ho appena letto il tuo commento al post “A caccia di ragazzi gay all’università”... è vero, i ragazzi gay si incontrano sono in internet dove resti sbalordito da quanti sono a dal tipo di persone che sono. Sono tantissimi e sono ragazzi superlativi. Poi vai nella vita reale... e che cosa trovi? Di ragazzi gay non ce n’è la minima traccia... sono spariti, si sono dileguati. E l’università non è certo il paradiso dei gay. In un certo senso potrebbe esserlo perché è il luogo ideale per incontrare ragazzi dai 19 ai 25/26 anni... ma è un posto dove dichiarasi è pericoloso e quindi nessuno lo fa. L’alternativa: vivere una storia affettiva importante con un etero in chiave di amicizia che altro non sarebbe che una forma di amore sublimato. Innamorarsi di un etero è un’esperienza comune per i ragazzi gay non dichiarati (ed è capitato anche a me e più di una volta) ma può essere un’esperienza frustrante non tanto perché la sessualità è vissuta in una dimensione di violenta sublimazione ma perché ci si può rendere conto di essere solo dei sostituti di altri oggetti d’amore che possono non essere effettivamente disponibili. Un discorso del genere si realizza talvolta anche quando si arriva ad avere un rapporto che coinvolge un vero e proprio contatto sessuale... Ricordo con sgomento il racconto che ho ascoltato in chat da un ragazzo che si illudeva di essere “il ragazzo” del suo amico perché aveva anche contatti sessuali con lui, poi, dopo le vacanze l’amico si è rifatto vivo e gli ha detto che non avevano più nulla da dirsi perché ormai aveva trovato “una ragazza vera”. In altri termini, accorgersi dopo anni di relazione anche a livello sessuale di essere stati considerati solo una “ragazza falsa” è veramente sconfortante! Devo dire per la verità che le relazioni che ho avuto con ragazzi etero, relazioni senza sesso ma con una dimensione affettiva profonda, sono state importantissime per la mia vita e in quelle situazioni non mi sono mai sentito strumentalizzato, ma anzi mi sono sentito amato in modo autentico e totalmente disinteressato. Certo se i gay fossero riconoscibili si eviterebbero moltissimi problemi e la vita affettiva di moltissimi ragazzi gay sarebbe molto facilitata ma si tratta di ipoesti di pura fantasia. Sta di fatto che i gay, tutti i gay, ragazzi e non, hanno paura e che l’intolleranza sociale, tramite questo meccanismo di timore, irriconoscibilità e solitudine, si riflette pesantemente nella vita affettiva di tantissime persone condizionandola al punto da condannare di fatto alla solitudine moltissimi ragazzi gay che non se la sentono, o di fatto non possono, rischiare il coming out. Essere gay è difficile!
martedì 4 dicembre 2007
CIAO V87
Ciao V87,
ho appena letto il tuo commento al post “A caccia di ragazzi gay all’università”... è vero, i ragazzi gay si incontrano sono in internet dove resti sbalordito da quanti sono a dal tipo di persone che sono. Sono tantissimi e sono ragazzi superlativi. Poi vai nella vita reale... e che cosa trovi? Di ragazzi gay non ce n’è la minima traccia... sono spariti, si sono dileguati. E l’università non è certo il paradiso dei gay. In un certo senso potrebbe esserlo perché è il luogo ideale per incontrare ragazzi dai 19 ai 25/26 anni... ma è un posto dove dichiarasi è pericoloso e quindi nessuno lo fa. L’alternativa: vivere una storia affettiva importante con un etero in chiave di amicizia che altro non sarebbe che una forma di amore sublimato. Innamorarsi di un etero è un’esperienza comune per i ragazzi gay non dichiarati (ed è capitato anche a me e più di una volta) ma può essere un’esperienza frustrante non tanto perché la sessualità è vissuta in una dimensione di violenta sublimazione ma perché ci si può rendere conto di essere solo dei sostituti di altri oggetti d’amore che possono non essere effettivamente disponibili. Un discorso del genere si realizza talvolta anche quando si arriva ad avere un rapporto che coinvolge un vero e proprio contatto sessuale... Ricordo con sgomento il racconto che ho ascoltato in chat da un