nel tuo commento a “Amore e odio fra un gay e un etero” fai un’osservazione che è venuta in mente anche a me, ti chiedi come possa sussistere un rapporto simile e come possa reggere alla incomprensioni. Tu te lo chiedi sulla base della storia, io me lo sono chiesto sulla base della conoscenza concreta dei protagonisti con i quali ho avuto occasione di parlare più di una volta. Una volta ci siamo incontrati in una pizzeria. Io avevo chiesto loro di raccontarmi la loro storia, che è quella sintetizzata nel post. Devo sottolineare che al tempo dei fatti (circa dieci anni fa) i due ragazzi avevano entrambi 24 anni. Il ragazzo gay, ottimo sotto tanti altri profili, era ed è tuttora un po’ intemperante. In pizzeria commentava tutto e raramente in senso positivo, l’altro (il ragazzo etero) con ogni probabilità non gradiva troppo il protagonismo del gay ma lo tollerava. Davanti a me hanno fatto, uno per un verso e l’altro per l’altro un vero teatrino: ordinazioni fatte, poi modificate, richieste di cose particolari: peperoncino e capperi... discussioni sui tipi di birra con il cameriere lì davanti ad aspettare. Sono arrivato al punto di dover tagliare corto e ho fatto io le ordinazioni quasi d’autorità, a quel punto la commedia è finita e si sono resi conto di avere passato la misura, dopo, tutto è proceduto regolarmente... quando siamo andati a casa per cercare di registrare la storia non volevano che si registrasse, la volevano raccontare ma non registrare, hanno fatto tante di quelle storie che stavo proprio per mandarli a quel paese. Si trattava solo di una registrazione audio del loro discorso, fatta con mezzi assolutamente rudimentali... anche questa volta ho dovuto tagliare la testa al toro e zittirli in modo drastico. In effetti stavo perdendo la pazienza e pensavo che la registrazione sarebbe stata solo la registrazione di lungo battibecco inconcludente... e invece non è stato così. Nota che la “lettera” che ho pubblicato me l’avevano già data (osservo per inciso che in quella lettera ci sono degli omissis non indicati perché in qualche punto il linguaggio era pesantemente aggressivo, non dico troppo ricco di allusioni sessuali ma proprio troppo aggressivo. La registrazione riguardava quello che era accaduto dopo la storia della lettera, cose che io ho riassunto forse in modo troppo sintetico rendendo la cosa incomprensibile. Come ho già scritto il gay si è negato per 15 giorni ma poi si è dichiarato, ma lo ha fatto dopo avere tenuto l’altro in tensione per 15 giorni. Da lì è partito un complicatissimo gioco a rincorrersi. Questi ragazzi si sono proposti di studiare insieme per gli ultimi esami ma non ci sono riusciti perché si accusavano a vicenda di perdere tempo, hanno litigato per questo, ma dopo due giorni era come se non fosse successo nulla. Mi hanno fatto vedere uno scambio di due biglietti di carta che ha chiuso la contesa: dal gay all’etero: “Adesso mi sono rotto di stare con uno str... ; dall’etero al gay: “Non fare il cretino... tanto con me non ce la fai!”. Questi due ragazzi abitavano vicini e si vedevano ogni giorno... se c’era gente a vedere la scena, cominciano a litigare, in caso contrario non litigavano ma covavano forme di risentimento reciproco piuttosto radicale. Mi hanno raccontato che una volta “almeno” sono addirittura venuti alle mani perché l’etero (che in buona sostanza era spesso la vittima) aveva tentato di fare stare zitto il gay, ne era seguita una scena degna della Vertmuller, con lancio di piatti e con crescente aggressività fino ad arrivare a un “famoso schiaffo” che sarebbe stato la scintilla dello scontro fisico. Come fosse andata realmente la storia dello schiaffo è impossibile capirlo perché i due protagonisti ne fornivano versioni diametralmente opposte. Ma nonostante tutto queste due persone non si sono perse di vista per dieci anni, probabilmente dietro le incomprensioni e i litigi continui c’era qualcosa di più profondo, la loro aggressività (soprattutto quella evidente dal gay) era più rivendicativa che distruttiva.
