quante cose avrei da dirti... il nonno si sente felice che esiste gente come te! E adesso basta con i complimenti se no la prendi male... Insomma ti volevo dire che mi gira molto bene e questo blog mi dà delle soddisfazioni veramente incredibili. Ormai è difficile che passi una giornata senza che si possa fare una chiacchierata con una persona conosciuta tramite questi blog. Con alcuni ragazzi poi si realizza proprio una forma di familiarità incredibile, ieri sera uno di questo ragazzi mi ha detto: Ma tu ti fidi di me? E io gli ho risposto: sì! Si andava avanti, passava il tempo e si stava bene, cerco di spiegarmi: noi gay, tutti, chi più chi meno, siamo abituati a una mancanza di libertà, ormai ci abbiamo fatto il callo, i discorsi che facciamo sono sempre generici, in sostanza parliamo praticamente sempre di cose che non sono quelle di cui vorremmo parlare, questo non capita solo ai ragazzi gay ma a tutti i gay, anche a quelli della mia età... ebbene, in una chat con ragazzi conosciuti tramite questo blog mi posso rendere conto di che cosa significhi parlare finalmente in modo libero, senza filtri, parlare a persone che sono molto più giovani di me, è vero, ma che capiscono esattamente quello che dico e che mi dicono cose che corrispondono in modo veramente incredibile alla mia esperienza. Ci si sente liberi, liberi dai possibili fraintendimenti, liberi di esprimersi nel modo più semplice e più diretto possibile. Ieri ho parlato in chat con un ragazzo... e sono rimasto colpito di come usasse le stesse parole che avrei usato io per dire le stesse cose. In sostanza le cose che sono capitate a me più o meno 40 anni fa capitano a loro adesso... ma sono esattamente le stesse cose e la risposta è sostanzialmente identica. Su un punto, nel dialogo, c’era stato un momento di incomprensione ma dovuto “solo” al fraintendimento su un elemento di partenza, cioè ad una mia confusione banale, avevo detto a questo ragazzo che un suo comportamento mi sembrava incomprensibile e un po’ c’era rimasto male, poi ho capito che avevo perso un pezzo della conversazione e allora quello steso comportamento mi è sembrato assolutamente ovvio, in sostanza avrei fatto anch’io lo stesso, quando mi sono accorto che l’incomprensione era solo dovuta a un banale fraintendimento l’idea che il nostro modo di ragionare fosse esattamente identico mi è tornata alla mente con una evidenza senza eccezioni. Una cosa mi stupisce: a tanti anni di distanza la storia si ripete e il modo di reagire è identico, la scala di valori è identica, le angosce di fondo sono identiche. Non mi pongo il problema se esista una identità gay differenziata, ma è certo che a distanza di anni le generazioni successive rivivono esattamente le stesse esperienze. Mi viene in mente la domanda del Gay quarantenne: “Ma che cosa ci trovano?” Io penso che ci trovino un mondo che è sostanzialmente identico al loro, proprio come succede a me. Io il gap dell’età non lo avverto e nemmeno questi ragazzi lo avvertono, perché in sostanza viviamo le stesse esperienze e, in chat, ne possiamo parlare in modo libero. E’ quasi incredibile quanto tutto questo sia semplice e nello stesso tempo gradevole e liberatorio e lo dico con riferimento a me stesso. Parliamo anche di sesso e quando succede il più imbarazzato sono io, ma gli argomenti che dominano sono in genere altri e girano quasi sempre intorno alla ricerca della felicità, alla costruzione del futuro e alla ricerca dell’amore ... non del sesso, ma dell’amore, perché, anche se non lo vogliamo ammettere per pudore dei sentimenti (che è molto più radicale del pudore nel parlare di sesso) è l’unica cosa che conta veramente. Quando finisco una chiacchierata in chat mi sento felice perché in sostanza si crea un rapporto affettivo serio, qui il Gay quarantenne faticherebbe a seguirmi perché questo rapporto affettivo serio sarebbe, secondo lui, “solo” un rapporto affettivo serio... ma è una cosa vera!... e io lo sento benissimo che è una cosa vera e che non c’è nessuna dimensione rituale. Insomma, grazie a questi blog io non brucio più il mio tempo in cose più o meno assurde ma lo “vivo” insieme con altre persone e questo significa che la solitudine non c’è più e che il senso dell’inutilità non c’è più. Tutto questo è gratificante, bellissimo! ... Caro Distillato, poi trovo i tuoi commenti in cui mi chiami affettuosamente nonno... e dimmi un po’... come posso non essere felice?
