venerdì 7 settembre 2007

QUANDO UN GAY SI INNAMORA DI UN BI

Riceviamo e pubblichiamo questa storia inviataci tramite messaggio sul sito “STORIE GAY” (http://storiegay.speces.live.com/) , l’unico sito del gruppo in cui è attivo un servizio di posting di messaggi. Ringraziamo Andrea del contributo.

QUANDO UN GAY SI INNAMORA DI UN BI
Mi chiamo Andrea, ho 24 anni, sono di Bergamo, ovviamente sono gay, e la cosa non mi procura veramente grossi problemi. I miei amici lo sanno, qualcuno degli amici per fortuna l’ho perso, ma quelli buoni, quelli che per me contavano veramente non li ho persi affatto, in pratica per loro non è cambiato niente. Non studio più, anzi ho studiato sempre poco, ho provato a laurearmi in lingue ma poi non sono arrivato alla fine e ho lasciato perdere tutto, però lavoro, non posso dirvi esattamente dove ma lavoro qui a Bergamo, una città cattolica fino in fondo, almeno di facciata, ma poi alla fine molto più tollerante, nella sostanza, verso i gay di molte altre città. Io qui il clima di caccia alle streghe non l’ho mai percepito. Ho letto il post della storia tra il gay e il bi e vi vorrei proporre la mia storia, una storia che continua tuttora. Quando avevo vent’anni ed ero molto meglio di adesso, cioè ero proprio un bel ragazzo, già tutti sapevano che ero gay e, con buona pace di gayproject che forse non condivide, io le discoteche gay le ho frequentate, almeno qualcuna, lì c’era di tutto ma se tenevi gli occhi aperti potevi evitare di metterti nei guai. Adesso tendo a mettere su pancetta, non vado più alle discoteche e in pratica mi voglio sistemare economicamente aprendo una pizzeria qui a Bergamo, ma ci vogliono quattrini, tanti quattrini e io ne ho pochi, quindi se voglio realizzare il mio sogno devo lavorare al massimo per cercare di fare le cose presto e bene.
Dalle discoteche gay, onestamente non ho ottenuto gran che, si oscillava dal movimentismo al casinismo totale. Anch’io ero un casinista senza scrupoli e per questo mi ci trovavo passabilmente ma onestamente, sotto il profilo degli incontri, sono rimasto piuttosto deluso, incontri facili se ne potevano pure trovare, ma non solo sono cose che possono essere pericolose e anche per l’aids ma non corrispondono alla mia visione dell’essere gay, che si avvicina abbastanza a quella di gayproject (è per questo che ho spedito questo post). Uno che frequenta le discoteche e anche quelle un po’ più pericolosette come può avere una concezione dell’eros basata sui sentimenti? Bella domanda! In realtà non lo so, ma io vado cercando uno di cui innamorarmi e questo in certi ambienti non lo trovi facilmente. Nelle discoteche passavo il mio tempo ma dal punto di vista affettivo ero piuttosto deluso. Mi sentivo comunque solo anche se stavo in mezzo a tanti ragazzi gay e parlavamo di tutto. A qualcuno può sembrare paradossale ma è così, una forma di solitudine strana... io volevo innamorarmi ma per innamorati devi trovare il ragazzo giusto e la cosa deve essere reciproca. Dove lavoro io era venuto un ragazzo molto giovane con un contratto di formazione, quando l’ho visto mi è piaciuto subito, ho desiderato tanto che lo mettessero a lavorare con me, o almeno nel mio reparto, ma non è successo. Ho cercato di avere su di lui tutte le informazioni possibili, arrivando a corrompere le signore della contabilità per poter dare un’occhiata al suo stato personale, ma ho solo saputo che aveva vent’anni e che si chiamava Daniel, non Daniele, proprio Daniel, i numeri di telefono non me li hanno fatti vedere e io non potevo insistere più di tanto, finito il mio turno andavo al suo reparto per vedere se c’era e l’osservavo da lontano senza farmi vedere, era proprio il mio sogno, insomma è durata così per diversi giorni ma io non resistevo oltre, mi sono fatto coraggio e con una scusa l’ho abbordato. Mi sentivo