Invito i lettori del blog a leggere il post anche se non hanno seguito tutta la storia precedente di Andy e di Marco, in cui, tra l’altro emergevano in modo evidente i diversi atteggiamenti delle famiglie dei due ragazzi nei confronti dei figli e della loro omosessualità in particolare.
In questo post si affrontano due problemi molto delicati: l’accettazione da parte della famiglia e il peso dei rapporti economici sui rapporti affettivi tra due ragazzi gay. Le due questioni sono estremamente serie. Nello specifico, Andy, rotti i rapporti con la famiglia di origine e perso quindi ogni sostegno economico, va a vivere a casa di Marco, questo fatto, che in teoria appare neutro circa i rapporti di Marco e di Andy, in realtà condiziona Andy profondamente. Al di là della vicenda di Andy e di Marco, la disparità di condizione economica tra due ragazzi gay rischia di essere un problema reale per il loro rapporto.
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Al mattino Andy si svegliò presto, prima delle sette, si fermò per un attimo ad osservare Marco addormentato e non resistette all’idea di scarmigliargli i capelli, Marco aprì gli occhi tutto insonnolito.
- Mh! Birillo! … guarda che oggi dobbiamo lavorare sodo.
- Ma che bel cuccioletto che sei tutto così assonnato! Dai Cucciolo, oggi si lavora ma prima si fa la doccia, poi la colazione e … dopo si lavora.
Andy si abbassò a baciare Marco sulle labbra.
- Che buon sapore che hai stamattina, sei dolcissimo! Dai alzati!
- Arrivo, arrivo!
- Cucciolo, dai, non perdere tempo, dai vieni ché dobbiamo fare la doccia e non sai quello che ti devo fare…
- Me lo immagino…
- ... omissis... [Marco e Andy entrati insieme in bagno, si spogliano per fare insieme la doccia, provano il piacere della totale disinibizione reciproca, si compiacciono di poter vedere la bellezza dell’altro nella sua nudità e di potersi fare vedere da lui. Andy dice chiaramente che nella nudità di un ragazzo e nella sua reazione sessuale si manifesta senza schermi la sua anima. Il tipo di intimità che si crea sembra preludere a un contatto sessuale più diretto... ] ... omissis –
Entrarono insieme nel box, la tensione era altissima, Andy si sedette sul fondo del box.
- Dai, siediti vicino a me, mi piace tanto stare così, è un momento intimo e noi stiamo insieme.
Marco si sedette a fianco di Andy poi Andy continuò il suo discorso.
- Adesso ti sembrerà strano ma mi stanno venendo in mente tante cose, per esempio chissà che cosa pensano i miei di me adesso, chissà che cosa hanno detto quando me ne sono andato e poi mi chiedo: ma i tuoi se lo immaginano che tipo di vita facciamo noi veramente, cioè se ci vedessero qui insieme nel box della doccia che cosa direbbero?
- Birillo, che cosa hanno pensato i tuoi lo puoi sapere molto meglio di me ma comunque non devono aver pensato gran che di buono, quanto ai miei penso che si rendano conto.
- Ma fino a questo punto?
- Ma sì, non sono mica cretini!
- E l’accettano?
- Ma te l’ho detto, non l’accetterebbero se non pensassero che è la mia felicità, ma io credo che ormai si siano convinti. E poi, in fondo, secondo me, adesso che ti conoscono ti accettano proprio come persona.
- Ma di me che pensano?
- Dai, lo sai, lo hai visto con i tuoi occhi.
- Sì, va be’, ma tu ripetimelo lo stesso.
- I miei ti vogliono bene e poi, Birillo, come si fa a non volerti bene?
- Ma quando tu dici che mi vogliono bene che cosa significa?
- Come che cosa significa?
- Io non riesco a immaginare come possono ragionare le persone di cinquant’anni.
- Be’, credo che più o meno ragionino come ragioniamo noi, cioè sentono e capiscono le stesse cose, almeno io ho sempre avuto questa impressione, quando dico che ti vogliono bene voglio dire che per farti stare bene farebbero tutto il possibile.
- E cioè che cosa?
- Ma lo hai viso da te.
- Ma adesso non avranno l’impressione che io campo a scrocco?
