lunedì 31 dicembre 2007
COME NASCE UN AMORE GAY – seconda parte
Allora riprendo da dove avevo lasciato... Uno che la sente fino a lì che pensa? Questi l’indomani vanno a letto insieme! ... E invece no! Sai che mi combina questo? ... - e dai, e che sto dicendo... - Si fa venire le crisi pazzesche, nemmeno mi dice niente... piglia e sparisce! Io lo chiamo al cellulare e non mi risponde. Gli mando una marea di sms e non mi risponde. Gli mando 20 mail al giorno e non mi risponde... ma m’ha fatto stare proprio male questo... mah lasciamo perdere! Insomma gli erano prese le crisi di coscienza... esattamente! Non è che lui non si sentisse attratto, magari se non si fosse sentito attratto ci sarebbe pure stato per punirsi... No! Lui si sentiva attratto eccome... ma la cosa proprio non riusciva a mandarla giù -“Io gay? Ma quando mai... sì una fantasia capita... ma solo quello...”- ... Diciamo che lui magari all’idea che gli piacevano i ragazzi c’aveva pure fatto l’abitudine... ma a modo suo! ... - Sì... e dai! - ... Lui i ragazzi li guardava e ai ragazzi ci pensava... ci pensava e basta! Hai capito! ... cioè, scusa eh... ma chi è che se vede un ragazzo che gli piace alla fine non si masturba fantasticandoci sopra? ... lui no! Non lo faceva mai! ... o quasi mai... quando lo faceva gli pareva che avesse ammazzato qualcuno... si andava a confessare, al prete gli diceva solo che s’era masturbato... ma che stava pensando a un ragazzo non glielo diceva mica... Adesso, quando gli succedeva, poi la cosa moriva lì... perché erano tutte cose di fantasia... ma io c’ero... insomma per tutto il tempo che abbiamo fatto il conto alla rovescia fino agli esami, in biblioteca, lui a me mi guardava solo, e pure poco, però s’era messo in mente che l’amore che provava per me non lo doveva sporcare col sesso! ... Proprio così! ... insomma lui per tutto il periodo che avevamo passato insieme, se si può dire così, prima della storia dell’abbraccio fuori dalla macchina, saranno stati una ventina di giorni almeno, non s’era mai masturbato pensando a me! Sì è così! ... Io invece... che te lo dico a fare... stavo sempre lì... ma lui pensava che così mi offendeva, che voleva dire che non mi amava veramente... insomma cazz... del genere! Vabbe’ io manco lo sapevo... e come mi poteva passare per la testa una cosa simile... Mo’ ti dico quello che era successo... perché tanto lui non te lo direbbe mai... la sera dell’abbraccio se ne torna a casa e si masturba pensando a me! ... E gli è piaciuto pure! ... e poi... - me l’ha raccontato lui, ma me l’ha raccontato serio serio -... poi si sentiva uno disonesto... non si sentiva degno di me... mannaggia, se avesse saputo quello che combinavo io! ... Vabbe’... lo vado a spettare sotto casa sua... giorno e notte eh! ... Ho pensato di tutto... che avesse avuto un incidente... magari che i genitori c’avessero visto dalla finestra... ma mai mi sarei pensato le cose come stavano veramente... Mi fa aspettare sotto casa sua due giorni e due notti intere... - poi m’ha detto che mi vedeva da dietro una finestra e lo sapeva che stavo là - ... insomma, al terzo giorno gli ho fatto pena... ha detto: “Questo se no... me lo trovo imbalsamato qua sotto” ... insomma è sceso... Io stavo in macchina al freddo, mezzo rintontito... mi bussa al vetro e mi fa cenno che vuole salire... a me non mi sembrava vero... Ho pensato: “Questo s’è deciso!” ... Ero stravolto un po’ dal sonno, un po’ dal freddo ma pure dalla felicità... Si siede, serio serio, che gli avrei spaccato la faccia... e mi dice tutte le cose che t’ho detto prima. Io pensavo: “Ma questo c’è o ci fa? Ma questo lo devono mandare proprio da qualche psicologo serio!” Lui andava avanti a raccontare con la faccia di uno che si sotterrerebbe dalla vergogna e manco mi guardava mai in faccia, non dico un sorriso, per carità. Io mi sono detto: “Ma che ci sto a fare qua con questo? ... e sono stato sotto casa sua due giorni e due notti! ... Ma io a questo lo mando dritto dritto a farsi fott...!”