconie… Che pensi, Cucciolo?
- Penso che mi piace starti a sentire… è per questo che non parlo, la tua felicità di questi momenti la percepisco benissimo e non la voglio disturbare con troppi discorsi…
- Ma tu sei felice, Cucciolo?
Marco si voltò verso Andy, lo abbracciò e gli passò una mano tra i capelli.
- Andy! E che ci manca a noi?
- Niente, Cucciolo, … se morissi adesso morirei felice, sì…
- E mi lasceresti solo?
- No, per carità! … Cucciolo, noi dobbiamo morire insieme… sì, il Padre Eterno ci deve fare questo piacere, ci deve fare morire insieme, se io avessi da campare più di te alla differenza ci rinuncio… e che ci faccio io senza il Cucciolo? Cucciolo, se noi siamo così legati adesso pensa tu quando saremo vecchi! … Cucciolo, quanti pensieri! … Ma sono pensieri belli… anche da vecchi, Cucciolo, anche da vecchi noi non saremo soli!
- Speriamo, Birillo, speriamo!
- Cucciolo che ore sono?
- È passata l’una…
- Io sento un po’ di fresco, c’è aria mossa… un po’ di fresco si sente… che facciamo? Torniamo dentro?
- Sì, è meglio… certo ci vorrebbe anche l’amaca dentro perché stare vicini in questo modo è bellissimo… però ci sono solo i due lettini…
- Cucciolo e se dicessimo a papà di metterci un letto matrimoniale?
- Alla fine lo potrebbe pure accettare ma mi sembrerebbe una forzatura…
- Io credo di no, credo che non farebbero nessun problema… quando vedo papà glielo dico… che dici? Lo faccio?
- Be’… non lo so, veramente sono un po’ perplesso…
- Allora non glielo dico, Cucciolo, come vuoi tu, forse è meglio non fare forzature… però del divano glielo diciamo?
- Sì, del divano sì, è diverso…
- Però, Cucciolo, mi sa che tu li sottovaluti…
- Birillo, tu potresti avere anche ragione… prova a dirglielo… perché no, potrebbe pure essere la cosa migliore…
- Cucciolo io glielo dico! Io penso che non ci dobbiamo preoccupare di papà e mamma, loro tanto stanno sempre dalla parte nostra…e poi, scusa, ma che c’è di male?
- Eh! Potresti anche aver ragione… anzi forse hai proprio ragione non ci dobbiamo preoccupare di papà e mamma, in effetti ce l’hanno detto chiaro in tutti i modi…
- Rientriamo, Cucciolo?
- Sì.
- Qui che facciamo? Togliamo tutto?
- No, l’amaca è tutta di legno verniciato e di nylon e può stare fuori, togliamo solo il materassino perché se lo lasciamo fuori si bagna…
Rientrarono e andarono a prepararsi per la notte, non ci furono ritualismi di nessun genere, erano stanchissimi e soddisfatti, quando furono a letto si presero per mano…
- Andy…
- Che c’è?
- Mi sa che a papà glielo dobbiamo dire… mi sembra una cosa più onesta anche nei loro confronti e poi non la prenderanno male…
- Ma certo che non la prenderanno male! Tu sei troppo bacchettone e moralista! Papà e mamma certe volte hanno i piedi per terra molto più di noi…
- Mh! Forse hai ragione…
- Cucciolo…
- Che c’è?
- Che stai pensando?
- Non penso… provo delle sensazioni…
- E cioè?
- Boh! Non so come dirlo ma mi sento sereno, il corpo non lo sento quasi, mi piace il tocco delle lenzuola fresche… e la mano calda di Andy…
- Cucciolo…. vengo nel letto tuo?
- Vieni!
Marco scostò la copertina e Andy entrò nel suo letto.
- Cucciolo è bello stare così… quanto le avevo sognate queste cose, mi sembravano impossibili, assurde, sogni solo miei, un po’ fantasie che non si sarebbero mai realizzate… però io prima ero più stupido, mi immaginavo che in una situazione del genere avrei solo fatto sesso con te, allora era una cosa che mi mancava tantissimo ma adesso non mi manca più e adesso mi posso godere proprio la tenerezza… Cucciolo… come mi sai coccolare tu… mi sarebbe piaciuto che mi coccolassero così quando ero bambino ma non è successo mai, stavo praticamente sempre solo… sì, avevo la stanza mia, era mia… sì, era mia… però era un po’ come stare in quarantena, se uscivo mi ributtavano dentro, quando c’era gente non volevano che uscissi, non andavo mai in giro con mia madre, lei si voleva fare passare per signorina, io andavo sempre con la tata di turno, all’asilo, a scuola… sempre in qualche altro posto, mai dove andava mia madre, quando sono diventato più grandicello, 10-11 anni, mi hanno fatto uscire allo scoperto, ma  sempre ai margini… i regali sì, quelli me ne facevano tanti… però con me non ci giocava mai nessuno… quando mi sono accorto di essere gay ho pensato che non sarei mai riuscito a uscire dalla gabbia, all’inizio mi sembrava quasi naturale, mi sentivo quasi un caso patologico, i miei parlavano dei gay come se fossero… non so nemmeno come dire… insomma come se fossero solo merda… ma credo che loro un gay vero non lo abbiano mai conosciuto, era tutto per sentito dire… però erano convinti… io pure non è che avessi le idee tanto chiare però non mi sentivo affatto un pezzo di merda e pensavo che come me di ragazzi ce ne dovevano essere tanti, per anni… praticamente da quando mi sono accorto di avere una sessualità… cioè da quando mi sono accorto di essere gay, che poi le due cose sono venute insieme… insomma da allora ho solo sognato e realmente non credevo che sarebbe mai successo niente di vero… mi masturbavo pensando a come sarebbe stato… però mi immaginavo cose belle, non mi veniva la paura… cioè non pensavo che il ragazzo di cui mi sarei innamorato mi potesse trattare male… mh! In effetti è per quello che mi sono buttato quando ci siamo conosciuti… per me era veramente il tutto per tutto in tutti i sensi, all’inizio, proprio i primi giorni ero complessatissimo, non sapevo che fare, avevo paura che tu ti potessi stancare, mi piacevi tantissimo ma avevo quasi paura di te, ti volevo compiacere il più possibile, mi dicevo che dovevo fare tutto quello che volevi tu, specialmente in cose di sesso… se non lo avessi fatto ti saresti stancato di me… cose del genere… Cucciolo, non sghignazzare! Io allora non ti conoscevo bene… grazie! Mi piace tanto quando mi passi una mano tra i capelli! … Ti scoccio, Cucciolo?
- E io ti scoccio, Birillo?
- Non mi prendere in giro!
- Ma io sto solo giocando…
- Mh! Però se ti scoccio me lo devi dire… No! No! Niente! Non ho detto niente! … E va be’, su, mi è scappata! …
- Birillo…
- Che c’è?
- Ti andrebbe di fare l’amore adesso?
- Sì, però fai tutto tu… mi piace sentirmi desiderato… Mh! Cucciolo! … che bello! Così Cucciolo, così!
- Andy… ma perché sei così bello?
- Non lo so, mamma mi ha fatto così, anche se non l’ha fatto apposta! Cuuucciolo! Mh!
- Birillo… e se ci stiamo zitti zitti?
- Ti sto scocciando eh? … No, niente! Come non detto!… Però pure tu… mh! Che Cucciolone che sei. Cuuucciolo! Buono…
- Ma che bel Birillo!
- Ma adesso lo conosci bene… ma perché ti interessa tanto? Buono, Cucciolo! Aspetta, tranquillo!
- Non lo so, forse mi permette di capire meglio le tue reazioni, se a un certo momento non ti tirasse più avrei una brutta impressione, … ma adesso lasciamo perdere la teoria… Birillo, ma lo sai che potresti fare benissimo l’attore porno… ci sono dei ragazzi grandi e grossi che ce l’hanno piccolissimo, tu invece sei bello secco secco ma ce l’hai grosso… chissà perché in genere i ragazzi magri ce l’hanno più grosso… [e certi ragazzini di sedici o diciassette anni c’hanno certi piselli da fare invidia ai campioni di body building…] ma tu sei bello per natura… è proprio tutta reazione fisiologica, è tutta salute… un bacetto, Birillo! Così, bravo…
- Non mi dire “bravo”, mi sembrano le cose solite che si dicono alle puttane… sai quelle cose come: Quanto sei brava! … che significano solo che fa bene i [pompini]… Cucciolo, ma come fa una ragazza a fare bene [un pompino]? Credo che non si possa rendere proprio conto… è come se io volessi capire che cosa vuol dire [masturbarsi] per una ragazza… però, Cucciolo, essere gay ci dà una forma di partecipazione completamente diversa… Buono! Piano!
- Mannaggia, sei troppo bello! Ma come faccio a fermarmi… è una cosa compulsiva e poi vedo che ci stai… Birillo ci pensi a quelli che violentano la gente… ma che ci trovano? … È bello perché tu ci stai e ci vuoi stare, se non fosse così non mi interesserebbe proprio… e poi mi piace la tua voce, è sexy, mi piace tutto quello che dici quando facciamo l’amore… lo paragono con quello che penso io, con quello che provo io…, in genere, di sesso in termini espliciti, di quello che provi quando lo fai non parli con nessuno, come di quando ti [masturbi], ma è bello parlarne… è intimo… Birillo… io ti mangerei tutto intero… Buono! Adesso ti sei svegliato! Birillo… mannaggia, cerca di fare piano se no me lo stacchi… il birillo ce lo dobbiamo conservare a lungo, non lo possiamo mettere a rischio così… lo sai Birillo che ormai mi sono talmente abituato a te, proprio dal punto di vista fisico, che ti riconoscerei al buio tra mille… proprio al tatto… non avrei nessun dubbio… e poi sei così scattante… tu non sei mollaccione come me, tu sei un fascio di nervi… sei una potenza della natura…
- Be’, non esageriamo… e poi tu non sei per niente mollaccione, io te lo dico tante volte  ma non è vero, sei un po’ più robustello, ma solo un po’… non sei ciccione, Cucciolo, nemmeno grosso, ma non sei magrissimo e su di te mi posso appoggiare, sei un po’ il mio cuscino, però senti qua! Hai dei muscoli d’acciaio… Cucciolo… noi dovremmo fare un po’ di sport… mi sa che ci servirebbe a tenerci in forma…
- E che stiamo facendo? Birillo, più sport di questo! È tutta adrenalina, e poi lo sport è solo esercizio fisico ma fare l’amore è più bello, è più globale… Birillo…
- Che c’è?
- Ma come ho fatto a trovarti?
- È stato un caso… stavamo lì e a te t’è venuto duro a guardarmi…
- E a te?
- Lo sai benissimo e l’hai anche visto!
- Birillo, ma perché a un certo punto scattano certi meccanismi? Cioè quando ti si drizza è come se il birillo sapesse prima che ragazzo hai di fronte, è una cosa istintiva, non hai più paura, passi i limiti… e se poi trovi una risposta come vuoi tu… eh! Allora entri proprio in un mondo diverso, il sesso la cambia la vita!
- Be’, a noi ce l’ha cambiata in meglio… però in tante situazioni è esattamente il contrario, c’è gente che è uscita di cervello per cose del genere…
- E ci sono quelli che si sono rovinati anche fisicamente…
- Lo so… Lo sai, Cucciolo, io non capisco l’idea del tradimento, della infedeltà… mi sembra assurda…
- Ma, Birillo, anche solo tre mesi fa non facevi questi discorsi…
- Sì, ma adesso mi sembrano cose assurde… pensare di tradirti… no! Non mi verrebbe proprio in mente!