venerdì 12 ottobre 2007
CIAO DISTILLATO 22
Ciao Distillato,
nel tuo commento a “Amore e odio fra un gay e un etero” fai un’osservazione che è venuta in mente anche a me, ti chiedi come possa sussistere un rapporto simile e come possa reggere alla incomprensioni. Tu te lo chiedi sulla base della storia, io me lo sono chiesto sulla base della conoscenza concreta dei protagonisti con i quali ho avuto occasione di parlare più di una volta. Una volta ci siamo incontrati in una pizzeria. Io avevo chiesto loro di raccontarmi la loro storia, che è quella sintetizzata nel post. Devo sottolineare che al tempo dei fatti (circa dieci anni fa) i due ragazzi avevano entrambi 24 anni. Il ragazzo gay, ottimo sotto tanti altri profili, era ed è tuttora un po’ intemperante. In pizzeria commentava tutto e raramente in senso positivo, l’altro (il ragazzo etero) con ogni probabilità non gradiva troppo il protagonismo del gay ma lo tollerava. Davanti a me hanno fatto, uno per un verso e l’altro per l’altro un vero teatrino: ordinazioni fatte, poi modificate, richieste di cose particolari: peperoncino e capperi... discussioni sui tipi di birra con il cameriere lì davanti ad aspettare. Sono arrivato al punto di dover tagliare corto e ho fatto io le ordinazioni quasi d’autorità, a quel punto la commedia è finita e si sono resi conto di avere passato la misura, dopo, tutto è proceduto regolarmente... quando siamo andati a casa per cercare di registrare la storia non volevano che si registrasse, la volevano raccontare ma non registrare, hanno fatto tante di quelle storie che stavo proprio per mandarli a quel paese. Si trattava solo di una registrazione audio del loro discorso, fatta con mezzi assolutamente rudimentali... anche questa volta ho dovuto tagliare la testa al toro e zittirli in modo drastico. In effetti stavo perdendo la pazienza e pensavo che la registrazione sarebbe stata solo la registrazione di lungo battibecco inconcludente... e invece non è stato così. Nota che la “lettera” che ho pubblicato me l’avevano già data (osservo per inciso che in quella lettera ci sono degli omissis non indicati perché in qualche punto il linguaggio era pesantemente aggressivo, non dico troppo ricco di allusioni sessuali ma proprio troppo aggressivo. La registrazione riguardava quello che era accaduto dopo la storia della lettera, cose che io ho riassunto forse in modo troppo sintetico rendendo la cosa incomprensibile. Come ho già scritto il gay si è negato per 15 giorni ma poi si è dichiarato, ma lo ha fatto dopo avere tenuto l’altro in tensione per 15 giorni. Da lì è partito un complicatissimo gioco a rincorrersi. Questi ragazzi si sono proposti di studiare insieme per gli ultimi esami ma non ci sono riusciti perché si accusavano a vicenda di perdere tempo, hanno litigato per questo, ma dopo due giorni era come se non fosse successo nulla. Mi hanno fatto vedere uno scambio di due biglietti di carta che ha chiuso la contesa: dal gay all’etero: “Adesso mi sono rotto di stare con uno str... ; dall’etero al gay: “Non fare il cretino... tanto con me non ce la fai!”. Questi due ragazzi abitavano vicini e si vedevano ogni giorno... se c’era gente a vedere la scena, cominciano a litigare, in caso contrario non litigavano ma covavano forme di risentimento reciproco piuttosto radicale. Mi hanno raccontato che una volta “almeno” sono addirittura venuti alle mani perché l’etero (che in buona sostanza era spesso la vittima) aveva tentato di fare stare zitto il gay, ne era seguita una scena degna della Vertmuller, con lancio di piatti e con crescente aggressività fino ad arrivare a un “famoso schiaffo” che sarebbe stato la scintilla dello scontro fisico. Come fosse andata realmente la storia dello schiaffo è impossibile capirlo perché i due protagonisti ne fornivano versioni diametralmente opposte. Ma nonostante tutto queste due persone non si sono perse di vista per dieci anni, probabilmente dietro le incomprensioni e i litigi continui c’era qualcosa di più profondo, la loro aggressività (soprattutto quella evidente dal gay) era più rivendicativa che distruttiva.