- No, loro di questo non sanno nulla, questi sono affari nostri e basta.
- Ma tu ai tuoi non gliel’hai detto?
- No, perché avrei dovuto, io a loro non sto nascondendo nulla ma questi sono affari nostri.
- Sì, è vero, ma a te dà fastidio?
- Che cosa?
- Che io sto qui a casa tua?
- Non è casa mia, è nostra, Birillo, è nostra veramente, i miei sono contenti che tu stia qui, sono veramente contenti.
- Ma adesso come faremo per i quattrini? Io non ho più una lira.
- Andy, facciamo così: dividiamo tutto a metà e le spese comuni le paghiamo metà per uno.
- Sì, ma io non ho nemmeno vestiti, scarpe…
- Be’ di quelle cose possiamo fare proprio patrimonio comune, sai dove sono i vestiti e ti prendi tutto quello che ti pare, se vuoi compriamo qualche cosa di nuovo se no teniamo tutto in comune.
- Pure la biancheria?
- Certo, pure la biancheria.
- Pensa che sensazione portare i tuoi slip, mi sa che mi si drizzerebbe anche per strada… Cucciolo, lo sai che certe volte mi sembra di essere uno che approfitta della situazione…
- Birillo, guarda che tu non devi avere nessuna idea di questo genere, a me non passa nemmeno per l’anticamera del cervello di pensare che tu stia qui per opportunismo, il fatto che tu stai qui mi cambia la vita e io sto vivendo delle cose bellissime che non avrei mai provato senza di te.
- Cucciolo però io per te potrei pure essere una palla al piede, mi devi promettere che se capiterà me lo dirai subito.
- Ti prometto tutto quello che vuoi, tanto non capiterà mai!
- Però sai, Cucciolo, essere poveri e dipendere da qualcuno è brutto!
- E io sarei qualcuno? Mi pare un po’ riduttivo! E poi tu non dipendi da nessuno… scusa ma allora io dovrei dire che noi, tutti e due, dipendiamo da papà… ma questo è assurdo!
- Non è assurdo, è vero, lui lavora e noi spendiamo quello che guadagna.
- Sì ma in tutte le famiglie è così!
- No, non in tutte, la mia no! A me non hanno mai dato niente per niente, non ho mai avuto la sensazione che qualcuno mi trattasse bene solo per farmi stare bene.
- Nemmeno adesso?
- No, adesso è diverso, voglio dire prima di conoscerci… sai Cucciolo, io adesso mi addormenterei qui dentro, c’è caldo, ci sei tu, mi sento protetto, mi piace proprio, non mi viene nemmeno voglia di sesso.
Marco gli passò una mano tra i capelli.
- Birillo… sto bene con te, riesci a stupirmi in continuazione.
- Sai, Cucciolo, quello che dicevamo ieri sera, che potrei innamorarmi di una ragazza… be’ onestamente a me non sembra poi tanto impossibile, non è mai successo, è vero, però io ti devo mettere in guardia perché, secondo me, tu il teorema lo fai troppo facile, in un certo senso penso che mi sarebbe più difficile innamorarmi di una ragazzo, finirei per fare i paragoni con te e credo che ci rimetterebbe senz’altro, ma con una ragazza potrebbe essere diverso, forse i paragoni li farei lo stesso ma sarebbe diverso, ma quando parlo di paragoni non parlo di sesso, parlo di affettività, del modo di volermi bene, del modo di fare di tutto per farmi stare bene. Cucciolo… io non ti voglio spaventare ma nemmeno illudere, può darsi che duri tutta la vita ma non ne sono poi tanto convinto e te lo devo dire.
- Anche in questo riesci a stupirmi ma non riesci a mettermi in agitazione, e poi se ti innamorassi di una ragazza io ti vorrei bene lo stesso.
- Lo so, Cucciolo, questo lo penso anch’io ma credo che ti sarebbe comunque molto difficile accettarlo, alla fine mi vorresti bene lo stesso ma con grossi sacrifici e con una delusione di fondo che non potresti nascondere nemmeno a te stesso.
- E se mi innamorasi io di un’altra persona, uomo o donna non conta, tu come faresti?
