sabato 17 novembre 2007

STORIA D'AMORE DI UN VECCHIO GAY

Cari amici del blog,
sono qui a farvi una confidenza. Mi sento stanco, certe volte affaticato, contrariato. Stamattina non sono stato bene, ho avuto qualche momento di malore e ho provato la sensazione netta che la partita si stesse per chiudere, una cosa del tutto improvvisa, mi hanno fatto sedere, mi hanno portato un bicchiere d’acqua, poi, piuttosto rapidamente, è passato... sono stato meglio. Almeno alla grossa penso di sapere di che si tratta, sono cose sgradevoli ma cose con le quali dovrei riuscire a convivere, anche se la confidenza nelle mie possibilità fisiche ne esce piuttosto ridimensionata. Come cambiano gli orizzonti del blog di fonte a queste cose! Una volta a casa ho pubblicato ugualmente “simbiosi gay etero – replica” che ho trovato nella posta del blog msn. Ma dopo mi sono sentito scoraggiato. Qualche volta mi capita (è capitato di recente) quando sto in chat di perdere il controllo e, direi, il buon senso, e di lasciarmi andare a discorsi un po’ troppo accalorati e fuori luogo che, in buona sostanza sono aggressivi e poco rispettosi del mio interlocutore che è un’altra persona, talvolta molto diversa da me sotto tanti punti di vista... ma io di queste cose mi dimentico facilmente... e non dovrei... certamente non dovrei. Certe volte mi sento scoraggiato e ho la netta sensazione di non essere all’altezza della situazione. Le cose mi si presentano molto più complesse di come me le aspettavo. Sto facendo in questi giorni un bagno di realtà per uscire un po’ dalla mia mitologia gay e avanzare un po’ nella conoscenza del mondo reale. Mi rendo conto sempre di più di avere una prospettiva limitata e una vista corta, in sostanza di essere vecchio e di vedere le cose come le vedono i vecchi. E proprio per i vecchi gay ho scritto stasera il mio post quotidiano. In fondo quello è il lato della vita gay che conosco meglio.
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Quanta gioventù c’è in città la mattina, ci sono le scuole, le università, gli uffici. Il mondo è pieno di ragazzi. Sono belli, indubbiamente, sono una speranza per il domani, ma noi siamo vecchi, noi siamo i gay che vanno verso il tramonto, quelli che devono accettare che per loro non è più tempo di combattere e che la loro giornata volge al tramonto. Non è un problema di gay o di etero, per noi ormai il problema è quello dal rapporto tra vecchi e giovani, il problema è essere accettati, non come gay, ma come vecchi, essere accettati dai giovani, dai ragazzi, essere accettati per sentirsi utili, per sentirsi vivi ancora per un po’. Ma non è facile essere accettati... perché si parla un linguaggio vecchio, perché si ricordano cose vecchie che hanno un senso solo per chi le ha vissute. Ricordi di vita, o di non vita, o di ombre di vita cui si è dato lo spessore del reale a forza di ripeterli... quando ci si racconta ci si riscopre e ci si reinventa, ma il passato è un tempo triste. Come diceva Pasolini: Solo vivere, solo amare conta, non avere amato, non aver vissuto. In questo è implicita la condizione dei vecchi e in particolare dei vecchi gay esclusi dal presente. I fortunati sono pochi, e per fortunati intendo quelli che non restano completamente soli, gli altri devono abituarsi a convivere con la solitudine, Un ragazzo trova amici, ma un vecchio è irascibile, bizzoso, scostante e gli amici li allontana prima che si avvicinino. Essere vecchi gay... già... quelli che hanno vissuto almeno hanno qualcosa da ricordare ma la maggior parte non ha nulla da ricordare, fantasie, certo... sogni totalmente unilaterali, ma di contatto umano vero... ben poco, gli affetti ... se possono chiamasi affetti sono così sublimati che diventano evanescenti. La vita al tramonto è un adattarsi non c’è più niente da costruire. Mi colpì molto una storia di un gay anziano, mio amico, si chiama Guido e ha 78 anni... la sua storia è nello stesso tempo bella e terribile. Io la riferisco nello stesso secchissimo modo in cui Guido me l’ha raccontata in poche parole. Guido è vissuto sempre solo, a 64 anni è andato in pensione, ed ha continuato a vivere solo, non ha parenti stretti, in pratica non ha nessuno, solo un vecchio cane che gli tiene compagnia. Un giorno Guido è andato a fare la spesa al supermercato, è scivolato e si è rotto il femore, a 75 anni è stato costretto a rimanere solo in casa. Si è rivolto ad una associazione di volontariato e gli hanno mandato un ragazzo per assisterlo. Il ragazzo aveva 31 anni. In breve... Guido si è innamorato di questo ragazzo e il ragazzo l’ha capito ed ha continuato ad andare a casa di Guido, tra loro si è creata un’amicizia vera. Quel ragazzo non era gay. Guido dopo qualche mese ha ricominciato a camminare, prima male, ma poi sempre meglio, finché non è stato di nuovo autonomo e il ragazzo ha continuato ad andarlo a trovare anche dopo. Guido era felice, per la prima volta nella sua vita si sentiva amato, ma la cosa purtroppo non è finita bene perché dopo qualche mese il ragazzo è morto in un incidente automobilistico. Tutta la storia è durata 24 mesi. Adesso Guido è di nuovo solo a 78 anni. La storia d’amore che ha vissuto tra i 74 e i 76 anni, paradossalmente, ha rafforzato la sua voglia di vivere. Parla di quel ragazzo come del figlio che avrebbe voluto avere, ne parla in modo sereno, ma la presenza di quel ragazzo e la sua morte improvvisa hanno lasciato in Guido una traccia indelebile.

1 commento:

Anonimo ha detto...

"Progettista" guarda che non si muore per un pò di torcicollo, quindi rimboccati le maniche che qui c'è gente che ti stima, ascolta, cerca...
Continua a fare il tuo lavoro, perchè è incredibile, e se devo dirti la verità: unico.
:) un abbraccio