mercoledì 26 dicembre 2007

COMMENTO DI PAOLO SUL COMING OUT

Ricevo e pubblico con un breve commento una e-mail di Paolo, che ringrazio sentitamente.
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Ciao project! ti faccio ancora gli auguri per il natale e ti mando un commento che non sono riuscito a pubblicare nell'ultimo intervento che hai pubblicato, quello sul coming out. ciao!
Il peggio per me è sentire la necessità di un coming out con la mia famiglia, desiderio che però si scontra con la quasi certezza che non porterà a nulla di buono. Parlando fra di noi (noi tutti intendo) ho capito quanto di male vi sia nell'essere gay: voi lo avete capito? io sì: NULLA.
Oggi che è natale come in tutte le famiglie e quindi anche nella mia, si è ripetuto il rito del pranzo con i parenti; risa, discorsi leggeri, piatti pesanti e il calore di tutte le persone che mi hanno visto crescere. Ecco, a questo non voglio rinunciare, è un qualcosa che mi appartiene a prescindere dall'essere omosessuale. Io ovviamente un coming out in famiglia non l'ho ancora fatto e quindi in essa non incontro alcuna difficoltà di sorta. So però che qualcosa cambierebbe per certo dopo quel momento. Sarà per paura di dover far fronte a qualcosa che non conosco o per continuare a vivacchiare in un ambiente favorevole, non lo so. L'unica cosa di cui sono fermamente certo è che se dovesse mutare qualcosa non potrei reggere il cambiamento e probabilmente sarei costretto da me stesso a cambiare completamente aria. Quello che è successo ad alcuni ragazzi e che è riportato qui sopra mi fa ben sperare mentre altre cose mi suscitano un estremo sconforto. E qui mi ricollego anche al post precedente rivolgendomi a project: non pensavo che la nostra discussione ti avesse tanto scosso, ti assicuro che non era mia intenzione. Ma se è servito a far sì che tu riuscissi a fare un passo in avanti che ti ha fatto stare meglio, allora so che ho fatto bene. Ed anche quello che mi hai scritto tu quella volta, raccontandomi di com'è la realtà per un gay di oggi in Italia, del cambiamento di atteggiamento che ognuno è portato a subire con il passare degli anni, della pericolosità di un coming out indiscriminato sia esso pubblico o familiare, tutte queste cose non le ho recepite come un tentativo di smontare pezzo per pezzo l'ottimismo e la speranza che hai percepito in me, anzi! Sono state come un'ancora in grado di mantenere un minimo di contatto con la realtà; un'ancora che, quando forse queste speranze verranno disattese, mi riporterà alla realtà evitandomi di cadere per sempre nel vuoto. Ti dissi anche che nonostante la mia brevissima esperienza di vita ormai penso di avere un buon bagaglio di disillusione e di realistico cinismo, che però non mi precludono la possibilità di sognare un avvenire diverso da quello che mi hai raccontato e che è e resta vero. Sembrano inconciliabili cinismo e speranza, forse solo nella mente di un pazzo possono coesistere... e allora sai che ti dico? Sono pazzo!
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Grazie Paolo,
ho appena ricevuto la tua mail. Stavo scrivendo un post su un reportage giornalistico molto documentato concernente le “terapie riparative della omosessualità” ossia le terapie che i gruppi cattolici consigliano per risolvere il problema della omosessualità. Non lo nascondo, provavo un senso di violenta indignazione morale. Poi ho ricevuto la tua e-mail e ti giuro ho avuto proprio la sensazione di cambiare aria, di uscire da una dimensione profondamente immorale per passare in una dimensione di verità e di serietà che certa gente non è nemmeno in grado di concepire. Intanto direi non solo che nell’essere gay non c’è nulla di male ma che essere se stessi è il primo dovere morale. Tu non trovi niente di immorale dell’essere gay perché sei una persona pulita, perché vedi l’amore gay per quello che è, senza pregiudizi e, come tu dici, chi conosce i ragazzi che commentano questo blog non potrà mai pensare che nell’essere gay ci sia qualcosa di male. La vera moralità è questa, non quell’altra! E chi ci legge, se non ha il paraocchi lo capisce benissimo. La preoccupazione per un coming out con i tuoi genitori, così come la descrivi qui è in effetti una preoccupazione serissima, perché, come dici tu, se dovesse mutare qualcosa non potresti reggere il cambiamento e probabilmente saresti costretto a cambiare completamente aria. E’ esattamente quello che ho visto realizzarsi in diverse situazioni, apparentemente molto diverse. Non un cambiamento drastico e repentino, ma una lenta deriva di piccoli segnali sgradevoli. Di fronte ad una cosa del genere cambiare completamente aria diventa una necessità di sopravvivenza, perché l’affetto dei genitori di fatto non c’è più! Posso solo dire che ti ammiro per la tua onestà. Quanto a quello che scrivi indirizzandoti direttamente a me, lo devo dire, mi sento onorato da questo tuo commento che mi ribadisce, se mai ce ne fosse bisogno, chi è Paolo. Effettivamente ho fatto un passo avanti e la prima spinta mi è venuta proprio dalla tua tendenza a reagire al mio desolato elenco di difficoltà e di problemi, mescolando il cinismo con una nota forte di speranza. La questione del coming out è assolutamente fondamentale, e tu lo sai bene. Grazie Paolo per un contributo così vero e così sentito alla nostra discussione. Concludo dicendoti che, quando avrai tempo disponibile, non sottraendo assolutamente tempo a cose più importanti, sarei molto contento di capire, in concreto, come pensi di affrontare la situazione. Grazie. Un abbraccio e ancora BUON NATALE!!!

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