martedì 11 settembre 2007

DISAGIO GAY

Non chiedetemi perché mando questo post, lo faccio e basta, ho 18 anni e tante cose che leggo qui mi sembrano stratosfericamente lontane da me, qui si parla di convivenza e di coming out ma le cose per me sono molto diverse. I miei non mi sopportano e io non li sopporto, non so se perché sono gay (ma penso che non l’abbiano capito) o perché li ho delusi sotto tutti i punti di vista ma ormai non c’è più niente da fare, quindi la vita a casa ormai è ridotta a uno schifo totale. Vita gay poi... ma che è la vita gay? Ma esistono ste cose... dove sto io, in una cittadina piccola dell’Abruzzo non solo non c’è vita gay a livello di locali e di discoteche, qui non c’è niente. Ho letto di Another Country di Baldwin e di Maurice di Forster e mi verrebbe la curiosità di procurarmeli, ma che devo fare, qui per comprare i libri li devi ordinare e io non posso andare a ordinare libri come questi in un negozio di un’amica di mia madre, potrei andare a comprarli a Pescara, ma poi li dovrei portare a casa e li dovrei nascondere, ma non avrebbe senso perché quando vado a scuola mamma resta a casa tutta la mattina e lei ha la mania delle pulizie e in pratica non c’è un posto sicuro, quindi non saprei dove metterli, questa è la realtà. Non è che i miei odino i gay, semplicemente li ignorano, non ne parlano mai, quando c’è qualche cosa che parla dei gay in televisione si cambia canale perché ufficialmente “noi” non abbiamo nulla a che fare con quelle persone. Io sto nei pasticci perché tutti i miei compagni hanno la ragazza, per loro è ovvio e gradevole, ma io non riesco proprio a mettermi con una ragazza, tante volte ci ho provato per vedere se faceva anche a me l’effetto che faceva agli altri ma finivo a pensare che non mi piaceva proprio e che una cosa del genere non l’avrei mai potuta fare, ma io devo fare vedere di essere un ragazzo normale e almeno un po’ devo andare appresso alle ragazze come fanno tutti. Poi c’è il fatto che non vado in chiesa e questo fatto ha mandato i miei in tilt, mio padre non ci va ma pretende che io ci vada, mamma chiede al parroco qualunque cosa, certe volte mi sembra incapace di ragionare con la sua testa, quindi mamma non l’ha presa bene del fatto che non vado in chiesa, ma io che dovrei fare? Dovrei fare finta? Ma non me la sento, non ci vado e basta. Poi c’è il sesso e lì insomma ... diciamo che avete capito. Ma pure quella è una preoccupazione, sempre con l’angoscia che ti scoprono. Per fortuna sono figlio unico e ho una stanza mia ma non c’è la chiave, non vogliono che mi chiuda in camera, mamma mi dice che tanto io non ho niente da nascondere. L’unica cosa veramente mia è il computer e c’ho messo la password, ma me lo fanno usare per al massimo un’ora al giorno perché devo studiare. I miei non ne capiscono niente, lì un po’ di foto le trovo ma poi vorrei trovare anche qualche cosa gay da leggere, un po’ di cose erotiche le ho trovate, ma volevo anche un po’ cose serie, di cose vere. Poi ho trovato questo blog. Volevo mettere un commento ma c’ho pensato tanto e poi non l’ho fatto, poi mi sono deciso a mandare questo che ho scritto. Vi potrà sembrare assurdo che un ragazzo della mia età sia ridotto così, ma è proprio vero. Io non faccio una doppia vita, come ho letto qui in un post, io di vita ne ho una sola, quella non gay, il resto me lo posso solo sognare. A scuola ci sono dei ragazzi che mi piacciono, ma tanto il coraggio non ce l’avrò mai, qualche amico ce l’ho, ma ho finito per essere amico di ragazzi che non mi piacciono veramente, avrei voluto diventare amico di uno ma mi è andata male, cioè ho lasciato perdere e adesso sto con amici che non mi interessano. In pratica il mondo mio è tutto falso, io il coming out non l’ho fatto mai, nemmeno parzialmente, il fatto che sono gay è solo una cosa mia che tanto resterà sempre una cosa mia. Certe volte vedo dei blog di ragazzi gay che hanno fatto il coming out e che parlano di sesso con molta facilità. Io mi chiedo, ma queste cose sono vere? Cose del genere a me non sembrano assolutamente possibili. Forse io non capisco niente della realtà ma mi fa rabbia pensare che devo passare questi anni così. Ma perché gli altri possono fare quello che vogliono e io no? Questo non è giusto. L’unica volta che ho sentito parlare il parroco di cose che riguardavano i gay ha detto che la chiesa ha per loro la massima comprensione a patto che vivano in castità. A me la cosa è sembrata assurda. Ma perché il parroco può dire cose del genere e io non gli posso rispondere? Se ci provo mi linciano. Qui si vive malissimo o almeno io ci sto malissimo e me ne voglio andare via il più presto possibile. Io la mia l’ho detta e da dire ne avrei molte altre e poi non credo di essere l’unico a vivere in queste condizioni perché da me “nessuno” è gay e questo vuol dire che i gay si nascondono tutti. Ciao. M.T.

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