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Marco lo strinse a sé e Andy si rannicchiò sul divano ma era poco reattivo, sembrava quasi non partecipare e vivere passivamente tutto quello che stava accadendo, poi Marco si pose un cuscino sulle gambe e Andy vi poggiò la testa.
- Lo vedi… magari tu pensavi che stamattina avremmo fatto chissà che cosa e invece tu stai qui a consolare un…
- Zitto, adesso non dire nulla.
Marco cominciò a accarezzargli i capelli in modo molto lento, poi gli strinse la mano e la baciò, Andy lo guardava con un senso di incertezza.
- Marco… ti faccio pena? Dimmelo, ti prego!
- No, è che mi sto innamorando di te, è bello starti vicino.
- Mah… Sei l’unica persona che mi dice queste cose, Marco, pure io sto bene con te, sto bene in un modo strano, ti conosco solo da ieri sera, non so se fidarmi veramente di te, ho un po’ di paura, non so chi sei, istintivamente mi piaci ma non so come mi puoi giudicare, mi sento molto scosso emotivamente, tutte queste cose per me sono nuovissime, chissà, forse io non sto cercando un ragazzo di cui innamorarmi ma solo uno che mi stia a sentire e che mi voglia consolare un po’. Marco, ma tu perché mi dici che ti stai innamorando di me… queste cose non me le devi dire, mi fanno un effetto stranissimo, io rischio di crederci… è pericoloso, vedi, io non so niente di te, istintivamente sto bene con te ma solo istintivamente, e poi perché ti dovresti innamorare di me, io per te non sono nulla.
- Andy, non mi chiedere spiegazioni, io non lo so perché mi sto innamorando però è vero.
- Ma Marco, un po’ di sesso non è amore… magari ieri c’è stato un po’ di trasporto sessuale ma poi finisce lì, potrebbe essere solo curiosità, l’amore con queste cose non c’entra niente…
- Ma che dici? Io sto qui perché ti voglio bene, perché ti voglio vedere felice, perché sento che anche tu mi vuoi bene.
- E se non fosse vero?
- Ma come fai a dire che non è vero? E’ una cosa che si percepisce istante per istante, io non ho bisogno di riprove, adesso tu stai vicino a me, stai parlando con me e io lo sento che ci vogliamo bene.
- Ma, Marco, forse io ho solo bisogno di te, mi servi per sfogarmi un po’, come faccio a pensare che tu mi vuoi bene? Io non ho fatto niente per te, ieri abbiamo fatto un po’ di sesso e oggi magari chissà che cosa stai pensando…
- No, Andy, io ti dico tutto quello che penso, non ti nasconderei nulla per nessuna ragione, non si può creare un rapporto senza la chiarezza e la reciprocità assoluta.
- Dici cose belle, in un certo senso mi piacciono, mi tentano, sono cose da innamorati ma sono troppo teoriche… e se io non volessi fare più sesso con te? … Qualche minuto fa l’ho proprio pensato… in effetti adesso questa spinta non la sento più…
- Ma questo è assurdo… e poi, anche se fosse, le cose non cambierebbero molto, resterei innamorato di te lo stesso, mi sento felice quando sto qui vicino a te a coccolarti, sento che mi stai a sentire, che stai riflettendo sulle cose che ti dico, sento che piano piano si sta costruendo un rapporto di fiducia.
- Mah!…
Marco osservava Andy da vicino.
- Lo sai Andy che sei bellissimo anche dentro? Lo sai che hai un’anima bellissima? Io adesso mi sento felice perché ci sei tu, perché ti fidi di me.
- Ma non è che ti dispiace di non fare sesso?
- Quando ci sei qualsiasi cosa è meravigliosa e poi io queste cose le ho sognate anche più del sesso, adesso mi sento vivo.
Ad Andy tornarono le lacrime agli occhi.
- Che c’è, Andy, come va?
- No, va tutto bene, è che non riesco a controllarmi, mannaggia come mi sento stupido...
Andy cominciò a tremare.
- Che c’è, Andy, come ti senti?
- Abbracciami, Marco, non ce la faccio più, mi sento strano, vuoto, un po’ sottosopra.
