lunedì 24 maggio 2010

GAY E MORALE

Ciao Project,
sono un ventunenne di una città del nord Italia, fino a pochissimo tempo fa mi sono reputato etero nel senso totale del termine, in pratica non avevo mai avuto nessun tipo di pensiero gay, ho una ragazza da tre anni e con lei sto bene, senza sesso perché sono cattolico praticante e l’idea del sesso prima del matrimonio la considero sbagliata. Diciamo che fino a due mesi fa era quello che pensavo, ma ora comincio a pensare che in effetti l’idea di non fare sesso con la mia ragazza per questioni morali sia solo una specie di paravento che nasconde altre motivazioni (non correre alle conclusioni per favore). Ma anche su un’altra cosa diciamo che comincio ad avere l’idea di avere avuto o voluto un paravento dietro cui nascondermi ed è l’autoerotismo. La Chiesa lo condanna e io sono riuscito nel tempo a farne a meno e la cosa nemmeno mi pesa, questa cosa l’ho sempre considerata una grande conquista come il fatto che non faccio uso di pornografia. Ho diversi amici, credo tutti etero, con loro sto bene e non ho mai avuto fantasie su di loro, amici e basta. Diciamo che fino a due mesi fa tutto andava bene, poi una notte, tra il 3 e il 4 aprile, vedi caso sproprio la notte di Pasqua, ho fatto un sogno erotico (cosa che non mi succede praticamente mai) ed era un sogno a tema nettamente gay, ma era bello, pieno di dolcezza e nello stesso tempo di trasporto sessuale. In pratica, in sogno, credo di aver vissuto una bellissima storia d’amore e mi sono sentito profondamente coinvolto al punto che ho avuto una polluzione notturna fortissima. La mattina mi sono svegliato profondamente turbato, non sapevo che pensare, mi sentivo in colpa. Insomma era Pasqua e sono andato a confessarmi. Il sacerdote non si è scomposto più di tanto e mi ha solo detto che per peccare ci vuole la volontà di farlo e che io nel sonno non potevo esercitare nessun atto di volontà, ma in realtà al sacerdote non avevo detto che il sogno era un sogno a sfondo gay. Il discorso del sacerdote mi ha rassicurato sui miei sensi di colpa circa la religione, ma in effetti non mi ha risolto il problema di fondo: perché un sogno a tema gay? E perché ci stavo così bene? Questa domanda me la sono tenuta dentro e d’altra parte non ne potevo parlare con nessuno. Le immagini del sogno mi tornavano in mente, qualche fantasia anche forte di fare autoerotismo pensando a quelle cose l’ho avuta ma l’ho scacciata subito per evitare di cadere nella dipendenza da quelle cose. Ho proprio cercato di evitare le sensazioni. Sono uscito con la mia ragazza ma ho cominciato a pensare che con lei non avevo mai avuto contatti sessuali non per motivi morali ma perché in realtà non mi interessava veramente da quel punto di vista. Questo fatto mi ha sconvolto. Ho provato con lei qualche minimo contatto fisico, come penderle la mano e accarezzarla, ma non provavo nulla, mentre nel sogno fare gli stessi gesti con un ragazzo mi portava a un’eccitazione fortissima. Poi ho pensato anche ad un’altra cosa, i miei amici sono tutti sportivi e mi hanno invitato tante volte ad andare in piscina con loro ma non ci sono mai andato per le ragioni più varie, ora comincio a pensare che il mio non volerci andare nascondesse in realtà la paura di trovarmi in situazioni eccitanti. In apparenza mi dicevo che ero etero e che non ci andavo perché non avevo tempo, ma in sostanza forse non ci andavo per non trovarmi di fronte alla conferma di essere gay, cosa che allo stato dei fatti mi sembra tutt’altro che certa, ma almeno è un’ipotesi che non metto da parte del tutto, anzi, forse la vedo addirittura probabile. Adesso il problema è grosso, ammesso e non concesso che io fossi gay, per me non sarebbe nemmeno un grosso problema, ma io non voglio rinunciare a quello che sono, nel senso che sì, posso anche essere gay ma sono anche cattolico e non riesco a capire come si possano mettere insieme le due cose. Al limite, anche se la cosa può sembrarti paradossale sarei pure disposto a mettere da