tag:blogger.com,1999:blog-5138685960835157742024-03-16T02:09:26.798+01:00STORIE GAYUn blog per leggere storie gay in Italiano, storie gay vere, storie di uomini e di ragazzi gay. Questo sito vuole parlare di cose vere a chi vuole leggere di sentimenti e di vita vera.PROGETTO GAYhttp://www.blogger.com/profile/14526527721413474895noreply@blogger.comBlogger1199125tag:blogger.com,1999:blog-513868596083515774.post-3357377375863243982022-01-14T13:57:00.001+01:002022-01-14T14:00:54.868+01:00COPPIE GAY E PAUSE DI ATTESA<p><br /></p><p style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0px 0px 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Caro Project, ti è mai capitato di sentirti distrutto da un’attesa? Distrutto no, ma malinconico parecchio? Perché è quello che mi sta succedendo. Ho 27 anni e il mio lui ne ha 25, ci vogliamo bene però io ho sempre paura di poter essere troppo invadente, di pretendere che lui sia mio e questa è probabilmente una pretesa stupida. Se vuole stare con me ci deve voler stare lui, ma senza sentirsi costretto o anche solo vagamente tenuto a stare con me, per questo io non lo cerco, o meglio lo faccio molto raramente e mi limito in genere a manifestargli il mio entusiasmo quando mi cerca lui.</p><p style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0px 0px 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">In altri tempi gli ho manifestato un po’ di possessività e ho rischiato di mettere seriamente in crisi il nostro rapporto. In fondo non posso pretendere che lui non abbia una vita sessuale al di là di quella che ha con me. Lui mi vuole bene e anche sessualmente è proprio entusiasta di stare con me. Una certa preoccupazione ce l’ho per via delle malattie sessualmente trasmesse ma tra noi il sesso è veramente a bassissimo rischio e non è nemmeno una cosa frequente, perché ci vediamo poco e comunque lui non è uno sprovveduto.</p><p style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0px 0px 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Io so che lui vede altri ragazzi, lo so perché me lo ha detto lui ma, almeno fino adesso, questo fatto non ha mai messo in crisi i nostri rapporti. Non sono geloso ma mi pesano molto le pause lunghe che, però, tante volte potrebbero benissimo derivare e penso che derivino da impegni di studio o di lavoro. Io lo vorrei sempre con me, o almeno vorrei stare con lui quanto più frequentemente possibile. Mi dico che dovrei chiamarlo, ma poi ne faccio a meno e mi dico che se volesse stare con me sarebbe lui a chiamarmi come è successo quasi sempre.</p><p style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0px 0px 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Francamente non ho paura di perderlo, anzi penso che il rapporto con lui non si perderà proprio, ma lo devo lasciare anche libero. In effetti, fino adesso, anche se con pause lunghe pure due settimane o più, non ci siamo mai persi realmente di vista. Quando ci vediamo stiamo bene insieme, anche se io vorrei che ci vedessimo, o almeno ci sentissimo di più.</p><p style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0px 0px 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Qualche volta penso di avere di lui un’immagine piuttosto mitica e poco realistica ma, quando ci incontriamo, il rapporto tra noi è talmente sciolto e gradevole, da entrambe le parti, che i dubbi mi passano del tutto, salvo poi a tornarmi quando cominciano a passare alcuni giorni e mi torna in testa che forse potrebbe aver cominciato a mettermi da parte. In un certo senso io do per scontato che prima o poi succederà. Tutte le cose umane hanno un inizio e una fine e di cose che non si perdono col passare del tempo ce ne sono certamente, ma sono pochissime.</p><p style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0px 0px 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Però anche la consapevolezza che prima o poi lo perderò non mi smonta. Quando succederà succederà, ma fino allora con lui ci voglio stare bene, perché ci sto bene e vedo che anche lui sta bene con me. Il problema sono le pause, quando diventano troppo lunghe. Lui non è uomo di messaggini e di regaletti, queste cose non le capisce e lo infastidiscono pure. Anche se è giovane ha mille impegni e, secondo me, è destinato ad un futuro notevole e glielo auguro di cuore.</p><p style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0px 0px 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Non è un perditempo giramondo, non è discotecato, niente del genere, studia molto, prende le cose sul serio, prende sul serio anche me, ma non come obbligo, perché mi vede soprattutto come un momento di evasione, come una parte riservatissima della sua vita in cui può finalmente essere se stesso e sa di essere accettato e amato per quello che è e non per quello che fa. Io penso proprio che in me lui trovi la possibilità, probabilmente l’unica possibilità che ha, di essere accettato senza riserve.</p><p style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0px 0px 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Con altri ragazzi ai quali vuole bene certe volte arriva allo scontro o alle incomprensioni, con me non è mai successo. Ecco questa è una cosa che ho notato spesso, con me non entra mai in competizione, mi sta ad ascoltare e penso si senta gratificato dal fatto che gli dico che è una delle persone migliori che ho conosciuto, proprio moralmente, perché non mi ha mai raccontato balle, non so se lo ha fatto con altre persone, ma con me non è mai successo.</p><p style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0px 0px 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Quando non c’è, dopo qualche giorno mi manca, gli voglio bene, non so dire se ne sono innamorato, forse no, ma gli voglio bene, quando lo vedo preoccupato o ansioso vorrei poterlo fare stare meglio ma so che non posso fare gran che. Lui da me si aspetta un comportamento forte, non mi vede debole o esitante, se mi lascio andare mi rimprovera. Ci sono stati periodi in cui pensavo che stesse con me solo per il sesso, ma adesso non lo penso più. Non riesco a capire che cosa lui pensa veramente di me, cioè come mi giudica, e per cercare di capirlo mi devo basare sui fatti.</p><p style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0px 0px 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Di me si fida e d’altra parte io mi fido di lui, non mi ha mai messo in difficoltà con altre persone, non fa pettegolezzi e ha un rispetto sostanziale degli altri e con me, col passare del tempo, ha creato un rapporto veramente molto bello, anche se decisamente fuori schema per moltissimi aspetti. Io ho un mio ruolo, che è un ruolo serio che può sembrare limitato, perché in qualche modo è parziale, ma è autentico.</p><p style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0px 0px 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Nella mia vita mi è capitato di trovare altri due ragazzi che per me sono stati importanti, loro erano innamorati di me ma io avvertivo qualche nota dissonante e alla fine mi sono allontanato. Non so come dire, forse a me ci tenevano troppo, o a me sembrava che ci tenessero troppo. Loro dicevano cose splendide ma in qualche modo eccessive. Lui invece non ha mai fatto dichiarazioni, anzi mi ha sempre messo in guardia perché io non vedessi in lui quello che non c’era. Non ha promesso la luna, anzi non ha promesso proprio nulla, ma di fatto il rapporto con lui ha avuto fin dall’inizio un altro spessore. Con me non ha mai recitato.</p><p style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0px 0px 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Insomma, Project, mi manca, questo non lo posso negare, ma forse queste pause hanno anche un senso perché il nostro rapporto non si logora nel quotidiano e quando ci vediamo c’è veramente il piacere di stare insieme, anche se io penso che tutto potrebbe funzionare altrettanto bene in una dimensione quotidiana di convivenza. Comunque sarà quello che dovrà essere, senza forzature, il punto fermo è che ci vogliamo bene.</p><p style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0px 0px 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">________</p><p style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 15px; margin: 0px 0px 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul forum di Progetto Gay: <a href="http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=22&t=7022" style="border: 0px; color: #208ece; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=22&t=7022</a></p>PROGETTO GAYhttp://www.blogger.com/profile/14526527721413474895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-513868596083515774.post-44436463662580470382021-05-17T17:24:00.002+02:002021-05-17T17:24:19.816+02:00AMORE GAY LIBERO E CONVIVENZA<p> <span style="background-color: white; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; text-align: justify;">Caro Project,</span></p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">ho 34 anni e per la prima volta mi sono innamorato di un ragazzo. Sono stato con diversi ragazzi, ho fatto sesso con loro ma non ne ero realmente innamorato, ma da poco più di un anno mi sono innamorato ed è proprio una cosa diversa. Prima pensavo a che cosa potevo avere io da quei ragazzi, adesso penso a che cosa posso fare io per il ragazzo che amo, non cerco un contraccambio da lui anche perché quel contraccambio c’è, e pure sovrabbondante, senza che io lo chieda, almeno per il momento, comunque sono proprio felice che esista uno come lui. Non è un santo, ha i suoi difetti, qualche volta mi tratta in modo brusco ma con amore, almeno io penso che sia così. Non fa calcoli sui sentimenti, non è ipocrita, me lo sono trovato vicino ogni volta che ne ho avuto bisogno, mi ha preso sul serio fin da subito, tre cose di lui mi hanno conquistato, l’intelligenza, il rispetto degli altri e l’immediatezza.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">È un ragazzo bello, ma non è quella la nota che lo caratterizza, di belli ce ne sono tanti. Ha avuto una vita difficile e ha una capacità singolare di penetrare l’animo umano, di leggere nei sentimenti del suo interlocutore. Non giudica, non condanna, ha bisogno di capire, è capace di amare in un modo adulto che per me vuol dire non possessivo, mi ha sempre lasciato completamente libero, non mi ha forzato in nessun modo, nemmeno minimo. Non cerca di mettere in pratica un codice di comportamento imparato dalla pornografia, ma presta attenzione al suo ragazzo, o meglio al ragazzo con cui sta in quel momento, cerca di capirlo, di andare nella sua direzione.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Sa che sono innamorato di lui e non ha o sembra non avere paura che il mio volergli bene possa essere per lui un freno. Lui sa che è amato per quello che è e non per quello che fa o che potrebbe fare, che non ci sono condizioni di nessun genere. Sa che da lui mi aspetto solo spontaneità, senza obblighi di alcun tipo, ed è per questo che ci vogliamo bene, è una scelta nostra momento per momento. La scelta di stare insieme come coppia è sempre reversibile, quella di volerci bene e di rispettarci è assolutamente irreversibile. È un tipo di uomo che mi piace, e non parlo solo del fisico, uno come lui è un modello da seguire, eppure è una persona che ha le sue fragilità, le sue insicurezze. Non è un modello di coraggio o di forza d’animo e nemmeno di coerenza, ma è un modello di equilibrio, in lui trovo tutto quello che mi serve, o quasi: l’accondiscendenza e la capacità di fermarmi e di dirmi di no, il buon senso nelle decisioni, la pazienza ma fino a un certo punto, e soprattutto la dolcezza, l’assenza totale di aggressività, che è una cosa che io apprezzo moltissimo.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Mi ha detto che prima non era così, che scattava, che reagiva malissimo ma poi è cambiato quando abbiamo cominciato a stare insieme perché ha visto che io non mi arrabbiavo mai con lui, e poi dice che adesso non è aggressivo perché si sente pacificato dentro. Effettivamente noi non abbiamo mai litigato, non abbiamo mai alzato la voce. Lui mi ha voluto e non ho nemmeno capito perché, ha voluto proprio me, o meglio anche me, non solo me, ma a nessuno di noi due è mai venuto in mente di abbandonare l’altro, almeno questo è quello che io penso.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Tra noi vige una regola non scritta: nessuno di noi due fa domande all’altro sulla sua vita sessuale al di là del nostro rapporto, questo non significa che non parliamo delle altre relazioni, se vogliamo chiamarle così, che abbiamo o che abbiamo avuto, ne parliamo spontaneamente se ci va, ma se ci vogliamo tenere il nostro privato possiamo anche tenercelo per noi e non crollerà nulla. In realtà parliamo o meglio abbiamo parlato molto di queste cose e non ci sono state mai gelosie né da parte sua né da parte mia. Io so che lui ha avuto e forse ha anche altri ragazzi, non me lo ha mai nascosto. Gli unici problemi (e non sono problemi da poco) sorgono per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili ma sulla sua onestà su questo punto ci metterei la mano sul fuoco. Quando ha avuto qualche dubbio me lo ha detto e non ci siamo visti finché non ha fatto il test, attualmente non parla più di altri ragazzi, non so se ci siano ancora altri ragazzi nella sua vita, ma sarei portato a pensare che non ce ne siano. Lui sa che io ho solo lui ormai da quattro anni e quindi sta tranquillo.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Non avevo mai desiderato la presenza di un ragazzo come desidero la sua, anche per il sesso, ma più che altro per quella forma di complicità senza parole che si forma soprattutto sul piano sessuale, per quel capirsi al volo, per quel conoscersi a fondo e fidarsi uno dell’altro. Quando ci incontriamo, che, in fondo è ancora adesso una giornata intera alla settimana, dedichiamo molto tempo al sesso e il minimo indispensabile a dormire e a mangiare. In genere non riusciamo a parlare in quelle situazioni, è come se ormai il sesso fosse una cosa scontata e parlare tra noi lo fosse molto meno, quando ci separiamo è il momento peggiore, ma non nel senso che ci dispiace separarci, a quello ormai ci abbiamo fatto l’abitudine, ma nel senso che non ci diamo mai l’appuntamento per la volta successiva e non perché è una cosa scontata, ma proprio perché non lo è affatto. Un appuntamento è un vincolo, un punto di riferimento, diciamo un limite alla libertà, e noi dobbiamo garantirci reciprocamente la nostra libertà, oggi stiamo insieme, ma non è scontato che staremo insieme anche il prossimo fine settimana.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Se c’è una cosa che mi manca nel contatto con lui è proprio il fatto di parlare senza paura, di infrangere la regola della libertà. Se gli dicessi “ti voglio bene!” in qualche modo darei l’impressione di volerlo vincolare al fatto che gli voglio bene, pretendendo qualcosa in cambio. Mi manca la sua presenza quotidiana, il colloquio sulle banalità. Noi non ci sentiamo praticamente mai nel corso della settimana e ci vediamo solo il sabato sera. Vorrei fare con lui anche le cose banali, vorrei condividere il quotidiano, ma non mi manca per ragioni oggettive ed esterne, mi manca perché temo che provare a condividere anche il quotidiano sposti un po’ l’asse del nostro rapporto dal sesso, che al momento ne è il vero centro, alla condivisione di tutti gli aspetti della vita, e non so se lui vuole veramente una cosa simile.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Quando sto con lui mi viene spesso una riflessione, le dichiarazioni fatte a parole hanno una valenza generale, sono come dei teoremi, il sesso è una cosa fisica, concreta, è l’applicazione di alcuni di quei teoremi al caso particolare, questo vuol dire che contano più le eccezioni che le regole. Il sesso non obbedisce a regole generali, è assolutamente soggettivo, riguarda il nostro rapporto con una singola persona e in un preciso momento, non e ripetibile, non è generalizzabile, non è prevedibile. Le variabili sono così numerose e così poco conosciute che alla fine si deve rinunciare ad ogni proiezione e ad ogni previsione.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Molti considerano il sesso come un modo per capire un’altra persona, ma in realtà quando si vive veramente il sesso con un’altra persona ci si rende conto della complessità della sessualità e della sua dimensione sostanzialmente incomprensibile. Alla fin dei conti io non so nemmeno che cosa spinga me a vivere la mia sessualità insieme con lui, come posso capire che cosa spinge lui a stare con me? Con me e non con un altro, almeno in quel momento. E anche se posso dire che c’è condivisione reale e trasporto reciproco, la spontaneità è comunque frenata. Non è mai possibile capire realmente i desideri e i limiti del tuo compagno. Da qui l’incertezza, la tendenza a frenare a non correre troppo, il senso del limite, e questa potrebbe essere una delle ragioni che rende il nostro rapporto comunque stabile.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">È bello quando ci incontriamo il sabato, sono momenti di entusiasmo, l’armonia sessuale c’è, ma è difficilissimo andare oltre, e poi quando ci separiamo cominciano ogni volta i giorni dell’attesa, giorni che sono di vera solitudine, in pratica lunghe pause tra due giorni di vita, giorni vuoti, in cui tornano a galla mille pensieri, giorni in cui penso che quello che vorrei è altro, che lo vorrei vedere felice di stare con me tutti i giorni, vorrei potermi svegliare e trovarlo al mio fianco, vorrei preparargli la colazione, vorrei – sembra un paradosso – perfino litigare con lui in modo forte e aggressivo e poi fare la pace, e invece c’è la paura di sbagliare, di eccedere, e allora non si dice nulla, perché c’è sempre il dubbio: lui sarebbe o no disposto a costruire un rapporto diverso, più affettivo, non dico meno sessuale, ma più affettivo?</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Io avverto il distacco tra i momenti di coinvolgimento sessuale nei quali è totalmente coinvolto e quelli molto più freddi del dopo-sesso, nei quali non si scherza mai e si parla pochissimo, quasi come se si pensasse “da entrambe le parti” di avere fatto qualcosa che in fondo non si doveva fare. Ho osservato col passare dei mesi che nei rapporti sessuali ci sono stati dei cambiamenti. All’inizio i limiti erano strettissimi: niente coccole che sanno troppo di affettività, ma solo sesso e niente altro, non voleva che gli passassi le mani tra i capelli o che gli toccassi la barba, poi piano piano ha superato queste cose, adesso mi permette di accarezzarlo, ma lui con me non lo fa, se le carezze sono esplicitamente sessuali allora le accetta, ma se sono semplici gesti di affetto, devo stare attento a non insistere troppo perché la cosa potrebbe dargli fastidio.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Non è che non ci si voglia bene, ma penso che lui non sia abituato ai gesti affettuosi, che quelle cose in qualche modo lo spaventino, che le senta come qualcosa di aggressivo, di troppo libero, di non codificato, che le senta come un tentativo di creare un obbligo, un vincolo stretto, capace di togliergli o di restringere la sua libertà. I piccoli cambiamenti che ho notato nel nostro modo di fare sesso mi fanno pensare che qualcosa sta realmente cambiando, ma non ti nego, Project, che non sono affatto sicuro che si andrà avanti in questa direzione. Non sopporta che gli dica che è un bel ragazzo, ne è quasi infastidito, considera questi discorsi una parodia dei discorsi che un ragazzo usa per sedurre una ragazza. Quando parla di noi non usa mai la parola amore ma solo la parola sesso. Una cosa però mi chiedo, ma se sta veramente cercando solo sesso, perché ha scelto me, ne avrebbe trovati tantissimi meglio di me, che non gli avrebbero creato problemi di nessun genere e si sarebbero adattati facilmente al suo modo di vedere le cose. E non è nemmeno un problema di scelta esclusiva, sa benissimo di essere libero di andare anche con un altro ragazzo, ma se non lo fa, come io credo, anche se rivendica la libertà di poterlo fare, alla fine deve avere una motivazione seria.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Mi dice che io lo stimolo molto sessualmente, ma secondo me è una cosa che non sta proprio in piedi. Nel sesso sono io ad andare appresso a lui e non il contrario. Ho pensato che di me gli possa piacere proprio il fatto che non gli dico quasi mai di no, che cerco di capirlo. Quando lo vedo triste o distante ci sto proprio male e penso che lui se ne sia accorto. Quando facciamo sesso è completamente coinvolto. Non avevo mai visto ragazzi così coinvolti nel sesso. Di me in quelle situazioni si fida totalmente e sembra assolutamente e profondamente partecipativo, ma dopo il sesso sembra un’altra persona, si incupisce, diventa spiccio nei modi di fare, molto ironico, ma di un ironico amaro, non verso di me ma verso se stesso.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Io ho un dubbio di fondo, adesso le cose vanno così e io penso che il problema stia nella distanza e nel fatto che ci si vede un giorno alla settimana, la soluzione, in teoria, sarebbe cercare di cambiare lavoro e di poter vivere veramente insieme, per lui è indubbiamente più difficile che per me, allora io potrei anche cercare di cambiare lavoro e di trasferirmi nella sua città, ma dovrei vendere casa mia, per la quale devo pagare ancora parecchi anni di mutuo, e trasferirmi a casa sua, ma lui me lo ha proposto solo in modo molto vago e probabilmente poco convinto, e non so se è veramente quello che vorrebbe, ma mi chiedo se questo vivere insieme, invece di fare migliorare le cose attraverso la condivisione del quotidiano, non possa in realtà mettere in crisi quel rapporto che adesso c’è e che forse si regge proprio sul fatto che stiamo a 150 km di distanza e che siamo comunque entrambi liberi. Onestamente non so prendere una decisione, andare avanti come è successo fino ad ora è un’opzione insoddisfacente, ma l’altra opzione, cioè puntare tutto sulla convivenza temo che possa essere addirittura distruttiva. Tu che ne pensi?</p><p style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">___________</p><p style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay: <a href="http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=22&t=6960" style="border: 0px; color: #0d3d9b; font: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; transition: all 0.1s ease-in 0s; vertical-align: baseline;">http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=22&t=6960</a></p><div><br /></div>PROGETTO GAYhttp://www.blogger.com/profile/14526527721413474895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-513868596083515774.post-77007907297416487322021-05-06T16:18:00.012+02:002021-05-06T16:21:45.537+02:00CRONACA DI UN DISASTRO GAY ANNUNCIATO<p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Ciao Project, tempo fa pensavo di mandarti una mail sulle coppie gay, perché l’argomento mi interessa in prima persona, ma questa mail ha un’origine del tutto diversa. Io ho 32 anni, sono gay, non saprei dire se ho un compagno oppure no, e avevo pensato che il mio per così dire “problema” fosse un problema particolarmente serio, ma questo finché non mi sono reso conto che mi posso considerare fortunatissimo. Ho un gruppo di amici, che io e il mio “compagno” frequentiamo ormai da anni. Abbiamo sempre pensato di essere gli unici gay del gruppo. Gli altri lo sanno, o almeno penso che lo abbiano capito, nessuno ne ha mai parlato, né noi né loro, ma dovrebbero averlo capito. Tra gli amici ce ne sono alcuni molto estroversi, sia ragazzi che ragazze, e qualcuno un po’ più riservato. Io e il mio “compagno” siamo radicalmente laici, voglio dire che non siamo credenti, la chiesa ci sembra qualcosa di completamente estraneo e addirittura ostile. Con questo papa, forse un po’ meno, ma è comunque un mondo lontanissimo dal nostro modo di vedere le cose. Nel gruppo di amici ci sono anche cattolici, diciamo così “normali” cioè senza troppi entusiasmi ma che ancora si riconoscono in quegli ambienti, e poi c’è un ragazzo, che qui chiamerò Paolo (perché cita sempre san Paolo!) col quale il discorso, sia da parte mia che da parte del mio “compagno” è stato sempre molto difficile. Lui aveva una ragazza da anni, conosciuta in ambiente sempre cattolico. Vorrei fare una premessa: io e il mio “compagno” non ci sentiamo cattolici ma non odiamo nessuno e non abbiamo presupposti radicalmente laicisti e mangiapreti. Abbiamo conosciuto anche preti degni del massimo rispetto, intendo degni del massimo rispetto anche da parte di non credenti come noi, perché alla fine non conta quello che dici ma quello che fai. Dico questo per chiarire che non abbiamo uno spirito di repulsione verso tutti gli ambienti cattolici, perché dire cattolico può significare tutto e il contrario di tutto, come d’altra parte anche dire gay può significare tutto e il contrario di tutto.<br />Torno a Paolo. Fin da quando l’ho conosciuto, Paolo ha mostrato nei miei confronti una specie di distacco, diciamo di splendido isolamento. Si parlava pure, ogni tanto, ma solo di banalità, lui, nel gruppo, aveva i suoi amici, quelli più radicalmente cattolici, e siccome mi aveva sentito dire la mia e non gli piaceva quello che io dicevo, mi teneva a distanza, ma lo faceva solo lui, con i suoi amici “cattolici” io avevo un rapporto ottimo, si scherzava e si parlava di tutto, con lui no, il dialogo era minimo e limitato a cose ovvie, lui non si mescolava con chi non la pensava come lui. Poi il mio compagno è entrato nel gruppo e Paolo con lui aveva un minimo di rapporto, perché il mio compagno è molto più prudente di me, e avendo capito al volo chi era Paolo, si è ben guardato dal dire quello che pensava. Il mio compagno riteneva Paolo un ragazzo un po’ chiuso, un po’ fissato con la religione, ma tutto sommato uno “abbastanza simpatico”. Noi non abbiamo detto che eravamo una coppia gay, penso che alla maggior parte degli amici non importasse nulla di questo fatto e quindi non ne abbiamo parlato, ma tra noi avevamo dei comportamenti un po’ troppo sciolti per essere solo una coppia di amici. Paolo veniva sempre con la sua ragazza ma faceva delle cose che non capivo e che mi davano fastidio, rimproverava la ragazza in pubblico per delle cose che a me sembravano del tutto prive di senso, la zittiva facendole fare la figura della stupida, mi sono chiesto perché la ragazza tollerasse tutto questo, se io avessi fatto col mio compagno la decima parte di quello che Paolo faceva con la ragazza, il mio compagno mi avrebbe fatto volare dalla finestra. Un giorno si comincia a parlare di vita di coppia, gli amici cattolici “normali” dicevano cose tutto sommato accettabili o quasi anche per me e per il mio compagno, ma quelle cose a un certo punto hanno fatto scattare Paolo che è partito lancia in resta contro una ragazza che aveva osato sostenere che le esperienze prematrimoniali sono fondamentali e possono evitare “matrimoni sbagliati”. Paolo è scattato proprio all’espressione “matrimoni sbagliati” e ha cominciato a citare san Paolo. Al che io e il mio compagno ci siamo scambiati uno sguardo di intesa, come per dire: “Ma questo viene proprio dalla Luna!” Poi la ragazza gli ha detto che uno non deve subire passivamente gli atteggiamenti dei genitori e lì Paolo si è proprio scaldato dicendo che “onora il padre e la madre” è un comandamento e che non bisogna mai dimenticarsene, ecc. ecc. Una ragazza gli ha detto: “se mia madre si vuole impicciare dei fatti miei e mi vuole dire con che ragazzo mi devo mettere io non la posso mica stare a sentire rovinandomi la vita, lei la sua vita l’ha avuta, la mia è mia!“ Poi Paolo è scivolato sull’argomento gay e ha detto cose veramente assurde, che le coppie etero hanno il dovere di essere “serie” perché devono collaborare al disegno di Dio mettendo figli al mondo e non possono fare “come i gay” che pensano solo “a divertirsi”. Questa espressione mi ha fatto proprio venire i nervi, ho scambiato un’occhiata di intesa col mio compagno e poi ho detto a Paolo: “Ma ti rendi conto delle stupidaggini che dici? Ma tu hai amici gay?” Lui mi ha guardato e ha detto: “Non ho mai avuto amici gay!” e io gli ho detto: “No! Non è vero! Un amico gay ce l’hai e sono io!” Il mio compagno è intervenuto e ha detto: “Hai due amici gay, l’altro sono io!” Project, tu non ci crederai, ma Paolo ha pensato che ci fossimo messi d’accordo per prenderlo in giro e non ha creduto minimamente al fatto che fossimo gay… per lui i gay sono proprio di un’altra specie zoologica. Poi trascinati dalla sua incredulità anche gli altri hanno considerato il nostro dichiararci come un modo di prendere in giro Paolo. Tutto questo accadeva circa due anni fa. Da qualche mese a questa parte le cose sono un po’ cambiate, Paolo considera me e il mio compagno due amici burloni, ma etero al 100%, altrimenti non avrebbe mai accettato la nostra amicizia, ma abbiamo avuto l’occasione di parlare con lui anche un po’ più seriamente. Project, io e il mio compagno stiamo pensando seriamente che Paolo possa essere gay. Va sempre in giro con la ragazza appresso, o meglio al seguito, ma io vedo i nostri amici etero che comportamento hanno con le loro ragazze, beh il comportamento di Paolo è totalmente diverso: mai una carezza, una coccola, ma nemmeno mai una parola carina per la ragazza, che evidentemente nel mondo di Paolo non conta proprio niente, o meglio conta come qualcosa che lo riporta ad un modello eterosessuale, col quale però, è evidente che non ha nulla a che spartire. I miei amici etero, sia ragazzi che ragazze parlano anche di sesso, ne parlano poco ma succede e ne parlano come della cosa più ovvia del mondo, Paolo non ne parla mai, schiva proprio l’argomento in modo sistematico. Gli altri parlano ogni tanto pure di omosessualità. Nei discorsi di Paolo le parole: gay o omosessuale, non compaiono mai, nemmeno per sbaglio e il richiamo alla religione è solo visto in chiave di freno e di limitazione, mai in termine di liberazione o di entusiasmo. Ne ho parlato col mio “compagno” e siamo arrivati alla conclusione che avremmo potuto “forse” dirgli di noi, ammesso e non concesso che fosse in grado di capire che non era uno scherzo, ci abbiamo anche provato, ma ogni volta che si accorgeva che stava per succedere qualcosa del genere si dileguava immediatamente. Io e il mio compagno non frequentiamo la chiesa, ma una coppia dei nostri amici che invece va in parrocchia ci ha riferito di una predica fatta da uno dei sacerdoti il quale ha detto che il matrimonio è il rimedio della concupiscenza ma non ha riferito il discorso agli etero, come si fa di solito, ma lo ha generalizzato dicendo che il matrimonio è anche il rimedio della omosessualità. Espressione che manifesta la più radicale ignoranza in materia di sessualità. La coppia di nostri amici che era presente ha avuto l’impressione che il discorso non fosse generico ma che fosse diretto a Paolo che era lì in prima fila e non si è mosso di un millimetro fino alla fine. I miei due amici etero probabilmente hanno pensato quello che avevamo pensato io e il mio compagno, ma in una situazione simile che fai? Affronti Paolo in modo diretto? O dici alla ragazza di stare attenta e di capire bene se è il caso di andare avanti? Io e il mio compagno abbiamo parlato di Paolo con questa coppia di amici e loro ci hanno detto che il prete che aveva detto quelle cose era considerato un personaggio “un po’ strano” e scomodo pure dal parroco che aveva cercato di limitarne la sfera di azione. In parrocchia lo evitavano tutti, salvo Paolo, che invece ne era entusiasta. Che prove avevamo? Praticamente nessuna prova concreta, ma eravamo in quattro ad avere avuto la stessa sensazione. Abbiamo deciso che prendere Paolo di petto fosse una cosa non praticabile e che avremmo solo potuto portare la discussione su questi argomenti per vedere le reazioni di Paolo, e lo abbiamo fatto, ma la reazione è stata nulla. La coppia di amici etero è partita dalla necessità dell’onestà assoluta nel matrimonio, come dire che ciascuno dei coniugi deve sapere tutto dell’altro e che ingannare il coniuge significa usarlo e rovinargli la vita, ma Paolo era un muro di gomma, non ascoltava nemmeno. Abbiamo notato un’altra cosa, per un bel po’ di tempo, ogni tanto Paolo faceva qualche sparata contro i gay anche in nostra presenza perché all’inizio pensava che noi fossimo effettivamente etero, poi le frasi sui gay sono sparite del tutto, l’argomento è stato censurato al 100%. La coppia etero mi dice che Paolo dice le stesse cose che dice il prete un po’ strano e che l’idea del matrimonio come “ideale di castità” sta cominciando a diventare uno dei cavalli di battaglia di Paolo. Un giorno io e il mio compagno ne abbiamo parlato seriamente e abbiamo deciso di passare all’azione, ma prima di mettere in pratica il nostro progetto, la coppia etero di nostri amici ci ha riferito che “durante la messa” il prete un po’ strano ha annunciato la data del matrimonio di Paolo con la sua ragazza. Al che, dopo avere meditato a lungo, pensando che ormai Paolo non fosse più recuperabile, abbiamo deciso di desistere, e ci siamo detti: “Possiamo impedire un disastro annunciato? … Purtroppo no! Ciascuno è libero, anche di sbagliare e di fare danni.” Ci siamo anche detti che in fondo noi non avevamo prove o ammissioni da parte di Paolo, ma vedere la sua faccia dopo le pubblicazioni del matrimonio era una risposta più che evidente. Un ragazzo che sta per sposarsi dovrebbe essere raggiante ma non era così per niente. Paolo sapeva che stava a andando a mettersi in trappola e stava per tirare anche la ragazza nella sua stessa trappola. Paolo ci ha detto che intendeva limitare la cerimonia solo ai familiari stretti, evidentemente sapeva bene che per i suoi amici, e in particolare per quattro dei suoi amici, andare al matrimonio sarebbe stato imbarazzante e quindi ha evitato a priori qualsiasi situazione imbarazzante. Il matrimonio è stato officiato fuori della parrocchia dal prete un po’ strano. Potremmo avere sbagliato del tutto le nostre valutazioni … semplicemente non lo sapremo mai, perché “ciò che Dio ha unito l’uomo non osi separare!” Anche se certe volte questa frase è un’autentica bestemmia. Dopo il matrimonio non abbiamo saputo più niente né di Paolo né della moglie. Spariti nel nulla.</p><p style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">_____________________</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">La lettura di questa mail, di cui alcuni contenuti sono stati deliberatamente omessi per ragioni di privacy, non richiederebbe di per sé alcun commento. Mi limiterò perciò a pochissime righe. Nel leggere la storia mi è venuta in mente la relazione romantica tra i poeti Fitz-Greene Halleck e Joseph Rodman Drake. Fitz-Greene Halleck (8 luglio 1790 – 19 novembre 1867) aveva cinque anni più del suo amico Joseph Rodman Drake (7 agosto 1795 – 21 settembre 1820).