- Birillo! Mai dire mai!
- Ma no, Cucciolo, che c’entra, se mi sentissi deluso da te mi passerebbe completamente la fantasia… non ne cercherei un altro… cioè se finisce male con te con un altro non ha proprio nessun senso… no! Io non ti tradirei mai! … Penso che al limite potrei trovarmi deluso da te, che tu potresti tradirmi, lo so che è un paradosso, ma al limite si può pensare, ma io non credo proprio che ti tradirei, cioè l’idea di andare a cercare un altro ragazzo… no! … Sì, può essere bello e pure bellissimo… ma non mi verrebbe nemmeno l’idea di andarci a letto! … Ma di innamorarmi no! Non mi passerebbe nemmeno per l’anticamera del cervello! Ma come si fa a essere innamorato di uno e a cercarne un altro? Per me è pazzesco!
- Birillo, quelli che lo fanno non sono innamorati… sono cose diverse, quelli stanno insieme solo per fare l’amore, cioè per fare un po’ di sesso ma non si vogliono bene, Birillo, c’è tanta gente che di sesso ne fa ma che cos’è l’amore non lo ha mai provato… noi siamo stati fortunati… io ho trovato in mio Birillo, ma avrei potuto trovare cose molto diverse e allora che avrei fatto? … Mi sarei tenuto quello che c’era magari storcendo il naso o avrei cercato qualche altra cosa? Forse, se proprio non mi fosse stata bene la situazione avrei cercato qualche alternativa… Birillo, innamorarsi purtroppo non è la regola… anzi!…
- Però, Cucciolo, come siamo fatti noi così possono benissimo essere fatti tanti altri ragazzi… e perché quelli non si dovrebbero innamorare? Non sarebbe nemmeno giusto, una esperienza del genere ti cambia dentro, sono cose belle… a un certo punto … ma perché a tanta gente no?
- Birillo… la vita non è fatta di cose giuste… è così e basta… senza quella benedetta festa io sarei rimasto solo, malinconico, depresso, senza sesso, senza amore, senza prospettive… sì, è così! Noi, Birillo, abbiamo meno possibilità degli altri, il non poter uscire allo scoperto ci mette in una specie di ghetto… Birillo… non mi guardare con quella faccetta… è così! È così ancora oggi, noi abbiamo rischiato ed è andata bene… ma se quando ci siamo conosciuti tu avessi reagito male, se mi avessi sputtanato in giro… Birillo… io la vita me la sarei rovinata…
- Mh! Che brutta cosa! … Però io lo sentivo che sarebbe andata bene! Non so come ma lo sentivo, uno le antenne ce le ha!
- Birillo! Se uno vince alla roulette pensa di essere un veggente… ma è solo perché gli è andata bene… ma in genere si perde!
- Ma così è brutto!
- Lo so, Birillo, ma è così…
- Ma non è giusto! Ma perché deve essere così e basta? Ma scusa, se noi… no, niente.
- Se noi… che cosa?
- No, dico, se fossimo la maggioranza… ma tanto non è… che fai, Cucciolo, che fai? Ti giri dall’altra parte?
Marco si era girato dall’altra parte senza nemmeno riflettere, i discorsi di Andy lo avevano distratto e aveva smarrito la partecipazione giocosa al contatto sessuale con lui, di fatto si era dimenticato che stavano facendo l’amore perché l’atmosfera e i discorsi erano effettivamente di tutt’altro segno.
- Be’ adesso un po’ mi sono distratto… scusa…
- No, ve be’, se non ti va… lasciamo perdere…
La voce di Andy in qual momento sembrava diversa, più formale, più in difesa, Marco si accorse di aver commesso un errore e cercò di rimediare.
- Ma sei pollo! Io ti faccio un giochetto così e tu ci caschi subito… Andy… abbracciami stretto stretto!
- Ma sei sicuro che ti va? … Buono! Piano! Ma che cavolo fai? Cucciolo! Mi fai male! … Ma guarda questo… ma che ti prende?
- Mi piace tanto quando fai così… mi piace tanto spettinarti tutto, mi piace quando ti difendi… lo so che ti piace! … Birillo! Mh! Che bel birillo che hai!
- Cucciolo… ti stai un po’ buono?
- No!
- Dai su, non fare così, coccolami un po’ ma con dolcezza… adesso non mi va di giocare… quando ti sei girato dall’altra parte non mi è piaciuto per niente! Cucciolo, non mi è piaciuto, è inutile che fai quella faccia strana… non mi è piaciuto proprio… io non lo so se l’hai fatto solo per prendermi in giro, mi viene da pensare che poi hai cercato di recuperare e di tornare indietro ma l’hai pensato dopo e hai fatto la commedia con me come se stessi giocando… Cucciolo, tu non stavi giocando, tu ti sei girato dall’altra parte e basta… Lo vedi… te lo avevo letto in faccia… Cucciolo, no, no, non ti preoccupare, non è successo niente… ma guai a te se lo fai un’altra volta! …
- Birillo ma io ero solo stanco!
- No! Non fare finta di non capire… se ti giri dall’altra parte perché non ti va, va tutto bene, non mi crolla niente, ma non mi devi dire una cosa per un’altra in nessun modo… guai a te se ci riprovi!
- Hai ragione Andy, non lo dovevo fare…
- Cucciolo, guarda che adesso non sei tenuto a fare l’amore per forza… se non ti va me lo devi dire onestamente, senza trucchi…
- Be’ adesso non mi va tanto di fare l’amore, dopo probabilmente la voglia mi tornerà ma adesso stiamo così abbracciati…
- Cucciolo… tu non devi fare quello che piace a me ma quello che piace a te…
- Ma è quello che voglio fare io…
- E allora com’è che sembravi così carico cinque minuti fa?
- Be’, stavo facendo la commedia… mh… sì, un po’ stavo facendo la commedia pure prima… se la verità la vuoi è questa… è così, non mi guardare come se avessi ammazzato qualcuno, ho fatto una cosa stupida… una cosa falsa…
- Dai, Cucciolo, stringiti a me… così…
- Sei arrabbiato, Birillo?
- No! Non è successo niente… Cucciolo…. mi dispiace quando ti dico cose sgradevoli… però che dovevo fare? Io l’avevo capito che stavi facendo la commedia, proprio all’inizio all’inizio non era tutta commedia ma dopo un po’ si sentiva… dovevamo andare avanti così?
- No, Birillo, hai fatto benissimo… che stai pensando?
- Penso che aderisco a te completamente e non solo in senso fisico… mi piace pure quando ammetti di avere fatto una stupidaggine… lo ammetti subito… Cucciolo…
- Che c’è?
- Ti sei arrabbiato?
- No! Neanche un po’.
- Però dimmelo onestamente…
- Be’ un po’ mi sono sentito piccato che mi hai sputtanato subito… quando faccio una stupidaggine mi piacerebbe potere tornare indietro senza essere sputtanato subito… è questo che mi brucia un po’…
- Lo vedi che ci sei rimasto male…
- Un po’ sì, ma con me stesso… Birillo cose del genere succedono…
- Io ne ho fatte di molto più grosse di queste e lo sappiamo tutti e due benissimo… quindi sono proprio l’ultima persona che può dare lezioni… però, Cucciolo, ce l’hai con me?
- Andy! Facciamo una cosa?
- Che cosa?
- Ci alziamo e ci mettiamo a studiare un po’… così mettiamo da parte tutte queste storie… che ne dici?
- Mh! Tu dici?
- Sì !
- E allora… forza! Qui non abbiamo nessun problema né di orario né di niente io in effetti mi sento piuttosto carico…ci facciamo una bella tazza di caffè e ci mettiamo a lavorare… però, Cucciolo, un bacetto me lo devi dare! E se c’è qualche cosa di me che non ti sta bene me lo devi dire… capito?
Il bacetto fu lungo, intenso, autentico, Andy si staccò strizzando gli occhi come nei momenti di felicità. Erano passate le due, Marco preparò il caffè.
- Birillo, il caffè! È caldo caldo!
- Bello! È profumato! … Ci mettiamo in sala o stiamo qui?
- Come vuoi…
- Allora stiamo qui, chi legge sta sulla sedia a sdraio e l’altro sta sul letto…
- Ok! Chi comincia?
- Vai, Cucciolo, comincia tu!
- Allora… mannaggia quel libro… ma non ne possiamo leggere un altro?
- No, Cucciolo, tu vai e io tengo pronto il codice, quando c’è la citazione la leggiamo subito.
- Ok. Il registratore?
- Già, il registratore… ecco, la cassetta c’è… vai Cucciolo!
- … È tradizione che lo studio della disciplina penalistica…
Andy si mise a sedere nel letto evitando di stare sdraiato per non addormentarsi, Marco leggeva in modo cadenzato, con toni da conferenza, per le prime pagine almeno lo studio andò avanti in modo tranquillo, il discorso si seguiva abbastanza bene, in un paio di casi Andy fece segno di chiudere il registratore e di rileggere, ma questo non creò alcun impaccio, dopo le prime venti pagine Andy propose di darsi il cambio nella lettura ma Marco non volle.
- Perché Cucciolo?
- Perché ogni tanto alzo gli occhi e vedo il mio Birillo sdraiato sul letto in pantaloncini ed è una cosa bella da vedere… Andy… sei sexy… veramente…
- Ecco perché mi sembravi un po’ distratto… Vieni, Cucciolo!
- Andy adesso solo un bacetto, poi dobbiamo fare altre 31 pagine e ci si potrebbe pure riuscire, non sono nemmeno così complicate…
- Però dopo le 31 pagine… eh? Che dici?
- Dopo le 31 pagine ci facciamo una doccia calda insieme… aspetta, vado ad accendere lo scaldabagno, tanto l’acqua fa a tempo a scaldarsi… e adesso sotto a lavorare…
- Cucciolo… lo sai che comincio a pensare che ci laureeremo veramente e pure in tempo…
- Si vede, Birillo, adesso davanti allo studio non scappi più… preferisci studiare che fare l’amore!
- Che battutaccia! … Va be’…dai, su, non perdiamo tempo!
Questa volta il lavoro fu più complesso e più faticoso, le citazioni del codice erano numerose ma non si fecero scoraggiare e ad ogni riferimento seguì la lettura del codice, in questo modo i tempi si allungavano  di molto ma il lavoro risultava proficuo, Marco due o tre volte fece scorrere le pagine da leggere tra le dita, ogni volta faceva cenno ad Andy per indicargli quante ne mancavano, quando girarono l’ultima pagina erano quasi le cinque.
- Cucciolo, faccio un caffè e poi andiamo a fare la doccia… se ti va… se no ne possiamo fare pure a meno…
- Guardami negli occhi, Birillo! Stai penando anche tu quello che sto pensando io?
- Sì, però adesso prima facciamo il caffè… e poi ci facciamo la doccia!
- No!
- No che cosa?
