domenica 9 dicembre 2007

AMORE GAY VERO

Stefano è il prototipo del ragazzo che vuole essere coccolato, che è un po' narcisista, che non sa stare solo e che ha bisogno di trovare delle vere gratificazioni nelle persone che per lui contano, ha detto che stasera andrà a dormire tranquillo e che si addormenterà subito perché gli capita sempre così quando parla con me anche solo di cose generiche. Penso che sia stato contento veramente e mi fa piacere veramente. Ma perché un ragazzo come Stefano si ferma a parlare con me? ... e in quel modo poi... Che gli passa per la testa? In un certo senso mi sento attratto da lui ma ho paura, paura che un ragazzo troppo giovane possa volere da me quello che non sono in grado di dargli, io ho 40 anni, lui non ne ha ancora 21. O forse io non ho proprio capito niente. Lui non mi ha mai detto in modo formale di essere gay, mi ha solo cominciato a parlare del suo ragazzo come se fosse la cosa più ovvia del mondo e come se fosse assolutamente scontato che l’avrei presa bene. Quando gli ho detto che ero gay anch’io mi ha detto che l’aveva capito dal primo momento ma ha continuato a parlarmi del suo ragazzo, con una immediatezza che io non riuscirei nemmeno a immaginare.
Con lui io non ho passato il limite della soglia di pericolo e mi sono mantenuto su livelli di parziale coinvolgimento e gli ho detto proprio che non mi sono veramente lasciato andare, lui mi ha detto che comunque le cose che ho detto a lui non le ho dette a tutti e questo gli basta, che se vorrà mi telefonerà e mi chiederà se voglio dirgli quello che penso veramente, così adesso io non avrò il problema del che fare. E' estremamente esitante e certe volte non sa che dire, quello che vuole è che si capisca l'atmosfera emotiva che vuole creare e che sia accettata senza discutere. Gli ho detto che alle persone che per me contano io non do mai la mano perché mi farebbe una strana sensazione, mi trasmetterebbe quasi una emozione pericolosa, quando mi ha salutato ha fatto un sorriso ripensando che non doveva darmi la mano, poi mi ha stretto il braccio destro e ha detto ciao Aldo. Dice di avere tentato il suicidio, forse è una interpretazione eccessiva però credo che possa finire in momenti di disorientamento totale, ha bisogno di essere guidato, ha bisogno di modelli veri, ha detto che quando dà la mano a qualcuno capisce che persona è dal modo di dare la mano, se si trasmette calore, energia.
Mi dice che quando sta vicino a me sente una forma di calore, poi si corregge, almeno di rispetto che lo fa stare bene. Gli chiedo che cosa vuol dire per lui stare bene, cioè quando sta bene, mi risponde che sta bene poche volte, per esempio quando riesce a fare l'amore come vuole lui, mi dice che mi paragona al suo attuale ragazzo e mi racconta la storia, il ragazzo è di ceto elevato, gli dice spesso che vuole vivere con lui ma lui non vuole perché si sentirebbe in gabbia, però ha cercato ed è riuscito a lasciare qualcosa a quel ragazzo, quel ragazzo adesso non ragiona più come prima, ha scoperto il suo lato emotivo, in pratica ha scoperto altre dimensioni della sua vita, mi dice che ha la presunzione di fare lo stesso con me e che lui è convinto che ci riuscirà, vorrebbe che io facessi qualche pazzia, che mi lasciassi andare, per darmi un'idea del lasciarsi andare è andato a scrivere col pennarello su un cartellone pubblicitario, dicendo che anche quella è libertà, poi ha giocato con un ragnetto che faceva passare da una penna al cappuccetto, poi il ragnetto è caduto a terra. Resto perplesso intanto dal fatto che continua ad andare a letto con l'attuale ragazzo pur sapendo che da un momento all'altro lo lascerà, dice che tutto questo per lui è importante, ma dice "lo faccio per lui, a me non importa nulla", non sta cercando qualcosa per sé, lui fa l’amore con quel ragazzo perché quel ragazzo ha bisogno di lui, anche se lui non lo ama. Dice che la vita non ha senso, che siamo molecole sperdute nell'universo, che sono solo meccanismi biochimici, ma quando gli dico che la vita ha senso, che rimanere a parlare in macchina per ore con lui ha senso, che serve a stare meglio e a fare stare meglio, si vede che è contento, vuole essere contraddetto quando dice cose negative, vuole una presenza forte che lo spinga ad andare avanti, ma mai una presenza che valuta, che giudica, vuole persone che gli vogliano bene, l'espressione può essere un'altra ma il senso è certamente questo.