</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Drake nel 1816, ancora giovanissimo, sposò Sarah (figlia di Henry Eckford, un architetto navale) da cui ebbe una figlia. Morì di consunzione all’età di 25 anni. Halleck non si sposò mai, si era innamorato a 19 anni di un giovane cubano, Carlos Menie, al quale aveva dedicato alcune delle sue prime poesie. Hallock,1) il biografo di Halleck, ipotizza con estremo buon senso, che Halleck fosse innamorato del suo amico Drake. James Grant Wilson ha sottolineato il modo in cui Halleck, che fu presente alle nozze in qualità di migliore amico dello sposo (un ruolo formale, all’epoca), descrisse il matrimonio:</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">“[Drake] si è sposato e, poiché il padre di sua moglie è ricco, immagino che non scriverà più. Era povero come lo sono i poeti, naturalmente, e si è offerto in sacrificio al santuario di Imene per evitare ’dolori e pene’ della povertà. Ho officiato come testimone dello sposo (groomsman), anche se molto contro la mia volontà. La moglie era di buon carattere, e lo ama alla follia. È forse l’uomo più bello di New York, – una faccia come un angelo, una forma come un Apollo – e, dato che ben sapevo che il suo aspetto era il veramente indicativo del suo pensiero, durante la cerimonia mi sentii come se stessi commettendo un crimine nell’aiutare e assistere un tale sacrificio.”2)</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Qui si si tratta con ogni probabilità di un omosessuale che ha scelto la via del matrimonio per ragioni essenzialmente economiche, nel caso della storia di Paolo il matrimonio “sembra” essere dovuto a ragioni religiose, ma è veramente osceno in prima luogo che si incoraggi un omosessuale a sposare una donna con l’idea che il matrimonio è addirittura il rimedio della omosessualità! Ma forse è ancora più osceno che si tenti di consacrare una simile unione, con le parole “ciò che Dio ha unito l’uomo non osi separare.” Una frase che ha un suo senso molto serio che è stata stravolta e abusata per giustificare un abuso del matrimonio pilotato da un prete. Se è vero che il parroco aveva notato che c’era qualcosa che non andava, è pure fero che non ha fatto comunque nulla per evitare obbrobri di questo genere. Chi ha orecchio per intendere intenda!</p><p style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">________________________</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">1) Hallock, John Wesley Matthew. “The First Statue: Fitz-Greene Halleck and Homotextual Representation in Nineteenth-Century America.” Ph.D. Dissertation, Temple University; DAI, Vol. 58-06A (1997): 2209, Temple University. E anche Hallock, John Wesley Matthew, “American Byron: Homosexuality & The Fall Of Fitz-Greene Halleck” (Madison, Wisconsin: U. of Wisconsin Press, 2000).</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">2) «[Drake] has married, and, as his wife’s father is rich, I imagine he will write no more. He was poor, as poets, of course, always are, and offered himself a sacrifice at the shrine of Hymen to shun the ’pains and penalties’ of poverty. I officiated as groomsman, though much against my will. His wife was good natured, and loves him to distraction. He is perhaps the handsomest man in New York, — a face like an angel, a form like an Apollo; and, as I well knew that his person was the true index of his mind, I felt myself during the ceremony as committing a crime in aiding and assisting such a sacrifice.» James Grant Wilson, “The Life and Letters of Fitz-Greene Halleck”. New York: Appleton and Company, 1869: 184.</p><p style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">_____________________</p><p style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay:</p><p style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><a href="http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=73&t=6957" rel="noreferrer noopener" style="border: 0px; color: #0d3d9b; font: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; transition: all 0.1s ease-in 0s; vertical-align: baseline;" target="_blank">http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=73&t=6957</a> </p>PROGETTO GAYhttp://www.blogger.com/profile/14526527721413474895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-513868596083515774.post-17659736580059815162021-05-02T15:14:00.002+02:002021-05-02T21:52:21.975+02:00AMORE GAY LIBERO<p> <span face="Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif" style="background-color: white; color: #323232; font-size: 16px; text-align: justify;">Ciao Project,</span></p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">ho letto il forum in lungo e in largo e voglio anche io portare il mio contributo sulle coppie gay.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Francamente, dopo tanti anni, posso dire di avere messo del tutto da parte questo concetto. Parlo di tanti anni perché mi sto avviando verso i 50, i 45 li ho superati e sono ormai nell’età in cui si cominciano a fare i bilanci. Da ragazzo, 30 anni fa, ero molto riservato, molto timido, complessato dal sesso e molto legato a una mitologia gay, passami il termine. Mi sono innamorato tante volte, direi troppe volte, e altrettante volte sono stato costretto a ridimensionare tutto, perché il mio ipotetico ragazzo era etero (è successo più volte), era un collezionista per il quale io ero solo uno dei tanti, o semplicemente perché il ragazzo di turno non aveva nessuna intenzione di costruire un rapporto vero con me, tipo più o meno: “Sesso sì, quanto ne vuoi, ma poi togliti dalle scatole!”</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Non ti faccio il catalogo di quelli fissati col sesso di un certo tipo e solo quello, di quelli cattolici che prima fanno sesso con te e poi ti danno la colpa di tutto e ti accusano di averli portati sulla cattiva strada, perché “loro non sono gay e vogliono avere una famiglia ecc. ecc.”, ti risparmio pure quelli della categoria peggiore, quella dei gelosi possessivi, che ti spiano, che pretendono da te un’obbedienza senza discussioni e di quelli possessivi affettivi che ti vogliono rendere un satellite della loro galassia a forza di ricatti affettivi o sessuali, che pretendono di scegliere i tuoi amici, di decidere i film che devi vedere, di programmare le tue vacanze, ecc. ecc.. E poi c’è la categoria degli indecisi cronici, di quelli dei ma e dei però, dei sì ma con riserva, o dei no ma con riserva, che è ancora più assurdo, questi io li chiamo quelli del: “Mamma Ciccio mi tocca! … Toccami Ciccio che mamma non c’è!”</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Alla fine, quando avevo ormai 40 anni, mi sono stufato e ho detto basta! Se mai ne troverò uno normale e se ne viene veramente qualcosa di accettabile, ok, altrimenti meglio solo che male accompagnato!” In pratica mi sono cancellato da certi siti e ho eliminato certe app. Non c’è bisogno che ti dica quali. Usavo un po’ di porno e mi accontentavo di quello, perché, diciamocelo chiaro, sono stato sempre ipocondriaco e non mi sono mai messo a rischio, cioè quando facevo sesso con un ragazzo stavo molto attento a non passare i limiti di guardia e quando dicevo di no era no e basta, e questo tanti ragazzi non lo accettavano proprio, per loro io ero uno strano, fissato, ecc. ecc.. Dopo aver messo da parte l’idea di trovarmi un compagno, ho fatto proprio altro, ho lavorato, ho messo su una piccola impresa privata, molto piccola ma che mi dà soddisfazioni e assorbe la gran parte del mio tempo.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">A 42 anni ho incontrato un ragazzo che aveva 12 anni meno di me, era un ragazzo diverso dagli altri, prudente nel parlare e con un modo di fare che mi piaceva, mai aggressivo, era anche un bel ragazzo, oltre che intelligente, ma tutto questo per me significava che ci sono ancora ragazzi belli e intelligenti, ma niente più di questo. Pensavo che quel ragazzo appartenesse ad un mondo lontano dal mio, in pratica non pensavo nemmeno che tra noi ci potesse essere più di uno scambio di quattro parole di cortesia, ero convinto che fosse etero, insomma per me era e pensavo che sarebbe rimasto un perfetto sconosciuto.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Lo avevo incontrato per la prima volta nella sala d’aspetto del mio commercialista e avevamo parlato un po’ di tante tematiche generali, ma solo per passare il tempo e, dopo quell’episodio, non ci siamo più visti per un paio di mesi e praticamente io mi ero del tutto dimenticato di lui, poi verso la metà di dicembre, in una giornata in cui avevo un sacco di problemi per la testa, l’ho incontrato per caso in treno, mentre andavo a Milano per problemi legati alla mia piccola impresa, lui stava nel corridoio del mio vagone, e abbiamo cominciato a parlare. Dopo qualche minuto è venuto nel mio scompartimento, era mattina e c’era pochissima gente, nello scompartimento eravamo solo noi due e il viaggio sarebbe durato almeno altre tre ore. Mi sono dimenticato completamente dei miei problemi e ho passato il tempo del viaggio come in una nuvola rosa, mi sembrava un ambiente incantato, ma anche irreale.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Eravamo diretti entrambi a Milano, lui viveva a Milano e ci lavorava, ma veniva spesso a Roma, dove vivevano i genitori. Io non sono mai stato un conquistatore, con i ragazzi sono sempre stato molto impacciato ma con lui mi sentivo a mio agio, diciamolo chiaro, non ero impacciato perché semplicemente pensavo che non lo avrei più rivisto, non avevo nessun progetto su di lui, nemmeno a livello di minima fantasia. Io dovevo rimanere tre giorni a Milano e non avevo prenotato l’albergo, perché un albergo lo avrei trovato comunque e lui mi ha detto: “Ma se devi stare tre giorni a Milano stai a casa mia, è piccola ma comoda, in centro.” Alla stazione ci siamo separati perché lui aveva impegni di lavoro e anche io non mi sarei liberato prima delle 19.00. Ci siamo dati appuntamento per le 19.30 sotto casa sua, ovviamente ci siamo scambiati i numeri di cellulare.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Alle 19.30 sono in via [omissis] e lui è lì con una borsa di plastica in mano, mi dice: “Ho preso qualcosa per la cena…” La casa era minuscola, una sola stanza, ma era tutto in perfetto ordine, andiamo nella cucinetta e lui si mette ai fornelli, prepara due piatti di spaghetti e mette in forno pollo e patate della rosticceria, nel frattempo parliamo, ma sempre di cose molto generali. L’atmosfera è familiare, per un attimo ho avuto la sensazione che sarei stato bene con quel ragazzo, ma un’idea del genere mi sembrava mille miglia lontana dalla realtà.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Finita la cena, lava i piatti in un baleno e poi mi dice che è stanchissimo e che vorrebbe andare a dormire. Nella stanza ci sono due letti, mi indica il mio, ci prepariamo per la notte e ci mettiamo a letto, ma a dispetto della stanchezza ci mettiamo a parlare e andiamo avanti fino a notte alta. Era il primo giorno che parlavo con quel ragazzo, mi sentivo a mio agio e la situazione non mi sembrava affatto strana. Ti giuro, Project, ero convinto che lui fosse etero e ho evitato accuratamente qualsiasi riferimento anche vaghissimamente gay. Aveva una bellissima voce, maledettamente sexy, ma secondo me era etero… e tutto il discorso è rimasto su temi generalissimi, in pratica non siamo mai scesi nel privato. Lui non parlava mai di ragazze come non ne parlavo io, ma io al momento non potevo dare il minimo peso a un fatto del genere. In casa aveva qualche libro ma mi sembravano i classici libri etero, diciamo così, non c’erano fotografie o quadri, niente di tutto questo.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">La mattina la sveglia suona alla sette in punto. Lui si alza immediatamente e va in bagno, sento l’acqua della doccia che scorre ma la cosa non mi fa né caldo né freddo, poi esce dal bagno e va in cucina. Io entro in bagno, ha aperto la finestra e ci fa un freddo cane, ma è tutto pulito, prima di uscire ha asciugato tutta la doccia e ha cambiato l’asciugamano. Io faccio la doccia in fretta e poi asciugo tutto, come aveva fatto lui, quando esco dal bagno trovo la colazione pronta. Mi dice che sarebbe uscito dopo 10 minuti e che se volevo potevo restare in casa, mi dà un mazzo di chiavi e mi dice solo che, quando esco, devo chiudere la porta. Lui sarebbe tornato intorno alle 19.15, poi mi fa un cenno con la mano e se ne va.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Ero solo, a casa sua, avevo le chiavi di casa, avrei potuto curiosare un po’, anche se c’era ben poco da curiosare. Scelgo una via diversa, rifaccio i letti, sia il suo che il mio, il suo conserva una traccia sensibile del suo profumo, lavo le tazze della colazione, sistemo quel poco che c’era da sistemare in cucina e poi esco per i miei incontri di lavoro. Alle 18.00 gli mando un sms: “Non prendere nulla per la cena, ci ho pensato io.” Vado in rosticceria e compro qualcosa, aggiungendo anche una bottiglia di vino toscano, poi torno a casa sua, metto l’acqua sul fuoco basso e preparo la tavola.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Qualche minuto prima delle 19.00 lui arriva e sembra molto contento di trovare tutto sistemato, a me viene un sorriso spontaneo, ma lui non parla della casa sistemata e della cena pronta, mi chiede invece con una faccia interrogativa a che punto sono con i miei impegni a Milano, la domanda mi suona strana, la interpreto come se lui volesse dirmi che se ho fatto quello che dovevo fare me ne posso pure andare, smetto di sorridere e con una faccia seria gli rispondo che in pratica ho fatto tutto quello che avevo da fare e che potrei ritornare a Roma anche in serata perché dovrei solo cambiare il biglietto. Lui mi dice: “Io domattina non lavoro, se vuoi ti faccio vedere un po’ di cose belle di Milano.” Non mi aspettavo quella risposta e lui deve avere visto dalla mia faccia che mi era tornato il buon umore. Evidentemente non ci fidavamo ancora uno dell’alto, cercavamo conferme e i fraintendimenti erano possibili.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">La faccio breve, il mio secondo giorno a Milano è stato molto bello, mi sembrava di conoscere da sempre quel ragazzo, abbiamo pranzato fuori, siamo rientrati la sera e abbiamo parlato fino a tardi prima di addormentarci. Il terzo giorno è stato breve e ci siamo visti solo la mattina presto, lui lavorava fino alle 19.00 e io avevo il mio treno alle 11.30. Gli ho restituito le chiavi di casa e ci siamo salutati con una stretta di mano. Poco prima dell’orario della partenza mi ha mandato un sms ringraziandomi per le belle giornate che aveva passato con me. Gli ho detto che lo aspettavo a Roma al più presto e che se fossi tornato a Milano glielo avrei fatto sapere.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Preso il treno, ho cercato di riordinare i ricordi di quelle ore passate insieme, e lì mi è venuto in mente che quello poteva essere un modello di vita di coppia, ma in realtà sapevo benissimo che era solo fantasia. Davo comunque per scontato che fosse etero, e pensavo che anche lui mi avesse preso per etero. Dopo circa 10 giorni mi richiama, mi dice che verrà a Roma l’indomani e mi chiede se posso ospitarlo, per una notte, mi spiega che lui doveva andare dai suoi genitori ma che ha anticipato il viaggio di un giorno per passare una giornata con me, i suoi sapevano che sarebbe arrivato il giorno dopo e quindi dal giorno dopo sarebbe rimasto a casa loro, ma un giorno voleva passarlo con me.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">L’indomani mattina alle 11.00 vado a prenderlo alla stazione e lo porto a casa mia. Non c’è bisogno di dire che avevo ripulito e sistemato tutto e avevo fatto sparire tutti gli indizi gay. Poco prima di mezzogiorno siamo a casa, gli avevo preparato una stanza tutta per lui, ma mi dice che era venuto per parlare con me e che così non sarebbe stato possibile. Spostiamo il suo letto nella mia stanza, poi pranziamo, lui nota che tutto è preparato con la massima attenzione, mi dice che casa mia è molto più grande della sua e anche molto più antica, in effetti vivo in una zona della Roma vecchia e in un palazzo che penso sia del 1700, di due soli piani, con le volte a vela fatte di mattoncini, era una casa di famiglia di quando quelle case erano case di povera gente, poi, col tempo, sono diventate case per turisti, se opportunamente ristrutturate, e la mia non lo è.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Il pomeriggio andiamo a fare un giro della città e soprattutto dei posti dove i turisti non vanno, la sera non vuole mangiare fuori, torniamo a casa, prepariamo una cenetta rapida e poi ce ne andiamo in salotto a parlare. Mi racconta la sua storia ma in modo molto sintetico e lacunoso, volutamente banalizzante, come se fosse un insieme di cose ovvie, e io sto a sentirlo con la massima attenzione. Si vede che è a suo agio, almeno relativamente o, meglio, si vede che non ha paura di me, ma sta esplorando il terreno, non mi dice niente di particolarmente significativo, però è in quella situazione che mi comincia a venire in mente che il rapporto che ho con quel ragazzo potrebbe essere qualcosa di più complicato di come mi appariva all’inizio, lo ascolto ma comincio a farmi domande, mi rendo conto che non abbiamo mai parlato di donne e comincio ad aspettarmi che il discorso possa finire con una qualche dichiarazione importante, ma a un certo punto mi dice che è stanco e che l’indomani mattina dovrà alzarsi presto e ce ne andiamo a dormire. Mi chiedo perché mi abbia fatto portare il suo letto nella mia stanza ma alla fine preferisco non farmi troppe domande.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">La mattina del giorno successivo facciamo colazione insieme, poi mi saluta con una stretta di mano e se ne va. Io cancello rapidamente dal mio cervello ogni ipotesi alternativa e mi dico: “Ma che vado a pensare! I gay vedono gay dappertutto! E io non faccio eccezione.” Tre settimane dopo mi capita di dover andare di nuovo a Milano, lo chiamo e glielo dico, mi sembra contento, mi dice che non potrà venire in stazione e che ci vedremo direttamente alle 19.30 sotto casa sua. La telefonata è brevissima, si sente che è indaffarato. Io penso di dovermi sdebitare con lui e gli compro una sciarpa, un oggetto, come un modo di dire grazie.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Nel viaggio verso Milano comincio a pormi tante domande a anche ad alimentare qualche aspettativa, pensavo che finalmente saremmo arrivati “forse” a parlare chiaro perché tutta la storia aveva ben poco di ordinario. Alle 19.30 ci vediamo sotto casa sua, come la volta precedente ha preso qualcosa in rosticceria per la cena. In casa noto subito che è contrariato, che non è di buon umore, provo a fargli qualche domanda ma dribla le domande e parla d’altro. Gli arriva una chiamata sul cellulare, guarda chi è ma non risponde e spegne il cellulare. Penso che sia una cortesia nei miei confronti, ma mi dice che di rotture di scatole ne ha avute anche troppe. Si comporta in modo strano, non è come la prima volta, è gentile ma anche scostante, al punto che gli dico: “Se hai bisogno di restare solo, non c’è problema, c’è un albergo qui a 200 metri…” Lui mi guarda e mi dice: “No… tu non c’entri niente, sono rogne di lavoro…” Ma io non ho l’impressione che siano rogne di lavoro. Lui comunque taglia corto. Finiamo la cena e mi dice che è stanchissimo e vuole andare a dormire. Non restiamo a parlare come la prima volta, mi sento quasi un ospite sgradito, forse non proprio, comunque lui resta chiuso nel suo mondo, cioè nel suo malumore.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">L’indomani ci salutiamo piuttosto freddamente. Io dovevo ripartire per Roma in mattinata. Questa volta non mi arriva alcun sms prima della partenza. Su treno mi ripeto tante volte che non devo lasciare correre troppo la fantasia e che farò bene a restarmene nel mio mondo. Mi riprometto di non chiamarlo quando avrò altre occasioni di andare a Milano e su questo, almeno in quel momento, non ho dubbi. Arrivo a Roma e lui mi chiama al telefono per chiedermi scusa, è una cosa che non mi aspetto affatto, ne sono positivamente impressionato e arrivo alla conclusione che dopotutto ognuno può avere dei momenti neri e che probabilmente i suoi derivavano proprio da faccende di lavoro.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Non ci sentiamo per quasi un mese. Pensavo che si fosse dimenticato di me e in un certo senso ne ero anche contento, perché così anche io avrei potuto metterci una pietra sopra. Poi, in modo del tutto inatteso mi chiama una mattina prima delle 7.00, mi dice che sarà a Roma l’indomani e mi chiede se può stare da me. Ovviamente gli dico di sì, ma dentro di me non sono affatto entusiasta della cosa. Comunque gli dico di sì. Ho la tentazione di fargli pesare il modo in cui mi aveva trattato a Milano la volta precedente, poi mi dico che un pensiero simile è proprio meschino e puerile e mi impongo di organizzare tutto esattamente come la volta precedente.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Vado a prenderlo alla stazione, è visibilmente contento di vedermi e anche io sono contento di rivederlo, gli chiedo se l’indomani deve andare dai suoi genitori ma mi dice che ha preso tre giorni di ferie e che è venuto per me, questa espressione mi suscita tanti interrogativi ai quali non so e non oso dare risposta. In pratica sarebbe rimasto a Roma tre giorni, cosa che io non mi aspettavo assolutamente, lui si rende conto del mio disappunto e mi dice: “Se ti creo problemi, basta dirlo, me ne vado anche subito…” Io lo guardo e gli dico: “Stai zitto! Adesso sposto i miei impegni, e non fare quella faccia!” Mi sono messo al telefono e nel tempo di un quarto d’ora mi sono organizzato tre giorni liberi. Questo è il vantaggio di chi fa il piccolo imprenditore come me, anzi dovrei dire piccolissimo!</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Quando chiudo il telefono lui vuole riattaccare col fatto che può andare via anche subito, ma gli dico in modo perentorio: “Se sei venuto qui un motivo serio ce l’avrai…” Lui mi guarda e mi dice: “Dammi tempo …“ Si stende sul divano del salotto e io avverto che sta per dirmi qualcosa di importante. Mi dice: “Tu hai capito, vero?” Io in realtà non avevo capito che cosa, secondo lui, avrei dovuto capire e non volevo assolutamente dire sciocchezze, però non potevo fare il finto tonto perché lo avrei messo in imbarazzo, e gli ho risposto: “Beh, più o meno, penso di sì…” Io pensavo (speravo) che mi potesse dire che si era innamorato di me, che io ero importante per lui, ma non si trattava di niente di simile. Mi dice: “Il mio ragazzo mi ha mollato… con lui stavo bene, ma mi ero illuso e ieri mi ha mollato. Quando sei venuto a Milano l’ultima volta io ero già fuori dai gangheri perché mi trattava con indifferenza, ma adesso mi ha proprio mandato a quel paese… ”</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">In pochi minuti ero passato dal ruolo di quello che si aspetta una dichiarazione d’amore al ruolo di quello che deve fare da consolatore, tuttavia la cosa, in un certo senso, per me era rassicurante, anche se può sembrare paradossale. Cerco di lasciarlo parlare e di intervenire il meno possibile. Si sente ingannato dal suo ex. Si sfoga un po’ ma poi è evidente che da me si aspetta una qualche risposta seria. Io faccio come aveva fatto lui, evito del tutto i preamboli e gli dico: “Quando una storia finisce sembra sempre un fallimento ma può essere una liberazione. È meglio sapere come stanno realmente le cose che andare avanti restando all’oscuro di tutto. Non hai perso che un’illusione.” Lui mi guarda sconsolato e mi dice: “Lo so, ma ci sono rimasto male e molto.” Io decido di uscire dall’ambiguità e di fare anche io il mio coming out e gli dico: “È successo anche a me, una cosa praticamente identica, se n’è andato perché cercava qualcosa che io non ero capace di dargli” Dopo questo reciproco coming out sono entrato in pieno nel mio ruolo di consolatore. Gli ho detto: “Dai, dammi una mano che cuciniamo un po’ più in grande!” Lui mi ha guardato sorridendo e ha detto: “Ok!”</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Mi chiedevo che cosa lui si aspettasse da me, quali dovevano essere i limiti del mio ruolo e su questo avevo le idee molto confuse. L’unica cosa possibile mi sembrava l’agire con la massima prudenza, o meglio con il massimo rispetto nei suoi confronti. Avevamo ancora due giorni da passare insieme e io non sapevo come comportarmi. Abbiamo cucinato, pranzato, lavato i piatti insieme, poi mi è venuto in mente di chiedergli se i suoi sanno di lui. Mi ha risposto che i genitori sono brave persone e che si sono sempre dati da fare per lui ma lui ha fatto di tutto per finire gli studi il prima possibile e per andarsene a lavorare in un’altra città, perché voleva avere un po’ di autonomia e alla fine è riuscito a procurarsela. Non ha fratelli né sorelle e anche per questo il rapporto coi genitori era strettissimo e quasi asfissiante. Ha mantenuto un buon rapporto coi genitori anche se non può parlare chiaro con loro, va a trovarli più o meno una volta ogni due mesi ma per il resto del tempo se ne sta a Milano e si mantiene in contatto con loro solo via skype. Mi ha detto: “La mia famiglia è una famiglia normale nel bene e nel male.”</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Dopo il discorso sulla famiglia non sapevo più che cosa dire e l’imbarazzo reciproco si sentiva fortissimo. Anche lui non sapeva più che cosa dire e come comportarsi, adesso sapevamo che eravamo due gay che avevano piacere a parlare insieme, era evidente che sia a lui che a me era venuto in mente che si sarebbe potuto fare un passo oltre, ma la paura di rovinare tutto era talmente forte da essere paralizzante. Gli propongo di uscire nel pomeriggio per fare un giro in centro. Mi risponde che non è venuto per fare il turista ma per stare con me, espressione quanto mai ambigua in sé, ma dietro la quale, in quelle particolari circostanze, si può sottintendere qualsiasi cosa. Cominciamo a parlare delle nostre esperienze gay, ma era evidente che il discorso serviva solo a riempire il tempo, ed era altrettanto evidente che non c’era molto da raccontare. Qualche storia, ma in fondo niente di serio. Gli ho chiesto che cosa avrebbe voluto dalla sua vita e mi ha detto che non lo sapeva.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Si è alzato evidentemente per venire a sedersi vicino a me, ma non lo ha fatto, ha fatto dietrofront e se ne è andato a sedersi di nuovo in poltrona. Poi mi ha chiesto: “Perché pensi che sono venuto qui oggi?” Gli ho risposto: “Perché eri rimasto malissimo di quel ragazzo e ti andava di parlare un po’.” Ma mi ha fermato e ha detto: “Solo per questo?” Io gli ho detto: “Spero di no…” allora è venuto a sedersi accanto a me, mi ha preso la mano destra e l’ha stretta fin quasi a farmi male, poi ci ha appoggiato il viso, io gli ho passato una mano tra i capelli, lui mi ha detto: “Fammi stare così cinque minuti e poi basta…” Io sono rimasto in silenzio ad accarezzargli i capelli, poi si è appoggiato alla mia spalla e non ha detto una parola per lunghissimi minuti. Ne sentivo il calore, la presenza fisica, ma anche il disagio, l’incertezza.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">A un certo punto si è alzato in piedi, sembrava turbato, rabbuiato in volto, qualche brutto pensiero deve avergli attraversato la mente. Gli ho chiesto: “Che c’è? Qualcosa non va?” Mi ha risposto solo: “Nulla…”, poi mi ha ripreso la mano e me l’ha stretta di nuovo in modo fortissimo. Penso che anche lui percepisse chiaramente tutta la mia incertezza, poi il suo telefono ha squillato, lo cercavano per problemi di lavoro ed è rimasto al telefono per tanto tempo, ha aperto il suo portatile super-tecnologico e si è messo in contatto col suo ufficio. Io l’ho lasciato tranquillo, nel frattempo ho fatto il caffè e gliel’ho portato con qualche biscotto, lui mi ha risposto con un sorriso e io sono andato a preparare un po’ di cena fino alla fine della telefonata.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Quando ha finito si è scusato e io gli ho detto: “Ma ci mancherebbe altro che tu debba scusarti se devi lavorare!” Poi mi è arrivata, come un flash, una domanda che non mi aspettavo, mi ha chiesto: “Perché non ci hai provato con me quando stavamo sul divano?” Mi sono sentito preso in contropiede e ho risposto banalmente: “Perché non vorrei mai che tu potessi sentirti forzato in nessun modo.” Lui mi ha guardato e mi ha detto: “Io ho pensato esattamente la stessa cosa di te…” E ci simo abbracciati strettissimi. Sentire la fisicità di un ragazzo che ti vuole è una sensazione fortissima, non sono parole ma è proprio il suo corpo. L’abbraccio è stato intensissimo, voluto, profondo, era già un modo di essere una cosa sola.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Pensavo che dopo sarebbe stata tutta una strada in discesa ma non è stato così. Lui mi stringeva ma non era veramente felice. Gli ho detto: “Ti vedo sconvolto…” Lui si è staccato da me e mi ha detto: “Devo dirtelo… io sto pensando ad un altro ragazzo, e vorrei che adesso qui ci fosse lui. Io un po’ un discorso del genere me lo aspettavo e gli ho detto: “Beh in una situazione come questa pochissime persone avrebbero la forza di fare un discorso come questo, lo apprezzo moltissimo, perché è un discorso onesto.” Mi vedevo riportato un’altra volta nel ruolo del consolatore, ma non mi sembrava affatto una cosa secondaria. In fondo tra noi si era creato in pochissimo tempo un rapporto di totale chiarezza, che è una cosa più unica che rara. Ma quella chiarezza non aveva messo in crisi nulla, anzi, aveva rafforzato un legame che ormai era dato per scontato da entrambe le parti.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Abbiamo cucinato insieme e la sintonia era perfetta. Sembravamo un équipe chirurgica affiata. Dopo cena mi ha detto che si sentiva stanchissimo, anche se non erano ancora le dieci. Se ne va in bagno e poi si mette al letto, mi chiama, vuole che metta la poltrona accanto al letto e che mi sieda in poltrona, mi dice: “Se vuoi…” Io sorrido e gli dico: “Certo che voglio!” e mi siedo accanto a lui. Ha due occhi meravigliosi, di quelli che ti rubano l’anima. Gli accarezzo i capelli per qualche minuto e lui si addormenta. Evidentemente si sentiva al sicuro e non si sentiva minimamente condizionato. Anche io me ne vado a dormire. In pochissimo tempo il nostro rapporto era diventato importantissimo, io ero contento che lui fosse lì ed era venuto da Milano per me. Pensavo che non avrei dormito per l’affollarsi dei pensieri ma non è successo così e ho dormito benissimo.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Mi sono alzato la mattina alle 7.00 e ho preparato la colazione, poi sono andato a svegliarlo, si è stiracchiato come un gatto e mi ha fatto un bellissimo sorriso. Gli ho detto: “La colazione è pronta!” Si è alzato ed è venuto a tavola in pigiama. A un certo punto mi ha detto: “Non te la sei mica presa per quello che ti ho detto ieri sera?” Io gli ho fatto cenno di stare zitto e di mangiare e lui ha risposto sì con la testa. Io gli dico: “Oggi ti porto al Museo Pigorini all’EUR e penso che ti piacerà parecchio!” Gli spiego brevemente di che cosa si tratta e mi sembra molto interessato. La visita al museo mi ha dato una chiara idea dello spessore culturale di quel ragazzo. Lui è un ingegnere ma sapeva moltissime cose di preistoria, dell’uomo di Neanderthal , delle periodizzazioni geologiche e di mille altre cose. La nostra non è stata una passeggiata di corsa attraverso il museo, ma una visita decisamente attenta e molto selettiva, soprattutto orientata verso il settore preistorico e meno verso quello etnografico.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Siamo rientrati a casa che erano quasi le tre, ma avevamo preso qualcosa da mangiare in rosticceria e il pranzo ha richiesto poco tempo. Dopo è subentrato un momento di reciproco imbarazzo, bisognava rompere il giaccio. Io non volevo fare danni e nemmeno lui, ma poi ha preso l’iniziativa e io non mi sono fatto pregare. Di esperienze sessuali nel vero senso della parola non ne avevo avute moltissime ma un minimo di esperienza ce l’avevo anche io (e anche lui), ma, per quanto mi riguarda, stare con lui era proprio una cosa totalmente diversa, era tutto spontaneo, ci si capiva, non c’era il minimo imbarazzo, insomma con lui stavo “bene” mi sentivo sereno, capito, accettato, importante e lo vedevo a suo agio.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">C’è stato però un momento che mi ha turbato profondamente. Quando abbiamo finito lui aveva gli occhi umidi ma non ho osato chiedergli il perché. Il giorno appresso la cosa si è ripetuta, anche se in tono minore, ho provato a esplorare il terreno, lui mi sorrideva, mi accarezzava il volto e non parlava ma i suoi occhi tristi parlavano per lui. Il pomeriggio del terzo giorno ci siamo salutati molto calorosamente ma lui aveva un atteggiamento serio, pensieroso e non voglio dire triste. Gli ho mandato un sms per dirgli grazie e mi ha risposto con una frase che mi ha fatto tremare: “Non so se ho fatto bene. Perdonami.” Ho calcolato i tempi che ci avrebbe messo ad arrivare a Milano e l’ho chiamato. Mi ha detto che era appena arrivato a casa. Io gli ho detto che ero preoccupato per quelle frasi e lui mi ha detto: “Non ti devo illudere, perché ci puoi rimanere malissimo…” Gli ho detto che non sono affatto illuso ma che gli voglio bene, che lui con me è stato onesto al 100% e che non si deve sentire vincolato in nessun modo, perché la sua libertà, per me, è sacra. Ha aggiunto: “Però quando ti ho detto che non stavo penando a te ma al mio ex, beh penso che sia stata come una coltellata per te …” Gli ho detto: “No, è chiaro che continui a pensare a quel ragazzo e che potresti pensare anche ad altri ragazzi, ma non è che ti posso voler meno bene per questo, ti voglio bene per quello che sei e per come mi hai trattato, non mi era mai successo niente di simile …” Lui mi ha risposto: “Beh, però devi tenere conto che non ti posso garantire niente, perché sono un tipo molto volubile…” Gli ho detto che non mi deve garantire proprio niente, ci mancherebbe altro! Alla fine della telefonata mi ha detto che non sapeva se mi avrebbe richiamato e io gli ho risposto: “Se non lo fai tu lo faccio io, basta che tu rispondi…” E mi ha detto: “Su quello ci puoi contare!” e la telefonata è finita così.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Non si è fatto vivo per una settimana e allora l’ho chiamato. È stato contento. Mi ha detto che aveva rivisto il suo ex e che stavano provando a rimettersi insieme. Ma il tono non mi sembrava proprio quello di un ragazzo innamorato, insisteva molto su verbi come provare, cercare di, ma in effetti l’entusiasmo non c’era proprio. Io dovevo guardarmi bene dall’intromettermi nelle sue storie importanti, ma avevo molti dubbi circa il fatto che quelle fossero veramente storie importanti. Comunque mi sono sentito di troppo e mi sono ritirato in buon ordine, non l’ho chiamato per una settimana e poi mi ha chiamato lui, sembrava più sereno, non era imbarazzato dal parlare con me, dava per scontato che il fatto che si fosse rimesso col suo ex non avrebbe mandato in frantumi il nostro rapporto.