- Guarda che faccia allarmata! La doccia la facciamo eccome! “No” significa solo niente caffè, facciamo il tè! Ci stanno pure due pacchi di biscotti…
- Mannaggia ma tu sfotti sempre! …Allora, Cucciolo, facciamo prima la doccia e tutto quello che segue e poi facciamo colazione regolarmente e poi ce ne andiamo a fare una passeggiata fuori che tra un po’ fa giorno…
- Birillo, ti voglio portare in braccio, come facevano gli antichi romani quando portavano dentro casa la sposa, la prendevano in braccio e io ti devo portare in bagno in braccio e ti devo far fare un bagno memorabile, come non lo facevano nemmeno i satrapi orientali… Così! Mannaggia quanto pesi! … No! Tu non pesi tanto… è il birillo che pesa!
- Non mi fare cadere, Cucciolo!
- Ma guarda che io un po’ di forza ce l’ho… allora… Birillo… vuoi tu entrare con me sotto la doccia di questa casa ed essermi fedele, amarmi e rispettarmi per tutta la vita?
- Sì, lo voglio! E vuoi tu, Cucciolo, essermi fedele, amarmi e rispettarmi per tutta la vita?
- Sì, lo voglio! … E adesso possiamo fare la doccia insieme!… però ti voglio spogliare io, tanto che c’è li sotto lo so e comunque si vede benissimo… Ma come sei bello! Io lo so benissimo come sei fatto, ma sei proprio bellissimo!
- Dai, Cucciolo, adesso ti spoglio io…. Sì sì… Ma che bel Cucciolotto! Proprio bellissimo! Eccitatissimo!… Ma lo sai che quando ti ho visto la prima volta io già lo sapevo come ce l’avevi [il pisello]?
- Bum!…
- No c’è niente da fare bum! Lo sapevo e basta… Ah! Cucciolo è gelata!…
- Aspetta, adesso arriva quella calda… dai sediamoci sul fondo…
- No, adesso nessuna dilazione, adesso tutto sesso e basta!
Rimasero a fare l’amore sotto il getto caldo della doccia, [poi vennero entrambi] e si sedettero esausti sotto il getto dell’acqua.
- Bella… Cucciolo! Una cosa così mi mancava!
- Mannaggia! Che bomba! È stata una cosa intensissima….
- Cucciolo, adesso ci prepariamo e ce ne andiamo a fare una passeggiata prima nell’oliveto e poi saliamo verso monte… o andiamo al paese a fare una colazione come si deve… che dici?
- Birillo, dopo quello che abbiamo fatto mi sento leggero leggero, andrei dovunque, anche volando… Verso monte o in paese?
- Prima in paese, colazione come si deve al bar e poi verso monte per i boschi…
- Che ore sono, Birillo?
- È prestissimo, sono le sei meno un quarto, mi sa che a quest’ora i bar non sono nemmeno aperti…
- Il bar centrale del paese apre alle sei, finché ci prepariamo arriviamo giusti giusti…  però un caffè ce lo facciamo qui e subito perché se no crolliamo dal sonno… e poi quando torniamo a casa ci mettiamo a dormire… Birillo, però i capelli te li devi asciugare bene! … così, ecco… e adesso vieni qui che ti voglio dare un bacetto fresco fresco… mh! Ma che bel ragazzo!… e poi è mio!
- Oggi sei in vena poetica…
- Sì, Birillo, tutta poesia erotica!
- Che facciamo? Dobbiamo chiudere casa completamente?
- No, papà non lo fa mai, chiude la porta a chiave e il cancello fuori… tanto non succede niente.
Uscirono di casa, il fresco della mattina si faceva sentire, Andy voleva prendere un maglioncino o almeno una camicetta più pesante ma poi ne fece a meno, salirono in macchina e andarono in paese, ma il bar era chiuso per turno.
- Peccato, Cucciolo, e adesso?
- Facciamo una cosa andiamo a quello dell’autostrada!
- Ma bisogna entrare in autostrada?
- No, si può entrare anche dalla strada comune che fiancheggia un tratto dell’autostrada, c’è un parcheggio separato dall’altra parte dell’autogrill, ci va tanta gente anche dei pendolari che non prendono l’autostrada, con papà ci sono stato tante volte, tanto sono pochissimi chilometri, tre o quattro al massimo…
Arrivarono all’autogrill dell’autostrada in pochi minuti.
- Che strana sensazione, Cucciolo, mi pare che stiamo per partire per un viaggio, l’autostrada fa una certa impressione e questi locali non sono come i bar, è tutta un’altra atmosfera… ma questo è nella direzione verso Roma?
- Sì, credo che sia l’ultimo o il penultimo grill prima della città.
- Però non c’è quasi nessuno…
- Ma è estate ed è pure presto… Che prendi Birillo?
- Cappuccino e cornetto… anzi e due cornetti…
- Allora due cappuccini e quattro cornetti…
Pagata la colazione si avvicinarono al banco, a servirli c’era un ragazzo bruno più o meno della loro età, lo notarono entrambi ma cercarono di fare gli indifferenti, poi entrò tanta gente tutta insieme, probabilmente una comitiva di gitanti scesi da un pullman, Marco e Andy uscirono dal locale.
- Cucciolo, l’hai visto quello che ci ha fatto i cappuccini?
- L’ho visto sì!
- Ammappete! Era notevole, proprio un bel ragazzo!
- È vero, Birillo, era proprio un bel ragazzo, poi tranquillo, dolce nei modi e aveva pure una bella voce…
- Cucciolo, quello secondo te come ce l’ha?
- Piccolo, Birillo, piccolo piccolo e brutto…
- Non sfottere!
- E che ti devo dire… non lo so! … E poi quello che sa sempre queste cose e le prevede sei tu!
- Non sfottere! … Secondo me quello ce lo deve avere bello… hai visto che sorriso che aveva?
- Sì, va be’, ma non vedo il nesso…
- Be’, anche tu hai un bel sorriso…
- Mh! Mi sa che è meglio che qui non ti ci porto più!
- Non ti preoccupare, non scappo col ragazzo del bar! Stamattina ci siamo sposati… ricordatelo!
- Io me lo ricordo, ma mi sa che tu sei un po’ troppo farfallone…
- Dai, ho solo detto che era un bel ragazzo…
- Birillo… e adesso dove andiamo?
- Torniamo nel bar!
- Non sfottere!
- Ma io non sto sfottendo, dico sul serio…
- Ma va’…
- Allora, dove vogliamo andare?
- Mi sa che è meglio che torniamo a casa e ci mettiamo a dormire perché non mi reggo proprio in piedi!
- Cucciolo, mi sa che hai ragione, forse ieri sera abbiamo tirato troppo la corda… io mi sento addosso una debolezza… no, un sonno terribile, mi sento stonato, stordito… e tu?
- Io un po’ mi reggo ancora ma credo che da qui a un’ora non ce la farò a stare in piedi… Birillo… allora a casa?
- Sì, è meglio… però poi non è bello mettersi a dormire quando fuori c’è il sole… e se ci mettessimo sull’amaca?
- Be’, in due e di giorno non mi sembrerebbe proprio il caso…
- Dici che ci tanano eh?
- Eh… be’, credo di sì, forse no, ma credo di sì, il porticato di casa si vede pure da fuori…
- Ma quando ce la mettiamo una bella siepe intorno? Un po’ di privacy sarebbe indispensabile… ma qui è tutto aperto…
- Lo vedi, Birillo, anche tu ti vuoi nascondere…
- Ma che stupidaggini dici… noi se decidiamo di uscire fuori per un motivo serio poi lo facciamo e allora forse vale la pena ed ha senso ma se ci mettiamo nella merda per disattenzione facciamo proprio la figura degli imbecilli… Cucciolo, che non è un gioco l’hai detto tu!
- E non è un gioco… va be’ tanto la siepe non ce la possiamo mettere e se pure ce la mettessimo ci metterebbe anni per crescere, quindi tanto vale stare attenti e non fare stupidaggini di nessun genere…
- Così va meglio… Cucciolo… ma quando torniamo a casa a Roma?
- Quando vuoi…
- Facciamo così, stamattina dormiamo… il pomeriggio studiamo e poi la sera ce ne andiamo a dormire presto, domani mattina facciamo colazione al bar del paese e poi facciamo un po’ di cose in campagna… se è bella giornata… poi dopo pranzo torniamo a Roma…
- Va bene, almeno ce ne andiamo dopo avere fatto una scorpacciata di luce…
- Tanto, Cucciolo, anche con lo studio stiamo bene…
- Sì, ho fatto un po’ di conti, siamo circa una settimana avanti, però poi bisogna vedere come si mette il calendario degli esami… quella settimana bisogna che ce la conserviamo di anticipo perché ce li potrebbero mettere pure tutti nella prima settimana…Birillo, del libro brutto ce ne sono ancora 250 pagine e sono tante ma poi i mattoni grossi li abbiamo letti tutti… poi ci sono i quattro volumetti piccoli, ma sono 800 pagine in tutto e poi bisogna ripetere… per finire la prima lettura ci mancano 1050 pagine, ma quando la lettura scorre se ne fanno anche 120 al giorno, quindi se tutto va liscio finiamo la prima lettura entro dieci giorni, e poi non dobbiamo nemmeno rileggere perché ci sono le cassette registrate, si possono sentire mentre cuciniamo, mentre mettiamo a posto la casa…
- Mentre facciamo l’amore…
- No, va be’… non esageriamo…
- Lo sai, Cucciolo, tutti questi conti me li sono fatti anch’io e penso che ci si può riuscire, e se ce la facciamo dopo siamo arrivati al terzo anno vero! Cioè abbiamo praticamente finito gli esami del primo biennio! Non mi sembra malaccio… Cucciolo, noi abbiamo cominciato a lavorare insieme alla metà di marzo, se riusciamo a fare i tre esami ne abbiamo fatti 7 tra marzo e novembre… sono tanti! Tantissimi! Non credo che ci sia gente che fa 7 esami in 9 mesi e poi alle lezioni del terzo anno ci possiamo andare, possiamo frequentare, non siamo autodidatti…
- Sì, ma poi non è che conti molto, fino adesso non abbiamo frequentato e le cose sono andate bene lo stesso…
- Sì, lo so, ma frequentare significa potere fare un po’ di lecchinaggio con i professori  senza ammazzarsi di fatica, insomma poi non dobbiamo più recuperare, tanto, prima di altri due anni non ci possiamo laureare… basta fare quello che fa uno studente in corso… la rincorsa è finita, poi andiamo a passo normale…
- Sì, in un certo senso è vero, ma bisogna fare in modo di discutere la tesi a giugno del quarto anno, se ce la facciamo non perdiamo il biennio di pratica e lo cominciamo subito, quindi anche nel terzo bisogna anticipare tutto quello che si può anticipare in modo da tenersi liberi per la tesi… e poi, Birillo, bisogna lavorare tantissimo perché c’è lo scoglio dell’abilitazione… e quello non è una cosa da niente… e lì bisogna cercare di passare tutti e due al primo colpo e statisticamente è una cosa molto difficile, la gente che passa al primo colpo è poca e passare tutti e due non sarà facile per niente… quello sarà uno scoglio vero…
- Cucciolo, però non ci buttiamo giù prima del tempo… di difficoltà ne troveremo tante ma intanto se riusciamo a passare i tre esami entro novembre abbiamo già fatto molto…
- Sì, è vero… è meglio che affrontiamo i problemi uno alla volta…
- … Cucciolo e se trovassimo di nuovo Massimiliano?
- Non fantasticare, Birillo, quello sta bene dove sta… e ormai di noi se ne è dimenticato…
- Ma perché, Cucciolo, mi sa che lo ritroviamo…
- Birillo, non mi dire che questa è un’altra delle tue famose preveggenze…
- No, queste sono di un altro tipo, ma potrebbe essere benissimo… scommettiamo?