Marco lo strinse fortissimo a sé e Andy continuò a piangere in modo sempre più convulso, piangeva e tremava.
Marco posò un bacio lievissimo sulle sue labbra e Andy si calmò un pochino, era stanchissimo, emotivamente carico, assonnato per non aver dormito la notte precedente, lo disse senza complimenti a Marco.
- Marco, senti, adesso ho proprio bisogno di dormire un po’, mi sdraio qui sul divano, ma tu non te ne andare.
- No, dai vieni di là, ti metto le lenzuola pulite e ti metti in un letto vero, così dopo potrò pensare che in quel letto ci abbiamo dormito tutti e due, magari separatamente, Marco fu deciso e Andy lo seguì. In pochissimi secondi il letto era cambiato, Andy cominciò a spogliarsi davanti a Marco senza alcuna remora ma Marco uscì prima che Andy si sfilasse i calzoni. Andy lo chiamò.
- Ma perché te ne vai?
- Ti lascio un po’ di privacy.
- E allora ieri sera che l’abbiamo fatto a fare?
- Hai ragione.
- Dai stenditi vicino a me, almeno mi addormento mentre mi tieni per mano.
Marco si tolse solo le scarpe e si sdraiò accanto a Andy, gli strinse la mano, all’inizio Andy ricambiò debolmente la stretta ma dopo qualche minuto Marco sentì la mano di Andy completamente rilassata perché Andy si era già addormentato. Marco si distese accanto a lui e piano piano fu vinto dalla stessa sonnolenza. Si risvegliò dopo poco più di un’ora, si alzò cercando di non svegliare Andy, vederlo addormentato nel suo letto dava a Marco delle sensazioni di tenerezza fortissima, se ne andò in cucina a preparare la colazione, apparecchiò nel salotto, lucidò le tazze del latte, preparò dei toast, aprì un barattolo nuovo di marmellata e dispose su un piattino due cubetti di burro, fece il caffè fresco e anche una teiera di tè, poi si sedette in poltrona e attese il risveglio di Andy. A mezzogiorno Andy dormiva ancora, Marco pensò di svegliarlo, fece scaldare il latte e quando tutto il necessario per la colazione fu pronto andò in camera da letto, accostò una sedia al letto e si mise ad accarezzare i capelli di Andy.
- Andy … vuoi fare colazione?
Andy si stiracchiò vistosamente e sorrise in modo deciso, Marco rispose al sorriso.
- Dai, … se ti alzi vieni a fare colazione in salotto, ma se vuoi ti porto la colazione qui.
- Vengo subito, … mh…mi stiracchio un po’ e vengo subito… ecco fatto!
Andy si alzò, Marco non uscì dalla stanza, poi andarono insieme a fare colazione.
- Ma qui è tutto apparecchiato…
Marco versò il latte e il caffè per Andy, poi lo fece per sé, gli passò i toast, poi il burro e la marmellata, Andy era impressionato dalla cura con cui Marco aveva preparato tutto e si lasciò sfuggire un altro sorriso, Marco pose la sua destra sulla sinistra di Andy e Andy prese la mano di Marco tra le sue e la strinse forte.
- Andy, ti posso chiedere una cosa…
- Che cosa?
- Ma tu devi tornare a casa per pranzo?
- No, posso tornare quando mi pare, ma stasera devo stare a casa.
- Che bello Andy! Posso stare con te tutta la giornata, il tempo prima non passava mai ma adesso corre troppo in fretta!
- Ma tu non avevi altre cose da fare?
- No, non ne avevo, ma anche se ne avessi avute le avrei messe tutte da parte.
- Se ti va possiamo andare a mangiare fuori.
- Se posso essere sincero preferisco stare qui con te, possiamo cucinare insieme qualche cosa ma io voglio stare con te da solo, se stiamo in mezzo alla gente ci perdiamo il meglio della giornata.
Andy fece cenno di sì con la testa.
- Allora, Andy, adesso ci organizziamo.