</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Per me la situazione era imbarazzante perché io pensavo che lo fosse per lui e per lui era imbarazzante perché lui pensava che lo fosse per me. Siamo stati a parlare per un paio d’ore, la presenza del suo ex non si avvertiva minimamente. Abbiamo anche scherzato e detto stupidaggini, poi il discorso è tornato sul tono serio e mi ha detto che si era sentito osservato da me quando avevamo finito di fare l’amore e gli veniva da piangere e mi ha detto che gli veniva da piangere perché lui avrebbe voluto fare l’amore in quel modo col suo ex e si sentiva uno che mi stava ingannando e ha aggiunto “come adesso sto ingannando il mio ex, perché non me ne sento più innamorato” Gli ho chiesto: “E allora perché ti ci sei rimesso?” E lui mi ha risposto: “Lui ha insistito tantissimo e non sono stato capace di dirgli di no, e adesso si è illuso un’altra vola e io lo sto imbrogliando.”</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Gli ho chiesto: “Ma tu che cosa vorresti?” e mi ha detto che vorrebbe che il suo ex fosse come me, la qual cosa mi ha inorgoglito molto ma mi ha anche frenato molto. Lui ha continuato a stare col suo ragazzo col proposito di poterlo cambiare almeno un po’ dall’interno. Con me il contatto non si è mai interrotto, ma non è venuto a Roma fino al Natale successivo, in pratica per 10 mesi, e io non sono andato a Milano, o meglio, ci sono andato per lavoro, ma sono andato in albergo senza dirgli nulla, per non intromettermi nei suoi progetti sentimentali. L’11 Dicembre mi chiama e mi dice: “Domani vengo da te… “ Io capisco che cosa vuol dire quella frase, provo a chiedergli che cosa è successo, ma mi risponde. “Non fare domande, ci vediamo domani, arrivo col treno delle 11.00.”</p><p class="has-text-align-justify" style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Vado a prenderlo in stazione, vorrei portalo a pranzo fuori ma mi frena: “No! Andiamo a casa!” Una volta dentro, mi abbraccia strettissimo e mi dice: “Mi mancavi tanto!” Il resto te lo puoi immaginare. Da allora sono passati quasi 4 anni. Lui sta cercando di trasferirsi a Roma ma non è facile. Un fine settimana vado io da lui e uno viene lui da me. Vivendo insieme con lui posso dire che mi sembra di vivere una favola e nello stesso tempo una situazione di normalità totale. Noi non siamo una coppia convivente, siamo conviventi ma non siamo una coppia, semplicemente ci vogliamo bene, tra noi non ci sono vincoli, finché funziona tutto da sé, ok, altrimenti continueremo a volerci bene in un altro modo. Mi fermo qui. Se vuoi, metti nei siti questa mail, gliel’ho fatta leggere e quando ha finito di leggere mi ha detto che non devo mitizzare e mi ha dato un bacio in fronte.</p><p style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">__________________________</p><p style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post, aperta sul forum di Progetto Gay:</p><p style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-size: 16px; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px 0px 26px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><a href="http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=22&t=6956" rel="noreferrer noopener" style="border: 0px; color: #0d3d9b; font: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; transition: all 0.1s ease-in 0s; vertical-align: baseline;" target="_blank">http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=22&t=6956</a></p>PROGETTO GAYhttp://www.blogger.com/profile/14526527721413474895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-513868596083515774.post-46320895611013043462020-04-07T11:18:00.000+02:002020-04-07T11:18:41.908+02:00COPPIE GAY E FANTASIE SESSUALI<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Mau85 – Ciao Project, come stai? È un bel po’ che non ci sentiamo</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project – Qui per fortuna tutto abbastanza bene, e tu?</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Mau85 – io pure bene, anzi oggi proprio bene! Ti ricordi di me?</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project – sì, mi ricordo della storia col tuo ex che di fatto non era conclusa, perché avevate continuato a sentirvi</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Mau85 – Sì proprio lui, chiamiamolo Andrea, e ti ricordi altro? Non voglio mettere alla prova la tua memoria, ma devo capire da dove riprendere la storia</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project – Mi ricordo che Andrea aveva anche altri ragazzi e che questo fatto per te non era affatto sconvolgente</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Mau85 – sconvolgente no, insomma lo avrei voluto tutto per me ma lui è fatto così, ha bisogno anche di altro, se mai io avevo paura che potessero portarmelo via, cioè avevo paura che potesse smettere di volermi bene perché stava pure con altri ragazzi, però non gli potevo mica chiedere di lasciare quei ragazzi perché lui a loro voleva bene veramente</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project – sì, queste cose me le ricordo</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Mau85 – lui però da questi ragazzi si sentiva soddisfatto solo a metà, nemmeno tanto dal punto di vista affettivo perché in fondo lo rispettavano e gli volevano bene, ma proprio dal punto di vista sessuale</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project – Cioè?</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Mau85 – Nel senso che lui cercava di coinvolgerli nelle sue fantasie sessuali, che non sono proprio comuni, ma loro non lo stavano a sentire e alla fine, per lui, il sesso era una cosa molto meccanica, perché era lui a doversi adattare. In realtà non so nemmeno che cosa possa avere raccontato di sé a quei ragazzi ma penso che sia stato piuttosto esplicito, come è stato con me, però esattamente non lo so. Lui ha provato spesso a coinvolgere pure me nelle sue fantasie, che non è che mi vengano proprio spontanee, ma alla fine io facevo finta di non capire e cercavo di fare quello che facevano gli altri ragazzi, cioè cercavo di portalo sul mio terreno, cosa che poi puntualmente succedeva, anche se alla fine lui era soddisfatto solo a metà. Ti devo dire che vedere che dopo aver fatto sesso con me lui non era veramente soddisfatto mi metteva addosso parecchia malinconia al punto che cercavo di diradare i nostri incontri perché mi aspettavo che comunque sarebbe rimasto deluso. Project, ho visto che non mi hai fatto domande per andare più nello specifico e hai fatto bene. Ti devo dire solo che ad Andrea io voglio un bene dell’anima, lo stimo come persona, gli piace il sesso, fa sesso con altri ragazzi, ma alcuni di quei ragazzi io li conosco e sono ragazzi che gli vogliono bene.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project – da quello che mi avevi detto era chiaro che il tuo rapporto con Andrea era una cosa seria, che ci sia gente che possa vedere la cosa in modo del tutto diverso è scontato, per quello che può valere. L’importante è quello che di Andrea pensi tu, perché tu lo conosci molto bene, il resto non conta</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Mau85 – beh, si lo conosco bene da anni, con lui non si può fare coppia tradizionale, è diverso, ma non è una cosa meno seria. Lui ha bisogno di altri ragazzi, io no, ma noi ci vogliamo bene lo stesso. Però questo lo sai già e non era di questo che ti volevo parlare, ma proprio di quello che è successo tra noi il 29 febbraio, un sabato, prima di questa faccenda del virus, quando si poteva ancora circolare. Insomma mi chiama e senza preamboli mi dice che sta sotto casa mia e che vuole salire. Nel nostro linguaggio vuol dire che ha voglia di fare sesso con me. Io tante volte gli ho detto di no, ma in quel momento ero contento che lui fosse venuto da me, mi era mancato molto negli ultimi giorni. Sale a casa, tu lo sai che io vivo solo, mi dice che non ha i preservativi, quando viene da me li ha sempre lui, io faccio una faccia perplessa, come per dire: allora che sei venuto a fare? Lui sa benissimo che per me l’idea di fare sesso con lui senza preservativo è assolutamente inconcepibile e allora mi risponde: Ok, non ci sfioriamo nemmeno, ognuno sta per conto suo a due metri di distanza, però devi venire tu nelle mie fantasie, devi farmi fare per una volta, almeno a fantasia, una cosa che sta bene a me, ok? Io o guardo e gli dico ok! Poi aggiunge, però arriviamo fino in fondo, ti prego non cambiare discorso. Io gli dico che va bene e in pratica ci seghiamo insieme mentre io gli racconto una storia erotica del tipo di quelle che piacciono a lui. La cosa all’inizio non era molto spontanea, ma vedevo che lui ne era molto preso e sono andato avanti nella storia che alla fine sembrava piuttosto coinvolgente pure a me. La faccio breve. Siamo arrivati alla fine più o meno insieme, lui era stanchissimo e onestamente pure io. Beh, è stata la prima volta che non è rimasto deluso, eppure non ci siamo nemmeno sfiorati. Mi ha detto che cominciavo a capire di che cosa lui aveva bisogno e che apprezzava moltissimo il fatto che io non avessi cercato di driblare la faccenda e di fare le solite cose, poi mi ha detto che i preservativi non se li era portati apposta. In genere dopo i nostri incontri di sesso, appena fatto, lui se ne va via. Ma il 29 febbraio invece abbiamo cucinato e cenato insieme ed è rimasto a dormire a casa mia. Abbiamo parlato moltissimo, lo vedevo sereno, per niente frustrato, scherzava, diceva scemenze, insomma è stata una serata incredibile, prima di andarsene a dormire “nella sua stanza” mi ha detto. “Ti voglio bene!” e mi ha dato un bacetto sulla guancia. Poi non ci siamo sentiti per un po’ ma tra noi non è una cosa rara. Ci eravamo messi d’accordo che ci saremmo rivisti sabato 14 marzo, ma sono intervenuti i decreti del governo e non ci siamo più potuti muovere da casa né lui né io, ma l’esperienza del 29 febbraio in qualche modo è stata replicata un paio di volte via web, che non è proprio lo stesso, però mi sono reso conto che non avevo più resistenze e che cercare di condividere le sue fantasie mi sembrava molto più spontaneo, cioè eravamo praticamente sulla stessa lunghezza d’onda, non c’era bisogno di discorsi o di preamboli di nessun genere, una volta arrivati a destinazione però continuavamo a parlare di mille altre cose anche lontanissime dal sesso, lo sentivo sciolto, senza note malinconiche. Mi raccontava di quando era bambino, delle costruzioni lego, ma anche dei pomeriggi lunghissimi che passava da solo, praticamente abbandonato dai genitori, di come aveva imparato a disegnare (cosa che fa ancora adesso e molto bene) e di come aveva imparato da sé a suonare la chitarra, qualche volta quando gli prendevano le malinconie le scacciava facendo esercizi con la chitarra. Abbiamo passato due serate o piuttosto due nottate a parlare e siamo stati bene in un senso profondo, lui si sentiva accettato, non strumentalizzato, Mi diceva: non sei il mio tipo, ma con te sto bene, sto bene veramente e pure io ti voglio bene, non sono innamorato di te ma ti voglio bene. Questa frase può sembrare strana ma io so che è assolutamente vera. Adesso spero che le limitazioni alla circolazione vengano rimosse quanto prima, chiaramente perché significherebbe che l’epidemia sta scemando, ma anche perché potrei rivedere Andrea, perché per me esiste solo lui. Questi sono i fatti. Che ne pensi, Project?</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project – Tu sei stato contento e pure lui, dimmi che questo non è volersi bene! C’è stato un fidarsi uno dell’altro, accettare uno le regole dell’altro e poi lui non si è sentito rifiutato nelle fantasie più intime, gli hai fatto capire che non ti sentivi condizionato, insomma lo hai messo a suo agio. Magari tra le coppie monogame ci fosse questo livello di disponibilità sessuale! Ma credimi è molto raro. Spessissimo nel sesso ci sono dei veri tentativi di prevaricazione, dei tentativi di imporre modelli senza mai adeguarsi all’altro</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Mau85 – Ma io mi sono sentito felice e mi sono detto che sono stato uno stupido quando ho cercato di svicolare e di non assecondarlo, quando invece l’ho fatto l’ho visto felice, perché non si è sentito rifiutato. Io penso che quando tu fai capire al tuo partner di che cosa hai bisogno e quello fa finta di non capire e ti vuole portare sulla sua strada la sensazione di frustrazione deve essere tremenda, perché lì senti che non c’è coppia, che tu conti solo come corpo disponibile alle fantasie altrui. Insomma, Project, sto imparando piano piano a capire il senso di tante cose che qualche anno fa avrei rifiutato e mi sarebbero sembrate del tutto assurde. Io avevo il modello classico di coppia e pensavo che non mi sarei mai adattato a nulla di diverso e invece quando Andrea mi ha detto che si era innamorato di un altro ragazzo ma mi voleva bene lo stesso io questa cosa l’ho accettata e non me ne sono mai pentito e poi adesso imparo che per vivere bene la sessualità bisogna cercare di lasciare spazio all’altro, di rispettarlo e di accettarlo. Io l’ho visto sorridere ed era una cosa bellissima. Se gli voglio bene non gli devo dire di no per ragioni più o meno stupide. E poi le serate passate insieme a parlare sono state meravigliose. Io sento che mi vuole bene veramente.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project – Tu sei arrivato a queste conclusioni ma la stragrande maggioranza delle coppie non ci arriverebbe mai, semplicemente perché non c’è affetto vero, o forse c’è ma mettendo prima la realizzazione di sé, prima la nota egoistica. Le cose che dici scandalizzerebbero tanta gente, eppure sono cose verissime. Ricordo che mi avevi detto che Andrea non ti aveva mai ingannato, beh, dire questo di un ragazzo vuol dire fargli il complimento più bello che si possa fare. Non mi stupisce che tu ti sia innamorato di Andrea e ancora meno che tu non abbia mai sentito il bisogno di trovarti un altro ragazzo perché un rapporto con Andrea c’è eccome ed è di quelli profondi, che non si perdono con gli anni.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Mau85 – Lo sapevo che avresti capito, pensa che ho raccontato un piccolo riassunto di questa storia su un altro sito gay e mi hanno chiesto se avevo tutte le rotelle a posto, alla fine mi hanno lasciato in pace perché pensavano che mi stessi prendendo gioco di loro! Mi fa piacere parlare con te, mi sento incoraggiato. Comunque se vuoi pubblicare questa chat pubblicala, magari mette in crisi qualcuno! Ti ringrazio, Project, Progetto mi ha dato tanto!<br />Buonanotte.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project – Grazie a te! E un abbraccio a te e ad Andrea!</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">__________</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay: <a href="http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=23&t=6866" style="border: 0px; color: #0d3d9b; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; transition: all 0.1s ease-in 0s; vertical-align: baseline;">http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=23&t=6866</a></span></div>
PROGETTO GAYhttp://www.blogger.com/profile/14526527721413474895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-513868596083515774.post-61518591993139525862020-04-07T10:58:00.000+02:002020-04-07T10:58:28.910+02:00UNA COPPIA GAY DIVISA DALLA ZONA ROSSA III<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Mail del 30/03/2010<br />Caro Project,<br />oggi i dati della Protezione Civile sono confortanti, dovrei essere più tranquillo e invece mi sento agitatissimo e non riesco ad andare avanti, Paolo stanotte lavora, l’ho sentito nel primo pomeriggio, lui tende a tranquillizzarmi, a rassicurarmi, ma quando sento il telegiornale e dicono che sono morti altri medici mi viene il terrore, un’ansia terribile e penso che ci possa essere anche lui. Lui mi dice che anche se prendesse il virus, lui non dovrebbe correre grossissimi rischi perché è giovane e la mortalità per quelli della sua età è bassa, ma tanti dei suoi colleghi sono risultati positivi e tanti sono anche morti. Lui non ha dubbi, si deve andare avanti, si deve mettere da parte ogni emozione per mantenere il massimo livello possibile di operatività. Mi dice sempre che si augura che tutta questa spaventosa avventura possa cambiare tanti modi assurdi di ragionare. Mi ha citato una frase di Papa Francesco che lo ha colpito molto, perché è quello che ha sempre pensato anche lui: “Pensavamo di rimanere sempre sani in un mondo malato”. Avverto chiaramente che Paolo è stanco sfinito, lo avverto perché prima parlavamo molto su skype, adesso invece parliamo meno perché lui ha bisogno di dormire e allora lo lascio tranquillo, ma quando chiudo la chiamata mi comincia a prendere lo sconforto, ho paura, ho maledettamente paura. La gente comincia a rilassarsi e a pensare che ormai se ne sta uscendo, ma Paolo mi ripete continuamente che non è così, che la cosa può scappare di mano con estrema facilità e che si potrebbe ricominciare come prima e peggio di prima. Mi ripete che da loro non è cambiato ancora nulla e che non cambierà nulla ancora per parecchi giorni, lui dice almeno tre settimane. Adesso hanno un po’ di mezzi in più rispetto ai primi giorni, se c’è qualcosa che fa la differenza, se mai, è proprio questo, è sempre una lotta ma un po’ meno alla disperata. La gente continua a morire esattamente come prima anche se i medici possono almeno dire di avere fatto tutto il possibile. Paolo mi dice che per tornare a livelli accettabili il numero dei ricoverati in terapia intensiva dovrebbe diminuire almeno del 50%, ma ci vorrà tempo e la gente continuerà a morire. Lui pensa a tanti altri paesi in cui non c’è un servizio sanitario pubblico in grado di reagire come il nostro e mi dice che lì la mortalità sarà per forza molto più alta. Ormai noi ci sentiamo al massimo per mezz’ora al giorno, lo vedo stanco, molto più magro del solito ma è anche tranquillo, non so come faccia ad essere tranquillo, è evidente che è consapevole di fare qualcosa di fondamentale, mi dice che la cosa che gli riesce più difficile è non farsi abbattere dagli insuccessi, che sono tanti, tantissimi. Non riseco a dormire, Project, chiedo a Dio di salvarlo ma quando lo faccio mi vengono mille dubbi, perché lui e non anche gli altri? Che senso ha pregare? Perché succedono catastrofi come questa epidemia? O forse ci accorgiamo dei disastri che sconvolgono il mondo solo quando capitano a noi. Non riesco nemmeno a pregare, mi sembra un atto di egoismo, un chiedere qualcosa per sé, mentre forse bisognerebbe solo dire: “sia fatta la tua volontà” anche se non ne capiamo il senso o ci rifiutiamo di capirlo perché ci tocca personalmente. Certe volte mi sorprendo a fare ragionamenti assurdi, quasi a cercare di fare un contratto con Dio: Lui mi salva il mio Paolo e io rinuncio al sesso, ma poi mi sembra una specie di mercato stupido, se penso che per avere Paolo indenne devo rinunciare al sesso vuol dire che in fondo anche io penso che il sesso tra noi sia una cosa negativa, ma io non lo penso affatto, perché non è così, e poi non devo chiedere nulla per me, sarà quello che sarà, è andrà accettato comunque, anche se potrà essere qualcosa di terribile, come l’hanno accettato decine di migliaia di persone. In certi momenti ho anche meno paura della morte, della mia personale, dico, perché la vedo meno come un dramma personale e più come un destino collettivo e vorrei dire quasi naturale. Non ce la faccio più, Project, penso a Paolo in ogni momento, provo a immaginare che cosa sta facendo in quel momento e sogno che l’incubo finisca il più presto possibile e che si possa tornare insieme nella sua casetta ai piedi delle Alpi, ma tutto questo mi sembra ancora maledettamente lontano e incerto. Pensa anche a me, se puoi, Project, leggere le tue mail mi aiuta ad andare avanti con meno angoscia.<br />Ovviamente puoi fare l’uso che vuoi di questa mail.<br />Ti abbraccio.<br />Pietro</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">__________</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay: <a href="http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=22&t=6865" style="border: 0px; color: #0d3d9b; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; transition: all 0.1s ease-in 0s; vertical-align: baseline;">http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=22&t=6865</a></span></div>
PROGETTO GAYhttp://www.blogger.com/profile/14526527721413474895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-513868596083515774.post-67992289010103975172020-04-07T10:55:00.000+02:002020-04-07T10:55:48.059+02:00UNA COPPIA GAY DIVISA DALLA ZONA ROSSA II<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">L’email che segue (che ho ricevuto il 24/3/2020) rappresenta il seguito del post: <a href="http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=22&t=6863" style="border: 0px; color: #0d3d9b; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; transition: all 0.1s ease-in 0s; vertical-align: baseline;">http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=22&t=6863</a> (email che avevo ricevuto il 13/3/2020)</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Caro Project,</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">ti avevo scritto qualche giorno fa, penso ti ricorderai di Pietro e Paolo. Ti scrivo nei lunghi momenti di vuoto in cui non posso sentire Paolo e mi ritrovo da solo a riflettere su quello che sta succedendo.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">La situazione generale dell’epidemia basterebbe da sola a chiunque per cominciare un ripensamento di tutta la vita, per chi ha perso persone care la situazione è terribile, si vede svanire in pochi giorni il progetto di una vita, la morte sconvolge le famiglie nel modo più violento e inatteso, ma per me e per Paolo la situazione non è per fortuna così drammatica, io ho paura per lui, so che è prudente e molto scrupoloso ma basta veramente poco per fare la differenza.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Quanto a me, che sono il meno esposto in modo diretto, ho cominciato a mettere in dubbio tante mie certezze, mi sento molto più fragile di prima, sto svalutando un sacco di cose che prima consideravo fondamentali, come la sicurezza economica e un’ampia possibilità di fare le mie scelte ma mi sento debole perché sono esposto al rischio di perdere Paolo e sarebbe per me una tragedia alla quale non oso neppure pensare.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Il padre di un mio amico è morto per il virus e altri due miei amici hanno un genitore in ospedale. Molti hanno paura e cercano di tirare avanti giorno per giorno come possono perché devono pure lavorare per sopravvivere. Io lavoro da casa, non corro rischi seri, almeno per il momento, ma sono preoccupato per Paolo, penso a lui in ogni momento della giornata perché è proprio in prima linea e lo sento stremato dalla fatica e abbattuto per quello che deve vedere ogni giorno e che quando parla con me cerca sistematicamente di omettere.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Gli ho sempre voluto bene, ma vedendo come si impegna per gli altri fino allo sfinimento comincio a considerarlo un mezzo santo, e penso che non sarò mai al suo livello. In questi giorni ha visto morire tantissima gente, ha cercato di dare conforto come era possibile e finché era possibile, ma poi vedeva cedere quelle persone che aveva cercato di salvare in ogni modo. Mi dice che ormai per lui la morte non è solo una realtà quotidiana ma una cosa che deve vedere più volte al giorno. Quando qualcuno esce dalla rianimazione si sente felice e in effetti qualche volta si tratta quasi di un miracolo.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Lui era già prima un ragazzo ottimo, generoso, altruista, ma adesso lo vedo proprio in un’altra atmosfera e, se possibile, gli voglio bene anche più di prima, perché l’ho visto all’opera, ho visto la sua dimensione morale. Ieri mi ha chiesto di dire una preghiera per lui, e io mi sono spaventato e gli ho chiesto sera positivo e mi ha detto di no, mi aveva chiesto una preghiera per essere aiutato ad andare fino in fondo e a non mollare, aveva bisogno di una forza più grande, di una consolazione, penso, da poter trasmettere a tutte le persone che cerca di curare ogni giorno.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Oggi mi sono fermato a pregare per lui, che poi è una cosa che non faccio mai, ma nella mia preghiera c’era qualcosa di egoistico, io pregavo di non perderlo, perché per me è essenziale come la luce del sole, ma lui mi aveva chiesto una cosa diversa, cioè di pregare per avere la forza di andare avanti. Io so che sta correndo rischi seri e sono molto spaventato e mi pare pure giusto chiedere al Signore che non me lo tolga, anche se siamo una coppia gay, perché noi ci vogliamo bene veramente.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Stasera mi sento molto agitato, certe volte la notte non riesco a prendere sonno, mi manca, mi manca dannatamente ma so che lui ha il suo dovere da compiere e che lo farà fino in fondo. Io non ho mai visto morire nessuno, ho visto dei morti, ma non ho mai visto morire nessuno, ma lui queste cose le vede ogni giorno e penso che sia proprio il vedere la sofferenza e la morte che gli dia una spinta fortissima a fare quello che fa.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Ieri mi ha raccontato che una signora che era uscita dalla terapia intensiva e che lui aveva assistito per giorni gli aveva regalato un rosario di legno e gli aveva detto che avrebbe pregato per lui e per la sua ragazza, lui si è commosso e ha detto alla signora che non aveva una ragazza ma un ragazzo perché era gay e la signora gli ha detto che andava bene lo stesso e che avrebbe pregato anche per il suo ragazzo, che lui era un bravo ragazzo e avrebbe potuto dare tanto al suo ragazzo. Poi la signora si è messa a piangere, perché aveva un figlio più o meno dell’età di Paolo. Quando mi ha raccontato questa storia aveva la voce rotta dall’emozione! Come fai a non amare un uomo come Paolo? Lo avrei abbracciato fortissimo! Lo avrei sollevato da terra per fargli sentire che gli voglio bene! Sono molto scosso e ansioso, Project, ma per me questi giorni sono un’esperienza profondissima che mi sta cambiano la vita.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Pietro</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">_____________</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul forum di Progetto Gay: <a href="http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=22&t=6864" style="border: 0px; color: #0d3d9b; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; transition: all 0.1s ease-in 0s; vertical-align: baseline;">http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=22&t=6864</a></span></div>
PROGETTO GAYhttp://www.blogger.com/profile/14526527721413474895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-513868596083515774.post-62624491828615662872020-04-07T10:52:00.002+02:002020-04-07T10:56:48.676+02:00UNA COPPIA GAY DIVISA DALLA ZONA ROSSA<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Caro Project,</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">ti scrivo per raccontarti la storia mia e del mio ragazzo in questi giorni terribili del virus. Ti posso dire che questa cosa, che rischia di diventare un disastro a livello mondiale e che si farebbe bene a cercare di contenere con ogni mezzo, ha coinvolto anche la vita mia e soprattutto quella del mio ragazzo. Uso nomi inventati per il rispetto della privacy: io mi chiamerò Pietro e lui Paolo.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Parto da lontano. Ci conosciamo da diversi anni, io lavoro in campo informatico e lui è medico. Stiamo insieme da più di 10 anni, ci siamo conosciuti in modo del tutto casuale perché avevamo degli amici in comune. Lui è del Nord Italia, io del Centro-Sud. In pratica abbiamo sognato per tanto tempo di vivere insieme ma non è stato mai possibile. Lui ha situazioni familiari che non gli permettono di allontanarsi troppo, io potrei farlo, potrei andare da lui, ma questo gli creerebbe altre difficoltà e quindi ci siamo organizzati, io avevo il sabato libero, lui aveva turni flessibili e aveva in media un sabato libero su due, quindi, partendo da casa mia il venerdì dopo le 20.00 e viaggiando tutta la notte, potevo arrivare dalle sue parti la mattina presto del sabato. Lui mi aspettava in stazione, andavamo insieme a fare colazione in un bellissimo bar e poi ce ne andavamo in macchina in una casetta che i suoi avevano ai piedi delle Alpi, in un grande prato, che l’inverno era spesso coperto di neve e l’estate era di un verde smeraldo unico e incredibile, vicino alla casa c’era un piccolo fontanile di acqua gelida e pulitissima. Scaricavamo i bagagli a casa e ce ne andavamo in giro in posti splendidi che lui conosceva come le sue tasche. La sera potevamo avere la nostra intimità in un silenzio inimmaginabile. L’indomani si faceva qualche altra escursione e poi mi riaccompagnava in città e prendevo il treno per rientrare. È vero che ci vedevamo più o meno due volte al mese e che in pratica a viaggiare ero sempre io, ma erano giorni così belli che davano un senso a tutta la mia vita.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Io e Paolo ci vogliamo bene veramente, non so come mi sia capitato di incontrarlo ma mi ritengo totalmente fortunato, è un ragazzo dolce, generoso, che si dà da fare per gli altri, quando la mattina della domenica ce ne andiamo a fare colazione nel paesetto di montagna, lo abbracciano tutti con molto calore e si vede che gli vogliono bene. Lui mi dice che è felice di stare con me e quando lo sento dire queste cose mi riempio di orgoglio.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Ma veniamo ai fatti. Adesso è finito in zona rossa. È praticamente un mese che lo vedo solo su skype, lavora in ospedale e ci sentiamo solo la sera tardi quando rientra a casa e mi contatta. Dall’anno scorso vive solo, non sta più con la famiglia, anche se sta molto vicino, ha la sua casetta e quando arriva stanco morto si mette a chattare con me. Lui capisce la gravità della situazione, perché la vede tutti i giorni e mi dice che la gente non capisce e minimizza ma che è una malattia che può decimare il mondo, ma al di là di questi discorsi non va. Io ho una maledetta paura che Paolo possa essere contagiato ma di questo non gli posso parlare, mi dice che quei discorsi non li vuole sentire e che lui deve fare il suo dovere perché se pure i medici scappano, i malati sono abbandonati a se stessi e non hanno mezzi per difendersi. Mi chiede sempre di me, di quello che faccio, di dove vado, degli amici comuni ma non vuole parlare del suo lavoro, evita proprio l’argomento, è evidente che anche lui ha paura ma per un verso non può e per l’altro verso non vuole mollare. Mi dice solo che è stanco, che i turni sono estenuanti ma che deve andare avanti lo stesso perché è troppo importante. Certe volte lo sento contento e mi accenna a qualcosa che è andata bene. Paolo non è una macchina, partecipa molto emotivamente alla sorte dei suoi pazienti. Quando ci sono nuovi decreti del governo, ci mettiamo a leggerli insieme per cercare di capire esattamente che cosa prevedono. Se accenno a dire che certe misure possono essere eccessive, mi aggredisce (anche se con dolcezza) e mi dice che io non capisco perché non ci sto in mezzo e che certe misure sono assolutamente indispensabili. Mi porta l’esempio della Cina, che rischiava il disastro ma con misure rigidissime è riuscita a contenere i contagi. Da noi le cose sono più difficili perché tra la gente c’è molta incoscienza, molta faciloneria, pensano che il peggio sia passato mentre deve ancora cominciare. Mi dice che i tempi saranno lunghi più di quanto la gente immagina e mi raccomanda mille volte di osservare tutte le regole di prudenza: lavarsi le mani, evitare assembramenti, ecc. ecc.. Quando gli ho detto che la mia azienda aveva attivato il telelavoro si è tranquillizzato. In effetti il lavoro di un informatico si può fare anche a casa o su piattaforme che consentono la multi-conferenza, per noi è facile e abbiamo anche i mezzi per fare queste cose. Paolo si preoccupa per me, ma io mi preoccupo per lui e se la sera tarda a collegarsi mi prende il panico, ma fino adesso è sempre arrivato. Mi ripete che sta attento, ovviamente, cioè che mette in pratica tutte le misure di sicurezza che per lui sono strettissime e questo è l’unico modo che ha per rassicurarmi.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Insomma, Project, fino adesso per noi due è andata abbastanza bene, ma nessuno sa quanto durerà e allora dobbiamo metterci l’anima in pace e sperare che le cose non diventino esplosive e che non finisca anche lui nel numero dei contagiati o peggio. L’ansia è tanta, da entrambe le parti ma lui non lo può ammettere.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Chissà quante coppie sono state divise dal virus! Come vorrei riabbracciare Paolo, adesso facciamo solo il gesto in cam ma prima o poi potremo riabbracciaci per davvero. Concludo augurando a tutte le persone coinvolte di poterne uscire il più presto possibile e nel modo migliore possibile. Grazie anche a te, Project, naturalmente puoi usare questa mail come meglio credi.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Pietro</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">___________</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay: <a href="http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=22&t=6863" style="border: 0px; color: #0d3d9b; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; transition: all 0.1s ease-in 0s; vertical-align: baseline;">http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=22&t=6863</a></span></div>
