Dunque, io ho 61 anni, mi chiamo Paolo, adesso il mio sogno è la pensione, come il tuo... o no? Mo’ se non ci fregano un’altra volta al massimo ci vogliono quattro anni... e poi sto un poco più tranquillo, tu mi dici perché... mo’ mo’ te lo dico... io oramai dove lavoro sono un vecchio che aspetta di uscire, non è che mi sento poi così vecchio, mettiamo bene in chiaro... da noi si dice che sono un senatore, cioè che a me non mi tocca nessuno... e così è, lavoro, va bene, ma senza dover correre appresso alle cose nuove, quelle le lasciano ai giovani... e qua sta la questione... io sono anziano e a me tocca di avviare i giovani al lavoro, cioè, meglio siamo in due io e Maddalena, che è una anziana come me e pure un po’ di più... lei segue le ragazze e io seguo i ragazzi che vengono a lavorare da noi... e sono tutti ragazzi laureati e persone molto sveglie... e qua cominciano i problemi... Insomma, io sono paziente... la pazienza non la perdo mai... poi sono molto alla mano do del tu a tutti. I miei colleghi, anche quelli molto più giovani di me non lo fanno, anche quelli che contano meno di me... sai, la spocchia è una cosa diffusa... loro vivono di queste cose... che li devi chiamare ingegnere e li devi trattare con rispetto... ma sai che rispetto è quello? ... e che puoi fare... mica gli puoi dire... tu sei solo un imbecille... e quelli devi vedere come mi trattano a me... proprio con timore e tremore... all’apparenza eh, poi come abbassi la guardia un pochettino ti fregano nel modo più viscido... Vabbe’, mo’ tutte queste storie non c’entrano niente... però, sai, capisci che ambiente è.. Insomma mi arriva una mail del consiglio di amministrazione che mi dice che devo fare da tutor per sei mesi all’ing. Andrea ... . Per me non è una cosa insolita, mi capita in media una volta l’anno... ragazzi preparati, intelligenti, pure bei ragazzi... perché quando c’hai 25/26 anni brutto non puoi essere... però, per dirlo chiaro chiaro, io vicino a quei ragazzi ci stavo, lavoravamo insieme, qualche volta si andava pure a prendere qualcosa insieme nelle pause del lavoro... ma, con loro, se non stavo male, perché male non ci stavo, però non stavo nemmeno bene... sai quelli carucci carucci, buonini buonini... ma che non te le puoi fidare... loro pensano solo alla carriera... eh beh... sono fatti così... Insomma io pensavo che l’ing. Andrea fosse più o meno lo stesso. Una mattina mi si presenta in ufficio... vabbe’, bello era bello, ma pure gli altri erano belli, ma lui era un’altra cosa, sorrideva... non faceva la faccia professionale... quella tipica dei cretini... un po’ mi aveva colpito, ma neanche tanto. Insomma siamo stati due ore a parlare degli studi che aveva fatto e delle sue aspirazioni a livello di lavoro, sai, si fa per capire un po’ chi sono questi ragazzi... e beh lui non mi ha scodellato il solito curriculum di stupidaggini universitarie con diplomi e diplomini... no... lui parlava di sé... io gliel’ho detto e gli ho detto che apprezzavo moto la cosa, poi è venuto il momento critico... ovviamente dire “diamoci del tu” spetta a me... e io gliel’ho detto, in genere si creano momenti di imbarazzo e i ragazzi faticano a trattare con te dandoti del tu... si sentono in difficoltà, si sentono troppo giovani, ma con lui non è stato così... mi ha guardato e mi ha detto: “Paolo... sai che mi sento contento adesso... lo sai che avevo pensato di darti del tu senza nemmeno chiederti il permesso?”