venerdì 26 ottobre 2007

RAGAZZI E SESSO GAY

Come al solito l’analisi delle chiavi di accesso al blog offre motivo di riflessione. Ne ho scelte alcune abbastanza tipiche.
Tra le chiavi di accesso usate probabilmente dai genitori alcune sono degne di attenzione, accanto alle classiche:
“genitori di figli gay”
“accettare figli gay”
si incontra anche:
“scoprire il figlio che si masturba”
“mio figlio si masturba cosa faccio?”
L’uso di queste chiavi di accesso, lungi dal destare il sorriso, dovrebbe essere preso molto seriamente. In questo caso un genitore non si preoccupa della omosessualità del figlio ma del fatto che il figlio si masturba. L’uso del verbo “scoprire” è indicativo del senso di sorpresa di che scrive, ma al di là della scoperta ci si chiede come ci si debba comportare. Trattandosi di ragazzi (figlio), una chiave di accesso come quelle indicate, da parte di un padre, mi sembrerebbe assolutamente incredibile, perché non penso che un uomo adulto possa meravigliarsi di fronte all’idea che il figlio si masturbi. Se, come penso, queste chiavi di accesso sono usate delle madri, non posso che dedurne che queste signore non hanno la minima conoscenza della sessualità maschile. In questo senso il loro atteggiamento può essere del tutto pregiudiziale e non informato e può produrre nei figli traumi non piccoli. Vorrei notare che lo stupore del genitore che si meraviglia del fatto che il figlio si masturbi è esattamente simmetrico a quello del figlio che scopre che i genitori hanno una vita sessuale, mentre però si può comprendere lo sgomento di un ragazzo molto giovane non si può giustificare l’atteggiamento perplesso del genitore.
La sessualità di un ragazzo, tanto più se giovanissimo, trova nella masturbazione la più ovvia delle realizzazioni. La privacy di un ragazzo che si masturba non deve essere mai turbata per nessun motivo, meno che mai da un genitore. Per un ragazzo essere sorpreso nell’atto di masturbasi è un’esperienza terribile, traumatica, tanto più se la scoperta da parte del genitore è accompagnata da segni di perplessità. Un ragazzo ormai adulto mi raccontava di essere stato sorpreso dal padre mentre si masturbava e di non avere riportato particolari traumi, ma la scena si era volta più o meno così: il padre entra in camera mentre il figlio si sta masturbando, chiede scusa, richiude la porta e se ne va e, dopo, non fa nessun riferimento al fatto, quando il padre vede il figlio in imbarazzo gli dice: “guarda che lo fanno tutti!” e la storia finisce lì. Nessun genitore serio può pensare di immischiarsi in queste cose che sono affari assolutamente privati dei figli.
Ben diversa, e molto più delicata, è la questione del rapporto dei genitori con i figli gay, tanto più quando si tratta di figli gay dichiarati anche fuori dell’ambito familiare. Devo sottolineare che un gruppo, in genere nutrito, di accessi avviene con chiavi del tipo:
“dire ai genitori di essere gay”
“dire ai genitori di essere omosessuali”
“coming out omosessualità genitori”
o addirittura
“gay genitori botte”
Proprio ieri sera mi è capitato di parlare in chat con un ragazzo di 21 anni, un ragazzo serio, non a caccia di sesso facile ma di amicizia tramite la chat (che non è certo il posto più adatto per trovare amici gay). Mi diceva che gli amici non sanno di lui, che se lo sapessero lo mollerebbero subito e che non ha il coraggio di dirlo ai genitori perché il padre reagirebbe in modo violento, perché ogni volta che parla dei gay manifesta una terribile aggressività. Anche a 21 anni, quindi, i figli gay hanno paura di dichiararsi con i loro genitori. Questo non è un fatto eccezionale... è la regola. Ma un ragazzo non si accorge certo a 21 anni di essere gay, ma molto tempo prima. Un gruppo di chiavi di accesso, provenienti probabilmente da ragazzi molto giovani, indica l’incertezza nell’individuarsi come gay e nel capire esattamente che cosa significhi essere gay.
“a quanti anni si capisce di essere omosessuali”
“come faccio a capire se sono gay”
“capire se un ragazzo è gay”
Un altro gruppo ancora indica la necessità di trovare un confronto relativo alle prime esperienze gay e alla possibilità di innamorarsi di un etero.