PROGETTO GAYhttp://www.blogger.com/profile/14526527721413474895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-513868596083515774.post-62503202575668718782020-03-28T01:21:00.000+01:002020-03-28T01:22:22.171+01:00COPPIA GAY O NON COPPIA GAY? QUESTO È IL PROBLEMA<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Caro Project,</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">salto i convenevoli, vorrei chiederti che cosa pensi di un problema che mi assilla ormai da tempo. Il Vangelo dice di perdonare non fino a sette volte ma settanta volte sette, ma quella è una cosa che possono fare i santi ed è difficilissima. Perdonare sempre è difficilissimo, e nella vita di coppia rischia di essere un errore distruttivo che fa male ad entrambi. Nel mio caso non si tratta di perdonare un tradimento, perché se pensi a tradire vuol dire che con me non stai bene, io mi riferisco ad altre cose, considerate sempre piccole cose, ma sono cose che alla lunga diventa difficilissimo sopportare, e qui non vale la logica del tradimento, i comportamenti che non riesco a perdonare non derivano dal fatto che il mio ragazzo non sta bene con me, ma essenzialmente dal fatto che nei suoi confronti ho solo due alternative: o devo prendere atto che il nostro rapporto non va avanti o finisco per accettare che alzi la voce, che faccia sfuriate, … non ha mai alzato le mani perché altrimenti lo avrei distrutto e ANCHE perché oggettivamente non è il tipo che fa quelle cose, ma è incoerente, dice una cosa ne fa un’altra, cambia radicalmente parere due o tre volte alla settimana su cose importanti. Devo chiarire che gli voglio bene e che penso che sia un’ottima persona, con tanti problemi, ma un’ottima persona. Non viviamo insieme, lui ha 31 anni, io 36. Non è uno che tradisce la fiducia del compagno, quando stavamo insieme e lui ha voluto stare con un altro ragazzo me lo ha detto chiaramente e io non ho potuto che prenderne atto, poi è passata e ci siamo rimessi insieme. Io penso di non essere in grado di farlo sentire felice, siamo molto diversi su tante cose. La nostra storia è cominciata dal sesso, poi è diventata una cosa più complicata che non saprei come definire. Ci si conosce bene, c’è un affetto di fondo e talvolta viene a galla. L’interesse sessuale è ampiamente svanito da entrambe le parti, ma quando c’è un problema, o suo o mio, ci sentiamo sempre e ne parliamo, anche se ultimamente ci sentiamo molto meno. Non ti nego che la mia paura di fondo è la paura di perderlo, mi piacerebbe mantenere un contatto con lui che potesse durare nel tempo, potrebbe anche vivere una vita sessuale sua, lontana da me, lo capisco e lo accetto, ma vorrei che mi volesse bene comunque. Non sarei magari più il suo ragazzo, ma vorrei che continuasse a pensare a me come si pensa ad una persona come si deve, ad una persona che gli ha voluto bene. In fondo che cosa gli posso rimproverare? Di essere troppo insistente o troppo distaccato a seconda di come gli gira, ma non è nemmeno colpa sua, nemmeno si rende conto di queste cose; di farmi prediche su cose che lui risolverebbe a suo modo perché non le deve affrontare veramente, ma che nella realtà non si possono affrontare come dice lui? Di essere un po’ cinico, di non aver mai avuto quell'alone romantico che a me sarebbe tanto piaciuto? Ma in fondo è se stesso e mi piace proprio perché non è il mio doppio, non è accondiscendente, non mi dà ragione se pensa che non ho ragione. Sì, la mia vera paura è che sparisca dalla mia vita. Non so se succederà, spero proprio di no, ma l’allontanamento è cominciato da tempo. Potrei rimproverargli una cosa del genere? Che cosa ho fatto io per meritarmi un compagno come lui? E lo dico nel senso buono. Ho cercato di assecondarlo? Cioè di fare quello che lui avrebbe voluto? Se devo essere sincero fino in fondo, certe volte l’ho tenuto a distanza perché certe volte mi sembrava troppo invadente. Avrei dovuto assecondarlo in tutto? Sarebbe stata veramente la scelta giusta? Confesso che certe volte avevo paura di lui, delle sue reazioni, della sua insistenza. Paura è una parola inadeguata, volevo soprattutto mantenere la mia autonomia perché pensavo che il nostro sarebbe stato un rapporto impossibile. Non ero tranquillo nemmeno quando ci vedevamo un giorno a settimana, se fossimo andati a vivere insieme tutte le contraddizioni sarebbero scoppiate. Però, Project, anche se a modo mio, cioè in un modo molto difettoso, io gli voglio bene. Che cosa potrei fare per lui? Potrei veramente risolvere le sue contraddizioni? Io penso che alla lunga sarei per lui un problema in più. Adesso ci sentiamo una volta ogni 15 giorni e non ci vediamo quasi mai. Quando ci vediamo l’imbarazzo si sente forte. Penso che sia preoccupato del futuro, non per il futuro del nostro rapporto ma per il suo domani, per il lavoro che non trova, per le insicurezze economiche, proprio per l’impostazione di base della sua vita. Adesso è più resistente alla depressione, o forse sembra soltanto più resistente. Lo conosco da diversi anni ormai, vorrei che non si dimenticasse di me, ma sento che sta già succedendo, quando lo chiamo al telefono ho paura di dargli fastidio, gli proporrei di vederci ma tempo che mi dica di no ed evito. Non so mai che cosa fare, come comportarmi. Dirgli “ti voglio bene” … ma che significa? Io gli voglio bene e penso me ne voglia anche lui, ma è una cosa tutta nostra e forse per lui non ha più senso, ammesso e non concesso che un senso ce lo avesse anche prima. Il fatto è che siamo complicati, mi ci metto anche io che ho 36 anni ma me ne sento addosso 60, sono rinunciatario, faccio prediche stupide e buoniste e lo faccio arrabbiare. Lui mi vede vecchio dentro, spento, senza entusiasmi, ma quando a lui vengono i momenti neri di depressione mi fa proprio paura, si chiude in se stesso ed è impossibile stabilire un qualsiasi contatto. Insomma, penso che tu abbia più o meno capito a che punto del guado mi trovo. Tu che faresti al mio posto? Tutte le ipotesi sono aperte e possibili.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Ti abbraccio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Robert</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">_________</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Caro Robert,</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">un rapporto adulto tra persone adulte non è una favola e direi che il vostro rapporto ha le caratteristiche di complessità e di contraddizione delle relazioni serie. In effetti, con tutti i dubbi possibili e immaginabili, voi siete rimasti “in qualche modo” insieme. Volersi bene è spesso una strada molto difficile, piena di dubbi e di incertezze di ogni genere, perché nella realtà non si segue nessun modello e il rapporto si costruisce in due, giorno dopo giorno. Una cosa soltanto mi è venuta in mente leggendo la tua mail, se fossi al tuo posto cercherei di mettere le esitazioni da parte, gli direi quello che penso senza reticenze sia quel “ti voglio bene” che ti mette in crisi, che i tanti “non so che fare”, molto semplicemente perché, se non ti volesse bene sarebbe sparito in modo definitivo da molto tempo e senza ritorni di nessun genere. Chiamalo, fatti sentire, deve sentirti almeno come un amico affidabile, non lo lasciare solo. Molto spesso ci sentiamo obbligati a metterci da parte supponendo cose che non hanno nulla a che vedere con la realtà. Se non ha nessuno ed è veramente solo, la tua presenza è importantissima, se poi ha una sua vita alternativa, beh non può che fargli piacere sapere che un suo ex è rimasto suo amico. E per quanto riguarda te, è comunque meglio avere una visione chiara delle cose che girare all'infinito su mille ipotesi, se siete veramente un coppia, bene, altrimenti si può eccome rimanere amici. Nei confronti del tuo ragazzo e anche del suo diversivo con un altro ragazzo tu hai mantenuto un atteggiamento di comprensione. Non sei rivendicativo nei suoi confronti, ti preoccupi per lui, gli vuoi bene. Se non vuoi bene a un ragazzo non ti preoccupi nemmeno di come può stare. Insomma, non svalutare in nessun caso il vostro rapporto perché, qualunque cosa sia, è comunque una cosa seria e importante per entrambi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Un abbraccio.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Project</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">___________</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul forum di Progetto Gay: </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=21&t=6846"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=21&t=6846</span></a></div>
PROGETTO GAYhttp://www.blogger.com/profile/14526527721413474895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-513868596083515774.post-71905484419837556982019-04-08T09:25:00.000+02:002019-04-08T09:26:24.724+02:00SOLITUDINE DI UN ACCADEMICO GAY<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">Caro Project,</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">ti scrivo in un momento molto particolare in cui ho bisogno di raccontare come mi sento e quali emozioni mi porto dentro. Sono un quarantacinquenne che quando stava ormai mettendo da parte i suoi sogni d’amore, all'età di trent'anni, si è innamorato di un ventitreenne e ha vissuto con lui una bellissima storia, con alti e bassi, come tutte le storie vere, ma veramente una bellissima storia, una storia vera, appunto, anche se assolutamente fuori da tutti gli schemi. Dopo quasi 15 anni ho avuto la netta sensazione che questa relazione fosse andata in crisi, non saprei nemmeno dire per colpa di chi, perché anche io ho fatto la mia parte, e comunque parlare di colpa in queste cose non ha molto senso. Il mio ragazzo, se lo vogliamo chiamare così, perché aveva 38 anni, sembrava essersi allontanato da me, aveva avuto altre esperienze e a me sembrava che si sentisse molto più realizzato in quelle esperienze che nello stare con me. Non mi ha mai nascosto nulla, io sapevo che era alla ricerca di altre relazioni e che ne aveva bisogno. Potrà sembrare strano ma il nostro rapporto si reggeva su altri equilibri. Non abbiamo mai litigato, ma l’ho sentito allontanarsi sempre di più, poi un paio di mesi fa, è praticamente sparito e non l’ho più sentito, pensavo che avesse costruito un’altra storia e che avesse trovato la sua strada, ma una telefonata avrebbe anche potuto farmela, perché non è da lui sparire del tutto. Non sapevo che cosa pensare, mi chiedevo se avrei fatto bene a chiamarlo ma i dubbi erano tanti e così ho lasciato passare tanto tempo, poi finalmente mi sono deciso e l’ho chiamato. Abbiamo ricominciato a parlare come se quei due mesi non fossero proprio esistiti, sembrava che nel nostro rapporto non ci fosse mai stata una pausa, non gli ho chiesto del suo compagno ma dal discorso ho avuto l’impressione che fosse assolutamente solo. Si dedica ai suoi studi, perché è veramente uno scienziato, ma lascia andare tutto il resto. Nei giorni di festa non si rade, si alza tardissimo, non cucina nemmeno ed è praticamente abbandonato a se stesso. Mi chiede se mi va di andare a casa sua, io ci vado e trovo la più totale confusione, biancheria sporca dappertutto, piatti da lavare, letto in disordine, la scrivania piena di libri e di fogli di tutti i generi. Quando mi apre la porta ha la barba non rasata, i capelli arruffati e la faccia stravolta, a vederlo fa pensare a un drogato ma è drogato solo di caffè, i bicchierini di caffè sono sparsi dovunque. Mi chiede se mi va di fare sesso con lui. Gli dico: “Dopo! Adesso diamo una pulita.” Lavoriamo in due per un paio d’ore prima di dare alla casa un aspetto minimamente decente (ed è una casa piccolissima). Poi apro il frigo ed è una desolazione totale, praticamente ci sono solo avanzi vecchissimi. Nella dispensa c’è solo una scatola di fagioli, per fortuna c’è anche un po’ di pasta e una testa d’aglio in condizioni passabili. Facciamo due lavatrici, ma lui è distratto, non gli chiedo del suo ex, perché la risposta è evidente nei fatti: è di nuovo solo. Mangiamo una pasta e fagioli che però è buona e lo rimette di buon umore. Intorno alle tre del pomeriggio finiamo di pranzare, poi si mette in pedi di fronte a me, come fa quando vuole fare sesso, ma dovrei dire quando ha bisogno di fare sesso perché per lui è proprio un bisogno profondo. Io ero stanco morto e affaticato ma ho cercato di essere all'altezza della situazione. Lui voleva in tutti i modi cercare di coinvolgermi nelle sue fantasie sessuali che sono piuttosto diverse dalle mie, mi descriveva situazioni in cui si è trovato quando era ancora ragazzo, se non addirittura ragazzino, e che hanno lasciato tracce profonde dentro di lui. Il sesso con me era quasi un modo di rivivere quelle situazioni, mi chiedeva che cosa avrei fatto se mi fossi trovato in quelle situazioni, se per me erano eccitanti oppure no. Io cercavo di rispondere con la massima onestà, ma sempre col timore che le mie risposte fossero lontane da quelle che lui avrebbe voluto, vedevo il suo il suo tentativo di coinvolgermi nel suo mondo, nella sua sessualità e dovevo nello stesso tempo dire la verità e non deluderlo. Mi dice che devo cercare di andargli incontro, che devo farlo per lui, però pretende anche che io gli dica veramente quello che penso. Se fingessi si sentirebbe incoraggiato e confortato, ma prima o poi si renderebbe conto che quello che gli dico non è vero e una cosa del genere non l’accetterebbe proprio. Mi sono sempre chiesto se con gli altri suoi partner abbia mai affrontato certi discorsi ma credo che non sia mai successo. Una volta mi ha spiegato che agli altri non ha mai raccontato bugie e quando gli hanno fatto domande ha risposto dicendo la verità, ma nessuno era veramente interessato a quello che poteva passare per la sua testa. Con gli altri semplicemente ometteva gli argomenti più privati, lasciava tutto a un livello più superficiale e proprio per questo finiva col sentirsi uno che recita, perché omettere significa non considerare l’altro all'altezza di capire, non fidarsi di lui. Da me si sente accettato a un altro livello, non si sente giudicato e in effetti la cosa che in lui ho apprezzato più di qualunque altra è la tendenza spontanea a fidarsi istintivamente di me. In fondo io non mi aspetto da lui una fedeltà sessuale, forse prima o poi arriverà anche quella, probabilmente non a breve, ma non ha molta importanza, da lui mi aspetto invece il parlare chiaro, e su questo punto non è mai venuto meno. Certe volte, mesi fa, quando andavo a sentirlo quando teneva qualche conferenza, rimanevo incantato, anche se non capivo nulla di quello che diceva. Sembrava un’altra persona, era perfettamente in ordine, senza essere eccessivo in nulla. Lo vedevo assolutamente razionale, un vero scienziato, capace di un perfetto e spontaneo autocontrollo, non recitava una parte, trattava il suo pubblico quasi professionalmente, con la disinvoltura e nello stesso tempo col distacco di uno che è abituato alle relazioni sociali. Vedevo come lo trattavano con rispetto e quasi con deferenza, nonostante fossero quasi tutti più vecchi di lui, e di questo ero contento, ma sapevo che questo era solo un aspetto della sua vita, e non dei fondamentali. Dedica moltissimo tempo alla sostanza dei suoi lavori scientifici più che all'apparire, anche se l’interesse per la scienza, che gli fa passare tante notti in bianco e che ha qualcosa di ossessivo, viene probabilmente da un tono di fondo piuttosto depresso, cerca in quel modo di sfuggire a una solitudine sostanziale che lo isola a livello affettivo. Non è più giovanissimo ma è decisamente un bel ragazzo, se vogliamo dire così, perché ha ancora, soprattutto in privato, il modo di fare impulsivo e emotivo di un ragazzo, è affermato nel suo campo, è affascinante, ma dietro c’è un abisso di solitudine al quale nessuno fa caso. Io gli voglio bene e penso anche di essere importante per lui, lui dice che lo sono soltanto o quasi soltanto a livello sessuale, ma io credo che non sia così, non ama l’idea di legarsi a qualcuno, di dipendere affettivamente da qualcuno anche se di queste cose ha bisogno, non ha certo bisogno di dipendere ma di essere amato, ha bisogno di qualcuno che gli voglia bene per i suoi lati deboli. Lui sa che io non lo mollerò, che capisco quando non sta bene e che lo accetto com'è. Lui di me si fida e io mi fido di lui, non mi ha mai fatto trovare in situazioni imbarazzanti. Mi torna in mente una conferenza che tenne più o meno sei mesi fa. Prima che iniziasse, mi vide tra il pubblico e scese a salutarmi, dandomi del lei, come avrebbe salutato un luminare della scienza, quasi un premio Nobel, nessuna familiarità, solo rispetto. Ricordo che quando mi rimisi a sedere molti mi guardavano chiedendosi chi fossi. Alla fine della conferenza andai a stringergli la mano e lui mi rispose facendomi un piccolo inchino. Gli voglio bene, vorrei che fosse felice, prima pensavo che potesse essere felice con qualche altro, ma oggi comincio a pensare che forse non sarà mai felice nel vero senso della parola e che avrà comunque bisogno di essere capito e accettato con tutte le sue contraddizioni. Lui si è fidato di me come non ha fatto con nessun altro, mi ha fatto entrare nel suo mondo più intimo dove credo non sia mai entrato nessuno, non so se questo si chiama amore, ma credo di sì. La relazione che ho con lui non sarà mai una relazione standard, con una sessualità standard, sarà un mondo solo nostro, che visto dall'esterno potrebbe sembrare del tutto assurdo, se non addirittura patologico, Oggi so che non l’ho perduto e ne sono felice, ma non è una cosa da prendere alla leggera, non è una favola o un gioco con le parti già scritte, è una realtà tutta da costruire. Certe volte ho quasi paura che lui possa investire tutta la sua affettività su di me senza nemmeno rendersene conto, ho paura di non essere all'altezza, qualche volta penso pure che potrei morire molto prima di lui, sono più vecchio ed è nell'ordine delle cose. In certi momenti, molto nostri e molto intimi, sento che si scioglie totalmente, che si fa abbracciare, quasi proteggere, e sono i momenti più belli, altre volte mi mette in crisi con ragionamenti terribili o richiamandomi quando comincio a parlare a ruota libera e a ripetere le stesse cose. Certe volte mi dice che sono ipocrita ed è vero, che devo imparare a dire la verità brutale, che non devo nascondermi dietro le parole. Ho perso tanti amici ma non ho mai perso lui perché abbiamo creato quasi una simbiosi, forse si tratta proprio di questo. Non mi pongo più tante domande, mi sento semplicemente felice di stare vicino a lui anche se so che non sarà facile per niente.</span></div>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;">___________</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: large;"><span style="background-color: white; color: #373737;">Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul forum di Progetto Gay: </span><a href="http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=22&t=6812" style="background-color: white; border: 0px; color: #208ece; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=22&t=6812</a></span>PROGETTO GAYhttp://www.blogger.com/profile/14526527721413474895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-513868596083515774.post-29468385783358570232019-02-20T15:16:00.000+01:002019-02-20T15:16:49.925+01:00COPPIA GAY SENZA VINCOLI<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Ciao Project,<br />stasera mi sento invaso da pensieri di tenerezza. Il mio ex mi ha chiamato oggi pomeriggio per dirmi che voleva fare l’amore con me. Non è una richiesta strana, ogni tanto succede. È venuto a casa mia, bello come il sole, non siamo ragazzini, io ho 42 anni e lui 31, ma se lo vedessi rimarresti estasiato. Credo di non avere mai visto un ragazzo più bello! Non ti descrivo la serata, puoi solo immaginarla, dire sesso è riduttivo, io direi che è stata proprio una forma di tenerezza totale, di intimità, di volerci essere.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Non siamo una coppia, Project, lui ha la sua vita, vede altri ragazzi, ma non credo che si comporti con loro come fa con me. Il senso del suo fare l’amore non è mai riduttivo, ti coinvolge. In genere, anni fa, dopo che avevamo passato una serata a fare l’amore, gli venivano i momenti di ripensamento, di rifiuto e di malinconia profonda. Forse è successo anche questa volta, ma era una malinconia appena percettibile, siamo andati insieme a prenderci una pizza, un evento rarissimo tra noi. Non ha voluto essere accompagnato a casa (abita molto vicino a casa mia). L’atmosfera era molto dolce, perfetta. Io lo guardavo, ne ero incantato, guardavo i suoi occhi chiari, ascoltavo la sua voce, lo vedevo molto meno nevrotico di altre volte, un po’ malinconico ma anche disposto ad un mezzo sorriso.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Mi sono chiesto come sia possibile che lui trovi gratificante fare l’amore con me, che non è certamente il massimo. È vero che ha altri ragazzi, ma lui non appartiene a nessuno, ha bisogno di esser accettato, voluto per quello che è. Adesso nella mia stanza c’è il suo profumo e io mi sento felice. Siamo stati insieme, come una coppia classica, solo per otto mesi, ormai tanti anni fa, ma nella sostanza non ci siamo mai più lasciati.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Mi chiama quando vuole e sa che non gli direi mai di no, non per generosità verso di lui ma perché con lui sto bene, sto totalmente bene. Non sono geloso, io cerco amore e non penso che il fatto che lui possa voler bene ad altri mi sottragga qualcosa, e in effetti ogni volta che ci rivediamo non dobbiamo ricucire niente perché non c’è mai stato nessuno strappo. Non posso dire che lui “sa che gli sono sempre stato fedele”, perché questa espressione è priva di senso, io ho avuto solo lui, ormai sono anni che nella mia vita non c’è nessun altro, e non mi costa nulla non andare con altri ragazzi, è proprio una cosa che non sento, che non desidero, so che non lo perderò, che prima o poi si rifarà vivo e non mi sento affatto solo. Mi tratta con rispetto e con affetto, sa che su di me ci può contare! Quando ho avuto veramente bisogno di lui, lui era accanto a me.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Il sesso, quello vero, cioè quello che ti fa sentire un ragazzo veramente vicino, l’ho imparato da lui e ha avuto pazienza perché ero un pessimo allievo. Mi dice che non lo metto in crisi proprio perché non gli dico mai di no e nello stesso tempo non faccio del sesso un valore assoluto. Mi dice che, in una coppia, di fissati col sesso ne basta uno, ma se faccio i paragoni tra il suo modo di essere fissato col sesso e il modo di considerare il sesso di certi che ho conosciuto prima di lui, la differenza mi sembra stratosferica. Lui chiede, insiste, ma non pretende, mi dice che mi vuole vedere convinto.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Ultimamente qualche volta mi dice anche incidentalmente che mi vuole bene e sono cose nuove e in qualche modo inattese, ma non me lo dice mai mentre facciamo sesso. Ho desiderato per dieci anni che mi dicesse “ti voglio bene!” e adesso comincia a succedere. Mi chiede se farei le stesse cose che faccio con lui anche con altri ragazzi, me lo chiede perché sa benissimo la risposta: lui è lui e il resto non esiste, è non è un modo di dire. Oggi mi ha detto una cosa che mi è piaciuta moltissimo: “nel sesso, la cosa più bella è vedere l’altro che si lascia andare”.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Lui nel sesso è sciolto e spontaneo, imprevedibile, io qualche volta sono stanco, non di lui ma perché ho lavorato tutta la giornata, e lui lo capisce e mi dice che non vuole forzarmi a fare nulla che io non voglia fare, ed è proprio così e allora restiamo solo abbracciati nel letto finché non ci addormentiamo. Tante volte mi sento un po’ complessato da lui, come se non fossi capace di corrispondere veramente ai suoi bisogni, perché, se è vero che non gli dico mai di no, non prendo neppure mai l’iniziativa. Io so che lui ha bisogno anche di altro e non devo essere possessivo.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Certe volte ho pensato che, paradossalmente, nel mio modo di fare sesso, a lui possano piacere soprattutto le esitazioni, le indecisioni, il suo potersi fare maestro, cosa che fa con estrema dolcezza. I primi tempi temevo che potesse innervosirsi se qualche volta gli dicevo di no, e qualche volta è successo, poi col passare degli anni non si limitava più a chiedermi di capirlo ma era lui per primo che mi capiva ed evitava di insistere. Sono ormai più di dieci anni che il nostro rapporto va avanti e non dà segni di stanchezza.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">La paura di poterlo deludere ce l’ho ancora, ed è in un certo senso simmetrica alla sua paura di insistere troppo. Non so se è lui che ha cambiato me o sono stato io che ho cambiato lui, probabilmente sono vere entrambe le cose. All’apparenza il nostro rapporto si fonda sul sesso, ma le cose sono molto più complesse. Quando mi chiama mi dice che vuole stare con me, che ha la sua vita ma che non vuole stare senza di me, perché non vede ragioni per limitarsi dato che è lui a volerlo.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Non ama molto i discorsi stupidi, quelli che si fanno tanto per dire qualcosa, se ha qualcosa da dirmi di importante, non usa mezzi termini. Prima con me si arrabbiava, adesso non succede praticamente mai, desiste e basta, ma senza atteggiamenti rivendicativi o frustrati. Vorrei solo che sorridesse di più, perché è sempre serio, ha sempre in viso un velo di malinconia.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Ha ottenuto grossi successi professionali e nel suo mondo è una persona stimata, eppure non dà a questi suoi successi alcun valore, li vede come un modo come un altro per guadagnarsi da vivere, è come se la sua vita fosse altrove, soprattutto nel mondo degli affetti, ma in quel mondo ha ricevuto tanti rifiuti e ha incontrato tanta incomprensione.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Francamente io non riesco a capire come possa fare un ragazzo a rifiutare uno come lui, forse è proprio il tentativo di forzare le cose e di costruire con lui una coppia classica che alla fine distrugge il rapporto. Se gli chiedi una monogamia assoluta cerchi di mettergli un guinzaglio e poi l’amore non si costruisce con gli obblighi. Se non gli chiedi niente è capace di darti l’anima, ma se pretendi di vincolarlo in qualche modo, allora se ne va e non torna più.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Non capisco la gelosia, Project, amare e possedere sono cose molto diverse. Io gli voglio bene, i miei amici mi dicono che mi accontento di poco, ma è una frase stupida, io gli voglio bene, voglio vederlo sorridere, voglio che sia felice, voglio che quel velo di malinconia che si porta appresso sia sempre più sottile, fino a sparire del tutto. Ci ho messo tanti anni a capire che cosa andavo cercando e a staccarmi da modelli che in fondo non sono miei. Se lui mi venisse meno, se ci fossero delle incomprensioni vere, allora sì che ci starei male, ma non è mai successo. In tante cose lui è diversissimo da me, io sono calmo, spesso indeciso, sono abituato ai tempi lunghi, lui è decisionista, istintivo, nevrotico, eppure siamo stati per tanti anni un punto di riferimento uno per l’altro.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Lui mi ha sempre detto dei ragazzi di cui si è innamorato, e in fondo sapeva che tra noi non sarebbe cambiato nulla. Non mi ha mai detto che si era innamorato di me, comincia solo adesso timidamente a dirmi che mi vuole bene, ma so che è una cosa diversa, e non è diversa in termini di sesso, io penso che la vera differenza sia in termini di accettazione. I ragazzi che ha avuto lo volevano cambiare a loro immagine e somiglianza, lui, in fondo, avrebbe dovuto recitare. Io lo voglio com’è perché il nostro rapporto lui lo ha voluto fondare sulla totale chiarezza: “Ti dico quello che sono, se mi vuoi, mi prendi così, altrimenti e meglio che ognuno se ne vada per la sua strada.” E dopo tanti anni lo sento più vicino che mai!</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">__________</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #323232; font-family: Helvetica, Arial, "Lucida Grande", sans-serif; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin-bottom: 26px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay: <a href="http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=22&t=6796" style="border: 0px; color: #0d3d9b; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; transition: all 0.1s ease-in 0s; vertical-align: baseline;">http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=22&t=6796</a></span></div>
PROGETTO GAYhttp://www.blogger.com/profile/14526527721413474895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-513868596083515774.post-60061681076039444202018-12-30T21:43:00.000+01:002018-12-30T21:47:18.391+01:00DIVERSI APPROCCI ALLA SESSUALITA’ GAY<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Ciao Project,<br />leggo da anni il forum di progetto gay che mi è stato utilissimo per sentire una voce diversa da quelle che sento di solito. Ho 29 anni e non ho mai avuto problemi con la mia sessualità, almeno stando ai modelli più diffusi. Già a 18 anni avevo avuto le mie prime esperienze e le prime volte senza protezione, poi mi è venuto il panico, ho fatto il test ma per fortuna non era successo niente, e da allora sono stato molto più cauto. Non penso di essere dipendente dal sesso. Fino ad oggi ho avuto solo cinque partner, con tutti loro c’è un rapporto di amicizia e alcuni si conoscono. Non ho mai promesso fedeltà a nessuno e poi penso che fare sesso con un ragazzo non significhi tradire niente, se le cose sono dette chiare fin dal principio. Diciamo che se c’è una cosa che c’è stata solo molto parzialmente è stata l’attenzione reciproca, cioè ho sempre pensato che i rapporti con quei miei cinque amici avessero senso solo o almeno soprattutto perché con loro potevo fare sesso. Sesso ne ho fatto tanto, ma sempre un po’ troppo sul tecnico perché sono cresciuto a pornografia. Non mi piace il sesso anale e penso che non interessi a nessuno dei miei amici, non ho mai avuto pressioni in quel senso. Anche per questo ho smesso di andare alla ricerca di altri partner, perché coi miei amici c’è grosso modo una consonanza di gusti e sono attenti alla salute. Voglio dire che se fossero a rischio me lo direbbero. È successo più di qualche volta che mi hanno detto di no perché avevano dei dubbi e dovevano rifare il test, e questo l’ho apprezzato moltissimo. Diciamo che avevo trovato comunque il mio equilibrio, io coi miei amici da quel punto di vista sto bene, loro mi capiscono, non mi fanno prediche, non fanno pettegolezzi, insomma di loro mi posso fidare. Fin qui non è proprio una storia classica ma penso che ci siano tanti ragazzi che fanno come me. Alla fine dell’estate, saranno stati i primi di settembre, ad un incontro di collezionisti di fumetti (la mia seconda passione dopo i ragazzi), incontro Andrea (non si chiama così), 26 anni, non bello ma di più, talmente sexy che non riesco a staccargli lo sguardo di dosso. Lui mi nota, ricambia lo guardo, accenna un sorriso e da lì cominciamo a parlare, prima di fumetti e poi via via di mille altre cose, ci scambiamo i numeri di cellulare, ne sono contento ma non do troppo peso alla cosa, poi ci salutiamo. Un paio di giorni dopo mi chiama e mi invita ad uscire, ne sono contento perché non me lo aspettavo e poi il fatto che lui sia bellissimo mi spinge all’idea di tentare una nuova conquista e questo mi stuzzica parecchio, brutalmente comincio ad andare in erezione solo pensandoci. Usciamo. Io mi aspetto che mi faccia una proposta ma non succede niente di simile, ma non è nemmeno una serata banale: parliamo molto e anche molto seriamente, fa ancora caldo e si può stare in giro fino a notte tardi. Quando torno a casa mi sento strano: “Che cosa ho provato con Andrea? Sesso? Sì e no. Amicizia? Forse”. Era stata una serata strana: “Che cosa voleva da me?” Non sapevo darmi spiegazioni plausibili. Dopo un paio di giorni mi ha richiamato e abbiamo passato un’altra serata strana anche se intrigante. Poi non l’ho più sentito per una decina di giorni e già mi mancava e allora l’ho chiamato io e gli ho proposto di venire a casa mia, ci ha pensato un po’ e poi, quando gli ho detto che vivo solo, mi ha detto di sì. Entra a casa con un pacchetto, mi sarei aspettato una bottiglia, visto che lo avevo invitato a cena, ma era un oggetto di legno, o meglio un piccolo busto in legno, neanche piccolissimo, la base era 20×15, lì per lì sono rimasto perplesso, ma mi ha detto: “Quello sei tu!” E in effetti c’era una certa somiglianza. Gli ho detto: “Sei bravissimo! Un artista!” Mi ha detto che scolpiva il legno da anni e che io lo avevo ispirato. Il regalo mi aveva spiazzato, mi sentivo uno stupido a metterla sul piano di un approccio sessuale con lui. Ha girato un po’ per casa, poi mi ha detto: “Mi sa che avevo indovinato! Non ci sono riferimenti a una ragazza, e i tuoi libri li conosco bene. Ok, mi pare evidente che non hai un compagno…” Questo discorso mi sembrava inopportuno e invasivo della mia privacy, lui se ne è accorto e ha cercato di bilanciare la cosa: “Sono single anche io e non ho un ragazzo, ovviamente la mia non è una proposta, anche se non sono mai stato con nessuno”. A questo punto gli ho detto che anche se non avevo un compagno avevo degli amici e con loro facevo pure sesso. Non si è minimamente sconvolto, mi ha solo chiesto: “E ci stai bene?” Gli ho detto di sì, forse in modo non troppo convinto, lui ha aggiunto: “Ok, non ci vedo niente di strano”. Poi abbiamo parlato tanto di sesso e in modo molto libero, mi è venuta l’idea che potesse entrare a fare parte del club dei miei amici, ma c’erano dei problemi di fondo: i miei amici erano navigati, e lui aveva detto di non essere stato con nessuno. Pensavo che nella serata si sarebbe sbloccato ma non è successo niente di simile, come al solito abbiamo parlato molto prima e dopo la cena e con lui stavo proprio bene: niente sesso, ma ci stavo bene, in un certo senso meglio di come sto in genere coi miei amici. Andrea non era per niente ingenuo ma era tranquillo, non aveva la frenesia del sesso che quando mi prende non la controllo più. Gli ho chiesto come faceva per il sesso e mi ha risposto che ci pensava Federica. Gli ho detto: Ma hai una ragazza? Mi ha guardato sorridendo e ha detto: “Federica, la mano amica” ma ancora una volta io non ho capito e ho pensato che la mano amica significasse la mano di un amico e lui mi ha guardato scuotendo la testa e mi ha detto: “Ma in che mondo vivi?” Allora ho capito e mi sono sentito totalmente stupido! La presenza di Andrea mi creava un imbarazzo notevole perché ero sempre in erezione e cercavo di non alzarmi della sedia per paura che si vedesse. È rimasto da me fin dopo mezzanotte. Al momento di salutarlo mi sono dovuto alzare in piedi e ha notato l’erezione. Ha detto semplicemente: “Non ti formalizzare, tante volte capita anche a me”. Io gli ho chiesto: “Anche adesso?” E mi ha risposto: “No, adesso no, perché ci sono troppe cose che non capisco bene, ho bisogno di avere le idee più chiare”. Quando è andato via non sapevo che cosa pensare, che cosa desiderare. Mi chiedevo se lo avrei rivisto ancora, e l’ho rivisto dopo qualche giorno. Mi ha chiamato e siamo stati al telefono più di un’ora. Col passare del tempo i nostri incontri diventavano regolari, quasi appuntamenti fissi, veniva a cena a casa mia, ci ha pure dormito qualche volta ma niente sesso. Mi sentivo anche parecchio demoralizzato: io stavo facendo la corte ad un ragazzo che da qual punto di vista sembrava totalmente disinteressato. Io non ho mai perso tempo per il sesso, ma con lui stava succedendo. Ne parlo con uno dei miei amici e la reazione mi sorprende: mi dice che forse, finalmente, mi sto innamorando veramente! Io innamorato di Andrea? Questo, ok, poteva pure essere, ma lui? Tanche chiacchiere e poi basta! O l’amore è proprio un’altra cosa. Certo è che da qualche tempo mi trovo a fare cose che non avrei mai immaginato, mi sembra di essere tornato indietro almeno di 10 anni, mi sento ingenuo, mi aspetto qualcosa da un ragazzo e non so nemmeno se da lui mi aspetto sesso o altro. Se fosse stato brutto, tutto questo non sarebbe successo, molto probabilmente. Sono in una situazione difficile, mi affascina ma nello stesso tempo lo sento anche lontano come mentalità. Se si arrivasse a un contatto sessuale, anche minimo, proprio a rischio zero assoluto, ok, la cosa mi starebbe bene, ma se non ci si arrivasse, e il rischio c’è e pure molto concreto, secondo me, che cosa dovrei fare? Aspettare che il principe azzurro si decida? E potrebbe succedere magari tra 10 anni! Non avrei mai pensato di trovarmi a ragionare su queste cose ma è quello che mi sta succedendo. Che ne penso Project? Ovviamente puoi pubblicare la mail se credi.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">__________</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay: <a href="http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=23&t=6780" style="border: 0px; color: #208ece; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=23&t=6780</a></span></div>