- Sì, scommettiamo, se c’è cucino e faccio i piatti io, se non c’è cucini e fai i piatti tu…
- Ok! … Allora scommesso!
- Scommesso!
Quando rientrarono all’oliveto Andy scese dalla macchina e si mise a cercare Massimiliano da tutte le parti, lo chiamò, fece richiami e salti in mezzo alle piante ma del micio non c’era nemmeno l’ombra.
- Mannaggia! Non c’è… mi sa che quello se ne è dimenticato veramente… io i gatti profittatori… quello è venuto, si è fatto coccolare e poi via di nuovo… quello non si è affezionato veramente, era bellino, sì, però… mh!
- Birillo! Ma quello era solo un cuccioletto di pochi mesi…
- Sì ma i gatti crescono presto…
- Dai, adesso non te la prendere con Massimiliano, era un bel gattino, anzi un gattino molto bello ma era un gattino con la sua vita…
- Sì, però non mi piace tanto che adesso non ci sia… non è che penso che si sia dimenticato di me… non sono mica cretino… però mi piacerebbe che ci fosse…
- Se la mettiamo in questi termini ti posso anche dare ragione… ma, Birillo, noi che cosa gli possiamo dare? Lui una casa ce l’ha, è la casa della sua famiglia, della mamma, della nonna e via di seguito, noi saremmo solo due paparini… no! Massimiliano deve stare a casa sua…
- Va be’, va’…
- Birillo, i piatti li faccio io e cucino io lo stesso…
- No, io la scommessa l’ho persa… io che lo avrei trovato qui ci credevo almeno un po’… va be’, lasciamo perdere e adesso che facciamo, Cucciolo? Se potessimo stare qui un bel po’ di giorni mi metterei a lavorare un po’ in campagna ma se dobbiamo andare via domani non ha senso… che facciamo?
- Ti va di lavorare, Birillo?
- Mannaggia, ma si va a finire sempre là… Uffa, Cucciolo, io vorrei giocare un po’…
- Cioè fare che cosa?
- Farmi coccolare un pochino, ma non c’è nemmeno un divano… l’amaca fuori di giorno non si può mettere… mannaggia quante restrizioni! … Facciamo una cosa… ce ne andiamo a letto per un po’… No! Non mi piace, fuori c’è il sole… Che dici Cucciolo? Che facciamo?
- Io la mia proposta te l’ho fatta…
- Ma sempre studiare? … Cucciolo, io adesso voglio essere coccolato, facciamo così, tra un’ora ricominciamo a studiare ma adesso non mi va, adesso dobbiamo pensare a noi… Cucciolo, non fare quella faccia, ce la dobbiamo pure godere un po’, noi non siamo macchine solo per studiare… Cucciolo, ma non c’è un posto un po’ riparato che non si vede da fuori?
- No, completamente riparato no… Birillo, non c’è!
- Quando avremo un pezzo di terra tutto nostro ci dobbiamo fare intorno un muro alto tre metri e la siepe impenetrabile agli sguardi, ci dobbiamo potere camminare pure nudi… ma perché deve essere tutto visibile, tutto in piazza? Io un pezzo mio privato lo voglio, non ci deve mettere becco nessuno… Uffa! Va be’… andiamocene a studiare… però non tiriamo troppo la corda e poi a papà del divano glielo dobbiamo dire… e pure del letto! Dai su, andiamo, tanto la tortura non si può allontanare di molto… forza, che se finiamo veramente la prima lettura in dieci giorni siamo a buon punto… su, Cucciolo, coraggio! Mi sa che non ti va nemmeno a te…
- Lo faccio perché si deve fare ma farei molto più volentieri un’altra cosa…
- Che cosa?
- Resterei a coccolarti per ore…
- Mannaggia… e invece niente! Però quando torniamo a Roma ci dobbiamo rifare, lì c’è tutto il mobilio necessario… Allora, questo è il registratore… vai tu?
- No, forse è meglio che cominci tu…
Andy cercò con tutta la buona volontà di cui era capace di impegnarsi nonostante non si sentisse assolutamente in vena, Marco se ne accorse.
- Ti va di lavorare Birillo?
- No, proprio no! Almeno adesso no, Cucciolo… mannaggia, ma perché ci deve essere questa tortura dello studio?
- Perché la vita è così…
- Ma tu pensi che vivere in questo modo abbia senso… non per noi, per noi lo so che il senso c’è, ma non è per lo studio in sé, è che siamo in due… ma dico proprio per tutti, si vive solo per studiare, poi per lavorare… poi aspettando la pensione e continuando a lavorare e nel frattempo la salute si rovina e quando avresti finalmente il tempo libero non hai più la salute per godertelo… Cucciolo, noi ci preoccupiamo degli esami, e mi sta bene, ma è la vita come tale che non ha senso… è tutta e solo una corsa e alla fine della corsa non c’è niente…
- Però noi ci siamo!
- Lo so, Cucciolo, ma noi siamo stati fortunati, ma la stragrande maggioranza delle persone non ha nulla nemmeno sotto il profilo affettivo, sono proprio soli… quella che vita è? In due c’è meno disperazione, almeno si parla, ci si vuole bene, ma da soli non c’è nemmeno bisogno di parlare… e poi quando diventi vecchio… Cucciolo, la vecchiaia mi spaventa…non quella anagrafica ma la vecchiaia come decadenza fisica lenta e inesorabile… quando vai in pensione quanto ti resta da campare? Tutta la vita l’hai passata a lavorare… e la maggior parte della gente non fa nemmeno un lavoro gratificante, tirano la carretta e basta, Cucciolo, se ci pensi è spaventoso…
- Va be’, ma noi lavoriamo per costruire un futuro nostro e fino adesso sembra che la cosa funzioni…
- Lo so, Cucciolo, ma è sempre tutto a termine… è importante come vuoi tu, ma si tratta di lavorare per avere qualche anno di stabilità, chiamiamola pure felicità, ma è solo questione di tempo…
- Birillo, adesso mi pare che la stai mettendo un po’ troppo sul filosofico…
- Macché filosofico! Sono cose spaventosamente vere, il fatto è che non ci si pensa, non ci pensano nemmeno i vecchi, figurati quelli della nostra età! Cucciolo, adesso è una bella giornata, c’è sole… adesso io vorrei stare fuori, non so a fare che cosa ma sicuramente a fare qualche cosa… no, non lo so nemmeno io ma mi sento irrequieto, è vero che stiamo lavorando, questi valori me li hai insegnati tu… però… Cucciolo, il nostro tempo noi lo stiamo bruciando in funzione del futuro… ce lo avremo pure un futuro… lo so, ha pure senso costruire perché se no dopo è peggio, ma noi il tempo nostro lo stiamo bruciano così… Cucciolo, noi siamo giovani ma non siamo ragazzini, un pezzo di giovinezza se ne è già andata… e quella se ne è andata proprio in niente, adesso noi stiamo insieme ma prima il tempo passava e basta… io adesso questi discorsi li posso fare e tu li stai a sentire ma prima non c’era proprio niente, praticamente noi i primi otto anni di vita adulta li abbiamo buttati via… quelli non ce li ridarà più nessuno… tu almeno sei stato con i tuoi che ti hanno voluto bene, io li solo buttati via… sono tutte possibilità perse… anche adesso io vorrei stare con te nel senso più profondo possibile, mi vorrei fondere con te… lo so che sembra assurdo ma avrei quasi l’impressione di non morire… e invece noi dobbiamo studiare e tutte queste cose sembrano solo chiacchiere… Cucciolo, non sono chiacchiere! Adesso c’è luce, è giorno… bisognerebbe studiare di notte, almeno si avrebbe l’impressione di non buttare via le ore di luce… non mi va di lavorare, Cucciolo, mi sento strano, mi vengono le malinconie…
Marco ebbe un attimo di panico, si avvicinò a Andy e lo abbracciò senza dire una parola…
- Lo  vedi, Cucciolo, queste cose sono importanti, è la sensazione fisica che conta tantissimo, noi in fondo siamo animali… hai visto come stava bene Massimiliano quando gli facevamo le coccole… per noi è lo stesso. Sono le carezze, è il calore fisico che ti fa stare meglio, se no certe volte non sai dove sbattere la testa… certe volte quando comincia ad avanzare il pomeriggio e la luce cambia mi vengono dei momenti strani di malinconia brutta… ti ricordi tutta quella storia della sera e della morte che ci facevano studiare a scuola? … Ma è vero! Sono delle sensazioni strane ma  ti condizionano eccome… poi dicono che si deve restare razionali… ma non è possibile! … Cucciolo, noi siamo animali… siamo emotivi… è proprio la natura che è così… stringimi, Cucciolo… è bello così… mannaggia, mi viene da piangere e non so nemmeno perché… mannaggia, Cucciolo, ma che mi piglia? Non sono capace di mantenere un comportamento adulto. Mi comporto come un ragazzino… Cucciolo…
Marco cominciò ad accarezzargli i capelli, poi lo prese per mano.
- Vieni Andy! Adesso lasciamo perdere i libri e cerchiamo di stare vicini il più possibile.
Se avessero avuto un divano Marco avrebbe fatto stendere Andy in modo che posasse il capo sulle sue ginocchia come avevano fatto spesso alla piccionaia ma non c’erano divani.
- Andy, stenditi sul letto…
- Non chiudere la finestra, lascia entrare il sole!
- Non la chiudo… girati dalla parte del sole…
- Cucciolo il sole è bello, lo senti che ti entra dentro, è una cosa fisica, una cosa forte…
- Io mi metto qui, vicino a te… dammi la mano, Birillo…
Andy gli diede la mano e Marco la tenne sotto la sua.
- È bello, Cucciolo, si sente il calore vivo…
Con l’altra mano Marco ricominciò ad accarezzargli i capelli.