ragazzo che si illudeva di essere “il ragazzo” del suo amico perché aveva anche contatti sessuali con lui, poi, dopo le vacanze l’amico si è rifatto vivo e gli ha detto che non avevano più nulla da dirsi perché ormai aveva trovato “una ragazza vera”. In altri termini, accorgersi dopo anni di relazione anche a livello sessuale di essere stati considerati solo una “ragazza falsa” è veramente sconfortante! Devo dire per la verità che le relazioni che ho avuto con ragazzi etero, relazioni senza sesso ma con una dimensione affettiva profonda, sono state importantissime per la mia vita e in quelle situazioni non mi sono mai sentito strumentalizzato, ma anzi mi sono sentito amato in modo autentico e totalmente disinteressato. Certo se i gay fossero riconoscibili si eviterebbero moltissimi problemi e la vita affettiva di moltissimi ragazzi gay sarebbe molto facilitata ma si tratta di ipoesti di pura fantasia. Sta di fatto che i gay, tutti i gay, ragazzi e non, hanno paura e che l’intolleranza sociale, tramite questo meccanismo di timore, irriconoscibilità e solitudine, si riflette pesantemente nella vita affettiva di tantissime persone condizionandola al punto da condannare di fatto alla solitudine moltissimi ragazzi gay che non se la sentono, o di fatto non possono, rischiare il coming out. Essere gay è difficile!
ho appena letto il tuo commento al post “A caccia di ragazzi gay all’università”... è vero, i ragazzi gay si incontrano sono in internet dove resti sbalordito da quanti sono a dal tipo di persone che sono. Sono tantissimi e sono ragazzi superlativi. Poi vai nella vita reale... e che cosa trovi? Di ragazzi gay non ce n’è la minima traccia... sono spariti, si sono dileguati. E l’università non è certo il paradiso dei gay. In un certo senso potrebbe esserlo perché è il luogo ideale per incontrare ragazzi dai 19 ai 25/26 anni... ma è un posto dove dichiarasi è pericoloso e quindi nessuno lo fa. L’alternativa: vivere una storia affettiva importante con un etero in chiave di amicizia che altro non sarebbe che una forma di amore sublimato. Innamorarsi di un etero è un’esperienza comune per i ragazzi gay non dichiarati (ed è capitato anche a me e più di una volta) ma può essere un’esperienza frustrante non tanto perché la sessualità è vissuta in una dimensione di violenta sublimazione ma perché ci si può rendere conto di essere solo dei sostituti di altri oggetti d’amore che possono non essere effettivamente disponibili. Un discorso del genere si realizza talvolta anche quando si arriva ad avere un rapporto che coinvolge un vero e proprio contatto sessuale... Ricordo con sgomento il racconto che ho ascoltato in chat da un ragazzo che si illudeva di essere “il ragazzo” del suo amico perché aveva anche contatti sessuali con lui, poi, dopo le vacanze l’amico si è rifatto vivo e gli ha detto che non avevano più nulla da dirsi perché ormai aveva trovato “una ragazza vera”. In altri termini, accorgersi dopo anni di relazione anche a livello sessuale di essere stati considerati solo una “ragazza falsa” è veramente sconfortante! Devo dire per la verità che le relazioni che ho avuto con ragazzi etero, relazioni senza sesso ma con una dimensione affettiva profonda, sono state importantissime per la mia vita e in quelle situazioni non mi sono mai sentito strumentalizzato, ma anzi mi sono sentito amato in modo autentico e totalmente disinteressato. Certo se i gay fossero riconoscibili si eviterebbero moltissimi problemi e la vita affettiva di moltissimi ragazzi gay sarebbe molto facilitata ma si tratta di ipoesti di pura fantasia. Sta di fatto che i gay, tutti i gay, ragazzi e non, hanno paura e che l’intolleranza sociale, tramite questo meccanismo di timore, irriconoscibilità e solitudine, si riflette pesantemente nella vita affettiva di tantissime persone condizionandola al punto da condannare di fatto alla solitudine moltissimi ragazzi gay che non se la sentono, o di fatto non possono, rischiare il coming out. Essere gay è difficile!
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