PROGETTO GAYhttp://www.blogger.com/profile/14526527721413474895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-513868596083515774.post-48689254027567712342018-11-03T20:41:00.000+01:002018-11-04T02:24:35.046+01:00GAY E SINODO DEI GIOVANI<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Nell’Ottobre del 2014, solo quattro anni fa, a conclusione del Sinodo sulla famiglia, mi trovai a scrivere un articolo intitolato “Il Sinodo sulla famiglia e il topolino gay”. Il titolo alludeva al fatto che dopo le grandi aspettative suscitate dall’”Instrumentum laboris”, cioè dal documento preparatorio, la “Relatio post discerptationem “ aveva enormemente ridimensionato le cose, e la “Relatio Synodi” cioè il documento finale, aveva definitivamente mortificato qualsiasi aspettativa, limitandosi alla materiale ripetizione dei contenuti delle ”Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali” firmata da Joseph Ratzinger, allora Prefetto delle Congregazione per la Dottrina della Fede, nel giugno del 2003. La montagna, dopo un lungo e faticoso travaglio, aveva partorito il topolino ma i padri sinodali ne erano rimasti così terrorizzati da affrettarsi a divorarlo prima che uscisse dall’aula del Sinodo. Ma “Sic transit gloria mundi!”</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Il 28 Agosto di quest’anno scrissi un altro articolo “Papa Francesco non sa cosa sia l’omosessualità” quando Papa Francesco, nel volo di ritorno da Dublino, parlando a braccio, come è solito fare, rispondendo ad una domanda relativa all’atteggiamento che dovrebbe prendere un genitore di fronte al coming out del figlio, così si espresse:</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">“In quale età si manifesta questa inquietudine del figlio, è importante, una cosa è quando si manifesta da bambino, c’è… ci sono molte cose da fare… con la psichiatria… per vedere come… come sono le cose. Un’altra cosa è quando si manifesta un po’ dopo vent’anni o cose del genere, no?…”</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Ero stupito che il Papa non avesse assolutamente le idee chiare su quello che la Psichiatria seria dice della omosessualità, anche se oggettivamente l’omosessualità non appare e non è certo la tematica fondamentale o il pensiero ossessivo di Papa Francesco. Va sottolineato però che, a parte questo cenno improvvido, negli atteggiamenti personali di Papa Francesco sono del tutto assenti i toni della crociata anti-gay tipici di Benedetto XVI, ai quali si ispirava anche il Sinodo sulla famiglia del 2014.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Da pochi giorni si è concluso il Sinodo sui giovani e cercherò qui di seguirne lo sviluppo relativamente al tema della omosessualità.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Il Documento finale pre-sinodale, così si esprime sul tema:</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<em style="border: 0px; font-family: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-size: large;">“Problemi come la pornografia distorcono la percezione della sessualità umana da parte dei giovani. La tecnologia usata in questo modo crea una ingannevole realtà parallela che ignora la dignità umana.”</span></em></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<em style="border: 0px; font-family: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-size: large;">“C’è spesso grande disaccordo tra i giovani, sia dentro che fuori la Chiesa, riguardo ad alcuni dei suoi insegnamenti che oggi sono particolarmente dibattuti. Tra questi troviamo: contraccezione, aborto, omosessualità, convivenza, matrimonio e la modalità di percezione del sacerdozio nelle diverse realtà della Chiesa. E’ importante notare che, indipendentemente dal livello di comprensione degli insegnamenti della Chiesa, continua ad esserci disaccordo e dibattito aperto tra gli stessi giovani su queste controverse questioni. Di conseguenza, può darsi che essi vogliano che la Chiesa cambi i suoi insegnamenti o, perlomeno, che fornisca una migliore spiegazione ed una maggiore formazione su tali questioni. Nonostante questo dibattito interno, i giovani cattolici le cui convinzioni sono in contrasto con l’insegnamento ufficiale della Chiesa desiderano comunque farne parte. Molti giovani cattolici accettano questi insegnamenti, trovando in essi una fonte di gioia. Desiderano che la Chiesa non solo continui ad attenervisi nonostante la loro impopolarità, ma che li proclami insegnandoli con maggiore profondità.”</span></em></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<em style="border: 0px; font-family: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-size: large;">“Noi, la Chiesa giovane, chiediamo alle nostre guide di affrontare in maniera concreta argomenti controversi come l’omosessualità e le tematiche del gender, su cui i giovani già discutono con libertà e senza tabù. Alcuni percepiscono la Chiesa come “antiscientifica”; per questo il dialogo con la comunità scientifica è certamente importante, in quanto la scienza è in grado di illuminare la bellezza della creazione.”</span></em></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Vorrei soffermarmi in particolare su ciascuno di questi punti.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">È un fatto evidente che la pornografia distorce la percezione della sessualità e non solo quella dei giovani, tuttavia la Chiesa condanna come pornografia anche la rappresentazione non distorta della sessualità. Ho insistito spesso anche io sul fatto che la pornografia non rappresenta correttamente la sessualità ma ritengo che una rappresentazione realistica della sessualità, che non la banalizzi e non la riduca a mera performance, sia non solo utile ma necessaria perché si capisca che la sessualità può essere espressione di un’affettività profonda, ma può anche essere vissuta in modo leggero ma comunque rispettoso dell’altro, e può perfino trasformarsi in una forma di sopraffazione e di violenza e questo vale sia in ambito gay che etero. Sento molti ragazzi gay usare espressioni del tipo: “Preferisco mille volte vedere una storia d’amore gay con un po’ di sesso che un porno, che alla fine non ha alcun senso ed è stato costruito solo per fini commerciali.” Bisognerebbe meditare sull’idea di una educazione sessuale (anche degli adulti) costruita sulla realtà per non lasciare spazio alla sola strumentalizzazione della sessualità, ma su questo terreno la Chiesa non si è mai espressa seriamente.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Quanto al disaccordo tra i giovani, sia dentro che fuori della Chiesa, su temi che adesso sono particolarmente dibattuti, tra i quali si trova anche l’omosessualità, va detto che il disaccordo non esiste solo tra i giovani ma anche tra le persone di età matura e anche all’interno della stessa Chiesa gerarchica. Quando il documento preparatorio parla di “giovani cattolici le cui convinzioni sono in contrasto con l’insegnamento ufficiale della Chiesa, che desiderano comunque farne parte” afferma che ci si può sentire cattolici e nello stesso tempo in contrasto con l’insegnamento ufficiale della Chiesa e questo accade proprio perché si ritiene che quell’insegnamento sia comunque non conforme allo spirito evangelico e sia viziato da visioni pregiudiziali, da eredità di altre epoche che andrebbero radicalmente riviste alla luce di una visione scientificamente fondata sulla realtà, basti a questo proposito ricordare che il Catechismo della Chiesa cattolica e i documenti pontifici in tema di omosessualità parlano di “grave depravazione”, “funesta conseguenza di un rifiuto di Dio”, “mancanza di evoluzione sessuale normale”, “costituzione patologica” , “comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale”. San Pio X, nel suo Catechismo del 1910, classifica il “peccato impuro contro natura” come secondo per gravità solo all’omicidio volontario, fra i peccati che “gridano vendetta al cospetto di Dio”.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Tutte queste cose sono, oltre che pericolose, perfino ridicole per chi ha un minimo di conoscenza della realtà, del tutto lontane della oggettività scientifica e frutto di puri pregiudizi, queste cose andrebbero riviste radicalmente con onestà intellettuale. L’idea della omosessualità come “colpa” o come “patologia” ha ormai fatto il suo tempo ed è stata archiviata dalla comunità scientifica da decenni. L’affermazione secondo la quale « gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati », contenuta nell’art. 2357 del Catechismo della Chiesa Cattolica stride fortemente con l’affermazione più volte ripetuta dalla Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo la quale l’omosessualità è “una variante naturale e non patologica” della sessualità umana.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Il documento preparatorio afferma che la dottrina della Chiesa è per molti cattolici fonte di gioia. Da quello che vedo ogni giorno tra i giovani gay, la dottrina della Chiesa in tema di omosessualità è una delle motivazioni di fondo per le quali i gay abbandonano la Chiesa, migrando talvolta verso altre confessioni religiose. I giovani gay abbandonano una Chiesa che li bolla come gravemente depravati, come persone che scontano le funeste conseguenze di un rifiuto di Dio, come individui sessualmente non normali, casi patologi che mettono in pratica comportamenti intrinsecamente cattivi dal punto di vista morale, secondi per gravità solo all’omicidio volontario! Mi chiedo come sia possibile provare gioia di fonte a queste affermazioni che non sono solo pericolose e violentemente omofobe ma sono radicalmente anticristiane.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Nel documento preparatorio si legge: “Noi, la Chiesa giovane, chiediamo alle nostre guide di affrontare in maniera concreta argomenti controversi come l’omosessualità e le tematiche del <em style="border: 0px; font-family: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">gender</em>, su cui i giovani già discutono con libertà e senza tabù.”</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Mi fermo su un solo elemento la cui presenza è sorprendente: il “gender”, una specie rimodernata di “araba fenice” di metastasiana memoria, una cosa della quale tutti parlano ma che nessuno ha mai visto! Ne parla Benedetto XVI in modo insistente, e questo non stupisce troppo, ma perfino papa Francesco ha espresso qualche preoccupazione per la teoria del gender, che però non ha alcun riscontro scientifico, né la sociologia né la psichiatria seria hanno mai parlato di questo fantomatico argomento e meno che mai nel modo assolutamente improbabile descritto dagli atti della Chiesa. La cosiddetta teoria del gender è un’invenzione di Mons. Tony Anatrella. «La teoria del “gender” ci prepara un mondo dove nulla sarà più percepito come stabile», dice lo psicanalista Tony Anatrella. «I danni provocati dal divorzio non sono nulla rispetto a quelli che può causare l’ideologia LGBT» (<a class="postlink" href="https://www.tempi.it/e-vietato-dirlo-ma-col-sesso-non-si-gioca/#.WBRzvPmLSUl" style="border: 0px; color: #208ece; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">https://www.tempi.it/e-vietato-dirlo-ma-col-sesso-non-si-gioca/#.WBRzvPmLSUl</a>). Aggiungo solo per inciso che Mons. Anatrella è accusato di abusi sessuali e l’articolo di Mediapart : «<a href="https://www.mediapart.fr/journal/france/101016/de-nouveaux-temoignages-accablent-mgr-anatrella-et-ses-therapies-sexuelles" style="border: 0px; color: #208ece; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">De nouveaux témoignages accablent Mgr Anatrella et ses thérapies sexuelles</a>» fornisce ampi ragguagli in proposito.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Mi chiedo come sia possibile dare spazio alle estemporanee teorie di Mons. Tony Anatrella e trascurare del tutto quello che l’Organizzazione Mondiale della Sanità va ripetendo ormai da diversi decenni. E ci si dovrebbe stupire che qualcuno possa accusare la Chiesa di anti-scientificità? Galileo docet: “il lupo perde il pel ma non il vizio.”</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Vengo ora all’esame del documento finale del Sinodo relativamente alle parti concernenti l’omosessualità.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Comincio con un’osservazione: nel documento finale manca del tutto ogni riferimento alla teoria del gender, ed è un grande passo avanti, come dire che si è smesso di fare la lotta contro la befana! Era ora!</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Devo aggiungere che la lettura integrale del documento, che richiede tempo e attenzione, lascia al lettore una qualche impressione di novità. I richiami al magistero di Benedetto XVI sono rari, le sottolineature della intangibilità della dottrina sono sostituite da qualche timida apertura alla necessità di un approfondimento, la tendenza è al dialogo e non all’arroccamento, non si individua un nemico in chi non condivide certi elementi della morale cattolica ma si cerca di mantenere aperto un dialogo.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Preciso che il Vaticano ha pubblicato anche gli esiti delle votazioni relative ai singoli articoli del documento. È significativo che gli art. 149 e 150 che trattano di sessualità abbiano registrato il più alto numero di non placet nel Sinodo. L’art. 149, che tratta di sessualità in modo generico ha ottenuto 214 voti favorevoli e 26 contrari, l’art. 150, che tratta più specificamente di omosessualità “senza toni da crociata” ha ottenuto 178 voti favorevoli e 65 contrari, il massimo numero di voti contrari tra tutti gli articoli del sinodo. Ricordo che per essere approvato un articolo deve ottenere ameno i 2/3 dei voti dei presenti. L’articolo 150 è passato ma col quorum più basso rispetto a tutti gli altri articoli.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Colpiscono alcuni riferimenti al lato oscuro del web che è diventato “un canale di diffusione della pornografia e di sfruttamento delle persone a scopo sessuale o tramite il gioco d’azzardo.”</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Il riferimento all’abuso sessuale e agli scandali sessuali interni alla Chiesa, che pure poteva suscitare polemiche, non è stato omesso.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Si afferma che “Insieme al permanere di fenomeni antichi, come la sessualità precoce, la promiscuità, il turismo sessuale, il culto esagerato dell’aspetto fisico, si constata oggi la diffusione pervasiva della pornografia digitale e l’esibizione del proprio corpo on line.” Si prende quindi coscienza di cose oggettive e oggettivamente pericolose.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Si coglie l’imbarazzo della Chiesa nel presentare e difendere la propria morale sessuale e si sottolinea che: “Frequentemente infatti la morale sessuale è causa di incomprensione e di allontanamento dalla Chiesa, in quanto è percepita come uno spazio di giudizio e di condanna. Di fronte ai cambiamenti sociali e dei modi di vivere l’affettività e la molteplicità delle prospettive etiche, i giovani si mostrano sensibili al valore dell’autenticità e della dedizione, ma sono spesso disorientati. Essi esprimono più particolarmente un esplicito desiderio di confronto sulle questioni relative alla differenza tra identità maschile e femminile, alla reciprocità tra uomini e donne, all’omosessualità.” E anche qui non emergono giudizi.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">L’accenno all’autenticità come valore di fondo della sessualità non era mai stato presente nei documenti ufficiali della Chiesa.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Si accenna allo sfruttamento sessuale, agli stupri di guerra, tutti temi molto sentiti dalla morale laica. In sostanza la distanza tra la morale laica e quella cattolica sembra restringersi almeno marginalmente e forse non solo, perché molti dei grandi valori cristiani sono anche grandi valori laici.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Riporto qui di seguito per esteso gli art. 149-150 che riguardano più da vicino l’omosessualità:<br />_____</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<em style="border: 0px; font-family: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-size: large;">Sessualità: una parola chiara, libera, autentica</span></em></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;"><strong style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">art. 149</strong>. Nell’attuale contesto culturale la Chiesa fatica a trasmettere la bellezza della visione cristiana della corporeità e della sessualità, così come emerge dalla Sacra Scrittura, dalla Tradizione e dal Magistero degli ultimi Papi. Appare quindi urgente una ricerca di modalità più adeguate, che si traducano concretamente nell’elaborazione di cammini formativi rinnovati. Occorre proporre ai giovani un’antropologia dell’affettività e della sessualità capace anche di dare il giusto valore alla castità, mostrandone con saggezza pedagogica il significato più autentico per la crescita della persona, in tutti gli stati di vita. Si tratta di puntare sull’ascolto empatico, l’accompagnamento e il discernimento, sulla linea indicata dal recente Magistero. Per questo occorre curare la formazione di operatori pastorali che risultino credibili, a partire dalla maturazione delle proprie dimensioni affettive e sessuali.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;"><strong style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">art. 150</strong>. Esistono questioni relative al corpo, all’affettività e alla sessualità che hanno bisogno di una più approfondita elaborazione antropologica, teologica e pastorale, da realizzare nelle modalità e ai livelli più convenienti, da quelli locali a quello universale. Tra queste emergono in particolare quelle relative alla differenza e armonia tra identità maschile e femminile e alle inclinazioni sessuali. A questo riguardo il Sinodo ribadisce che Dio ama ogni persona e così fa la Chiesa, rinnovando il suo impegno contro ogni discriminazione e violenza su base sessuale. Ugualmente riafferma la determinante rilevanza antropologica della differenza e reciprocità tra l’uomo e la donna e ritiene riduttivo definire l’identità delle persone a partire unicamente dal loro «orientamento sessuale» (CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali, 1 ottobre 1986, n. 16).</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Esistono già in molte comunità cristiane cammini di accompagnamento nella fede di persone omosessuali: il Sinodo raccomanda di favorire tali percorsi. In questi cammini le persone sono aiutate a leggere la propria storia; ad aderire con libertà e responsabilità alla propria chiamata battesimale; a riconoscere il desiderio di appartenere e contribuire alla vita della comunità; a discernere le migliori forme per realizzarlo. In questo modo si aiuta ogni giovane, nessuno escluso, a integrare sempre più la dimensione sessuale nella propria personalità, crescendo nella qualità delle relazioni e camminando verso il dono di sé.<br />____________</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Mi limito ad osservare che il richiamo alla Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali, redatta da Ratzinger nel 1986 è puramente di stile e cita uno degli elementi meno sostanziali di quel documento dell’oscurantismo più radicale, che suscitò, a dire poco, grosse perplessità.<br />La parte finale dell’art. 150 contiene una formula volutamente neutra di apertura, rivolta a tutti, nessuno escluso che non rimarca alcuna condanna o esclusione.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">In sintesi, il documento finale del Sinodo sembra, almeno nel linguaggio, e forse non solo nel linguaggio, contenere qualche apertura verso un modo non solo più scientifico e oggettivo ma anche più evangelico di concepire l’omosessualità. È pur sempre vero che una rondine non fa primavera e che il vento (anche quello dello Spirito) soffia dove vuole e potrebbe cambiare sempre direzione, ma si avverte l’impressione che il lievito stia cominciando a far fermentare tutta la pasta, o almeno buone porzioni di essa. Il tempo ci permetterà di capire se si tratta solo di un fatto episodico o se è realmente l’inizio di un’apertura, sulla quale mantengo comunque tutte le mie riserve, perché il buon senso e l’esperienza inducono a frenare gli entusiasmi e a seguire l’esempio di San Tommaso.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">________</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay: <a href="http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=73&t=6750" style="border: 0px; color: #208ece; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=73&t=6750</a></span></div>
PROGETTO GAYhttp://www.blogger.com/profile/14526527721413474895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-513868596083515774.post-6079182702543597662018-09-03T18:04:00.000+02:002018-09-03T18:04:38.152+02:00SEMPRE FIGLI NOSTRI – I VESCOVI USA E L’OMOSESSUALITA’<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Leggevo sul sito della Conferenza dei Vescovi cattolici degli stati uniti un documento “Always Our Children: A Pastoral Message to Parents of Homosexual Children and Suggestions for Pastoral Ministers” che merita una particolare attenzione. Era mia intenzione tradurre il teso in Italiano e pubblicarlo “con il dovuto commento” sui siti di Progetto Gay, sia in Italiano che in Inglese. Ho tradotto tutto il testo ma ho notato che non posso riprodurlo nemmeno parzialmente perché è coperto da copyright! Il copyright è nato per impedire lo sfruttamento commerciale di una pubblicazione, ma in questo caso specifico, dove non si capisce quale possa essere l’interesse commerciale da difendere, trattandosi di un documento “pastorale”, il copyright ha ovviamente un altro significato, cioè quello di impedire la pubblicazione anche parziale del testo e quindi il suo commento puntuale da parte di “persone non autorizzate”, in sostanza il copyright qui ha solo il senso di una censura. Devo sottolineare che i documenti ufficiali del Vaticano, che sono di ben altra importanza, non sono difesi con espedienti come il copyright e il Vaticano si espone onestamente alle critiche di chiunque, ma la conferenza episcopale degli USA preferisce difendersi con mezzi tipici del diritto commerciale!<br />Invito non solo i gay ma tutte le persone che hanno una coscienza civile a leggere questo documento (<a href="http://www.usccb.org/issues-and-action/human-life-and-dignity/homosexuality/always-our-children.cfm" style="border: 0px; color: #208ece; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">http://www.usccb.org/issues-and-action/ … ildren.cfm</a>).<br />Non posso citarne i contenuti per questioni di copyright, mi limiterò quindi a riportare le impressioni che ho avuto durante la lettura del testo.<br />Noto che il testo è del 1997, in piena epoca di Giovanni Paolo II, anzi di San Giovani Paolo II. I vescovi presentano un approccio non fraterno ma “pastorale” nel senso che non c’è nessuna ricerca in comune della verità ma ci sono i pastori che benevolmente si preoccupano della pecorelle smarrite. La comunicazione è a senso unico, dall’alto al basso, dai vescovi ai fedeli. Il discorso sulla omosessualità è affrontato insistendo molto formalmente sull’accoglienza e il rispetto ma ribadendo l’insegnamento della Chiesa, cioè in sostanza rifiutando radicalmente di aprire gli occhi sulla realtà. Anche Galileo aveva sostenuto che non è il sole a girare intorno alla terra ma la terra a girare intorno al sole e fu condannato dall’Inquisizione sulla base degli insegnamenti della Chiesa, insegnamenti che non avevano nulla di evangelico, come non hanno nulla di evangelico gli insegnamenti della Chiesa sulla Omosessualità. Ho citato centinaia di volte documenti fondamentali su questa materia dell’Organizzazione Mondiale delle Sanità, ma la Chiesa non vuole prendere in considerazione “la realtà”, che non ha niente a che vedere con quello che la Chiesa stessa predica in tema di omosessualità. Sbagliare si può, ma insistere nell’errore evitando ogni forma di confronto vuol dire che l’altro è considerato una realtà di serie B, da compatire, da guidare, una persona che si deve fingere di rispettare senza minimamente cercare di capire quello che pensa, che è considerato sbagliato a priori.<br />C’è poi un’altra cosa che mi ha molto colpito, il documento è rivolto essenzialmente non ai gay, mai ai genitori di figli gay e coloro che esercitano funzioni pastorali, si dice che il ricorso alle terapie di conversione “non è obbligatorio” e dovrebbe essere accettato volontariamente e anche che non è detto che risolva il problema, ma si consiglia ai genitori cattolici di rivolgersi a specialisti che seguono la dottrina cattolica, e questo è di per se molto significativo.<br />Per un verso si insiste sul fatto che un figlio gay è comunque un figlio (perché molti cattolici evidentemente erano stati indotti a pensare il contrario!), ma per l’altro si riconosce che un genitore può ben dirsi sconvolto da un evento terribile come accorgersi di avere un figlio gay, si consiglia a quel genitore di rivolgersi alla comunità, alla parrocchia, alla diocesi, alle associazioni di genitori di figli gay, ecc. ecc.. Ma mi sono chiesto se la Chiesa si sia mai resa conto di avere diffuso e di continuare a diffondere messaggi falsi e omofobi che hanno alimentato e continuano ad alimentare l’odio verso i gay. Sul tema del suicidio si dice che l’omosessualità può portare al suicidio ma in realtà non è l’omosessualità che porta al suicidio ma il clima di caccia alle streghe alimentato intorno all’omosessualità da quanti, sotto l’apparenza mite e paterna del pastore, diffondono l’odio. Chi ha orecchio per intendere intenda! Questa era la chiesa di San Giovanni Paolo II ma è stata anche la chiesa di Benedetto XVI e purtroppo è ancora la chiesa di Papa Francesco.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">__________</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul forum di Progetto Gay: <a href="http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=73&t=6652" style="border: 0px; color: #208ece; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=73&t=6652</a></span></div>
PROGETTO GAYhttp://www.blogger.com/profile/14526527721413474895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-513868596083515774.post-77235782318783212802018-07-06T20:12:00.000+02:002018-07-06T20:12:30.003+02:00SESSO GAY, RECITAZIONE E COMPORTAMENTI AMBIGUI<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Questo post è dedicato alle proiezioni e alle ambiguità che possono presentarsi nell’ambito della sessualità gay. Sottolineo a scanso di equivoci che sono cose che esistono anche in ambito etero, ma qui restringeremo lo sguardo solo sulla realtà gay.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Cerchiamo come prima cosa di circoscrivere l’argomento. Non intendo parlare di storie d’amore gay, perché quando la relazione è fortemente radicata a livello affettivo i comportamenti sessuali stereotipati tendono a svanire a vantaggio di una sessualità più profondamente di coppia, intendo invece trattare di relazioni, spesso saltuarie, anche se durature, senza una salda base affettiva o con una base affettiva solo unilaterale, in questi tipi di relazione, che si reggono solo sull’appeal sessuale, la dimensione proiettiva assume spesso un peso notevolissimo, intendo dire che si tende a mettere da parte l’idea che la sessualità di coppia si costruisce in due, proprio per il fatto che qui non c’è propriamente una coppia ma solo due individui che decidono a soddisfare se stessi uno tramite l’altro, senza neppure cercare di costruire un rapporto affettivo di coppia.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Il risultato di tutto questo è che l’altro è considerato come uno strumento, e siccome non ci si adegua ad uno strumento ma si richiede che sia lo strumento ad adeguarsi a noi, il partner di una relazione sessuale di questo genere non interessa tanto come persona ma come involucro che può essere riempito proiettivamente con contenuti che nulla hanno a che vedere con la realtà.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Il meccanismo delle proiezioni sfocia talora nella richiesta al partner di recitare una parte. Cito qui un brano di una chat tra un 34enne che si ritiene bisessuale (A) e un 37enne gay (B):</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">A scrive: No! Così non va bene! Sei rozzo, devi essere più dolce più femminile, più sottomesso, devi fare resistenza come farebbe una donna, e soprattutto non devi dire stupidaggini, non devi fare commenti non devi fare sproloqui da checca innamorata<br />B scrive: Guarda io a te ci tengo veramente ma non ti posso mica prendere in giro, non è una recita! Se vuoi una ragazza te la cerchi! Ce ne stanno tante!<br />A scrive: Non ti preoccupare che me la cerco! Però tu devi fare la tua parte e non mi fare quello che casca sempre dal pero! A te fare la femmina ti piace eccome! Ammettilo! Non essere ipocrita!<br />B scrive: A me piace stare con te, è per questo che ci sto …<br />A scrive: No! A te ti piace essere messo sotto e fare la femmina!<br />B scrive: No! Proprio per niente!<br />A scrive: Ho capito, me lo hai detto mille volte! Però che ti costa farlo? È di questo che ho bisogno, se tu mi vuoi bene devi fare quello che dico io, ma devi fare la femmina vera!</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Un altro esempio di proiezione che arriva fino alla richiesta di recitare un ruolo è il seguente tra due gay entrambi 35enni.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">A scrive: Domani passo, sei pronto? E poi anche pipì…<br />B scrive: Ok … e tu come stai?<br />A scrive: Domani mi devi trattare proprio come una puttana… hai capito?<br />B scrive: Io ci provo, ma non mi viene spontaneo… tu non sei una puttana<br />A scrive: ci devi riuscire, mi devi umiliare, deve essere padrone, devi reagire forte, pure a schiaffi se non faccio quello che vuoi tu, tanto io non reagisco, sai sicuro…<br />B scrive: Ok, ci provo…<br />A scrive: Ma non devi fare una pagliacciata come l’altra volta, devi essere vero, forte, mi devi dominare<br />B scrive: Ma non si potrebbero fare anche un po’ di coccole o di sesso tradizionale?<br />A scrive: No! Se uno stronzo se me lo chiedi, non è di questo che ho bisogno da te, quella cose la faccio ma non con te…<br />B scrive: Bene! Grazie!<br />A scrive: Ma lo sai e lo hai sempre saputo, e io so che a te ti piace fare il padrone e te lo faccio fare perché ti piace!<br />B scrive: A me?<br />A scrive: Sì e sei un ipocrita se lo neghi! Ti piace sottomettere la gente!<br />B scrive: A me? Mh…<br />A scrive: Ti prego, non mi contraddire, pure se hai ragione, ma che ti costa fare quello che ti dico?<br />B scrive. Ok, io ci provo, poi vediamo come va.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Un altro comportamento tipico di alcune relazioni sessuali prive del tutto o quasi di affettività e l’ambiguità dei messaggi, l’incertezza nel proporre un contatto sessuale o addirittura il chiedere sesso in modo esplicito cercando di attribuire al partner la colpa dell’avere accettato quella proposta che non doveva essere accettata. Un esempio di questo comportamento è stato così riassunto:</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">“Io e Paolo (nome di fantasia) abbiamo una relazione, o qualcosa che somiglia a una relazione. Lui è un bellissimo ragazzo appena trentenne, dal mio punto di vista è il modello di uomo, me ne sono innamorato a prima vista e la cosa dura da anni, solo che lui non è innamorato di me e lo posso capire, perché io ho 44 anni e non sono affatto un bell’uomo.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Che cosa ha trovato lui in me non lo so, ma qualcosa ci deve avere trovato perché è interessato a fare sesso con me, lo sottolineo, non è innamorato di me, ha avuto e ha anche adesso altri ragazzi dei quali è innamorato perso, ma che non sono innamorati di lui e ci sta malissimo e allora si consola con me ma solo a livello sessuale, anche se a me resta qualche dubbio che non sia solo una cosa di sesso, ma so che lui non lo ammetterebbe mai.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Comunque, io lavoro dalla mattina alla sera per mettere insieme il pranzo con la cena e non sto quasi mai a casa perché vivo coi miei genitori, non per scelta ma per necessità, perché hanno grossi problemi di salute, e lavoro in un’altra città, a circa 30 km dalla mia. Sul posto di lavoro ho un minuscolo alloggio di servizio dove c’è anche un letto. Durante i turni di lavoro non posso allontanarmi ma negli intervalli tra due turni ho un po’ di libertà. Paolo sa i miei orari.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Bene, una sera mi chiama al cellulare appena ho finito il turno di sera e ho chiuso tutto e devo aspettare per riaprire al mattino. Sono un po’ spiazzato perché non mi aspettavo di vederlo. Lo faccio entrare nel mio minuscolo alloggio e lui, senza farmi dire nemmeno una parola mi salta addosso e mi strappa letteralmente i vestiti. Per circa mezz’ora facciamo sesso, ed è una cosa seria e partecipata da entrambe le parti (nonostante le precauzioni per la prevenzione delle malattie) io sono piuttosto contento perché lo vedo sciolto e partecipativo, cioè molto meno rituale del solito, d’altra parte per venire da me ha dovuto fare 30 km in macchina.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Fino alla fine del rapporto sessuale va tutto benissimo, cioè non c’è nessun problema a nessun livello, ma una volta che ci siamo rivestiti lo vedevo stranito, mi ha detto: “Tu lo sai che per me tutte queste cose sono deleterie? Perché io non voglio diventare dipendente, e te lo avevo anche detto che dovevi dirmi di no, ma tu hai pensato a te stesso e hai fatto quello che hai voluto e non hai pensato al mio bene, quindi tu non mi vuoi bene veramente, tu pensi solo a te stesso!” Gli ho risposto: “Paolo, ma sei tu che sei venuto a cercarmi fino qui!” E mi ha risposto: “Sì, ma io sono dipendente e mi devo staccare da te e se tu fai così io non mi staccherò mai da queste cose…” Abbiamo cominciato a discutere e poi anche a litigare su questa cosa e io non sapevo che cosa dire.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">A un certo punto ha cambiato di nuovo atteggiamento e mi è saltato addosso un’altra volta supplicandomi di non fermarlo, al che l’ho preso per i polsi e l’ho tenuto fermo e lui mi ha detto: “Per l’ultima volta, solo per l’ultima volta! Ti prego non mi rifiutare!” Gli ho detto: “Ma dopo non prendertela con me!” lui ha detto: “No! Stai tranquillo, ma non mi dire di no!” Poi abbiamo fatto sesso di nuovo e si vedeva che era contento e del tutto sciolto, quando facciamo sesso tra noi non ci sono mai problemi, il problema viene sempre dopo… ma quella volta è stato diverso, il sesso è durato di più, è stata una cosa più autentica del solito in qualche modo è stato più sesso e meno dipendenza.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Quando abbiamo finito era notte fonda e lui se ne voleva andare, ma non l’ho fatto andare via perché era stanchissimo, si è sdraiato sulla branda e io ho dormito in poltrona, abbiamo dormito fino alle 6.30, poi siamo andati al bar a fare colazione ed è ripartito dicendo: “Non dire niente!“ Stanotte è stato tutto come un bel sogno ma tra un’ora potrebbe pentirsi di tutto. Non è per me che mi preoccupo ma non vorrei che si sentisse veramente sfruttato sessualmente da me, è una paura generica, perché in fondo non credo proprio che lui lo pensi.”</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">___________</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto gay: <a href="http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=23&t=6583" style="border: 0px; color: #208ece; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=23&t=6583</a></span></div>