- Lo sai, Birillo, che io un ragazzo come te non l’ho mai conosciuto, forse non l’ho nemmeno sognato… tu hai una personalità tua, sei una persona… non so come dire, non sei una copia in serie di un modello, hai i tuoi equilibri, le tue reazioni emotive forti, io di te in mente ho un’idea ma tu mi sorprendi parecchie volte, le cose che dici non sono monologhi vuoti… certe volte ti sto a sentire incantato… i monologhi di Andy mi fanno pensare, certe volte penso che tu abbia una capacità di capire certe cose che io non ho… io mi sento razionale, questo sì, ma tu vedi le cose più nel profondo… io un po’ la mia emotività l’ho rimossa, non l’ho messa da parte del tutto, ma la lascio un po’ da parte, poi quando ti sto a sentire in certi momenti… così, nei momenti più intensi come adesso… insomma mi sento coinvolto, affascinato, come se tu parlassi una lingua che io in qualche modo ho dimenticato, però le cose che dici… quando le dici, mi sembrano mie, cioè sono mie, tu me le hai fatte ritornare a galla, è un po’ come se ci fosse un inconscio e tu svegliassi certi contenuti e certe situazioni, ma il mio inconscio non è sessuale… è l’inconscio della solitudine, della paura del tempo che passa… tu invece di queste cose hai un’idea presente, tu non le hai rimosse e quando ne parli mi sento affascinato dalle tue parole e penso che siamo simili anche nelle cose più profonde, io le ho rimosse, tu no, ma le cose sono le stesse, quando tu mi ci fai ripensare, anche a me viene in testa il senso della solitudine… ma non è nemmeno quello, il senso della paura delle privazioni affettive… Birillo… è proprio quel senso di insicurezza di fondo… come si può dire? È un po’ l’idea di dovere creare un mondo da sé, senza punti di riferimento…
- Sai, Cucciolo, una volta, a scuola era San Valentino, i ragazzi compravano le rose alle ragazze, si scambiavano i regaletti, tutte queste cose qui, poi si appartavano dietro la colonna per scambiarsi un bacetto… a me tutte queste cose facevano un effetto terribile, quelli erano contenti, le loro storielle d’amore per loro erano importanti e in fondo erano cose accettate e incoraggiate, pure i professori dicevano che erano cose belle… quei ragazzi all’idea dell’amore non ci sono arrivati tramite la sofferenza ma tramite una spinta sociale… praticamente era una cosa che facevano tutti, per loro aveva anche un interesse erotico ma era una cosa approvata da tutti, anche dalle famiglie… ma che vuoi di più? … Si sentivano felici… io non c’entravo affatto, a me nessuno faceva regaletti, e io non ne potevo fare, se avessi fatto qualche cenno a quello che mi passava per la testa sarei finito non soltanto non capito ma sputtanato e emarginato sia a scuola che in tutti gli altri posti… in casa ero già abbondantemente sputtanato… Insomma, Cucciolo… ma perché deve funzionare così? È questo che non capisco! Ci fosse almeno un senso… ma non c’è… adesso per noi il peggio è passato, ma di gente che rimane sola ce ne deve essere tantissima… però è assurdo… perché quello che per tutti gli altri è normale per noi non lo deve essere? È proprio assurdo!
- Andy! Non mi fare troppo il rivendicativo! Dai, non ci lamentiamo!
- Lo so che può sembrare stupido, ma almeno avremmo potuto non buttare via otto anni della vita e del tempo migliore… e invece… cioè per gli altri ragazzi c’è subito la possibilità di innamorarsi, per noi no! Cucciolo, noi viviamo un pezzo di vita di meno…
- Questo in un certo senso è vero…
- Ma non è nemmeno questo… è che proprio la vita stessa non ha senso, è che nessuna conquista è stabile, è che siamo fatti di carne e la carne col tempo invecchia, è che si decade comunque… cioè il non senso è molto più generale… a scuola mi piaceva tanto Leopardi… l’ho sentito sempre molto vicino… forse era pure gay… anzi probabilmente… e poi che fine ha fatto… anche quello è un esempio tipico!
- Andy, ma noi non possiamo cercare di goderci quello che abbiamo adesso? Dopo tutto non è così male… è vero che è tutto precario, è vero che è una cosa più unica che rara, ma adesso noi una nostra felicità in fondo ce l’abbiamo, le malinconie esistenziali ci possono essere benissimo ma noi abbiamo ancora la vita davanti, è vero che un po’ della giovinezza è già passata, è vero che si diventa vecchi, tutte queste cose sono vere ma noi adesso siamo ancora giovani e possiamo essere felici, non dico in assoluto, ma almeno felici di stare vicini, di essere in due… perché dobbiamo svalutare tutte queste cose in nome di cose che sono pure verissime ma non sono la vita nostra di adesso? … Birillo, io adesso vorrei che tu non fossi di cattivo umore, ci sono stati momenti in cui ti andava di giocare, di ridere… adesso vorrei che tornassero quei momenti, allora mi sembravi più felice…
- Forse lo ero di meno, Cucciolo… mi sa che forse hai ragione… però restami vicino, stringimi le mani… così, così è bellissimo… hai detto che abbiamo tutta la vita davanti… in effetti è vero… perché dobbiamo pensare che possa finire tutto male da un momento all’altro? … Mh! Forse hai ragione… però non ci mettiamo a studiare, adesso non mi va… lo so che dovremmo studiare ma adesso non mi va… e mi manca tanto un divano… io adesso sto sul letto ma tu stai seduto scomodo e non stiamo insieme veramente, alla piccionaia è meglio… mi piace tantissimo quando mi sdraio e metto la testa sulle tue ginocchia, è una cosa che mi rilassa tantissimo… è parlare stando vicini, mentre ci si può accarezzare… lo sai, Cucciolo, mi sento più calmo… mi hai fatto ragionare piano piano e mi sono passate le malinconie… tu sei un maestro nel farmi ragionare, anche nel tuo modo di dire non sei mai aggressivo… e questo è bello, le cose me le dici chiare ma piano piano… Cucciolo…
- Che c’è?
- Ti volevo chiedere se mi vuoi bene… la risposta la so e un po’ mi vergogno di farti questa domanda… però mi piace sentirmi dire cose belle…
- Vuoi essere coccolato, Birillo?
- Sì!
- Che bei capelli che ha il mio Birillo… sono morbidi, sono bellissimi e poi hai due occhi che innamorano… lo sai Birillo che hai veramente occhi bellissimi? … Sono chiari, limpidi, ci si vede l’anima e un’anima dolcissima… ci sono persone che sono nate per fare soldi o per fare chissà che cosa ma il mio Andy è nato per farsi amare… in questo sei straordinario… sei un ragazzo bellissimo ma la cosa conta molto all’inizio, ma poi potrebbe non bastare, ma Andy mi affascina da tanti altri punti di vista, certe volte penso che sei tu a reggermi dall’interno, tu le mie giornate le riempi di cose meravigliose, di tenerezza, di amore vero… Birillo… dirlo a parole è difficile ma mi sento innamorato nel senso più vero del termine, io non voglio solo il corpo di Andy, io voglio l’anima di Andy… poi in certi momenti quando ti vedo sorridere mi sembri proprio un bambino, un bambino felice e mi sento pure un po’ papà, poi penso che sei tu che mi reggi dall’interno… in fondo io vivo perché ci sei tu, la mia vita è tutta orientata su di te, è un modo di sentirsi vicinissimi, di non perdere nemmeno un respiro del mio Birillo, e in effetti, Birillo, a me la felicità l’hai data tu …e la felicità l’hai data anche a papà e mamma, li hai proprio portati ad un’altra intensità di vita, loro ti vogliono bene veramente…
- Cucciolo, stasera ci mettiamo sull’amaca?
- Io non vedo l’ora.
- Nemmeno io, Cucciolo… è bello stare proprio vicini vicini, aderire l’uno all’altro, voglio mettere la testa tra la tua spalla e il tuo collo, e sentire il respiro del Cucciolo e il cuore che batte… ci portiamo anche una copertina così possiamo stare lì finché non ci viene proprio il sonno… Cucciolo… senti qua! Hai un po’ di barba… ma d’altra parte sei un Cucciolo grande… non sei un cuccioletto… e nemmeno io… però ancora non siamo due vitelloni…
- In che senso?
- Come nel film di Fellini…
- Vitelloni come ragazzi un po’ troppo cresciuti?
- E sì…
- Be’ noi non siamo nemmeno vitelli, siamo torelli…
- No, siamo cuccioli, Cucciolo, siamo ancora cuccioli, a me le cose tipiche dei grandi non interessano affatto, a me i soldi, il potere… non mi interessano proprio, a me piacciono le coccole… e poi io non voglio crescere… pensa un po’ tutto questo periodo dell’università… è stressante, tutto quello che ti pare, però è bello, si sta bene, si costruisce in due… e che vuoi di più, certe volte mi viene da pensare che poi passa e allora mi viene un po’ di malinconia… quando dovremo lavorare… i clienti, le cause e tutta quella roba lì… come faccio, Cucciolo, a farmi fare le coccole a quarant’anni suonati? … Perché anche i quarant’anni arrivano… però io le coccole le voglio lo stesso… e quando avremo una  casa tutta nostra ci sarà una sola camera da letto con un letto matrimoniale e di quello che dicono gli altri ce ne dovremo infischiare… sai un’altra cosa che mi è venuta in testa…
- Che cosa?
- Ho pensato che potremmo trovare dei ragazzi giovani e magari pure gay che possono credere in noi, come avvocati intendo, ma forse non solo… lo so che di queste cose abbiamo già parlato, ma fantasticare non costa niente… io credo che noi li prenderemmo seriamente, molto seriamente…
- Lo vedi, Birillo, lo sapevo… lo sai che cosa significano questi discorsi?
- No, che significano?
- È il desiderio di paternità… Birillo, noi stiamo cercando di fantasticare sull’idea di avere figli in questo modo, penso che un cucciolo che crede in noi mi sembrerebbe veramente un coronamento delle vita… Birillo, in una situazione del genere il nostro amore potrebbe essere un modello di moralità, noi a un ragazzo giovanissimo possiamo insegnare quali sono le cose che valgono veramente…
- Però, Cucciolo, papà non mi ci sento ancora, in quel senso, non mi dispiacerebbe sicuramente ma non  è una cosa che può succedere a breve termine, mi sento ancora troppo insicuro… io in effetti adesso mi sento figlio… quando sto con papà lo sento che ha un’altra età, in qualche modo mi rassicura, lo fai pure tu ma lui lo fa in un altro modo, papà è più autorevole, mamma mi dà altre cose… mi coinvolge in modo più immediato, adesso mi piace quando mi bacia così energicamente e quando mi chiama Bello! Prima mi imbarazzava un po’. Fa di tutto per mettermi a mio agio… papà è un po’ più distaccato ma quando si fa infervorare e gli viene un po’ di entusiasmo mi piace tantissimo… come quando mi fa la predica, sono prediche sentite, prediche morali nel senso vero della parola… tu in effetti hai preso moltissimo dai tuoi… anche qui in campagna c’è tutta un’atmosfera tipica.. ci si sente la mano di papà e di mamma, la dispensa in cantina, le tendine, la cura dei dettagli, le piante vicino alla casa… l’amaca… Cucciolo… che ore sono?
- Sono quasi le undici.
- Ti va di studiare un po’?
- Prima un bacetto… Birillo!
Ricominciarono a studiare senza fare pausa per il pranzo, Andy ce la mise tutta per non deludere, ebbero la fortuna di incontrare un capitolo piuttosto scorrevole e andarono avanti fino alle cinque del pomeriggio, poi Andy chiuse il registratore e fece cenno che non ne poteva più.
- Quante ne abbiamo fatte Cucciolo?
- Una novantina… esattamente novantaquattro… non c’è male, siamo in regola con la tabella di marcia.…
- Cucciolo, ci mettiamo un po’ fuori? Questo ultimo scorcio di sole non me lo voglio perdere…dopo tutto siamo venuti in campagna per stare fuori…
- Lo sai Birillo, che qui ci sono anche altri animali oltre i gatti?
- E cioè?
- Io una volta ho trovato due ricci, uno grosso e uno piccolo, madre e figlio forse, una volta ho visto una talpa… qualche volta qualche serpentello e papà dice che qualche volta nel bosco hanno visto pure i cinghiali, lui non li ha mai visti, ma qui qualche cacciatore qualche cinghiale lo ha preso… e poi ci sono le tortore…
- Allora quei richiami un po’ lamentosi erano le tortore…
- Sì.
- E altri animali?
- Per esempio?
 - Che ne so, lupi, volpi, faine…
- Be’ adesso non credo che ce ne siano più ma i vecchi del paese dicono che c’erano eccome, non qui, un po’ più verso monte, ma c’erano…
- E pesci? … Solo quelli del fosso?
