lunedì 31 dicembre 2007

LETTERA AI LETTORI GAY di PROGETTO GAY

Carissimi,
rivolgo questa lettera a voi, ai lettori gay di Progetto Gay, perché da alcuni recenti commenti ho l’impressione che si possa scivolare in una forma di difesa d’ufficio dell’omosessualità mirante a “dimostrare” la normalità dell’omosessualità stessa o, anche, in una discussione teorica circa le cause, le reazioni della società, i tentativi di inquadramento teorico, ecc. ecc. Cose del genere, anche se comprensibili, perché manifestano un senso di frustrazione, sono comunque molto rischiose e a mio parere assolutamente inutili. In questo blog vorrei mettere da parte ogni preoccupazione circa la reazione degli “altri” di fonte alla realtà del mondo gay, basta con le questioni relative all’accettazione, all’integrazione... chi vuole capire capisca e gli altri facciano quello che vogliono! Viviamo per noi stessi e non per essere accettati! La vita vera dei gay può essere condizionata da mille cose ma, nella quasi totalità dei casi, con tutte queste cose non ha assolutamente nulla a che vedere. La vita vera dei gay, quella sostanziale, se si ha un minimo di indipendenza mentale, non cambia qualunque sia l’origine dell’omosessualità, qualunque sia l’atteggiamento della Chiesa, qualunque sia la reazione sociale e qualunque spiegazione sociologi, psicologi o chiunque altro voglia darne. Tutte queste cose, almeno da noi, in Italia, e per persone non profondamente condizionate, rappresentano solo una cornice, tutto sommato molto marginale, rispetto alla vita affettiva gay, che il centro e l’essenziale del nostro mondo. Quando parlo in chat con i ragazzi - e lo faccio per moltissime ore ogni giorno - nessuno si sogna di chiedersi se l’omosessualità sia di origine genetica o culturale o come si possa interpretare l’atteggiamento della Chiesa nei nostri confronti. Francamente tutte queste cose nella vita vera di un ragazzo gay hanno un peso molto relativo. Un ragazzo gay si sente felice quando entra in un rapporto d’amore vero con un altro ragazzo. Questo non vale solo per i ragazzi gay, ma è vero a qualunque età. Un rapporto vero d’amore non significa necessariamente una relazione a livello sessuale. Un rapporto d’amore è fatto anche o addirittura soprattutto di tenerezza, di affetto, di interesse profondo verso un’altra persona, è fatto dello scambiarsi la buonanotte in modo affettuoso al termine di una giornata, del dirsi “ti voglio bene” che non è una dichiarazione a fini sessuali, ma una dichiarazione d’amore nel senso profondo del termine. Amare vuol dire volere il bene di un’altra persona che non è necessariamente il tuo ragazzo. Amare sentendosi corrisposti, a qualunque livello, riempie l’anima di una felicità indicibile. E’ di queste cose che parlo in chat e sono cose meravigliose! Non so se queste cose sono tipiche anche del mondo etero e non mi importa nulla di saperlo. Dell’ottica globale, dei discorsi generali, del pensare all’umanità in grande ho imparato a fare a meno. Non so se i sentimenti che percepisco fortissimi quando parlo con ragazzi gay siano universali... sono questioni che non mi interessano. Non voglio fare apologia dei gay, non voglio difendere nessun principio, meno che mai preoccuparmi di quello che possono pensare gli altri. Pensate quello che vi pare, ma io la mia scelta l’ho fatta, io spendo le mie giornate per i ragazzi gay e il motivo è uno solo: perché tra loro mi sento veramente nel mio mondo, perché ci capiamo, perché se queste cose mi mancassero ci starei malissimo. Non passo la mia vita sul blog o in chat per dovere ma perché ci sto bene, ci sto benissimo, ed è la prima volta che posso dire di avere trovato qualcosa che mi arricchisce veramente... siete voi che mi sostenete dall’interno. Ragazzi, vi voglio bene! Pensiamo a noi stessi e al nostro mondo che è un mondo di affetti veri e se qualcuno non lo capisce sono affari suoi.

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