. Alla fine della mattinata Andrea era contento, mi chiamava spesso per nome, cose che altri non fanno mai... Insomma siamo diventati amici. Ma tra un ragazzo di 26 anni e un uomo di 61 ci può essere amicizia vera? Io non lo avrei mai creduto e invece è successo, già dopo la prima settimana abbiamo cominciato a vederci fuori qualche pomeriggio... mi diceva che avrebbe voluto parlare liberamente con me ma si sentiva condizionato... poi... in un momento di pausa, poco prima di scendere dalla macchina per salire a casa sua, in modo del tutto inaspettato mi dice: “Io sono gay, adesso te l’ho detto!” poi scende alla macchina e se ne va senza nemmeno guardarmi in faccia... Io non sapevo che fare gli ho mandato un sms “anche io” e basta. Dopo tre secondi la risposta: “...”. La sera torno a casa, sono sconvolto... una cosa tutto sommato inattesa... io ho avuto spesso rapporti amichevoli con colleghi giovani ma dichiarazioni del genere non ne avevo mai ricevute. A 61 anni, per una gay single, che ha vissuto sempre nell’ombra, l’idea di potere trovare un contatto del genere aveva qualcosa di esaltante... però, poi, il giorno appresso, tutti questi sogni a occhi aperti mi sono caduti addosso in modo traumatico. Era veramente tutto cambiato, ma in peggio, non ci ho messo molto a capire che, se fossi stato etero, Andrea con me avrebbe voluto costruire qualcosa... ma siccome ero gay aveva paura di me, mi evitava, mi trattava in modo formale, non sorrideva più, non mi concedeva nemmeno uno sguardo... niente! Era gelido nei miei confronti... Io mi sentivo in imbarazzo totale, non sapevo che fare e certe volte avevo proprio paura di lui, temevo che quello che sapeva di me lo potesse utilizzare contro di me, e probabilmente lui temeva la stessa cosa da parte mia. Per tutto il tempo in cui avrebbe dovuto fare l’affiancamento l’ho messo vicino ad altre persone ma la cosa ha creato ulteriori problemi, lui ha pensato che lo avessi scaricato e addirittura ha avuto paura di essere licenziato, pensava che io potessi fare una relazione negativa sul suo periodo di prova. Io non avevo nessuna ragione di lavoro per fare una cosa del genere ma, lo confesso, quando dopo quattro mesi di inferno, ho scritto la relazione l’ho fatta particolarmente positiva e un po’ sopra le righe rispetto al solito, proprio perché avevo un po’ di paura delle reazioni di Andrea. Ha superato il periodo di prova ma, dopo, i nostri rapporti si sono ridotti proprio a zero, in pratica erano passati poco più di sei mesi da quando Andrea era entrato in azienda. Un giorno ho visto che era solo nella sua stanza e ho bussato, non se lo aspettava. Abbiamo parlato un po’... non ci siamo nemmeno fatti le scuse reciprocamente. Andrea era contento di parlare con me. Gli ho proposto di vederci nel pomeriggio e di andare a prendere una pizza e lui c’è venuto... era imbarazzato, non voleva parlare, poi mi ha detto che aveva un ragazzo, e si vedeva che aveva paura di dirmelo, come se si aspettasse una mia reazione negativa, ma l’atmosfera si è sciolta un po’, mi ha chiesto: “Ma ti dà fastidio?” Gli ho detto di no e lui mi ha parlato del ragazzo. la loro storia è complicata, se ve la vorranno raccontare lo faranno loro... io posso solo dire che sono contento di aver ritrovato un rapporto serio con Andrea, è un ragazzo splendido, onesto fino all’incredibile. Lui stava già col suo ragazzo prima di venire a lavorare da noi e ha pensato che la sua presenza per me potesse essere un problema... dopo la pizza abbiamo parlato molto, poi l’ho riaccompagnato a casa e gli ho detto solo: “Ti voglio bene”. Lui mi ha risposto. “Anch’io” e mi ha stretto la mano fortissimo, un gesto che non aveva mai fatto prima. Adesso almeno non ho più paura di perdere Andrea.
Basta no? ... E che altro devo dire... spegni, spegni...
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