- Be’, sì, qui fiumi veri non ce ne sono, dicevano che al fosso c’erano i gamberi di fiume e dicono pure che i gamberi di fiume dove ci sono indicano che l’acqua e pulitissima, ma adesso non ci sono più… ah! Mi viene in testa una cosa, sulla parte scoscesa del canalone c’è un contadino che ha nel terreno una sorgente, non una fontana, proprio una sorgente, c’è una specie di masso enorme, grande quanto una casa, che spunta dal terreno, da sotto quel masso esce l’acqua, ci hanno scavano una specie di laghetto che è sempre pieno d’acqua, ci sono i pesci, l’acqua scola via costantemente in un rigagnoletto piuttosto consistente, d’estate meno ma d’inverno sembra un fiumicello in miniatura…
- Bello! Quell’acqua che esce di là chissà quanto tempo è stata a girare per la montagna… lo sai Cucciolo noi faremo gli avvocati ma a me sarebbe piaciuto anche fare il botanico, il naturalista…
- … l’ornitologo…
- No, quello meno…
- Si! … Ma a chi vuoi prendere in giro?
- Cucciolo! Ma tu prendi tutto a scherzo! … Io dicevo seriamente, la natura è bella…
- Sì, ma è selvaggia, il pesce grosso mangia quello piccolo…
- Già, si torna sempre lì… è tutto un nascere per essere mangiati… o prima o dopo… e anche per mangiarsi il prossimo o prima o dopo… anzi se non te lo mangi non sopravvivi… mannaggia, lo vedi da dove viene l’aggressività… in questo senso mi sento proprio contro natura…
- Vieni, dai, Birillo, ti metto l’amaca fuori così ti ci puoi mettere…
- E tu?
- Io mi ci metterei ma non mi pare il caso…
- Allora non mi ci metto nemmeno io… Cucciolo, una cosa o si fa insieme o non si fa…
- Allora che facciamo?
- Non lo so, se qui ci dovessimo rimanere di cose da fare ce ne sarebbero tante ma così….
- Ci raccogliamo un po’ di verdura fresca per la cena?
- Eh!
- E poi, Birillo, quando torniamo a Roma?
- Domani sera?
- Andy se vogliamo stare qui possiamo pure stare qui…
- No, domani sera torniamo e allora la verdura da portare a mamma la raccogliamo domani al momento di partire…e a mamma portiamo pure qualche rosa, ce ne sono di belle, appena sbocciate… però adesso che si fa? … Cucciolo, mi sa che ho capito… si torna a studiare fino all’ora di cena… ceniamo per le nove così alle nove e mezza, quando è tutto buio ci possiamo mettere fuori sull’amaca… adesso possiamo studiare per tre ore e mezza… dai, Cucciolo, non fare quella faccia, dopo tutto stiamo lavorando e se lavoriamo adesso la possibilità di fare i tre esami e di arrivare a finire il programma dei primi due anni entro novembre non è poi così remota…
- Forza e coraggio! Tre ore e mezza e poi la sera è tutta nostra!
Cominciarono a lavorare  a forza di volontà, nessuno dei due aveva realmente voglia di studiare, ma si facevano forza reciprocamente, dopo i primi minuti però l’argomento si fece interessante e la lettura diventò scorrevole, più che un trattato universitario sembrava di leggere il testo trascritto di una conferenza, molti erano i richiami e le ripetizioni, molti gli artifici della retorica tipica del parlato. Andy si sciolse e cominciò a leggere enfaticamente, man mano che andava avanti e vedeva scorrere la pagine l’entusiasmo cresceva. Fecero una sola pausa per prendere un tè e poi andarono avanti stoicamente fin dopo il tramonto. Intorno alle otto e mezza il capitolo era finito.
- Cucciolo, basta!
- Lo sai quante ne abbiamo fatte oggi pomeriggio?
- Quante?
- Più di 80! Birillo…. Siamo in anticipo sulla tabella di marcia di quasi 200 pagine, se andiamo avanti così finiamo la prima lettura di tutte le materie tra sei giorni…
- Cucciolo…
- Che c’è?
- Fuori è tutto pronto?
- Sì è tutto pronto… ma adesso mangiamo ancora qualche cosa così nel frattempo finisce di fare buio… Che ti do Birillo?
- Poca roba… facciamo solo un’insalata con le olive e con la mozzarella… peccato che non c’è il pane fresco…
- Quello che c’è lo taglio a fette e lo metto al forno, così facciamo la bruschetta con l’olio e poi ci sono le verdure fresche… prendiamo pure un barattolo di melanzane di papà…
- Basta così, Cucciolo, così va benissimo…
- Siediti lì che faccio in un attimo… però il lavoro è andato avanti… te l’avevo detto io che ci saremmo riusciti… Birillo, se a novembre va tutto bene siamo già nella seconda metà del giro… comincia il girone di ritorno… Andy! Che pensi? Sei perplesso? Io penso che ce la facciamo…
- Cucciolo, il materassino l’hai già messo fuori?
- No.
- Allora lo porto fuori io.
Andy se ne andò in camera da letto e oltre il materassino per l’amaca portò anche due cuscini e una copertina più pesante, quando rientrò, Marco avrebbe voluto chiedergli che intenzioni avesse ma si limitò a parlare ancora di università.
- Andy… stiamo lavorando bene…
- Cucciolo, adesso non mi ammorbare con l’università, mi hai già torturato tutta la giornata ma adesso cerchiamo di pensare a noi… dai su, non fare quella faccia, lo so che tu lo fai a fin di bene però io adesso non voglio pensare all’università…e  dopo tutto non è l’unico argomento che mi interessi e nemmeno il più importante…
- Zitto, zitto! Ho capito! … però non mi tirare le orecchie!
- Io ti vorrei tirare qualche altra cosa! … E poi, Cucciolo, noi non ci dobbiamo drogare con l’università… studiare, va bene! Ma impazzire per l’università no! Cucciolo io adesso voglio stare un po’ con te… io questi momenti li ho aspettati e me li sono meritati, ma adesso me li voglio godere… dai, non fare quella faccia, non ho in mente niente di strano… un po’ di sesso se viene da sé… ma se no va bene pure stare abbracciati insieme… Cucciolo io voglio un po’ di tenerezza…
- Birillo, senti questa bruschetta! … Aspetta, prima un po’ di aglio, poi l’olio, poi due melanzane e due olive…
- Mh! È una cosa squisita!
- Ma tu non eri quello che faceva i toast meglio di me?
- I toast… ma questa è bruschetta.
- Birillo, adesso se ti bacio so di aglio!
- Be’, pure io!
- Questa è l’insalata, è solo di lattuga, cetrioli e pomodori, c’è anche un po’ di basilico…
- È buona, è profumata e poi è buono il sughetto finale… aspetta che mi lecco il piatto… non si dovrebbe però… lasciare tutto questo ben di Dio mi sembra un peccato… allora lo fai pure tu!
- Io l’ho fatto solo perché tu non ti sentissi a disagio!
- Cucciolo, ce lo beviamo un bicchiere di vino? … O papà ci spara perché gli apriamo tutte le bottiglie… dai fai tu così io sparecchio e ce ne andiamo fuori.
Marco scese a prendere il vino, quando risalì dalla cantina Andy stava finendo di passare la scopa.
- Dai su, stappa e brindiamo… lo sai Cucciolo che sono cinque mesi che ci siamo conosciuti! Sono cinque mesi esatti… cinque mesi fa a quest’ora stavamo andando alla festa… ne sono cambiate di cose in cinque mesi… Grazie Cucciolo, un bacetto mi ci voleva, ma adesso brindiamo e ce ne andiamo fuori…
- Allora! Alla felicità nostra!
- Alla nostra, Cucciolo! … Senti che vino!
- È quello delle grandi occasioni!
- E adesso l’amaca è tutta nostra.
Uscirono, era buio, salirono sull’amaca, e si stesero uno a fianco all’altro. L’amaca dondolava leggermente.
- Cucciolo, così! Zitti zitti! Senza pensare a niente voglio solo sentire che ci sei…
- Birillo… io…
- Zitto! Stai così! Non dire niente! Non c’è niente da dire…
Andy prese la mano di Marco e se la pose sotto le narici, il respiro di Andy si riverberava sulla mano di Marco e la sensazione del respiro è la sensazione della vita, poi appoggiò il volto sul dorso della mano di Marco, si girò completamente verso di lui, non erano in grado di vedersi distintamente perché era già molto buio ma il fiato di Andy sulla mano e la sensazione provocata dalla sua barba facevano a Marco una fortissima impressione, Marco percepì che Andy voleva trasmettergli la sensazione di essere vivo, del respiro, del calore, di una guancia morbida un po’ ispida per la barba non rasata, Andy voleva essere percepito come una presenza vivente, voleva che Marco non lo considerasse solo un’immagine, ma un corpo vivo, caldo, che percepisse la sua fisicità, la sua precarietà ma anche la sua forza. Andy non diceva nulla e Marco non voleva perdere l’intensità di quei momenti. Erano entrambi sereni, l’università in quei momenti per loro non contava più nulla, percepivano reciprocamente la loro fisicità e la loro presenza, poi Andy passò una mano tra i capelli di Marco e gli accarezzò leggermente la guancia, il gesto era lentissimo, delicato, Andy stava attento a non accarezzare la guancia di Marco contro pelo e Marco se ne accorse ma non disse nulla, si aspettava che di lì a non molto Andy avrebbe tentato un approccio sessuale più diretto, ma non accadde nulla del genere, Andy si strinse a Marco, cercò di aderire a lui il più possibile, poi lentamente e insensibilmente scivolò nel sonno, Marco se ne accorse dal mutato ritmo del fiato di Andy che gli sollecitava in parte il dorso della mano ma non si mosse, non avrebbe voluto svegliare Andy per nulla al mondo, il fatto che Andy si addormentasse così, cercando di aderirgli totalmente, faceva a Marco una tenerezza totale, il sesso sarebbe stato una scelta meno significativa, Andy voleva essere protetto, riscaldato, amato nella sua più totale semplicità, oltre il sesso, senza bisogno di nulla che non fosse la presenza calda di Marco in un contatto avvolgente, venne in mente a Marco che, in questo, Andy aveva conservato una fisicità quasi di tipo infantile, sembrava che per lui l’adolescenza non fosse mai venuta, tanti ragazzi, col crescere conquistano la sessualità ma perdono la fisicità, Andy non l’aveva certo perduta, Andy non aveva un briciolo di egoismo nella sua fisicità, si sentiva fisicamente libero quando stava con Marco, libero di scegliere un contato più direttamente sessuale o di mantenere un contatto di tipo più genericamente fisico. Marco cercò di coprire meglio Andy perché, anche se non c’era vento, l’aria non era veramente ferma; nel muoversi, involontariamente, svegliò Andy.
- Che c’è, Cucciolo?
- Niente, ti voglio sistemare meglio la coperta, perché se no mi prendi un po’ freddo…
- Mh! Mi sa che è meglio perché si sta bene ma mi sa che se ci addormentiamo fuori senza coperta ci prendiamo un malanno… Cucciolo, ci vai tu a prendere una coperta più consistente, così ci mettiamo dentro tutti e due, avvolti stretti stretti… ci vai tu?
- Sì … ma poi ti devo dire delle cose…
- Che cosa?
- Cose belle! …Però adesso vado e vengo subito!
Dopo pochissimi minuti Marco aveva sistemato sull’amaca una grande coperta matrimoniale di lana sopra un copriletto, anch’esso matrimoniale, di cotone, aveva rimboccato le coperte e si era infilato di nuovo nel letto.