- Marco, e se ce ne andassimo a letto… ma insieme… Però se non vuoi non fa nulla…
- Marco lo abbracciò e lo baciò, poi lo prese per mano e lo condusse in camera da letto, Andy si spogliò, tenne gli slip e entrò nel letto, Marco fece altrettanto, si abbracciarono, il contatto a pelle dava delle sensazioni fortissime.
- Marco, se mi ami veramente… No, sono cose stupide.
- Che cosa?
- Quando mi stringi così mi sento strano.
- Cioè?
- E’ una cosa che voglio ma ne ho anche paura.
- Ma ieri non hai avuto paura anzi, sei stato tu che hai preso l’iniziativa.
- Lo so, io fino a quel punto ci arrivo, il guaio è dopo, Marco, io sto bene con te, anzi io ho bisogno di te, però mi sento strano lo stesso, io non sono mai stato tra le braccia di un ragazzo, la cosa mi dà delle sensazioni fortissime ma non so se faccio bene, cioè non so se è la cosa giusta per me. Non mi giudicare male se ti ho proposto di venire a letto con me, è che io ne ho assoluto bisogno, io adesso non penso alla tua felicità, penso egoisticamente alla mia però non so se una cosa del genere ha senso per me.
- Ma tu vuoi dire che non ti senti gay o che hai qualche perplessità?
- No, … cioè non lo so, io con te sto bene però non mi viene tutto spontaneo, ieri sera era diverso, ieri sera anche tu eri diverso, era tutto più facile, ma adesso io sto a casa tua, nel tuo letto e tu mi stai abbracciando, mi sembra una situazione strana, non siamo alla pari, è la prima volta che mi succede una cosa del genere, non la capisco fino in fondo, un po’ mi sento assurdo.
Marco si mise a sedere nel letto.
- Spiegati meglio, Andy, cerca di farmi capire.
- Il fatto è che io non so nemmeno se mi voglio spiegare meglio con te, non so se me ne importa veramente o se… non lo so, Marco, mi sento strano e basta.
- Ma ti dà fastidio che io stia vicino a te?
- No, anzi mi fa piacere ma mi sembra strano, magari pensavo che saremmo usciti per andare in giro da qualche parte, ma ci siamo conosciuti ieri e io adesso sto a casa tua nel tuo letto, Marco, non so che dire e poi non ho niente da spiegare, sono tutte sensazioni strane, forse ci vuole più tempo, è successo tutto così in fretta… anzi sta succedendo tutto così in fretta…
- Andy, ma me lo hai detto tu che si poteva andare a letto…
- Lo so benissimo ma adesso mi sembra strano.
- Dai, preparati!
- Che fai, mi cacci?
- No, per carità! Ma se ti va possiamo andare veramente da qualche parte.
- Ma tu poi ci resti deluso?
- Per niente.
- Allora non ti va di fare l’amore con me…
- Andy, adesso sta’ zitto e non dire sciocchezze, non so se tu stai cercando di costruire un rapporto serio con me, questo non lo posso capire, però ho l’impressione che se avessi voluto tagliare la corda l’avresti già fatto, e non è successo, non sai che dire ma poi chiacchieri troppo e forse non è nemmeno vero che non sai che dire, è che a parlare di queste cose non sei abituato, si vede che vuoi stare con me, me lo stai dicendo in modo strano ma me lo stai dicendo in modo molto forte, in fondo tu almeno in qualche momento non ti vergogni dei tuoi pensieri e dei tuoi desideri e fai benissimo perché sono anche i miei, però poi non sai come comportarti e ti vengono i dubbi… Andy! Io sto cominciando a capire che cosa è un ragazzo vero. Io devo abituarmi a capire il tuo modo di comunicare.
- Ma perché? Non lo hai capito?
- Non del tutto, io non so ancora se mi vuoi veramente, credo di sì ma lo credo io, tu non me lo stai dicendo in modo chiaro, o forse sì, non lo so, mi dici che sei incerto, che non lo sai… anche se secondo me lo sai benissimo.
Marco si alzò dal letto e si rivestì continuando a parlare, Andy si chiuse in un lungo silenzio, Marco si preoccupò ma anche lui non disse parola, la situazione rischiava di diventare critica, poi Marco si sedette sul bordo del letto dalla parte di Andy.
