martedì 11 settembre 2007

A CHE PENSANO I RAGAZZI GAY

Adesso gayproject mi permetterà di dire due cattiverie sui ragazzi gay, quindi anche su me stesso, perché non mi metto fuori dal coro e ho fatto e faccio ancora quello che fanno quasi tutti. I ragazzi gay, secondo me, non pensano affatto all’amore romantico perché sono affascinati da una marea di altre cose, cioè, diciamola tutta, ai ragazzi gay piacciono tante belle cose: i quattrini, le macchine, le moto, i telefonini di ultima generazione, le vacanze facili, girare per l’Italia e se è possibile per l’Europa, per loro essere gay, alla fine dei conti, è più un peso che una realtà di cui essere orgogliosi, naturalmente questo non te lo diranno mai, ti parleranno di cose super, cioè di amori super, ma se per questi amori super dovessero rischiare di perdere un anno all’università o di non farsi le vacanze lunghe in Inghilterra, allora gli amori super li butterebbero nel cestino, per non dire peggio, qui gayproject ha ragione, è una questione morale (mi è piaciuto l’articolo su Forster) i gay, nonostante quello che qui si cerca di mettere in mente alle persone, di principi morali non ne hanno molti, ma non è solo questione di gay, il discorso va bene anche per i ragazzi etero, che più o meno fanno lo stesso. Tutti si vendono, non forse per un piatto di lenticchie ma per una bella carriera e per un lavoro ben pagato sì... perché ai ragazzi le poltrone e le poltroncine piacciono eccome, i bei vestiti piacciono eccome. Morale gay? O meglio morale oggi? Mah! Francamente credo che sia tutta questione di prezzo. Io ho quasi 30 anni (povero me!) ma preferisco la mentalità dei gay vecchi, ne ho conosciuto uno che mi ha colpito molto, è più grande di mio padre ma è uno come si deve, io credo che quelli di quella generazione di subito dopo la guerra c’avessero più spina dorsale. Quel signore non sa che io sono gay, io so invece di lui perché degli amici di mio padre ce lo hanno detto. Mio padre lo considera uno serio e sono pure amici... quindi io l’ho frequentato per anni senza problemi. Quelli una moralità ce l’avevano veramente e mi sa che noi a quel livello non ci arriveremo mai. Gli amici che ho, voglio dire gli amici gay, hanno dell’essere gay un concetto molto elementare, niente di simile al romanzo di Forster, proprio una cosa terra terra: locali, discoteche, un po’ di sesso e tanti saluti, altro che problemi morali, sì, forse qualcuno un po’ meglio c’è ma io credo che la realizzazione affettiva sia un’esigenza veramente poco sentita. So che questo post non piacerà ma ve lo beccate lo stesso!

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