PROGETTO GAYhttp://www.blogger.com/profile/14526527721413474895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-513868596083515774.post-29434005358601434892018-06-05T17:46:00.000+02:002018-06-05T17:47:31.550+02:00BISESSUALE SPOSATO PIU’ ETERO CHE GAY<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Caro Project, forse non ti ricorderai di me, ci siamo conosciuti nel dicembre del 2015. Ti fornisco un elemento che penso ti potrà permettere di inquadrare subito chi sono: nel gennaio del 2016 sono passato per la tua città e siamo andati a pranzo insieme. Posso dire che mi è stato molto utile soprattutto perché, allora, ero proprio sconvolto dalla paura di poter distruggere il mio matrimonio. Ovviamente scoprire di essere sensibile al fascino maschile alla mia età non era certo un cosa da poco. Mi sembrava di avere finalmente capito chi ero veramente. Pensavo che tu mi avresti molto incoraggiato e mi avresti detto che era ora di cercarmi un uomo e di provare, e sono rimasto molto perplesso di fonte alla tua reazione. Mi hai parlato della fase frenetica di chi si scopre gay magari a 40 anni e con un matrimonio alle spalle e mi hai raccontato un po’ di storie di uomini che si sono trovati nella mia stessa situazione. Non contestavi il fatto che io potessi avere pulsioni gay ma mi mettevi costantemente in guardia dal non credere alle cose troppo facili e soprattutto dall’idea di mandare all’aria il matrimonio. Mi avevi fatto notare che io non avevo mai sentito il matrimonio come una trappola e che avevo un buon rapporto con mia moglie, il che era verissimo. Poi hai aggiunto tutti i discorsi sulle malattie, cose alle quali un uomo sposato, che vive in una coppia monogamica stretta, di fatto, non pensa mai. Sono rimasto stupito quando mi hai detto che avrei dovuto parlare chiaro con mia moglie, perché non dovevo assolutamente ingannarla. Questo discorso veramente da te non me lo aspettavo. Quando ci siamo salutati, beh, non ti dico quello che ho pensato di te… in pratica avevo deciso che non ti avrei più sentito perché non mi stavi spingendo nella direzione in cui io volevo andare, per capirci quella delle App, delle videochat ecc. ecc.. Torno alla mia città e cerco di darmi da fare senza dire niente a mia moglie. Ho incontrato il primo uomo tramite App, ma quando l’ho visto mi sono passate tutte le fantasie, e in pratica niente sesso perché era proprio fissato e squallido, almeno avrei voluto parlarci ma mi ha risposto che non aveva tempo da perdere e se ne è andato. Nei mesi successivi è successo altre tre volte. L’unico incontro dignitoso è stato con un uomo sposato, col quale ho parlato a lungo ma che alla fine mi ha messo in crisi perché non ha voluto tradire la moglie e in pratica tra noi tutto è finito prima di cominciare, però la cosa mi ha fatto ragionare parecchio e mi sono detto: ma che sto facendo? Ma io non sono gay, io sto con mia moglie da anni a stiamo bene insieme, le fantasie gay ce le ho, questo è innegabile, ma non mi sento gay, io sono bisessuale ma bisessuale soprattutto etero. Insomma ci sono voluti quasi due anni per uscire da quella che tu chiami fase frenetica ma penso che alla fine ci sono riuscito, ma non solo, ho fatto anche un passo fondamentale verso mia moglie, le ho detto come stavano le cose, e ho scoperto che lei lo aveva capito benissimo praticamente fin dall’inizio. Con mia moglie non ho mai usato preservativi perché non abbiamo figli e non ne possiamo avere, ma lei ha scoperto che nel fondo di un cassetto c’era una pacchetto di preservativi che io avevo comprato “per ogni possibile evenienza” e poi avevo dimenticato lì per sbaglio proprio perché non avevo le attenzioni che hanno i gay a non lasciare traccia. Dopo quella scoperta le si è accesa la lucetta rossa, ha tenuto conto delle mie telefonate e delle mie uscite serali, del mio uso notturno del telefono e era arriva a capire che c’era qualcosa che non andava, ma lei pensava che io avessi un’altra donna. Una volta ho chattato tramite PC e mi sono addormentato al PC, lei si è alzata per vedere perché non andavo a letto e ha visto la chat e di che cosa si trattava, non mi ha detto nulla ed è andata di nuovo a coricarsi, io la mattina mi sono accorto che mi ero addormentato al PC, con la chat aperta, ma ho visto che lei era a letto e non ho dato molto peso alla cosa. Insomma, lei sapeva ed ha pazientato. Quando le ho fatto il mio discorsetto mi ha chiesto se avevo un uomo e io le ho detto che non avevo nessun compagno o amico o come si può chiamarlo. Da quando aveva trovato i preservativi non ha più fatto sesso con me, io non capivo il perché ma l’ho capito solo adesso. Mi ha detto che se volevo ancora fare l’amore con lei dovevo fare il test. Le ho spiegato che non avevo fatto sesso con nessuno ma non ha voluto sentire storie, probabilmente non ci ha creduto, e alla fine io ho fatto il test (ovviamente inutilmente) e ho ricominciato, dopo due anni di interruzione, ad avere rapporti con mia moglie. Oggi ho ancora qualche fantasia gay, però a livello sesso la risolvo con qualche porno e con la masturbazione, tra l’altro non molto frequente da quando ho ricominciato ad avere rapporti con mia moglie, lei lo sa e non ne è rimasta convolta. Dal punto di vista affettivo ho i miei amici, tutti sposati e etero al 100%, coi quali vivo momenti molto belli di solidarietà maschile e, al momento, questo mi basta. C’è solo un pensiero che mi scava il cervello un po’ come un tarlo ed è il fatto che mia moglie potrebbe aver cercato di salvare comunque il matrimonio proprio perché lei non può avere figli e questo le renderebbe molto problematico un nuovo matrimonio, mentre con un marito che non è interessato ad avere figli (siamo sposati da 9 anni) può sentirsi a suo agio anche se quel marito ha qualche fantasia gay, perché in fondo non lo sta privando di nulla. Forse il mio è un pensiero stupido, comunque sono rimasto stupito delle sue reazioni, sapevo che è una donna intelligente ma aperture di questi tipo e fino a questo punto non me le aspettavo. Non so se vorrai mettere questa mail nel forum, dato che è una po’ la storia di uno che alla fine ha optato per l’eterosessualità, perché in fondo era soprattutto eterosessuale, ma se vuoi, pubblicala pure, mia moglie l’ha letta e ha detto che anche a lei sta bene.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Con affetto. Marcello</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">_________</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay: <a href="http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=16&t=6541" style="border: 0px; color: #208ece; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=16&t=6541</a></span></div>
PROGETTO GAYhttp://www.blogger.com/profile/14526527721413474895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-513868596083515774.post-9426097979136148562018-04-27T12:30:00.000+02:002018-04-27T12:30:30.715+02:00GAY E SESSO DISFUNZIONALE<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<strong style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-size: large;">Omosessualità ego-distonica</span></strong></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Nella classificazione dei disordini mentali e comportamentali contenuta nella decima formulazione del documento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per la classificazione della malattie (ICD-10), l’omosessualità non è più in alcun modo considerata una malattia e si riconosce l’esistenza di forme distoniche di tutti gli orientamenti sessuali. L’omosessualità eco-distonica è una omosessualità riconosciuta dal soggetto ma non accettata. Se un omosessuale, pienamente cosciente di essere omosessuale, entra in conflitto col suo orientamento sessuale per ragioni religiose, morali o sociali e desidera cambiare orientamento sessuale, si dice che la sua è una omosessualità ego-distonica. Questa categoria è ormai desueta e l’omosessualità ego-distonica non è più classificata come disturbo mentale, ma come semplice disagio dovuto a ragioni culturali o sociali. L’ICD-10 è stato approvato dalla 43esima Assemblea della OMS nel maggio del 1990 ed è entrato in uso negli Stati aderenti alla OMS dal 1994. È attesa la pubblicazione del l’ICD-11 entro il 2018, e si prevede che sia completamente eliminato qualsiasi riferimento alla omosessualità anche ego-distonica. Due punti devono essere sottolineati:</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">1) l’eccesso di psichiatrizzazione è arrivato a superare i limite del ridicolo (e veramente del patologico) con la descrizione, nell’800, di una presunta patologia, la <em style="border: 0px; font-family: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">drapetomania,</em> un “disturbo degli schiavi che hanno la tendenza a scappare dal loro proprietario a causa di una propensione innata per la voglia di viaggiare”. La psichiatria, partendo dall’assunto che la schiavitù fosse una cosa normale è arrivata a considerare patologica la tendenza degli schiavi a scappare!</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">2) il mantenimento della categoria di “Omosessualità ego-distonica” ha alimentato il florido mercato delle terapie di conversione mirate al riportare gli omosessuali alla eterosessualità, perché queste pratiche aberranti erano considerate ufficialmente forme di cura per una “malattia” e quindi erano rimborsabili dalle assicurazioni sanitarie o dai servizi sanitari nazionali, ove presenti.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">L’omosessualità era stata eliminata fin dal 1973 dal DSM (Diagnostic and Statistical Manual del American Psychiatric Association (APA)), dopo un percorso molto tortuoso in cui resistenze di tipo ideologico, opportunismi politici e interessi economici si intrecciavano in vario modo, in un territorio di confine in cui la scienza (psichiatria) rischiava di perdere anche l’apparenza dell’oggettività. Rinvio a questo proposito a un bell’articolo di Jack Drescher: Out of DSM: Depathologizing Homosexuality (<a href="https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4695779/" style="border: 0px; color: #208ece; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4695779/</a>) che illustra il percorso che ha portato alla depatologizzazione della omosessualità da parte dell’APA.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Lasciamo da parte, con tutte le riserve del caso, la categoria di omosessualità ego-distonica, che ormai ha fatto il suo tempo, e veniamo all’oggetto specifico di questo articolo, ossia alla sessualità gay disfunzionale che è qualcosa di profondamente diverso.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<strong style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><span style="font-size: large;">Gay e sesso disfunzionale</span></strong></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">La tradizione culturale ci ha assuefatti all’associazione di sesso e piacere, avallando l’identificazione della sessualità con la gratificazione che ne può derivare, l’esperienza tuttavia insegna che non sono rari i casi in cui la sessualità, lungi dall’essere associata al piacere e alla gratificazione, diviene espressione e talvolta concausa non secondaria di stati depressivi poco appariscenti ma subdoli e addirittura pericolosi.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">L’associazione di sessualità e senso di gratificazione non è una costante necessaria ma è indotta dall’imprinting sessuale e dai primi approcci alla sessualità adulta che agiscono in modo vario e complesso sulle componenti della personalità in formazione e la plasmano. Si può arrivare a vivere la sessualità come una vera e propria ossessione, cioè come una dipendenza invasiva e pervasiva che condiziona profondamente l’intera personalità, si può arrivare a vivere la sessualità come autopunizione, come forma autoimposta di degradazione morale o come costantemente accompagnata da sensi di colpa associati ad un irrefrenabile impulso a ripetere. In altri termini la sessualità può essere una risposta disfunzionale al disagio che non solo non lo allevia ma può appesantirlo in modo condizionante.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Quando si assiste ad un esercizio spasmodico della sessualità, in particolare quando la sessualità è disgiunta dalla componente affettiva, sorge il legittimo sospetto che si tratti di una sessualità disfunzionale.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Faccio un esempio molto semplice ma molto significativo: quando un ragazzo vive una sessualità molto attiva ma accompagnata da senso di soddisfazione e di gratificazione, non c’è ragione di sospettare qualche forma di disagio, se invece la sessualità iperattiva è accompagnata da sensazioni di tipo depressivo, da un calo dell’autostima o dalla percezione di un senso di dipendenza, è legittimo chiedersi se dietro non ci sia una forma di disagio.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">La sessualità come manifestazione e componente del disagio si incontra più facilmente negli omosessuali e in particolare in quegli omosessuali che, per ragioni di conformismo sociale o per fatti legati alla storia individuale, vivono in condizioni di repressione o presentano forme di sessualità che non sono facilmente accettate nemmeno in contesti per altri aspetti accoglienti, come per esempio i rapporti intergenerazionali. Come è ovvio e come ho potuto riscontrare più volte, l’aver subito in età infantile o anche nella prima adolescenza forme di abuso sessuale predispone ad una sessualità disfunzionale ma non la determina in modo necessario.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Alla base della sessualità disfunzionale si trova frequentemente l’idea della trasgressione e del coinvolgere altri in comportamenti trasgressivi, il che spesso significa cercare di uscire dall’isolamento e poter condividere un aspetto intimo e allo stesso tempo ansiogeno della propria personalità. Vorrei precisare che la sessualità disfunzionale affonda spesso le sue radici in settori del vissuto individuale che non hanno nulla a che vedere con la sessualità ma che hanno forti riflessi sull’autostima e sono spesso legate al contesto familiare di origine.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Il patrimonio della intimità sessuale rappresenta una delle dimensioni più importanti e nello stesso tempo più fragili della personalità, una dimensione invisibile ma presente sulla quale ciascuno misura ai livelli più profondi la sua integrazione sociale. Ovviamente all’intimità sessuale sono riferibili molti sensi di colpa, legati alla tendenza a invadere l’intimità sessuale altrui o a dissipare la propria con comportamenti anomali o eccessivi.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Da quello che ho potuto vedere la dicotomia tra affettività e sessualità, che in certe persone sembra comunque originaria, è spesso fortemente accentuata dalle esperienze di rifiuto, cioè da storie a sfondo affettivo-sessuale cominciate con entusiasmo e terminate per manifesta incompatibilità. La ripetuta esperienza dell’incompatibilità affettiva porta allo spostamento dell’investimento emotivo verso la sessualità non affettiva. Gli archetipi emersi dall’imprinting sessuale diventano così dei modelli da ripetere in modo continuo e progressivamente sempre meno gratificante. L’idea della trasgressione comincia a pesare più di quella della condivisione, i comportamenti diventano rituali e stereotipati e si forma una specie di copione che si ripete più o meno identico indipendentemente dalla personalità del partner.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Questo meccanismo, che di fatto crea una dipendenza ossessiva, è vissuto inizialmente come un semplice disagio ma tende gradualmente a divenire compulsivo. Le componenti affettive si ritraggono dalla sessualità ma non spariscono dall’orizzonte individuale, restano solo in una dimensione separata dalla sessualità. I ragazzi che vivono condizioni di disfunzionalità sessuale hanno un’affettività spesso molto profonda che può manifestarsi come tale in tutte le sue potenzialità, che possono essere enormi, intendo dire che quei ragazzi possono vivere rapporti di amicizia importanti, possono avere, su aspetti che non toccano la sessualità, un codice morale rigidissimo, ma quando si tratta di sessualità finiranno per sentirsi dominati dalla coazione a ripetere sempre i medesimi comportamenti e a cercare di coinvolgere altri in comportamenti che essi ritengono trasgressivi e comunque a dissociare affettività e sessualità.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Devo osservare che molti dei comportamenti che qui ragazzi considerano trasgressivi, sono in realtà delle varianti abbastanza comuni del comportamento sessuale che, quando non sono accompagnate da senso di dipendenza e da compulsione a ripetere o dalla tendenza a focalizzarsi soltanto su di esse, non esprimono e non creano affatto disagio. Riporto un esempio significativo: i rapporti intergenerazionali su base affettiva non sono espressioni di disagio ma quei rapporti, vissuti senza affettività e quasi autoimposti, manifestano un disagio che può essere profondo, lo stesso discorso vale per esempio per la penetrazione anale che non ha nulla a che vedere col disagio, quando è vissuta come gratificante e spontanea, ma che è invece segno di un disagio che può essere profondo quando è vissuta come autoimposizione da persone che nelle loro fantasie sessuali non hanno mai preso in considerazione quella particolare pratica sessuale. Lo stesso si potrebbe dire per l’uso di un linguaggio particolarmente provocatorio, volgare o aggressivo negli incontri sessuali e così via.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;"> Avviene in questi casi un po’ quello che avviene nel doc (disturbo ossessivo compulsivo), un comportamento che di per sé non avrebbe nulla di trasgressivo, se fosse vissuto in una dimensione affettiva, giocosa e comunque collaborativa e senza ruoli fissi, cioè con criteri di parità e in modo leggero, è invece ritenuto trasgressivo ed è vissuto come compulsivo, ma la ragione non sta nella oggettiva trasgressività di quel comportamento o nella sua intrinseca compulsività ma solo nella mente de soggetto che associa quei comportamenti ad una situazione di disagio.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Esistono alcuni criteri che tendono alla prevenzione, nei limiti del possibile, della sessualità disfunzionale:</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">1) Rispetto assoluto della privacy del bambino o dell’adolescente in questioni legate alla sessualità</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">2) Cercare di prevenire in ogni modo gli abusi sessuali su minori, che incidono in maniera profondissima sulla vita adulta</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">3) Creare un ambiente che tenda a favorire l’autostima e a sviluppare un clima affettivo, in particolare fornendo esempi di associazione tra affettività e sessualità</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Cerchiamo ora di analizzare sinteticamente ciascuno di questi punti.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Comprendo molto bene che nell’era di internet, in cui i bambini e gli adolescenti hanno facilmente accesso alla rete e a tutti suoi contenuti, un genitore possa essere preoccupato dell’accesso del figlio alla pornografia, che per certi versi è inevitabile; è tuttavia opportuno che questo accesso avvenga ad un’età in cui esiste già una sessualità sostanzialmente adulta (14-15 anni), in modo che non si sviluppino modelli di comportamento esclusivamente imitativo, perché un modello di sessualità esclusivamente imitativo è sostanzialmente privo di affettività. I genitori hanno spesso paura più che della pornografia, della amicizie particolari dei figli, che invece hanno il merito innegabile di favorire la crescita dell’affettività e l’integrazione di affettività e sessualità. Un genitore può e deve parlare di sessualità con il figlio ma non chiamandolo mai in causa in prima persona. Gli atteggiamenti di tipo inquisitorio o peggio di vero e proprio spionaggio, come cercare tra le carte private del figlio o manomettere il suo computer vengono percepiti come invasivi e violenti e spezzano il rapporto di fiducia genitori-figli.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">La prevenzione degli abusi sui minori è un argomento molto delicato perché la stragrande maggioranza degli abusi vengono perpetrati proprio dalle persone cui il minore è affidato o comunque da persone di famiglia o che frequentano abitualmente la casa del minore. È ovvio che in queste condizioni l’intervento repressivo della legge penale rischia di essere del tutto eluso. La regola aurea per ridurre le possibilità di abuso consiste nel non “affidare” mai il minore ad altri e, in caso di necessità, nell’affidarlo ai nonni o ad altri familiari del cui comportamento si possa essere certi, e comunque mai in modo sistematico o per lunghi periodi.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Creare un ambiente che tenda a favorire l’autostima e lo sviluppo di un clima affettivo significa in pratica creare una vita familiare nel senso pieno del termine, passando molto tempo con i figli, giocando con loro fin dalla più tenera età, gratificandoli nel confronto con gli adulti e mostrando loro esempi concreti di affettività tra adulti. Non c’è nulla che possa favorire l’autostima e lo sviluppo dell’affettività del minore come il vedere i genitori vivere tra loro un clima affettivo e collaborativo. Intendo dire che il disagio del minore è molto spesso l’espressione di un disagio familiare.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Mi sono interrogato spesso su che cosa si possa fare quando una forma di sessualità disfunzionale è ormai radicata da anni e qui posso solo riportare le mie riflessioni che sono ben lungi dall’indicare un concreto modo di procedere. Naturalmente non mi sono posto il problema di che cosa possa fare uno psicologo, che assume un ruolo determinato che ha le sue regole, ma di che cosa possa fare un amico. Le variabili in gioco sono moltissime ed è difficilissimo arrivare ad una sintesi, mi limiterò quindi ad esporre i problemi più ricorrenti.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Indicherò con la lettera “A” il ragazzo che vive una condizione di disfunzione sessuale e son la lettera “B” l’amico.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Prima situazione: A ha un dialogo abbastanza franco con B e lentamente arriva a parlare con B della propria sessualità, manifestando anche gli aspetti ritenuti trasgressivi. In questo modo A intende valutare soprattutto la fedeltà di B e le sue reazioni.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Se B si mostrerà infastidito da quei discorsi o se ne andrà via per non farsi più vedere, A vivrà la cosa come l’ennesimo rifiuto nei suoi confronti e questo lo confermerà nella su idea di marginalità e di isolamento sociale.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Se B ascolterà i discorsi di A in modo paziente senza reazioni di stupore e cercherà di sottolineare che gli aspetti trasgressivi sono in realtà minimi, ammesso e non concesso che esistano, A passerà ad una fase successiva, cercherà cioè di coinvolgere B oltre il livello del dialogo, di provocarlo per convincerlo a provare un contatto sessuale, anche molto superficiale, anche solo telefonico, ma si tratterà di un contatto sessuale con quelle caratteristiche di trasgressività che B aveva ritenuto poco o per niente trasgressive e qui si porrà, per B, il problema di accettare o meno di fare questo passo avanti, perché se B accetterà, quasi certamente A proverà a fare un ulteriore passo avanti per coinvolgere sempre di più B, ma se B rifiuterà, A prenderà occasione dal rifiuto per deprimersi ulteriormente e per diminuire ulteriormente la sua autostima. Alla fine di questo processo, che può durare mesi, B si chiederà se sia il caso di cedere alle insistenze di A e qui la risposta non è affatto scontata, perché non si tratterebbe certamente di cominciare una storia d’amore con A, dato che A è coinvolto da B solo a livello sessuale ma non affettivo, mentre B potrebbe provare un coinvolgimento affettivo profondo per A. B, tuttavia, è ormai consapevole che il rapporto con A si gioca ad un altro livello e che, anche se A non è coinvolto a livello affettivo, cioè in termini di relazioni di coppia, la risposta di B può essere importantissima proprio per l’equilibrio personale di A, o meglio per la sua autostima e per il superamento degli atteggiamenti depressivi. B, d’altra parte sa molto bene che cedere ad A una volta vuol dire indurre A a ripetere quell’esperienza sessuale un numero infinito di volte ma sempre senza affettività di coppia. Tra le risposte a senso unico: accettare sempre e comunque le proposte di A, oppure dire chiaramente di no anche se nel modo meno aggressivo possibile, c’è una terza via, quella di una accondiscendenza limitata soprattutto ai periodi di massimo stress di A. La finalità di B non può consistere nel cercare di creare un legame di coppia con A, ma deve identificarsi nel permettere che A raggiunga una maggiore serenità e una maggiore autostima e che quindi possa vivere, anche nei confronti di B una dimensione affettiva “non di coppia” ma comunque fortemente stabilizzante. Come è ovvio in questo percorso ci sono moltissime varianti possibili e le decisioni non spettano a B ma sono assunte insieme da A e da B come accade in ogni rapporto interpersonale importante.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Vorrei concludere il mio discorso sulla sessualità disfunzionale con una precisazione: la sessualità disfunzionale si trova spesso in persone per altri versi realizzate nonostante la loro bassa autostima e, aggiungerei, in persone che sono costrette a vivere vite diverse da quelle che avrebbero desiderato, anche se hanno ottenuto, in queste vite non scelte, notevoli successi a livello sociale ed economico. Con queste persone è certamente possibile costruire rapporti affettivi anche molto importanti, che la loro caratteristica non aggressività e la loro tendenza a mantenere rapporti stabili, anche se non stretti, rendono di fatto spesso molto gradevoli e gratificanti.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Se c’è una cosa dalla quale bisogna in ogni caso astenersi è il giudicare, perché questo farebbe ulteriormente diminuire l’autostima e porterebbe queste persone verso stati più nettamente depressivi. Parlando sia con persone con una sessualità disfunzionale che con i loro amici ho potuto notare che tra loro sussiste rispetto e affetto. Ho altresì rilevato che alcune situazioni problematiche tendono a risolversi quando, a livello generale e non specificamente sessuale, l’autostima sale e con essa il livello sostanziale di socializzazione. Il vero pericolo è lo stato di abbandono in cui l’individuo si trova assolutamente solo con la propria depressione perché allora vengono a mancare del tutto gli stimoli a rivalutarsi e a capire che si è realmente importanti, almeno per qualcuno.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">__________</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay: <a href="http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=23&t=6511" style="border: 0px; color: #208ece; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=23&t=6511</a></span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Read this post in English: <a href="http://gayprojectforum.altervista.org/T-gays-and-dysfunctional-sex" style="border: 0px; color: #208ece; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">http://gayprojectforum.altervista.org/T-gays-and-dysfunctional-sex</a></span></div>
PROGETTO GAYhttp://www.blogger.com/profile/14526527721413474895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-513868596083515774.post-48573516886342104162018-04-13T13:26:00.000+02:002018-04-13T13:26:57.394+02:00RELAZIONI GAY NON STANDARD<div class="postbody" style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Paolo scrive: Ciao Project! Finalmente ti trovo in chat! Non ci sei quasi mai.</span><div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
</div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project scrive: Eh, beh, in effetti in chat entro poco</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Paolo scrive: Sei impegnato?</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project scrive: No, a quest’ora non c’è più nessuno</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Paolo scrive: Se vuoi andare a dormire ci sentiamo un altro giorno, veramente, non fare complimenti</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project scrive: No, nessun complimento, non ho nulla da fare e in genere vado a dormire ben oltre quest’ora, quindi non ho proprio nessun problema</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Paolo scrive: Ok, perché volevo parlare un po’ con te</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project scrive: Io sono qui e non ho limiti di tempo</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Paolo scrive: Allora, Project, noi abbiamo scambiato alcune mail qualche mese fa ma non ci siamo mai sentiti in chat. Ti ricordo brevemente i fatti: 36 anni, con una sola storia alle spalle e con esperienze sessuali con un solo ragazzo, quello della storia. In pratica è stato l’unico ragazzo di cui mi sono innamorato, quando è cominciata la nostra storia io avevo 26 anni e lui 20, adesso lui ne ha 30. Non stiamo più insieme da molto tempo, più di sei anni, ma siamo rimasti sempre in contatto. Lui ha avuto le sue storie e soprattutto le sue avventure sessuali, ma come ti avevo scritto in una mail, penso che per lui il sesso abbia un valore molto particolare, è una specie di dipendenza che alla fine mette in crisi e fa scappare i ragazzi coi quali lui cerca di costruire una storia. In genere i ragazzi non si rendono conto del senso che lui dà al sesso perché non lo conoscono a fondo. Lui non ha grossi problemi ad avere rapporti sessuali con persone che frequenta e di cui tutto sommato si fida, mentre è molto restio a parlare di sé. È successo così anche con me, prima di arrivare a parlare con me liberamente, cioè prima di fidarsi di me ci ha messo tre anni, poi quando mi ha parlato di tutta la sua vita passata mi si sono aperti gli occhi e ho cominciato a capire che per lui il sesso, a modo suo, cioè con le sue particolarità e le sue fisse aveva un significato speciale. Lui ha vissuto tante esperienze difficili, anche a livello sessuale, e il ricordo di tutte queste cose se lo porta dentro, per lui essere accettato significa essere accettato “com’è” con tutto il carico di problemi che si porta appresso, chi arriva veramente a volergli bene lo deve prendere com’è, mi spiego meglio, per esempio, quando lui sta con me è completamente sciolto, ma il quando lo deve decidere lui, quando cercavo di creare un programma per i nostri incontri, tutto andava a rotoli, se non lo assecondavo si arrabbiava con me e se ne andava, anche se dopo qualche giorno mi richiamava. Qualche volta potevo pure dirgli di no, non se la prendeva a male, ma non potevo sottrarmi sempre a quello che lui voleva. Per esempio quando sta con me, ancora adesso, mi ricorda più volte che lui è stato è sta tuttora anche con altri ragazzi, io gli rispondo che lo so benissimo ma che stare vicino a lui mi fa sempre un effetto positivo e che il fatto che lui possa stare anche con altri non mi turba.</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project scrive: però, scusami se mi intrometto, ma bisogna sempre stare attenti alla salute, perché se lui ha una vita sessuale molto sciolta può anche tenere comportamenti rischiosi</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Paolo scrive: sì, questo è vero, ma quando stiamo insieme (ed è una cosa rara) la protezione è massima, la cosa gli dà fastidio ma alla fine l’accetta, perché sa che ho paura delle malattie e non mi vuole mettere in difficoltà.</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project scrive: sì, però magari i rapporti con altre persone possono non essere protetti o non essere protetti adeguatamente e i rischi più grossi può correrli proprio lui</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Paolo scrive: Su questo ho cercato di insistere più volte, io penso che lui un certo senso di responsabilità ce l’abbia ma non vedo in concreto che cosa io possa fare per fargli fare “sempre e solo” sesso sicuro. Poi ormai da mesi noi non ci vediamo più di persona per fare sesso e lo facciamo solo per telefono, quindi a rischio zero. Anzi, io sono convinto che lui abbia accettato questa soluzione proprio per non mettere me nella paranoia del sesso a rischio</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project scrive: Beh, è una cosa notevole, è una forma di attenzione molto particolare</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Paolo scrive: sì, lo so, l’ho pensato anche io. Adesso siamo a questo punto. Io gli voglio bene e credo che lui, con me, possa avere un dialogo che non può avere con altre persone, e penso che il nostro rapporto vada avanti proprio per questo, perché si vede accettato proprio senza riserve, e poi, io con lui non recito, non gli voglio solo bene, diciamo così come ad un fratello, ma ne sono innamorato, se dipendesse da me vivrei con lui e il fatto che può avere altri ragazzi mi preoccuperebbe solo per la sua salute e per niente altro. Lui di me si fida ed è questo che in qualche modo rende unico il nostro rapporto, con me non recita, non lo ha mai fatto, non è reticente, si scioglie del tutto. Tira fuori tutte le sue debolezze e tutti i suoi lati oscuri perché sa che tra noi non crollerà nulla in nessun caso, penso che sia questo il punto fondamentale.