- Grazie Cucciolo!
- Niente!
- Cucciolo, qual è la cosa bella che mi dovevi dire?
- Che quando ti sei addormentato mi facevi una tenerezza enorme… lo sai, Birillo, che ti voglio bene?
- Lo so, lo so… forse non me lo merito ma lo so…
- Birillo, se non te lo meriti tu… io che devo dire?
- Niente non devi dire niente, devi solo stare zitto e stringerti a me… così, sì, così… e la coperta ce la tiriamo fin sopra la testa… Cucciolo, sembra di stare sotto una tenda… il mondo sta fuori ma noi stiamo qui dentro… è bello così, si sente più forte che cosa significa essere due… Cucciolo, sotto una tenda come questa non c’è la solitudine… lo sai, Cucciolo, che tu non prevarichi mai? È come un flash, mi è venuto in mente adesso, io a stare tranquillo l’ho imparato da te, tu sei dolce Cucciolo, non sei aggressivo… prima pensavo che fosse un difetto ma dopo che ho visto che tu non cercavi di prevalere mi… non mi vengono le parole… insomma mi hai messo in crisi… se una cosa la fai tu per me è automaticamente una cosa giusta e se non è quella che avrei fatto io vuol dire che quella che avrei fatto io era sbagliata… Cucciolo, tu hai la forza della debolezza, tu non ti atteggi e poi non mi contraddici mai… forse qualche volta sì ma solo quando ce ne è bisogno e quando succede hai ragione tu… però solo tu ti comporti così, gli altri vivono di violenza, di prevaricazione, di trucchi di tutti i generi… pure io facevo così…
- Non è vero, Birillo, tu cercavi un contatto vero, Birillo, tu eri diverso perché avevi la disperazione dentro… Ma adesso noi stiamo qui, insieme, soli, sotto questa coperta…
- Cucciolo, adesso non siamo soli, è strano il modo di dire ma siamo più soli quando stiamo in mezzo alla gente, qui siamo noi due, non noi due “soli”, se mai soltanto noi due…
- Birillo, tu dovevi fare il filosofo, non l’avvocato! … Però hai ragione, solo non mi ci sento nemmeno un pochettino…
- Cucciolo, ti piace quando arriva il sonno e cominci a perdere il controllo?
- Mi piace sì!
- Chissà se la morte è così…
- No, non credo proprio…
- Chissà come sarà…
- Birillo, cambiamo discorso…
- Allora questo tabù ce l’hai pure tu…
- Sì, è l’unica cosa che mi mette in crisi… non l’unica forse ma la più terribile… ma mi mette in crisi anche l’idea della sofferenza, neanche della mia, anzi non tanto della mia ma della sofferenza dei bambini, quella è una cosa che mi sembra terribilmente ingiusta, un adulto la può sopportare… ma un bambino non dovrebbe mai soffrire…
- Mh! … i bambini che soffrono… è una cosa brutta…
- E ce ne sono tanti…
- Cucciolo, ma noi riusciremo mai a fare qualche cosa di buono?
- Adesso stiamo studiando e mi pare che funziona…
- No, ma non in quel senso, quella in fondo è una scelta egoistica… dico proprio fare qualche cosa di buono veramente, qualche cosa per gli altri… certe volte penso che partire per andare a fare il missionario in qualche posto dove si vive male non sarebbe poi tanto male, quelli fanno una vita seria, al prossimo ci si dedicano veramente… e deve essere pure una soddisfazione grossa, tu lavori tutta la giornata per gli altri, hai una spinta diversa… quelle cose mi piacerebbero, forse anche più del sesso… ci vuole tanto coraggio ma sono cose serie… certe volte penso che quando andremo all’altro mondo, cioè quando andrò all’altro mondo il Padre eterno mi potrebbe chiedere che cosa ho fatto di buono nella vita… non penso che mi chiederebbe niente del sesso o di cose del genere, però che cosa ho fatto di buono nella vita me lo potrebbe chiedere eccome… e allora che gli potrei rispondere? … Mi sentirei in imbarazzo… non so nemmeno se ho fatto qualche cosa di buono per te e se l’ho fatto l’ho fatto anche per me perché sapevo che ci sarei stato meglio anche io… però per quelli che stanno male veramente io non ho fatto niente, io non dico che vorrei essere come madre Teresa, quelle sono cose di un’altra dimensione… però qualche cosa di buono la vorrei fare anch’io… chissà quanta gente potrebbe avere bisogno di noi…  e noi invece continuiamo a pensare solo ai fatti nostri… Cucciolo… certe volte mi sento un verme, dopo tutto penso solo ai cavoli miei… cioè io degli altri me ne frego in senso sostanziale, non lo dico ma lo faccio… forse faccio solo chiacchiere, anzi certamente, sono tutte cose che tanto resteranno come sono adesso… Cucciolo, io sono un vigliaccone che predica predica e non conclude mai niente…
- Ma dai, Birillo, tu sei veramente uno come si deve… e ce ne sono pochi…
- Vedi, Cucciolo, è per questo che ci portiamo sempre delle insoddisfazioni di fondo, io almeno, cioè tu ti senti più soddisfatto perché ti dedichi a me ma io non mi dedico a te, io prendo e basta…
- Ma che dici? Birillo!
- No, è così! Forse se tu avessi bisogno veramente di me e io potessi fare per te qualche cosa che mi costa veramente… non lo so, ma allora forse mi sentirei meglio…
- Birillo, sai che cosa penso?
- Che cosa?
- Che stai cominciando ad arzigogolare un po’ troppo la faccenda e noi non dobbiamo fare giochi psicologici…
- Ma non sono giochi psicologici!
- Birillo, se tu ti vuoi sentire in colpa puoi trovare centomila ragioni… ma noi dobbiamo costruire… senza pestare i calli a nessuno, senza cercare scorciatoie… ma dobbiamo costruire e non solo per noi, per papà e mamma e anche perché se ci sono due persone oneste in più è un bene per tutti… il resto per noi è fuori portata… tu scavi troppo, vai troppo alla ricerca di cose impossibili… e poi, scusa, tutto quello che hai fatto tu per me… ma ti rendi conto di quello che hai fatto?
- Ma io non ho fatto niente!
- Non è vero, Birillo, tu ci sei stato, tu non sei scappato dietro chissà quali sogni, tu ci sei stato pure quando ti è costato caro… tu mi avresti potuto sbattere tante volte la porta in faccia e non l’hai mai fatto…
- Ma io l’ho fatto per me, non per te!
- Birillo, questo non è vero… sei tu che mi… Birillo, io ti voglio bene e basta! I ragionamenti d’ora in poi li dobbiamo fare in prospettiva, guardando al futuro… devono essere ragionamenti costruttivi, progetti…
- Insomma, dobbiamo parlare solo di università…
- No, noi possiamo avere anche i “nostri” progetti di vita…le nostre ambizioni…
- Che brutta parola, Cucciolo! … Scusa, ma mi sembra una cosa stupida…
- Mh! Hai ragione, mi sa che sto cambiando mentalità… già! Prima facevo altri discorsi, chi lo sa, forse l’affettività vera ce l’hanno solo i disperati, quelli che un abbraccio lo vogliono a tutti i costi, quelli che invece un contatto affettivo vero ce l’hanno la cosa la svalutano e cominciano a parlare di ambizioni… Mannaggia, Birillo! Hai ragione… piano piano sto cominciando a vendermi l’anima… però tu non lo fai… mi sa che tu sei ancora un po’ disperato… tu non vai cercando le ambizioni…
- Forse mi bastano i sensi di colpa… ne ho tanti… anche nei tuoi confronti… Cucciolo, certe volte penso che per te potrei essere una palla al piede… non dico adesso, ma magari tra qualche anno… io le tue ambizioni le posso frenare e forse tu potresti essere più felice cercando di realizzarle… queste cose mi vengono in mente spesso… c’era una canzone di fondo nel film Querelle di Fassbinder…ognuno uccide sempre colui che ama… io non vorrei finire per rovinarti veramente la vita…
- Stai un po’ zitto Birillo?
- Sì, mi sa che è meglio!
- Si sente che le malinconie te le porti ancora dentro… ma passeranno, Birillo, passeranno e adesso tu stai vicino a me e noi abbiamo la vita davanti… non la sprecheremo, Birillo, non la sprecheremo… qualche cosa di buono la faremo anche noi… senza correre dietro alle ambizioni stupide… Andy, mi piace tanto quando mi richiami all’ordine e mi rimetti sulla buona strada, le cose che dici in fondo sono anche mie… io le metto da parte più facilmente… tu sei un po’ la mia coscienza…
- Il grillo parlante…
- No! … E poi senza il grillo parlante la coscienza si addormenta troppo facilmente… come stai Andy?
- Non lo so, mi sento carico, non so come dire… mi sembra come se dovesse succedere qualche cosa di importante da un momento all’altro, ma voglio dire qualche cosa di negativo… è una sensazione vaga ma ce l’ho…
- Ci pensi più al sesso?
- No, cioè, non lo so, forse meno o forse addirittura per niente…
- Ti senti frustrato, Birillo?
- In che senso?
- Non lo so, magari avresti voluto altre cose che non hai trovato…
- No, … no, dopo tutto non riuscirei a sognare niente di meglio che stare qui con te… no, Cucciolo, frustrato no, realmente no…
- E allora che cos’è?
- Mi sento insicuro, … non di te o della vita che faccio… mi sembra di non sapere che cosa voglio veramente, mi sembra di avere un po’ assimilato la tua vita… io una vita mia non l’ho mai avuta, io sono stato adottato in tutti i sensi, anche da te… mi ci sto abituando, ma ci vogliono anni… io adesso la sensazione di vivere una vita che è mia solo relativamente ce l’ho… è strano… è una vita che voglio vivere ma è una vita che per me è senza passato, senza abitudini, è tutta da scoprire…
Marco si rese conto che Andy stava di nuovo scivolando nella malinconia, gli infilò una mano sotto la maglietta e cominciò ad accarezzargli il petto.
- Andy! Io ti darei l’anima, ma certe volte non so che fare…
- Lo vedi che ti sto rovinando la vita…
- No, Birillo! Tu la vita me la stai facendo vivere, io adesso con te voglio un contatto totale, io la malinconia te la voglio portare via…
Marco lo abbracciò strettissimo e Andy si lasciò andare alla sensazione fisica del contatto ma era evidente che il valore di quell’abbraccio per Andy non aveva nulla a che vedere con il sesso, Andy voleva essere salvato dalla marea della vita, dall’angoscia montante che non riusciva a controllare, l’abbraccio di Marco gli dava forza, indicava una presenza morale forte, se quell’abbraccio avesse dimostrato una valenza sessuale, in quel momento Andy lo avrebbe rifiutato. Andy per un attimo ebbe la sensazione che questo potesse accadere, se fosse successo avrebbe odiato Marco almeno per un attimo, lo avrebbe sentito lontanissimo da sé e assolutamente incapace di capire, Andy non sapeva se esprimere questo timore per cercare di esorcizzarlo o rimanere in silenzio e aspettare passivamente, in un caso come nell’altro temeva di rovinare tutto, temeva che il suo abbraccio con Marco potesse fargli sentire Marco lontanissimo. Andy sarebbe stato disposto a fingere per non deludere Marco, ma il loro rapporto profondo ne sarebbe stato minato gravemente. Rimase in silenzio. Marco si rese conto che qualche cosa non andava per il verso giusto e ritirò la mano.