- Ma questo non può succedere perché tu mi vuoi bene veramente e io lo vedo, io ho molta più fiducia in te che in me stesso, Cucciolo, io sono un po’ ipocrita, io ho fatto di tutto per sedurti, anche ieri sera, ma poi non so se ti voglio bene veramente, Cucciolo, la verità è questa…
- Ma io questa verità la so, me l’hai già detta tante volte ma io non ho paura delle ipotesi, quando verranno i problemi veri ci penseremo, adesso, Birillo, pensiamo che l’acqua si sta freddando e che dobbiamo andare a studiare.
- Ma non ti dispiace che non abbiamo fatto l’amore?
- Birillo… l’abbiamo fatto in un altro modo, io lo so che tu vuoi delle rassicurazioni e che cerchi di dirmi tutto quello che pensi… è questo che mi fa innamorare, il sesso c’entra ma non è tutto… Dai, adesso ci asciughiamo e andiamo a studiare!
- Ok, Cucciolo, ma tu mi vuoi bene o ho detto troppe scemenze?
- Non sono scemenze, è quello che pensi e io sto cominciando ad affezionarmi a te in un modo ancora più profondo, se è possibile.
Usciti dal box si asciugarono ciascuno per proprio conto, la tensione erotica sembrava essere caduta, Marco era un po’ perplesso, non capiva perché Andy non avesse fatto l’amore con lui ma avesse preferito continuare parlare, la cosa gli sembrava se non strana per lo meno inusuale.
- Lo sai, Cucciolo, che per me stare qui adesso è una cosa diversa da prima.
- Cioè? Non ho capito, che vuoi dire?
- Voglio dire che prima stavamo più alla pari, adesso mi sento più dipendente.
- Ma perché? … Per i soldi?
- Sì! Sono una cosa importante…
- Ma non è che ti sei pentito di essertene andato da casa tua?
- No, non è quello, è che adesso mi sento molto meno libero di prima, prima non dipendevo da te.
- Ma prima dipendevi dai tuoi… ma perché poi devi usare questo verbo?
- Ti dà fastidio eh?
- Non mi piace…
- Sì, perché sono io che dipendo da te, a me sembra realistico, lo sento a pelle.
- Ma non è che ti stai facendo condizionare un po’ troppo?
- No, è che proprio non è facile…
In cucina Andy volle preparare la colazione senza permettere a Marco di intromettersi, apparecchiò la tavola sempre continuando a parlare.
- Io adesso devo cercare di guadagnarmela la tua ospitalità, tante cose le posso fare io, così tu hai un po’ più di libertà, stamattina non abbiamo fatto sesso… quando siamo entrati nel box ne avevo voglia, poi mi sono passate delle strane idee per la testa e ho messo da parte l’idea, mi tentava ma non mi sarebbe venuto spontaneo perché… aspetta, come faccio a dirtelo… è una sensazione curiosa, ma mi veniva in mente che io mi stessi quasi prostituendo per pagare il mio debito.
- Andy, ma sei cretino?
- No, non lo so, mi veniva da pensare così, cioè non è che non volevo ma poi scattava la molla del sentirmi uno che si prostituisce in cambio di qualche cosa, lo so che è assurdo ma mi viene in testa lo stesso, te l’avevo detto, io sono fatto male, con me dovrai avere moltissima pazienza, tu hai tutto un altro sistema di valori, sono cose molto più immediate, per me invece ci sono poche cose istintive e molte cose cerebrali…
- Birillo, adesso facciamo colazione e poi dobbiamo studiare, non posiamo lasciare correre il cervello a ruota libera, se vuoi pagare il tuo conto lo devi pagare studiando e facendo studiare me.
- Allora lo vedi che c’è un conto da pagare!
- Ma che c’entra … è un modo di dire! Dai, adesso andiamo a studiare.
Marco si avvicinò a Andy e gli passò una mano tra i capelli, Andy, che era seduto, lo guardò da sotto in su sorridendo.
- Cucciolo, io sono fatto così, devi avere molta pazienza, adesso andiamo a studiare e non ti scoccio più fino a stasera.
- No, dai facciamo fino all’ora di pranzo, un Birillo troppo tecnico non mi piacerebbe affatto.
- Facciamo così: ogni tanto una piccola pausa, ogni tre ore?
- Ok!
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