Gli dico dei miei trascorsi, del fatto che volevo farmi prete, o forse che volevo trovare una soluzione in quel modo, una soluzione dignitosa, visto che mi sembrava che non avrei mai potuto avere quello che cercavo, gli ho detto delle esperienze con le donne, della signora sposata che pretendeva che io facessi l'amore con lei in albergo e io ho cambiato albergo, ha detto, “certo che per una donna sentirsi rifiutata è terribile”, gli ho parlato di Marina e del fatto che per me è importante e ha detto che Marina è una donna solo nel senso fisiologico, mi ha chiesto se avevo mai pensato di farmi una famiglia, la domanda mi è sembrata strana, mi ha detto che non è un’ipotesi assurda e che lui all’idea di farsi comunque una famiglia ci aveva pensato e che pensava che con una donna, almeno per fare un figlio, ci sarebbe stato, poi mi ha chiesto di nuovo se avevo pensato a farmi una famiglia, gli ho detto di no nel modo più deciso, mi ha domandato: "ma per scelta o per delusione?", ho risposto : "né l'uno né l'altro". Gli ho detto che in qualche modo lo stavo prendendo in giro perché i miei erano discorsi di fumo mentre la realtà è estremamente semplice ma non si può dire perché io ho paura, perché non mi fido fino in fondo, perché penso che sia troppo giovane per capire un mondo diverso dal suo. Mi ha guardato perplesso, non capiva che cosa potevo non avergli detto, secondo lui quando a un altro gli dici che sei gay non c’è molto altro da dire. Io non sapevo che dire, dirgli “mi sono innamorato di te” mi sembrava fuori posto e poi se non lo aveva capito da solo non sarebbe servito a nulla ma io in qualche modo penso che lo abbia capito, comunque non ho detto nulla. Lui è stato molto esitante sulla linea da seguire su questo punto, prima mi ha detto che lui non ha mai usato le cose che sapeva di altre persone per fare del male, e anzi non aveva mai fatto male deliberatamente a una persona se non a sua madre con la quale deve avere un rapporto difficile, poi però mi ha detto che avrei fatto bene a stare attento perché lui certe volte è spietato ed è meglio non fidarsi del tutto, questa risposta mi ha gelato e gliel' ho detto, mi ha risposto un po' evasivamente.
Gli ho fatto notare che talvolta fa citazioni poco pertinenti di cose non sue, mi ha risposto che le citazioni sono sempre di cose dette da altri ma che i discorsi che fa sono sempre i suoi, era un po' risentito e mi sono affrettato a dire che aveva ragione, anche perché il fatto stesso che ci stava rimanendo male significava che stava dicendo la verità. Dice di essere impaurito dai rapporti stabili perché si sente sostanzialmente poligamo, poi ha corretto, poligamo non solo con gli uomini, anche con le donne. In un certo senso sottolinea che non si farà mai mettere il guinzaglio e che se si metterà con qualcuno finirà certamente per tradirlo perché ha bisogno di molte esperienze perché ogni persona gli può dare qualcosa e nell'espressione "tradire" vedeva sia il lato fisico che quello affettivo e non credo che il secondo significato fosse meno importante del primo. Al principio il discorso mi sembrava duro da accettare, cercavo di paragonarlo con la mia esperienza e non mi ci ritrovavo molto, ma a pensarci bene, anche per me è un po' così, ho cercato di sottolineare l'importanza di un'unica persona ma in effetti non sono convinto che i rapporti importanti siano riducibili a uno. Credo che Stefano vada cercando una possibilità di essere accettato, di essere strano, di essere fuori schema e di essere amato lo stesso, lui è disposto a qualsiasi cosa pur di trovare un rapporto morbido e gratificante, si vedeva che era a suo agio e si vedeva che era contento veramente, aveva un po' l'idea in testa di essere uno che nella vita non concluderà