venerdì 12 ottobre 2007
CIAO DISTILLATO 21
Ciao Distillato,
quante cose avrei da dirti... il nonno si sente felice che esiste gente come te! E adesso basta con i complimenti se no la prendi male... Insomma ti volevo dire che mi gira molto bene e questo blog mi dà delle soddisfazioni veramente incredibili. Ormai è difficile che passi una giornata senza che si possa fare una chiacchierata con una persona conosciuta tramite questi blog. Con alcuni ragazzi poi si realizza proprio una forma di familiarità incredibile, ieri sera uno di questo ragazzi mi ha detto: Ma tu ti fidi di me? E io gli ho risposto: sì! Si andava avanti, passava il tempo e si stava bene, cerco di spiegarmi: noi gay, tutti, chi più chi meno, siamo abituati a una mancanza di libertà, ormai ci abbiamo fatto il callo, i discorsi che facciamo sono sempre generici, in sostanza parliamo praticamente sempre di cose che non sono quelle di cui vorremmo parlare, questo non capita solo ai ragazzi gay ma a tutti i gay, anche a quelli della mia età... ebbene, in una chat con ragazzi conosciuti tramite questo blog mi posso rendere conto di che cosa significhi parlare finalmente in modo libero, senza filtri, parlare a persone che sono molto più giovani di me, è vero, ma che capiscono esattamente quello che dico e che mi dicono cose che corrispondono in modo veramente incredibile alla mia esperienza. Ci si sente liberi, liberi dai possibili fraintendimenti, liberi di esprimersi nel modo più semplice e più diretto possibile. Ieri ho parlato in chat con un ragazzo... e sono rimasto colpito di come usasse le stesse parole che avrei usato io per dire le stesse cose. In sostanza le cose che sono capitate a me più o meno 40 anni fa capitano a loro adesso... ma sono esattamente le stesse cose e la risposta è sostanzialmente identica. Su un punto, nel dialogo, c’era stato un momento di incomprensione ma dovuto “solo” al fraintendimento su un elemento di partenza, cioè ad una mia confusione banale, avevo detto a questo ragazzo che un suo comportamento mi sembrava incomprensibile e un po’ c’era rimasto male, poi ho capito che avevo perso un pezzo della conversazione e allora quello steso comportamento mi è sembrato assolutamente ovvio, in sostanza avrei fatto anch’io lo stesso, quando mi sono accorto che l’incomprensione era solo dovuta a un banale fraintendimento l’idea che il nostro modo di ragionare fosse esattamente identico mi è tornata alla mente con una evidenza senza eccezioni. Una cosa mi stupisce: a tanti anni di distanza la storia si ripete e il modo di reagire è identico, la scala di valori è identica, le angosce di fondo sono identiche. Non mi pongo il problema se esista una identità gay differenziata, ma è certo che a distanza di anni le generazioni successive rivivono esattamente le stesse esperienze. Mi viene in mente la domanda del Gay quarantenne: “Ma che cosa ci trovano?” Io penso che ci trovino un mondo che è sostanzialmente identico al loro, proprio come succede a me. Io il gap dell’età non lo avverto e nemmeno questi ragazzi lo avvertono, perché in sostanza viviamo le stesse esperienze e, in chat, ne possiamo parlare in modo libero. E’ quasi incredibile quanto tutto questo sia semplice e nello stesso tempo gradevole e liberatorio e lo dico con riferimento a me stesso. Parliamo anche di sesso e quando succede il più imbarazzato sono io, ma gli argomenti che dominano sono in genere altri e girano quasi sempre intorno alla ricerca della felicità, alla costruzione del futuro e alla ricerca dell’amore ... non del sesso, ma dell’amore, perché, anche se non lo vogliamo ammettere per pudore dei sentimenti (che è molto più radicale del pudore nel parlare di sesso) è l’unica cosa che conta veramente. Quando finisco una chiacchierata in chat mi sento felice perché in sostanza si crea un rapporto affettivo serio, qui il Gay quarantenne faticherebbe a seguirmi perché questo rapporto affettivo serio sarebbe, secondo lui, “solo” un rapporto affettivo serio... ma è una cosa vera!... e io lo sento benissimo che è una cosa vera e che non c’è nessuna dimensione rituale. Insomma, grazie a questi blog io non brucio più il mio tempo in cose più o meno assurde ma lo “vivo” insieme con altre persone e questo significa che la solitudine non c’è più e che il senso dell’inutilità non c’è più. Tutto questo è gratificante, bellissimo! ... Caro Distillato, poi trovo i tuoi commenti in cui mi chiami affettuosamente nonno... e dimmi un po’... come posso non essere felice?
