giovedì 18 ottobre 2007
GAY ALLA RICERCA DELLA FELICITA'
Diceva Epicuro che “non si è mai troppo giovani o troppo vecchi per cercare la felicità” e aveva ragione! Lo sto sperimentando in questi giorni. Rubo un’idea a Fabio: prima condizione il rispetto! Cosa sacrosanta. Nessuno ha il diritto di asfissiare o angosciare altri, o soltanto di avere aspettative, in nome dei sentimenti che prova. Il rispetto è il presupposto dell’amore. Sentirsi rispettati è molto più gratificate che sentirsi desiderati senza rispetto. Seconda condizione: l’autenticità. Dove si recita, dove i fini non sono dichiarati onestamente in modo esplicito, dove ci sono inganni nascosti non c’è amore. La verità è il presupposto di qualsiasi rapporto affettivo serio. Terzo presupposto: l’assenza di condizioni. Fare dipendere i rapporti affettivi da altri interessi, economici, di prestigio sociale o anche sessuali significa fare dall’altro uno strumento, un oggetto, e questo non è amore. Quarto presupposto: rinuncia totale a ogni schema a priori della vita affettiva. Tentare di realizzare un modello significa anteporre la modalità della relazione alla persona, e questo non è amore. E’ possibile realizzare questi presupposti in un rapporto tra due gay? Cercare una risposta a priori non ha senso. Tra i gay non c’è un unico modo di essere e le variabili individuali e ambientali sono infinite ma sarei portato a distinguere due diversi comportamenti. I Gay entusiasti, e ne ho incontrati parecchi, sono in genere veramente entusiasti di essere Gay perché hanno fatto delle scelte radicali, non in questioni di sesso, ma a livello di scelte di fondo della vita: scelta radicale di rispetto dell’altro, costi quello che costi, di onestà, di autenticità, di incondizionata preminenza dei valori morali su quelli economici o di prestigio sociale. Essere Gay con questi presupposti corrisponde a quello che scriveva Sandro Penna, uno dei più grandi poeti omosessuali del ‘900: “Felice chi è diverso essendo egli diverso”. Ci sono poi i Gay in crisi, quelli che non si sentono fieri di essere Gay. Non mi permetto di esprimere alcun giudizio su di loro, ma se le loro scelte non vanno nella direzione del totale rispetto dell’altro, dell’onesta, dell’autenticità e dell’assoluta preminenza dei valori morali, queste persone hanno scelto di rimanere persone comuni, per loro Sandro Penna continua: “Ma guai a chi è diverso essendo egli comune”. L’essere Gay non perdona: aut aut! O la felicità profonda di essere Gay “diversi” o il limbo della mezza misura dell’essere Gay “comuni”. La ricerca della felicità è possibile ma solo a patto che si esca dalla mezza misura. Non si richiede eroismo ma onestà e piena accettazione di sé e degli altri. Per chi non è gay, seguire a metà la strada già segnata è più facile, ma per chi è gay e deve andare contro corrente la forza morale interiore è una necessità assoluta per non rimanere travolti. Signori Gay, e lo dico prima di tutto a me stesso, bisogna mettere da parte le mezze misure! So benissimo che la tentazione dell’essere “comuni” è grande, lo so per esperienza diretta, sono stato “comunissimo” per decine di anni... ma anche per me è arrivata l’ora di svegliarsi, di mettere da parte il superfluo, l’altro da sé e cominciare finalmente a vivere, ho cominciato da poco e spendere il mio tempo su cose che mi interessano veramente, e sto sperimentando il sapore della vita vera... e, credetemi, è proprio un’altra cosa! Ciò che più mi incoraggia, e ormai non mi stupisce più, è vedere quanti ragazzi gay molto più giovani di me stanno in effetti molto più avanti di me in questa ricerca della felicità. Nel leggere quello che scrivono provo momenti di grande soddisfazione. Sono ragazzi gay felici di essere ragazzi gay! E questo è bellissimo. Un blog non è una cosa banale... un blog è un modo di esistere, di farsi ascoltare, di trovare risposte serie, risposte vere. Se penso ai commenti che ricevo sui miei blog posso solo dire che sono di altissimo livello e il piacere di essere presi sul serio da persone di questa levatura è grande... e poi sono persone che mi apprezzano per quello che faccio e per quello che sono, sono persone che non hanno nessun interesse concreto a dirmi quello che mi dicono e per questo la cosa ha un valore eccezionale, perché è per me come persona, per quello che sono veramente. In certi momenti sento la pienezza della felicità dell’essere gay, un senso di pace, di soddisfazione profonda, un gusto della vita che ho imparato a riconoscere da poco tempo. Su questo blog e fra gli amici che lo frequentano, che lo commentano o che mi hanno mandato i loro contatti MSN e con i quali sono spesso in chat, mi sento totalmente a mio agio, questo è il mio mondo, il mondo nel quale e per il quale voglio vivere. Il senso di appartenenza è fortissimo, perché la soddisfazione di essere se stessi e di parlare finalmente in modo libero è grandissima, mi sento, finalmente, tra persone che capiscono esattamente il senso di quello che dico, non ho più bisogno di censure o di filtri e questa sensazione di libertà fa bene all’anima!
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