parte l’idea di vivere una storia con un ragazzo a livello sessuale, penso che non sarebbe nemmeno così complicato, mi basterebbe anche solo un’amicizia affettuosa. Magari quello che dico potrebbe essere completamente contraddetto dei fatti, però credo che riuscirei a vivere rispettando le regole della religione. Ho letto quello che hai pubblicato su gay e Chiesa, però, scusa se te lo dico, ma forse ti manca la capacità di capire le cose dall’interno. Io cerco di seguire le regole e finora non me ne sono pentito e vorrei continuare a vivere anche da gay, se sono veramente gay, seguendo le regole. Non voglio sacrificare i miei valori, sono cose veramente importanti per me, mi danno delle certezze e poi io non vorrei vivere con un piede in due scarpe, nel senso di giocare con i sacramenti, per me sono una cosa seria. Ti dico sinceramente che l’idea di poter essere gay un po’ mi sconvolge, devo capire bene chi sono e che cosa voglio ma i miei principi voglio conservarli integri come ho fatto fino ad ora, nei limiti del possibile.  Ho letto il regolamento del forum e ho visto che non si può parlare di religione ma in effetti non voglio parlare di religione perché quello per me è un punto fermo ma mi chiedo spesso se ci possono essere altri ragazzi come me che sarebbero anche disposti a una forma di amicizia senza sesso con un altro ragazzo o se è solo una mia fantasia. Fai quello che vuoi di questa mail, cioè se pensi che possa essere pubblicata pubblicala, altrimenti rispondimi in privato.
Ciao e grazie di tutto.
A. B.
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Ciao,
ho letto la tua mail. Non corro alle conclusioni perché alle conclusioni ci sei arrivato da te. Stai formulando ipotesi su come conciliare l’essere gay con le tue scelte morali irrinunciabili e da quello che sembra hai di fatto rinunciato all’idea di essere gay per quello che la parola significa concretamente e trasponi il tutto sul piano di una affettuosa amicizia. Francamente, anche ammesso e non concesso (come dici tu) che tu trovassi un ragazzo disposto a sacrificare la sua sessualità ai propri principi morali (ipotesi molto teorica) o addirittura ai principi morali del suo compagno (ipotesi che mi sembra francamente fantascientifica), dubito molto che poi questo tipo di rapporto possa non degenerare in altro in tempi più o meno brevi e per di più connettendo alla sessualità gay dei sensi di colpa difficilmente eliminabili. Dici di non voler tenere un piede in due scarpe, ma l’ipotesi di una affettuosa amicizia con un ragazzo gay sa tanto di idea ponte che dovrebbe traghettarti verso l’accettazione della sessualità gay, anche se a te sembra un’ipotesi credibile. Un’amicizia senza sesso per un ragazzo gay è possibile solo con un amico etero e francamente mi chiederei quanto dei tuoi propositi di rimanere fedele ai tuoi principi potrebbe resistere di fronte ad una vera (non ipotetica) amicizia affettuoso con un altro ragazzo gay. Visti dal di fuori i tuoi comportamenti fanno pensare ad una forma di auto-repressione della sessualità gay cioè, per un ragazzo gay, della sessualità sic et simpliciter. Non mi permetto di valutare le tue motivazioni perché le vedo dall’esterno, ma certo mi lasciano qualche perplessità. Capisco fino a un certo punto le motivazioni legate all’idea di fedeltà al pensiero morale della chiesa e mi domando fino a che punto il tuo giudizio morale arrivi realmente a condannare la sessualità gay. Francamente mi sembra molto improbabile che un ragazzo, forse gay come tu sei, possa realmente pensare che la sua sessualità sia una forma di devianza patologica. In pratica al di là delle morali esterne, esiste una moralità interna e che per un ragazzo gay questa moralità interna possa condannare l’essere gay come depravazione mi sembra profondamente contraddittorio.
Project
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Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul forum di Progetto Gay:

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