</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project scrive: Non so se posso farti una domanda indiscreta…</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Paolo scrive: certo, ci mancherebbe altro!</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project scrive: Hai mai notato in questo ragazzo dei comportamenti che ti hanno messo in allarme, reazioni strane, aggressive, o forme di depressione, o tendenza a parlare senza fermarsi…</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Paolo scrive: Vuoi dire se ho notato qualcosa di patologico?</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project scrive: Beh più o meno…</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Paolo scrive: No, è un ragazzo intelligentissimo e poi è profondamente onesto, quando stava per mettersi con un altro ragazzo me lo ha detto prima perché non avrebbe sopportato l’idea di imbrogliarmi, e poi è profondamente buono, può fare la sua sfuriata, se gli gira male, ma non è mai aggressivo, se mai se la prende con se stesso e si colpevolizza, si ritiene non all’altezza della situazione. Non vuole che io gli dica che lui è importante per me, anche se lo sa benissimo, e poi ha una grande dignità, siccome è pure un bel ragazzo potrebbe stare facilmente con chi vuole, e magari fare pure la bella vita, ma anche se la parola può sembrare strana, è di una moralità specchiata: per lui l’affettività e il sesso non sono mai stati mescolati con altri interessi, in pratica non ho mai visto ragazzi più onesti di lui. Forse ad alcuni dei ragazzi con cui è stato non ha detto che era stato anche con altri, questo può darsi, ma se è successo è il segno che con qui ragazzi non aveva un rapporto molto profondo</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project scrive: Ma tu per questo ragazzo hai messo da parte l’idea di avere una vita affettiva tua?</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Paolo scrive: Sì, ma non mi è costato molto. Cioè, mi spiego, io con lui sono stato bene il periodo che siamo stati insieme, per me esisteva solo lui, e ancora adesso esiste solo lui, perché quando ci sentiamo c’è proprio un clima particolarissimo, e, guarda, non ci sentiamo mica soltanto per fare sesso, anzi, direi che fare sesso succede molto di rado, la maggior parte delle volte ci sentiamo per parlare e io mi sento totalmente a mio agio e penso che succeda anche a lui. Mi viene in mente che qualche volta ha avuto momenti di depressione e di scoraggiamento molto forte, questo è successo e mi ha anche preoccupato, ma è successo soprattutto qualche anno fa, adesso lo vedo più tranquillo, più razionale e non sono stato più veramente in ansia per lui, perché sono convinto che saprebbe cavarsela in qualsiasi situazione e anche che alla fine riuscirebbe frenare quella certa tendenza alla depressione che comunque un po’ ha.</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project scrive: Gli sei mai stato vicino nei suoi momenti di depressione?</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Paolo scrive: Sì, certo</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project scrive: E con te, in quei momenti c’era dialogo?</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Paolo scrive: Sì, c’era, con me non ha mai avuto forme di chiusura totale, l’ho visto piangere tante volte, ma non mi ha mai rifiutato, nemmeno nei momenti peggiori, io lo abbracciavo e gli dicevo che gli volevo bene e che per me era una persona fondamentale e piano piano si sentiva riconfortato, guarda, Project, con me c’è stato sempre un buon rapporto, io non ho mai avuto paura di perderlo veramente. Per me questo tipo di vita potrebbe anche andare bene, anzi, direi che va bene, ma io credo che lui si senta ancora parecchio sbandato, non so se riuscirà mai a costruirsi una storia stabile, perché non credo che per lui l’idea stessa di monogamia sia alla fine possibile. Lui mi chiede spesso che cosa penserebbe la gente se sapesse quali sono i suoi comportamenti sessuali, me lo chiede perché è come se avesse bisogno di degradarsi, di sentirsi addosso il disprezzo della gente e di poterlo sfidare. Ha sempre avuto l’idea di fare sesso trasgressivo, che poi, capiamoci bene, in quello che fa c’è ben poco di trasgressivo, ma è come se avesse bisogno di dire che lui del giudizio degli altri se ne infischia, cosa che, però alla fine è vera solo fino ad un certo punto</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project scrive: Tu hai accennato ad un’infanzia difficile</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Paolo scrive: Sì, però preferisco tenere i discorsi troppo personali tra me e lui</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project scrive: E fai benissimo! Anzi penso che questa sia la base di un rapporto serio, perché il vostro lo è, c’è ben poco di standard, ma è un rapporto che va avanti da dieci anni e che se ha perso qualcosa nel tempo è solo il suo carattere standard, adesso è il vostro rapporto, senza riferimento a nessuno schema, e effettivamente funziona</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Paolo scrive: C’è una cosa, Project, che mi lascia molto indeciso, cioè dando per scontato che io per lui continuerò ad esserci, che cosa posso fare per farlo stare meglio? Non so se cercare di essere più presente oppure se continuare a rimanere sullo sfondo. Certe volte ho paura che lui possa cercare di fare un bilancio della sua vita e possa sentirsi alla fine del tutto irrealizzato: con me ha un dialogo serio e fa un po’ di sesso, con altri ragazzi ha certamente una vita sessuale ma non credo che abbia un dialogo vero, alla fine gli manca un punto di riferimento vero, e non credo francamente che potrei essere io, noi siamo stati insieme per anni, all’inizio, ma poi la cosa non è andata avanti perché io sessualmente non ero certamente al culmine dei suoi desideri, e lo posso capire benissimo. Il sesso che vive con me ha un altro senso, è una forma di accettazione, di comunicazione senza riserve ma è evidente che tutto questo comunque non è abbastanza per lui. Sia ben chiaro, Project, lui non andrebbe con chiunque, ha bisogno di sentirsi a suo agio, i ragazzi coi quali ha rapporti sessuali, in fondo sono pochi e sono sempre gli stessi, lui di loro si fida abbastanza ma con loro non ha un dialogo veramente aperto, ha paura che se fosse se stesso al 100% lo metterebbero da parte</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project scrive: Vedi, Paolo, se tra voi, con gli anni, si è creato questo rapporto, che è particolarissimo ma che non crolla, vuol dire che è quello possibile, così le cose procedono e tutto sommato stanno bene a te e a lui, pensare a qualcosa di diverso, che però non è nato da sé in dieci anni, vuol dire comunque forzare le cose, e poi io credo che tra voi ci sia un modo serio di capirvi, quando tu dici che lui si fida di te, dici in sostanza che ti considera come un compagno nel senso più profondo del termine. Se con te ha fatto discorsi difficili che non ha fatto con altri, vuol dire che per lui tu sei veramente importante, sesso o non sesso e il fatto che tra voi il sesso sia un modo di manifestare un’accettazione reciproca senza riserve indica che il legame tra voi è molto importante, sesso o non sesso. Tu dici di questo ragazzo cose molto positive e devo dire che anche a me sembra una persona veramente notevole, cioè una persona da non perdere, perché penso che molto difficilmente potresti trovare con altri ragazzi forme di coinvolgimento analoghe a quelle che provi con lui. L’evoluzione delle cose nel tempo è imprevedibile, tu almeno formalmente non sei il suo ragazzo, sei il suo ex, ma allo stesso tempo sei il suo migliore amico e probabilmente manterrai questo ruolo nel tempo. Non so se lui avrà mai un ragazzo nel senso pieno della parola, cioè un ragazzo del quale potrà fidarsi al 100% e col quale potrà avere un dialogo aperto al 100% come fa con te, è possibile, anzi è probabile che questo non accada e quindi la tua posizione potrebbe diventare stabile. Ormai non siete più ragazzi, siete adulti e anche per questo adesso accettate la relazione che c’è tra voi, che è una relazione d’amore tipicamente adulta e non standard</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Paolo scrive: Sì, in effetti potresti avere ragione, ma io continuo a pensare a lui, non per rimettermi insieme con lui ma perché vorrei che stesse bene, che fosse felice. Una volta, quando si era messo con un ragazzo che anche io conoscevo, avevo pensato che fosse veramente felice e tutto lo faceva pensare, i rapporti con me erano diventati più rari, senza sesso, ma non meno autentici e vedevo che era felice, poi la storia è finita e quel ragazzo si è allontanato in via definitiva e io ho pensato che fosse successo proprio dopo un discorso chiaro. In pratica quel ragazzo aveva voluto un mondo di bene al mio ex quando non lo conosceva veramente, quando poi lo ha conosciuto più da vicino non se l’è sentita di andare oltre e ha preferito allontanarsi. Project, io gli voglio bene, voglio che lui stia bene perché è l’unico ragazzo che mi ha preso sul serio a quel livello, stare con lui è una cosa che mi mette in crisi ma è una cosa che non cambierei per nulla al mondo, io non cerco un ragazzo, io voglio lui e basta, e poi, lui c’è, non è mai sparito, insomma non mi sono innamorato di un fantasma ma di un ragazzo vero e veramente speciale.</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project scrive: Sì, lo penso anche io!</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Paolo scrive: Project, io adesso devo proprio andare a dormire perché domani lavoro e esco di casa alla sei. Ti lascio la mia mail [omissis], e se ti va possiamo approfondire il discorso.</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project scrive: Posso chiederti una cosa?</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Paolo scrive: Dimmi.</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project scrive: Mi autorizzi a pubblicare questa mail?</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Paolo scrive: Beh, non ci sono elementi riconoscibili, mi pare, se ce ne trovi puoi toglierli, e poi pubblicala pure, se pensi che possa servire a qualcuno.</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project scrive: Penso proprio di sì. Allora grazi e Buonanotte. A presto!</span></div>
<div style="border: 0px; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Paolo scrive: Notte Project e a presto!</span></div>
</div>
<div class="postbody" style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">__________</span></div>
<div class="postbody" style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Se volete, potete partecipare alla discussione di questo posta, aperta sul forum di Progetto Gay: <a href="http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=22&t=6467" style="border: 0px; color: #208ece; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=22&t=6467</a></span></div>
PROGETTO GAYhttp://www.blogger.com/profile/14526527721413474895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-513868596083515774.post-91342350789532491402018-03-25T19:30:00.000+02:002018-03-25T19:30:24.265+02:00QUELLO CHE MI PIACE E QUELLO CHE NON MI PIACE NEL SESSO GAY<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Ciao Project,<br />avevo grossi timori prima di parlare con te ieri sera, poi quei timori si sono dissipati e posso solo dire che parlare con te mi è stato veramente utile a mettere da parte tanti complessi inutili. Ho avuto una educazione molto cattolica, cosa che non ritengo del tutto negativa, ma che ha anche creato in me molti complessi verso la sessualità, e il fatto che io sia gay non ha certo facilitato le cose.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Comunque ieri sera non ho avuto problemi, è vero, ma mi sono comunque limitato a discorsi molto generali. Oggi vorrei entrare in questioni più specifiche sulle quali non ho nessuna possibilità di confrontarmi con altri ragazzi e poi, dove vivo io sarebbe non solo difficile ma anche rischioso perché qui l’omofobia è piuttosto diffusa.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Posso dirmi piuttosto fortunato perché frequento l’università in una grande città e ho la mia autonomia, a 22 anni, quasi 23, le mie esperienze sessuali le ho fatte anche se con risultati molto variabili. Ci sono delle cose che non mi piacciono affatto, prima di tutto che ci si veda soltanto per fare sesso e poi ciao, ci vediamo la prossima volta, è assurdo pensare di stare con un ragazzo solo per fare sesso con lui. Non sopporto le indecisioni, il fatto che uno si aspetti che l’altro si decida a fare sesso e che l’altro faccia finta di niente, un atteggiamento del genere mi sembra odioso, il sesso non si deve chiedere come una grazia, ma deve venire spontaneo, altrimenti il rapporto non è paritario.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Ma entriamo nello specifico. Mi piacciono i ragazzi che non si fanno pregare, che fanno la prima mossa, che non giocano di rimessa, che fanno capire che sono veramente coinvolti. Permettimi di esprimermi liberamente, non mi piacciono i ragazzi che quando si preparano a fare sesso (si abbassano gli slip) non sono nemmeno in erezione, se non ce l’hai duro vuol dire che non sei veramente coinvolto sessualmente, se non è la mia stessa presenza a fartelo venire duro, che senso ha andare avanti? Probabilmente ci sono altre persone con le quali reagiresti con un’erezione molto rapida e decisa, lo dico perché io, se sono veramente coinvolto, reagisco immediatamente.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Non mi piacciono i ragazzi che si vergognano di essere eccitati, i ragazzi che se lo coprono con le mani, che vogliono spegnere la luce, che vogliono restare sotto le lenzuola. Ma che senso ha fare sesso con un ragazzo se non posso nemmeno vedere come è fatto? Uno mi ha detto che sono un guardone, ma se faccio sesso con te e la cosa a te sta bene, non capisco proprio che cosa hai da vergognarti.<br />Poi c’è tutta l’inconfessabile serie di complessi sulla dimensione del pene, sulla forma, sulla lunghezza, sulla grossezza, sul mantenere l’erezione ecc. ecc., qui forse posso capire di più le paure di tanti ragazzi e quello che dici tu, Project, mi sembra un po’ riduttivo. Almeno per me il fatto che il mio compagno sia ben dotato non è indifferente. Io prendo come modello il mio, che non è niente di speciale, ma mi sta bene, perché ci sono abituato.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Mi piacciono i ragazzi con il pene simile al mio, diciamo così, normale di dimensioni e dritto. Non ho mai incontrato ragazzi col pene curvo in modo accentuato, ne ho invece trovato uno con una fimosi stretta ed era un po’ complessato da questa cosa, ma devo dire che, salvo un po’ di perplessità iniziale non mi ha creato nessun problema, reagiva benissimo e per tanti aspetti (dimensione e forma) era anche ben al di sopra degli standard normali e dei miei in particolare. Con quel ragazzo non ho avuto problemi sessuali di nessun genere, ma la storia è finita perché è andato a vivere in Australia e mi è dispiaciuto molto, perché era un ragazzo buonissimo e di intelligentissimo.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Ma andiamo avanti, non mi piace il sesso rituale, ripetitivo, quello fatto con la faccia dura, senza sorridere e senza scherzare su quello che si sta facendo. Poi c’è una cosa fondamentale, anche se sono riuscito a realizzarla solo una volta, il sesso deve essere sicuro, il rischio deve essere ridotto a zero, si fa il test insieme prima di fare sesso, si aspetta il periodo finestra e si rifà il test, se è venuto negativo entrambe le volte, allora si può essere molto più tranquilli e si può fare sesso senza essere divorati dai dubbi e dalle preoccupazioni. Se uno non vuole fare il doppio test, allora si fa solo col preservativo e non ci possono essere discussioni, certo è molto meno coinvolgente, ma se lui lo vuole fare in modo più coinvolgente allora si deve adeguare all’idea del doppio test.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Ma andiamo ancora avanti. Durante il sesso si parla almeno un po’, non si sta sempre zitti, Un ragazzo mi ha raccontato che prima di conoscere me era stato con un altro ragazzo che gli diceva che non aveva un bel pene, ecco, una cosa di questo genere la ritengo odiosa, non vuoi stare con un ragazzo? Ok, te ne vai, ma se ci stai non puoi disprezzare la persona con la quale stai. Tra l’altro il ragazzo che veniva offeso aveva un pene normalissimo e pure molto reattivo, quando gliel’ho detto si è sentito molto gratificato, perché non se lo aspettava proprio. Io penso che dire a un ragazzo che ha un bel pene sia un complimento certamente molto gradito, dirgli che ce lo ha brutto è veramente offensivo.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">C’è un atteggiamento psicologico che odio, ed è, dopo aver fatto sesso con un ragazzo, dire che lo hai fatto solo per lui ma che a te non interessava veramente. Ma allora che ci sei stato a fare? Per fare un’opera buona? Questo è un ragionamento di una ipocrisia inaccettabile. Un’altra cosa che non mi piace affatto è la mancanza di reciprocità, cioè il fatto che quando hai fatto quello che volevi fare, la cosa è finita e ciao, e il tuo compagno al massimo si può masturbare da solo. Una cosa del genere è terribile, l’ho sentita raccontare ma non mi è mai capitata, penso che avrei reagito malissimo.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Altra cosa odiosa usare per un ragazzo dei vezzeggiativi femminili. Se vuoi stare con una ragazza, vacci, ce ne sono tante non c’è nessun motivo per correre dietro a un gay. Altra questione odiosa: raccontare a uno come fa sesso un altro ragazzo che quel ragazzo conosce. Non c’è niente di più odioso. Il sesso si fa in due e non si racconta agli altri. Io qui sto parlando di sesso con Project che non sa chi sono e certo nel raccontare certe cose non ci metto sotto nome e cognome delle persone di cui sto parlando.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Altra cosa che non sopporto: gli atteggiamenti di superiorità, il fare la parte del maestro di sesso, di quello che ha capito tutto e deve insegnare agli altri come si fa. Le persone che si prendono troppo sul serio non fanno che mettere in mostra la loro stupidità.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Altra cosa importante, finito il sesso, non ci si saluta subito, si prende un caffè, un cioccolatino, si torna a una dimensione di vita ordinaria e poi ci si saluta. Le occasioni spontanee per fare un po’ di sesso possono essere molte, penso al fare la doccia insieme, che ha anche una dimensione giocosa (e mi è capitato), penso al ridere insieme, mi ha colpito una cosa che avevi detto, Project, sul gioco sessuale: il gioco è una via maestra verso una sessualità meno inibita, è verissimo e l’ho sperimentato direttamente.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">E qui c’è da aprire il grosso capitolo della pratiche sessuali. A qualcuno potrà sembrare strano ma io amo le coccole, e soprattutto le coccole sessuali, come scambiarsi carezze anche intime ma senza nessuna finalità sessuale specifica, oltre quella di condividere la propria intimità anche fisica, proprio come uno scambio di calore affettivo. Mi piace moltissimo l’idea di addormentarsi nella braccia del proprio compagno, direi che è una delle cose più belle del sesso gay, poi c’è la masturbazione reciproca che penso piaccia a tutti senza eccezioni e per il sesso orale il discorso è più o meno lo stesso, anche se qui cominciano ad esserci i problemi relativi all’uso del preservativo, perché qui il rischio c’è e il preservativo va usato, anche se a tanti può sembrare una cosa del tutto innaturale e sgradevole, però, con l’unico ragazzo che ha accettato di fare il doppio test, lo abbiamo fatto senza preservativo ed è stato molto intimo e direi molto sgradevole.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Per quanto riguarda il sesso anale, dico subito non l’ho mai fatto ma non solo perché è la pratica sessuale più rischiosa, ma proprio perché non ho mai avuto fantasie sessali di questo tipo. Pensavo, anzi di essere un po’ fuori dalla norma proprio per questo, ma mi sono ricreduto. Dei cinque ragazzi coi i quali sono stato, uno solo mi ha proposto di fare sesso anale e c’è rimasto male quando gli ho detto di no. Con gli altri l’argomento non è stato minimamente toccato, nemmeno quando avevamo rapporti sessuali praticamente ogni giorno.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Certo, il buon senso vorrebbe che una coppia trovasse i suoi equilibri anche in termini di pratiche sessuali e che non ci fosse, in questo campo, alcun tentativo di imporre qualcosa a chi non la gradisce</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Da tutto quello che ho scritto potrai pensare che ormai non ho dubbi e che so come comportarmi in ogni occasione ma non è così. C’è un ragazzo di cui mi sono innamorato e col quale non ho mai avuto il minimo contatto non dico sessuale ma neppure vagamente fisico, lo chiamerò Marco, beh, ti giuro, Project, non mi sono mai sentito tanto in imbarazzo come con lui, lo desidero anche sessualmente, vorrei tutto di lui, perché penso che sia proprio un ottimo ragazzo e vorrei passare con lui tutta la vita, se non lo hai capito, ne sono innamorato come non sono mai stato innamorato di nessun altro, ed è per questo che non so mai che cosa fare.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Sono arrivato ad una decisione, la prossima volta gli dirò che gli voglio bene e che quando lo sento al telefono mi sento felice, ma non gli dirò che vado anche in erezione, perché ho paura che possa spaventarsi, un po’ mi sembra una cosa stupida ma potrebbe anche succedere e io non lo vorrei perdere per nulla al mondo. Mi sento timidissimo, come se avessi 14 anni e fossi alla mia prima storia, ma probabilmente sono alla mia storia più importante.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">I miei amici mi dicono che Marco non è bellissimo e che c’è di meglio e dovrei guardarmi intorno, ma io con Marco ho parlato più volte e mi è sembrato proprio una grande persona, cioè uno del quale ci si può fidare, uno che fa poche chiacchiere (io forse ne faccio troppe) ma fa quello che dice. Insomma, Marco non è il bel bambolotto da mostrare agli amici ma potrebbe essere il vero compagno di una vita. Domani lo vedrò, Project, e gli farò la mia prima dichiarazione, sono molto esitante, ma qualcosa mi dice che andrà tutto bene. Ti farò sapere.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">B. G.<br />__________</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay: <a href="http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=23&t=6429" style="border: 0px; color: #208ece; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=23&t=6429</a></span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Read this post in English: <a href="http://gayprojectforum.altervista.org/T-what-i-like-and-what-i-dislike-of-gay-sex" style="border: 0px; color: #208ece; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">http://gayprojectforum.altervista.org/T-what-i-like-and-what-i-dislike-of-gay-sex</a></span></div>
PROGETTO GAYhttp://www.blogger.com/profile/14526527721413474895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-513868596083515774.post-53899969533013111172018-03-23T09:44:00.001+01:002018-03-23T09:44:58.287+01:00DIFFICILI AMORI GAY E SOLITUDINE<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Ciao Project,</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">è un po’ di tempo che mi pongo alcune domande alle quali non so trovare una risposta. Non ho un ragazzo e non ne cerco più uno ormai da anni, ma ho avuto un ragazzo, l’unico della mia vita. Ora a 45 anni, ormai dopo anni da quando ci siamo lasciati, continuo a pensare a lui. Ancora mi chiama al telefono di tanto in tanto e ho l’impressione che non stia bene. Prima si focalizzava sulla ricerca di un ragazzo e sul sesso. Ha tenuto anche comportamenti a rischio che sembra non abbiano provocato conseguenze, è stata una fase veramente convulsa, ma alla fine è rimasto solo. Io temo che possa scivolare nella depressione o peggio che ci sia già scivolato. Fare un discorso serio con lui è difficile, è aggressivo, nevrotico, reagisce a scatti, eppure tra noi qualcosa è rimasto. Continuo a pensare a lui spessissimo, quando non lo sento per un periodo più lungo mi prende un’ansia tremenda, ma alla fine mi chiama e allora per un po’ mi sento più tranquillo. Lui non è più il mio ragazzo e forse non lo è mai stato ma penso che non sia mai stato il ragazzo di nessuno, penso che nessuno sia stato capace di farlo stare veramente bene. Di me si fida, con me parla chiaro, non ha paura di mostrare le sue debolezze perché sa che non lo lascerò solo. Tempo fa ero anche io sicuro del fatto che non lo avrei mai lasciato solo e che avrei potuto spendere la mia vita per lui, poi anno dopo anno questa certezza ha cominciato a vacillare. Gli voglio bene e se potessi vivere per lui e con lui mi sentirei realizzato, almeno questo ancora lo penso, ma proprio il passare del tempo mi ha fatto capire che non staremo mai insieme, che lui continuerà a sognare cose e persone che non esistono e io sarò sempre e soltanto una valvola di sfogo nel momenti peggiori. Un ruolo di questo genere mi va stretto, però alla fine lo accetterei, come l’ho sempre accettato, ma prima pensavo, cioè speravo, che potesse servire a qualcosa, pensavo cioè di essere una medicina che serve a superare la malattia, ma mi sto rendendo conto che servo solo ad alleviare il dolore, ma non posso cambiare nulla di sostanziale. Mi prende una specie di scoramento perché vedo che gli anni passano e non solo le cose non migliorano, ma vanno sempre peggio, che lui è sempre più solo, che ogni tanto comincia a sentirsi abbandonato anche da me e che il nostro rapporto tende a diventare sempre più tenue, come se stesse proprio svanendo e questo mi fa paura. Io ho trovato un mio equilibrio, soprattutto perché lavoro, lui non ha un lavoro stabile e si adatta a fare di tutto per sbarcare il lunario ma è come se ormai avesse smesso di avere fiducia nel futuro. Io gli voglio bene, sono terrorizzato dall’idea che lui possa pensare che voglio fare una buona azione standogli vicino. Lui per me, nonostante i mille dubbi, è ancora una persona fondamentale, ma io per lui credo di essere molto meno, qualcosa più di zero, questo è vero, ma comunque qualcuno che non potrà cambiare la sua vita. Se mi chiedo, oggi come oggi, che cosa sarei disposto a fare per lui, mi rispondo che in fondo sarei disposto a fare ben poco, perché quello che io vorrei non è quello che vuole lui, e questa cosa non cambierà. Penso che più che un incontro di persone il nostro sia un incontro di due sogni, io ho incarnato il mio sogno in lui, anche se lui forse non ha niente a che vedere col mio sogno e lui ha incarnato in me alcune sue aspettative alle quali faccio di tutto per corrispondere, ma questa non è una storia d’amore. Quando lo vedo adesso, con qualche capello bianco, con un po’ di pancia, con il suo aspetto trascurato, penso che non è nemmeno l’ombra del bel ragazzo che è stato ma alla fine anche io sono parecchio decaduto, un uomo di mezza età che nella vita non ha realizzato nulla di serio e soprattutto nulla di suo, che si è innamorato di un ragazzo ma non è riuscito a tirarlo fuori dal pozzo della malinconia. Non so se questa è la cronaca di un fallimento, Project, ma qualche volta mi sento proprio smarrito. In fondo ciascuno di noi è ingannato dai suoi stessi sogni e finisce per perdere il contatto con la realtà, ma questa non è una consolazione. Io non sono abbastanza per lui, non sono il suo tipo, me lo ha sempre detto, mi ha anche detto che mi vuole bene, ma vuole essere libero, randagio, solo, è come se avesse una smania di mettersi nei guai. Sai perché ti scrivo, Project? È presto detto: lui non mi chiama da 15 giorni e io comincio a stare malamente in ansia, continuo a pensare a lui e ho bisogno di sfogarmi, ma quando dico che penso a lui intendo dire che penso a lui con preoccupazione, perché so che non sta bene. Project, certe volte non ce la faccio proprio più ad andare avanti, ho sempre paura che possa accadergli qualcosa, che gli prendano momenti di malinconia profonda e che perda il controllo di se stesso. E io, che gli ho sempre detto che gli voglio bene, che cosa faccio? Dovrei darmi da fare per lui in concreto, ma non so come e allora lascio che il tempo passi e non faccio nulla e così scivolo anche io nel pozzo della depressione. Solo una sua telefonata mi potrebbe tranquillizzare, ma quella telefonata non arriva perché lui è perso in chissà quali malinconie o in chissà quali speranze irrealistiche, irrealistiche come le mie. È amore questo, Project? Certo è una cosa che mi lacera internamente. Ti lascio, poi, se vuoi, mandami due righe.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Paolo72</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">__________</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Se, volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul forum di Progetto Gay: <a href="http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=20&t=6428" style="border: 0px; color: #208ece; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=20&t=6428</a></span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Read this post in English: <a href="http://gayprojectforum.altervista.org/T-difficult-gay-loves-and-loneliness" style="border: 0px; color: #208ece; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">http://gayprojectforum.altervista.org/T-difficult-gay-loves-and-loneliness</a></span></div>
PROGETTO GAYhttp://www.blogger.com/profile/14526527721413474895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-513868596083515774.post-11449014946157900522018-03-20T12:44:00.000+01:002018-03-20T12:44:02.609+01:00AMORE GAY E SESSO TRASGRESSIVO<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Caro Project,</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">mi trovo in una situazione difficile che non avrei mai posto tra le ipotesi possibili. Ho 45 anni, ho avuto nella mia vita una sola storia seria con l’unico ragazzo col quale ho fatto anche sesso, lui ha 10 anni meno di me, la storia è stata bella, perché lui è uno onesto che parla chiaro e che con me si è comportato benissimo, ma nonostante tutto la storia è durata qualche anno e poi è finita, senza litigi e recriminazioni , ma è finita perché lui cercava altro e penso avesse anche ragione, perché io non mi credo affatto il compagno ideale. Da allora, e sono passati cinque anni, lui ha avuto diversi ragazzi ma non è mai riuscito ad avere una storia con un minimo di stabilità e l’ho visto precipitare gradualmente in situazioni di disagio progressivamente più grave. Un po’ andava verso la depressione, un po’ verso entusiasmi troppo facili, è diventato sempre più dipendente dal sesso, che ormai non credo sia più per lui una soddisfazione, penso invece che sia diventato una specie di ossessione che gli ha fatto perdere tempo con gli studi e quindi con la possibilità di trovare un lavoro vero, ma soprattutto lo ha convinto di essere una specie di caso patologico e in realtà nei momenti peggiori può dare quell’impressione ma io credo che sia soprattutto maledettamente solo. Lui sa che io non ho più avuto un ragazzo dopo di lui e ogni tanto mi chiama, specialmente quando sta peggio, io cerco di non deluderlo come posso, ma mi rendo conto che piano piano il dialogo tra noi si è ridotto solo a parlare di sesso. Mi chiede se mi ricordo di quando facevamo l’amore e gli rispondo di sì, perché me ne ricordo eccome, ma poi vedo che in realtà non è interessato al sesso come un modo per stare con ragazzo e per stare bene, ma come un modo di rievocare situazioni trasgressive vissute insieme, che finiscono per essere i ricordi dominanti e mi chiede in particolare e con insistenza se mi ricordo proprio di quel momenti e cerca di ricostruirli in modo molto dettagliato, e il discorso si ripete spesso, tanto da diventare certe volte l’unico argomento di conversazione. Da qualche mese ha cominciato ad andare da una psicologa, che mi sembra una brava donna, non invasiva, con lei parla ma probabilmente lei non lo conosce come lo conosco io. Project, certe volte mi chiedo che cosa posso fare per lui, perché gli voglio bene. È evidente che lui non vuole rimettersi con me e penso che al momento non voglia stare con nessuno ed è proprio questo che mi spaventa, perché penso che la solitudine possa essere una trappola senza uscita. Quando mi chiama, alle ore più improbabili del giorno e della notte, non so mai come reagire, cerco di assecondarlo, ma mi rendo conto che il dialogo è limitato, però penso che comunque è meglio di niente e poi, onestamente, mi fa proprio male vederlo così prostrato e dipendente, è come se ormai per lui tutto girasse intorno al sesso trasgressivo, che per lui è un interesse proprio perché è trasgressivo. Qualche anno fa, quando non stavamo più insieme, lui mi ha parlato molto di sé e io so, come lo sa lui, il perché di tutto questo. Project, guarda, lui è un ragazzo di una intelligenza mostruosa, quando è veramente lucido, e poi è estremamente diretto, non fa mai giochetti psicologici, non segue strategie, e dice quello che veramente pensa. Io sento ancora una forte attrazione verso di lui, se dipendesse solo da me, non ci penserei due volte e mi rimetterei con lui, ma il fatto è che lui non vuole questo, probabilmente cerca una persona che condivida con lui il fascino del sesso trasgressivo per sentirlo come una cosa normale della quel si può anche parlare senza problemi e che può essere accettata. Project, quando dico sesso trasgressivo non ti immaginare cose folli, per lui la trasgressione eccitante è solo una, quella del tradimento, del doppio gioco, del tenere un piede in due scarpe, dell’andare a letto con uno senza dirlo all’atro, ma tieni presente che quando lui queste cose le ha fatte è stato lui stesso che poi lo ha detto, come se questo, chiamiamolo così, sesso con tradimento della fiducia, dovesse essere accettato e in qualche modo approvato. A parte il fatto che queste cose sono state rarissime eccezioni, anche se nella sua memoria hanno lasciato una traccia profonda. Aggiungo che un comportamento del genere, probabilmente, non avrebbe poi messo in crisi nulla, se fosse stato un’eccezione come in realtà era. Rimettermi con lui, oggi come oggi, è una eventualità assolutamente impraticabile, anche se penso che non sarebbe poi un’ipotesi tanto da scartare, non fosse altro perché io gli voglio bene veramente e lui con me ha un dialogo che non credo abbia con nessun altro. E allora che cosa fare? Se provassimo a rivederci ogni tanto, per esempio ogni due settimane, finiremmo inevitabilmente a letto a fare un po’ di sesso, che però sarebbe fortemente condizionato dai ricordi del sesso trasgressivo e alla fine pure lui si sentirebbe a disagio (è già successo). Io ho rinunciato ad avere un mio progetto per il futuro e il mio desiderio è quello di non lasciarlo solo, ma non so che cosa fare. Nei suoi momenti neri, quando cerco di aprire con lui un discorso più sostanziale, lui mi zittisce e mi chiede di non cambiare argomento e torniamo a parlare dei ricordi del sesso trasgressivo. La sua presenza nella mia vita è una costante ormai da molti anni e lo è tanto più adesso perché lo vedo a disagio. Non vuole che io gli dica che gli voglio bene e mi dice: “E basta con queste cose sentimentali!” E si torna ai soliti discorsi. Eppure non più di un paio di mesi fa, lo avevo visto in modo molto diverso, il rapporto con la psicologa funzionava e lui stava uscendo dall’idea quasi ossessiva di vivere, o meglio di non poter vivere una storia d’amore. In realtà, però, era come se avesse semplicemente accettato l’idea che non avrebbe mai avuto una storia d’amore, ma non perché nessuno si sarebbe innamorato di lui, ma perché lui non si sarebbe mai innamorato veramente di nessuno. Project, mi porto dentro tanta malinconia e non so che cosa fare, ne sono ancora innamorato e mi sento veramente allo sbando. I miei sogni non si combinano con i suoi, e io sono anche disposto ad adeguarmi ai suoi ma non so come e soprattutto temo di potere essere un rimedio peggiore del male. La storia finisce qui. Il futuro è molto incerto e non ho punti di riferimento di nessun genere. Che devo fare, Project?</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Alessandro</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">________</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay: <a href="http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=20&t=6426" style="border: 0px; color: #208ece; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=20&t=6426</a></span></div>