nulla diceva che non vedeva un suo inserimento concreto, sarebbe rimasto sbandato, uno che va agitandosi sempre, che passa di fiore in fiore e che non riuscirà a trovare un posto che sia veramente suo, quello che mi stupisce è la possibilità di associare il suo modo di agire un po' da cucciolo, anche per l'età, con una determinazione molto forte e con questa tendenza ad andare sbandando e girando senza meta, lui non crede nel ragazzo ideale e nemmeno in qualche sogno particolare, non incarna i suoi desideri in una sola persona ma tende a diffonderli in tante persone, il sesso lo interessa ma non è la cosa fondamentale, anzi, ricerca la sua sicurezza attraverso strade stranissime e alla fine agendo d' istinto finisce per riuscire a trovare quello che vuole, desidera essere indirizzato, non avere degli obblighi ma dei modi di confrontarsi. Mi ha detto che qualche tempo fa pensava che avrebbe potuto diventare padre, che se mai gli fosse capitato di fare l’amore con una donna non avrebbe preso particolari precauzioni perché pensava che si sentiva disposto all’idea di avere un figlio. Ha detto che quando fa l’amore col suo ragazzo, ma non solo, non sempre usa il preservativo. Gli ho detto, sottolineando moltissimo la cosa, che deve stare attentissimo e che lasciarci la pelle per trascuratezza è veramente pazzesco, perché adesso sembra tutto un gioco al rischiare cose molto remote, ma il gioco si può trasformare in tragedia. Quanto ai figli, gli ho fatto una vera e propria predica, gli ho detto in modo molto determinato che con una ragazza si può fare tutto quello che si vuole ma a mettere figli al mondo ci si deve pensare solo se si è disposti a stare appresso ai figli, mi ha detto, sorridendo, che, se mai fosse capitato, ci sarebbe stato attento... e che ha capito quello che intendo, gli ho detto che i figli, specialmente se sono piccoli, devono subire la superficialità e il disinteresse dei genitori, perché non si possono difendere e ha fatto cenno di sì con la testa. Quando è andato al lavoro io l'ho aspettato fuori per sei ore, fino alla nove di sera, quando è uscito poi mi ha detto che quando stava al lavoro si sentiva più tranquillo, aveva un po' il modo di fare accattivante dei cuccioli, ma non sono riuscito a capire bene il discorso fatto e ripetuto più volte del non fidarsi mai totalmente di lui, che lui sa essere crudele, non dice cattivo, ma crudele, gli ho detto che l'interesse per le cose che faccio io lo misuro in pagine di diario, se scrivo poco di una cosa vuol dire che non mi interessa, se scrivo dieci righe mi interessa poco, se scrivo delle pagine vuol dire che mi interessa molto e che ho bisogno di oggettivare scrivendo e poi di rileggere per rivivere almeno tre volte la stessa avventura, ovviamente gli ho detto che di lui avrei scritto e avevo scritto moltissimo ed è stato contento, si vede che non è abituato al contatto col mondo adulto perché è remissivo e si sente nella condizione del "ragazzo", mi ha chiesto se io alla sua età mi comportavo come lui e in particolare se avrei preso iniziative come quelle che lui ha preso nei miei confronti, gli ho risposto che non mi sarebbe passato nemmeno lontanamente per l'anticamera del cervello.
Quando lo stavo riaccompagnando a casa mi ha detto: adesso devo inventare qualche storia, perché è tardissimo, dirò che sono stato al lavoro e che poi mi sono fermato a chiacchierare con un amico, in fondo è vero. Io gli ho detto "non sparire", mi ha risposto che non è sparito, che quest' anno ci siamo visti più o meno regolarmente una volta ogni due mesi e mezzo e che quando viene dalle parti mie passa sempre, non lo ha fatto solo una volta perché era arrabbiato ma non con me.

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