quante cose avrei da dirti... il nonno si sente felice che esiste gente come te! E adesso basta con i complimenti se no la prendi male... Insomma ti volevo dire che mi gira molto bene e questo blog mi dà delle soddisfazioni veramente incredibili. Ormai è difficile che passi una giornata senza che si possa fare una chiacchierata con una persona conosciuta tramite questi blog. Con alcuni ragazzi poi si realizza proprio una forma di familiarità incredibile, ieri sera uno di questo ragazzi mi ha detto: Ma tu ti fidi di me? E io gli ho risposto: sì! Si andava avanti, passava il tempo e si stava bene, cerco di spiegarmi: noi gay, tutti, chi più chi meno, siamo abituati a una mancanza di libertà, ormai ci abbiamo fatto il callo, i discorsi che facciamo sono sempre generici, in sostanza parliamo praticamente sempre di cose che non sono quelle di cui vorremmo parlare, questo non capita solo ai ragazzi gay ma a tutti i gay, anche a quelli della mia età... ebbene, in una chat con ragazzi conosciuti tramite questo blog mi posso rendere conto di che cosa significhi parlare finalmente in modo libero, senza filtri, parlare a persone che sono molto più giovani di me, è vero, ma che capiscono esattamente quello che dico e che mi dicono cose che corrispondono in modo veramente incredibile alla mia esperienza. Ci si sente liberi, liberi dai possibili fraintendimenti, liberi di esprimersi nel modo più semplice e più diretto possibile. Ieri ho parlato in chat con un ragazzo... e sono rimasto colpito di come usasse le stesse parole che avrei usato io per dire le stesse cose. In sostanza le cose che sono capitate a me più o meno 40 anni fa capitano a loro adesso... ma sono esattamente le stesse cose e la risposta è sostanzialmente identica. Su un punto, nel dialogo, c’era stato un momento di incomprensione ma dovuto “solo” al fraintendimento su un elemento di partenza, cioè ad una mia confusione banale, avevo detto a questo ragazzo che un suo comportamento mi sembrava incomprensibile e un po’ c’era rimasto male, poi ho capito che avevo perso un pezzo della conversazione e allora quello steso comportamento mi è sembrato assolutamente ovvio, in sostanza avrei fatto anch’io lo stesso, quando mi sono accorto che l’incomprensione era solo dovuta a un banale fraintendimento l’idea che il nostro modo di ragionare fosse esattamente identico mi è tornata alla mente con una evidenza senza eccezioni. Una cosa mi stupisce: a tanti anni di distanza la storia si ripete e il modo di reagire è identico, la scala di valori è identica, le angosce di fondo sono identiche. Non mi pongo il problema se esista una identità gay differenziata, ma è certo che a distanza di anni le generazioni successive rivivono esattamente le stesse esperienze. Mi viene in mente la domanda del Gay quarantenne: “Ma che cosa ci trovano?” Io penso che ci trovino un mondo che è sostanzialmente identico al loro, proprio come succede a me. Io il gap dell’età non lo avverto e nemmeno questi ragazzi lo avvertono, perché in sostanza viviamo le stesse esperienze e, in chat, ne possiamo parlare in modo libero. E’ quasi incredibile quanto tutto questo sia semplice e nello stesso tempo gradevole e liberatorio e lo dico con riferimento a me stesso. Parliamo anche di sesso e quando succede il più imbarazzato sono io, ma gli argomenti che dominano sono in genere altri e girano quasi sempre intorno alla ricerca della felicità, alla costruzione del futuro e alla ricerca dell’amore ... non del sesso, ma dell’amore, perché, anche se non lo vogliamo ammettere per pudore dei sentimenti (che è molto più radicale del pudore nel parlare di sesso) è l’unica cosa che conta veramente. Quando finisco una chiacchierata in chat mi sento felice perché in sostanza si crea un rapporto affettivo serio, qui il Gay quarantenne faticherebbe a seguirmi perché questo rapporto affettivo serio sarebbe, secondo lui, “solo” un rapporto affettivo serio... ma è una cosa vera!... e io lo sento benissimo che è una cosa vera e che non c’è nessuna dimensione rituale. Insomma, grazie a questi blog io non brucio più il mio tempo in cose più o meno assurde ma lo “vivo” insieme con altre persone e questo significa che la solitudine non c’è più e che il senso dell’inutilità non c’è più. Tutto questo è gratificante, bellissimo! ... Caro Distillato, poi trovo i tuoi commenti in cui mi chiami affettuosamente nonno... e dimmi un po’... come posso non essere felice?
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