sciogliere. La scusa era puerile: sapevo il suo nome e dove abitava e gli ho detto che l’avevo visto qualche volta dalle parti di casa sua, ma la scusa ha funzionato e abbiamo scambiato quattro parole, gli ho chiesto se aveva la macchina e a che ora finiva il turno, la macchina non l’aveva e il turno sarebbe finito dopo 20 minuti. Gli ho detto che lo avrei aspettato e che l’avrei accompagnato a casa, lui ha sorriso e ha detto che andava bene così. Accorcio molto la storia per venire subito al punto. Abbiamo preso l’abitudine di andare al lavoro insieme in macchina, io passavo a prenderlo a casa sua e lo riaccompagnavo alla fine del turno, almeno tutte le volte che i nostri orari coincidevano. In breve abbiamo superato questa fase. Daniel era molto disponibile nei miei confronti e alla fine, per non giocare sporco nascondendo i fatti, gli ho detto le cose come stavano e gli ho fatto una dichiarazione in piena regola, in fondo sapevo che non mi avrebbe detto di no e infatti così è successo. Gli ho detto: “Io sono gay e mi sono innamorato di te”, lui mi ha sorriso e ci siamo baciati e poi è venuto tutto il resto. Io ero al settimo cielo, era il ragazzo che avevo sognato, in sostanza mi sentivo totalmente realizzato sotto tutti i punti di vista. I giorni seguenti è stato un vero paradiso, giorni memorabili. Non sto a dire altro, ma voi potete immaginare. Poi un giorno mi dice: “Oggi non ci possiamo vedere, poi ti spiego”. La cosa mi dispiaceva ma mi sembrava una cosa normale, io avevo avuto un cambio di turno all’ultimo momento e quindi sono uscito in un orario in cui, secondo Daniel, io dovevo essere al lavoro, mi metto a camminare per viale Giovanni XXIII e chi ti vedo a distanza? Daniel che passeggia con una ragazza mano nella mano. Mi stava prendendo un accidente, sono passato in un momento dal paradiso all’inferno più nero. Mi sono ricordato che, anche se con me Daniel era totalmente disinibito, non aveva voluto che lo tenessi per mano quando stavamo in strada. Io pensavo che fosse perché non aveva fatto ancora il coming out, poi mi sono ricordato che quando gli ho detto che ero gay e gli ho fatto la dichiarazione lui non mi ha detto di essere gay, mi ha solo sorriso e mi ha baciato e non è la stessa cosa. Il giorno appresso è tornato da me e con una disponibilità affettiva quasi totale, almeno sembrava, ma io l’ho fermato subito: “Senti, bello, a me certe cose non piacciono per niente!”. Gli ho detto che l’avevo visto con la ragazza il giorno prima e si è giustificato dicendomi che lui non mi aveva mai imbrogliato perché non mi aveva mai detto di essere gay, ma io una presa per i fondelli del genere non l’ho sopportata e l’ho proprio aggredito, solo verbalmente ovviamente: “Ma Daniel, se tu sei bi me lo devi dire, non dire di essere gay non è la stessa cosa che dire di essere bi! Tu mi stai imbrogliando! Se tu me lo avessi detto sarebbe stato un problema mio, forse la cosa l’avrei pure potuta accettare, sarebbe stata terribile ma l’avrei pure potuta accettare, ma così, con l’imbroglio, non la tollero proprio!” Insomma l’ho mandato a quel paese, dopo mi sono venuti tantissimi scrupoli perché gli voglio bene e mi manca da matti, dopo due giorni sono andato a supplicarlo di rimettersi con me e ci siamo rimessi insieme, perché pure lui stava malissimo, lui la ragazza non l’ha più vista, almeno credo, però per me è un’angoscia continua, io per Daniel non sarò mai tutto, ci sarà sempre, prima o poi, una ragazza che potrà incontrare e allora per me sarà una sofferenza atroce, perché queste cose ti fanno stare male fisicamente. E poi, anche dal punto di vista della ragazza, ma Daniel gliel’aveva detto come stavano le cose? Io non lo so e non glielo posso chiedere. Ma ditemi voi: come deve fare un gay che si innamora di un bi?

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