PROGETTO GAYhttp://www.blogger.com/profile/14526527721413474895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-513868596083515774.post-24852473786224236832018-02-26T17:40:00.000+01:002018-02-26T17:40:18.662+01:00COMING OUT OBBLIGATORIO<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Caro Project,</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">sono il papà di un ragazzo gay e ho letto più volte il tuo forum insieme con mia moglie per capire come comportarci con nostro figlio e indubbiamente ci è stato utile. Non ti racconto delle nostre preoccupazioni e dei nostri dubbi e soprattutto delle incertezze su come cominciare un dialogo diretto con nostro figlio, ma alla fine ci siamo riusciti, e i nostri rapporti sono sempre stati buoni, o meglio sarebbero sempre stati buoni se non ci fosse stato un punto sul quale l’atteggiamento di nostro figlio ci preoccupava parecchio. Lui adesso ha 17 anni, ha un amico speciale, chiamiamolo così. In passato non potevo affrontare la questione con mio figlio in modo troppo diretto, dato che lui non lo faceva, cioè noi parlavamo spesso anche di sesso, soprattutto di prevenzione, ma io e mia moglie siamo stati sempre molto attenti a non intrometterci troppo nelle sue cose private. L’altro ragazzo, che si chiama Stefano, è venuto a casa nostra parecchie volte, e abbiamo parlato molto, è un ragazzo maturo e responsabile, ha cenato con noi e una volta è stato anche a dormire a casa nostra. Io conoscevo anche i genitori che mi sembravano ottime persone, fino a pochi giorni fa non sapevo che cosa sapessero del figlio poi Stefano ha parlato con noi in modo esplicito e ha detto che i suoi genitori sanno. Ho chiesto a Stefano se, secondo lui, sarebbe stato utile che noi parlassimo coi suoi genitori e ci ha detto di sì. Qualche giorno fa, nel pomeriggio io e mia moglie siamo andati a trovare i genitori di Stefano, presenti anche lui e mio figlio. All’inizio è stato un po’ imbarazzante, ma poi i ragazzi stessi ci hanno tolto di impaccio. E qui viene il punto dolente. Io, mia moglie e i genitori di Stefano siamo stati tutti concordi nel consigliare ai ragazzi la massima prudenza, e anche Stefano era d’accordo, ma mio figlio non ne voleva sapere e ne faceva una questione di principio. In genere è molto ragionevole ma mi sembrava che in questo caso avesse preso proprio un’impuntatura. Abbiamo provato a farlo ragionare in tutti i modi possibili. Stefano gli ha ricordato l’esempio di un loro compagno che è stato messo in gravi difficoltà dai pettegolezzi degli altri compagni, di alcuni genitori e anche di alcuni insegnanti, perché, anche se ti potrà sembrare incredibile, i professori che fanno pettegolezzi stupidi e che apostrofano i ragazzi in modo omofobo e maleducato, esistono ancora. C’è stato solo un argomento in grado di fare recedere mio figlio dall’impuntatura. Stefano gli ha detto: “Luigi, guarda, per te il coming out è una cosa fondamentale e dici che lo farai comunque, ma per me è una cosa assolutamente da evitare, non in assoluto, ma perché oggi come oggi non ce lo possiamo permettere, insomma, se tu vuoi sentirti libero di dichiararti, io non ti posso fermare, ma non posso nemmeno essere costretto a fare pure io una cosa che proprio non voglio fare. Cioè, se è proprio come dici tu – una questione irrinunciabile di dignità personale – beh, allora è bene che io mi metta da parte, perché non voglio sentirmi costretto a fare una cosa del genere.” Questo discorso ha messo in crisi mio figlio, che non accettava i discorsi di prudenza dei genitori ma era sensibile all’idea di non costringere il suo amico a fare qualcosa contro la sua volontà. Alla fine della serata, il clima sembrava tranquillo e noi tre ce ne siamo tornati a casa nostra, ma evidentemente nostro figlio non era affatto convinto. In macchina ha cominciato con noi una filippica che non la finiva più sul coraggio, sulla dignità, sul rispetto di se stessi, al punto che io gli ho detto che lui ormai sapeva quello che pensavamo noi e che io e sua madre ne avevamo parlato tantissimo ed eravamo giunti alle stesse conclusioni. Poi ho aggiunto: “Tu devi fare i conti prima di tutto con Stefano perché lo puoi mettere in grosse difficoltà.” Lui tendeva a minimizzare, a banalizzare, a fare a noi una predica moralistica, ma io ho chiuso il discorso: “Ovviamente sei libero di fare le tue scelte ma noi su questo terreno non ti seguiamo.” L’indomani, dopo la scuola è venuto a casa insieme con Stefano e, davanti a noi, ha litigato in modo furibondo con lui, cosa che non avrei mai creduto possibile, lo ha chiamato “vittima designata”, ha detto che era “plagiato dai genitori” e altre cose che evito di citare, al che Stefano si è alzato, ha salutato me e mia moglie (non mio figlio), ha preso la porta e se ne è andato. Mio figlio ha fatto una scenata con noi, mi sembrava proprio un’altra persona, alzava la voce, tentava di sfogarsi verbalmente contro Stefano e anche contro di noi. Mia moglie è intervenuta per chiudere la discussione, e ce ne siamo andati nella nostra stanza. Luigi se ne è andato in camera sua sbattendo la porta. Io e mia moglie ci siamo guardati negli occhi parecchio preoccupati, non conoscevano affatto questo lato di Luigi e la cosa ci turbava parecchio. La mattina seguente Luigi è uscito di casa presto per non incontrarci e non è rientrato alla solita ora dopo la scuola, ma verso le cinque del pomeriggio. Io non sapevo dove stesse Luigi e ho chiamato Stefano, che mi ha risposto: “Oh, ciao, senti adesso sono un po’ impicciato, ti chiamo io appena posso.” Un discorso del genere poteva significare soltanto che Luigi e Stefano stavano insieme e non mi sono preoccupato. Poco dopo le cinque Stefano mi ha richiamato e mi ha detto che con Luigi erano arrivati a una “tregua” ma ha aggiunto che pensava che sarebbe riuscito a fargli cambiare parere. Quando Luigi è venuto a casa si aspettava una sottolineatura del fatto che era arrivato molto tardi, ma né io né mia moglie abbiamo detto altro se non che il pranzo era in tavola nei piatti, e che se voleva pranzare poteva farlo. Io e mia moglie ci siamo preparati per uscire di casa, eravamo già d’accordo che avremmo lasciato Luigi da solo per evitare scenate come quelle del giorno prima, ma lui ci ha fermato. “Dove state andando? Non uscite mai a quest’ora!” Mia moglie gli ha risposto: “Abbiamo pensato che forse stai meglio da solo e ti lasciamo i tuoi spazi…” Lui ha continuato: “E basta con queste storie! Un minimo di prudenza va bene… però appena ci saranno le condizioni favorevoli io il coming out lo faccio eccome, perché non voglio vivere nelle fogne ma alla luce del sole!” E allora anche io gli ho detto la mia: “No! Tu ancora non hai capito una cosa, finché tu stai con Stefano non sei tu che decidi ma dovete decidere insieme! Ma che ti credi che io e tua madre siamo andati sempre d’accordo su tutto? Qualche volta ha mollato lei e qualche volta ho mollato io … se no non si va avanti! ” Lui mi ha guardato in atteggiamento di sfida, ma anche con un mezzo sorriso beffardo: “Senti, papà, se sei in vena di prediche puoi anche andartene a fare la tua passeggiata, se io mollo non è certo perché tu e mamma e i genitori di Stefano vi fare prendere dalle paure … Io non voglio perdere Stefano, io cedo per questo.” Al che io sono stato zitto e ho alzato gli occhi al cielo. Io e mia moglie ci siamo rimessi il cappotto e Luigi ci ha detto: “Ordinate quattro pizze alla pizzeria per stasera, perché alle otto viene Stefano, a me napoletana e a lui capricciosa, ok?” “Ok!”. Non so se posso dire che ormai siamo fuori pericolo ma mi sembra che il peggio sia passato! La storia in fondo è banale e al momento sembra che sia finita bene, ma penso che possa essere utile a qualcuno.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Ovviamente puoi pubblicare la mail, i fatti sono quelli, ma non ci sono elementi sensibili. Grazie di tutto.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Danilo e Albina (nomi inventati, ovviamente)</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">__________</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul forum di Progetto Gay: <a href="http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=18&t=6391" style="border: 0px; color: #208ece; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=18&t=6391</a></span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Read this post in English: <a href="http://gayprojectforum.altervista.org/T-mandatory-coming-out" style="border: 0px; color: #208ece; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">http://gayprojectforum.altervista.org/T-mandatory-coming-out</a></span></div>
PROGETTO GAYhttp://www.blogger.com/profile/14526527721413474895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-513868596083515774.post-79793244089767570012018-02-23T22:04:00.000+01:002018-02-23T22:04:44.928+01:00COPPIE GAY E SEPARAZIONI IMMOTIVATE<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Ciao Project,</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">ogni volta che parlo col mio ex fidanzato il mio cervello si mette in agitazione e comincio a pensare a mille cose. Il mio ex è un ragazzo onesto, è buono dentro, ha i suoi problemi irrisolti, ma ce li abbiamo tutti, ci siamo lasciati ormai da qualche anno ma non abbiamo mai perso i contatti. Quando mi chiama lo sto ad ascoltare con la massima attenzione e cerco di rispondere nel modo più serio possibile. Quando parla con me, ha l’abitudine di fare lunghe pause, cioè, comincia il discorso, poi si interrompe per alcuni secondi (non pochissimi) per rimettere insieme le idee e rispondermi in modo strettamente pertinente, poi riprende a parlare, si vede uno sforzo di dire la verità e di capire quello che voglio trasmettergli. Onestamente, sono contento che tra noi non sia finito tutto, perché questo vuol dire che lui non ha conservato di me un ricordo negativo. Tra noi le cose non hanno funzionato, o meglio hanno funzionato fino ad un certo punto, ma poi ci sono state delle incomprensioni. Oggi, a distanza di tempo, devo dire che quelle incomprensioni mi sembrano molto meno significative e in qualche modo mi accorgo di essermi lasciato spaventare da cose che in effetti non avevano poi nulla di speciale, anche se, devo dire, il suo comportamento e il suo modo di vedere le cose sono cambiati nel corso degli anni. Io, dopo di lui, sono rimasto solo e lui lo stesso. Qualche volta comincio a pensare alla fine della nostra storia e mi sembra solo il frutto di una serie di incomprensioni dipendenti una dall’altra, una specie di catena di eventi, che una volta partita diventa incontrollabile e che alla fine ci ha portato a dividerci, anche se in effetti non c’era nessuna motivazione seria per farlo. Io capisco che si possa lasciare il proprio ragazzo se c’è un’altra storia che sta nascendo, perché non puoi stare con due ragazzi contemporaneamente, ma quando ci siamo lasciati, lui non aveva un altro ragazzo e nemmeno io. E allora perché buttare via tutto?</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Io ho avuto l’impressione che lui potesse sentirsi condizionato, forse meno libero, che una volta superato l’entusiasmi inziale lui abbia percepito il trasformarsi del nostro rapporto in routine, e proprio per questo mi sono sentito in dovere di parlarne con lui esplicitamente. Lui, a sua volta, ha interpretato le mie preoccupazioni come un modo diplomatico per dirgli che forse mi ero stancato di lui e quindi ha pensato che fosse suo dovere non farmi sentire legato e darmi una possibilità di uscita. L’idea che i discorsi dell’altro non fossero del tutto autentici ma nascondessero altre motivazioni, molto meno altruistiche, ha finito per condizionare i nostri discorsi e, passo dopo passo, abbiamo cominciato ad allontanarci pensando entrambi che fosse l’unica cosa da fare, ma questo, sempre dando per scontato che fosse l’altro a voler concludere il rapporto. Anche il momento del distacco, chiamiamolo così, definitivo è stato in effetti molto particolare, nessun risentimento e da parte di entrambi la sensazione di aver compiuto un dovere per il bene dell’altro. Dopo la separazione abbiamo sentito entrambi la mancanza dell’altro, ma abbiamo entrambi tenuto ferme le nostre posizioni, pensando che tornare indietro sarebbe stato in tentativo di legare l’altro. Ma tra noi non è accaduto quello che accade all’interno delle coppie che si dividono: noi abbiamo continuato a sentirci, non da fidanzati, non come coppia, ma nemmeno come semplici amici. Si capiva che tra noi c’era comunque un rapporto importante, per quanto riguarda me ne sono sicuro e per quanto riguarda lui le prove sono state evidenti. Però, comunque, non siam arrivati a rimetterci insieme, proprio per non condizionarci a vicenda. Forse il nostro rapporto aveva veramente bisogno di riorganizzarsi così come è adesso, senza vincoli, senza obblighi o formalità, forse il problema non era tra noi, ma consisteva nel fatto che avevamo in mente un modello di relazione di coppia che con noi aveva ben poco a che vedere, un modello quasi matrimoniale, che in effetti non poteva reggere. Siamo una coppia? Siamo una coppia aperta? Francamente non credo né una cosa né l’altra, semplicemente ci vogliamo bene e fino a questo momento la nostra libertà non solo non ha distrutto, ma ha rafforzato il nostro rapporto. Non so dire se tra noi c’è amore, certamente c’è stato, ma forse adesso resta soprattutto un affetto profondo, un rispetto reciproco, un sentire che ci possiamo fidare uno dell’altro. Lui ha provato con altri ragazzi, ma alla fine non è riuscito a costruire nulla di duraturo con nessuno, qualche volta si è anche innamorato profondamente, ma non è stato ricambiato. Ha parlato spesso con me delle sue delusioni e anche sei suoi entusiasmi, sapeva benissimo che non avrei provato nessuna gelosia ma che avrei pensato soltanto alla sua felicità. Mi sono chiesto tante volte come reagirei se lui riuscisse prima o poi a costruire una storia d’amore forte e esclusivo, nel senso che potrebbe arrivare a dimenticarsi anche di me. Qualche volta penso che una cosa del genere non possa accadere, altre volte penso che farei fatica ad abituarmi all’idea di non sentirlo più, però poi, alla fine, mi arrenderei, se lo vedessi felice. Non siamo più giovanissimi, Project, siamo ormai oltre i 35, e alla nostra età si comincia a sentire il bisogno della stabilità. Project, c’è una cosa che non ti ho detto ma penso che sia importante, io non sto bene in salute, anche se non sono vecchio, ho molti problemi fisici, che sul momento non mi condizionano troppo, ma prevedo che con gli anni i miei problemi possano diventare problemi seri. Un legame di coppia stabile costringerebbe il mio ex a farmi da badante e questo gli rovinerebbe la vita. Con lui non ho mai parlato di queste cose, perché l’unica volta che ci ho provato è diventato terribilmente malinconico e ho dovuto cambiare discorso. Qualcosa mi spinge a pensare che anche lui non stia in ottima salute e che tenda a non farlo vedere, e penso che anche lui possa avere una paura simmetrica alla mia. Forse magari tornando insieme potremmo veramente vivere meglio entrambi superando i nostri freni psicologici. Che ne pensi, Project?</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">__________</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay: <a href="http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=22&t=6388" style="border: 0px; color: #208ece; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=22&t=6388</a></span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Read this post in English: <a href="http://gayprojectforum.altervista.org/T-gay-couples-and-motiveless-separations" style="border: 0px; color: #208ece; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">http://gayprojectforum.altervista.org/T-gay-couples-and-motiveless-separations</a></span></div>
PROGETTO GAYhttp://www.blogger.com/profile/14526527721413474895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-513868596083515774.post-52260857592259965662018-02-21T10:20:00.000+01:002018-02-21T10:20:50.866+01:00RAGAZZI GAY E GENITORI OMOFOBI<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Ciao Project,</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">ho 50 anni, non sono gay, ma ho un figlio gay di 25 anni e mi piacerebbe fare conoscere la mia esperienza ad altri genitori. Devo dirti che sono stato, negli ultimo due anni, un lettore assiduo dei tuoi siti che mi sono stati utilissimi. Ma cominciamo dall’inizio.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Sono nato nel 68, mi sono sposato giovane, nel 90, i miei pensavano che fosse troppo presto ma io l’ho voluto fare perché volevo vivere con mia moglie e non ho mai rimpianto quella scelta perché mia moglie è una persona che mi vuole bene veramente. Mio figlio, che qui chiamerò Diego, è nato nel 92, quando io avevo 24 anni ed ero un papà giovanissimo. Da piccolo Diego era un bambino molto vivace e curioso di tutto, che si sentiva molto il cucciolo di papà e mamma. Ho ricordi bellissimi di quel periodo (6-10 anni). Col crescere si è dimostrato anche bravo a scuola e molto responsabile, a 14 anni ha avuto le chiavi di casa. Tra noi c’è stato sempre un buon dialogo. Mia moglie non è mai stata una mamma-chioccia e ha cercato dai 14 anni in poi, di metterlo in contatto con ambienti sportivi in modo che potesse stare con altri ragazzi. A 14 anni Diego era già molto alto e giocava a basket a discreto livello, portava a casa i suoi compagni di squadra, li invita a pranzo, io e mia moglie cucinavamo e l’atmosfera era molto gradevole. Le cose sono andate avanti così fino ai 17 anni. Mio figlio non aveva mai portato a casa una ragazza e non aveva mai parlato di ragazze. In casa non avevamo mai parlato seriamente di sesso. Diego vedeva me e la madre che la sera vedevamo la televisione abbracciati e la cosa per lui era assolutamente naturale. Era capitato qualche volta di parlare un po’ di qualche trasmissione televisiva che accennava alla omosessualità. Sia io che mia moglie abbiamo sottolineato che ciascuno è quello che è e che solo le persone poco intelligenti possono avere pregiudizi in questo campo.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Vorrei chiarire che i nostri non erano atteggiamenti “politicamente corretti” assunti perché chi è di sinistra ragiona così. Io, in gioventù ho avuto un amico gay molto più grande di me, che forse si era innamorato di me, che per me è stato un secondo padre, se non ci fosse stato lui non so che fine avrei fatto ma credo che avrei corso molti rischi e molto seri. Anche mia moglie l’ha conosciuto ed è rimasta molto colpita. Insomma, la faccio breve, per me l’omofobia non esiste perché sarebbe la più radicale contraddizione della mia vita e della mia esperienza.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Quindi Diego, a casa, non mai respirato un’atmosfera omofoba. Comunque quando aveva 17 anni io e mia moglie abbiamo cominciato a porci delle domande, non eravamo prevenuti verso l’omosessualità, ma avere un figlio unico e sapere che è gay non è comunque una cosa facilissima da accettare, non fosse altro perché uno si chiede come si deve comportare per fare il genitore nel modo migliore. Avevamo notato che Diego stava molto spesso con un ragazzo che chiamerò Dany, erano inseparabili. Dany veniva spasso a casa. Diego e Dany (“D&D” così si chiamavano tra loro) andavano al campeggio insieme, passavano le vacanze insieme di Natale e di Pasqua in giro per l’Italia. Diego era contento e si vedeva. Io e mia moglie non ci siamo mai intromessi, però abbiamo capito che tra loro c’era qualcosa di più di una semplice amicizia. Diego però non ci aveva accennato nulla e noi non ce la sentivamo proprio di fare domande in proposito. Dany disegnava benissimo, i suoi disegni erano delle vere opere d’arte, e piano piano casa nostra fu piena dei disegni di Dany. Nel frattempo Diego aveva compiuto 18 anni. La festa di compleanno non era stata un’invasione di amici, come quella dei 17, ma era stata tutta centrata su una gita (Sabato e Domenica) con Dany. Qualche volta Diego restava a dormire a casa di Dany, noi non dicevamo nulla ma nel sottofondo però avevamo qualche preoccupazione, non per l’omosessualità ma per i possibili rischi per la salute e un po’ di ansia la sentivamo eccome. Ho pensato che non se ne potesse fare a meno e ho deciso di parlare con Diego. Siamo usciti insieme un pomeriggio e siamo andati alla villa comunale e gli ho detto: “A me e a tua madre Dany ci sta benissimo, ma abbiamo qualche preoccupazione per la salute…” Lui mi ha guardato dritto negli occhi e mi ha detto: “abbiamo fatto il test tutti e due… e comunque lui non era mai stato con nessuno e nemmeno io.” Gli ho chiesto: “Ma i genitori di Dany lo sanno?” e lui mi ha risposto: “No! E questo è il problema più grosso, perché non sono come te e mamma… insomma Dany li teme.” Abbiamo parlato molto di questo fatto, Diego era veramente preoccupato. Dany avrebbe anche tagliato i ponti con la sua famiglia ma per lui sarebbe stato un trauma. Parlare con mio figlio non solo mi ha tranquillizzato ma mi ha fatto capire che ho un figlio d’oro e che posso ritenermi un padre felice. A casa ho raccontato a mia moglie del discorso fatto con Diego e lei mi ha guardato perplessa e mi ha detto: “Ma tu pensi che noi possiamo fare qualcosa per questi ragazzi?” Si riferiva al fatto di prendere contatto con la famiglia di Dany e di esplorare un po’ la situazione. Le ho risposto che su questo bisognava sentire non solo Diego ma soprattutto Dany. Un giorno che i ragazzi sono venuti a casa il discorso lo ha avviato proprio Diego, Dany sapeva già che noi sapevamo. Dany però era molto esitante, perché a casa sua nessuno sospettava nulla. In sostanza nessuno di noi quattro aveva le idee chiare. I ragazzi dovevano finire l’ultimo anno di liceo e poi sarebbero andati all’università, ovviamente insieme e in un’altra città, avrebbero fatto entrambi ingegneria e avrebbero preso anche un appartamentino monocamera insieme. Ma lo scoglio della famiglia di Dany restava un problema insoluto. L’anno successivo i ragazzi sono andati all’università, e come previsto hanno condiviso un piccolo appartamento, metà delle spese le pagavamo noi e metà la famiglia di Dany. Le cose sembravano andare bene, i ragazzi erano contenti, poi Dany ha avuto la malaugurata idea di parlare chiaro con i suoi genitori e da lì è cominciato il disastro. Lo hanno minacciato, in pratica lo hanno minacciato di diseredarlo, e non è una cosa da poco perché è una famiglia che sta bene economicamente. Ho chiarito a Dany che in ogni caso la quota di legittima nessuna gliela avrebbe potuta togliere, ma lui nemmeno mi stava a sentire, voleva tagliare i ponti con la sua famiglia, evidentemente dopo il discorso di chiarimento, doveva essere stato trattato malissimo. La famiglia ha smesso di pagare le tasse universitarie e la quota dell’appartamento per costringere Dany e rientrare a casa, Dany voleva lasciare l’università e mettersi a lavorare ma lo abbiamo convinto che sarebbe stata una follia e che avrebbe fatto un danno grave anche Diego, perché studiando insieme ottenevano ottimi risultati, e lui si è lasciato convincere. Abbiamo pagato noi tutte le spese, che in fondo non erano poi una gran cosa. Dany però si sentiva in imbarazzo per questa cosa e noi non sapevamo che cosa fare per rimettere Dany di buon umore. Per fortuna poi i ragazzi sono stati molto impegnati nello studio e questi problemi sono passati in seconda linea. Ogni settimana o io o mia moglie ci facevamo un viaggetto fino a casa dei ragazzi per portare loro i pasti già cucinati per la settimana, in modo che non perdessero tempo per queste cose. Mia moglie lavava e stirava perché avessero gli abiti sempre in ordine, insomma, non li abbiamo lasciati soli e ormai si sono laureati entrambi brillantemente e hanno cominciato anche a lavorare, si tratta ancora di piccole cose, ma così si fanno conoscere e le prospettive si allargano. Purtroppo i genitori di Dany sono spariti, sembra incredibile ma è proprio così, si sono disinteressati del tutto del figlio, non avrei mai pensato che si potesse arrivare a tanto, ma è quello che è successo. Dany non li vede da anni, e poi adesso vive con Diego nella città dove hanno studiato e secondo me non hanno nessun desiderio di tornare nella città di origine. Noi li andiamo a trovare più o meno un weekend al mese e ci accolgono con entusiasmo. Dany è molto amareggiato dal comportamento dei suoi genitori ma ormai ha perso lo speranza che possa cambiare qualcosa.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Project, anche Diego e Dany ti conoscono e tu hai parlato con loro (prima con Diego e poi con Dany, dopo circa un mese, più o meno un anno fa), stai facendo un lavoro utilissimo. Mi piacerebbe molto che tanti genitori aprissero gli occhi e mettessero da parte i pregiudizi perché per un figlio gay vedere che i genitori tentano di forzare la sua libertà e poi spariscono quando si rendono conto che il figlio ha un suo mondo, significa perdere buona parte della visione positiva della vita. Dany aveva trovato Diego e poi ha trovato anche noi e tutto sommato, per lui la situazione non è stata distruttiva, ma se fosse stato solo sarebbe stato costretto a rinunciare agli studi e avrebbe finito per covare dentro di sé un risentimento violento, e tutto questo assolutamente senza nessuna ragione seria. Io ho un figlio gay ma è un ragazzo felice, né io né mia moglie abbiamo timori per il suo avvenire, perché è riuscito a realizzare quello desiderava e ora è un uomo adulto di cui andiamo orgogliosi, ha un ragazzo che ama e che lo ama e non resterà solo. Mi chiedo come sia possibile che ancora nel XXI secolo ci siano genitori tanto fuori dal mondo di pensare di poter abbandonare un figlio perché è gay. Tutto questo è veramente assurdo!</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">__________</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay: <a href="http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=15&t=6384" style="border: 0px; color: #208ece; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=15&t=6384</a></span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Read this post in English: <a href="http://gayprojectforum.altervista.org/T-gay-guys-and-homophobic-parents" style="border: 0px; color: #208ece; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">http://gayprojectforum.altervista.org/T-gay-guys-and-homophobic-parents</a></span></div>
PROGETTO GAYhttp://www.blogger.com/profile/14526527721413474895noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-513868596083515774.post-81880405736118337212018-02-15T18:05:00.000+01:002018-02-15T18:05:31.895+01:00UNA COPPIA GAY CON UN AMICO SPECIALE<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Ciao Project,</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">volevo raccontanti in breve la mia storia più recente, che è cominciata in sordina ma che sta diventando la struttura portante della mia vita.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Ho 41 anni, quindi non sono più un ragazzo da un pezzo, ho avuto le mie storie, specialmente tra i 20 e i 30 anni, poi sotto il profilo sessuale sono entrato in una specie di limbo, mi sono dedicato soprattutto al lavoro e in pratica ho messo in stand by la mia vita affettiva-sessuale. Incontravo i miei amici, passavo le serate con loro e stavo bene ma l’idea di trovarmi un ragazzo l’avevo messa da parte. Il mio lavoro, che mi piace molto, mi coinvolgeva e occupava quasi tutto il mio tempo, il tempo rimasto lo dedicavo agli amici, questa condizione, diciamo così di sospensione della vita affettiva è andata avanti per diversi anni, direi quasi fino ai 38, poi ho incontrato Stefano, un ragazzo che ne aveva allora 25 anni, io ne avevo 39. Con Stefano è cominciato qualcosa di nuovo e di inaspettato, che all’inizio ho faticato molto a definire. Non era la classica storia d’amore, anche se lui è veramente un bel ragazzo. Lui ha la sua vita affettiva e sessuale, ha un ragazzo fisso e non lo lascerebbe certo per me. D’altra parte io non l’ho mai considerato come un possibile fidanzato e per la verità di fantasie sessuali su di lui ne ho avute ben poche, cioè è successo specialmente nei primissimi tempi, quando tendevo a inquadrare la relazione come una classica relazione di coppia, poi, man mano che mi sono reso conto che le cose non stavano così, sono sparite anche le fantasie sessuali. Stefano mi chiama più o meno una volta alla settimana, io gli mando un sms molto intenso nei giorni di festa o in risposta a sms mandatimi da lui. Non parliamo spesso ma tra noi si è creato un rapporto speciale che non riesco a definire, stiamo bene insieme, si creano dei momenti molto intensi ma lui sta col suo ragazzo e da quello che vedo per lui il suo ragazzo è veramente essenziale, me ne parla spesso ma non da innamorato da operetta, ne parla con rispetto, con stima, è evidente che si vogliono bene e che tra loro c’è una comunicazione seria, ma il suo ragazzo ha 21 anni e io ne ho 20 di più e questo fa la differenza, almeno è quello che io penso. Io penso che Stefano tenda a non caricare troppo il suo ragazzo parlandogli dei suoi problemi, in qualche modo lui sente di avere una funzione protettiva rispetto al suo ragazzo, tende a rassicurarlo. Ha parlato di me al suo ragazzo e ha insistito perché ci incontrassimo tutti e tre, cosa che è successa. Loro si scambiavano tenerezze davanti a me e la cosa non solo non mi turbava minimamente ma mi sembrava molto bella. Adesso il suo ragazzo, ogni tanto, mi telefona, soprattutto per sapere se Stefano è da me, io penso che si sia reso conto che non ha nulla da temere, e d’altra parte mettere in crisi la storia d’amore di un ragazzo di 21 anni che, tra l’altro, è la felicità di Stefano, sarebbe veramente una cosa squallida. Ma torniamo a Stefano. Ormai do per scontata la sua presenza, penso che sarà una costante della mia vita e già ora è un punto di riferimento fondamentale. Mi sono chiesto mille volte e continuo a chiedermi ogni giorno se la mia presenza possa in qualche modo danneggiare Stefano o il rapporto con suo ragazzo, perché potrei anche essere un elemento dirompente, però vedo che né Stefano né il suo ragazzo mi avvertono come un pericolo, il rapporto tra noi è assolutamente tranquillo, non credo affatto che il ragazzo di Stefano reciti con me fingendo simpatia per compiacere Stefano, lo vedo proprio sereno e a suo agio. D’altra parte io cerco di invadere il campo il meno possibile. Qualche tempo fa non sono stato bene e ho percepito nettamente la presenza sia di Stefano che del suo ragazzo. Sono venuti a trovarmi più volte, mi hanno telefonato entrambi più volte. Credimi, Project, certe volte non so proprio che cosa fare e cerco di mettermi da parte, di lasciare loro la massima libertà, anche, qualche volta, di non farmi trovare. Certe volte vorrei uscire da questo tipo di rapporto che per certi versi mi sembra strano ma poi non lo faccio perché mi rendo conto che non mi permettono di allontanarmi, che in qualche modo alla mia presenza ci tengono, che la ricercano. Mi sento quasi caricato di una responsabilità e non solo nei confronti di Stefano. Non posso negare che tutto questo sia per me anche profondamente gratificante, perché la mia vita affettiva gira ora completamente intorno a questi due ragazzi e mi sento finalmente vivo. Mi colpisce il fatto che tutto questo non abbia per me implicazioni sessuali e che io mi aspetti al massimo la prosecuzione delle cose così come sono adesso, cosa che però considero veramente importante. Non so se preferirei una normale relazione di coppia comprese le implicazioni sessuali, in fondo quella è solo un’ipotesi, mentre la presenza di Stefano e del suo ragazzo è una realtà e comporta un coinvolgimento affettivo molto forte e reciproco. Stefano mi considera “solo” un amico ma nel dire “solo” vuole specificare che la sua scelta di un compagno l’ha già fatta e resterà quella, ma ci sono altri livelli di implicazione nei quali una “semplice” amicizia può avere un peso enorme nel determinante l’equilibrio interiore di un individuo. Ti confesso, Project, che ho molta paura di poter fare danni che magari potrebbero manifestarsi a distanza di anni. So bene che tutto quello che va in qualche modo fuori schema presenta dei rischi , vorrei solo che tutto questo non si trasformasse col tempo da una bellissima relazione in un motivo di incomprensione e di risentimento. Al momento non c’è niente di simile e proprio per esorcizzare questa eventualità sto cercando di mettermi gradualmente da parte. Che ne pensi, Project? Ovviamente, se vuoi, puoi pubblicare la mia mail.</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">__________</span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay: <a href="http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=22&t=6376" style="border: 0px; color: #208ece; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=22&t=6376</a></span></div>
<div style="background-color: white; border: 0px; color: #373737; font-family: Arial, sans-serif; margin-bottom: 1.625em; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-size: large;">Read this post in English: <a href="http://gayprojectforum.altervista.org/T-a-gay-couple-with-a-special-friend" style="border: 0px; color: #208ece; font-family: inherit; font-style: inherit; font-weight: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline;">http://gayprojectforum.altervista.org/T-a-gay-couple-with-a-special-friend</a></span></div>
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