nel tuo commento a “Amore e odio fra un gay e un etero” fai un’osservazione che è venuta in mente anche a me, ti chiedi come possa sussistere un rapporto simile e come possa reggere alla incomprensioni. Tu te lo chiedi sulla base della storia, io me lo sono chiesto sulla base della conoscenza concreta dei protagonisti con i quali ho avuto occasione di parlare più di una volta. Una volta ci siamo incontrati in una pizzeria. Io avevo chiesto loro di raccontarmi la loro storia, che è quella sintetizzata nel post. Devo sottolineare che al tempo dei fatti (circa dieci anni fa) i due ragazzi avevano entrambi 24 anni. Il ragazzo gay, ottimo sotto tanti altri profili, era ed è tuttora un po’ intemperante. In pizzeria commentava tutto e raramente in senso positivo, l’altro (il ragazzo etero) con ogni probabilità non gradiva troppo il protagonismo del gay ma lo tollerava. Davanti a me hanno fatto, uno per un verso e l’altro per l’altro un vero teatrino: ordinazioni fatte, poi modificate, richieste di cose particolari: peperoncino e capperi... discussioni sui tipi di birra con il cameriere lì davanti ad aspettare. Sono arrivato al punto di dover tagliare corto e ho fatto io le ordinazioni quasi d’autorità, a quel punto la commedia è finita e si sono resi conto di avere passato la misura, dopo, tutto è proceduto regolarmente... quando siamo andati a casa per cercare di registrare la storia non volevano che si registrasse, la volevano raccontare ma non registrare, hanno fatto tante di quelle storie che stavo proprio per mandarli a quel paese. Si trattava solo di una registrazione audio del loro discorso, fatta con mezzi assolutamente rudimentali... anche questa volta ho dovuto tagliare la testa al toro e zittirli in modo drastico. In effetti stavo perdendo la pazienza e pensavo che la registrazione sarebbe stata solo la registrazione di lungo battibecco inconcludente... e invece non è stato così. Nota che la “lettera” che ho pubblicato me l’avevano già data (osservo per inciso che in quella lettera ci sono degli omissis non indicati perché in qualche punto il linguaggio era pesantemente aggressivo, non dico troppo ricco di allusioni sessuali ma proprio troppo aggressivo. La registrazione riguardava quello che era accaduto dopo la storia della lettera, cose che io ho riassunto forse in modo troppo sintetico rendendo la cosa incomprensibile. Come ho già scritto il gay si è negato per 15 giorni ma poi si è dichiarato, ma lo ha fatto dopo avere tenuto l’altro in tensione per 15 giorni. Da lì è partito un complicatissimo gioco a rincorrersi. Questi ragazzi si sono proposti di studiare insieme per gli ultimi esami ma non ci sono riusciti perché si accusavano a vicenda di perdere tempo, hanno litigato per questo, ma dopo due giorni era come se non fosse successo nulla. Mi hanno fatto vedere uno scambio di due biglietti di carta che ha chiuso la contesa: dal gay all’etero: “Adesso mi sono rotto di stare con uno str... ; dall’etero al gay: “Non fare il cretino... tanto con me non ce la fai!”. Questi due ragazzi abitavano vicini e si vedevano ogni giorno... se c’era gente a vedere la scena, cominciano a litigare, in caso contrario non litigavano ma covavano forme di risentimento reciproco piuttosto radicale. Mi hanno raccontato che una volta “almeno” sono addirittura venuti alle mani perché l’etero (che in buona sostanza era spesso la vittima) aveva tentato di fare stare zitto il gay, ne era seguita una scena degna della Vertmuller, con lancio di piatti e con crescente aggressività fino ad arrivare a un “famoso schiaffo” che sarebbe stato la scintilla dello scontro fisico. Come fosse andata realmente la storia dello schiaffo è impossibile capirlo perché i due protagonisti ne fornivano versioni diametralmente opposte. Ma nonostante tutto queste due persone non si sono perse di vista per dieci anni, probabilmente dietro le incomprensioni e i litigi continui c’era qualcosa di più profondo, la loro aggressività (soprattutto quella evidente dal gay) era più rivendicativa che distruttiva.
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