. E gli ho detto: “Senti a me di tutte queste stro... non me ne frega un cavolo, scendi e vattene!” Ma non voleva scendere e io mi stavo incaz... di brutto! In quel momento l’avrei menato... ma mi s’è messo a piangere e ha rivoltato completamente la frittata, m’ha detto che avrebbe fatto qualunque cosa per me, che si sentiva stupido, insomma cose così... poi se ne esce che se volevo poteva fare l’amore con me pure subito. E lo sai che gli ho detto io? “Bello mio, ma tu sei matto! ... così, dopo, se ti butti sotto al treno, la colpa è pure la mia!”... C’è rimasto male, piangeva alla disperata... allora ho messo in moto e siamo andati a fare un giro. Ti giuro, non sapevo che fare, io uno così non l’avrei mai voluto, ma mi s’era attaccato proprio e la cosa mi piaceva pure... sai che tu dici: “Questo me lo svezzo io... questo non è mai stato con nessuno”... insomma non è mica una cosa da poco... Vabbe’, ce ne andiamo fuori città io non sapevo che fare... No! ... sul serio! Io pensavo: “A questo lo violento!”... ma mica per me, per lui! Guarda che l’ho pensato veramente... però, vabbe’, dato il tipo, la reazione un po’ mi spaventava... Però io lo volevo sciogliere un pochetto... insomma siamo stati tutta la giornata in giro... Era contento eh! ... e beh! ... e poi sai che mi dice: “Sono contento perché non c’hai provato!”... L’animaccia tua! ... poi m’ha guardato e m’ha detto: “Non t’arrabbiare... oggi sono stato benissimo...” e m’ha fatto pure un sorriso, che quando sorride... beh... insomma, valeva la pena... Allora io gli chiesto: “Ma senti attratto da me?” Ha cominciato a rispondere sul filosofico e io gli ho detto. “No! Aspetta! ... voglio sapere se ti senti attratto da me sessualmente...” E’ diventato rosso come un peperone e ha detto: “... anche sessualmente... sì” ... allora gli ho detto: “E allora oggi perché non ti masturbi pensando a me...” Questa battuta finale l’ha presa malissimo, non per la cosa in sé ma perché pensava che lo stessi prendendo in giro, gli si sono fatti gli occhi rossi e m’ha detto: “Tu queste cose non le puoi capire... non ti devi permettere di prendermi in giro, io sto facendo una fatica terribile per adattarmi a te e tu neanche lo capisci!” Gli ho chiesto scusa nel modo più sincero e mi sono sentito come se gli avessi dato una coltellata a tradimento. Mi ha detto: “Le scuse non sono necessarie... lo so che mi vuoi bene.” Io in quel momento ho pensato: “Io questo lo amo! Io a questo gli dedico la vita!” Volevo chiedergli qualcosa di lui, volevo capire qualcosa di più di quelle cose “che non potevo capire” ma non era il momento... Aveva capito che gli volevo bene ma non sapevo se mi avrebbe dato un altro appuntamento, non sapevo se chiederglielo io, avevo paura di andare troppo veloce... ormai mi sarei adattato ai suoi ritmi comunque... Insomma... per tutta la strada fino a casa sua mi sono chiesto come avrei dovuto salutarlo, cioè a che livello di ... insomma se gli potevo prendere la mano o gli potevo fare una carezza. Quando siamo arrivati sotto casa sua mi sentivo congelato... lui ha fatto un gesto che non mi sarei mai aspettato, mi ha preso la mano destra tra le sue e l’ha baciata... poi mi ha detto: “Ci vediamo domani all’università...” e m’ha fatto cenno di non scendere dalla macchina.
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