- Che c’è, Andy?
- Marco perché tu adesso mi stai rifiutando?
- Ma non è vero!
- No, è vero, io ti ho chiesto di fare l’amore con me, te l’ho fatto capire in tanti modi, l’hai detto pure tu un minuto fa ma tu non lo stai facendo, tu stai evitando un contatto profondo con me, ieri c’era stato e fortissimo, adesso ti sento impacciato, sei molto meno spontaneo, sei studiato, pesi le parole, pensi a quello che devi fare… ma pure tu non ti devi vergognare dei tuoi sentimenti, se sono veri.
- Andy, è proprio perché ti amo che mi sento molto esitante.
Nel dire così Marco si spogliò di nuovo, entrò nel letto e prese ad accarezzare Andy su tutto il corpo.
Andy tornò nel suo silenzio, Marco restò nuovamente perplesso, non sapeva come comportarsi, alla fine glielo disse.
- Andy, vorrei che tu partecipassi un po’.
- Non mi riesce, mi sembra che non me ne importi nulla, prima mi sembrava importante, adesso mi sembra una cosa che non ha alcun senso. Prima pensavo che tu non volessi ma adesso ho l’impressione che non voglio io.
Andy cominciò ad avere gli occhi umidi e cominciò a piangere lentamente. Marco lo guardava con un sentimento misto di amore e di incertezza.
- Andy, posso fare qualche cosa per te?
- Stai zitto e stai qui, non puoi fare altro.
Andy cercò la mano di Marco e la strinse con forza, Marco non disse una parola. Dopo parecchi minuti Andy si asciugò gli occhi.
- Marco ma tu mi desideri?
- Eccome!
- Ma allora perché non ci provi?
- Io ho paura che tu la possa prendere male, ho paura di metterti in difficoltà, di offenderti, di farti sentire strano, io voglio che tu stia bene veramente, il sesso lo desidero ma io voglio tutto Andy.
- Vuoi dire che ti trattieni perché non capisci le mie reazioni?
- No, ma che non vorrei mai che tu associassi me a qualche cosa di negativo.
- Marco, io ieri sera sono stato benissimo perché siamo stati estremamente liberi, anche tu voglio dire, se tu mi desideri non ti frenare, io non ho paura di queste cose, ne ho bisogno, è delle parole che ho paura, parlare troppo non mi piace, non riesco a spiegarmi e poi rovino tutto. Ti prego, fallo per me, sentiti libero con me, se mi desideri veramente fammelo capire.
- Andy!
Marco ricominciò ad accarezzare Andy su tutto il corpo, era terrorizzato all’idea che Andy potesse fraintendere qualche suo gesto o qualche sua parola ma nello steso tempo non voleva deluderlo, non aveva nessuna idea precisa di che cosa Andy intendesse quando gli diceva che doveva dimostragli che lo desiderava. Quale contatto sessuale poteva desiderare Andy, quali fantasie avevano contribuito a costruire la sua affettività e la sua adolescenza, Marco non lo sapeva, scelse una strada prudente, continuò ad accarezzare Andy, ad abbracciarlo, a stringerlo a sé con forza, Andy non diceva una parola, spesso chiudeva gli occhi, qualche volta guardava Marco con gli occhi umidi come se volesse comunicargli qualche cosa, Marco in certi momenti non sapeva che fare, poi si chinò a baciarlo, gli passo le mani tra i capelli, lo baciò con più partecipazione, lo abbracciò con forza...
[....omissis... (Marco tenta un contatto sessuale più diretto)]
Temeva di essersi spinto troppo avanti e si aspettava una reazione negativa di Andy, ma lentamente Andy cominciò a rianimarsi, si girò sopra Marco sorridendo e lo baciò
[...omissis... (Andy prende l’iniziativa)]
... poi cominciò a sorridere allusivamente e riprese a parlare, sembrava quasi un’altra persona.
- Mi sa che tu nelle cose di sesso sei un po’ indietro, si vede che ti tira ma sei anche imbranato.
Continuando a sorridere Andy tirò via il lenzuolo.
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