Eh sì, l'identità gay non è un'identità unica. Il che è più o meno come dire che non esiste. O non dovrebbe esistere, se si vuole, se non ci fosse ignoranza. Se questo la gente lo capisse! Penso sempre al mio coinquilino in questi casi. Lui è molto ignorante. Un giorno mi fa [traduco]: "Sai cos'è capitato ad un mio amico? Il tale culattone gli ha chiesto di fare esercizi di analisi insieme. Lui naturalmente gli fa 'Ma sei scemo?'. E quell'altro 'non mordo mica...'! Ti rendi conto?". E io: "eh, oh". Segue tentativo (riuscito) di glissare. In quei momenti vorrei tanto, tanto dirgli di me. Quanto gli servirebbe! Abbiamo veramente un bel rapporto; lui non mi piace, ma è senz'altro un ottimo convivente ed è diventato un buon amico. Lo aiuterei? Se glielo dicessi mi eviterebbe? Tanto non avrò il coraggio, non voglio che si sappia in giro, non voglio che pensino a me come "quello recchione" con cui non si può neanche parlare di matematica se non a rischio di prenderselo in quel posto (che argomento erotico, cazzo!). Non voglio che pensino a me come " quello gay", alla fin fine per me non fa nessuna differenza. Ma vorrei tanto che per chi mi sta intorno fosse una cosa normale come ormai lo è per me, tacere pesa. Dirò una sciocchezza: pesa controllare di non esagerare con l'alcool per non rischiare di lasciarmi scappare qualcosa (sono proprio veneto, no?). Scusate lo sfogo del tutto fuori posto. Io purtroppo appartengo ancora alla prima categoria, temo. Ma era così anche quando pensavo di essere etero. Spero tanto di essere sulla strada per arrivare al "secondo livello" (eheheh). Mah, per ora mi devo accontentare del rapporto con la mia Federica-mano-amica, che naturalmente dà soddisfazioni, ma non basta. Quanto al terzo... Può andarmi bene come fantasia, ma non penso ci riuscirei mai. Non sono fatto così. Forse mi sentirei meglio. Non più felice però. Ciao ragazzi!
Aster (già Nrmnrm)
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