- Scusa, Birillo! Sono stato aggressivo, perdonami certe volte non riesco a controllarmi e mi sembra di potere fare qualsiasi cosa…
- No, tu lo fai a fin di bene… Cucciolo… grazie… non mi andava proprio di metterla sul piano sessuale… stasera no! Non lo so perché, ma stasera no… non ti sto rifiutando ma sono contento che lo hai capito…
- Birillo, vuoi che ti faccio una tazza di tè?
- No, resta qui, adesso devi stare qui, ci devi stare perché il tuo calore è importante… Cucciolo, che hai pensato?
- Che vorrei farti stare bene veramente… ma non ci riesco…
- No, Cucciolo… in effetti, se non ci fossi stato tu chissà adesso dove sarei andato a finire… io devo crescere piano piano, mi devo abituare alla vita nuova… se avrai pazienza mi vedrai crescere piano piano, io voglio abituarmi alla vita nuova, alla tua vita, che adesso è anche la mia… ma, Cucciolo, non è facile.. lo so che ti sto chiedendo molto ma mi devi volere bene, Cucciolo, mi devi aiutare, devi avere pazienza…
- Birillo! … Ti voglio bene!
- Anche se non mi va di fare l’amore con te?
- Certo, anche!
- E anche se io ti rompo sempre le scatole e pretendo da te cose assurde?
- Quando qualcuno pretende da te qualche cosa come tu fai con me vuol dire che per quel qualcuno conti veramente molto…
- Cucciolo, e se di fare l’amore con te non mi andasse più?
- Ti vorrei bene esattamente nello stesso modo…
- Ma tu lo dici per dire…
- No, Birillo, … e poi non c’è bisogno di sesso per fare l’amore, noi adesso ci stiamo comportando come due innamorati che si dicono tutto… anzi in genere gli innamorati non lo fanno o non lo fanno fino a questo punto…
- Tu dici che questo è fare l’amore?
- Sì… Birillo, tu stai cercando una forma di tenerezza e la stai cercando da me…
- Sì, ma senza sesso…
- Birillo, ma il sesso è un mezzo per volersi bene, non è un fine…
- Sì, ma è importante…
- No, Birillo, per te in questo momento non è importante, altrimenti con me lo faresti, in tante altre situazioni non hai avuto nessuna inibizione e poi, Birillo, se tu non mi volessi bene non staresti qui adesso, in effetti tu questi momenti te li sei preparati per tutta la sera…
- Cucciolo, in effetti è vero… io adesso dal punto di vista sessuale mi sento meno carico, ma non solo verso di te, proprio meno carico in generale…se lo facessi lo farei per te, non per me e alla fine non piacerebbe nemmeno a te…
- Birillo, ti posso accarezzare?
- Certo! … E adesso non mi punire per quello che ho detto… Cucciolo, non mi devi tenere a distanza!
- Non ne ho la minima intenzione! …
- E poi farsi accarezzare da te è bellissimo, la sento la tua esitazione e mi piace tantissimo… ma, Cucciolo, a te capita mai di avere periodi in cui il sesso ti interessa meno?
- Birillo, il fatto è che adesso non mi succede da parecchio tempo, prima di conoscerti qualche volta mi è successo ma erano situazioni particolari, erano momenti di frustrazione, momenti di ansia… queste cose le ho vissute anch’io, non come te ma le ho vissute anch’io… quando mi capitava il periodo nero avevo altre idee per la testa, nei momenti neri le fantasie sessuali non mi venivano proprio, qualche volta dormivo poco la notte e mi sembrava che non sarei riuscito a portare avanti le cose che volevo fare … insomma quando le cose mi andavano male il sesso non mi attirava proprio… adesso, alla fine di tutto questo ragionamento, mi viene da pensare che non ti passino per la testa cose buone…
- In un certo senso è così, ma non so nemmeno io che cosa mi passa per la testa… Cucciolo, ma tu pensi che io sono maturo?
- Se non lo pensassi con te non mi ci metterei proprio… io voglio un confronto vero, una cosa che stia bene anche a me, se non fosse così non ci troverei la mia soddisfazione…
- Lo sai, Cucciolo, che certe volte ho pensato che forse ti facevo un po’ pena… sì, esattamente, e mi veniva in mente che tu forse stavi con me proprio per quello…
- Andy! … E allora io sarei stato l’imbecille di turno che dice sempre sissignore? … Ma come ti vengono in mente certe cose? Birillo… mamma mia! …
- Lo vedi! Pensi che io sono stupido e non lo vuoi dire…
- Me lo fai un piacere, Birillo?
- Che cosa?
- Ti stai un po’ zitto?
- Lo vedi che mi zittisci perché mi consideri un po’ un caso patologico…
- Birillo! Non mi costringere a reagire male!
- E cioè… che faresti?
- Non lo so… anzi lo so! … Birillo, farei quelle cose che tu non vuoi fare… e poi me ne pentirei…
- Perché te ne pentiresti?
- Perché tu la prenderesti male…
- E chi te lo dice?
- … Mh! … Birillo! … Basta!… Lasciamo stare!
- Che cosa volevi dire, Cucciolo?
- Voglio dire che non mi devi provocare, Birillo! Non mi devi mettere in difficoltà mandandomi messaggi contraddittori, io sono sempre disposto a fare quello che vuoi tu e anche a non farlo se a te sta bene così, ma non mi devi mettere in crisi, non mi devi mettere nella posizione di quello che tanto alla fine sbaglia comunque… questo non è giusto, Birillo, che diresti tu se io ti dicessi una cosa diversa ogni cinque minuti?
- Scusa, Cucciolo, … alla fine le orecchie me le hai tirate anche oggi… ma io me lo sono meritato… ti sembro stupido, Cucciolo?
- Be’, quando fai questi giochetti tipo “mamma Ciccio mi tocca… toccami Ciccio che mamma non c’è!”… insomma, allora non mi sembri stupido ma mi sembra che tu mi voglia stressare tenendomi sulla corda e la cosa non mi piace… Birillo, devi essere più autentico, se vuoi una cosa dimmelo, ma non mi mettere in imbarazzo…
- Scusa, Cucciolo, … non ci ho fatto caso ma hai ragione… sono quei meccanismi di seduzione come dominio che mi porto ancora dentro… però anch’io in realtà non lo so se voglio fare l’amore con te oppure no, non lo so veramente, non ci posso fare niente… Cucciolo, io onestamente non ho le idee chiare, lo so che ti può dare fastidio che io cambi idea ogni cinque minuti ma non è per te… è una cosa che mi capita, non è una cattiveria per tenerti sulla corda ma è che proprio non so che fare e nemmeno che cosa desiderare… tanti ragazzi sono cresciuti con la loro mitologia, loro lo sapevano che cosa dovevano desiderare… io non l’ho mai saputo… è anche per quello che mi può venire in testa di essere bi, adesso non mi viene in testa da parecchio tempo ma potrebbe tornarmi in mente ma non per reazione contro di te… Cucciolo, se anche fossi bi, tu per me saresti sempre il mio Cucciolo.
- Birillo…
- Che c’è?
- Mi sa che hai ragione tu anche su questo, in fondo lo penso anch’io che tu non sai veramente quello che vuoi…
- Cucciolo, lo dici con un tono di voce un po’ aspro…
- No, ognuno è com’è!
- Mi stai rimproverando, Cucciolo?
- No, e poi non mi sento per niente inquieto, in fondo tutte queste cose le abbiamo dette tante altre volte… lo so che di cose per la testa te ne possono passare tante… ma so pure che alla fine dei conti non cambierai strada… Birillo, tu non sei un ragazzino, tu la tua scelta l’hai fatta…
- Adesso mi sembri proprio papà! … Fai le prediche nello stesso modo!
- Perché mi sfotti, Birillo?
- Non mi permetterei mai… lo dico nel senso buono, in fondo io ho bisogno di certezze … io mi voglio sentire libero ma voglio pure essere incoraggiato… Cucciolo… mannaggia, adesso mi verrebbe in mente di fare l’amore però non so come potresti prenderla… no, va’, è meglio di no! … Però la voglia mi comincia a venire… Cucciolo… mi sa che sto ricominciando a dire fesserie incoerenti… Cucciolo, tu ne hai voglia?
- Be’ veramente adesso avrei più che altro voglia di dormire… però… ma forse è meglio di no!
- Cucciolo, non fare come faccio io, non mi imitare, mi da fastidio! … Sono stato stupido ma non me lo fare rimarcare, l’ho capito da solo!
- E a te ti va, Birillo?
- Mannaggia, ti risponderei di no per farti dispetto però mi va troppo…
- Va be’ però ci pensiamo domani!
- Cucciolo! Ancora a sfottere!
- Lo facciamo alla piccionaia, lì c’è il letto adatto… veramente, Birillo, adesso non mi va troppo…
- Cucciolo, mi da un fastidio quando fai così che ti spaccherei la faccia! Brutto stronzo! Ma perché devi giocare così con me? … O adesso o niente!
- Be’ allora adesso, ma dentro perché qui rischiamo di dare spettacolo perché sta per sorgere la luna…
- Dai, Cucciolo, … allora dentro!
- Nella doccia?
- Per forza! È il posto più sexy che esiste perché qui non c’è nemmeno il letto… Vieni su…
Portarono dentro i materassini e le coperte ma nessuno dei due prendeva l’iniziativa di avviarsi verso la doccia: dopo qualche minuto Andy uscì allo scoperto.
- Se non ti va più, va bene lo stesso, tanto pure io mi sento scarico…
- Andy! Mamma mia quanti complessi ci stiamo facendo! … Birillo, un po’ di sesso non vale tutte queste complicazioni e tutti questi giri di parole… Birillo: basta coi giochi psicologici! Allora?
- Cucciolo, che io lo voglio fare mi sembra evidente ma tu non l’hai capito…
- Ti sembra evidente? Va be’, lasciamo perdere…
Marco cominciò ad avviarsi verso il bagno, entrarono insieme e cominciarono a spogliarsi. Marco riprese il discorso.
- Mettici un po’ di calore, Birillo! … È anche un gioco! Me l’hai insegnato tu ed è vero!
- Ci sediamo nel box, Cucciolo?
- Sì.
- Cucciolo, se ti dico una cosa non mi ammazzi vero?
- Che cosa mi devi dire, Birillo?
- Ti voglio dire che adesso casco dal sonno e magari se lo facciamo domani viene un po’ meglio… eh? … Che dici?
- Allora una doccia rapida rapida e poi dritti a letto e domani prima si studia e poi la sera ci teniamo liberi dalle sei e ne facciamo di tutti i colori…
- Promesso!
- Non promettere, Birillo! Tanto poi alla fine le promesse non le mantieni!
- Quando fai così ti comporti come uno stronzo! Non mi piace per niente quando fai così!
- Scusa, Birillo, mi è scappata…
Marco aprì il getto a tutta forza, in pochi secondi erano fuori, si asciugarono in fretta, poi se ne andarono a letto.
- Come va, Cucciolo?
- Mi sento in paradiso Birillo!
- Anch’io, Cucciolo! Allora non sei arrabbiato?
- L’unica cosa che mi manca è che non posso dormire con te… adesso non sono più abituato a dormire solo… Ti voglio bene! … Notte Birillo!
- Anch’io! … Notte, Cucciolo!