“ho scoperto di essere gay”
“storie di ragazzi che scoprono di essere gay”
“storie prime esperienze gay”
“innamorarsi dell’amico dello steso sesso”
“omosessualità a scuola”
“perché sono innamorato di un etero?”
“amore tra un ragazzo etero e uno gay”
“io gay lui etero”
Un altro gruppo di accessi riguarda i mezzi per la ricerca di contatti “non pericolosi” con altri ragazzi gay.
“chat gay per ragazzi”
“chat per ragazzi gay”
“come fidarsi di incontri sesso chat gay”
Molto spesso la solitudine dei ragazzi gay più giovani li posta verso le chat e qui il discorso si fa molto delicato, anche perché l’adescamento di minorenni tramite chat è penalmente sanzionato, ma anche prescindendo da questo aspetto, le chat sono un mondo molto particolare. Nelle chat ho trovato ragazzi anche giovanissimi (ammesso che lo fossero realmente) così immediati nelle proposte oscene da fare pensare molto chiaramente che si trattasse di prostituzione. Per quanto si faccia, queste cose sono sostanzialmente ineliminabili. Ma non è di questo che intendo occuparmi. Vorrei prendere in considerazione i ragazzi (quasi tutti maggiorenni) che cercano sesso in rete. Alcuni non hanno certamente nulla che fare con la prostituzione ma mirano chiaramente ad un’attività sessuale in genere senza un incontro diretto, ma via webcam, in un modo che è comunque molto rischioso perché i filmati possono essere registrati, e c’è da credere che lo siano nella quasi totalità dei casi con conseguenze che posso andare dalla pubblicazione su siti porno a vere e proprie forme di ricatto, quando si incontrano persone tanto ingenue da essere riconoscibili. Quindi sconsiglio nel modo più assoluto a chiunque navighi nelle chat l’uso delle webcam... che, con sconosciuti, sono mezzi pericolosi. In chat si riceve spesso una chiamata che comincia con la domanda “hai webcam?”... Prudenza! Ovviamente lo stesso discorso vale per lo scambio di foto. Ma veniamo alle chat in solo scritto, che sono quelle che mi interessano di più. Molte proposte di tipo sessuale, che si ricevono su queste chat, non sono aggressive, sono colloquiali, c’è un po’ dialogo e nemmeno tanto stupido a volte. Anzi, certe volte, si incontrano in chat ragazzi in cerca di sesso che sono sicuramente i tipici bravi ragazzi. In genere non si tratta di ragazzi giovanissimi, diciamo tra i 20 e i 24 anni... sono ragazzi evoluti, educati, che prima di chiudere una breve conversazione con me, che dichiaro subito la mia età, si sentono in dovere di scambiare quattro chiacchiere neanche tanto superficiali e salutano educatamente prima di chiudere, con formule, come “ciao, è stato un piacere conoscerti”. Con alcuni di questi ragazzi si riesce a fare una conversazione seria anche di un quarto d’ora. Mi chiedo perché questi ragazzi vadano a cercare sesso su una chat. In linea teorica potrebbe essere più sensato cercare un contatto affettivo con coetanei conosciuti nella vita reale.... ma evidentemente la cosa è così difficile che l’opzione della chat è l’unica praticabile. Tutto questo mi sgomenta. In sostanza tutto quello che di buono questi ragazzi potrebbero trovare nella vita reale, di fatto, è utopia, mentre un po’ di sfogo a livello di discorso o un po’ di sesso più o meno telematico in chat sono realtà concrete. In genere i ragazzi gay che cercano sesso in modo moderato in chat non hanno più di 25/26 anni, quando si incontrano ragazzi più grandi (pochi ma esistono) la conversazione si fa più seria, il contatto personale più adulto, è possibile un dialogo vero anche non brevissimo e si incontra una volontà di confronto non superficiale. In genere intorno ai 25 anni un ragazzo gay ha trovato un suo equilibrio, più o meno precario ma lo ha trovato e la ricerca di sesso in chat diventa marginale. Lo spaccato del pianeta gay che viene fuori dalla chat è quanto ai variegato e, in ogni caso, si riferisce a fasce di età decisamente giovani, abituate all’uso di internet e a un contatto interpersonale più disinibito. Per il momento mi fermo qui.

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